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06 Marzo 2023 – Redazione – Fonte: La Mente è Meravigliosa

Mostrarsi grati è più di una forma di educazione, è un modo per superare le barriere e raggiungere una dimensione più emotiva, personale e anche spirituale. Perché non ringraziare la vita per il fatto di averla? Perché non riconoscere agli altri i loro pregi e le caratteristiche che amiamo?

E ancora, perché non ringraziare noi stessi per la nostra integrità, il nostro coraggio e la nostra forza?

Lo sappiamo tutti, a volte non è proprio facile addentrarsi nelle “conoscenze del cuore”, quelle a cui si riferisce Lao Tse con l’aforisma di apertura. Ogni giorno il nostro cervello ci guida verso la strada più obiettiva e razionale, lì dove risiedono alcuni rancori, alcune frustrazioni.

Il semplice fatto di mostrare gratitudine implica una liberazione personale. Essere grati significa riconoscere, agire con umiltà e senza artifici, imparare a valorizzare quello che davvero è importante nella vita. Oggi parleremo soprattutto di questo, del valore e del potere della gratitudine.

I 4 pilastri della gratitudine

1. Apertura emotiva

Perché tante persone fanno fatica a dire “grazie”? Quando facciamo qualsiasi cosa per qualcuno a cui teniamo, non ci aspettiamo “obbligatoriamente” quel “grazie”, segno di cortesia e di buona educazione. Quello che cerchiamo davvero è la riconoscenza, che si capisca che ci siamo preoccupati, che abbiamo dedicato non solo il nostro tempo agli altri, ma anche parte delle nostre emozioni.

Le persone che non mostrano gratitudine di solito presentano le seguenti caratteristiche:

  • Negazione emotiva: evitano di aprirsi agli altri e spesso agiscono con diffidenza o in maniera autosufficiente. In realtà, mancano di una solida autostima e dentro sono piuttosto fragili.
  • Agiscono con egoismo: si dimostrano ingrati e, a volte, anche superbi.
  • Non mostrare riconoscenza verso gli altri significa non riconoscere se stessi, di conseguenza sono persone che mancano di abilità emotive.

2. La gratitudine e la riconoscenza sono i regali migliori dell’essere umano

Pochi valori sono così potenti come riconoscere i nostri simili mediante la gratitudine. È un modo universale di conoscere e di unire, di creare legami. “Io ti sono grato per quello che sei, per le tue virtù, per il tuo modo di essere, ti ringrazio per fare parte della mia vita arricchendola con la tua presenza”.

3. Mostrarsi grati non significa essere in debito

C’è chi pensa che il semplice fatto di ricevere qualcosa e di dover ringraziare significhi subito essere in debito con quella persona che ha detto o fatto qualcosa.

Se dentro di voi risiede questa sensazione, quella di sentirsi in obbligo verso qualcuno che vi ha fatto un favore, di certo non state mettendo in pratica una gratitudine libera, sincera e spontanea. La gratitudine è un atteggiamento che non esige obblighi, è un modo di essere che va oltre le nostre azioni.

Se fate qualcosa per vostro fratello o per una vostra amica, non segnatelo sull’agenda nella speranza che vi restituiscano il favore prima o dopo. Lo fate perché volete o perché “riconoscete” quella persona come parte di voi, lo avete fatto liberamente e senza aspettarvi nulla in cambio.

A questo punto, non si tratta di farsi restituire il favore, quanto che gli altri mostrino riconoscenza. Stabiliamo un legame con l’altro in modo da formare un’unità. Proprio come suggerisce la parola “Namasté” (io ti saluto, io ti ringrazio, ti riconosco come la divinità che, a sua volta, fa parte di me).

4.  L’importanza della gratitudine personale

Passiamo la vita a ringraziare per gli altri, per la dedizione della famiglia, per l’altruismo dei nostri amici, per l’affetto del partner o per quelle persone che entrano ed escono dalla nostra vita arricchendola con i loro piccoli gesti.

Ora, vi siete mai concessi l’occasione di ringraziare voi stessi? Pensate che sia un atteggiamento egoista e un po’ fuori luogo? Assolutamente no. Non importa che siate religiosi, scettici o spirituali, l’auto-gratitudine non infrange nessuna regola, anzi, è un pilastro fondamentale con cui rafforzare la propria autostima.

Che ne dite se a partire da questo momento iniziaste a comportarvi in modo più umile e a valorizzare le cose più semplici della vita? Ringraziate anche per la brezza fresca che vi dà sollievo d’estate, per la buona decisione che avete preso da poco, siate grati per la vostra famiglia, per l’animaletto che avete a casa e che vi dona tanto affetto.

Siate grati per il semplice fatto di esistere, per il fatto di stare bene, di capire che non siete più quelle stelle fugaci che vanno e vengono, ma che cercano di vivere la vita al massimo.

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8 dicembre 2021  – Comunicato di Pro Vita & Famiglia

Lo scorso febbraio il Parlamento Europeo ha istituito il ruolo di ambasciatore Lgbtqia presso la stessa assemblea comunitaria, affidandolo contestualmente al fashion-blogger italo-tedesco Riccardo Simonetti: un personaggio che di recente ha inscenato una disgustosa parodia della Sacra Famiglia in chiave gay, nella quale lui stesso impersonava una Vergine Maria transessuale!

Un fatto aberrante, soprattutto perché avvenuto proprio sotto l’egida delle istituzioni europee: le quali si confermano assurdamente tolleranti contro l’intolleranza arcobaleno, soprattutto se diretta contro i cristiani.

Tutto questo è inaccettabile!

Firma e condividi la petizione per chiedere che il Presidente del Parlamento Europeo rimuova dal suo incarico Riccardo Simonetti, cancelli il ruolo da ambasciatore Lgbtqia presso lo stesso Europarlamento e si scusi con i milioni di cristiani offesi!

L’Unione Europea si è forse dimenticata che ha il dovere di rappresentare tutti i cittadini del Vecchio Continente, e non solo delle istanze partigiane come minimo controverse?

Non si capisce proprio che senso abbia una “rappresentanza diplomatica” limitata a una sola categoria, che oltretutto ne offende gratuitamente delle altre! E i paladini dell’anti-discriminazione non hanno nulla da dire contro questa discriminazione?

Perciò ti invitiamo a FIRMARE e CONDIVIDERE la petizione per chiedere al Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli di revocare a Riccardo Simonetti l’incarico di ambasciatore Lgbtqia presso l’Europarlamento, di eliminare il suddetto ruolo e di scusarsi pubblicamente per averlo affidato a un personaggio macchiatosi di una così grave blasfemia.

Per firmare LEGGI E CLICCA SUL LINK ⤵️⤵️⤵️

https://www.provitaefamiglia.it/petizione/si-revochi-immediatamente-lincarico-allambasciatore-lgbtqia-presso-leuroparlamento-per-i-suoi-atti-blasfemi-firma-anche-tu

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

Puoi leggere anche su 👇

https://cataniacreattiva.it/ci-risiamo-con-la-blasfemia-dellunione-europea-firma-per-rimuovere-lambasciatore-lgbtqia/

di Marzia MC Chiocchi

Ieri sera appresa la notizia della morte del dott. Giuseppe De Donno, sono rimasta profondamente sconcertata da come stesse veicolando il messaggio sulle cause del suo decesso “…il medico si sarebbe impiccato”. Con il passare delle ore la vicenda ha assunto contorni più chiari per coloro che, ragionando, avevano capito chi era De Donno. L’uomo, di grande fede religiosa, come avrebbe potuto togliersi la vita cedendo in questo modo al mal di vivere? Ma indipendentemente da tutte le analisi tecniche e d’indagine sui cui stanno discutendo persone comuni, giornalisti della Controinformazione, opinionisti, e spero pure gli inquirenti, vorrei porre l’attenzione su altre problematiche, persistenti e determinanti in casi come questo: la mancanza di solidarietà, la scarsa compartecipazione alle difficoltà della Persona, l’individualismo. Sono ben cosciente che, con le mie parole, potrò creare quella che, erroneamente e con sempre più frequenza, viene chiamata polemica, che io definirei, piuttosto, dibattito. Dalle prime ore della mattina ho letto con attenzione il susseguirsi di commenti, ipotesi e quant’altro, anche di colleghi medici di De Donno che, esaltandone l’uomo e il professionista, lo hanno ricordato con affetto senza averlo mai incontrato. I social sono stati meravigliosamente travolti da pensieri di gente comune e di medici, e a metà pomeriggio, quando il flusso mediatico si e’ placato ho deciso di scrivere la mia riflessione che, a seguire, espongo.

Quanti e quali medici che stanno combattendo contro le coercizioni governative, sono stati vicini anche fisicamente a De Donno? Che cosa hanno fatto per sostenerlo apertamente, quando la nomenclatura politica lo stava ferocemente attaccando per aver salvato la vita a molte persone con il plasma iperimmune? Sul momento le parole solidali di qualcuno ci sono anche state, ma dopo? E nei mesi a seguire fino ad oggi?

De Donno e’ morto solo, con il dramma di una famiglia, la Sua, che ha cercato di sostenerlo al massimo delle proprie forze, ma senza l’aiuto pratico di quei colleghi medici , che avrebbe sicuramente voluto vedere schierati al suo fianco (e parlo di quelli che vanno in piazza a parlare alle masse, che fanno parte di chat importanti, dove fino ad oggi si e’ discusso tanto procedendo con troppa lentezza verso azioni concrete.) Quanti di questi medici hanno scelto di creare un percorso unico di lotta insieme agli avvocati, contro le multinazionali del farmaco? Adesso esce ed uscirà’ tutto il materiale riguardante le minacce che De Donno aveva subito, come sempre a buoi scappati! Ma non possiamo, una volta nella nostra vita, essere uomini e donne intellettualmente onesti? Solo parole prima e dopo ogni evento drammatico, catastrofico! Il coraggio, nella vita pratica, e’ sempre stato prerogativa degli eroi, mentre, se capissimo che l’ Unione fa veramente la Forza, non staremmo a piangere i nostri martiri, troppo spesso dimenticati, se non per un premio a loro intitolato o per una ricorrenza , dove il pianto e’ paragonabile a quello di un coccodrillo.

Adesso che siamo in prossimità di una preoccupante dittatura, riusciremo a comportarci come Persone e non come banderuole?

Per ricordare un pensiero di Bertolt Brecht “Sventurata quella terra che ha bisogno di eroi

Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione(Co.Te.L.In.), di cui fa parte anche Catania CreAttiva, e che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, fra cui Mercurius5, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale

Le sue ultime parole…

“Io mi sono esposto molto in prima persona, ovviamente rinunciando tantissimo ai miei affetti e rinunciando tantissimo alla mia vita privata e ho ricevuto tantissime critiche, tantissimi attacchi e capisco anche che, quando uno si espone così in modo violento mediaticamente, può starci che venga poi attaccato a sua volta. Però quello che a me interessava era cercare di salvare più vite possibile…” (Giuseppe De Donno in una sua ultima intervista)

Potete ascoltare queste sue ultime parole, più una breve riflessione di Andrea Giuffrida, di Catania CreAttiva Web Radio Podcast, sulla sua figura ispiratrice di eroe della storia umana, in questo episodio fuori programma del podcast Teukos trasmesso proprio oggi su Spreaker: “

https://www.spreaker.com/episode/45871348

Abbiamo verificato questa notizia che avevamo trovato nelle chat. Avendo parlato direttamente con il medico interessato dalla famiglia, che sta seguendo la vicenda, Vi possiamo assicurare che è tutto vero e per questo vi riportiamo tutto integralmente.

I medici che hanno fatto questo abuso saranno portati alla sbarra. Forse che l’ospedale Cervello avrebbe perso 2.000,00 euro al giorno?

Preghiamo per Agostino.

Il nostro amico Agostino da una settimana e’ segregato all’Ospedale Cervello UTIR 3 piano. Ha già dichiarato, firmando, di rifiutare le cure ospedaliere e di volere essere dimesso per accedere alle cure domiciliari a casa propria, secondo lui più efficaci, manlevando l’ospedale da ogni responsabilità e rispettando la quarantena. Dopo l’ intimazione dell’avvocato a dimetterlo entro le ore 12 di sabato 10 luglio, Agostino vestito, con l’ambulanza pronta ad aspettarlo, è stato trattenuto, adducendo la scusa che aveva la saturazione a 60. Lo hanno rimesso a letto ed Agostino ha fatto la foto all’apparecchiatura che lo monitorava da dove risultava che la sua reale saturazione era 96, in seguito, accortisi che lui inviava le foto del monitor sulle chat, hanno girato il monitor in modo che non potesse più fotografarlo. Dopo vari tentativi, con l’intervento di medici esterni che non venivano nemmeno fatti entrare e dopo esserci rivolti anche ai NAS, che non sono intervenuti, dopo proteste varie, oggi 14/07, nonostante la sua ferma volontà e gli accorati messaggi che scriveva con lucidità, lo hanno portato in rianimazione ed intubato. Con crudele prepotenza, lo stanno uccidendo. Stanno stravolgendo tutti i diritti dell’essere umano. Quello che è successo ad Agostino, che ricoverato con una normale bronchite (con tampone negativo), in ospedale gli riscontrano un tampone positivo e non gli è stato più permesso di uscire. Quello che sta succedendo a lui sarà già successo a tantissime persone e potrebbe succedere anche ad ognuno di noi. Agostino deve essere il nostro simbolo per i diritto ad autodeterminare il proprio modo di curarsi. Dobbiamo unirci e reagire, perché se no, quando sarà il nostro turno, saremo SOLI.

Gianfranco”.

Fonte: Canale Telegram “Il Re è Nudo” – Redattore Fabio D’Angelo)

Puoi leggere l’articolo anche su:

https://cataniacreattiva.it/vergognaaaaaa-agostino-intubato/

di Ornella Mariani Forni

La incommentabile invenzione pandemica ha distrutto il tessuto della normalità.

Le sempre più latitanti prospettive di Futuro; l’impoverimento generalizzato; la distanza ormai incolmabile fra Paese reale e Paese legale; la sfiducia nelle Istituzioni; i quindici mesi di domiciliazioni coatte; la interdizione delle relazioni sociali, drammatizzando l’impatto Covid hanno, per contro, restituito ruolo aggregativo alla Famiglia rendendola cruciale alla possibile ripresa, soprattutto quale sede di ansia condivisa.

Il ricompattamento dei legami parentali e il rafforzamento della coesione affettiva si è, infatti, proposto deterrente alla disperata incertezza economica e via d’uscita da una Emergenza surrettizia e dai suoi più inquietanti scenari.

La preoccupazione riferita alla mancanza di aspettative, in sostanza, ha riassegnato al nucleo la funzione di postazione di difesa dei diritti degli Appartenenti ad esso, in particolare se Giovanissimi, conseguendone un risvolto imprevisto per la Casta globalista: pur con i suoi pesanti risvolti, la Dittatura sanitaria ha generato una rivisitazione ed una riscoperta dei rapporti umani come unico possibile esorcismo giusto a fronteggiare la paura.

Se il Lockdown; l’isolamento; l’inibizione delle interazioni; il rallentamento dei ritmi la cui intensità archiviava distrattamente i legami nel territorio dello “scontato”; la attualità dell’assenza ideologica e la obbligatorietà dell’unità di luogo, divenuto recipiente di sofferenza, avevano prodotto un crogiolo di inquietudini destinate a promuovere, in una manciata di mesi, la “ Tabula Rasa” del Passato riaffermato, invece, dalla spinta insopprimibile dell’Utopia e della coscienza antagonista: un bisogno di vitalità espresso dall’istinto naturale o, meglio, un processo di interiorizzazione ragionata della realtà, tale da favorire riflessioni a sostegno del rilancio della dimensione emotiva e della intimità affettiva; tale da svelare la nudità ripugnante dei Re; tale da consentire alle più sane Logiche conservatrici di opporsi ad un Potere malato; tale da alimentare i germi di una Rivoluzione fondata su una ormai ineludibile operazione di verità e su quella ipotesi di Rivolta che genera domande ed analisi orientate a selezioni identitarie, seppur ancora prive di sintesi.

L’Interno familiare, dunque, si è vocato ad argine della perdita dei Valori di riferimento della nostra Cultura e della nostra Civiltà, fino a favorire la rimodulazione della scala delle priorità sulla base di un progetto che impegna la fascia anagrafica degli Over 60: quella Generazione in grado di raccontarsi e di raccontare, come Protagonista e come Testimone, quel che fu e che può ancora essere attorno ad un progetto di coesione atto a recuperare la dignità umiliata di Ciascuno; a riempire e lenire la solitudine dell’Altro; a denunciare la menzogna e lo stravolgimento operato in danno dell’innocenza collettiva.

La coralità disperata e disperante della Famiglia, in definitiva, ribaltando la minaccia del Grande Reset e condizionando la mostruosità della Piovra globalista, tesa ad annientare ogni area emozionale, assumerà iniziative dirompenti a partire dalla disobbedienza sociale e dall’obiezione fiscale per completare la distruzione del Paese; per espellerne i Criminali al potere; per potere, infine, riedificare sulle sue sofferte macerie un edificio possibile al Futuro, saldandolo al recupero dell’Etica Pubblica; alla rivisitazione del rapporto confessionile; alla individuazione di Guide solvibili ed alla partecipazione civile finalmente consapevole ed ostile alla “Delega”.

Una pressione catartica che restituirà alla Famiglia l’incarico di pilastro del Popolo, ribelle a Chi, rinnegando ogni principio morale e identitario, ha declinato responsabilità e disegnato lo sfacelo.Saranno la sua legittima tensione alla protesta e la rivendicazione del Diritto ad animarne la marcia lenta ma inesorabile verso la riconquista della Libertà.