16 Febbraio 2022 – Redazione

Cocaina a casa del senatore Cerno (Pd). Pusher nella sua abitazione per 4 volte. Si allarga a macchia d’olio l’inchiesta sul traffico internazionale di stupefacenti che coinvolge anche la sorella di Ornella Muti, la 71enne Claudia Rivelli. Nell’indagine compare anche un politico, seppur non indagato, si tratta del senatore del Pd Tommaso Cerno.

Senatore Cerno: non sapevo nulla

“Sapevo tutto di questa vicenda – spiega Cerno al Corriere della Sera – rispetto alla quale sono completamente estraneo e ho collaborato subito con i carabinieri. All’epoca ero fidanzato con un ragazzo che aveva dei problemi. Evidentemente quando non ero a casa ha ricevuto gli spacciatori presso la mia abitazione per farsi consegnare cocaina. Io non ne sapevo nulla, né ho mai avuto rapporti con nessuno di loro. Quando mi hanno avvisato, i carabinieri mi hanno anche detto di informarli se ci fossero stati problemi”. Una delle consegne di droga è stata del valore di 930 euro.

PENSA SENATORE CERNO, CHE NEPPURE L’ALLORA MINISTRO SCAJOLA NON SAPEVA CHI GLI AVESSE AFFITTATO LA CASA VISTA COLOSSEO AD UN PREZZO DI ENORME FAVORE! ADESSO, LEI VUOL RAPPRESENTARE LO STESSO TEATRINO? AH…..BEH….HA RAGIONE! SCAJOLA, ANDATO A PROCESSO VENNE ASSOLTO! E LEI SPERA IN QUESTO! CONFIDARE NELLA PARTE CORTOTTA DELLA MAGISTATURA! IN CHE MANI! MA FINIRA’, FINIRÀ!!!! ANCHE LA VOSTRA PACCHIA FINIRÀ!!!!!

MA LA COSA PIU’ INAUDITA E’ CHE VIENI INVITATO NELLE TRASMISSIONI POLITICHE A PARLARE DI GIUSTIZIA, VACCINI, PANDEMIA! MA I NOSTRI TEMPI TI VOLATILIZZERANNO FINO A FAR PERDERE LE TUE TRACCE! E, COME PRIMA COSA, SPERIAMO CHE TU SIA ALLONTANATO DA TUTTI I TALK, PERCHE NON SEI PIU’ DEGNO DI APRIRE QUELLA BOCCA E PONTIFICARE

Trentanove in totale – prosegue il Corriere – le persone arrestate nell’ottobre 2019, cinque già mandate a processo con rito immediato, a cui se ne sono aggiunte altre trenta sei giorni fa, dopo la chiusura delle indagini da parte della Procura. Come avveniva a casa di Tommaso Cerno, le consegne erano fatte a domicilio anche nel periodo di lockdown. La sostanza più richiesta era la cosiddetta «droga dello stupro», facilmente confondibile con altri liquidi cambiandone l’involucro.