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17 Gennaio 2922 – Fonte: Ansa

Una super perizia che ricostruisce quanto accaduto durante i primi mesi della pandemia, quando l’Italia aveva drammaticamente scoperto l’esistenza della parola “Covid” e viveva giorni di angoscia e tensione. Un documento depositato presso la procura di Bergamo dal virologo Andrea Crisanti, che ha analizzato nel dettaglio quanto accaduto agli inizi del 2020 con particolare attenzione alla zona della Val Seriana, una delle più colpite dal virus. Come raccontato da Il Giornale, per il microbiologo “sono emerse delle criticità. La procura valuterà”.

Crisanti si sarebbe anche messo a disposizione del procuratore di Bergamo per un eventuale incontro nei prossimi giorni, qualora gli investigatori ritenessero opportuno chiarire alcuni aspetti del dossier. Stando all’agenzia di stampa Ansa, nel documento si evidenzierebbe come una tempestiva applicazione della zona rossa nel bergamasco avrebbe potuto salvare delle vite, anche se Crisanti non ha rivelato nel dettaglio quanto: “È un dato che va contestualizzato”, oltre che un elemento di indagine.

Sempre secondo l’Ansa, si parlerebbe complessivamente di una forbice “tra le 2 mila e le 4 mila vittime, che si sarebbero potute evitare se fosse stata applicata tempestivamente la zona rossa”. I dati, sarebbero il frutto di una stima basata sul metodo relativo alla ipotetica progressione del virus, fatta da Stefano Merler, consulente del Comitato tecnico scientifico. Nel documento sarebbe presenta anche “un’articolata ipotesi delle vittime evitabili, giorno per giorno, da quando si è avuta conferma dei primi casi di diffusione del coronavirus nel nostro Paese”.

La relazione di Crisanti speriamo faccia finire sul banco degli imputati l’allora premier Giuseppe Conte e il ministro della Salute Roberto Speranza, dopo l’ennesima accusa. Tra i passaggi che ancora oggi vengono criticati, ad esempio, c’è la scelta di schierare i militari ad Alzano, pronti a far scattare la zona rossa, per poi ritirarli tra lo stupore dell’opinione pubblica.
Ma molto altro e ven più grave, è scritto nella relazione presentata da Crisanti. Un bel colpo di scena, che ci auguriamo sia l’inizio di una lunga serie…..

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

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Risorse dimezzate per il cashback. Nella nuova versione del Recovery plan ci saranno meno soldi per la misura voluta da Giuseppe Conte, che ora rischia lo stop nel 2022. Risultato, anziché erodere quasi 5 dei 209 miliardi in arrivo da Bruxelles, ne assorbirà al massimo due e mezzo. Il resto delle risorse sarà dirottato verso altri strumenti in grado di favorire l’uso della moneta elettronica. I tecnici del Mef stanno facendo i conti e alla luce di come sta andando il cashback stimano che per pagare i rimborsi ordinari (fino a 150 euro a semestre per utente) possano bastare nel 2021 circa 2 miliardi di euro, a cui va sommata una spesa di 300 milioni di euro per erogare il supercashback destinato ai maggiori utilizzatori di carte e app di pagamento. 

Il grosso del risparmio (almeno un miliardo) deriverebbe però dallo stop anticipato: l’attuale data di scadenza del cashback indica giugno del 2022, ma visto che gli unici rimasti a difenderlo sono i Cinquestelle, più che altro per un senso di riconoscenza nei confronti dell’ex premier, l’ipotesi che cali il sipario sulla misura con sei mesi di anticipo sta prendendo sempre più forza con il passare dei giorni. L’Europa del resto non vede di buon occhio l’iniziativa: alla fine dell’anno scorso la Bce aveva pure espresso le sue perplessità sull’efficacia del cashback. Per giunta le risorse di Bruxelles utilizzate per il cashback non rientrano tra i contributi a fondi perduto: verranno prese a prestito e andranno restituite.

Ma i rimborsi di Stato finora hanno coinvolto meno di otto milioni di italiani e secondo le previsioni di via XX settembre la platea dei partecipanti non salirà oltre la soglia dei 10 milioni di utenti quest’anno. Il rimborso medio per semestre non dovrebbe superare invece i 100 euro. Nubi scure pure sul supercashback, il premio da 1500 euro per i primi 100 mila che effettueranno più pagamenti digitali nell’arco di un semestre. Il problema dei furbetti del cashback, che quando fanno benzina frazionano i pagamenti per scalare più rapidamente la classifica che porta al maxi-premio, non è ancora stato risolto. Come affermato anche dal sottosegretario all’Economia Maria Cecilia Guerra, la società in house di Palazzo Chigi che gestisce il cashback, PagoPa, è al lavoro per individuare le transazioni cosiddette anomale che potrebbero essere escluse dal conteggio. 
Non si tratta però di un’operazione semplice e nonostante il rafforzamento dei controlli si rischia comunque che il supercashback finisca poi sui conti di qualche furbetto. Ragion per cui non è escluso che la corsa al maxi-premio venga fatta ripartire da zero, imponendo un limite giornaliero ai micro-pagamenti pari o inferiori a un euro che è possibile effettuare nello stesso negozio, soluzione caldeggiata in primis dai gestori di impianti di carburante. In caso di ripartenza, il supercashback verrà rinviato a dicembre e i 100 mila fortunati riscuoteranno alla fine dell’anno tremila euro in un colpo solo. Stando al piano, il tesoretto derivante da un eventuale taglio al cashback verrà speso per altre iniziative a favore della diffusione della moneta elettronica che il nuovo governo reputa più efficaci. Una parte delle risorse recuperate potrebbe andare ai corsi di formazione sui pagamenti digitali destinati al personale delle amministrazioni pubbliche locali. 

Si era parlato anche di sospendere il cashback già da giugno, ma le resistenze dei grillini non rendono praticabile questa strada. Nel frattempo si è conclusa la fase dei pagamenti relativi all’extra cashback di Natale, gestita da Consap. Questa la mappa dei rimborsi: sono stati in tutto 3,2 milioni i partecipanti all’extra cashback di Natale che a dicembre hanno raggiunto la soglia minima delle 10 transazioni e di questi il 3,1 per cento ha totalizzato 150 euro di cashback.  
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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale che europea, che mondiale]

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