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22 Maggio 2022 – Redazione

Matteo Salvini, leader della Lega, si trova a meraviglia nel governo Draghi, sia con gli ex compagni dell’ex governo giallo-verde sia con i piddini: gli avversari di sempre.
Tuttavia, a margine dell’assemblea regionale a Milano per Fontana presidente, non poteva  mancare la boutade del “capitano”, in modo da rendere vivo il teatrino della politica italiana: «Mi sembra che se c’è qualcuno che mette a rischio il buon lavoro della maggioranza del governo è il Pd con Zan e la legge elettorale e i Cinquestelle con i loro assurdi no ai termovalorizzatori».

«Sono preoccupato per due cose per la vita del Governo» ha spiegato Salvini: «Una è il no dei Cinquestelle ai termovalorizzatori a Roma come in Liguria. Pensare di mettere a rischio il governo e di farlo cadere lasciando la ‘monnezza’ per strada a Roma è qualcosa di assolutamente privo di senso. I rifiuti devono essere energia. Ci manca energia, trasformiamoli in energia, ricchezza e ambiente pulito e loro dicono no». Il secondo punto è il Pd che, «con l’ingorgo dei lavori parlamentari, insiste sul ddl Zan e sulla riforma della legge elettorale».

Poi un passaggio anche sulla guerra. «Se vogliamo portare intorno al tavolo Ucraina e Russia dobbiamo fare tutti gli sforzi possibili. Spero che nessuno pensi di mandare armi e contare i morti per altri mesi e di conseguenza chiudere le fabbriche italiane», ha fatto sapere colui che fa parte del governo che manda armi in Ucraina e al battaglione neonazista Azov.

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20 Maggio 2022 – Redazione

TESTO ANSA DI PARTE, CHE FOCALIZZA L’INCAPACITÀ COGNITIVA DI UN PAESE SOLO SULLE CLASSI PIÙ POVERE.
PER QUANTO INSEGNA LA MIA ESPERIENZA, QUESTA LACUNA RIGUARDA IN MANIERA TRASVERSALE TUTTE LE CLASSI SOCIALI. E DA GIORNALISTA CHE VA DI PENNA DA 28 ANNI, DANDO VITA UN ANNO FA A MERCURIUS 5, POSSO DIRE CHE I LETTORI SI DIVIDONO TRA, CHI SI FERMA AL TITOLO, CHI SCORRE LE PAROLE DI SFUGGITA SENZA COGLIERE, PERCHÉ LEGGERE E PENSARE FA FATICA E, ANCOR PEGGIO, CHI CLICCA SULLA FOTO CON UN INSIGNIFICANTE “MI PIACE”, VANIFICANDO OGNI TUA FATICA! 
MI FERMO QUI! TORNEREMO SULL’ARGOMENTO QUANDO MERCURIUS 5 CAMBIERÀ VESTE!

GRAZIE

MARZIA MC CHIOCCHI

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«La dispersione scolastica implicita, cioè l’incapacità di un ragazzo/a di 15 anni di comprendere il significato di un testo scritto, è al 51%. Un dramma, non solo per il sistema di istruzione e per lo sviluppo economico, ma per la tenuta democraticadi un paese. I più colpiti sono gli studenti delle famiglie più povere, quelle che vivono al sud e quelle con background migratorio». Lo ha detto Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children Italiaaprendo i lavori di «Impossibile» la quattro giorni di riflessioni e proposte sull’ Infanzia e l’Adolescenza.

Per Tesauro in Italia esiste «una crudele ‘ingiustizia generazionale’ perché la crisi ha colpito proprio i bambini. Non solo 1,384mila bambini in povertà assoluta (il dato più alto degli ultimi 15 anni) ma un bambino in Italia oggi ha il doppio delle probabilità di vivere in povertà assoluta rispetto ad un adulto, il triplo delle probabilità rispetto a chi ha più di 65 anni».

Il presidente di Save The Children ha ricordato inoltre, che «più di due milioni di giovani, ovvero 1 giovane su cinque fra i 15 e i 29 anni, è fuori da ogni percorso di scuola, formazione e lavoro. In sei regioni, il numero dei ragazzi e delle ragazze Neet ha già superato il numero dei ragazzi, della stessa fascia di età, inseriti nel mondo del lavoro. In Sicilia, Campania, Calabria per 2 giovani occupati ce ne sono altri 3 che sono fuori dal lavoro, dalla formazione e dallo studio. Dati che – ha sottolineato – fanno a pugni con la richiesta del mondo produttivo».

«Nel nostro Paese, in 6 regioni, i neet, giovani senza formazione e impiego, hanno superato i coetanei con un lavoro, sono 2 milioni in totale in Italia». Lo ha detto Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children Italia durante «Impossibile 2022». «Gli investimenti sull’infanzia – ha aggiunto Fatarella – vanno blindati. Per sviluppare strategie efficaci serve conoscere i dati e costruire indicatori per misurare l’impatto. Territori e innovazione sociale siano al centro delle governance».

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20 Maggio 2022 – Redazione

PRO MEMORIA PER LE MENTI LABILI

Scrive la Dott.ssa Patrizia Montenegro PHD in Neurochirurgia presso la John Hopinks University:

<<Tra tutti i vaccini che ho visto in vita mia (difterite, tetano, pertosse, morbillo, rosolia, parotite, varicella, epatite, meningite e tubercolosi), non ho mai visto un vaccino che mi costringa a indossare una mascherina e mantenere la distanza sociale, anche quando sei completamente vaccinato…
Non avevo mai sentito parlare di un vaccino che diffonda il virus anche dopo la vaccinazione.
Non avevo mai sentito parlare di ricompense, sconti, incentivi per vaccinarsi.
Non ho mai visto discriminazioni per coloro che non l’hanno fatto. Se non sei stato vaccinato, nessuno ha cercato di farti sentire una persona cattiva.
Non ho mai visto un vaccino che minacci le relazioni tra familiari, colleghi e amici.
Non ho mai visto un vaccino usato per minacciare i mezzi di sussistenza, il lavoro o la scuola.
Non ho mai visto un vaccino che permettesse a un dodicenne di ignorare il consenso dei genitori.
Dopo tutti i vaccini che ho elencato sopra, non ho mai visto un vaccino come questo, che discrimina, divide e giudica la società così com’è. E mentre il tessuto sociale si stringe…
È un vaccino potente! Fa tutte queste cose tranne l’IMMUNIZZAZIONE.
Se abbiamo ancora bisogno di un’iniezione di richiamo dopo essere stati completamente vaccinati e dobbiamo ancora ottenere un test negativo dopo essere stati completamente vaccinati, e dobbiamo ancora indossare una maschera dopo essere stati completamente vaccinati e dobbiamo ancora essere ricoverati in ospedale dopo essere stati completamente vaccinati , probabilmente arriverà il momento di ammettere che siamo stati completamente ingannati>>.

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19 Maggio 2022 – Redazione – di Patrizia Floder Reitter – La Verità 

I dottori che hanno salvato migliaia di pazienti Covid affrontano le commissioni disciplinari. Quelli condannati per omicidio o corruzione risultano ancora iscritti all’albo. E se non sono in carcere, continuano a esercitare.

Ci sono medici che rischiano di essere sospesi solo perché hanno curato a domicilio pazienti Covid. Potrà accadere ad Andrea Stramezzi, che ne ha salvati 6.000 ma forse sarà radiato dalla Commissione disciplinare dell’Ordine dei medici di Milano, doveva capitare a Gerardo Torre, per averne curato 3.000 con farmaci da prontuario ma ignorati dal protocollo ministeriale, se la pressione mediatica non avesse influito sulla decisione finale dell’Ordine di Salerno.

Gli esempi non mancano, è forte quanto inspiegabile l’accanimento nei confronti di dottori che si sono rimboccati le maniche, non confidando solo su vaccino, paracetamolo e vigile attesa. E ci sono altri medici che rimangono iscritti, malgrado ne abbiamo combinate tante da far rivoltare nella tomba Ippocrate, sul cui giuramento promettono di impostare eticamente la loro professione.

Partiamo dal caso più emblematico. Pier Paolo Brega Massone, l’ex primario di chirurgia toracica della clinica Santa Rita di Milano arrestato nel 2008 e condannato all’ergastolo in primo grado per omicidio volontario. Provocò la morte di quattro pazienti anziani, pena riformulata nel 2018 nel processo d’appello bis e ridotta a 15 anni di reclusione. Il chirurgo aveva preso anche 15 anni e mezzo, diventati definitivi, per 55 casi di lesioni e truffe al Servizio sanitario nazionale.

Nel settembre scorso, la Corte d’assise d’appello aveva innalzato la pena a 21 anni e 4 mesi contestando, accanto all’omicidio preterintenzionale, l’aggravante dello scopo di lucro. Secondo l’accusa, nella «clinica degli orrori», come fu soprannominata, il medico pavese portò «sul tavolo operatorio» quattro anziani per interventi «inutili», effettuati al solo fine di «monetizzare» i rimborsi del sistema sanitario nazionale per la clinica convenzionata.

Ebbene, farete fatica a crederci ma Brega Massone, oggi cinquantottenne, risulta sempre iscritto all’albo dei medici di Pavia, con il numero 0000005986, come appare sul portale della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri. È il sito ufficiale al quale possono rivolgersi i cittadini che vogliono verificare l’iscrizione di un professionista, per questo Fnomceo sottolinea che gli Ordini «sono tenuti al loro aggiornamento dei dati».

Dimenticanza dell’albo di Pavia, che dal 2014 (quando Brega Massone fu condannato all’ergastolo) non ha aggiornato la posizione del suo iscritto, la qual cosa sarebbe comunque gravissima, o il chirurgo, il primo condannato in Italia per aver ucciso non per errore, è sempre un medico per il suo albo professionale?

Non è l’unico caso. Il 21 dicembre scorso, la Corte d’appello del tribunale di Milano ha condannato a sei anni di reclusione Domenico Spellecchia, ex primario di ginecologia dell’ospedale di Chiavenna, in Valtellina, che nel giugno 2018 era stato assolto dall’accusa di violenza sessuale nei confronti di 18 pazienti. Originario di Scampitella, provincia di Avellino, 62 anni tra poche settimane, dopo l’assoluzione era tornato a esercitare all’ospedale Moriggia Pelascini di Gravedona, nel Comasco.

Spellecchia, ritenuto colpevole di molteplici abusi per effetto della sentenza di primo grado ribaltata, a distanza di cinque mesi dalla pronuncia dei giudici d’appello risulta sempre iscritto all’Ordine professionale di Milano con numero 0000026668. Eppure accanto al nome di Barbara Balanzoni, medico anestesista laureata anche in legge, compare in tutta evidenza la scritta rossa «sospesa», dal 18 gennaio. Non per aver procurato danni a qualche suo assistito, o per aver intascato soldi sulla pelle di malati, semplicemente in quanto non vaccinata.

E che dire dei sei anni e sei mesi per corruzione inflitti nel gennaio 2021 a Norberto Confalonieri, ex responsabile di ortopedia e traumatologia all’ospedale Gaetano Pini di Milano? I giudici avevano accolto la tesi dei pm, secondo i quali il professionista «al centro di una ramificata e consolidata rete di relazioni corruttive», aveva stretto accordi con multinazionali per impiantare le loro protesi, in cambio di soldi, regali, ritorno di immagine.

Confalonieri fu invece prosciolto dall’accusa di presunte lesioni ai danni di pazienti, alla casa di cura San Camillo di Milano, dove il medico faceva interventi in regime privato e poi operandoli in regime di mutua. Di fatto, Confalonieri, classe 1952, condannato perché giudicato corrotto, lavora tra Milano, Seregno, Cantù, Lodi, Lecco e, come informa sul suo sito, oltre a effettuare interventi in cliniche private di Milano e Roma, li esegue anche in regime convenzionato. Infatti, è sempre iscritto all’albo dei medici di Monza con il numero 0000000717.

L’ortopedia del Pini deve essere una specialità che attira contenziosi, perché l’ex direttore dell’unità correttiva, Carmine Cucciniello, accusato nel 2018 di corruzione, patteggiò due anni con rito abbreviato, il primario Giorgio Maria Caloridue anni e dieci mesi. Il professor Calori, oggi direttore dell’unità funzionale di ortopedia e traumatologia della clinica San Gaudenzio di Novara, versò 300.000 euro al Pini per accedere al patteggiamento. Secondo l’accusa, avrebbe fatto acquistare kit operatori a un prezzo dieci volte superiore al reale. Sia Cucciniello, sia Calori sono regolarmente iscritti all’Ordine dei medici di Milano. «La commissione disciplinare segue il codice deontologico, ma dopo il rinvio a giudizio di un iscritto è obbligata ad aprire un procedimento, che può concludersi con tempi e pronunce differenti da quelli del giudice penale, tranne che nel caso di un’assoluzione», osserva Sandro Sanvenero, presidente dell’Ordine degli odontoiatri di La Spezia. «Di certo, deve garantire autonomia e indipendenza del medico e non può condannarlo perché ha agito secondo giudizio clinico, nel trattare pazienti», quindi anche affetti da Covid. «Lo stesso Consiglio di Stato ha sentenziato che i protocolli ministeriali sono delle mere indicazioni, il medico non è obbligato a seguirle».

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19 Maggio 2022 – Redazione – di Valeria Casolaro – L’Indipendente

Fino al 27 maggio numerose tra le spiagge naturalisticamente più pregevoli delle coste sarde saranno ostaggio delle esercitazioni militari della Nato, che vedranno 65 mezzi navali e aerei (sottomarini compresi) provenienti da 7 Paesi dell’Alleanza atlantica allenarsi a fare la guerra. Saranno 4 mila i gli uomini che prenderanno parte all’”assedio” dell’isola. I cittadini sardi hanno deciso di non sottostare a tale imposizione, giunta senza alcun preavviso agli inizi della stagione turistica, e hanno lanciato sulla piattaforma change.org una petizione per dire di no alle esercitazioni militari e “bloccare questa e future iniziative”.

Il titolo della petizione è eloquente di per sé: Mai più esercitazioni militari nelle coste sarde. I cittadini, infatti, sottolineano come siano già tre i poligoni presenti sul territorio sardo: Quirra-San Lorenzo, Capo Frasca e Teulada. Nonostante ciò si è deciso di svolgere le esercitazioni dell’Alleanza in 17 aree marittime, alcune delle quali mai coinvolte in operazioni militari e conosciute in tutto il mondo per la loro bellezza. Tra queste vi sono Porto Pino, il Poetto e Teulada. L’operazione “Mare Aperto” impedirà quindi “il transito, la sosta, la pesca, la balneazione e le immersioni” fino al 27 maggio. A preoccupare i cittadini sono soprattutto i rischi di danni ingenti all’ambiente: le esercitazioni rischiano infatti di essere “distruttive e devastanti” per il patrimonio naturalistico e paesaggistico della zona, “messo a dura prova per il diletto delle forze militari della Nato”.

La petizione fa appello alla Regione Sardegna affinché “si faccia portavoce nei confronti del Ministero della Difesa Italiana per bloccare questa e future iniziative militari”. Intanto, per il 22 maggio è prevista una manifestazione di protesta a Capo Teulada, già organizzata da alcune settimane per contestare l’occupazione militare della Sardegna.

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19 Maggio 2022 – Redazione

Ricercatore in campo farmaceutico, si era trasferito da alcuni anni in provincia di Vicenza per lavoro. Sposato, era padre di tre figli. Oggi, mercoledì, alle 14,30 la chiesa di Arceto ospiterà i funerali di Matteo Zini, ricercatore e analista in campo farmaceutico. Viveva da quattro anni in provincia di Vicenza, ad Altavilla Vicentina, e lavorava alla Fis (Fabbrica Italiana Sintetici).

 

Un tumore fulminante lo ha strappato all’affetto dei suoi cari. Sabato il decesso. Lascia la moglie Giulia Ganapini e i tre figli, i genitori Marta e Giuliano, il fratello Andrea e una famiglia numerosa ora unita nel dolore. Il Nobel Montagnier sosteneva che questi sieri sperimentali possono anche causare l’insorgenza di tumori maligni all’interno dell’organismo. Lo riporta ReggioOnline.com.

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18 Maggio 2022 – Redazione

La Commissione europea ha proposto oggi a Bruxelles, con il suo pacchetto “RePowerEU”, una serie di misure che mirano ad accelerare la fine della dipendenza energetica dell’Ue dalla Russia e dai carburanti fossili in generale. L’obiettivo per il gas è fare a meno di due terzi delle importazioni dalla Russia entro un anno.

“Proponiamo di rendere obbligatori i pannelli solari per gli edifici commerciali e pubblici entro il 2025 e per i nuovi edifici residenziali entro il 2029. Questo è un piano ambizioso ma realistico”. Lo annuncia la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, presentando il RePowerEu.

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18 Maggio 2022 – Redazione

Dall’inizio della campagna vaccinale imposta contro ogni evidenza di efficacia scientifica in Italia, i dati in merito alla percentuale di chi aveva ricevuto la prima dose, la seconda, o di chi aveva completato il ciclo è stato sempre un balletto di cifre.

Qualcuno riportava numeri, qualcun altro percentuali, chi faceva selezione in base alle fasce d’età, altri riportavano dati sparati a casaccio in tv dalla viro-star di turno, che presenziava il salotto televisivo del giorno: qualcuno ha azzardato cifre che ipotizzavano  il 90% della popolazione inoculata.

Tutto è sempre sembrato costruito ad arte per non farci mai capire quale fosse la realtà dei fatti , quanti, in effetti,  avessero subito il trattamento sanitario sperimentale anticovid.

Una cosa sembra chiara però: se fino a qualche mese fa non si sentiva parlare di altro, adesso con la situazione geopolitica in primo piano, vaccini e covid sembrano non interessare più di tanto gli italiani, preoccupati più dalle conseguenze economiche, e non solo, che dovranno affrontare a causa delle scelte esageratamente schierate del nostro governo rispetto alle sanzioni alla Federazione Russa.

Ma c’è chi pensa a tenere alto il livello di terrore sanitario – dopotutto ci hanno messo più di due anni a infonderlo così profondamente- tra la gente, lanciando l’allarme: 19 milioni di italiani  non hanno ancora completato il ciclo vaccinale o non hanno fatto neppure la prima dose.

Il report ufficiale del Governo mostra come gli italiani abbiano aderito, quasi in maniera unanime alla somministrazione della prima dose, e oltre il 90% sopra i 12 anni abbia completato il ciclo.

Nonostante questi numeri plebiscitari, il tasso di positività, oggi, è del 13,3%, con 44.489 casi e 148 morti.

Numeri non certo bassi, vista la percentuale di inoculati, che non avvalorano ne la tesi che vaccinarsi aiuti a contenere il contagio, ne che possa aiutare a salvarsi la vita: i dati infatti sono evidentemente avvicinabili, come più volte detto, a quelli pre vaccino, oppure a quelli dei Paesi in cui a campagna vaccinale non ha avuto la massiccia adesione che ha avuto in Italia.

Il numero che invece dovrebbe impressionare chi legge è quello di coloro che hanno rifiutato di piegarsi al ricatto sociale del green pass: ben 19 milioni di italiani hanno resistito, privandosi della libertà di circolare liberamente, di entrare in ospedali, vedendosi recapitare multe da centinaia di euro o perdendo il posto di lavoro.

A tutti questi “no vax” verrà sicuramente addossata la responsabilità della propagazione del virus, della nascita di una variante, la responsabilità di non volere un Paese sicuro: fa quasi comodo, se ci pensate, che questi 19 milioni di italiani esitano altrimenti chi sarebbe potuto essere il capro espiatorio di un cosi enorme , evidente mastodontico fallimento?

A fare da contrappeso ci sono quelli che sono disposti, pur di non rischiare di passare da no-vax, a farsi iniettare nel sangue qualsiasi cosa, continuano a indossare mascherine anche all’aperto, contro ogni logica, contro ogni evidenza:  un po forse per paura, un po per ingenuità, ma anche per non rischiare di perdere quello straccio di immagine sociale, o magari quei pochi vantaggi, che invece dovrebbero essere diritti, rimanendo sotto scacco di pochi “rappresentanti” di governo, non eletti da nessuno, a loro volta sotto scacco dei “very” Big che controllano davvero il sistema.

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18 Maggio 2022 – Redazione – di Gaetano Mineo – Il Tempo

Cashback e la lotteria degli scontrini, ennesimi flop. Nessun colpo è stato dato all’evasione fiscale e scarso è stato anche l’interesse degli italiani alla riffa di Stato. Due iniziative introdotte con leggi di Bilancio, rispettivamente 2020 e 2017 e bocciate con cifre alla mano dalla Cgia di Mestre. In un rapporto dettagliato, l’Associazione artigiani e piccole imprese veneziana, in merito al cashback evidenzia il suo elevato costo per lo Stato, ben 4,75 miliardi di euro contro un recupero dell’evasione «nettamente inferiore».

Non a caso è stata una delle prime misure che Mario Draghi ha fatto saltare, sospendendone la sua applicazione dallo scorso giugno, facendo esplodere i pentastellati. E già, perché il cashback è una delle genialate 5stelle, a firma Conte2. Una delle tante trasformatasi in flop certificato da cifre e atti. Certo, non menzioniamo minimamente l’abolizione della povertà annunciata dai grillini dal balcone di Palazzo Chigi, sarebbe difficile trovare le giuste parole. Ma di certo, possiamo ricordare l’allora premier, Giuseppe Conte e il suo vice, Luigi Di Maio, immortalati con sorrisi a trentadue denti nel tenere insieme la tessera gialla del reddito di cittadinanza.

Era febbraio 2019, da allora a oggi il RdC è costato agli italiani quasi 20 miliardi di euro (per l’esattezza 19,83 miliardi), dando lavoro a circa il 20 per cento dei percettori, ovvero l’80 per cento è ancora senza impiego. Per non parlare delle migliaia di casi di percezione indebita del reddito. Milioni di euro che non si sa quando torneranno nella casse dello Stato. Per non parlare ancora dei navigator nati per trovare lavoro ai disoccupati e ora da disoccupati sono loro a trovare un lavoro. Scenari pirandelliani. Altro flop, come detto, è la lotteria degli scontrini, entrata in vigore il primo febbraio dell’anno scorso. Di certo, gli italiani/consumatori non ne sono stati attratti. Stando ai dati dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, se a marzo del 2021 gli scontrini mensili associati alla lotteria avevano sfiorato il picco massimo di 25 mila unità, successivamente c’è stata una costante contrazione. E così lo scorso autunno il numero mensile è sceso poco sopra 5 mila. E per meglio capire, la Cgia segnala che solo di alimentari e bevande analcoliche, le famiglie nel 2020 hanno realizzato acquisti mensili per 12 miliardi di euro. Insomma, se per lo Stato l’obiettivo è erodere sempre di più il nero e incentivare i pagamenti elettronici, finora i risultati son stati più che magri.

A questo punto, si tira fuori un altro coniglio dal cilindro, per salvare il salvabile. L’obiettivo è coinvolgere sempre più italiani alla lotteria degli scontrini ma questa volta con vittoria immediata, al momento del pagamento elettronico. L’annuncio arriva dal sottosegretario al Mef, Federico Freni: «Si tratta di una norma già scritta, concordata, su cui non c’è alcun problema politico, che verrà inserita nel primo contenitore legislativo utile che può essere il dl Semplificazione: si tratta di una misura essenziale». Ricordiamo che attualmente, le estrazioni della lotteria avvengono settimanalmente (ogni giovedì) e mensilmente (ogni secondo giovedì del mese). Con la nuova formula, invece, se il tagliando è vincente, lo si saprà subito. In sostanza, una sorta di «gratta e vinci». Dunque, adesso si attende soltanto che la proposta, circa la verifica istantanea della lotteria degli scontrini, venga inserita in un provvedimento legislativo per avere il via liberà e quindi poter essere applicata.

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18 Maggio 2022 – Redazione – Fonte: SardiniaPost

Si è svolta nelle ultime ore un’operazione di sbarco anfibio nel poligono sardo di Capo Teulada, nell’ambito dell’esercitazione Mare aperto 2022, cominciata il 3 maggio scorso e alla quale in generale prendono parte più di 4.000 tra donne e uomini di sette nazioni della Nato e oltre 65 tra navi, sommergibili, velivoli ed elicotteri, impegnati tra l’Adriatico, lo Ionio, il Tirreno e il Canale di Sicilia. All’esercitazione prendono parte anche diversi velivoli dell’Aeronautica Militare.

Le forze in campo simulano scenari ad alta intensità e in veloce mutamento attraverso cui verificare le capacità di intervento in svariate aree. Ad essere esplorate sono nuove combinazioni di impiego delle forze assegnate: tra queste, l’Expeditionary advanced baseoperations, in studio nella Us Navy, per estendere il raggio di azione delle forze marittime e controllare così zone di mare strategiche. L’intera esercitazione terminerà il prossimo 27 maggio e ha, tra i suoi principali obiettivi, anche il proseguimento della campagna di sviluppo delle capacità del nuovo velivolo di quinta generazione F-35 B, propedeutica al raggiungimento della ‘Initial operational capability‘ nel 2024, e del processo di integrazione con le altre Forze armate e con le Marine estere. L’attività coinvolge lo staff della Brigata Marina San Marco e quelli delle diverse divisioni navali in cui si articola l’organizzazione operativa della Marina.

Questa operazione è da giorni che sta creando polemiche in Sardegna. Solo ora si sanno i numeri precisi. Il tema delle servitù è molto sentito perché il 60 per cento di tutta la superfice di basi e poligoni militari italiane è concentrata nell’Isola. Proprio Teulada con i suoi veleni e i suoi quasi 600mila colpi sparati dal 2009 al 2015 è al centro di una inchiesta della Procura di Cagliari. Indagati cinque capi militari che rischiano il processo per disastro ambientale.

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