Lettera di un’insegnante:

Non ci sto. Ho l’urgenza di dire ciò che penso in merito a questa assurda situazione in cui, fra le tante altre cose, io docente dello Stato, che ho sempre servito con impegno, passione e onestà, mi devo sentire appellata come irresponsabile, assassina, generatrice di morte, non idonea al ruolo di educatore, da licenziamento immediato. Non ci sto. E anche se questo mio scritto non servirà a nulla sarò fiera ancora una volta di aver voluto condividere la mia idea, sapendola essere idea di tanti altri, per continuare ad andare a scuola senza dovermi vergognare per una scelta, il no a questo vaccino, che ha valore almeno pari a quella fatta da tanti miei colleghi.

Anche la mia scelta si fonda su convinzioni maturate grazie al contributo di tanti medici, di tanti scienziati, di persone autorevoli. La mia scelta diventa ancora più forte nel momento in cui vedo la censura delle idee e delle voci degli altri dottori, degli altri autorevoli scienziati. Perché non dar voce? La mia scelta si radica profondamente nella convinzione che gli stessi governanti ci hanno trasmesso negli scorsi anni: la scuola è un ambiente sicuro, come ha dimostrato, dati alla mano. La mia scelta esplode di energia quando si dice che la Dad ha fallito facendo riferimento alle ‘prove invalsi’, aberrante forma di valutazione delle competenze di vita dei ragazzi (?). La mia scelta diventa contagiosa quando vedo che i ‘grandi’ dello spettacolo, i giornalisti, i sindacalisti, i grandi pedagogisti, alcuni oggi molto vicini al governo, i grandi pensatori, indietreggiano di fronte a non si sa bene cosa, non parlando o facendolo poco, per lucidare una sola faccia della medaglia.

Ma una cosa invece mi fa tremare ed è il motivo per cui, di ritorno oggi dalla coda per una delle tante petizioni da firmare, sono qui a scrivere: la divisione fra i colleghi della scuola! Ci siamo fatti dividere! Se oggi in coda ci fossero stati anche i colleghi vaccinati avremmo fatto tutti insieme un grande atto di onestà intellettuale e forse realizzato ciò che, come docenti, siamo chiamati a fare. Chiedo ai miei colleghi vaccinati: “Vi siete fatti una idea di ciò che sta accadendo? Come reagite davanti alla censura di ogni altra ‘verità’ medica e scientifica? Vi siete vaccinati per evitare di finire in ospedale o per non contagiare il prossimo (domandatevelo davanti allo specchio però)? Ora che è certo che anche chi è nutrito di vaccino può ammalarsi e contagiare come vedete la ‘nostra’ azione di reazione a dictat privi di certezza scientifica? Perché non siete con noi? Perché avete permesso che ci dividessero? Perché avete accettato di dover dire ai vostri bambini e ragazzi che questo vaccino è l’unica strada? Perché non siamo uniti nel difendere quello che il nostro ruolo dovrebbe fare in primis: permettere il pensare autonomo, adoperarsi per la libertà di espressione, sentirsi autorizzati affinchè la propria idea sia rispettata e non derisa. Dove siete colleghi?

Vi immagino sotto l’ombrellone a riposarvi, giustamente, dopo due anni di difficilissima situazione educativa, sapendo che alcuni vostri colleghi, di cui avete bene in mente volti e nomi, non si sono riposati un attimo in questa calda estate, e fino all’ultimo stanno resistendo per essere rispettati, deglutendo saliva per ogni minaccia e ricatto che vien loro buttato addosso. Cosa provate? Io oggi ho provato tanta amarezza nel non vedervi in fila. La corsa al vaccino che vi ho visto fare, cari miei colleghi, mi ha lasciato allora perplessa ma provo, ora, una strana ammirazione per voi, perchè vi siete fidati ciecamente del Cts, liberandovi di un grosso fardello, che ognuno di noi non vaccinato sta portando in questi mesi di ‘vacanza’: lottare non per un tampone gratis o a pagamento ma per la libertà e il diritto di veder rappresentati e accolti tutti i pareri, tutte le altre Verità, perché comunque di Verità si tratta. Noi andremo a scuola fin quando i nostri nasi e le nostre gole non sanguineranno; poi saremo sospesi e poi licenziati. Noi avremo garantito al pari di voi la sicurezza nel nostro luogo di lavoro ( la scuola: “una casa dove è bello abitare”). Questa frattura fra di noi, alimentata dalla massiccia e violenta informazione dei canali “ufficiali”, segna il vero fallimento della scuola (altro che prove invalsi), di un corpo docente che non sa riconoscersi come portatore di diritti e doveri da perseguire uniti e coesi perché sia salvaguardata la libertà e la bellezza della diversità di idee, finalizzate tutte al bene e alla salute di tutti, in un confronto onesto e sincero.

Dove siete colleghi vaccinati? Perché non ci siete? In ultimo, un grazie a quei ds e a quei medici che non hanno avuto paura di accogliere le istanze di una ‘minoranza’ di docenti/cittadini onesti e ancora fiduciosi di sentirsi ancora parte e coautori di un paese democratico. Grazie ai sacerdoti che vedono e denunciano enormi contraddizioni nelle regole dentro e fuori le chiese (sapendo che Gesù non lo si inganna). Grazie a tutti i genitori che non chiederanno se la maestra o il professore è vaccinato certi che comunque quella maestra e quel professore contribuirà al bene e alla salute di tutta la comunità scolastica in Altro modo, valido e onesto. Grazie a chi non si schiera mai perché dà la misura del danno di questa pandemia 

che ha distrutto la capacità di sentirsi comunità e di sentirsi tutti insieme coinvolti verso un unico e medesimo fine. Non ci sto….ma ci sono!

Ester Seneca maestra dello Stato Italiano da tanti anni ad oggi ….
Meldola, 17 agosto 2021

2021

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione(Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia Chiocchidi Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

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