16 Dicembre 2021 – Redazione Co.Te.Li

La corsa all’ultimo guadagno degli imprenditori del settore ristorazione, rischia di vanificare i sacrifici che fino ad ora  sono stati fatti. Dal 9 luglio, con l’iniziativa #IONONCISTO, sono emersi forti dubbi sul green pass, che molti commercianti hanno definito, a più riprese, economicamente fallimentare e socialmente discriminatorio. Ma il Governo ha fatto e sta facendo orecchie da mercante nell’ascoltare le lamentele e il dissenso chi non è d’accordo con queste misure restrittive più politiche che sanitarie. Mentre continua ad aumentare le tasse, le bollette delle utenze energetiche, nonostante lo stato di emergenza prolungato, le chiusure passate, che non hanno permesso di guadagnare nella giusta misura, per poterle pagare, lo Stato chiede, chiede, chiede!

Anzi, con l’incedere delle Festività natalizie, Draghi e compagni, sembra voler infierire per oscurare anche quel momento di serenità che il Natale dovrebbe regalare, nonostante tutto!

Alessia Brescia, portavoce e Presidente Associazione Ristoratori Veneto & ho.re.ca concorda con quanto già espresso da Leo Ramponi, Presidente dell’Associazione Ristoratori, aderente a Confcommercio, riguardo al protrarsi del danno catastrofico che la categoria sta subendo.

Il “terrorismo” che sta dilagando non fa altro che aggravare una situazione, sempre più avvolta in una pericolosa spirale.

TUTTO FA PENSARE AD UN IMMINENTE DEBACLE!!!

Il 65% delle disdette nel settore ristorazione sul territorio Veneto, ad esempio, vanno a braccetto con quelle del settore del turismo, con un calo di prenotazioni che sta massacrando entrambe le categorie. Il Supergreenpass non è stato altro che un caterpillar pronto ad asfaltare tutto ciò che ha incontrato e incontra.

E’ inutile ricordare quanto il mondo della ristorazione stia soffrendo dal marzo 2020” , e sarebbe l’ora, diciamo noi, che la categoria si ribellasse per farsi ascoltare da un governo che, volutamente sordo, sta eludendo qualsiasi richiesta atta a trovare un punto d’incontro per ricostruire il Paese.

Qualcuno ha dovuto abbandonare l’attività, perché il periodo è stato molto molto pesante”racconta un ristoratore romano. Da Nord a Sud il Covid ha spazzato via certezze e abbassato saracinesche: il fatturato è calato di almeno il 40% e il 95% delle strutture è a rischio insolvenza. Smart working e restrizioni non hanno aiutato. 

Roma è la prima città d’Italia per ristoranti chiusi nel 2020, seguono Milano e Torino.

PER APPROFONDIRE ⤵️⤵️⤵️

https://www.imolaoggi.it/2021/12/16/natale-fipe-500mila-clienti-in-meno-nei-ristoranti/

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

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