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‘VarianteOmicron’

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23 Dicembre 2021 – Redazione Co.Te.Li – Fonte: Il Giorno

Su Omicron è necessario recuperare «una discussione seria, pacata, pragmatica e basata sui fatti». E’ l’invito che il virologo italiano Guido Silvestri, docente negli Usa alla Emory University di Atlanta, rivolge sulla base degli ultimi dati emersi sulla nuova variante di Sars-CoV-2.

Risultati che lo scienziato riassume in un post su Facebook, «nella speranza di poter dare un contributo, magari anche molto modesto – scrive – perché il mio Paese lontano, esca da questa ondata di isteria collettiva che sembra averlo preso in queste ultime settimane».

Ci sono tre fatti importanti che stanno emergendo sulla nuova variante Omicron che meriterebbero una seria discussione».

Primo fatto: «La letalità calcolata di Covid-Omicron (in gergo tecnico: Infection Fatality Rate, cioè il rapporto tra numero dei decessi e numero dei casi osservati) sembra molto più bassa di quella delle varianti precedenti. Il dato dal Sudafrica su quasi 400mila casi parla di 0,26% di letalità, paragonata al 2,5-4% delle ondate precedenti. Questo nonostante la popolazione sia pienamente vaccinata solo al 26,3% (42% degli adulti). In accordo con questa osservazione, la pressione sulle terapie intensive del Sudafrica, un Paese da 60 milioni di abitanti, rimane bassa, con un totale di 546 letti occupati (molto meno che in Italia)».

Secondo fatto evidenziato dal virologo Silvestri: «È di oggi la notizia dello studio del National Institute for Communicable Diseases del governo sudafricano diretto da Nicole Walter e Cheryl Cohen, secondo cui il rischio di ospedalizzazione nei pazienti che hanno contratto Omicron è il 20% di quello osservato nei pazienti che avevano contratto Delta (per essere chiari, se il rischio di finire in ospedale per Delta fosse stato del 5%, per Omicron sarebbe dell’1%). Nonostante lo studio utilizzi controlli storici (Delta è sparita dal Sudafrica adesso), l’analisi è stata fatta dopo aver corretto per età, sesso ed anamnesi positiva per aver contratto l’infezione in precedenza».

Terzo fatto ricordato dal virologo: «È dei giorni scorsi lo studio molto interessante della LKS Faculty of Medicine alla Università di Hong Kong, diretto da Michael Chan Chi-wai e John Nicholls, secondo cui la variante Omicron è più efficace nell’infettare le cellule delle alte vie respiratorie e dei bronchi, ma meno efficiente nell’infettare quelle del tessuto polmonare profondo. Questo studio potrebbe rappresentare la base meccanistica della minore severità clinica osservata in Sudafrica, in quanto la polmonite interstiziale con danno alveolare diffuso e conseguenti complicanze sistemiche è l’elemento centrale nella patogenesi del Covid severo».

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

23 Dicembre 2021 – Redazione Co.Te.Li – Fonte: Libero

LA DOMANDA CHE MOLTI MEDICI COSCIENZIOSI SI STANNO PONENDO È QUESTA…MA COME FA UN ORGANISMO, PUR SANO CHE SIA…A SOPPORTARE TRE VACCINAZIONI L’ANNO DI QUESTA PORTATA? ORMAI NEGARE L’EVIDENZA È DIVENTATO LO SPORT NAZIONALE! E COSI, IL PROF. ARNALDO CARUSO, HA LANCIATO UN NUOVO ALLARME SULLA CAMPAGNA DI VACCINAZIONE!

Solitamente le vaccinazioni lasciano una memoria immunitaria lunga, ma con un virus così mutato l’antidoto perde efficacia in fretta: è necessario sequenziare i patogeni in modo massiccio per aggiornare le fiale prima che le nuove varianti siano incontrollabili. Fare tre vaccinazioni all’anno non è sostenibile. I dati clinici dicono che l’efficacia c’è, molto sui giovani, meno su fragili e anziani. Ma tutto dipende dall’intensità della risposta immunitaria personale. La terza dose comincia a perdere forza entro 4-6 mesi”.

Una quarta dose dello stesso vaccino, con Omicron molto mutata e che può mutare ancora, non è auspicabile. Serve, per il nuovo richiamo, tra 4-6 mesi un antidoto che sia confezionato anche sulla proteina variante di Omicron. Abbiamo un prodotto formulato su una sola proteina Spike della vecchia variante, mentre il virus è molto mutato. Gli anticorpi per contattare tutte le mutazioni devono essere tanti e molto attivi, ed ecco che parliamo della quarta dose. Senza un vaccino calibrato su tutte le varianti, siamo costretti a tante iniezioni. Ma ciò non può andare avanti all’infinito”.

PAUCA VERBA SAPIENTI (a buon intenditor poche parole)

CHI È IL PROF. ARNALDO CARUSO (Curriculum vitae) ⤵️⤵️⤵️

https://www.unibs.it/sites/default/files/ugov_cvfiles/cv/ugov_cvpersona_it_000001427.pdf

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