Archive for the
‘OTTOBRE’ Category

Ieri, sabato 9 ottobre 2021, durante la manifestazione popolare contro il Green Pass, si è assistito ad un vero e proprio assalto, definito “fascista” dalla maggior parte dei media, alla sede del sindacato Cgil di Roma.

Povera Patria!”, così commenta, su tutto il gran bailamme sollevato da tale avvenimento, il giornalista ed attivista politico, Segretario di Radicali Lucani, Maurizio Bolognetti, che, lo ricordiamo, è in sciopero della fame dal 22 settembre in segno di protesta contro la deriva autoritaria del governo italiano e per dire STOP all’attentato contro i diritti politici del cittadino.

Di seguito la nota integrale:

Maurizio Bolognetti

Ma che bello questo afflato antifascista che giunge dalle fogne di questo settantennio. La patria, la patria!!! La fermezza, la fermezza!!! Lo squadrismo delle istituzioni coperto da una foglia di fico. Gli odiatori istituzionali che riempiono le piazze, saturandole di indignazione un tanto al kilo. La democrazia senza democrazia. La democrazia assassinata assieme alla Costituzione per un giorno torna ad essere celebrata, ma è un simulacro.” – “Toccherà tornare a parlare del fascismo degli antifascisti.” – “Ma la dichiarazione anti di Gozi c’è stata? Il Gran Consiglio di regime al completo. All’appello manca solo qualche gerarca.
E continua: “A proposito delle manifestazioni No Green Pass: i complottisti siete voi.
Avete portato un popolo all’esasperazione nutrendolo per mesi interi con bugie, ricatti, minacce, odio e criminalizzazioni. I terroristi veri, siete voi”

https://m.youtube.com/watch?v=QFFqQAudowE

Ma quanti bei sepolcri imbiancati che si strappano le vesti. Ma quanti bei farisei. Continuo a non capire perché stiate criminalizzando un popolo che al 99% manifesta pacificamente. Non so perché ma sta roba ha tutta l’aria di un Déjà vu”

Sto alimentando da 16 giorni un’azione nonviolenta inghiottita dal silenzio. Poi tocca vedere che per l’ennesima volta si usa la violenza di pochi per criminalizzare chiunque scenda in piazza. Fatevela una domanda.”

Maurizio Bolognetti

_____________________
Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale

Puoi leggere anche su 👇

https://cataniacreattiva.it/assalto-alla-sede-cgil-di-roma-bolognetti-radicali-lucani-il-fascismo-degli-anti-fascisti-povera-patria/

Dopo  le sospensioni del vaccino Moderna per le fasce di popolazione giovanile in Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia, il Ministero della Salute islandese ha comunicato la sospensione per tutta la popolazione del vaccino Covid Moderna.

Di seguito il comunicato ufficiale del Ministero:

“Nei giorni scorsi sono emersi dati dai paesi nordici sull’aumento dell’incidenza di miocardite e pericardite dopo la vaccinazione con il vaccino Moderna oltre alla vaccinazione con Pfizer/BioNTech (Comirnaty).

In Islanda, solo il vaccino Pfizer è raccomandato per la vaccinazione primaria a 12-17 anni di età da quando è iniziata la vaccinazione di questa fascia di età.

Nei giorni scorsi sono emersi dati dai paesi nordici sull’aumento dell’incidenza di miocardite e pericardite dopo la vaccinazione con il vaccino Moderna oltre alla vaccinazione con Pfizer/BioNTech (Comirnaty).

In Svezia , l’uso di Moderna è stato limitato agli individui nati prima del 1991. In Norvegia e Danimarca è stato limitato per gli under 18.

In Islanda, solo il vaccino Pfizer è raccomandato per la vaccinazione primaria a 12-17 anni di età da quando è iniziata la vaccinazione di questa fascia di età.

Poiché in Islanda esiste una fornitura sufficiente di vaccino Pfizer sia per i richiami che per le vaccinazioni primarie di coloro che non sono stati ancora vaccinati, il Ministero ha deciso di non utilizzare il vaccino Moderna in Islanda , fornendo al contempo ulteriori informazioni sulla sua sicurezza”.

Di seguito il link del comunicato ufficiale del Ministero della Salute Islandese👉https://www.landlaeknir.is/um-embaettid/frettir/frett/item47717/Notkun-COVID-19-boluefnis-Moderna-a-Islandi

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

Puoi leggere anche su👇

https://cataniacreattiva.it/comunicato-ufficiale-ministero-della-salute-islandese-dell8-ottobre-2021-vaccino-moderna-sospeso-per-tutta-la-popolazione-a-causa-del-rischio-di-miocardite-e-pericardite/

FONTE: TG COM 24

E’ bufera sul presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra, secondo cui “la criminalità organizzata non va ricercata solo nelle periferie e nei posti degradati, ma anche nelle Prefetture e al ministero dell’Ambiente”.

Per la titolare del Viminale, Luciana Lamorgese, sono “affermazioni gravissime in quanto rivolte alle istituzioni impegnate sui territori per garantire legalità e sicurezza al servizio di cittadini”. Matteo Salvini: “Si dimetta”.

Lamorgese: “Affermazioni inaccettabili”

A scendere subito in campo è la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese che le giudica “affermazioni gravissime e inaccettabili”. E chiede a Morra di chiarire “immediatamente sulla base di quali elementi o valutazioni ha reso le sue dichiarazioni”. Contro Morra anche il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, secondo il quale Morra deve “rendere note tutte le informazioni di cui è in possesso per poter intervenire nelle sedi opportune”. Le parole di Morra sono state al centro di critiche da parte di molti esponenti della Lega.

Nicola Morra commissario Antimafia

Infiltrazioni mafiose nelle istituzioni

A difendere Morra è invece Roberto Pennisi, magistrato della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, intervenuto al Forum : “Il caso della Tunisia rimarca l’assoluto disinteresse del Ministero della transizione ecologica che evidentemente si concentra sulle energie alternative e non sui rifiuti. Lasciandoli in archivio, la gestione diventa occupazione solo della criminalità organizzata che prima di chiunque altro è avvisato ed avvertito di quello che avverrà. Sanno per esempio che per avere fondi del Recovery bisognerà disporre di un gran quantitativo di terreni e basta gettare l’occhio su territori per capire cosa sta accadendo. Ben ha detto il presidente Morra, affermando che il crimine è nell’apparato statale deviato”. 
______________________
Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale

Puoi leggere anche su👇

https://cataniacreattiva.it/morra-infiltrazioni-mafiose-nelle-istituzioni-ira-della-lamorgese-la-collusione-sta-emergendo/

10 ottobre 2021 – (di Dino Terrana, Monica Tomasello, Marzia Chiocchi – Fonti immagini e video: Local Team, Mercurius5, Web/Facebook)

Ieri, 9 ottobre 2021, è stata una di quelle giornate che che verrà ricordata a scuola (semmai esisterà ancora una scuola…) nei libri di storia (semmai ancora esisteranno i libri…); ciò che verrà raccontato però, visto ciò che sta accadendo da quasi 2 anni a questa parte, possiamo solo sperare che corrisponderà alla verità. Ma questo, probabilmente, dipenderà anche da noi…

Non si faccia “di tutta l’erba un fascio”

Ferma restando la condanna ad ogni tipo di violenza, speriamo che non si faccia di tutta l’erba un “fascio” (mai parola fù più azzeccata come questa adesso).

I fatti d’altronde, li conosciamo tutti. Grazie ai social li possiamo vedere in diretta, proprio mentre accadono. Nonostante questo, però, i media di “regime” si ostinano a negare l’evidenza e continuano a dirci che “il cavallo è nero” nonostante noi tutti abbiamo davanti l’inequivocabile immagine di un “cavallo bianco”.  Ma, si sa, ciò che ha sempre caratterizzato ogni tipo di regime dittatoriale è stato proprio l’utilizzo dei media a fini di propaganda…

Cos’è un regime?

Senza voler scendere in complicate disquisizioni su ciò che è o non è un regime, basterà  leggere le parole di Dino Terrana, alle quali abbiamo allegato diverse immagini e video, per capire un po’ meglio

Video di Marzia Chiocchi
(https://www.mercurius5.it/)👇

SIT IN in Piazzale Flaminio

SIT IN

Manifestazione pacifica in Piazza del Popolo

Regime è quando spari gli idranti su donne e famiglie con bambini con le mani alzate senza che ce ne sia il motivo e nei Tg non ne fai menzione

Video di Local Team👇
https://cataniacreattiva.it/wp-content/uploads/2021/10/IMG_2047.mov

 Video di Local Team 👇

https://cataniacreattiva.it/wp-content/uploads/2021/10/IMG_2048.mov

Regime è quando fai di tutto l’erba un “fascio”, perché così ti fa comodo.

Regime è quando non ti poni, o meglio, fai finta di non porti il perché da Luglio sono scesi milioni di italiani in Piazza.

CLICCA sull’immagine sotto per vedere tutte le foto 👇

https://i0.wp.com/cataniacreattiva.it/wp-content/uploads/2021/10/7FBD5594-2CDC-4FFC-94A7-A2A43BF00605.jpeg?fit=950%2C534&ssl=1

Video Local team👇

https://cataniacreattiva.it/wp-content/uploads/2021/10/IMG_2049.mov

https://cataniacreattiva.it/wp-content/uploads/2021/10/IMG_2101.mov

Puoi leggere anche su👇

https://cataniacreattiva.it/cose-un-regime/

La Redazione

Oltre 300mila partite Iva scomparse nell’era covid. Dal febbraio 2020, mese pre pandemia, allo scorso agosto, ultima rilevazione disponibile, il numero complessivo dei lavoratori indipendenti è sceso di 302 mila unità (-5,8%). Lo rileva l’Ufficio studi della Cgia. Nello stesso periodo, invece, i lavoratori dipendenti sono diminuiti di 89 mila (-0,5%). Se, in termini assoluti, i primi sono scesi sotto la soglia dei 5 milioni (precisamente 4.936.000), i secondi hanno toccato quota 17.847.000. Insomma, in un anno e mezzo il Covid ha messo a dura prova il mondo del lavoro italiano, anche se a pagarne le conseguenze è stato, in particolar modo, il cosiddetto popolo delle partite Iva.

Ai tradizionali problemi che da sempre assillano le micro imprese (tasse, burocrazia, mancanza di credito, etc.), osserva la Cgia, le chiusure imposte per decreto, le limitazioni alla mobilità, il crollo dei consumi delle famiglie e il boom dell’e-commerce registrati in questo ultimo anno e mezzo hanno peggiorato la situazione di tanti autonomi che sono stati costretti a chiudere definitivamente la propria attività. Queste micro realtà, ricordiamo, vivono quasi esclusivamente di domanda interna, legata al territorio in cui operano. Solo nel 2020, in Italia i consumi delle famiglie sono scesi di circa 130 miliardi di euro, soldi che in gran parte alimentavano i ricavi delle piccolissime attività che, a seguito di questa contrazione, non sono più riuscite a far quadrare i propri bilanci.

Camminando lungo i centri storici e nei quartieri sia delle grandi città che dei piccoli paesi di periferia, è in forte aumento il numero delle botteghe artigiane e dei piccoli negozi commerciali con la saracinesca costantemente abbassata e le luci all’interno completamente spente.

Meno visibile a occhio nudo, ma altrettanto preoccupante, denuncia infine la Cgia, sono le chiusure che hanno interessato anche i liberi professionisti, gli avvocati, i commercialisti e i consulenti che svolgevano la propria attività in uffici/studi ubicati all’interno di un condominio.

FONTE: padovaoggi

Vaccinate per il loro paese d’origine, ma non per il nostro: è quanto succede a migliaia di badanti, soprattutto est europee, immunizzate con lo Sputnik, il vaccino russo che non è riconosciuto da nessuna agenzia del farmaco.

«Dal 15 ottobre queste assistenti famigliari si troveranno in una situazione difficile: non possono avere il Green Pass, quindi non possono lavorare a meno di fare continuamente tamponi, ma a spese di chi? Sarà il caos: in Veneto parliamo di migliaia di lavoratrici, e quindi di migliaia di non autosufficienti, soprattutto anziani, che rischiano di rimanere senza aiuto», lanciano l’allarme Elena Di Gregorio, Tina Cupani e Debora Rocco, segretarie generali dei sindacati dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil del Veneto.

Il ruolo della Regione

A livello nazionale mancano ancora delle indicazioni certe su come gestire la situazione dei lavoratori vaccinati con lo Sputnik: si parla di Green Pass temporaneo o della somministrazione di un’altra dose eterologa con Pfizer o Moderna, ma il tempo ormai è agli sgoccioli.

«Chiediamo alla Regione di farsi portavoce del problema e fare pressioni sul Ministero della Salute e su Aifa, affinché diano delle linee guida quanto prima», sollecitano le segretarie generali, che aggiungono: «A questo problema si aggiunge anche quello della diffidenza nei confronti dei vaccini in generale da parte di molte altre badanti, sempre est europee e non ancora vaccinate: anche per loro la data del 15 ottobre è una sorta di ultimatum. Nei loro confronti va fatta una campagna di informazione e sensibilizzazione. Non possiamo permetterci altre situazioni di rischio per i tanti anziani non autosufficienti».

Perché i numeri sono elevati, nonostante il lavoro domestico sia notoriamente caratterizzato da una grande irregolarità, che la pandemia ha fatto emergere solo in parte: uno studio della Bocconi pre Covid aveva calcolato che in Veneto ci sono 75mila assistenti famigliari (contrattualizzate e in nero), il 71% straniere e si può stimare che oltre 50mila provengono proprio da paesi dell’Europa dell’Est.
Anziani

Sul fronte delle vaccinazioni le segretarie di Spi, Fnp e Uilp esprimono preoccupazione per l’effettivo successo delle campagne della terza dose anti Covid per gli over 80, in corso, e dell’antinfluenzale che è alle porte. Preoccupazione che nasce dalle notizie che arrivano di poche prenotazioni fra i grandi anziani, e della frustrazione dei medici di base e dei farmacisti che non vedono ancora delineato in modo preciso il loro ruolo. «È necessario che la programmazione sia organica e coerente con le necessità dell’utenza», concludono Di Gregorio, Cupani e Rocco, «in questo contesto chiediamo ancora una volta alla Regione dare quanto prima agli operatori e ai cittadini la cornice di riferimento».  www.padovaoggi.it

_____________________
[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

Puoi leggere anche 👇

https://cataniacreattiva.it/niente-green-pass-alle-badanti-straniere-vaccinate-con-sputnik/

FONTE: Il Giornale.it (Felice Manti)

Indagati e consulenti smontano la ricostruzione del governo sulla gestione. Non c’è solo il caso Di Donna a turbare i sonni dell’ex premier Giuseppe Conte. Sul neo leader M5s si allunga sempre di più l’onta del processo per epidemia colposa, assieme al ministro della Salute Roberto Speranza, al suo stretto entourage al ministero (il suo capo di gabinetto Goffredo Zaccardi si è dimesso a sorpresa qualche settimana fa), fino all’ex numero due Oms Ranieri Guerra (Dg della Prevenzione tra il 2014 e il 2017) e ai vertici del Cts e dell’Iss. Quando uscì la notizia di Conte indagato, qualche manina si affrettò a scrivere che si trattava di «un atto dovuto e che le accuse sarebbero state infondate», ma la Procura di Bergamo la pensa diversamente. Certo, la famosa commissione d’inchiesta parlamentare sul Covid che dovrebbe insediarsi tra il 20 e il 22 ottobre rischia di diventare una barzelletta per colpa degli emendamenti di Pd, Lega e M5s che ne hanno depotenziato lo spazio di manovra, limitandone il campo d’indagine al 30 gennaio 2020 e ai Paesi di origine del Covid.

Ma ad oggi alcune ammissioni dei protagonisti dimostrerebbero anche che alcune decisioni di Palazzo Chigi, nei giorni tra lo scoppio dell’epidemia a Wuhan e il primo caso conclamato a Codogno, avrebbero aggravato la pandemia anziché frenarla.

C’è una cartella clinica (di cui ha parlato il Giornale, recapitata in forma anonima al team di legali dei familiari delle vittime della Bergamasca e oggi in mano ai pm) di un 54enne cinese della Valle Seriana ricoverato il 26 gennaio 2020 all’ospedale di Seriate con sintomi Covid, che sposterebbe di un mese lo scoppio dell’epidemia Covid in Italia, anche se c’è chi pensa (come Giorgio Palù) che il virus fosse in Italia già a settembre. Ma al paziente non venne fatto il tampone per la retromarcia di Speranza, su pressione delle Regioni. La motivazione? «La mancanza di risorse», come ha rivelato ai microfoni di Francesca Nava per Presa Diretta l’ex Dg della Prevenzione del ministero della Sanità Claudio d’Amario, successore di Guerra.

C’è un documento che rivela come l’Italia avrebbe disatteso anche le richieste Ue sui test ai viaggiatori provenienti da Wuhan, innescando il cluster nel cuore dell’Europa. Governo e Regioni non avevano né soldi né reagenti, sebbene fossero previsti dal piano pandemico del 2006, ignorato e non aggiornato dallo stesso Guerra e D’Amario. Tanto che secondo un medico di Bergamo «se si faceva un tampone ad un paziente nel febbraio 2020, e se era negativo, chi lo aveva fatto correva il rischio di pagarselo di tasca propria».

C’è il nodo della mancata chiusura di Alzano e Nembro, ipotizzata il 23 febbraio e sfiorata il tre marzo. Che bisognasse chiudere subito lo dice anche l’Avvocatura dello Stato in un passaggio della memoria difensiva. Quanti morti è costata? Migliaia, secondo il report del generale Pier Paolo Lunelli, consulente dei legali delle vittime: «Se si fosse chiuso anche il 27 febbraio ci sarebbero stati solo 61 morti over 65», ha detto ai pm. Decisiva in merito sarà la consulenza del professor Andrea Crisanti, in arrivo entro fine anno. Poi c’è la clamorosa ammissione di colpa, forse tardiva, di alcuni dei principali protagonisti. In un libro in uscita in questi giorni Guerra, sospettato dai pm di aver fatto pressioni sull’ex funzionario dell’ufficio Oms di Venezia, Francesco Zambon perché non rivelasse in un report (misteriosamente sparito e in mano ai pm) le falle del governo, spara contro Speranza sulle mascherine donate alla Cina e sul piano pandemico disapplicato. Persino per il consulente di Speranza Walter Ricciardi «serviva la quarantena obbligatoria di chi, anche asintomatico, tornava da zone a rischio». Per il sindaco di Bergamo Giorgio Gori «la partita Atalanta-Valencia non andava giocata». Pentimenti tardivi per evitare guai giudiziari? Lo sapremo presto.

A meno di una settimana dall’introduzione dell’obbligo per accedere al lavoro, le aziende si trovano di fronte a difficoltà enormi e invocano almeno di posticipare la scadenza» scrive Belpietro su La Verità. «Altre si attrezzano per offrire test gratis ai dipendenti».

«Su tutto regna il green caos»

«Manca meno di una settimana all’entrata in vigore dell’obbligo di possedere il certificato verde per accedere ai luoghi di lavoro, ma a differenza di quanto aveva immaginato il governo, la politica di rendere la vita difficile ai no vax non sta producendo i risultati sperati».

«Secondo il generale Francesco Paolo Figliuolo – continua –  sono quasi tre milioni gli italiani con più di 50 anni che ancora non hanno ricevuto neppure una dose. E visto che il periodo trascorso tra l’annuncio dell’obbligo di green pass e la sua effettiva introduzione è stato piuttosto ampio, è facile immaginare che questi tre milioni non siano intenzionati a offrire il braccio alla patria, ma piuttosto abbiano deciso di resistere all’imposizione della puntura».

Si registra un calo del numero di somministrazioni di dosi giornaliere e questo non sembra affatto confermare la «propaganda dell’esecutivo e dei suoi cantori.» poi Belpietro sottolinea «Secondo l’istituto presieduto da Nino Cartabellotta, nonostante in frigorifero ci siano 13,4 milioni di vaccini anti Covid, le prenotazioni per sottoporsi all’inoculazione calanofino a ridursi a poche decine di migliaia al giorno, un numero che ha indotto il governo a spostare il traguardo del raggiungimento dell’immunità di gregge. La meta tanto agognata dell’80% di popolazione vaccinata era stata fissata per il 30 settembre, ma visto il rilento con cui procede la somministrazione delle dosi, l’obiettivo è stato rinviato un po’ più in là e scomputando ovviamente i minori di 12 anni. Oggi la previsione si è avverata, ma nel frattempo, a causa del contagio di chi è già stato vaccinato e della riduzione della copertura contro il coronavirus dopo un certo numero di mesi, si comincia a prevedere un innalzamento della soglia. Non più l’80%, ma il 90. Anzi, forse il 95%. Una meta che, green pass o no, sembra realisticamente irraggiungibile».

Un dato è certo, al di là di ciò che il mainstream vuole far credere: «Il certificato verde, invece di spingere le persone a vaccinarsi, le sta inducendo a “tamponarsi”».

Saranno le aziende ad accollarsi il costo dei tamponi per evitare di perdere manodopera preziosa. «Un costo che, inevitabilmente, finirà scaricato poi sul consumatore, perché se alla busta paga si aggiunge il prezzo di due o tre tamponi settimanali, 120 o 180 euro mensili qualcuno alla fine li deve scucire», si legge su La Verità.

«Lo testimonia anche il presidente della Confindustria dell’Emilia, Valter Calumi, il quale chiede di rinviare l’obbligo del certificato verde in azienda e per poi sollecitare l’estensione a 72 ore della validità dei tamponi rapidi, in modo da ridurre i costi ed evitare affollamenti ai gazebo dove si effettuano i test».

Pure il governatore del Veneto Luca Zaia non nasconde le sue preoccupazioni in merito all’obbligo del pass sul lavoro: «Mi appello al Governo affinché consenta alle imprese di fare i test fai da teai loro lavoratori in autonomia, altrimenti il 15 ottobre sarà il caos».

Insomma, la situazione rischia di sfuggire di mano, con un esercito di non vaccinati pronti a marcare visita, cioè a presentare un certificato di malattia per evitare la sospensione: lo si capisce parlando con gli avvocati specializzati in diritto del lavoro, i quali confessano di essere subissati di richieste da parte di aziende che non sanno come comportarsi. Insomma, se per il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro la circolazione del virus è in fase discendente, quella del “green caos” è in fase ascendente e nei prossimi giorni il barometro registra aria di peggioramento».

08/10/2021 (di C.Li.Va. Toscana)

CONFRONTO TRA IMMUNITÀ NATURALE SARS-CoV-2 E IMMUNITÀ INDOTTA DA VACCINO – REINFEZIONI VERSUS INFEZIONI INTERCORRENTI

Pubblichiamo la traduzione in italiano di un interessante studio fatta dal nostro team traduttori.

Questo studio ha dimostrato che l’immunità naturale conferisce una protezione più duratura e più fortecontro l’infezione, la malattia sintomatica e il ricovero in ospedale causati dalla variante Delta di SARS-CoV-2, rispetto all’immunità indotta dal vaccino a due dosi BNT162b2.”

Trovate lo studio integrale da utilizzare per l’obiezione attiva sul nostro sito a questo link 👇

http://www.clivatoscana.com/wp-content/uploads/2021/10/Confronto-immunita%CC%80-naturale.pdf

https://www.news-medical.net/amp/news/20210830/35232/Italian.aspx

Studio originale 👇

https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.08.24.21262415v1

________________________
[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

Puoi leggere anche su👇

https://cataniacreattiva.it/c-li-va-toscana-confronto-tra-immunita-naturale-sars-cov-2-e-immunita-indotta-da-vaccino/

di Tomaso Bozzalla

Ci siamo ritrovati divisi in due fazioni che faticano ad ascoltarsi. C’è una resistenza al confronto. La motivazione “per il bene della salute di tutti” ha facilmente convinto l’opinione pubblica, tuttavia il concetto di bene comune è complesso e il dialogo non decolla. Siamo quindi bloccati all’accusa reciproca di egoismo e la discussione si protrae su frasi fatte. Se qualcuno prova a dare spazio a riflessioni oltre gli slogan, è probabile venga attaccato. In un contesto simile, la scuola può rimanere in silenzio senza prendere una posizione? Il Ministro dell’istruzione Bianchi dichiara di volere una scuola “più consapevole di se stessa”: che si invitino allora professori e studenti a riflettere in modo critico sulla condizione in cui ci ritroviamo oggi.

Facendo riferimento ai grandi Maestri, dalla disobbedienza civile di Don Milani, secondo il quale ognuno doveva crescere consapevole del proprio essere cittadino, all’idea di libertà collettiva raggiungibile attraverso la libertà di ciascuno di Lamberto Borghi, dall’antroposofia di Rudolf Steiner all’assoluto pedagogico di Raffaele Laporta, dove si colloca la scuola in tutto questo?

Il Ministro Bianchi esorta chi non è ancora in possesso del green pass a vaccinarsi e lo fa chiedendo agli insegnanti reticenti di “agire per il bene della comunità”. Si passa dunque il messaggio che nelle scuole chi non è vaccinato è contro la comunità. Come professore sento la necessità di un pensiero che abbracci quanto sta avvenendo in maniera più organica e completa, proprio come si farebbe per qualsiasi argomento trattato con competenza all’interno di una classe. La conoscenza, il dibattito critico, la ricerca, l’ascolto sono alla base del processo formativo. Attraversiamo un periodo storico che verrà studiato sui libri scolastici: la scuola dovrebbe affrontarlo.

Il Ministro dichiara che “stiamo lavorando ad una scuola nuova, più inclusiva e affettuosa”, ma questo tipo di scuola nuova che insegna ad allontanare chi non si omologa non può essere inclusiva, tantomeno affettuosa. Il Ministro, inoltre, ci chiede di fidarci della scienza, ma stando alle statistiche, se dovessimo essere coerenti, la cosa più sicura sarebbe che anche quelli vaccinati si facessero il tampone prima di entrare in aula. Promuovere slogan contro la dad per sollecitare una vaccinazione di tutto il corpo scolastico o incitare a vaccinare i propri figli così da poter creare classi “sicure”, è a mio avviso una comunicazione diseducativa. 

Il Ministro fa leva sul termine solidarietà, perchè “torni ad essere il punto fondamentale della nostra sicurezza”, elogia pertanto gli insegnanti vaccinati che garantiscono la non diffusione del virus nelle scuole e proteggono ragazzi e professori non vaccinati o immunodepressi. Così espresso il concetto di solidarietà è tuttavia polarizzato in una sola direzione. Sarebbe giusto, a mio parere, adottare uno spirito solidale nei confronti di tutta la comunità, senza discriminazioni, e garantire la possibilità di insegnare senza dover pagare i tamponi. 

_____________________
[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

Puoi leggere anche su👇

https://cataniacreattiva.it/la-scuola-di-oggi-tra-mascherine-e-green-pass/