19 Marzo 2022 – Redazione

L’attacco contro la struttura avrebbe provocato solo un ferito. La “sperata” strage dei media italiani, non c’è stata

L’attacco compiuto dalla Russia contro il teatro rifugio di Mariupol ha prodotto un solo ferito grave e nessun morto. Lo hanno riferito le autorità locali. In precedenza era stato comunicato che 130 persone erano uscite vive dalla struttura, bombardata da Mosca nonostante dall’alto fosse ben visibile la scritta «deti» («bambini»). Lo scrive Tgcom24.

Gli attacchi stanno diventando dei simboli della propaganda, che in questa guerra viene utilizzata  per far pressione sull’opinione pubblica internazionale. Subito dopo il bombardamento, infatti, l’Ucraina ha immediatamente denunciato un massacro di civili senza precedenti. Ma la Russia ha immediatamente replicato negando le accuse di aver colpito il teatro, e accusando a sua volta i soldati del battaglione Azov, gli ultranazionalisti ucraini, di essere gli autori della strage, compiuta per poi poter accusare Mosca in quella che è stata definita una «nuova sanguinosa provocazione, facendo saltare in aria l’edificio del teatro minato da loro». E la stessa Human Rights Watch ha chiarito di non poter escludere che nel teatro, o nelle vicinanze, ci fosse un obiettivo militare.

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