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‘FEBBRAIO 2022’ Category

05 Febbraio 2022 – Fonte: Giorgio Gandola (La Verita’)

L’ex presidente Rai Marcello Foa: «Al fronte si passa da una notizia emotiva all’altra, scatta la catena mediatica e addio alla verità. Qui per la stampa la priorità non è accertare i fatti, ma ingaggiare crociate per le cause supreme».

È dura quando hai lo «spin» nel fianco. E quando ti devi districare fra bombardamenti rubati ai videogame, quando gli eroici marinai ucraini morti sull’isola dei Serpenti in realtà sono vivi. Epica bellica o balle spaziali? Meglio chiederlo a un esperto come Marcello Foa, ex presidente Rai, da anni studioso del fenomeno e autore di un saggio che spiega tutto dal titolo: Gli stregoni della notizia, come si fabbrica informazione al servizio dei governi. Quindi di Vladimir Putin, dell’assediato Volodia Zelensky, dell’Occidente mai estraneo a queste pratiche poco allegre. Nel frattempo la verità è un optional, anzi un algoritmo.

Partiamo dall’esplosione nella centrale nucleare di Zaporizhzhia. Follia russa, attentato ucraino o fake news?
«Se una persona si astrae da considerazioni di parte, la verità non la può sapere adesso. È il classico tentativo di inquinare le acque per far sì che la responsabilità ricada sul nemico. Una volta c’erano gli inviati di guerra che verificavano di persona, oggi la velocità dell’informazione digitale rende difficile ogni approfondimento. Si passa da una notizia emotiva all’altra».

Ieri Putin ha imposto una censura durissima e la Bbc ha ritirato i giornalisti da Mosca.
«È la misura drastica di un regime illiberale. La censura in tempi di guerra è la norma, ma termini così impositivi – 15 anni di carcere per presunte fake news – sono per noi impressionanti. Tutto questo non fa che confermare quanto sia importante la battaglia dell’informazione».

Questa guerra è un manuale di condizionamento psicologico.
«L’altro ieri Putin ha tenuto un Consiglio di guerra in diretta tv e ha detto: in Ucraina sono presenti mercenari stranieri che usano i civili come scudi umani per impedire loro di lasciare le zone di operazione. Un’affermazione forte, ma è vera oppure no? Di sicuro è ben studiata. Nell’opinione pubblica russa che vede rappresentata così la realtà, cresce l’indignazione a sostegno dei “fratelli ucraini oppressi”. E se ci sono vittime civili, la colpa è dei mercenari».

Gli ucraini rispondono colpo su colpo.
«Qualche giorno fa è stata diffusa la notizia che un commando ceceno è stato sgominato nel tentativo di uccidere Zelenski; l’attentato sarebbe fallito grazie ai servizi segreti russi che hanno fatto una soffiata agli ucraini. Notizia vera, parzialmente inventata, falsa? Nessuno può saperlo. Ma l’effetto mediatico è sicuro perché dire che i servizi russi hanno allertato gli ucraini è un modo per seminare zizzania fra gli occupanti e far sapere agli ucraini che i russi non sono compatti».

Morale di tuo questo?
«La guerra è un susseguirsi di episodi che hanno come obiettivo il condizionamento psicologico del pubblico per esaltare e motivare la tua parte, screditare e demotivare i nemici. E infine disorientarli perché prendano decisioni sbagliate. Le informazioni che passano sono di tre livelli: quelle dei russi per i cittadini russi, quelle degli ucraini per gli ucraini e quelle dei due contendenti per il mondo. Una macchina infernale dove la disinformazione professionale è la norma. Per esempio i giornali russi hanno avuto la disposizione di non parlare mai di guerra ma di operazione speciale».

In Italia si demonizza perfino Fëdor Dostoevskij.
«È una caratteristica negativa dell’informazione moderna. La grande stampa, nella migliore accezione del termine, dovrebbe aiutare a capire i fatti e invece tende a instaurare un “frame” su cause supreme. Chi non è allineato viene additato come eretico. Questo approccio è sbagliato e pericoloso per la democrazia ma accade ogni sera. Finisce per contare la cornice valoriale e non quella analitica; l’importante è definire cosa è bene e cosa è male. Così si crede ideologicamente al bianco o al nero senza considerare le sfumature. E questo esaspera la polarizzazione».

Come avviene la manipolazione emotiva?
«Associando la cornice valoriale a una forte emozione subliminale. Con il Covid era la paura della peste, con la guerra è la paura atomica, associata a un sentimento di ingiustizia nei confronti del popolo ucraino e la conseguente demonizzazione del nemico russo. Ovviamente la stessa cosa, opposta, accade sul fronte russo».

Così non rischiamo di svuotare la democrazia?
«Il paradosso è questo. Noi occidentali ci battiamo per la libertà di opinione ma quando adottiamo in modo acritico questa formula entriamo in contraddizione con noi stessi perché deprimiamo quei valori per i quali ci battiamo».

E arriva anche la lista di proscrizione dei presunti putiniani stilata da Gianni Riotta.
«Un atteggiamento inaccettabile che colpisce a 360 gradi intellettuali e giornalisti con diverse sensibilità politiche. Con un effetto ultimo: chi ha opinioni diverse dal mainstream, o è molto coraggioso oppure ci penserà quattro volte prima di esprimerle. È la character assassination, ricorda il clima di intolleranza degli anni Settanta. È illuminante il caso di Barbara Spinelli, intellettuale di sinistra e figlia di Altiero, uno dei padri fondatori dell’Europa; è uscita dal seminato ed è diventata immediatamente un’impresentabile».

Si assiste a un festival di fake news belliche trae da film o da videogiochi.
«Sono all’opera i guerrieri dei social, disinformatori professionali che presidiano i network. Il fenomeno è parte integrante delle guerre asimmetriche e i Paesi più esposti sono anche i più attivi. Quando scoppia una guerra questi guerrieri digitali creano immagini false, verosimili o decontestualizzate che condizionano fortemente l’opinione pubblica».

L’esempio più clamoroso?
«Ventidue milioni di persone hanno visto il jet russo abbattuto dagli ucraini, salvo poi sapere che si trattava dell’immagine dell’Associated press di un aereo distrutto in volo in Libia dieci anni fa. Nella concitazione distinguere il vero dal falso è difficile anche nelle redazioni più strutturate; basta che un media rilanci la bufala e parte la catena. È l’effetto ridondanza».

La narrazione crea figure mitologiche e fasulle.
«Ricorda Amina in Siria, la blogger dissidente che emozionò il mondo? Mai esistita. A scrivere il diario era un americano che studiava a Edimburgo. Era un falso artistico, ci sono cascati tutti. Nessuna novità, oggi è il caso di Bondarenko e della Kerimova, sedicenti giornalisti ucraini che sostengono su Facebook le ragioni della Russia: profili con belle foto, ma non esistono. Una tecnica di disinformazione classica».

Fra scoop falsi e censure, alla fine a cosa dobbiamo credere?
«A una battuta di Groucho Marx. Il segreto del successo è la sincerità, se riesci a fingerla ce l’hai fatta».

2 marzo 2022 – Redazione

Informatissimo e non lesina documentazione come al solito il nostro Francesco Amodeo che studia come funziona l’Universo osservando le connessioni fra gli uomini di potere invece di ascoltare la propaganda di quegli uomini di potere sul mainstream.
Ecco come non solo capisce ma prevede addirittura.  Non succede per caso.
Non ci aspettavamo di meno dall’autore di Matrix Europea e Diego Rivoluzionario.

Iscrivetevi al suo canale YouTube… può essere che il Ministero della Verità glielo lasci ancora per un po’, fortunatamente ha anche un canale Telegram.

https://youtube.com/user/MrFrancescoamodeo

https://t.me/francescoamodeo

http://www.francescoamodeo.it/

Così si legge sul Canale Telegram “Buffonate di Stato” Ed a queste parole segue un video di Amodeo per Canale Italia, che abbiamo ascoltato attentamente e che per l’esattezza, l’imparzialità e la chiarezza dei suoi contenuti, di seguito Vi proponiamo. In esso vengono analizzate le cause della guerra e tutti i retroscena, gli interessi economici e geopolitici dietro l’ascesa di Zelensky in Ucraina ⤵️

https://cataniacreattiva.it/wp-content/uploads/2022/03/IMG_9002.mp4

https://youtu.be/bHtjniVlSdk

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

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https://cataniacreattiva.it/francesco-amodeo-svela-in-un-video-tutti-retroscena-gli-interessi-economici-e-geopolitici-dietro-lascesa-di-zelensky-in-ucraina/

2 marzo 2022 – Redazione

L’operazione militare sul territorio ucraino ordinata da Vladimir Putin ha offerto all’opinione pubblica un nuovo nemico da sconfiggere e discriminare: il russo. Un fenomeno che si inizia a manifestare in modo significativo negli Stati storici del Vecchio Continente, ma che si osserva anche nei “nuovi arrivati”.

La Repubblica Ceca minaccia fino a 3 anni di carcere per pensieri filo-russi

Il procuratore Supremo della Repubblica CecaIgor Stríž ha avvisato, infatti, i suoi cittadini che, in caso di approvazione pubblica dell’intervento militare della Russia, si rischia il carcere fino a 3 anni.

“L’ufficio del procuratore Supremo considera necessario informare i cittadini che l’attuale situazione collegata all’attacco della Russia in Ucraina potrebbe avere implicazioni sulla loro libertà d’espressione”si legge in un comunicato stampa datato 26 febbraio 2022. “Se qualcuno approva pubblicamente, accetta o supporta gli attacchi russi in Ucraina – prosegue il comunicato – incluse manifestazioni, Internet o social network, potrebbe incorrere a imputazioni criminali sotto certe condizioni”. Le leggi che vengono menzionate nella dichiarazione includono il divieto di “approvare crimini” e “negare, mettere in dubbio, approvare e giustificare il genocidio”. La Repubblica Ceca è membro sia dell’Unione europea che della NATO.

Controllo delle comunicazioni online

Il controllo del pensiero verrà esercitato direttamente dalle forze dell’ordine ceche, impegnate a spulciare commenti ed espressioni ideologiche che non dovessero rappresentare gli interessi decisi dall’alto, e che rappresenterebbero quindi un crimine. Secondo quanto riportato da Radio Prague International, la polizia ha già iniziato a controllare le comunicazioni online in cerca di pensieri “sbagliati”. “La legge ceca punisce con fino a tre anni di carcere chi supporta crimini contro l’umanità e genocidi”, ha affermato il portavoce del presidio di polizia della Repubblica Ceca, Ondrej Moravcík. L’ambasciata ucraina in Repubblica Ceca ha comunicato in un tweet che sono stati eseguiti già due arresti sulla base dell’infrazione del Codice penale.

Provvedimenti simili in Slovacchia e Lettonia

E alla Repubblica Ceca si aggiungono anche Slovacchia e Lettonia. L’emittente televisiva slovacca RTV-Spravy riportache “chiunque in una situazione di crisi cerchi di ostacolare la pace in alcun modo, promuove la guerra, oppure supporta la propaganda bellica, verrà punito con una pena detentiva dai 10 ai 25 anni, oppure l’ergastolo”. La polizia ha fatto riferimento all’articolo 417 del Codice penale. Storia analoga in Lettonia, dove viene chiesto l’aiuto dei cittadini, segnalando alle autorità commenti e pensieri atti a giustificare l’intervento militare della federazione russa.

Anche la UE censura le notizie filo-russe

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha promesso di “vietare nell’UE i media del Cremlino” nel mezzo dell’operazione speciale russa, in corso per smilitarizzare e denazificare l’Ucraina. “Russia Today e Sputnik, di proprietà statale, così come le loro sussidiarie, non saranno più in grado di diffondere le loro bugie per giustificare la guerra di Putin e per seminare divisione nella nostra unione”, ha affermato.Per approfondimenti puoi leggere QUI.

L’eredità dell’emergenza sanitaria?

Durante l’emergenza sanitaria, gli Stati occidentali hanno avuto modo di sperimentare le reazioni dei cittadini quando messi di fronte ad una limitazione della libertà di espressione. E quanto appreso nel corso degli ultimi due anni, può essere ora applicato senza alcuna opposizione, anzi con l’appoggio della maggioranza tirannica, costruita ad hoc dall’Agenda setting dei mass-media. Non solo la Thought Police (Polizia del Pensiero) punisce severamente pensieri controcorrente, ma addirittura richiede l’adesione religiosa al pensiero unico.

All’Occidente serve un nemico?

E così il direttore d’orchestra russo Valery Gergiev non potrà più dirigere nei Paesi occidentali, visto che “non ha preso le distanze da Putin”. Mentre nelle università italiane si vuole impedire lo studio di un autore con pochi eguali come Fëdor Michajlovič Dostoevskij. “Lo scopo è quello di evitare ogni forma di polemica, soprattutto interna in questo momento di forte tensione”, ha scritto il rettorato dell’Università Bicocca al professor Paolo Nori comunicando la sospensione del corso, ritrattando poi quanto deciso in seguito alle forti critiche ricevute.

Atleti russi di ogni sport vengono esclusi dalle più importanti competizioni internazionali, come se la decisione di invadere il territorio ucraino fosse anche loro responsabilità. Mentre la Bologna Children’s Book Fair 2022 sospende ogni collaborazione con editori russi, che non potranno partecipare alla prossima Fiera.

Le democrazie occidentali hanno forgiato un nuovo tipo di società, nella quale bisogna odiare per sopravvivere. Ieri il “no vax”, oggi il russo, domani chissà…

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

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https://cataniacreattiva.it/nemici-da-combattere-ieri-il-no-vax-oggi-putin-domani-chissa/

28 febbraio 2022 – Redazione Co.Te.L.I.

Il gigante farmaceutico Pfizer Inc. sta sponsorizzando programmi di formazione giornalistica utilizzati da Facebook per formare i suoi partner di “fact-checking” e censurare storie e post critici sui vaccini COVID-19.

L’International Center For Journalists (ICFJ) – a sua volta finanziato tra gli altri dalla Open Society Foundations – è partner di Meta, la società madre di Facebook, sulla sua iniziativa “Journalism Project”. A sua volta, Facebook si affida ai giornalisti finanziati e formati dall’ICFJ per “combattere la disinformazione” sulla sua piattaforma attraverso la sua controversa operazione di fact-checking.

Insieme, Facebook e l’ICFJ hanno finanziato agenzie di stampa con sede in AfricaAmerica Latina e Medio Oriente con particolare attenzione alla segnalazione di COVID-19.

Il partner di controllo dei fatti di Facebook ICFJ, tuttavia, riceve anche il sostegno finanziario di Pfizer, con la sua Arthur F. Burns Fellowship 2022 recentemente annunciata – dal nome di un ex presidente della Federal Reserve – elenca il gigante farmaceutico come uno degli sponsor del programma.

“Il programma più longevo dell’ICFJ, l’Arthur F. Burns Fellowship, offre ai giovani giornalisti statunitensi, tedeschi e canadesi di talento l’opportunità di vivere e lavorare nel paese dell’altro”, spiega un riassunto del programma. Il programma ha prodotto dozzine di studenti che “ora lavorano come corrispondenti stranieri in 20 paesi per noti organi di informazione, come The Washington Post, Reuters, CNN, ARD, Deutsche Welle e Süddeutsche Zeitung”, secondo l’ICFJ.

Il rapporto finanziario con Pfizer risale almeno al 2008, quando il centro ha collaborato con l’azienda farmaceutica in un “seminario di formazione sulla copertura giornalistica dei problemi di salute” in tutta l’America Latina.

“L’obiettivo del workshop è generare una maggiore consapevolezza sull’importanza della copertura dei problemi di salute nella regione e ricordare come i media possano diventare attori principali quando si tratta di informare ed educare il pubblico sui problemi di salute che influenzano direttamente la tua salute e la qualità della vita”, spiega un riassunto.

L’unico sponsor del workshop, che ha anche affrontato la segnalazione di “malattie cardiovascolari“, è stato Pfizer.

I legami finanziari dissotterrati tra Pfizer e l’operazione di fact-checking di Facebook seguono il gigante farmaceutico che ha ulteriori conflitti di interesse con le agenzie di stampa tra cui Reuters.

Source

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28 febbraio 2022 – Redazione

Il Consiglio dei ministri “ha deciso di incrementare le misure di soccorso ed assistenza alle persone che, in maniera massiccia, stanno cercando e cercheranno rifugio nell’Unione europea. Per questo motivo ha deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza, fino al 31 dicembre 2022, con possibilità di revoca in caso di necessità, rivolto ad assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale in conseguenza della grave crisi internazionale in atto”.

Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi, al termine del vertice cha ha approvato il nuovo decreto con ‘ulteriori misure urgenti contro la crisi in Ucraina’.

In particolare, è arrivato il via libera agli aiuti, anche militari, per Kiev. Inoltre, “si rende immediatamente attuabile” il razionamento del gas utilizzato “dalle centrali elettriche” e “nel settore termoelettrico”.

Il “decreto Ucraina” prevede:

  • l’invio di soldati e mezzi militari sul fronte orientale della Nato;
  • stanzia fondi per gli aiuti umanitari in Ucraina;
  • rafforza, nel periodo del conflitto, l’Unità di Crisi del Ministero degli Esteri per la tutela degli italiani all’estero e la Protezione civile, che potrà intervenire anche in Ucraina in caso di emergenze umanitarie.

Nel dettaglio, il decreto prende in considerazione l’eventualità per cui del flusso di profughi provenienti dall’Ucraina ce ne siano circa 250.000 in arrivo in Italia.

Novità e decisioni che non si fermano al lato del supporto umanitario, ma anche in campo militare. Sul fronte militare infatti il decreto Ucraina prevede, sempre in territorio Nato, l’invio di mezzi e militari italiani. Nel dettaglio:

  • invio di 250 soldati in Lettonia;
  • invio di 130 soldati e 14 aerei per il pattugliamento in Romania;
  • invio di 2 navi, un aereo e 235 marinai per il pattugliamento del Mar Nero.

Inoltre sono state attivate le “forze ad alta prontezza”, cioè un gruppo di 1.350 soldati, 77 mezzi terresti, 2 navali e 5 aerei pronti ad agire in caso di emergenza. Con questi l’Italia ha preparato, in difesa delle zone di confine con l’Ucraina della Nato, un totale di 1.970 soldati.

Infine, per completezza, il decreto Ucraina prevede l’invio di materiale militare non letale gratuitamente, come protezione per i soldati e per lo sminamento.

Stato di emergenza per la fornitura di gas

Vi è poi una parte dedicata al rischio imprevisto per “il normale funzionamento del sistema nazionale di gas naturale”. A tal proposito, viene autorizzato in anticipo l’utilizzo di misure di aumento dell’offerta e/o riduzione della domanda di gaspreviste in casi di emergenza.

Tale norma permette di ridurre – qualora necessario – la riduzione del consumo di gas nelle centrali elettriche oggi attive, “attraverso la massimizzazione della produzione da altre fonti e fermo restando il contributo delle energie rinnovabili. Per rendere concretamente operative le misure, si affida una serie di compiti a Terna S.p.A., in qualità di gestore della rete di trasmissione nazionale”.

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28 Febbraio 2022 – Redazione

Bye bye vaccino. A nulla stanno servendo le incivili e antidemocratiche ulteriori restrizioni del governo. Gli over 50, anche quelli non propriamente No vax, stanno disertando gli hub vaccinali. Il motore della campagna vaccinale si è inceppato nonostante l’obbligo introdotto dal governo Draghi. Come spiega Il Sole 24 Ore, “il mese di febbraio si chiude con un volume di immunizzazioni inferiore di un terzo (929mila). La discesa si riflette sulla categoria osservata speciale, quella degli over 50: tra il 28 gennaio e il 4 febbraio le persone in questa fascia d’età che si erano convinte alla vaccinazione erano state 167mila, ridotte ad appena 48.293 nell’ultimo report del governo (19-25 febbraio)”.

In percentuale si tratta di un crollo del 70%. “Se si prende in considerazione tutta la platea vaccinabile, le persone al di sopra dei 5 anni ancora senza alcuna dose di vaccino anti-Covid sono 4.847.910 (-191mila in una settimana). La fascia di età dove sono più numerosi i non vaccinati resta quella pediatrica: 1.615.397, pari al 44% del totale dei bambini tra i 5 e gli 11 anni. Fino al 15 giugno (quindi ben oltre la fine dello stato d’emergenza del 31 marzo), gli over 50 possono accedere ai luoghi di lavoro solo se in possesso del green pass rafforzato (la certificazione verde che si ottiene solo per vaccinazione o guarigione e non non include l’effettuazione di un test antigenico rapido o molecolare)”.

Alla vigilia dell’entrata in vigore dell’obbligo vaccinale per chi ha compiuto 50 anni (scattato il 1° febbraio) erano 1,684 milioni le persone che non avevano iniziato il percorso del vaccino anti-Covid. Un percorso lungo e tortuoso partito con due richiami, poi sono diventati tre e ora si parla già di un quarto in autunno. Una cosa mai vista prima. L’adesione dei “renitenti” ha rallentato: da 167.802 prime dosi settimanali, si è passati in sequenza a 111.836, poi a 73.951 e, infine, a 48.293 degli ultimi sette giorni.

Fonte: IlParagone

28 febbraio 2022 – Redazione Co.Te.L.I.

(di Francesco Amodeo) –

Onde evitare una scissione della popolazione stile NoVax in versione bellica, tracciamo dei punti fermi.

Siete tutti con il popolo ucraino?

Sì.

Siete tutti contrari alla guerra?

Sì.

Volete l’immediato cessate il fuoco?

Sì.

La reazione di Putin è stata spropositata?

Sì.

Ora però passiamo al punto di vista geopolitico.

Pensate che Putin potesse tollerare l’espansione della NATO (organizzazione nata in funzione antirussa) ai suoi confini più prossimi?

NO.

Pensate che gli USA e la NATO non sapessero che piazzare missili nelle basi Nato dei paesi della ex Unione Sovietica avrebbe costretto Putin a reagire per una questione di sicurezza nazionale?

Certo che lo sapevano.

Pensate che la UE, i cui paesi fondatori sono tra i principali membri della NATO, non potessero fare nulla per evitarlo?

Certo che avrebbero potuto evitarlo.

Pensate che sia giusto che nel 2014 gli USA finanziarono la rivolta popolare in Ucraina definita Euromaidan per destituire un presidente democraticamente eletto solo perché stava stringendo accordi con la Russia e non con la Unione Europea?

Non mi sembra giusto. Mi sembra una inaccettabile ingerenza nelle questioni di un altro stato.

Vi sembra normale che in Donbass i cittadini filo russi vivano da 8 anni in uno stato di guerra, spesso vittime di organizzazioni neonaziste tollerate dal governo ucraino?

Non mi sembra giusto. La guerra va condannata sempre.

Tiriamo le somme: prendendo sempre le distanze da chi opta follemente per i conflitti armati.
Cosa avrebbe dovuto fare Putin?

Trovarsi i nemici storici dentro casa? i missili in cortile? I russi del Donbass trucidati? L’Ucraina nella Nato? Gli americani che gli rovesciavano i governi ai propri confini?

Fatemi capire. La guerra mi fa schifo. Vorrei poter stringere a me ogni singolo cittadino ucraino innocente e vittima. Ma basta con la retorica. Hanno provocato uno statista proveniente dai servizi segreti non un boyscout. E se ad uno del genere gli rendi la guerra inevitabile stai pur certo che quella guerra non la evita.

È fondamentale che la condanna sia unanime da ambo le parti. Soprattutto contro chi la guerra l’ha resa una delle poche opzioni possibili. Altrimenti non siete pacifisti siete ipocriti.

Francesco Amodeo

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PUTIN DICE A TRUMP: ”STIAMO BRUCIANDO LA SPAZZATURA”. DISTRUTTI I BIOLABORATORI.

IN FONDO ALL’ARTICOLO TROVERETE IL VIDEO CON LA TRADUZIONE IN ITALIANO.

DA: ⤵️

https://realrawnews.com/author/kilo-charlie/ 25 Febbraio 2022

Fonte:

https://realrawnews.com/2022/02/putin-tells-trump-were-burning-the-trash-biolaboratories-destroyed/

Vladimir Putin has kept frequent contact with Donald J. Trump as Russian soldiers, aircraft, and warships continue to bombard eastern Ukraine, targeting not civilians but Western-sponsored bioweapons laboratories that zigzag the countryside like a child’s connect-the-dots puzzle, a Mar-a-Lago source told Real Raw News.Our source emphasizes he is reporting only what Putin has told Trump; he is not attesting to the veracity of Putin’s statements, and Trump, he said, has yet to independently verify Putin’s claims.
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(TradLa nostra fonte sottolinea che sta riportando solo ciò che Putin ha detto a Trump; non sta attestando la veridicità delle dichiarazioni di Putin e Trump, ha detto, deve ancora verificare in modo indipendente le affermazioni di Putin.)

On Thursday Trump reportedly took a third telephone call from Putin and was told the Russian military had obliterated 13 bioweapon facilities across Ukraine. Some were subterranean and struck several times to ensure their destruction.

Putin contended the West—the American NIH, France’s Institute of Health and Medical Research, and Germany’s Center for Infection Research–had funneled billions of dollars into the labs under the pretense of research grants. He claimed to have evidence, which he would eventually make public “when the world is willing to listen.”

According to Putin, Ukrainian President Volodymyr Zelenskyy knew about the laboratories and had received kickbacks in exchange for letting them operate clandestinely and without official oversight.

“Putin told Trump he gave Zelenskyy many warnings to dismantle the labs, as far back as February 2020, and warned he’d do it himself if Zelenskyy didn’t comply. He admitted to minor collateral damage, but told Trump that Zelenskyy had only himself to blame, for putting the people of the Ukraine in danger,” our source said.

Putin also namedropped Israel. He said the Israeli Health Ministry and the MOSSAD ran a biolab on Snake Island, a land mass that belonged to Ukraine, located in the Black Sea, near the Danube Delta, with an important role in delimiting Ukrainian territorial waters.

On Thursday, a Russian Slava-class cruiser approached Snake Island and warned the inhabitants to surrender at once or be fired upon. “We are a Russian warship, proposing you put down arms to avoid bloodshed and unjustified deaths. In worst case, you will be hit with bomb strike,” the Russian’s warning continued for five minutes. The occupants replied: “Fuck you, Russian warship.”

The Slava cruiser opened fire, pummeling and razing the island’s structures until only dust and rubble were left in the wake of the attack.  There were no survivors.

Putin said to Trump that the biolab on Snake Island had been involved in researching a weaponized type of airborne rabies that, if aerosolized, could have ravaged the earth with nearly a 100% mortality rate.

“He assured Trump he’d taken precautions to guarantee all pathogens were hit hard and effective enough to render them inert. He wouldn’t say if he used thermobaric ordnance, but that seems a likely possibility,” our source said.

Make no mistake, President Trump. We’re not hitting cities. If we were, more than one building in Kyiv would be hit, and there’d be no electricity, no water, no nothing. We’re burning the trash,” Putin purportedly told Trump.

Traduzione in italiano nel VIDEO seguente: ⤵️

https://youtu.be/5kNbdLRqDwc

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A noi non resta che sperare che la fonte del giornalista inglese Baxter sia davvero affidabile come dice e che tutto quanto affermato sia vero…

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27 Febbraio 2022 – Redazione

Negli ultimi due anni abbiamo imparato, nostro malgrado, a conoscere molto bene i diversi esponenti del settore sanitario italiano. Dalla mattina alla sera, infatti, tra un virologo in ed un infettivologo, molti programmi in tv ci hanno assillato con teorie contrastanti e previsioni catastrofiche. Ma quanto ha fruttato fino ad oggi il servizio di questi personaggi?

Tra procuratori e cachet, ecco che spunta il tariffario

Come funziona il circuito delle comparsate ce lo spiega la Repubblica. Il giornale – che decisamente non si può definire “no-vax” – ha infatti divulgato alcune interessanti informazioni:
Le redazioni dei programmi contattano virologi ed esperti a loro discrezione, mentre i procuratori delle virostar supportano l’organizzazione delle partecipazioni in tv. Gli stessi si occupano degli eventuali compensi riconosciuti agli ospiti fissi, in studio o in collegamento, nei programmi di fascia serale. Si va dal semplice rimborso spese, al gettone di presenza, alla remunerazione specifica per il tipo di intervento richiesto in onda. L’ammontare di queste note spesa? Tra i 300 e i 2.000 euro, IVA esclusa.
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Compensi tramite le agenzie

Molte delle virostar sostengono di non ricevere alcun compenso in forma “diretta”, ecco però che la Repubblica svela alcuni nomi delle varie agenzie che si occupano dei loro interessi:

A Elastica, agenzia di comunicazione ed eventi che ha in scuderia anche scrittori, registi, imprenditori, giornalisti, si appoggiano Roberto BurioniRoberto Battiston e Ilaria Capua.

Roberto Burioni, virologo del San Raffaele, è stato il volto primario della pandemia sulla Rai a Che tempo che fa. Per le sue lezioni di pochi minuti su varianti e vaccini, senza mai subire alcun contraddittorio, il professore avrebbe stipulato un contratto di esclusiva tv con la società che produce la trasmissione, esterna alla RAI.   

L’agente di Ilaria Capua, direttrice del Centro di Eccellenza One Health in Florida, smista l’agenda di interviste e interventi in collegamento dal centro satellitare dell’università americana. La virologa è stata onnipresente nella prima fase della pandemia a DiMartedì, dove è tornata ancora l’anno scorso alternando le partecipazioni a In Onda e Otto e mezzo, sempre su La7.

Sempre su La7 Antonella Viola, direttrice dell’Istituto di ricerca pediatrica Città della Speranza, è stata presenza fissa con un gettone elargito a compenso della sua attività di divulgazione. Indiscrezioni hanno parlato di una certa “Gabriella Nobile Agency” per la gestione delle attività televisive ma l’immunologa ha spiegato: «È una cara amica dai tempi delle scuole medie che mi ha dato una mano quando il telefono ha iniziato a squillare incessantemente».

Alcune virostar si chiamano fuori dai compensi

Andrea Crisanti, microbiologo all’università di Padova reduce dall’acquisto nel vicentino della maestosa Villa Priuli Custoza – vicenda che ha scatenato pruriti polemici e accuse di lucro – ha invece racconta di non aver mai fatto comparsate a pagamento. Anzi, ha detto, «per evitare situazioni equivoche, mi sono imposto di non guadagnare neanche un quattrino con la pandemia. Mai preso soldi per il Covid».

Matteo Bassetti, infettivologo del policlinico San Martino di Genova, ha ricordato più volte di andare in trasmissione “come tutti i narcisisti” “non per fare un reality, ma per fare divulgazione scientifica”, andandoci quindi gratis.

Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, ha dichiarato qualche settimana fa: «Partecipo gratis. Ho un agente? Assolutamente no». Questa la sua la risposta a Checco Zalone sul palco di Sanremo.

Dalle ospitate in tv alcuni hanno tratto poi altri giovamenti: Walter Ricciardi, igienista alla Cattolica e consulente del ministro Roberto Speranza, è finito nel direttivo di Azione, il partito di Carlo Calenda. Anche Bassetti, “centrista liberale”, ci pensa: «Mai dire mai, ma comunque lo farei solo come tecnico», dichiara il virologo. Non esclude un futuro nella politica nemmeno il virologo Fabrizio Pregliasco («sono un democristiano, come approccio»). Chiudono a questa possibilità invece Burioni («Ho già declinato l’offerta di Matteo Renzi») e Crisanti («Ho detto no a Pd e Cinque Stelle»).

L’interrogazione parlamentare di Italexit

Gianluigi Paragonegià a suo tempo, aveva sollevato qualche dubbio sulle remunerazioni dei virologi da salotto, tanto da fare un’interrogazione alla Rai in qualità di cittadino, di Sentore della Repubblica e di membro della Commissione di Vigilanza. La risposta? “Per quel che riguarda i compensi la prestazione professionale non è a carico di Rai, è comunque stata retribuita secondo gli standard previsti dal mercato per figure della competenza del professor Burioni”. Quindi alla fine, da chi viene pagato Burioni, semplicemente non lo han detto.

27 febbraio 2022 – Redazione Co.Te.L.I.

Analfabetismo  funzionale è forse l’emergenza più grande in Italia e dalla quale dipendono a cascata tutte le altre emergenze…

In Italia, infatti, secondo una indagine di Piaac-Ocse condotta nel 2019e riportata da Truenumbers, circa il 28% della popolazione tra i 16 e i 65 anni è analfabeta funzionale. Significa che non sa né leggere né scrivere? No. Vuol dire invece che alcune persone non sono in possesso delle abilità necessarie a comprendere a pieno e usare le informazioni quotidiane, che abbiamo costantemente attorno.

Nel dettaglio, secondo i dati dell’indagine vi è un 5,5% che comprende solo informazioni elementari, contenute all’interno di testi molto brevi, caratterizzati da un vocabolario base. Un altro 22,2%, invece, si limita alla comprensione di testi misti (sia cartacei che digitali) purché siano corti abbastanza.

È uno dei dati peggiori in Europa, che oltre a danneggiare la persona stessa, influisce sul progresso tecnologico.

Le vicissitudini attuali (ad es. pandemia Covid, Green Pass, ecc.) stanno evidenziando quotidianamente alla luce del sole, la problematica sociale sommersa, ignorata e accantonata dell’analfabetismo funzionale che funziona solo a vantaggio dei mass-media e classe politica.

Il problema è dannatamente serio, attuale e drammaticamente esteso come un tumore e pertanto sono necessarie urgenti contromisure. Per affrontare con successo il fenomeno dell’analfabetismo funzionale occorre, in primis, restituire il giusto valore a due elementi fondamentali: la famiglia e la scuola.

Proteggendo i valori intrinseci della famiglia e restituendo la dignità al corpo scolastico: bidelli, insegnanti, studenti tutti tesi a convergere le forze per indirizzare la Scuola al piacere di imparare facendo domande, stimolando la curiosità e conseguentemente il pensiero critico.

Lo strumento più valido è senza dubbio la lettura che stimola il cervello ai quei processi necessari per sviluppare comprensione, riflessione e sintesi, tutti fattori necessari per stimolare e sviluppare, giorno dopo giorno, la capacità cerebrale umana più potente e pertanto temuta anche dal World Economci Forum: il PENSIERO CRITICO!

Confermate? 

Fonte 

Vedi anche: L’ANALFABETISMO FUNZIONALE É LA CAUSA DEL COVID-19 E GREEN PASS!

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

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