Archive for the
‘POLITICA’ Category

1 Aprile 2022 – Redazione

Luciana Lamorgese vuole evitare che le pattuglie rischino incidenti. Insorgono i sindacati degli agenti: «Ci impediscono di fare il nostro mestiere». Ma ormai l’andazzo è quello: via libera ai delinquenti. Nel Comasco sospese le ricerche di un evaso: «Troppo costose».

C’erano una volta le pantere della polizia che sfrecciavano per le strade di Milano e Roma, all’inseguimento di banditi e terroristi. Sono scene che sono state celebrate nei film polizieschi degli anni Settanta con attori come Luc Merenda o Tomas Milian. Negli Stati Uniti sono nate storiche serie televisive che riprendevano i poliziotti alla caccia di ladri e assassini, sempre con il classico lampeggiante sul tetto delle auto. Come non ricordare lo storico inseguimento del 17 giugno 1994 quando la Nbc interruppe una partita di basket per raccontare la fuga dell’attore statunitense Oj Simpson lungo l’autostrada Interstate 405 di Los Angeles? Sono episodi che hanno fatto la storia delle forze dell’ordine. In Italia queste scene potremmo non vederle mai più. Di sicuro sarà sempre più difficile trovarle in Lombardia o a Milano. E la questione rischia di diventare un problema serio per il rispetto della legalità e per la caccia ai delinquenti.

Nei giorni scorsi, infatti, il Compartimento lombardo della polizia stradale ha diramato una circolare dove viene «fortemente consigliato agli operatori in pattuglia in caso di inseguimenti di veicoli, di «limitarsi» ad annotare le informazioni riguardanti il veicolo in fuga e diramarle ad altre pattuglie per attivare le ricerche». Su carta intestata del ministero dell’Interno di Luciana Lamorgese vengono quindi messe in evidenza nuove direttive e viene scritto nero su bianco che, nel caso in cui qualcuno non si fermi a un posto di blocco, «la reazione del personale deve essere attenta e ponderata tenendo conto «in primis» dell’esigenza di salvaguardare la sicurezza di tutte le persone che circolano su strada, compito primario della polizia stradale». Sembra quasi che il Viminale non si fidi più del suo personale. E c’è il rischio di fornire un assist ai delinquenti che ora potrebbero approfittare della mancanza di autorevolezza delle pattuglie della stradale. Perché poi si legge che la pattuglia «dovrà, in caso di fuga dell’automobilista, annotare il numero di targa, modello del veicolo e direzione di marcia e contattare immediatamente la sala operativa che diramerà i dati a tutte le altre forze di polizia presenti sul territorio per il rintraccio dei fuggitivi».

A lanciare l’allarme sulla pericolosità della circolare è il Sap, il sindacato autonomo di polizia. Gianpiero Timpano, segretario nazionale Sap, proprio ieri ricordava come «gli operatori ben conoscono i rischi, anche normativi, di un mestiere sempre più difficile da esercitare, ma abbiano altrettanto chiaro il servizio che devono garantire al Paese. La consapevolezza di doversi preoccupare maggiormente delle responsabilità piuttosto che delle insidie dei malfattori di turno è davvero mortificante; vorremo preoccuparci di assicurare i delinquenti alla giustizia e non delle conseguenze interne». Insomma quanto recita la circolare lombarda è già noto agli agenti di polizia che sono formati a questo scopo. Continua Timpano, «le forze dell’ordine prive di autorevolezza e di serenità operativa non possono assolvere il loro compito istituzionale e non impediranno che taluni soggetti, oltre a fuggire impunemente, compiano reati ben peggiori di quelli previsti dal Codice della strada». Ma perché questo divieto? Nella circolare vengono elencate le numerose conseguenze penali («che scaturiscono da un comportamento imprudente»), amministrative, disciplinari, erariali («i danni che riportano i veicoli di servizio») e persino quelle etico morali («ferimento o decesso delle persone coinvolte»), nella quali si può incorrere «nel caso in cui il tentativo di bloccare la marcia dei malintenzionati dovesse generare «danni collaterali»», come ricorda il Sap.

Il tema è dirimente. Se ne dibatte da tempo in polizia. Negli ultimi anni ci sono stati alcuni casi di inseguimento finiti male, ma non sono certo la regola. Il più recente è quello della ragazza di 14 anni che morì a Roma. Era in macchina con il padre che si scontrò con una volante che a sua volta inseguiva una Punto con a bordo dei sospetti rapinatori di una tabaccheria.

Ma poi ci sono anche i rischi per i mancati inseguimenti. Il 12 marzo nel comasco sono state sospese le ricerche di un evaso, Massimo Riella, che era fuggito dal carcere di Como. Il motivo? Costava troppo un massiccio spiegamento di uomini e mezzi per le ricerche. Alessandro Corbetta, consigliere regionale della Lega, definisce «controversa la nota diffusa dal dirigente della polizia stradale» anche perché «le forze dell’ordine e la Polstrada per evitare le conseguenze nelle quali si incorre nel caso in cui il tentativo di bloccare i malintenzionati dovesse generare «danni collaterali» – secondo quanto affermato – dovranno evitare di compiere il proprio lavoro per il quale sono già consapevoli dei rischi, anche normativi».

POTETE SEGUIRCI ANCHE SU ⤵️

https://t.me/mercurius5giornale

1 aprile 2022 – Redazione

Dall’email di Hunter Biden spuntano i contatti con il ‘biolab’ di Kiev. L’accusa russa che il figlio del presidente Usa abbia avuto un ruolo nel finanziamento di laboratori di armi batteriologiche in Ucraina sembra trovare conferma.

Mosca sostiene che Biden junior abbia finanziato laboratori segreti attraverso il suo fondo d’investimento Rosemont Seneca. Adesso spuntano le e-mail dal suo laptop che documentano il suo lavorio per garantire milioni di dollari di finanziamenti a Metabiota, un’azienda californiana contractor del Pentagono, specializzata nella ricerca su malattie che causano pandemie da utilizzare come armi. Dalle mail risulta che Hunter presentò Metabiota a una società di gas ucraina, Burisma, per un “progetto scientifico” relativo a laboratori di biosicurezza in Ucraina.

Il vicepresidente di Metabiota, in un’e-mail inviata a Hunter, nel 2014 evocava progetti per “affermare l’indipendenza culturale ed economica dell’Ucraina dalla Russia“. Le e-mail che tracciano gli interessi di Hunter sono state pubblicate prima sul New York Post -lo stesso tabloid statunitense che parlò per primo, nel 2020, dell’esistenza di questo computer – poi dal Daily Mail.

Il computer fu abbandonato in un centro riparazioni nel Delaware nell’aprile 2019, proprio nelle settimane in cui Joe Biden annunciava la sua candidatura alla presidenza. Dalle e-mail risulta che Rosemont Seneca Technology Partners investì 500mila dollari nella società di ricerca sui patogeni di San Francisco e ne raccolse altri milioni attraverso aziende come Goldman Sachs.

Hunter presentò Metabiota ai vertici di Burisma, l’azienda del gas ucraina di cui era membro del consiglio d’amministrazione, per un “progetto scientifico” relativo a biolaboratori in Ucraina. In uno scambio di e-mail, la vicepresidente di Metabiota, Mary Guttieri cosi’ scriveva a Hunter nell’aprile 2014, due mesi dopo l’invasione e l’annessione della regione della Crimea da parte della Russia: “Come promesso, ho preparato il promemoria allegato, che fornisce una panoramica di Metabiota, il nostro impegno in Ucraina e di come possiamo potenzialmente sfruttare il nostro team, le nostre reti e le nostre idee per affermare l’indipendenza culturale ed economica dell’Ucraina dalla Russia e la continua integrazione in Società occidentale”.

Alcuni giorni dopo, un uomo di Burisma Vadym Pozharskyi parlava a Biden di un “progetto” – quello – scrisse “che hai chiamato ‘Science Ukraine’”. Di fatto, dai bilanci di spesa del governo, risulta che gli Usa nel 2014 garantirono a Metabiota 23,9 milioni di dollari, dei quali 307.091 dollari per “progetti di ricerca ucraini”. Del resto Hunter Biden si vantava con gli investitori che la sua azienda organizzava finanziamenti per Metabiota e l’aveva aiutata a “ottenere nuovi clienti” tra le quali “agenzie governative”. (FONTE AGI)

Ma, oltre ad essere il figlio dell’attuale presidente americano, CHI È davvero HUNTER BIDEN?

In un recente articolo di Enrico Levantino (Fonte) scopriamo dettagli interessanti e davvero illuminanti… Vediamoli insieme.

“Nel 2014 Barak Obama (il guerrafondaio) mandò Biden (che era il suo braccio destro) in Ucraina per dare appoggio ai nazionalisti ucraini che avevano messo in fuga l’allora presidente filorusso (Yanukovich).  Fu appunto Biden ad avvicinare l’Ucraina alla Nato. Voleva togliere potere politico ed economico alla Russia.
(domanda: perché gli americani volevano “rompere i coglioni” ai russi?)
Nell’aprile 2014 la Burisma Holdings, la maggiore compagnia energetica dell’Ucraina (attiva sia su gas che petrolio), assume per una consulenza proprio Hunter Biden. Avere nel proprio board un nome di “peso” avrebbe sicuramente portato giovamento al prestigio dell’azienda. Hunter Biden viene assunto con uno stipendio di 50mila dollari al mese!
Il figlio di Biden venne scelto nonostante non parlasse la lingua e non avesse particolari esperienze nel campo energetico. In famiglia Hunter Biden è sempre stato considerato la “pecora nera”. Era nei riservisti della Marina dove però nel 2014 fu congedato perché trovato positivo alla cocaina. Hunter Biden non aveva grandi prospettive in casa ma grazie alla sua laurea in legge trovò “fortuna” nella consulenza (grazie al potere e alle raccomandazioni del  paparuccio).
In quei mesi Joe Biden ha proseguito la politica americana volta a far riprendere il possesso da parte dell’Ucraina di quelle zone del Donbass. La zona di Donespt è ritenuta ricca di giacimenti di gas non ancora esplorati finite nel mirino della Burisma Holdings.  Toh, che coincidenza: Hunter entra nella Burisma Holding e il padre, Joe Biden, fa strategie (losche) per indurre l’Ucraina a conquistare  (a colpi di bombe, stupri e atrocità) il Donbas dove ci sono fonti di gas su cui la Burisma aveva messo gli occhi. Una cosa cosi disgustosa che ha fatto storcere il naso anche ai media americani in quegli anni.
Prima di “piazzare” il figlio Hunter in Ucraina, Joe aveva portato il figlio in un viaggio di stato in Cina, dove Hunter aveva incontrato uomini d’affari, iniziativa che persino un ex consigliere di Obama, aveva definito “preoccupante” perché “sollevava questioni se avesse fatto leva su possibili finanziamenti”.

Il potenziale conflitto d’interessi riaffiora nel 2016 quando, con l’appoggio dell’Unione Europea, Un procuratore stava indagando il fondatore della compagnia (Mykola Zlochevsky), dove lavorava Hunter,  per  un caso di tangenti milionarie per ottenere le licenze nello sfruttamento del gas.  I fatti risalivano al periodo dal 2010 al 2012.
Ma nel 2016, periodo in cui Hunter lavorava nella compagnia indagata (a 50mila dollari a mese) avvenne che il padre Joe decise di “far fuori” quel procuratore.
Biden minacciò di congelare un miliardo di dollari di aiuti a meno che i leader ucraini non avessero licenziato il procuratore generale Viktor Shokin.
Ebbene, quel procuratore che stava facendo bene il suo lavoro fu licenziato e il caso fu archiviato (e il presidente della Burisma Holding non dovette più rispondere della corruzione messa in atto).
Lo stesso Biden se ne vantò durante un incontro pubblico nel 2018. Disse: “Li guardai negli occhi e dissi, io parto tra sei ore, se il procuratore non è stato licenziato, non avrete i soldi”.
Imbarazzante! Non a caso, Hunter si è dimesso dall’incarico in aprile, quando il padre si è candidato.
Ma tranquilli, presto papà Biden, piazzerà il figlio Hunter (la pecora nera di famiglia, positivo alla cocaina) da qualche altra parte.

Ed è anche un evasore!
Hunter Biden, figlio del presidente eletto Joe Biden, non avrebbe dichiarato nel 2014 al fisco americano 400 mila dollari ricevuti come compenso dalla società ucraina del gas Burisma. Lo riporta Nbc News. Le nuove rivelazioni sarebbero contenute nel famoso computer ritrovato nel Delaware in un negozio di riparazioni e appartenuto a Hunter Biden. Nbc è entrata in possesso di una copia di una email trovata nel pc.
Lo staff di Biden, contattato da Nbc, non ha risposto a una serie di domande, tra cui una che chiedeva se Hunter avesse poi chiarito la sua posizione riguardo la dichiarazione dei redditi del 2014.
Non so a voi, ma a me questa storia mette il vomito”. (Enrico Levantino)

SEGUICI ANCHE SU TELEGRAM ⤵️
https://t.me/mercurius5giornale

_______________________________
[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

PUOI LEGGERE ANCHE SU 👇

https://cataniacreattiva.it/tutto-cio-che-ce-da-sapere-su-hunter-biden-ed-il-suo-coinvolgimento-nel-finanziamento-di-laboratori-di-armi-batteriologiche-in-ucraina/

 

1 Aprile 2022 – Redazione – FONTE: Radio Radio

Sembrerebbe esserci più disunità che unità nazionale in un Governo che in queste ore ha rischiato la pelle sulla questione bellica e che non accenna a smettere di battibeccare sugli effetti avversi dei vaccini anti-Covid, quando l’era della quarta dose si fa sempre più alle porte.
Gli eventi collaterali sono stati praticamente un tabù in questi due anni in cui chi si è fidato della narrazione mediatica senza fronzoli né indicazioni chiare riguardo i rischi, a volte ha pagato cara questa iniezione di fiducia. E tanto.
Persone totalmente abbandonate dalle istituzioni cercano tutt’oggi giustizia nel silenzio più totale di chi non può assolversi con la verità con tanto ritardo. Anche per questo il Senatore Alberto Bagnai ha interrogato il Ministro della Salute Roberto Speranza nel corso dello svolgimento odierno di interrogazioni a risposta immediata al Senato.
ECCO IL BOTTA E RISPOSTA. CLICCA SUL LINK PER VEDERE E ASCOLTARE ⤵️

https://youtu.be/FH8BkH-afPk

Bagnai: “Pessima idea negare gli effetti avversi”

“Signor Presidente, signor Ministro, il legislatore europeo stabilisce un principio di buon senso: quanto meno se ne sa di un farmaco, quante minori sono le evidenze cliniche disponibili, tanto maggiore deve essere la cura nel monitorare le eventuali reazioni avverse. Si chiama monitoraggio addizionale, è stato introdotto nella legislazione europea nel 2010 ed è stato disciplinato in Italia a partire dal 2015.

Il monitoraggio addizionale richiede due cose abbastanza ovvie: in primo luogo si raccomanda agli operatori sanitari di segnalare qualsiasi sospetta reazione avversa; in secondo luogo, le case farmaceutiche devono descrivere in modo chiaro nei foglietti illustrativi le modalità con cui operatori sanitari e pazienti possono segnalare gli effetti collaterali.

È un vero peccato non cogliere le occasioni in cui il legislatore europeo si regola secondo buon senso; abbiamo perso questa occasione del caso del regolamento europeo n. 953 del 2021, che nell’introdurre il lasciapassare verde insiste sulla necessità di non farne un uso discriminatorio (indicazione platealmente disattenta nel nostro paese). Purtroppo anche le norme sul monitoraggio addizionale risultano sostanzialmente disapplicate durante la pandemia, in particolare dal sito dell’EMA risulta che sono soggetti a questo monitoraggio tutti i vaccini Covid-19 attualmente impiegati in Italia, per il semplice motivo che la loro autorizzazione all’immissione in commercio è condizionata, ai sensi del regolamento europeo n. 507 del 2006. Si tratta, infatti, di farmaci che rispondevano a esigenze mediche insoddisfatte e quindi andavano introdotti in commercio, ma per i quali non si disponeva ancora di dati completi su sicurezza ed efficacia e quindi andavano monitorati con più attenzione.

Tuttavia i foglietti illustrativi dei vaccini Covid-19 in Italia contravvengono le espresse disposizioni della European medicines agency (EMA), non riportando chiaramente le modalità di segnalazione degli effetti avversi. Inoltre non si conoscono iniziative dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) volte a sensibilizzare il personale sanitario rispetto ai suoi obblighi nel quadro del monitoraggio addizionale, né, più in generale, se e in che modo si sia provveduto da parte dell’AIFA all’obbligo di avviare programmi di monitoraggio addizionale.

L’inerzia dell’AIFA nel sensibilizzare i cittadini è notevole. Le faccio un esempio; l’ultimo tweet in cui l’Agenzia cita il portale di farmacovigilanza www.vigifarmaco.it risale al 23 novembre 2018. Per tutta la pandemia l’AIFA ha sostanzialmente taciuto come se le segnalazioni fossero un fastidio da disincentivare e non un elemento prezioso e imprescindibile per assicurare il progresso della scienza. Immagino che il negazionismo degli effetti collaterali sia sembrato a qualcuno una buona idea. Invece è una pessima idea e un grave errore di comunicazione perché suscita e legittima le paure più irrazionali.

Per questo, signor Ministro, ci interessano i suoi chiarimenti sul monitoraggio addizionale”.

La replica di Speranza

“Signor Presidente, come ho già detto, i vaccini sono stati davvero uno strumento essenziale per aprire una fase nuova nel nostro Paese, in Europa, ma anche a livello planetario. Credo davvero che i numeri siano molto chiari e molto netti a livello mondiale. Abbiamo superato 11 miliardi di dosi somministrate a livello planetario; stiamo parlando di un numero davvero impressionante. In Italia arriveremo nelle prossime ore a superare 136 milioni di dosi somministrate.

Da ogni angolo del mondo tutti gli studi che arrivano testimoniano come si tratti di un vaccino efficace e sicuro che sta davvero contribuendo ad aprire una fase diversa.

L’EMA, in collaborazione con le autorità competenti degli Stati membri, stila e aggiorna periodicamente la lista dei farmaci che devono essere sottoposti a monitoraggio addizionale che, come noto, rappresenta un sistema dedicato volto a migliorare la segnalazione delle reazioni avverse.

Rammento che tutti gli operatori sanitari attivi nell’ambito della campagna di vaccinazione contro il Covid-19 presso i nostri centri di vaccinazione, studi medici di medicina generale o anche farmacie, sono stati adeguatamente formati sia per la somministrazione che per il monitoraggio di eventuali reazioni.

Le segnalazioni per eventi avversi sono dunque gestite direttamente dagli operatori sanitari che ben conoscono le procedure in caso di eventi avversi e le modalità di invio delle relative segnalazioni. AIFA ha contribuito con l’Istituto superiore di sanità alla realizzazione di percorsi di formazione che hanno trattato specificamente il modulo per la segnalazione delle sospette reazioni avverse. Ricordo che le attività di vaccino vigilanza si basano su un sistema concorrente di farmacovigilanza passiva ed attiva; la prima incentrata sulla sorveglianza delle segnalazioni spontanee di sospetti; la seconda sulla raccolta di informazioni attraverso opportuni studi indipendenti.

Le segnalazioni spontanee provengono sia da figure professionali del settore sanitario che da cittadini e sono inserite nella rete nazionale di farmacovigilanza dai responsabili locali di farmacovigilanza che contribuiscono, insieme ai centri regionali e ad AIFA, al corretto funzionamento del Sistema nazionale di farmacovigilanza. Tale attività rappresenta un obbligo disciplinato dal decreto del 30 aprile 2015 ed ha l’obiettivo di evidenziare in tempi rapidi potenziali nuove informazioni di sicurezza che meritano di essere ulteriormente approfondite e studiate.

Confermo che il monitoraggio addizionale dei vaccini anti Covid è allo stato operante e, come riportato sul sito istituzionale di AIFA, comprende tra l’altro le seguenti azioni: il monitoraggio quotidiano delle segnalazioni di sospetto evento avverso dopo vaccinazione per Covid-19 da parte di un team dedicato di dirigenti sanitari operanti nell’area di vigilanza AIFA, caratterizzato dall’interazione continua tra i vari attori coinvolti nella loro raccolta e gestione e i segnalatori, al fine di incrementare la quantità delle informazioni secondo criteri standardizzati e comunemente accettati a livello globale; l’invito alla segnalazione nell’ambito della pagina dedicata ai vaccini anti Covid presente sul portale; le attività di approfondimento di specifiche tematiche di sicurezza, in collaborazione con i centri regionali di farmacovigilanza e i dipartimenti regionali di prevenzione oggetto di specifiche pubblicazioni dei rapporti della sorveglianza dei vaccini Covid-19; la promozione e lo studio di uno sviluppo di farmaco epidemiologia in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità in tema di sicurezza dei vaccini anti Covid-19.

Se in questi giorni ci stiamo riappropriando progressivamente a livello europeo dei nostri spazi di vita e di libertà, è sicuramente merito di vaccini che sono efficaci e sono sicuri”.

Bagnai: “Non ha superato le perplessità”

“Signor Presidente, signor Ministro, detto con un sorriso invisibile causa mascherina, la sua risposta non supera tutte le mie perplessità, onestamente, però questo non è un problema. Credo che siano un pochino più problematici i crescenti segnali di insoddisfazione che provengono dalle aule di giustizia. Le faccio un esempio: il consiglio di giustizia amministrativa della Regione Sicilia, nella sua ordinanza n. 351 del 2022, cita espressamente «la inadeguatezza della farmacovigilanza attiva e passiva» fra i motivi di non manifesta infondatezza della questione di legittimità costituzionale dell’articolo 4 del decreto-legge n. 44 del 2021, nella parte in cui questo prevede l’obbligo vaccinale per il personale sanitario. Questo perché, secondo la Corte costituzionale, l’obbligatorietà di un vaccino è legittima solo se, tra l’altro, si prevede che esso non incida negativamente sullo stato di salute del paziente, fatte salve le conseguenze che appaiano normali e, pertanto, tollerabili. Ma in assenza di una farmacovigilanza adeguata, questa valutazione è in re ipsa preclusa.

Le risparmio l’elenco dei provvedimenti giurisdizionali che stanno censurando l’attuale impianto di lotta alla pandemia. In particolare, il tema del bilanciamento tra il diritto alla salute e quello al lavoro è oggetto di un numero crescente di ordinanze dei TAR, che deprecano la logica ricattatoria sottostante al decreto-legge n. 44 del 2021 – la stessa logica rivendicata ieri con forza e con la consueta freschezza dal ministro D’Incà – schierandosi, i tribunali, a difesa dell’articolo 1 della Costituzione.

Vede, signor Ministro, l’esigenza di dibattere su questioni controverse è l’essenza incomprimibile della politica. Soffocando il dibattito nelle Aule parlamentari siete riusciti solo a spostarlo in quelle dei tribunali, dove il Governo è sempre più spesso soccombente perché lì purtroppo, signor Ministro, non è possibile tirare dritto ponendo la questione di fiducia.

Le faccio pertanto i miei migliori auguri per il suo impegno, ringraziandola per esso e per la sua disponibilità”.

SEGUICI ANCHE SU TELEGRAM ⤵️
https://t.me/mercurius5giornale

31 Marzo 2022 – Redazione

Arriva la card con i punti digitali per il «cittadino virtuoso». Tra gli interventi più innovativi c’è lo smart citizen wallet. «Il portafoglio del cittadino virtuoso», spiega Bugani, che aveva lavorato al progetto con l’amministrazione Raggi (a Roma oggi la piattaforma è attiva in fase sperimentale). L’idea è simile al meccanismo di «una raccolta punti del supermercato», come sottolinea lo stesso assessore.

«Il cittadino avrà un riconoscimento se differenzia i rifiuti, se usa i mezzi pubblici, se gestisce bene l’energia, se non prende sanzioni dalla municipale, se risulta attivo con la Card cultura». Comportamenti virtuosi che corrisponderanno a un punteggio che i bolognesi potranno poi «spendere» in premi in via di definizione: «Scontistiche Tper, Hera, attività culturali e così via».

Card con i punti digitali, sperimentazione dopo l’estate

Il progetto del citizen wallet partirà in via sperimentale dopo l’estate, ma resta il nodo della privacy e delle resistenze che potrebbe incontrare tra i cittadini. «Ovviamente nessuno sarà costretto a partecipare, chi vuole darà il consenso scaricando e utilizzando un’apposita applicazione, io credo saranno in tanti ad aderire», scommette l’assessore pentastellato, che punta ad allargare il più possibile i vantaggi per i cittadini virtuosi:

«Vogliamo fargli capire che non sono degli “sfigati” ma che i loro comportamenti vengono premiati».

FONTE: Corrieredibologna.it

30 Marzo 2022 – Redazione – Fonte: Liberoquotidiano.it

Richiesta di impeachment per Joe Biden. Motivo? Il (presunto) “declino cognitivo” del presidente americano. A lanciare l’assalto all’amministrazione democratica della Casa Bianca è Tucker Carlson, famosissimo conduttore di Fox News, la rete televisiva più vicina a Donald Trump tra tutti i media americani. Per Biden non è un grande momento dal punto di vista comunicativo: le sue continue uscite su Vladimir Putin hanno attirato le critiche di quasi tutte le autorità politiche europee. Il presidente russo “è un dittatore e un macellaio”, aveva detto Biden a Varsavia, in visita ufficiale, sottolineando come a suo parere non possa restare al potere. Di fatto, una istigazione al “cambio di regime”, non proprio un gesto distensivo mentre è Putin a trattare con Volodymyr Zelensky per una tregua in Ucraina. “Non ritratto nulla, erano mie opinioni personali e non una indicazione politica”, si è poi difeso Sleepy Joe, provocando dure reazioni anche nella destra americana.

A prendere la palla al balzo il senatore repubblicano Rand Paul, che ha parlato di “declino cognitivo” del presidente pubblicando il video di una conferenza stampa in cui Biden tiene in mano un foglietto con su scritte non solo le domande dei giornalisti, ma pure le risposte che avrebbe dovuto dare. “E’ tempo di invocare il25esimo emendamento e rimuovere il comandante in capo”, ha tuonato Carlson.

Lo scherzo è finito, è durato anche troppo. Se mai c’è stato un momento giusto nella storia degli Stati Uniti d’America per invocare il 25esimo emendamento, quel momento è adesso”. Secondo Carlson, il 79enne Biden “non riesce più a controllare le sue emozioni a causa dell’età avanzata”. E questo porta a comportanti “molto pericolosi”.

 

30 Marzo 2022 – Redazione – Fonte: Visione Tv ( Martina Giuntoli)

E dopo che finalmente l’ipotesi del laptop di Hunter Biden e del collegamento della famiglia dell’attuale presidente con i biolab e altri annessi e connessi  in Ucraina è divenuta una cruda realtà anche per il mainstream americano, un’altra bomba sta per abbattersi su di loro. Questa volta a sganciare l’ordigno è l’ex presidente Trump durante l’ultima intervista con John Solomon.

“Hunter Biden ha preso ben 3,5 milioni di dollari dalla moglie del sindaco di Mosca, sono un sacco di soldi perchè avrebbe dovuto prenderli?“, afferma Trump, il quale continua dicendo “Sicuramente Putin conosce la risposta, potrebbe farcela conoscere”. In quella che pare a tutti gli effetti una staffetta tra i due politici, Trump sembra dare il via libera a Putin affinchè questo cominci a declassificare un altro capitolo di affari illeciti della famiglia Biden, e quindi con questa affermazione restituisce la palla al collega russo.

Ma a quale sindaco di Mosca fa riferimento l’ex presidente? Quale relazione possiamo ipotizzare tra Hunter Biden e la donna? E perchè Putin dovrebbe sapere cosa si cela dietro a questa relazione?

Il sindaco a cui si fa riferimento non sembrerebbe proprio quello attuale, quindi Sobyanin, quanto piuttosto l’ormai defunto Yury Luzhkov, e la sua seconda moglie Yelena Baturina, nominata niente meno che da Forbes la donna più ricca ed influente di tutta la Russia. Quando Luzhkov fu rimosso dal suo incarico da sindaco di Mosca poichè si diceva avesse perso la fiducia del presidente,  fu pubblicamente accusato di essere coinvolto in pesanti schemi di corruzione. Medvedev quindi, come in suo potere, visto che Luzhkov che aveva espresso la volontà di non lasciare l’incarico spontaneamente, lo allontanò e scelse il suo successore.

La mossa di Medvedev  a dire il vero lasciò poco sorpresi, visto che il nome di Luzhkov si sarebbe macchiato anche di diverse altre colpe verso la sua città, non ultima quella di buttar giù decine di preziosissimi palazzi storici per compiacere centri commerciali e negozi di stampo occidentale, strizzando l’occhio nemmeno troppo velatamente alle velleità degli oligarchi e delle loro mogli. La Baturina nel frattempo, grazie all’incarico del marito aveva tratto profitti stratosferici dalle attività del marito, visto che proprio lei aveva l’impresa edile che seguiva i lavori per lui. Non solo, sembrerebbe che la stessa fosse stata partner in crime di Andrey Borodin, l’ex direttore della Banca di Mosca, il quale avrebbe finanziato compagnie fittizie usando soldi pubblici, cosa che si dice sia fruttata alla Baturina una cifra sui 450 milioni di dollari.

Quando Luzhkov fu cacciato dal suo incarico nel 2010, la moglie Yelena e le due figlie lasciarono il paese, dopo aver venduto tutte le loro proprietà. La donna intentò anche una causa da 1 miliardo di dollari contro il governo russo che le aveva sequestrato un grande terreno, senza però vincerla. Tuttavia, dopo anni di vita londinese, la Baturina si è rifatta poi una vita ricostruendo parte delle sue fortune attraverso investimenti in ambito immobiliare ed energetico.

Ecco che proprio in questo contesto si inserisce il report presentato recentemente dai senatori repubblicani al congresso nel quale si analizzano i rapporti tra Hunter Biden, Burisma e altre società in giro per il mondo. Nella sezione del documento dedicata ai legami dell’uomo con la Russia,  si legge che la signora Yelena Baturina nel 2014 avrebbe pagato 3,5 milioni di dollari ad una società chiamata Rosemont Seneca Thornton, indicando come causale il termine “contratto di consulenza” per coprire prestazioni di tipo diverso (sappiamo che già Burisma pagava Hunter Biden con quel tipo di causale). Il figlio del presidente ha negato le accuse tramite il suo avvocato, sostenendo che se è vero che è stato il fondatore ed amministratore delegato di Rosemont Seneca Advisors, non ha mai avuto legami con l’altra società. Cosa che onestamente sembrerebbe davvero difficile da credere.

Quindi Donald Trump ci vuol forse dire che Putin conosce i legami tra le due società e che sa quindi che Hunter Biden è coinvolto? O forse che addirittura sa perchè la Baturina avrebbe dovuto pagare quella cifra ad una società di consulenze? E’ lecito pensare che visto lo status della Baturina, le autorità russe abbiano tenuto sotto controllo la donna anche a distanza di tempo e di spazio, e questo spiegherebbe perchè il presidente Putin dovrebbe conoscere i risvolti della faccenda.

In ogni modo, è lecito aspettarci un’altra ondata di rivelazioni cui la Russia ci ha ultimamente abituato, ora che l’ipotesi della staffetta tra i presidenti del piano pare all’ennesimo passaggio di testimone.

 

QUELLA TRA RUSSIA E UCRAINA È UNA GUERRA ANNUNCIATA, CHE SOLO GLI STOLTI NON HANNO VOLUTO E NON VOGLIONO CAPIRE. L’EPILOGO DI PROBLEMI BEN PIÙ COMPLESSI DELLA SEMPLICE DIVISIONE TRA BUONI E CATTIVI, COME I POLITICANTI DELL’ENCLAVE MASSONICA VOGLIONO FAR CREDERE AL POPOLO COGLIONE! E COSI, COME PER IL COVID, C’È CHI CONTINUA A BERSI TUTTO E SEMPRE, SENZA DISCERNIMENTO NE’ CONOSCENZA.

L’INTERVISTA A SEGUIRE E’ STATA REALIZZATA NEL 2015 AL GIORNALISTA MARCELLO FOA, ANCHE PRESIDENTE DELLA RAI DAL 2018 AL LUGLIO DEL 2021. SE AD UN CERTO PUNTO NON NOMINASSE RENZI NELL’ALLORA RUOLO DI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SEMBREREBBE UN’ INTERVENTO DEI NOSTRI GIORNI, TANTO LA SITUAZIONE E’ RIMASTA INVARIATA E PERICOLOSA! UN INTERVISTA ILLUMINANTE E LUNGIMIRANTE.

 

CLICCATE QUI SOTTO PER VEDERE E ASCOLTARE ⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️

IMG_6175

_______________________________

PUOI SEGUIRCI ANCHE DU TELEGRAM ⤵️
https://t.me/+KYzYz6554sQ4YWNk

 

30 Marzo 2022 -Redazione

Il prof. Alessandro Alessandro Orsini querela il deputato dem Andrea Romano. “Mi sono rivolto a uno studio legale per querelare Andrea Romano, il deputato del Partito Democratico che mi sta diffamando”, scrive Orsini, professore di sociologia del terrorismo, su Facebook. Orsini da settimane, dall’inizio della guerra tra Russia e Ucraina, è diventato un personaggio televisivo al centro del dibattito per le sue posizioni sul conflitto, da alcuni giudicate filo-russe.

“Gli avvocati mi dicono che Andrea Romano come parlamentare gode della tutela garantitagli dall’art. 68 della Costituzione, che bloccherebbe il procedimento e renderebbe inutile la mia querela”, prosegue. “Solo se rinunciasse a questo privilegio, potrei chiedere ai giudici di accertare, come ha detto Romano e come dovrebbe dimostrare, se io sono davvero il pifferaio di Putin. Questa sera sarò a Carta Bianca Rai Tre. Gratuitamente”, afferma Orsini. (adnkronos)

29 Marzo 2022 – Redazione

Il Cremlino approverà a breve un decreto presidenziale per rivedere la concessione dei visti ai cittadini di paesi “ostili”. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, in una riunione della Commissione del partito Russia Unita per la cooperazione internazionale, secondo quanto riferisce la Tass. Lavrov non ha specificato di quali paesi si tratti, anche se la dizione paesi ostili è ormai riservata ai paesi che hanno aderito alle sanzioni contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina. Tra questi ovviamente figura anche l’Italia.

«È in fase di sviluppo un progetto di decreto presidenziale sulle misure di risposta ai visti in relazione alle azioni ostili di un certo numero di stati stranieri» ha affermato Lavrov. «Questo atto introdurrà una serie di restrizioni all’ingresso nel territorio della Russia».  «Il nostro focus», ha aggiunto, è sullo sviluppo di misure «per rispondere alle azioni ostili degli Stati Uniti e dei suoi satelliti».

Il 7 marzo scorso il governo di Mosca aveva stilato una lista di Paesi che avevano deciso «azioni ostili contro la Russia, le aziende russe e i cittadini russi». Tra questi, tutti i Paesi dell’Ue, compresa l’Italia, e poi Stati Uniti, Regno Unito, Corea del sud, Taiwan, Svizzera, Giappone e molti altri.

29 Marzo 2022 – Redazione

Il 6 marzo è uscito un saggio magistrale (di 41 pagine) di monsignor Viganò sulla guerra che Putin ha dovuto muovere a Zelenskyj. Mi permetto di riassumere le pagine di monsignor Viganò invitando il lettore a studiare con attenzione quanto scritto dall’Arcivescovo, poiché egli, meglio di ogni altro, ha dimostrato (con ordine, sintesi, concisione, prove e citazioni) come questa guerra sia difensiva e non offensiva (e dunque ingiusta); anzi, addirittura, come essa fosse stata provocata dal Mondialismo per far in modo che Putin dovesse entrare in Ucraina, affinché l’esercito NATO occupante l’Ucraina non entrasse in Russia.

L’espansione della NATO
Dopo la caduta del Muro di Berlino gli Stati Uniti hanno esteso la propria sfera d’influenza politica e militare a quasi tutti gli Stati satelliti dell’ex-Unione Sovietica, anche recentemente, annettendo nella NATO Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria (1999), Estonia, Lettonia, Lituania, Slovenia, Slovacchia, Bulgaria e Romania (2004), Albania e Croazia (2009), Montenegro (2017) e Macedonia del Nord (2020).

L’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord si appresta ad allargarsi a Ucraina, Georgia, Bosnia ed Erzegovina, Serbia. In pratica, la Federazione Russa si trova sotto la minaccia militare – armi e basi missilistiche – a pochi chilometri dal proprio confine, mentre non dispone di alcuna base militare altrettanto vicina agli Stati Uniti.

Inoltre la NATO s’era impegnata con il Cremlino, nel 1991, a non espandersi ulteriormente. Non solo: alla fine del 2021, Der Spiegel ha pubblicato le bozze di un trattato con gli Stati Uniti e un accordo con la NATO sulle garanzie di sicurezza; Mosca chiedeva ai suoi partner occidentali garanzie legali che scongiurassero un’ulteriore espansione verso est della NATO, unendo al blocco l’Ucraina e stabilendo basi militari nei Paesi post-sovietici. Le proposte contenevano anche una clausola sul non dispiegamento di armi d’attacco della NATO vicino ai confini della Russia e sul ritiro delle forze dell’alleanza nell’Europa orientale alle posizioni del 1997.

Putin ha sopportato con i Paesi Baltici, la Polonia, la Romania e la Bulgaria ma di fronte all’Ucraina che gli avrebbe tolto ogni possibilità di accedere al Mar Nero e gli avrebbe portato in casa le armi della NATO, ha dovuto reagire. Si tratta, perciò di legittima difesa o di “guerra difensiva” e “non offensiva” e, dunque, di “guerra giusta”.

La rivoluzione colorata in Ucraina e l’indipendenza di Crimea, Donetsk e Lugansk
Nel 2014 la Crimea, il Donetsk e il Lugansk dichiararono la propria indipendenza dall’Ucraina – in nome dell’autodeterminazione dei popoli riconosciuta dalla comunità internazionale – e si dichiararono annessi alla Federazione Russa.

Il governo ucraino si rifiuta tuttora di riconoscere l’indipendenza di queste regioni, sancita con referendum popolare, e lascia libere le milizie neonaziste e le stesse forze militari regolari d’infierire sulla popolazione, dal momento che considera queste entità come organizzazioni terroristiche.

Ci si può chiedere per quale motivo, in una situazione di palese violazione dei diritti umani da parte di forze militari e apparati paramilitari neonazisti nei confronti della popolazione di lingua russa di repubbliche indipendenti, la comunità internazionale debba considerare condannabile l’intervento della Federazione russa, e anzi far ricadere su Putin la colpa delle violenze?

Inoltre per quale motivo ci si scandalizza oggi di un intervento russo in Ucraina; quando la NATO ne ha condotti in Jugoslavia (1991), in Kosovo (1999), in Afghanistan (2001), in Iraq (2003), in Libia e in Siria (2011), senza che nessuno abbia sollevato alcuna obiezione? Senza dimenticare che negli ultimi dieci anni Israele ha più volte colpito obiettivi militari in Siria, Iran e Libano per scongiurare la creazione di un fronte armato ostile sul suo confine settentrionale (la cosiddetta “rappresaglia preventiva”) e nessuna Nazione ha proposto di comminare sanzioni a Tel Aviv.

Suscita sgomento vedere con quale ipocrisia l’Unione Europea e gli Stati Uniti – Bruxelles e Washington – diano il proprio incondizionato appoggio al presidente Zelenskyj, il cui governo da ormai otto anni continua impunemente a perseguitare gli Ucraini di lingua russa, per i quali è addirittura vietato parlare nel loro idioma in una nazione che conta numerose etnie, di cui quella russa rappresenta il 17,2%.

Il presidente Volodymyr Oleksandrovyč Zelenskyj
Le performance di Zelenskyj sono perfettamente coerenti con l’ideologia LGBTQ che viene considerata dai suoi sponsor europei come indispensabile requisito dell’agenda di “riforme” che ogni Paese deve far proprio, assieme alla parità di genere, all’aborto e alla green economy.

Dunque la guerra attuale non è solo “giusta” o “difensiva”, ma “metafisica” e “spirituale”. Sant’Agostino parlerebbe della lotta tra la “Città di Dio contro quella di Satana”.

Non stupisce che Zelenskyj, membro del WEF, abbia potuto beneficiare dell’appoggio di Klaus Schwab e dei suoi alleati per arrivare al potere e realizzare il Great Reset anche in Ucraina.

È evidente che il popolo ucraino è vittima dello stesso colpo di stato globale a opera di poteri sovranazionali che hanno a cuore non la pace tra le Nazioni, ma l’instaurazione della tirannide del Nuovo Ordine Mondiale.

Le violazioni dei diritti umani in Ucraina e i crimini delle milizie neonaziste più volte denunciati da Putin non hanno potuto trovare una soluzione politica perché sono stati pianificati e fomentati dall’élite globalista, con la collaborazione dell’Unione Europea, della NATO e del deep state americano, in chiave anti-russa e per rendere inevitabile una guerra dalla quale ottenere, principalmente in Europa, l’adozione forzata di razionamenti energetici, limitazioni agli spostamenti, sostituzione della cartamoneta con moneta elettronica e adozione dell’ID digitale: non stiamo parlando di progetti teorici, ma di decisioni che stanno per essere prese concretamente a livello europeo e nei singoli Stati.

L’Ucraina è ultima vittima di consumati carnefici
Gli Ucraini, a qualsiasi etnia essi appartengano, sono gli ultimi, inconsapevoli ostaggi dello stesso regime totalitario sovranazionale che ha messo in ginocchio l’economia delle Nazioni con l’impostura della Covid, dopo aver teorizzato pubblicamente la necessità di decimare la popolazione mondiale e di trasformare i superstiti in malati cronici compromettendo irreparabilmente il loro sistema immunitario.

Se vi è un aspetto positivo che ciascuno di noi può riconoscere in questa crisi, è l’aver mostrato l’orrore della tirannide globalista, il suo cinismo spietato, la sua capacità di distruggere e annientare tutto ciò che tocca. Non sono gli Ucraini che dovrebbero entrare nell’Unione Europea o nella NATO, ma gli altri Stati che dovrebbero finalmente avere un sussulto di orgoglio e di coraggio e uscirne, scrollando da sé questo giogo detestabile e ritrovando la propria indipendenza, la propria sovranità, la propria identità, la propria fede. La propria anima.

PUOI TROVARE MERCURIUS 5 ANCHE SU TELEGRAM ⤵️

https://t.me/+KYzYz6554sQ4YWNk