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‘Società’ Category

25 Maggio 2023 – Redazione

 

Una rete di oltre 16mila chilometri di linee ferroviarie per connettere il Paese e rendere l’Italia sempre più digitalizzata. Correrà sulla capillare rete ferroviaria del Gruppo FS la sfida contro il digital divide e quella per la piena connettività dell’Italia, grazie alla diffusione lungo i binari di reti ultraveloci di nuova generazione, sia in fibra ottica sia in 5G. A stabilirlo un protocollo d’intesa siglato dall’amministratore delegato del Gruppo FS Luigi Ferraris, dal Vicepremier e Ministro delle Infrastrutture de dei Trasporti Matteo Salvini, dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso e dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica, Alessio Butti.

L’accordo dalla durata triennale prevede la posa di un cavo a fibre ottiche a uso pubblico su tutto il territorio nazionale, con priorità lungo le tratte ad alta velocità, che favorirà lo sviluppo di reti di comunicazione di nuova generazione, fisse e mobili. A beneficiarne sarà l’intero sistema Paese, grazie alla diffusione della rete veloce anche in quelle aree interne o periferiche, limitrofe alla rete ferroviaria, che ancora oggi sono afflitte da problemi di connettività che negli anni hanno determinato spopolamento e problemi economici e sociali.

“Sono molto soddisfatto di questo accordo che vede il nostro progetto Gigabit Rail&Road entrare a far parte del più ampio disegno nazionale di trasformazione digitale promosso dal Governo”, ha sottolineato l’AD di FS Luigi Ferraris. “La capillarità della nostra rete ferroviaria ci permetterà di portare la fibra ottica in aree oggi poco o per niente coperte, per migliorare la connettività e diventare così un fattore abilitante di molteplici processi di digitalizzazione. A beneficio dei nostri viaggiatori, ma anche di imprese, cittadini e, non ultimo, di un più efficace monitoraggio delle nostre infrastrutture ferroviarie e stradali, che per circa 12mila km camminano a poca distanza tra loro”.

Un passo avanti, dunque, verso la digitalizzazione del Paese, come ha sottolineato il Ministro Salvini, che potrà “superare il digital divide e implementare le sue reti infrastrutturali”. Il tutto, secondo il Sottosegretario Butti, puntando “sulla cooperazione e le sinergie istituzionali” come previsto dall’accordo che dà il via a un cofinanziamento da parte del Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dal valore massimo complessivo di 550 milioni di euro. Fondi che consentiranno al Gruppo FS di accelerare il percorso di raggiungimento degli obiettivi di connettività fissati dal Piano Industriale decennale, a un anno dal suo lancio. Già oggi, inoltre FS ha completato il piano di connettività 4G su tutta la linea Alta Velocità Milano-Firenze, con l’intento di estendere entro il 2023 il servizio fino a Roma e Napoli, da Torino a Milano e da Bologna a Venezia.

Lo sviluppo della rete di comunicazione 5G, prevista dal Protocollo d’intesa, inoltre, andrà a beneficio anche dei passeggeri che potranno navigare online con stabilità e velocità a bordo dei treni, grazie alla copertura che riguarderà le tratte in galleria. La piena connettività garantita dal piano, inoltre, avrà impatti sullo sviluppo di una logistica sempre più integrata e digitale e sulla sicurezza e manutenzione delle infrastrutture. Il 5G, infatti, è l’abilitatore dell’internet of things alla base della manutenzione predittiva, che sfrutta la sensoristica avanzata per monitorare lo stato delle reti e intervenire in tempo. Senza trascurare l’impatto su cittadini, imprese, attività turistiche e su quelle che operano nel settore agro-alimentare, come dimostra la collaborazione già avviata in questo campo tra il Gruppo FS e Coldiretti

FONTE: FSnews

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23 Maggio 2023 – Redazione

 

E così, dopo 30 anni di processi, la corte di cassazione ha confermato le assoluzioni nel processo sulla, a questo punto bisogna dire, cosiddetta “trattativa Stato-mafia”, scagionando definitivamente e completamente tutti i coinvolti, i politici, i dirigenti, i Carabinieri… tutti quanti per non aver commesso il fatto.

Assolti “per non avere commesso il fatto”, non perché “il fatto non costituisce reato” ma per non avere commesso il fatto, così recita una sentenza della Cassazione che ci riporta ai tempi di Corrado Carnevale, più di trenta anni indietro.

E’ una sentenza tombale, vengono prescritti anche i reati compiuti dalla controparte mafiosa, viene sancita la definitiva rinuncia dello Stato a fare Giustizia ad accertare la Verità.

Il nostro Stato non è, e forse non è mai stato, uno Stato di diritto
Siamo stati degli illusi credere che lo Stato potesse processare se stesso perché “il fatto” c’è stato, ci sono state le stragi, c’è stato il furto dell’Agenda Rossa, ci sono stati i depistaggi ma non ci sono i colpevoli o meglio perché i colpevoli ci sono, ma sono dentro alle stesse strutture di questo stato assassino e depistatore e quindi sono intoccabili.

Non è questo, non può essere questo lo Stato per cui ha sacrificato la vita mio fratello e solo per rispetto al suo sacrificio non posso e non devo aggiungere altro.

Non ho mai creduto alla Giustizia degli uomini, sono laico e non posso quindi confidare neanche nella Giustizia di Dio, non mi resta, nei pochi anni che mi restato da vivere, che la lotta, una lotta disperata, solitaria, senza speranza, per una Verità che continuerà ad essere occultata, vilipesa, negata dagli stessi assassini che mai, mai, potranno giudicare se stessi”.

Salvatore Borsellino.

Vorrei commemorare questo supremo esempio istituzionale di offesa al popolo italiano con un richiamo alla memoria, perché senza consapevolezza di essa nel presente non c’è futuro.

GUARDATE BENE, ADESSO ALLA LUCE DI QUESTA SENTENZA, GLI OCCHI DI QUEST’UOMO, SONO SOLO 3 MINUTI E MEZZO, ASCOLTATE  LE SUE INFLESSIONI, IL TONO, IL RESPIRO, LE PAUSE TRA UNA PAROLA E L’ALTRA. ASCOLTATELO COL CUORE CLICCANDO SUL LINK ⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️

https://youtu.be/eNYPzlxW3yQ

la morte di mio padre, unitamente a quella di tanti altri servitori dello Stato, è servita a svegliare dal torpore tante coscienze, ciò ci ripaga della sua assenza

Manfredi Borsellino

Lo Stato non è un’entità astratta

Lo Stato siamo NOI !
“Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo.”

Paolo Borsellino

CONSIGLIO, INOLTRE, LA VISIONE DI QUESTO VIDEO CHE CI RESTITUISCE L’IMMAGINE DI UNA PERSONA, DI UN UOMO PRIMA CHE DEL GIUDICE ⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️

https://youtu.be/-BF-Lb4nlSc

Il 21 maggio 1992 Paolo Borsellino rilasciò un’intervista ai giornalisti di Canal Plus Jean Pierre Moscardo e Fabrizio Calvi. L’intervista fu mandata in onda da Rai News 24 per la prima volta nel 2000 ma si trattava solo di una parte di 30 minuti, quella originale è invece di cinquantacinque minuti. In questa sua ultima intervista Paolo Borsellino parla anche dei legami tra la mafia e l’ambiente industriale milanese e del Nord Italia in generale, facendo riferimento, tra le altre cose, a indagini in corso sui rapporti tra Vittorio Mangano e Marcello Dell’Utri e Silvio Berlusconi. Nel numero de L’Espresso dell’8 aprile 1994 fu pubblicata la trascrizione di una versione più estesa dell’intervista. L’intervista integrale è stata poi pubblicata da Il Fatto Quotidiano in un DVD. [fonte: http://www.archivioantimafia.org/ ]

Paolo Borsellino L’intervista Nascosta la versione integrale e commento di Marco Travaglio – Il Fatto (1h:43′) ⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️

https://youtu.be/dqUSYwhmKCw

FONTE: Playmastermovie

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13 Maggio 2023 – Redazione

 

John Francis Clauser è un fisico teorico e sperimentale americano noto per i suoi contributi ai fondamenti della meccanica quantistica, in particolare alla disuguaglianza di Clauser-Horne-Shimony-Holt.

Clauser è stato insignito del Premio Nobel per la Fisica 2022, insieme ad Alain Aspect e Anton Zeilinger “per gli esperimenti con i fotoni entangled, per aver stabilito la violazione delle disuguaglianze di Bell e per essere stato il pioniere della scienza dell’informazione quantistica” e fu il primo a dimostrare la non ambigua forma del fotone come particella. Oltre a laureato con il Premio Nobel Clauser ha anche vinto il premio Wolf per la Fisica e proviene da una famiglia di scienziati, con lo zio che era Premio Nobel per la Chimica. Uno scienziato a tutto tondo e affermato membro dell’accademia.

Ora però John F. Clauser si è unito all’”Alleanza Ribelle” degli scienziati della CO2 Coalition, l’unione degli accademici che ha una visione  non mainstream sul cambiamento climatico e che difende la scienza vera, quella dei dati e degli studi, contro l’ideologia. Il premio Nobel ha affermato:

“A mio parere, non esiste una vera crisi climatica. C’è, tuttavia, un problema molto reale nel fornire uno standard di vita dignitoso alla numerosa popolazione mondiale e una crisi energetica associata. Quest’ultimo viene inutilmente esacerbato da quella che, a mio avviso, è una scienza del clima errata”.

La narrativa popolare sul cambiamento climatico riflette una pericolosa corruzione della scienza che minaccia l’economia mondiale e il benessere di miliardi di persone. La fuorviante scienza del clima si è trasformata in una massiccia pseudoscienza giornalistica scioccante. A sua volta, la pseudoscienza è diventata un capro espiatorio per un’ampia varietà di altri mali non correlati.

È stato promosso ed esteso da agenti di marketing aziendale, politici, giornalisti, agenzie governative e ambientalisti altrettanto fuorvianti. A mio parere, non esiste una vera crisi climatica. C’è, tuttavia, un problema molto reale nel fornire uno standard di vita dignitoso alla numerosa popolazione mondiale e una crisi energetica associata. Quest’ultimo viene inutilmente esacerbato da quella che, a mio avviso, è una scienza del clima errata“.

Quindi per uno scienziato vero, affermato, un Premio Nobel per la Fisica, contesta le baggianate che sentite in TV e che leggete sui giornali, i divieti di accendere il barbeque, i ragazzetti ignoranti che danneggiano i monumenti per “Gobattere il gambiamento”. Però l’’ignoranza è tanta, troppa, e un Premio Nobel non basta.

Fonte: Scenari economici

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06 Maggio 2023 – di Marzia MC Chiocchi

Sabato 6 maggio il ciclismo si colorera’ di rosa per la centoseiesima volta. Dalla cornice di Ortona negli Abruzzo, partirà il Giro d’Italia edizione 2023. Era il 13 maggio 1909 quando, Tullio Morgagni, giornalista forlivese, ideo’ la corsa di ciclismo su strada tra le più importanti al mondo, insieme a Tour de France e Vuelta de Espana

Primo storico sponsor, che ancora oggi e’ parte organizzativa del Giro, la rosa “Gazzetta dello Sport”. A parte due brevi interruzioni, causate dagli eventi delle due guerre mondiali, la lunga e magica carovana, da allora, attraversa la nostra penisola, facendo conoscere paesi, città, incantevoli panorami, con tanta gente, ma non più moltissima come una volta, ancora ad applaudire i protagonisti di uno degli spettacoli unici al mondo. Il Giro d’Italia e’ anche la storia dei rapporti umani, di un’Italia che, uscita devastata dalla guerra, cerco’ ogni occasione per ritrovarsi, condividere e sperare.
La voglia di rimettere insieme i pezzi per ricostruire, maturo’ in ognuno un nuovo entusiasmo di rinascita, dal sapore di riscoperta di qualcosa che, le sofferenze del conflitto mondiale, avevano fatto dimenticare. La necessita’ di sopravvivere , aveva creato uno spirito di umana comprensione e forte solidarieta’.
Il ciclismo, ed il Giro d’Italia in particolare, dal dopoguerra agli anni ’60 rappresentò , quindi, il riscatto personale, considerando il fatto che, i beniamini e campioni del momento, avevano un’estrazione sociale modesta o addirittura molto povera. La loro era una vita di fatica, e molti di questi, solo con mille sacrifici, avevano potuto comprare quella bicicletta, che avrebbe realizzato un sogno.
Le loro imprese su strada furono di esempio per tutti coloro che, aspiravano ad una vita migliore. In 3 parole ” aiutarono a sognare “.
Pedalare nelle strade di allora, era tanto faticoso. Significava affrontare percorsi ciottolosi,  pietraie e buche, miste a fango quando pioveva. Il tutto unito ad un abbigliamento ancora in tessuto di lana, che alla prima pioggia s’inzuppava diventando fastidioso e pesante. L’Italia di allora era fatta di gente ancora povera, di bambini affamati sempre per strada, di paesi dove l’analfabetismo imperava e la scuola era privilegio di pochi. Fino agli anni ’60, escludendo le grandi città, il nostro paese era in maggioranza rurale, e il ciclismo, sport di fatica e ancora squattrinato, trasmetteva un forte senso di appartenenza a quel pezzo d’Italia così arretrato che, probabilmente, solo il Giro d’ Italia prima, e la neonata televisione poi, insieme all’ autostrada del sole, avrebbero migliorato ed unito.
Pensiamo al maestro Alberto Manzi che, grazie all TV, con la trasmissione “Non e’ mai troppo tardi”, dal 1960 al ’64  riuscì a far prendere la licenza elementare, a circa un milione e mezzo di italiani.
E questi sono anche gli anni in cui il boom economico prese il sopravvento, e tutto comincio’ a cambiare.
Il Giro d’Italia che uni’ lo stivale, seppe anche dividere gli animi delle persone, in quel gioco di sana rivalità, che portava la gente a tifare per uno o l’altro campione. Chi non ricorda i bartaliani e i coppiani,  i seguaci di Gimondi e Merckx, di Moser e Saronni o di Ulrich e Pantani.
Gli italiani non si appassionarono solo allo stile o al gesto atletico dei campioni, ma spesso e volentieri anche alla loro storia, che molto aveva da raccontare della loro umanità e vita.
Pensiamo a Costante Girardengo che fu protagonista, oltre che del ciclismo, di una vicenda connessa alla sua presunta amicizia, con un noto bandito italiano del tempo, Sante Pollastri, grande tifoso del campione. S’incontrarono a Parigi e Girardengo, di questo, rese testimonianza al processo al bandito.
Gino Bartali, che in sella alla sua bicicletta, durante la seconda guerra mondiale, si era impegnato in pericolose staffette partigiane, per consegnare, da un capo all’altro del Paese, piccoli biglietti, contenenti informazioni sensibili, che salvarono centinaia di ebrei, dalle deportazioni nei campi di concentramento.
Fausto Coppi, che in un’Italia in cui si andava in carcere per adulterio, e la legge sul divorzio era lontana, si rese protagonista di una storia extraconiugale pubblica con Giulia Occhini, chiamata la Dama Bianca, per il colore frequente del suo abbigliamento.
Al “Campionissimo”, a 5 anni dalla sua morte, e’ stata dedicata la Cima Coppi, che rappresenta il punto più alto, per altitudine,  del Giro d’Italia in corso di svolgimento, e cambia di anno in anno, in relazione al profilo altimetrico della corsa.
Marco Pantani, che dopo aver vino quasi tutto, all’apice della sua carriera, risultato positivo al test antidoping a Madonna di Campiglio, nel giugno del 1999, non si riprese piu’, entrando in un vortice depressivo, che per cause ancora poco chiare, lo porto’ alla morte nel febbraio 2004.
Campioni, ma prima di tutto uomini.
Il Giro d’Italia, fino ad allora raccontato dalle pagine della Gazzetta dello Sport e alla radio, per questo, dai più immaginato, grazie alle parole di giornalisti e cronisti, all’inizio degli anni ’60 ha avuto una nuova ribalta: la TV.
Con il potere dell’etere, il Giro, negli anni, si e’ trasformato in un evento, e con le immagini, ha fatto viaggiare e conoscere l’Italia, a chi, senza mezzi né possibilità, non poteva spostarsi. Nel tempo, grazie alla TV, il Giro è diventato anche una kermesse, dove i potenti sponsor,  giocano ruoli da leaders, investendo soldi ed energie, anche nella ricerca tecnico scientifica dei materiali per la costruzione di biciclette, sempre più leggere e all’avanguardia.
In campo tecnico,  la svolta arrivo’ nel 1984, quando Francesco Moser, a Citta’ del Messico, stabili’ il record dell’ora, in sella ad una bicicletta figlia di una vera rivoluzione. Con le ruote lenticolari, di ultimissima generazione, nello stesso anno vincerà anche il Giro d’Italia.
Da allora, sarà un susseguirsi di novita’. Le leve del cambio sostituite da congegni elettronici, e il ferro del telaio dalla fibra in carbonio. Le strade non sono più pietraie, e l’abbigliamento non più in lana, ma in tessuto leggero e traspirante.
Come ha scritto Dino Buzzati il Giro é  un baluardo assediato dalle squallide  forze del progresso“. Come dire..il progresso e’ bello, ma attenzione agli eccessi.
Messi da parte questi aspetti, il Giro d’Italia edizione numero 100 sta per partire, e con esso continueremo a sognare, come ho fatto io da piccola, quando, in gruppo familiare, cercavamo la tappa più vicina a noi per poter trascorrere un giorno in allegria dentro la Storia.
Il Giro e il suo fascino, e’ stato motivo di ispirazione anche per cantanti-poeti. Tra questi:
Francesco De Gregori ( Il bandito ed il campione ) su Girardengo
Paolo Conte ( Bartali )
Gino Paoli ( Coppi )
Stadio ( e mi alzo sui pedali ) dedicata a Marco Pantani
Che aggiungere. Tutto e’ pronto. Che sabato 6 maggio lo spettacolo abbia inizio.
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30 Aprile 2023 – Redazione

 

Una legge in Uganda contro l’omosessualità si è rivelata per l’UE il pretesto perfetto per far approvare un emendamento che depenalizza l’omosessualità e condanna chi impone leggi anti gender.


1) LA LEGGE IN UGANDA

Sebbene il disegno di legge sia stato approvato all’unanimità, il presidente non ha ancora firmato il decreto, rispedendolo temporaneamente in parlamento per attuare alcune modifiche, come l’inserimento del tema della riabilitazione. La nuova legge conferma nel paese il già presente carcere per chi pratica l’omosessualità e prevede la pena di morte per chiunque abbia rapporti omosessuali con bambini e disabili. Chi sosterrà gli LGBT, o fornirà sostegno finanziario a organizzazioni che lo fanno, rischierà fino a 20 anni di carcere. Gli ugandesi dovrebbero denunciare alla polizia gli omosessuali, altrimenti potrebbero ricevere una multa o essere incarcerati per 6 mesi. Sono previsti fino a 10 anni di carcere per chi fa sposare persone dello stesso sesso o gli offre alloggio.

2) ITALIA, POLONIA ED UNGHERIA NEL MIRINO DELL’UE

Nel paragrafo 19 dell’emendamento si legge che vi è preoccupazione per “gli attuali movimenti retorici anti diritti, anti gender e anti LGBTQ+ alimentati da leader politici e religiosi a livello globale”, in quanto “ostacolerebbero la depenalizzazione universale dell’omosessualità e dell’identità transgender e legittimano la retorica secondo cui le persone LGBTIQ sono un’ideologia anziché esseri umani”. Il paragrafo si conclude con una condanna dell’UE alla retorica anti LGBT, e che questa è presente in alcuni membri dell’unione: Ungheria, Polonia ed Italia.

Nel 2021 in Ungheria è stata approvata una norma che vieta la promozione dell’omosessualità e della “transizione di genere” sui media e nelle scuole alle persone di età inferiore ai 18 anni. La legge, definita “una vergogna” da Von Der Leyen, ha spinto la commissione europea ad intentare una causa legale contro Orban.

Alcuni comuni della Polonia hanno istituito in modo autonomo le “LGBT Free zones“, aree del paese dove gli LGBT non sono accettati e viene impedito loro di manifestare, mentre l’Italia sarebbe colpevole di aver bloccato le registrazioni all’anagrafe dei bambini di coppie omosessuali e affossato il DDL Zan.


3) CENSURA LGBT

Se la legge in Uganda dovesse venire approvata, l’UE è già pronta ad applicargli sanzioni per violazione dei diritti umani e a revocare al paese le preferenze EBA, che prevedono l’eliminazione delle tariffe per le merci provenienti da paesi meno sviluppati.

Il punto 31 dell’emendamento invita la commissione europea a creare un piano a tutela della casta LGBT con le seguenti misure: rendere la depenalizzazione dell’omosessualità un requisito per poter accedere all’EBA, inserire negli accordi di partenariato internazionali una clausola che ne prevede la sospensione qualora il paese criminalizzi le persone LGBT, modificare gli algoritmi dei social per impedire la diffusione dei contenuti anti-gender, ed estendere il sostegno finanziario alle organizzazioni LGBTQ+ presenti in paesi che criminalizzano l’omosessualità e tramite un apposito fondo istituito dall’UE, fornire a queste assistenza tecnica e legale.


4) DOPPI STANDARD

Vi ricordate tutte le interrogazioni parlamentari che sono state fatte all’UE sulla legittimità del green pass o del massacro dei portuali di Trieste? A tutte l’UE rispondeva che non era affar loro e che i paesi membri potevano fare quel che volevano. Qui l’UE non solo vuole sindacare sulle leggi che non vengono approvate nel nostro paese come il DDL Zan, ma si permette di dare ordini anche all’Uganda. Dov’erano questi paladini della (in)giustizia quando durante il lockdown a Shangai mettevano sensori sulle porte per non far uscire le persone? 


CONCLUSIONI

Dovete imparare la distinzione tra minoranze e minomafie. Le prime vengono abusate e nessuno fa nulla (no vax), le seconde hanno tutti i magnati, i politici e gli influencer del mondo a loro difesa per interessi ideologici. 

Fonte: Der Einzige – Fonte di Liberta’

 

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28 Aprile 2023 – Redazione

Uno dei composti chimici che ha creato più controversie negli ultimi anni è ioduro d’argento. È un composto inorganico costituito da un atomo di argento e un atomo di iodio. È un solido cristallino giallo chiaro che tende a scurirsi se esposto alla luce per lungo tempo. Non è solubile in acqua ma può dissolversi in presenza di un’alta concentrazione di ione ioduro.

In questo articolo vi parleremo di tutte le caratteristiche, proprietà e usi dello ioduro d’argento.

Caratteristiche principali

Stiamo parlando di un composto inorganico che contiene una struttura cristallina simile a quella del ghiaccio. Negli anni l’esperienza con questo composto è maturata e gli sono stati dati numerosi utilizzi. Uno di questi è quello di servire da seme per poter produrre pioggia e cambiare il clima. Questo uso è stato molto messo in dubbio a causa del potenziale danno che lo ioduro d’argento può causare se dissolto in acqua. Inoltre, non sono noti effetti a lungo termine che il cambiamento del clima di una regione possa avere.

Fin dall’Ottocento è stato utilizzato in fotografia grazie alla capacità di scurire con la luce. Viene anche utilizzato nelle terapie antimicrobiche. Recentemente sono stati condotti alcuni studi sull’utilizzo dello ioduro d’argento nella rimozione dello iodio radioattivo nei rifiuti prodotti nelle centrali nucleari.

un composto che è tossico per l’uomo, gli animali e le piante. Pertanto, c’è una grande controversia sull’uso dello ioduro d’argento per modificare il clima e generare pioggia. La struttura di questo composto è formata dal suo stato di ossidazione di argento e iodio con valenza -1. Il legame tra i due ioni è molto forte e stabile. Questo è uno dei motivi per cui è difficilmente insolubile in acqua. La struttura cristallina dipende dalla temperatura in cui ci troviamo. Sotto i 137 gradi c’è una forma cubica, tra 137 e 145 gradi abbiamo un solido di colore giallo-verdastro o sotto forma di beta. Infine, se la temperatura sale sopra i 145 gradi, presenterà quello ioduro d’argento di colore giallo e nella sua forma alfa.

Proprietà dello ioduro d’argento

Sappiamo che nel suo stato fisico naturale è un solido di colore giallo chiaro che forma cristalli esagonali o cubici. Il suo peso molecolare è di 234.773 grammi per ogni mole e il suo punto di fusione è di 558 gradi. Affinché Eliodoro possa bollire l’argento, deve raggiungere temperature di 1506 gradi.

Come abbiamo accennato prima, è un composto inorganico praticamente solubile in acqua. È insolubile in acidi ad eccezione dell’acido idroiodico ed è solubile in soluzioni concentrate come bromuri alcalini e cloruri alcalini. Tra le sue proprietà chimiche abbiamo gli acidi che sono concentrati fintanto che sono ad alte temperature e attaccano lentamente. Le soluzioni in cui è presente un eccesso di ione ioduro vengono sciolte, formando un complesso di iodio e argento. Una delle proprietà per le quali si distingue è che è sensibile alla luce. Se la luce è esposta a lungo, si scurisce lentamente e forma l’argento metallico.

Usi di ioduro d’argento

Questo composto si ottiene in natura sotto forma di minerale iodargirite. Una volta in laboratorio, può essere preparato riscaldando la soluzione di nitrato d’argento con una soluzione di ioduro alcalino come lo ioduro di potassio. In questo modo, lo ioduro d’argento viene creato artificialmente.

Uno degli usi più controversi dello ioduro d’argento nella storia è quello di generare pioggia.È possibile applicare nelle nuvole per modificare la quantità o il tipo di precipitazione. Può innescare processi di grandine, disperdere nebbie fredde o indebolire gli uragani. Per fare questo, può essere disperso come se fosse un seme all’interno di una nuvola fredda che contiene acqua liquida super raffreddata. Eta significa che le temperature sono inferiori a 0 gradi. Avendo una struttura cristallina simile a quella del ghiaccio, favorisce il congelamento dell’acqua super raffreddata.

Il problema dell’uso dello ioduro d’argento per la generazione di pioggia sono i suoi effetti negativi. Ed è che dopo la dispersione come un seme nelle nuvole si trova al suo interno e viene lavato via dalle precipitazioni. La presenza di un argento solubile duro nell’acqua piovana è qualcosa di cui tenere conto poiché è inquinante e tossico per piante, animali e esseri umani. L’ambiente marino colpisce anche tutti gli animali e le piante.

Il cloud seeding è un esperimento condotto alcuni decenni fa. Se le nuvole sono piantate rispettivamente sulla stessa area, può creare un effetto cumulativo di ioduro d’argento. Secondo diversi studi recenti, la concentrazione di ioduro d’argento trovata nelle aree in cui è stata utilizzata la tecnica di cloud seeding è molto superiore al limite dal quale risulta tossico per alcuni pesci e organismi inferiori.

Si può dire che l’unico uso razionale dello ioduro d’argento sarebbe quello di indebolire gli uragani, riducendo così le loro conseguenze.

Altri usi

Come abbiamo accennato prima, a causa della sensibilità della luce è stato utilizzato in fotografia. È un materiale in grado di reagire in presenza di luce. Ciò fa sì che venga utilizzato per ottenere materiali fotosensibili come rulli fotografici su cui sono stati applicati i cristalli. Grazie allo ioduro d’argento abbiamo potuto scattare foto da una vecchia macchina fotografica.

Un altro uso è nella rimozione dello iodio radioattivo. Poiché ha un’elevata insolubilità, è stato proposto di rimuovere lo iodio radioattivo presente nei rifiuti acquosi generati nelle centrali nucleari.

Tutto ciò che è stato qui scritto, dovrebbe aver fatto capire che ciò che cade dal cielo con la pioggia non ha niente a che vedere con il benessere e la salute delle persone. Avremo modo di riparlarne, perché la pseudo emergenza climatica, sta prendendo il posto del pandelirio da covid.

 

FONTE: metereologiaenred.com

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27 Aprile 2023 – Redazione

 

PUBBLICO UN ARTICOLO SCRITTO NEL 2017 DA UN BLOGGER CHE, ANALIZZANDO IL LINGUAGGIO COMUNE E LA REALTÀ DEI SOCIAL, HA SPIEGATO COME ALCUNE CATEGORIE DI PERSONE, COMUNEMENTE CHIAMATE “LEONI DA TASTIERA”, POSSANO ARRECARE DANNO A CHI LEGGE E NON È FERRATO IN MATERIA, O CREDE SEMPRE A TUTTO A PRESCINDERE.
NEL TESTO HO TROVATO RIFLESSIONI INTERESSANTI SU COME IL LINGUAGGIO COMUNE STIA CAMBIANDO, MA HO TOLTO I COMMENTI PIÙ SCOVENIENTI PER L’USO DI  UNA TERMINOLOGIA UN PO’ SOPRA LE RIGHE E NON PROPRIO IL LINEA CON IL MIO SCRIVERE. AL TERMINE DELLA LETTURA NESSUNO DOVRÀ SENTIRSI OFFESO, ANCHE PERCHÉ, PURTROPPO, QUELLA DESCRITTA È SOLO PARTE DELLA REALTÀ.

MARZIA MC CHIOCCHI


Quante volte abbiamo sentito o letto la curiosa forma espressiva Analfabeti funzionali.

Una volta, prima dell’avvento dei social e persino di internet, quelli così erano chiamati volgarmente e semplicisticamente scemi, con varianti lessicali dipendenti dagli strati sociali, oppure dalla qualità della conversazione quali idioti, fessi, imbecilli, stupidi, stolti cretini, per poi arrivare ai localismi.

Oggi però imperversa una moda linguisticamente fatale, che s’insinua – attraverso il web – nei nostri linguaggi.

Ecco che, per esempio, lo storytelling non è altro che il racconto di storie, il selfie è l’autoscatto, lo stepchild adoption è l’adozione del figlio del partner, il brand è il marchio, l’on demand è un servizio a richiesta, ecc.

Quindi un analfabeta funzionale sarebbe semplicemente una persona che ha studiato, ma alla fine non capisce il vero senso di un concetto, anche semplice. In realtà pure molti laureati, masterizzati o dottorati soffrono di questa malattia culturale e infatti – viaggiando tra i social – anche molti titolati non approfondiscono le letture, fermandosi magari ai titoli di un articolo.

Alla categoria si possono ricondurre anche queste figure, così massicciamente presenti sui social:

Quello che legge solo e soltanto il titolo e commenta

A volte capita che fraintenda anche il senso del titolo stesso degli articoli di oggi (inclusi quelli – dei maggiori quotidiani nazionali) dal momento che molto spesso sono sensazionalistici e acchiappaclick. E quindi, commenta solo in base al titolo. A tal proposito, i giornalisti del “Secolo XIX” nel 2016 hanno fatto un esperimento sociale, basato proprio su questo. Leggi e divertiti.

L’odiatore seriale

Gli odiatori seriali (definiti haters) sono quelli che qualsiasi cosa tu scriva (soprattutto se sei un personaggio famoso o comunque seguito sui social) hanno sempre qualcosa da ridire, e un po’ di veleno da sputare.  L’odiatore seriale è chiaramente colui che, dal momento che non ha altri modi per sfogare le sue innumerevoli frustrazioni, lo fa sui social,  e ogni “like” che prende alimenta il suo ego, facendolo illudere di contare qualcosa. Nel mondo virtuale conterà  solo fino allo scorrimento della timeline, in quello reale, purtroppo, non conterà niente. In fondo la sua vita è vuota, quindi i suoi 30 secondi di gloria rappresentano la summa della propria esistenza. Da compatire.

Quello che pensa agli affari suoi, sempre e comunque

E’ il tipo che controlla il profilo degli altri, senza mai scrivere di lui.

Il maniaco seriale

E’ quello che ti chiede l’amicizia. Zero amici in comune, con foto del profilo che mostra la tartaruga e il tatuaggio, con occhiali da sole specchiati, montatura da figo e un sorriso a 36 denti. Tu accetti l’amicizia e subito ti arriva un messaggio tipo: “ciao, o visto ke 6 single…..”. Tu gli fai notare che non è il caso, ma lui, nelle settimane a venire, ti mette il “like” a ogni foto che pubblichi. E lì capisci che la sua serialità è solo la punta dell’iceberg di un malessere sociale e psichico che potrebbe portare ad epiloghi poco piacevoli.

L’uomo del “meditate gente, meditate”

E’ il normotipo di quello che ci mette ore a scrivere un post o un commento, il cui risultato sono solo una serie di frasi stereotipate e ritrite, ma che, solo lui, ritiene ricche di cultura e ad effetto. Per poi concludere il post con un “meditate gente, meditate”. Infine, dopo aver premuto “invio”, si gongola pensando alla sua saggezza e attende i like dei suoi simili.

Quello che, se gli parli ti risponde picche

In pratica, imposti un dialogo tra sordi, ovvero nel semplificare il tuo pensiero e fargli capire concetti semplici, ma lui ti risponderà parlando di altro. Non perché voglia distogliere l’attenzione e spostare la conversazione, ma semplicemente perché non ha capito alcunché!

Quello che si mette il like da solo

Nel gergo social, come sappiamo tutti benissimo, un like è un apprezzamento a un contenuto che abbiamo pubblicato. Quindi chi lo ha  scritto significa che condivide quello che dice! Chiaro!  Quindi perché, devi mettere quel like ai tuoi contenuti?

Il condivisore seriale di bufale

È la persona più pericolosa nel mondo social. E’ colui che si fa attrarre da titoli. A nulla vale che l’articolo provenga dalle black list dei siti bufalari, a nulla vale che tu commenti i suoi post dicendo che sono falsi. Ne uscirà fuori solo un’amara discussione in cui tu sei il complottista e loro i portatori sani di verità assolute. Vanno solo lasciati perdere.


Il fatto è che hanno vinto gli analfabeti funzionali

Tu puoi anche usare tutta la logica possibile per inchiodarli alla propria ignoranza. Non ci riuscirai. Puoi pubblicare tutti gli schemi logici di questo mondo per fargli capire che bisogna parlare con consapevolezza. E’ inutile. Puoi anche citare tutte le fonti che dimostrano il contrario di ciò che sostengono. E’ tempo perso.

Certi individui, finché avranno una connessione internet e un accesso libero e indiscriminato agli strumenti social, ti travolgeranno sempre e comunque con le loro supposizioni, i qualunquismi, le dietrologie da quattro soldi e la grammatica calpestata con violenza e abominio.

Tu potrai condividere quanto vuoi gli articoli che richiamano alla ragione, ma saranno solo compresi e accettati dai tuoi simili, cioè da quelli che vivono nelle riserve della ragione (pochi, insomma), mentre intorno a te imperverserà il diluvio dell’arroganza mista a saccenza e ignoranza.

 

Fonte: “Il Barbuto.blog”

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24 Aprile 2023 – Redazione

 

“ Con l’inizio degli anni settanta del secolo scorso ( il XX’) cominciò a crollare la domanda internazionale di materie prime, sopratutto quella di nichel, con conseguente situazione di grave difficoltà nell’omonima azienda di famiglia.                                                        Costituita nel 1973 la metà della LE NICKEL venne venduta da Guy de Rotschild ad un’azienda statale. In compenso il barone si inventò LA IMETAL che, forte della liquidità ottenuta tramite la suddetta vendita, venne utilizzata per investire negli ISA, inaugurando una nuova fase, di sempre maggiore attenzione all’economia americana. Tutto per i Rotschild di Francia comincio’ con l’appoggio della loro affiliata newyorkese NEW COURT SECURITIES e della vecchia alleata KHUN & LOEB attraverso il cui sostegno, GUY, rilevò un’azienda di Pittsburgh specializzata nella produzione di leghe metalliche.

L’opinione pubblica americana protesto ferocemente contro questa scalata straniera bei confronti di un’importante azienda metallurgica statunitense. Ma comunque l’affare andò in porto! Negli stessi anni Guy decise di cedere la sua storica residenza di Ferrieres considerata ormai uno spreco persino per una delle famiglie più ricche al mondo. Il sontuoso castello e la sua immensa tenuta furono ceduti all’Universita’ di Parigi. Soltanto una parte dei suoi terreni rimase di sua proprietà. Sul territorio rimastogli il Barone fece costruire una residenza molto signorile, anche se menò mastodontica, dove continuarono a sfilare re e regine, stelle di Hollywood e personalità politiche.

Poi per i Rotschild di Francia si scatenò la tempesta. Nel 1981 alla presidenza della Repubblica francese sali’ per la prima volta un socialista. Si chiamava FRANCOIS MITTERAND  e aveva un programma politico capace di far rabbrividire qualsiasi grande magnate francese: superare la “soglia minima” delle nazionalizzazioni, sopratutto nel settore bancario e finanziario e nei confronti dei gruppi industriali in grado di giocare un ruolo di importanza “strategica” all’interno dell’economia francese. Per i Rothschild si manifestava lo spettro della statalizzazione delle loro imprese. A fronteggiare l’attacco socialista dovette provvedere un ancora inesperto beo presidente della banca, David Rothschild, figlio del settantaduenne Guy, ormai in pensione dal 1979.

Mitterand condusse una vivace battaglia parlamentare contro le destre anti-statalizzazione e quando uscì finalmente il disegno di legge, che i Rothschild stavano aspettando con angoscia, fu chiaro che tra le banche prese di mira vi sarebbe stata anche la loro. Il criterio scelto per individuare quali istituti nazionalizzare fu quello della quantità di depositi. La soglia fu fissata a quota “un miliardo” di franchi, e non pochi fecero dubito notare che tale soglia pareva stabilità ad arte. Dopo una violentissima battaglia in Parlamento e una fitta serie di emendamenti, la legge fu approvata nel febbraio del 1982. Logicamente venne prevista una forma di indennità, da corrispondere in obbligazioni ai proprietari espropriati ai proprietari espropriati delle loro aziende, ma siccome la notizia dell’imminente statalizzazione aveva fatto crollare il valore delle azioni delle banche coinvolte, il calcolo dell’identità sulla base del loro attuale valore non fece che penalizzarle ulteriormente. E ai Rothschild andò anche peggio.

Complessivamente l’identità finita nelle mani della famiglia fu di 450 milioni di franchi, circa 181 milioni di euro attuali, di questa cifra, però, i Rothschild avrebbero ricevuto solo il 35%.

David riflette’ sull’accaduto e si chiede se davvero la sua famiglia sarebbe potuta correre ai ripari, prima di farsi travolgere dalla nazionalizzazione. Poi riconobbe l’importanza di prendere atto che una nuova svolta nella storia dei Rothschild stava verificandosi. Così, per lui e i suoi cugini decisero di ripartire. A dire il vero, però, in qualche modo erano riusciti a limitare i danni con l’ennesimo trucchetto. Servendosi della Paris Orleans, una vecchia compagnia ferroviaria riconvertita per l’occasione a finanziaria, nel giro di otto mesi avevano sfornato, senza dare troppo nell’occhio, una società comproprietaria della banca Rothschild. Il tutto, naturalmente, mentre il dibattito ferveva ancora in Parlamento.

Cosi, quando la morsa di Mitterand scattò, la Paris Orleans incassò la sua percentuale di indennità, un 8% in più spuntato dal nulla. Quella cifra, non certo indifferente, avrebbe costituito la rampa di lancio per i futuri investimenti.

Ma da quel momento in poi basta con la Francia. Il nuovo quartier generale dei Rothschild, quello della finanza moderna, si sarebbe spostato in America!

FONTE: Tratto dal libro: “I Rothschild e gli altri” di Pietro Ratto

 

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16 Aprile 2023 – Redazione- di Marzia MC Chiocchi

In questo secondo post facciamo il punto sull’OSSERVATORIO presentato ieri pomeriggio a Roma, nel corso dell’incontro pubblico seguito alla proiezione del Docfilm “INVISIBILI”, raccolta di tutte le testimonianze rilasciate al regista Paolo Cassina, da coloro che hanno subito e stanno subendo, gli eventi avversi da siero genico anticovid!

Perché si è parlato dell’esigenza di creare un’Osservatorio di controllo?! Ecco la spiegazione.

Nei giorni scorsi il Governo italiano ha dato il via libera all’istituzione di una commissione d’inchiesta sulla pandemia e sui vaccini. Quest’ultima voce è stata inserita dopo un lungo tira e molla anche di parte della Lega (Salvini in primis) che all’inizio aveva espresso la sua contrarietà verso la creazione di questo organismo, probabilmente perché in pieno pandemonio, il partito era sia nel governo Conte che in quello Draghi, con la presenza di ben due ministri di cui uno, Garavaglia (allora al dicastero del turismo), favorevole e promotore del Green Pass e quindi della vaccinazione seriale. NON DIMENTICHIAMOCELO MAI! 

La paura di essere indagati, dal momento che la Lega è tutt’oggi al governo, fa novanta! Ma, come evoca un vecchio adagio, “Cio’ che è dato è reso” e indietro non sempre si può tornare! Se colpevolezza c’è stata (e l’ipotesi è scritta in senso retorico), chi ha responsabilità degli abusi subiti dai Cittadini e dalla Costituzione, dovrà pagare! 

L’Osservatorio, quindi, come ha spiegato nel corso dell’incontro Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma e portavoce del Comitato “FERMARE LA GUERRA”, 

ha l’obiettivo di sostenere e controllare il lavoro della Commissione Parlamentare d’Inchiesta votata dal gruppo Affari sociali del Parlamento, il cui prossimo passaggio ufficiale sarà l’approdo alla Camera e poi al Senato. L’organismo sarà composto da 15 deputati e 15 senatori e ha come compito, quello di far luce su diversi aspetti che hanno contraddistinto sia la gestione pandemica, ma sopratutto quella della campagna vaccinale. L’ex sindaco di Roma ha chiesto che venga istituito un Comitato scientifico indipendente e un Osservatorio che presti ascolto, “a tutte le associazioni nate spontaneamente per protestare contro il lockdown, il green pass e gli obblighi vaccinali, così come ai medici protagonisti delle concrete e vere terapie di cura, che il Ministero della Salute, ha più volte tentato di sminuire definendole “alternative”. Il Ministero della Salute, infatti, ha sempre continuato a promuovere impunemente e senza vergogna, “Tachipirina e vigile attesa”!

Dell’organo di controllo faranno parte anche medici e scienziati di coscienza che hanno evidenziato, a più riprese e inascoltati dal ghota politico, i problemi dei vaccini e la diffusione di reazione avverse”. 

A questo punto sarà importante far valere i propri diritti, facendo leva sui 200 magistrati che si sono uniti (finalmente) per dare supporto legale alla VERITÀ! Le leggi ci sono e dobbiamo farle valere! In 80 anni, dalla seconda guerra mondiale ad oggi, ne sono state approvate oltre il necessario per difendersi ampiamente dalle menzogne, e per poter colpire i potenti collusi e criminali! Basta farle applicare per dare avvio ai processi. Adesso non possiamo più tirarci indietro, e chi ha avuto problemi dovrà denunciare, perché solo accumulando più materiale possibile, riempiendo i tribunali e le loro aule di carte, denunce, referti e testimonianze che attestino gli eventi avversi gravi e non, potremmo concretamente ottenere giustizia. I colpevoli dovranno sentire il fiato sul collo e non dovranno aver più ragione di ciò che li starà travolgendo! Aiutiamo l’Osservatorio che nascerà a breve, a scatenare uno tsunami che possa rimuovere e scollare dalle loro poltrone tutti coloro che ancora stanno, non curanti e arroganti, ai loro posti di comando. Nelle prossime settimane vi aggiorneremo su tutto ciò e daremo indicazioni su come fare per far pervenire più documentazioni possibili a chi di dovere!

La relazione su ciò che è stato detto in quattro ore di incontro continuerà per qualche giorno, tante sono state le cose da raccontare! E in più daremo voce a coloro che hanno testimoniato in teatro, raggelando la platea, per il dolore fisico e morale che stanno provando! 

Infine, teniamo a RIBADIRE che L’Osservatorio dovrà vigilare sulla regolarità del lavoro della Commissione d’ Inchiesta, facendo attenzione che non ci siano omissioni di comodo, ingerenze di politici corrotti e che non vengano fatti sparire documenti sensibili! La partita da vincere è troppo importante per il nostro Paese, e non vogliamo che tutto vada a finire come tutte le numerose indagini che nei decenni sono state insabbiate! 

Forza e coraggio. Basta con gli indugi! Non c’è tempo da perdere! È il momento di denunciare, denunciare, denunciare!

VI TERREMO COSTANTEMENTE AGGIORNATI!


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15 Aprile 2023 – Redazione – di Marzia MC Chiocchi

Eccomi qua, rientrata da una giornata piuttosto impegnativa ma estremamente interessante svoltasi quest’oggi al Teatro Italia di via Bari a Roma, dove si sono date appuntamento oltre 800 persone, per la proiezione del filmato “INVISIBILI”, realizzato dai videomakers Paolo Cassina e Alessandro Amori di Playmastervideo, all’interno dell’incontro organizzato dall’associazione “POPOLO DELLE MAMME” presieduto da Simona Boccuti, dal COMITATO FERMARE LA GUERRA, portavoce Gianni Alemanno e da Rosario Del Priore, di POPOLO ITALIANO APS.

Il Docfilm, di circa 60 minuti, raccoglie le preziose testimonianze di coloro o familiari di coloro che, vaccinati, sono stati colpiti da eventi avversi anche molto gravi. Alcuni , oltre che in video, hanno accettato di essere presenti in teatro, riuscendo, così, a trasmettere un valore aggiunto alle loro storie. Sono stati momenti toccanti, in cui ciascuno di noi ha fatto i conti con la realtà che stiamo vivendo, chi da spettatore e chi da protagonista, in maniera ancor più’ dolorosa di quanto ognuno possa immaginare! Perciò, quello di stasera da parte mia, vuol essere un invito a seguire con più attenzione Mercurius, che da domani affronterà, con vari post, suddivisi un più giorni, tematiche e nuove iniziative, affrontate e spiegate dal convegno che ha fatto seguito al docfilm. Numerosi gli interventi degli ospiti conosciuti al grande pubblico e sempre in prima linea in questi anni di pandelirio, di cui vi parleremo approfonditamente.

Quello che e’ emerso da subito, come iniziativa non più rimandabile, e’ la nascita di un OSSERVATORIO DI VIGILANZA sulla nascente commissione d’inchiesta parlamentare che indagherà anche sui vaccini. Sarà formato da rappresentanti di associazioni, da medici, avvocati e da esponenti della società civile, che dovranno controllare che non ci siano depistaggi in corso d’opera. La sua funzione? Controllare i controllori. Troppe le commissioni d’inchiesta istituzionali che nei decenni hanno insabbiato le verità. Adesso è arrivato il momento tanto atteso di far luce. È un treno su cui dobbiamo salire, un’occasione irripetibile, con la quale chiedere il conto a chi ha fatto del male a chi ha creduto, senza riserve, in un falso beneficio, con conseguenze spesso irreversibili. Da domani, quindi, lèggerete i nostri approfondimenti su oltre 4 ore di interventi.

A seguire postiamo, invece, alcune foto del teatro sold out e il momento della grande contestazione nei confronti dell’on. Alice Bonguerrieri di Fratelli  d’Italia quando, in streaming, nel presentare la commissione, ha menzionato il Presidente Mattarella. Risultato…è stata costretta a chiudere il collegamento senza poter proseguire!

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