FONTE: Il Paragone

Una giornata che passerà alla storia, quella che ha visto il popolo No Green Pass scioperare in tutta Italia contro le imposizioni di un governo che, unico in Europa, ha scelto di vincolare addirittura il diritto al lavoro al possesso del certificato verde. Una protesta che ha segnato l’Italia da Nord a Sud, raccogliendo adesioni e paralizzando il Paese. E che ha visto finire sul banco degli imputati il Viminale, che ha scelto di ricorrere alla forza per stroncare le proteste, diventate piano piano sempre più rumorose, con i manifestanti che pian piano si erano fatti migliaia. E con la ministra Luciana Lamorgese principale indiziata per la gestione, pessima, degli interventi.

Stando a quanto rivelato da Repubblica, infatti, sarebbe stata proprio Lamorgese a decidere di far sgomberare a tutti i costi il porto di Trieste, dove i manifestanti, armati soltanto di striscioni e megafoni, si limitavano a intonare il coro “libertà, libertà” di fronte agli agenti in divisa antisommossa. Sotto pressione dopo le recenti polemiche che l’hanno vista protagonista, la titolare degli Interni avrebbe dato una direttiva molto chiara al prefetto di Trieste Valerio Valenti: “Il varco 4 del porto va liberato a tutti i costi”. La fermezza che la ministra non aveva mai mostrato in passato, vedi la gestione dell’emergenza migranti, ha fatto di colpo capolino, abbattandosi su migliaia di persone assolutamente pacifiche.

Sempre secondo Repubblica, Lamorgese si sarebbe anche scontrata con altri esponenti dello stesso Viminale, contrari alla linea dettata dalla ministra e convinti che, in una giornata in cui Trieste era tra l’altro chiamata al voto, l’uso della forza fosse assolutamente da evitare. Anche perché i manifestanti tutto sembravano fuorché intenzionati a ricorrere ad azioni di forza. Niente da fare: la titolare degli Interni alla fine avrebbe deciso di dare comunque l’ordine, scatenando il parapiglia che ha poi occupato le prime pagine di tutti i giornali.

Idranti contro persone a terra, inermi. Poliziotti che trascinano di peso i lavoratori. Un lancio di fumogeni control a folla che ha finito addirittura per coinvolgere una scuola media triestina, avvolta dalla nebbia artificiale creata dalle forze dell’ordine. Scene che hanno indignato gli italiani, attoniti di fronte a tanta violenza ingiustificata. E dalle quali Lamorgese, a danno ormai fatto, ha tentato poi repentinamente di prendere le distanze: “Non c’è stato nessun ordine del Viminale”. Secondo Repubblica, soltanto un tentativo di scaricare altrove le proprie responsabilità.

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

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