09 Aprile 2023 – Redazione

La festività cristiana cambia ogni anno per seguire le fasi lunari in un intricato complesso di moti astronomici e convenzioni ecclesiastiche.

Domenica 9 aprile cade la Pasqua per l’anno 2023. La scelta della data della Pasqua è variabile di anno in anno in un modo apparentemente aleatorio. Eppure, le ragioni di questa variabilità sono da ricercare nel cielo. Era il 325 quando si tenne il Concilio di Nicea, nel quale tra le altre cose fu scelto il metodo con cui, da allora in avanti, sarebbe stata scelta la data della Pasqua cristiana. La regola è apparentemente semplice: la Pasqua si festeggia la prima domenica dopo la prima Luna piena di primavera, che nel 2023 cade non a caso il 6 aprile. La realtà, però, è che l’applicazione di questa regola è tutt’altro che semplice e prevede un grande numero di eccezioni e casi particolari.

Il Concilio di Nicea I

fu il primo concilio ecumenico cristiano che si tenne nella città di Nicea, in Bitinia, nella primavera del 325 d.C. Fu convocato e presieduto dall’imperatore Costantino e vi parteciparono centinaia di vescovi da tutto il mondo. Tra le varie decisioni prese in quell’occasione ci fu, appunto, quella sulla scelta della data della Pasqua cristiana.

Nei vangeli, l’ultima cena avviene il giorno prima dell’inizio della Pasqua ebraica, che si festeggia a partire dal quattordicesimo giorno di Nissàn, il settimo mese del calendario lunare ebraico, e per i sette giorni successivi. Come tutti i mesi del calendario lunare, Nissàn inizia con la Luna nuova, il momento opposto alla Luna piena in cui il Sole illumina la faccia nascosta della Luna. Dalla Luna nuova, la porzione della faccia rivolta verso la Terra illuminata dal Sole cresce (Luna crescente) fino a raggiungere la Luna piena 14 giorni dopo, per poi decrescere (Luna calante) fino a fine mese lunare in cui la Luna torna nuova.

La resurrezione di Cristo festeggiata dalla Pasqua cristiana sarebbe avvenuta tre giorni dopo la sua morte, pertanto 17 giorni dopo la luna nuova del mese di Nissàn. La resurrezione veniva festeggiata quindi tre giorni dopo la Pasqua ebraica, senza tenere conto di quale giorno della settimana fosse. Più avanti si decise invece di festeggiarla il giorno dopo lo shabbath, ossia la domenica.

Ma nell’Impero Romano si usava un calendario solare, quello giuliano, e ai romani non andava a genio che la data di una festività così importante fosse sottoposta alle autorità ebraiche. Fu così che al Concilio di Nicea si scelse un metodo per calcolare la data della Pasqua indipendentemente dal calendario ebraico. E pertanto fu stabilito, appunto, che la Pasqua cristiana sarebbe stata la prima domenica dopo il primo plenilunio di primavera.

Una scelta complessa

Si presentavano però alcuni problemi. A iniziare con il fatto che l’equinozio astronomico, il momento in cui ufficialmente inizia la primavera, è variabile. Dipende dall’istante in cui il Sole passa nel punto di intersezione tra l’equatore celeste (il prolungamento dell’equatore terrestre nel cielo) e l’eclittica (il piano su cui orbita la Terra, che è pertanto anche quello del cammino apparente del Sole nel cielo). Siccome i moti terrestri sono tutt’altro che regolari e l’anno non dura esattamente i convenzionali 365 giorni, questo momento può cadere tra il 19 e il 21 marzo, variando ogni anno. Del resto, gli anni bisestili furono introdotti proprio per sopperire alle differenze tra l’anno del calendario e il reale tempo di rivoluzione della Terra attorno al Sole, e furono questi a complicare ulteriormente la faccenda, aggiungendo un’ulteriore variabilità al momento dell’equinozio rispetto al calendario.

Il risultato è che per la scelta della data della Pasqua non si prende in considerazione il reale momento dell’equinozio, ma questo viene convenzionalmente posto al 21 marzo. Inoltre, non è il moto reale della Luna a interessare, ma si parla di “Luna del computo”, di nuovo un intricato insieme di convenzioni.

La Luna del computo

Nel computo, la Luna è nuova 30 ore dopo la congiunzione con il Sole. Tecnicamente la Luna diviene nuova quando è più vicina al Sole nel cielo. 30 ore è il tempo convenzionale affinché la Luna torni visibile a occhio nudo. La Luna piena del computo è 13 giorni dopo la Luna nuova del computo (sopperendo in qualche modo a quelle 30 ore, visto che la Luna piena reale è 14,7 giorni dopo la Luna nuova).

Se proprio il 21 marzo la Luna è piena, ed è sabato, allora la Pasqua sarà il giorno dopo 22 marzo (la Pasqua più “bassa” possibile). Se invece è domenica, il giorno di Pasqua sarà la domenica successiva, ossia il 28 marzo. Questo, probabilmente, fu scelto proprio per evitare di sovrapporre la Pasqua cristiana a quella ebraica (che invece inizia proprio con la Luna piena, quest’anno il 6 aprile). Se la Luna è piena il 20 marzo, allora la successiva sarà 29 giorni dopo, il 18 aprile, e se il 18 aprile è domenica allora la Pasqua sarà la più “alta” possibile, il 25 aprile. Queste date, il 22 marzo e il 25 aprile, sono pertanto i due casi estremi, e la Pasqua sarà sempre compresa tra di esse. Come quest’anno, in cui la Pasqua si festeggia domenica 9 aprile, la prima dopo la Luna piena del computo del 6 aprile, successiva all’equinozio di primavera convenzionale del 21 marzo.

 

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