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09 Aprile 2022 – Redazione – Fonte: Disinformazione.it e L’ Indipendente

Dice il proverbio: non tutti i mali vengono per nuocere! Ed è verissimo: quello che stiamo vivendo sta facendo svegliare un po’ le coscienze. La gente non ne può più delle menzogne e della propaganda del mainstream. Totalmente allineati e proni alla narrazione, fanno di tutto per orientare la massa informe di lettori. Il loro scopo infatti non è informare, ma servire al meglio il padrone (la finanza internazionale) e la sua linea editoriale. 

La bella notizia è che i giornali stanno perdendo lettori. Il  raffronto febbraio 2021 e febbraio 2022 è illuminante. 

Il Gazzettino passa dalle 54.000 copie nel 2021 alle 49.000 dell’anno dopo (calo del 9%);

il Mattino di Padova precipita nel baratro, passando da 26.000 a 13.200 copie (diminuzione del 50%)!

Anche La Repubblica ha un trend negativo: passa da 174.000 nel 2021 e 148.000 nel 2022 (con un calo del 14,5%).

L’unica eccezione è La Verità che vede aumentare le vendite

DEL RESTO, I QUOTIDIANI DI REGIME, NON POTEVANO ESIMERSI DALL’ ORGANIZZARE UNA CAMPAGNA STAMPA INTRISA DI BUGIE E MENZOGNE SU TUTTO CIÒ CHE STA ACCADENDO DA DUE ANNI A QUESTA PARTE!

Infatti, da quando il covid è diventato la principale notizia, i finanziamenti pubblici a sostegno dei giornali sono raddoppiati. È questa la tendenza che ha accomunato tutta Europa e che emerge dal rapporto del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria 2021. L’Italia non è un’eccezione: i finanziamenti pubblici sono passati da 175,6 milioni a 386,6, con un incremento del 120%. I “sostegni diretti”, sono rimasti su 88 milioni circa. Quelli indiretti 64,5 milioni e tra questi compaiono, ad esempio, i contributi alle scuole per l’acquisto di quotidiani (come per l’Opinione), oppure i contributi speciali per le risoluzioni delle crisi aziendali (come quella de Il Sole 24 ore).

Nel 2021, inoltre, lo Stato ha stanziato 232,9 milioni di euro supplementari (143 milioni nel 2020) sotto forma di crediti d’imposta. Particolarmente favorevole per i grandi editori è la “Forfettizzazione delle rese al 95%” per cui si ha Iva agevolata al 4% e che si applica solo al 5% delle copie. Questo ha significato per Cairo, Gedi e Mondadori (fatturato di 2 miliardi nel 2020), un risparmio di 360 milioni. Di cui 71 diretti a giornali diffusi in Italia e il resto suddiviso tra minoranze linguistiche, periodici diffusi all’estero, contributi a giornali per non vedenti e per varie associazioni.

Nella categoria sopracitata si trovano i finanziamenti a quotidiani come Il Foglio(933 mila euro l’anno, dati del 2020),Libero (2,7 milioni), l’Opinione (481 mila euro) o il Secolo d’Italia (467 mila euro), organi della stampa cattolica come l’Avvenire (2,5 milioni l’anno) o Famiglia Cristiana (3 milioni) fino a vere cooperative come il manifesto (1,5 milioni). Sostegni indiretti questi, che hanno come causale “covid”, anche se non è chiaro se siano sostegni per la crisi covid oppure per la sua campagna d’informazione.

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6 Dicembre 2021 – Redazione Co.Te.Li – Fonte: comedonchisciotte.org

L’isteria mediatica della “variante” Omicron è una storia di pura fantasia. Non è altro che un’operazione di terrorismo psicologico orwelliano in stile “1984”, architettata per mantenere le popolazioni del mondo schiave e obbedienti mentre i governi terroristi portano avanti i loro programmi di depopolamento/genocidio globale. Il genio del male di questa narrazione è che non richiede alcuna prova.

Dato che nessuno può effettivamente vedere una “variante” – e dato che non esistono campioni virali isolati di ‘Omicron’ in alcuna parte del mondo, per le conferme dei test di laboratorio – una campagna coordinata di isteria mediatica semplicemente impianta nella coscienza umana lo spettro ‘Omicron’, accompagnato da una paura estrema. Fino ad oggi, a nessuno in America è stata diagnosticata la variante, e nessuno è morto per questo in alcuna parte del mondo.

Eppure, grazie al giornalismo di massa, mezza America sta impazzendo per qualcosa che probabilmente non esiste affatto. ‘Omicron’ è quasi certamente una montatura coordinata.

Eppure, dal nulla, i media sono riusciti a programmare la popolazione a perdere la testa semplicemente menzionando la parola “mutazioni”. Anche se mutazioni casuali nel materiale genetico avvengono letteralmente milioni di volte ogni giorno nel corpo di ogni essere umano, improvvisamente le “mutazioni” sono la cosa più spaventosa che si possa immaginare, secondo i media strombazzanti. Ecco perché chiamo ‘Omicron’ una “scariante” (gioco di parole con scare, paura), non una variante.

Negli ultimi due anni, i globalisti hanno confermato che la PAURA, non la “scienza”, è il loro massimo meccanismo di controllo sull’umanità

Ricordate quando nel 2020 ci hanno detto che se solo il 60-70% del paese avesse accettato di sottoporsi a due vaccinazioni, tutto sarebbe tornato alla normalità e la Covid sarebbe sparita? Era tutta una bugia calcolata fin dall’inizio. La bugia prometteva la libertà se la gente si fosse semplicemente conformata, ma ciò che ha consegnato è stata la tirannia e la paura… insieme all’obbedienza senza fine all’assoggettarsi ai vaccini imposti dal governo. Ciò che il 2020 e il 2021 hanno ora esaustivamente confermato ai globalisti è che la paura è la loro arma definitiva contro l’umanità.

Attraverso l’uso della paura coordinata, hanno potuto convincere circa la metà della popolazione mondiale a farsi iniettare dosi di terapia genica con proteine spike che mineranno la salute nel tempo ⤵️⤵️⤵️

http://spikeprotein.news/

Convenientemente, tutte quelle morti potranno essere imputate a qualcos’altro – come il cancro – evitando così che qualsiasi colpa venga addebitata ai vaccini. A proposito, perché c’è già un aumento di 29 volte dei bambini nati morti? Leggi ⤵️⤵️⤵️

https://stevekirsch.substack.com/p/latest-devastating-news-on-the-vaccine

C’è un aumento di 29 volte nel tasso di bambini nati morti a Waterloo, Ontario, che è iniziato dopo il lancio del programma di vaccinazione. Tutte le madri dei bambini nati morti erano state vaccinate… Sì, questo è un grosso problema. Ma nessuno sta ascoltando. Il rischio cardiaco potrebbe salire di 1.000 volte dopo la vaccinazione e non avrebbe importanza. Nessuno sta ascoltando

Come gli psicologi sanno molto bene, quando la paura è combinata con un sovraccarico sensoriale (cioè troppe notizie, troppe voci, rapporti contrastanti, ecc. la gente è naturalmente portata a rivolgersi a tutto ciò che assomiglia all’autorità.

La loro mente razionale è completamente spenta, e non possono più impegnarsi nel pensiero critico. Una volta che sono sufficientemente impastati nella paura implacabile, i governi del mondo li radunano nei centri di vaccinazione per le loro obbedienti iniezioni di depopolamento. Con una pagina strappata dall’esperimento carcerario di Stanford, trasformano anche gli obbedienti destinatari dei vaccini in “guardie carcerarie”/esecutori che esigono che a tutti gli altri venga iniettato lo stesso intruglio, altrimenti… Questo è il motivo per cui così tante persone vaccinate si sono trasformate in pazzi furiosi che cercano di imporre le loro iniezioni letali a tutti quelli che li circondano (e, solo forse, i prioni del vaccino stanno mangiando anche i loro cervelli, causando cambiamenti di personalità aggressivi…)

Dieci previsioni su come l’isteria da ‘variante Omicron’ sarà sfruttata dai governi terroristi per accelerare il loro genocidio criminale contro l’umanità

Negli ultimi mesi, ho predetto pubblicamente il rilascio di una nuova e più spaventosa narrativa sulle armi biologiche. L’Omicronismo coordinato dei mass media era facilmente prevedibile, e molti di noi, attraverso i media indipendenti, hanno predetto esattamente questo. Ma cosa faranno dopo? Anche questo è molto facile da vedere, dato che viene tutto dallo stesso manuale Covid. L’isteria ‘Omicron’ sarà spinta in modo aggressivo e usata in ogni modo immaginabile per raggiungere il controllo totalitario sulle masse, che saranno poi messe in fila e portate nei campi di sterminio per uno sterminio efficiente. Ecco le mie dieci previsioni per Omicron e il 2022:

Predizione #1: l’isteria della variante Omicron sarà usata per azzerare i passaporti vaccinali di tutti, costringendo la gente a un intero nuovo ciclo di vaccini per questa nuova variante. Quelli abbastanza stupidi da assecondare i vaccini della variante ‘Omicron’ si iscriveranno a una serie infinita di iniezioni di armi biologiche con proteine spike, che alla fine li uccideranno.

Predizione #2: l’isteria Omicronica sarà sfruttata per giustificare obblighi vaccinali aggressivi, chiedendo che questa “nuova emergenza” prevalga su tutti i diritti umani, la libertà medica e l’autonomia del corpo.

Predizione #3: anche se la variante Omicron è stata trovata finora solo in persone completamente vaccinate, i media corporativi bugiardi daranno la colpa della sua origine ai non vaccinati.

Predizione #4: La variante Omicron sarà usata come una storia di copertura dai media corporativi per cercare di spiegare tutti i decessi dovuti al Potenziamento Anticorpo Dipendente (Antibody Dependent Enhancement o ADE, meraviglioso caso di nome-omen, N.d.T.) causati dai vaccini Covid. Anche se le persone vaccinate moriranno in gran numero, i media incolperanno i non vaccinati (vedi #3, sopra) e chiederanno che le persone non vaccinate siano completamente rinchiuse e sia loro negato l’accesso alla società.

Predizione #5: l’isteria Omicron sarà usata per tentare di criminalizzare il dissenso contro i vaccini, gli obblighi, “l’autorità” del governo o i [veri] criminali Covid che hanno spinto la ricerca sul guadagno di funzione, come Anthony Fauci. Tutti questi discorsi di dissenso saranno designati come “pericolo per la società”, e coloro che li pronunciano saranno accusati di uccidere la gente.

Predizione #6: L’isteria di massa spinta dai media giornalisti-terroristi giustificherà i governatori che ordinano più chiusure, portando a più fallimenti della catena di approvvigionamento, scarsità di prodotti e inflazione dei prezzi.

Predizione #7: Se i media possono spingere l’isteria Omicron con sufficiente ferocia, sarà usata per cancellare le elezioni di medio termine del 2022 o per richiedere il voto universale per posta, citando i “pericoli estremi” cui si troverebbe esposto chiunque uscisse in pubblico.

Predizione #8: Ogni fallimento economico causato dal regime incompetente e criminale di Biden sarà incolpato alla Omicron. Questa “variante” immaginaria diventerà immediatamente il capro espiatorio per i prezzi dell’energia alle stelle, le carenze di approvvigionamento e gli scaffali dei negozi di alimentari vuoti. I media daranno la colpa di tutto a Omicron, e poi daranno la colpa di Omicron ai non vaccinati.

Predizione #9: A un certo punto, la variante Omicron o la prossima che verrà scatenata sarà usata per giustificare i vaccini obbligatori porta a porta in America, insieme al rapimento medico di chiunque resista, portandolo in campi di concentramento per Covid per uno sterminio efficiente (questa pratica è già iniziata in Australia, dove i militari rapiscono gli indigeni e li portano via nei campi sotto la minaccia delle armi).

Predizione #10: Omicron non sarà l’ultima variante usata per evocare l’isteria di massa e i pagamenti multimiliardari del governo a Big Pharma. Questa pandemia-truffa si ripeterà ogni anno o giù di lì, in perpetuo, finché la gente rimarrà nella paura e la asseconderà.

Potete trovare tutti i dettagli, in un breve aggiornamento in podcast ⤵️

https://www.afinalwarning.com/574550.html

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

Puoi leggere anche su 👇

https://cataniacreattiva.it/dieci-possibili-previsioni-per-la-variante-omicron-eoltre/

Tratto da : http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/

Riportiamo di seguito l’articolo del giornalista definito “complottista” Gianni Lannes di alcuni anni fa, sempre più che attualissimo

Basta scandagliare la legislazione tricolore per imbattersi in amare sorprese. Come ad esempio la legge 5 gennaio 1994, numero 36,che porta la firma di Scalfaro, Ciampi e Conso. Per la cronaca: Ciampi è quel personaggio che ha favorito illegalmente la svendita agli stranieri dell’Italia. E il sistema di potere l’ha premiato piazzandolo infine al quirinale. Infatti, questa normativa statuisce addirittura la liceità degli interventi sui fenomeni atmosferici, in spregio delle convenzioni internazionali che vietano le manipolazioni degli equilibri naturali. E’ una norma di una gravità criminale. 

Ecco cosa recita l’articolo 2 (Usi delle acque):

«1. L’uso dell’acqua per il consumo umano e’ prioritario rispetto agli altri usi del medesimo corpo idrico superficiale o sotterraneo. Gli altri usi sono ammessi quando la risorsa e’ sufficiente e a condizione che non ledano la qualita’ dell’acqua per il consumo umano.

2. Con decreto emanato, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, dal Ministro dell’ambiente, di concerto con il Ministro dei lavori pubblici, ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, e’ adottato il regolamento perla disciplina delle modificazioni artificiali della fase atmosferica del ciclo naturale dell’acqua» (potete verificarlo voi stessi QUI e cliccate sul numero 2 a sinistra per andare all’articolo interessato) .

OVVIAMENTE DI QUESTO NESSUN ITALIANO NE E’A CONOSCENZA, E SONO ANNI CHE FANNO LEGGI A NOSTRA INSAPUTA, PERCHE’ I MEDIA,TG E GIORNALI, (assoldati dai partiti) FANNO TRAPELARE SOLO CIO’ CHE POSSIAMO SAPERE…In Italia le prime sperimentazioni sul clima sono state realizzate segretamente dalla Nasa nei primi anni ’60, proprio in Sardegna con il bario. In altri termini, l’avvelenamento è legalizzato dallo Stato tricolore.

Su cosa si basa l’accordo Bush – Berlusconi

Per inquadrare correttamente l’accordo Italia-U.S.A. definito “Piano dettaglio accordo Italia U.S.A. sul clima” (http://www.scribd.com/doc/8284646/Piano-dettaglio-Accordo-Italia-Usa-Sul-Clima), si deve necessariamente far riferimento al grande inganno definito “riscaldamento globale”, che ha portato ad accordi internazionali, indirizzati a costituire un alibi per le inevitabili violente mutazioni climatiche che la diuturna diffusione di metalli e polimeri in atmosfera avrebbe determinato. Tra questi un innaturale “effetto atmosfera” indotto proprio dalle cosiddette “scie chimiche” e dalle emissioni elettromagnetiche. La stessa N.A.S.A., pur definendole in modo menzognero “contrails”, imputa a queste coperture artificiali un riscaldamento anomalo della bassa atmosfera. L’accordo Italia-U.S.A. (insieme con il successivo accordo “Cieli liberi”) portò alla liberalizzazione dello spazio aereo italiano, sotto il paravento delle sperimentazioni scientifiche atte a contrastare un inesistente riscaldamento globale da CO2. E’ segno di superficialità seguitare a ripetere che sono soltanto aerei militari (pilotati e no) a diffondere veleni: questi velivoli operano ancora soprattutto nottetempo, ma di giorno ormai gran parte dello “sporco lavoro” è svolto da aerei passeggeri e cargo che impiegano carburanti additivati. 
L’uso di carburanti contenenti additivi è davvero il punto di svolta. Come abbiamo osservato, non è più necessario né installare appositi apparati né ricorrere a chissà quali sotterfugi per rifornire le unità aeree di particolari miscele. Tutto avviene in modo semplice e regolare, alla luce del sole

Potete leggere l’articolo anche su👇

https://cataniacreattiva.it/sapete-che-la-modifica-dellatmosfera-con-le-scie-chimiche-e-prevista-dalla-legge/

Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, fra cui anche Marzia Chiocchi di Mercurius5, e Monica Tomasello di Catania CreAttiva, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale.]

di Marilena Messina

Mi reco spesso per motivi professionali in Svizzera

In questo travagliato periodo di regole assurde e restrizioni varie, ho da sempre notato una certa differenza di atteggiamento da parte del popolo svizzero e della sua politica, rispetto a quella italiana.

Il sistema politico elvetico si basa sul federalismo e la democrazia diretta (referendum popolari), che attribuiscono ampia autonomia ai 26 cantoni rispetto alla Confederazione.

In questo periodo, infatti, all’interno degli stessi cantoni sono esistite regolamentazioni diverse e misure differenziate. In generale quello svizzero è un popolo molto libero che da sempre mal digerisce imposizioni.

Le mascherine, ad esempio, sono diventate obbligatorie solo in alcune circostanze e luoghi al chiuso, mal tollerate all’aperto anche se in aree di affollamento, come il lungolago, le zone turistiche, i centri cittadini ma solo, in alcuni cantoni o città. Moltissimi non la indossano, e anche da me quasi mai usata, se non in luoghi al chiuso ed a stretto contatto con le persone.

Ho notato, però, con l’andar del tempo, un’ omologazione sempre più evidente con la narrazione standard europea. Ultimamente si parla molto di vaccini come unico modo per uscire dalla pandemia, quindi con un’informazione sempre più schierata ed allineata da una certa volontà politica del tutto simile a quella italiana.

La Svizzera, paese neutrale, non fa parte dell’UE e ciò determina la sua ricchezza politica, oltre a quella economica, per la detenzione di grandi capitali provenienti dall’estero. Gli interessi economici sono, quindi, sempre stati alla base di ogni scelta e azione politica.

Purtroppo sembrerebbe che gli stessi interessi, che prima la spingevano alla neutralità in ogni settore ed a scelte prettamente nazionaliste, adesso stiano spingendo ad una sorta di “ europeizzazione

In questo periodo di pandemia i cantoni hanno perso molto del loro potere decisionale autonomo, e sono stati costretti a “digerire” le decisioni di un governo centrale del tutto assimilabile al nostro CTS Italiano, che ha diretto ed emanato le regole covid.

La nota positiva è che sono stati erogati miliardi di franchi per imprese e dipendenti, costretti al lockdown e a conseguente mancanza di lavoro.

Questi denari sono tutti arrivati a differenza dell’Italia.

La nota negativa è il foraggiamento economico ai media svizzeri (proprio come avviene in Italia) e il continuo tentativo di imporre limitazioni alle libertà individuali. Si parla infatti anche qui di covid pass per la partecipazione ad eventi, manifestazioni, ingressi in ristoranti ecc…Atteggiamento molto sgradito ad una grande fetta della popolazione e alla politica di centrodestra.

Tutte queste regole dovrebbero comunque terminare alla fine di quest’anno (2021)

Nel frattempo, proprio per questo motivo, il 13 giugno scorso e’ stato indetto un referendum, che prevedeva altre quattro tematiche su cui decidere

1) acqua potabile

2) no uso pesticidi sintetici

3) legge covid

4) legge contro terrorismo, più poteri a polizia

5) legge CO2.

Purtroppo gli interessi economici di cui prima ho parlato, hanno spinto circa il 61% dei votanti a favore delle regole covid (che sarebbero state abrogate da subito se avesse vinto il no), permettendo così alle 100.000 imprese di continuare ad usufruire dei finanziamenti governativi accreditando, nel contempo, tutte le stesse regole liberticide contro cui una gran parte del popolo e dei politici di centrodestra stanno lottando.

Gli stessi media continueranno a ricevere i finanziamenti proprio come in Italia, destando molta preoccupazione per una mancata informazione libera e non di parte. Il 61% degli elettori ha anche votato favorevolmente per continuare ad usare pesticidi chimici e antibiotici nelle batterie di allevamento. La motivazione è da ricercare nella maggiore produzione autonoma di approvvigionamento alimentare che, senza l’uso degli stessi, costringerebbe la Svizzera ad una maggiore importazione per il fabbisogno nazionale.

In definitiva, come avevo già sottolineato, i motivi economici sembrerebbero comunque sempre prevalere, omologandosi al resto dei paesi UE quando conviene ( legge Covid), rimanendo nazionalisti in altri momenti ( legge pesticidi).

L’impressione sempre più accreditata è che anche la Svizzera si stia incamminando verso una veloce politica Euro Globalista, staccandosi solo a tratti per pura convenienza.

Ma quanto la Svizzera è veramente a favore del popolo?

Potrà’ continuare a mantenere il piede in due scarpe?

A volte nazionalista a volte Europeista. Quanto tempo passerà prima che l’UE chieda il conto?

All’indomani della tornata referendaria ecco emergere i primi malumori di un popolo da sempre democratico e libero, che non comprende il perché di questo risultato controcorrente. Da qui, un pensiero sempre più assillante di boicottaggio elettorale…e l’Italia come gli USA, sanno cosa significa!!!

In un periodo che non ha precedenti nella storia del nostro Paese, le istituzioni fanno caso a sé, nel più che evidente disinteresse della volontà di un’intera nazione, ed espressione di un meccanismo ormai inceppato. 

di Roberto Roggero

Non si è mai parlato tanto di credibilità e politica come oggi, complice la situazione di pandemia, che ha gettato il Paese nel caos, nella totale assenza di punti di riferimento, e soprattutto di buon senso. Complice anche una certa stampa ufficiale, il cosiddetto “mainstream”, dal quale proviene disinformazione più che informazione vera e propria. 

Analizzando i criteri utilizzati dai media che selezionano la notizia, non sorprende che il significato del termine “credibilita” sia più che altro sinonimo di “crisi”, soprattutto se si considera che non pochi aggiungono il termine “irreversibile”. 

La credibilità dovrebbe essere il fondamento della vita politica di un Paese, di un ordinamento che si definisce a gran voce “democratico”, principio tanto abusato quanto latitante, in un’Italia malata, affetta da una patologia alla quale sembra sempre più difficile trovare rimedio. Tanto più che la perdita di credibilità ha un prezzo da pagare per l’intera collettività. 

Di esempi ce ne sono anche troppi, purtroppo, con politici che sono riusciti, inspiegabilmente (ma nemmeno tanto!) a passare attraverso gravi crisi di credibilità con scandali, magre figure, casi lampanti di malafede, incompetenza, superati senza conseguenze, e soprattutto facendosi beffa di quell’assunto, ormai senza significato, che campeggia nelle aule dei tribunali: “La Legge è uguale per tutti”, da sostituire con “La Legge dovrebbe essere uguale per tutti”.

Il problema si trasferisce quindi su un altro piano: assuefazione, distrazione dell’opinione pubblica, somministrazione di continue giustificazioni, e molto altro; o forse semplicemente l’emergere, e l’affermarsi, di un nuovo concetto politico: la credibilità non è più così necessaria come un tempo. 

Per tentare di arrivare a una risposta soddisfacente, bisogna quindi chiedersi che cosa è la credibilità. Secondo il dizionario della lingua italiana: “la possibilità che qualcuno venga creduto”. Ed è questo il nocciolo della questione, perché qualcuno è ritenuto credibile se agisce secondo onestà, rettitudine, fede all’impegno, trasparenza, e altre belle parole, che rimangono sulla carta. 

Il ben noto Aristotele, nella “Retorica”, sostiene che normalmente si è portati a credere per istinto a una persona onesta, specialmente nelle occasioni in cui è richiesta opinabilità più che certezza. Il filosofo, pur ricco di buone intenzioni, probabilmente sapeva per primo che tale affermazione non può essere ritenuta universalmente giusta, semmai lo è solo in parte. La credibilità non è una qualità soggettiva morale di una persona, ma qualcosa che si attribuisce in virtù delle azioni, e viene riconosciuta dagli altri. Quindi non è certo innata, come il concetto di rispetto, che deve essere guadagnato, non certo dovuto. In ogni caso non prescinde dalle qualità personali, che pur ne sono fondamento, ma nasce e si afferma in seguito a una relazione, a un rapporto. Inoltre, non è possibile, per definizione, essere credibili in senso generale, ma sempre per qualcuno, e mai per tutti. Di conseguenza, credibilità e fiducia possono essere considerate due aspetti di una stessa relazione sociale. 

Colui che si propone come “individuo credibile”, dovrebbe chiedersi: “Che cosa devo fare per essere credibile?”, mentre dall’altra parte, dovrebbe essere formulata la domanda: “Posso credergli?”. Partendo quindi dal piano personale, l’individuo che esercita la politica nella Res Publica, deve avere il requisito fondamentale della credibilità verso sé stesso, ovvero: “Se mi vedessi dall’esterno, mi crederei?”

Stando così le cose, si può creare un baratro insanabile fra l’immagine di sé che un individuo cerca di costruire attraverso determinate azioni, e la credibilità che si è disposti a riconoscergli. 

Chi appare credibile per alcuni, può non esserlo per altri o, almeno, può non esserlo per le stesse ragioni. Nei fatti: i sostenitori ritengono il proprio leader una persona dotata di qualità eccezionali, mentre i delatori lo considerano un esaltato, indegno anche di prendersi cura di un canile municipale. 

Dal momento che il principio di credibilità non è una qualità soggettiva e personale, ma una pretesa avanzata nelle relazioni sociali, è necessario riconoscere che comunque deve essere sempre costruita mattone per mattone. Per questo, l’individuo che esercita la politica, istintivamente tende a enfatizzare, e soprattutto manipolare, i segnali della propria credibilità, per raccogliere più consenso possibile. 

A questo punto, la credibilità appare sempre più come una sorta di scommessa. Una scommessa molto rischiosa, in particolare nel contesto attuale, dove appartenenze e riferimenti politici sono manifestamente aleatori. 

In politica, la credibilità è alimentata da due forme di relazione: un rapporto in senso, per così dire, “verticale”, fra cittadini e rappresentanti politici; e un rapporto “orizzontale” fra un insieme di individui parte di uno stesso schieramento, che dovrebbero avere obiettivi comuni. Da questo quadro, nasce un ulteriore problema: la necessità di figure di riferimento per l’esercizio della democrazia, e la necessità di stabilire principi comunitari. Oggi il problema che ci si trova di fronte è proprio questo: quali figure di riferimento? Quale comunità? Di conseguenza: quale credibilità, se questa stessa ha contorni sempre meno definiti, in uno scenario dove governanti e governati sono su sponde opposte, separati da un oceano culturale e sociale? Il problema non è tanto il fatto che gli errori dovrebbero insegnare, quanto che non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire. 

Il noto sociologo Joshua Meyrowitz ha osservato, a questo proposito, che nelle società liberal-democratiche i leader politici non hanno scelta: devono sottostare alla legge della visibilità attraverso i media. Gli fa eco lo scrittore Christian Salmon, che ha introdotto il concetto di “story telling” applicato alla politica, e che ha notato come, per la classe politica attuale, esista una sorta di relazione di proporzionalità inversa fra posizioni effettive in un organismo di governo, e la presenza sui media: tanto minore è il controllo delle prime, tanto più intensa deve essere la seconda. 

La visibilità è ormai un imperativo nella “democrazia mediatica”, a cui non ci si può più sottrarre. Questo è il motivo principale che spiega perché esistano, o siano esistiti nel recente passato, leader politici che prima di scendere in campo si sono assicurati il controllo dell’informazione. Da qui ne deriva il metro di misura della credibilità nell’azione di governo, e la spia di come sia diventata un’arte sopraffina la comunicazione di massa, potentissima arma nell’influenzare l’opinione. La credibilità non riguarda più esclusivamente la competenza politica o l’abilità nell’argomentare, ma la totalità delle caratteristiche personali. In questo spostamento acquista rilevanza la dimensione del rapporto fra cittadino e leader. 

Quali sono i rischi di questo rapporto? Di certo è possibile, in teoria, osservare più da vicino l’azione di un individuo nella sua azione politica, il quale però non può essere in grado di tastare, in tempo reale, il polso della reazione che il suo comportamento genera nella pubblica opinione. 

Il rischio è che l’esposizione, attraverso media e social-media, contribuisca a un drastico calo della considerazione del proprio ruolo, poiché porta alla luce ciò che prima era confinato nel “dietro le quinte”. In sostanza, un’arma a doppio taglio. 

La visibilità mediatica può produrre un profitto in termini di notorietà, ma espone al tempo stesso il leader al rischio di un limitato controllo della propria immagine. Una dichiarazione inappropriata risulta immediatamente controproducente, senza possibilità di recupero, con conseguenze negative in termini di consenso. In poche parole, si ribadisce il concetto hegeliano: “Nessuno è un grande uomo per il suo cameriere”. Quando i “camerieri” sono svariati milioni di cittadini (elettori), il rischio e direttamente proporzionale. 

Come ha osservato il sociologo Niklas Luhmann, la credibilità si basa necessariamente su informazioni preliminari, riguardanti il soggetto che si propone come credibile, senza la quale non si otterrebbe alcuna fiducia ma, al tempo stesso, contiene sempre una incognita, limite e rischio costitutivo. Per questo la credibilità, non solo in politica, necessita di continuo riscontro. 

Nel contesto italiano possiamo ricordare la affermazione di Luigi Di Maio quale riferimento politico del Movimento 5 Stelle, poi ratificata a grande maggioranza dalla cosiddetta “piattaforma Rousseau” oppure, in precedenza, la lunga sequenza di dignitari indicati più o meno esplicitam nente da Berlusconi, poi rivelatosi una sorta di Conte Ugolino che divora i propri figli. 

Della credibilità fa parte anche la indubbia capacità di creare, e costruire ad arte, il proprio nemico, e relativa credibilità: creare un’immagine negativa dell’avversario, e quindi smontarla pezzo per pezzo, secondo tempi e modi prestabliti. 

Anche in questo caso di esempi ce ne sono a non finire. Uno per tutti, l’elezione politica 1994, con discesa in campo di Berlusconi. Un punto di svolta che ha segnato un percorso da allora sempre più in discesa. Arrivando alle elezioni politiche più recenti, nel 2018, abbiamo assistito all’affermarsi del metodo cosiddetto “Hate Speech”, ovvero lo screditare senza pause il proprio avversario. Una tecnica finemente messa a punto soprattutto dagli esperti al servizio di Berlusconi, il quale ha inondato l’opinione pubblica di epiteti come “Nella mia azienda li prenderei per pulire i cessi” (riferito ai 5Stelle); oppure un Alessandro Di Battista che, prima della formazione del governo giallo-verde, si è rivolto all’alleato Salvini, dicendo che era come il cagnolino Dudù di Berlusconi. Per non parlare dell’ormai famoso appellativo “psiconano” affibbiato da Grillo al Cavaliere, così come quelli che il “garante” dei 5Stelle ha rivolto a Matteo Renzi: “minorato morale”, “il nulla che parla”, “pollo che si crede un’aquila”. Come risposta, dal fronte opposto, per conto del PD, il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha riunito Di Maio, Di Battista e Fico definendoli “tre mezze pippe”. Decisamente deprimente. 

Il fatto è che non è certo compito di chi fa comunicazione dare il diploma di “Dottore in Credibilità”, ma non dovrebbe esserlo soprattutto per chi fa politica: tale riconoscimento non può essere unilaterale e asimmetrico, dalla base al vertice e dalla periferia al centro, ma deve assumere un carattere di reciprocità, soprattutto quando la governance di uno Stato dimostra, fin troppo evidentemente, caratteri di “stanchezza”, per non dire di totale esaurimento. 

La politica italiana sta mostrando il lato peggiore, che guarda solo all’autoconservazione. Tutti si muovono in difesa di una poltrona, di una posizione, di un pezzo di potere. I richiami all’interesse del Paese sono letteralmente strumentalizzati per una scelta di parte sempre più contorta, con manifestazioni di palese presa in giro della comunità pubblica. Prova ne sia il fatto che sia possibile, per un qualsiasi rappresentante di governo, decidere di uscire dal proprio schieramento e dare vita a un nuovo fronte politico, di fatto autorizzato a sedere in Parlamento. Secondo i principi di quella che dovrebbe essere la democrazia, certo è possibile staccarsi dalla propria lista, ma prima di sentirsi autorizzati a partecipare all’azione di governo, il nuovo schieramento dovrebbe essere legittimato dal voto dei cittadini. E ormai da tempo, purtroppo, non è più così. Intanto, il Paese continua a soffrire per la ormai cronica incapacità di fornire le risposte che servono. 

Al danno si aggiunge poi la beffa, se si considera l’informazione e la disinformazione, a getto continuo, e costante ricerca di una parte allineata della stampa, pronta a prestarsi al gioco per conservare posizioni, o appropriarsi di nuove, in uno scenario sempre meno caratterizzato dalla preparazione e dalla meritocrazia.