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‘MAGGIO 2022’ Category

28 Maggio 2022 – Redazione

«L’Istituto superiore di sanità ha dichiarato che abbiamo già la disponibilità di oltre 5 milioni di dosi» di vaccino antivaiolo, «quindi siamo preparati eventualmente nel procedere qualora ve ne fosse la necessità». Lo ha affermato il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, ospite di Rainews24, commentando l’acquisto da parte della Gran Bretagna di 20 milioni di dosi di vaccino, scrive AdnKronos.

Costa ha ribadito «con chiarezza» che «non siamo di fronte a un’emergenza». Il vaiolo delle scimmie non è paragonabile al Covid, non colpisce tutta la popolazione perché – ha affermato – chi è stato vaccinato contro il vaiolo, circa il 40% della popolazione, ha già una protezione indicativamente dell’85%. Quindi è uno scenario diverso che deve essere monitorato».

«Siamo di fronte ad una situazione che deve essere monitorata. Il nostro governo lo sta facendo – aggiunge – anche attraverso una task force istituita all’Istituto superiore di sanità e in collaborazione con le Regioni e con l’Unione europea – si legge ancora su AdnKronos -. Quindi stiamo affrontando insieme questa nuova fase».

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23 Maggio 2022 – Redazione – Fonte: Adnkronos

Il presidente degli Usa Joe Biden ha affermato che il vaiolo delle scimmie è “una cosa per cui tutto il mondo dovrebbe preoccuparsi“, anche se gli States hanno registrato finora solo un caso. Biden ha spiegato ai giornalisti in Corea del Sud che già sta parlando con i suoi consiglieri della possibile espansione della malattia e che tra gli aspetti che devono ancora essere chiariti c’è il grado di trasmissibilità del virus.

Vaccino contro il vaiolo

Stiamo lavorando per vedere quello che possiamo fare e che vaccino si può usare“, ha detto il presidente Usa prima di imbarcarsi sull’Air Force One per recarsi in Giappone, seconda tappa del suo tour in Asia. I Cdc di Atlanta indagano su diversi casi sospetti, anche se per ora ne è stato confermato uno solo nel Massachusetts, una persona che aveva viaggiato in Canada.

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23 Maggio 2022 – Redazione – di Maurizio Belpietro (La Verità)

Paolo Gentiloni anticipa il siluro europeo contro l’Italia. E Repubblica gioca di sponda, annunciando i prossimi diktat. Le chiamano riforme indispensabili, ma sono tagli e tasse: a cominciare dal catasto. La Francia gela Kiev: «Per l’ingresso nella Ue ci vorranno 15-20 anni».

Pensavate che essendo occupata con l’Ucraina l’Europa si fosse dimenticata di noi? Beh, vi sbagliavate. Perché con la premura che ben conosciamo Bruxelles ha deciso di inviarci le sue raccomandazioni, ricordandoci i guai delle nostra economia e indicandoci la via per risolverli. In breve, la ricetta della Commissione Ue è la stessa di sempre, cioè dai tempi di Rigor Monti: più tasse. Chi pensava che bastasse la presenza di Mario Draghi a Palazzo Chigi per rassicurare i falchi europei purtroppo rischia di doversi ricredere in tempi stretti, perché l’Unione pretende che l’Italia vari il disegno di legge Concorrenza così come è stato disegnato dal governo e reclama a gran voce la riforma del catasto, ossia una stangata sulla casa.

Anticipate dal duplex Repubblica-Stampa(non a caso dello stesso editore), le raccomandazioni di Bruxelles somigliano più a un diktat: o fate quel che chiediamo oppure vi tagliamo i viveri, vale a dire i fondi del Recovery plan. A esplicitare la minaccia ci ha pensato direttamente Er moviola, al secolo Paolo Gentiloni, ex presidente del Consiglio per grazia ricevuta da Matteo Renzi, e attuale Commissario europeo con delega all’economia per grazia di Giuseppe Conte e compagni. In un’intervista al quotidiano sabaudo diretto da Massimo Giannini, il premier nominato con la missione di impedire agli italiani di votare non ha usato mezze parole, rivelandosi insolitamente loquace: l’economia mondiale va verso la recessione e l’Italia deve decidersi ad affrontare i suoi problemi, perché è finito il tempo del sostegno universale. Il messaggio non lascia spazio a dubbi: se non ci saranno le riforme, l’Europa chiuderà i rubinetti. E per chi non fosse in grado di intuirle da solo, le misure che la Ue pretende sono esplicitate sul giornale gemello diretto da Maurizio Molinari. Le raccomandazioni europee prevedono un taglio della spesa corrente, una riduzione credibile del debito pubblico, investimenti per la transizione verde e digitale, più una revisione delle aliquote marginali, con allineamento dei valori catastali ai valori di mercato.

In pratica si tratterebbe di un suicidio assistito dall’Europa, la quale si incaricherebbe di aiutarci a completare l’opera avviata 11 anni fa dall’ex rettore della Bocconi e dalla quale non ci siamo ancora ripresi. Con la formula apparentemente asettica dell’allineamento dei valori delle case a quelle di mercato l’Unione intende che si devono tassare gli immobili, attuando cioè una patrimoniale sul bene che accomuna gli italiani. Quali siano le conseguenze le abbiamo già misurate con Mario Monti, quando grazie alla stangata sulla casa il mercato crollò, gli investimenti immobiliari si bloccarono e un pezzo importante di Pil andò a farsi benedire, frenando la ripresa italiana. Per i proprietari di immobili la riforma del catasto sarebbe una doppia beffa, perché mentre le rate dei mutui salgono a causa dell’inflazione e il bonus del 110 per cento per molti si sta rivelando un rebus, si ritroverebbero con appartamenti tartassati dal Fisco e, come è facile immaginare, con un mercato delle compravendite in contrazione.

Non meno devastante il disegno di legge Concorrenza reclamato dalla Ue, che, come ha spiegato su queste pagine Giulio Tremonti, in altri Paesi è stato disinnescato, ma che in Italia con il ricatto del debito pubblico rischia di spalancare le porte alla concorrenza di operatori stranieri, svendendo una parte vitale per l’economia del Paese.

Per non parlare poi della transizione ecologica, che per molte aziende minaccia di trasformarsi in un aggravio di spesa, richiedendo investimenti che certo si fa fatica a considerare semplici in un momento in cui con la guerra in Ucraina tutto si complica, a cominciare dai costi dell’energia per finire al rincaro delle materie prime dovuto al blocco dei porti sia in Cina sia nel Mar Nero.

Forse qualcuno immagina che per attuare le richieste che arrivano da Bruxelles ci sia tempo, ma così non è, perché l’Unione vuole tutto e subito, nonostante il conflitto in corso. Il che non è una nostra previsione, ma le dichiarazioni rilasciate ieri pomeriggio da Frans Timmermans, vice presidente vicario della Commissione europea e commissario per il clima, il quale, incurante degli sconvolgimenti geopolitici in corso, ieri si è fatto intervistare da Lucia Annunziata per comunicare che i «tempi sono strettissimi». Tradotto: Draghi o non Draghi, abbiamo la pistola alla tempia e a puntarcela sono quei simpatici signori che ci chiedono di inviare armi all’Ucraina.

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22 Maggio 2022 – Redazione – Fonte: Il Giornale d’Italia

Il vaiolo delle scimmie ha una bassa mortalità ed è, tutto sommato, è poco contagioso. A dirlo sono gli esperti Donato Greco e Stefano Vella. Il primo ha rassicurato che questo virus è “meno grave della varicella”. Il secondo è sicuro nell’affermare che non ci sarà alcuna pandemia in quanto, appunto, il vaiolo delle scimmie non contagia come il Coronavirus.

“Nell’uomo il vaiolo delle scimmie è una malattia auto-estinguibile, cioè si risolve da sola in poche settimane ed è, come gravità, anche inferiore a una varicella”, ha affermato Donato Greco, già direttore generale della Prevenzione al ministero della Salute. “Anzi – aggiunge all’Adnkronos Salute – quest’ultima comporta una estensione delle vescicole su tutto il corpo e dà febbre elevata, mentre il vaiolo delle scimmie è quasi sempre molto localizzato. Nei casi di cui parliamo in questi giorni a trasmissione sessuale, le pustole sono limitate alla zona dei genitali, senza febbre alta”.

“C’è un po’ di diffidenza a dichiararne la natura della trasmissione che, come riportato nel report del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecd), nella maggior parte dei casi è per via sessuale anale“, continua Greco. “Ed è inutile dire che non lo sia, non vedo perché non chiarirlo, perché se parlassimo di gonorrea quale sarebbe il problema? Ricordiamo la storia dell’Hiv, quando partì un allarme incontrollato”. E ancora: “Stiamo attenti alle discriminazioni, ma dal punto di vista scientifico bisogna parlare e spiegare chiaramente le cose per non generare inutili allarmismi”.

Nemmeno Stefano Vella, docente di Salute Globale all’università Cattolica di Roma, si è detto particolarmente preoccupato. “Non siamo di fronte a una nuova pandemia”, dice. “Il virus del vaiolo delle scimmie, è conosciuto, in Africa, da tempo. Non preoccupa particolarmente rispetto al rischio di propagazione perché per infettarsi i contatti devono essere molto stretti, come nei rapporti sessuali. Non ci sono gli stessi pericoli di una trasmissione aerea, che facilita la corsa del virus, come per Sars-Cov-2″.

“A dispetto del nome, come già è stato spiegato in questi giorni – aggiunge Vella – non parliamo di un’infezione pericolosa come quella causata dal vaiolo. La malattia è lieve e abbiamo, nel caso si rendesse necessario, anche alcuni antivirali utilizzabili, per quanto non specifici. E da quanto ne sappiamo fino ad oggi, chi si è vaccinato contro il vaiolo potrebbe essere protetto”.

Per Vella, in ogni caso, oggi più che mai è necessaria “l’attenzione all’equilibrio tra la salute umana, animale e ambientale. Ad esempio: se noi deforestiamo è chiaro che l’animale selvatico si avvicina alle aree abitate dall’uomo con più rischi. Non a caso, nell’approccio alla gestione della sanità, si parla di ‘One Health’, una salute sola (umana, animale, ambientale), e non è solo un concetto di moda, ma una necessità nel riorganizzare le politiche sanitarie e ambientali in un’ottica di consapevolezza e riduzione del rischio”.

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22 Maggio 2022 – Redazione

“Come ti creo uno stigma in sei piccole parole. Ci siamo già passati con HIV/AIDS che ha ucciso persone di ogni orientamento sessuale. Però non siamo più negli anni ‘80 e la lezione dovremmo averla imparata. Professor Bassetti, per favore, se possibile evitiamo. Grazie”.

Così Ivan Scalfarotto di Iv commentando via twitter le parole di Matteo Bassetti sui primi contagi da vaiolo delle scimmie in Italia da ‘cluster gay’.  (Adnkronos)

Cluster gay

Secondo le stime dell’infettivologo del San Martino di Genova “sono già segnalati decine di casi in Europa: 14 in Portogallo, 9 in UK e 7 in Spagna“. Al momento i casi registrati, “sono stati riscontrati tra uomini che hanno avuto rapporti sessuali con altri uomini, configurando una probabile trasmissione all’interno della comunità”.

L’Ecdc”, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, “ha attivato un sistema di allerta a livello europeo al quale partecipa l’Istituto superiore di sanità. Inoltre, l’Iss ha costituito una task force composta da esperti del settore e ha contattato le reti sentinella dei centri per le infezioni sessualmente trasmesseal fine di monitorare continuamente la situazione nazionale”. Lo sottolinea l’Istituto superiore di sanità in una nota.

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22 Maggio 2022 – Redazione – di Alessandro Rico ( La Verità)

Contagi, ospedalizzazioni e intensive sono più probabili tra chi ha tre dosi rispetto a chi ha completato il ciclo primario. I vantaggi della «terza dose» soltanto per gli over 60: eppure Roberto Speranza & C. insistono sulle iniezioni.

Ormai è un’evidenza granitica: sotto i 60 anni, chi ha la terza dose se la passa peggio di chi non ce l’ha. Lo dicono i numeri trasmessi dall’Istituto superiore di sanità: nel regno di Omicron, il bazooka del booster sta rapidamente perdendo la sua potenza di fuoco. Tutto ciò dovrebbe indurre esperti e ministero a ricalcolare il rapporto rischi/benefici dell’iniezione, soprattutto in vista dell’ulteriore campagna autunnale di richiami. E invece, al momento, il mantra delle punture a cadenza quadrimestrale, ringalluzzito dalla promessa di farmaci aggiornati, resta il pilastro della strategia italiana. Alla faccia delle decisioni scientifiche, basate sui dati, che invoca ogni volta Roberto Speranza.

Veniamo alle ultime, clamorose rilevazioni, che riguardano gli under 60. Dal report dell’Iss, aggiornato al 18 maggio, vanno tratte tre conclusioni che dovrebbero far drizzare le antenne a chiunque fosse davvero interessato a calibrare le politiche in base agli scenari.

1 Chi ha ricevuto la terza dose si infetta molto di più di chi si è vaccinato solo con due dosi da oltre quattro mesi. Tra 40 e 59 anni, addirittura, gli italiani con il booster si contagiano di più anche dei non vaccinati.

2 Chi ha ricevuto la terza dose finisce in ospedale di più di chi si è vaccinato con due dosi da meno di quattro mesi – e questo vale sia tra 12 e 39 anni, sia tra 40 e 59.

3 Chi ha ricevuto la terza dose finisce in terapia intensiva di più di chi si è vaccinato con due dosi, indipendentemente dal fatto che esse siano state somministrate da oltre o da meno di 120 giorni.

Sorvoliamo sul terzo punto: per fortuna, gli ingressi in rianimazione, tra il primo aprile e il primo maggio, sono stati talmente pochi che sarebbe inutile costruirci sopra una tendenza statistica. Concentriamoci, semmai, sui primi due elementi di riflessione.

Da 12 a 39 anni, l’incidenza dei casi di Covid, dal 15 aprile al 15 maggio, è stata di 2.912 infezioni ogni 100.000 persone tra i non vaccinati, 1.218 tra i vaccinati da oltre quattro mesi, 3.054,4 tra i vaccinati più recenti e 2.892,1 tra i vaccinati con la terza dose. Da 40 a 59 anni, l’incidenza è stata di 2.429,4 casi tra i non vaccinati, 1.493 tra i vaccinati da oltre 120 giorni, 2.712,9 tra i vaccinati da meno di 120 giorni e 2.683,6 tra chi si è sottoposto al richiamo. È un chiaro segnale che lo schermo offerto dal medicinale tarato sul virus di Wuhan, in presenza di Omicron e delle sue sottovarianti, si è enormemente indebolito. E che nemmeno la spintarella del terzo shot lo consolida in modo decisivo. I più attenti, allora, domanderanno: come mai, se lo scudo vaccinale è diventato una groviera, gli inoculati con due dosi da più tempo sembrano essere quelli più al sicuro? La protezione, a questo punto, non dovrebbe essere evaporata?

Una possibile interpretazione è che quanti, tra gli under 60, pur avendo porto il braccio da oltre 120 giorni, non sono ancora corsi all’hub per il richiamo, siano per la maggior parte individui che si sono infettati con Omicron dopo la doppia puntura. Costoro, dunque, beneficiano oggi dell’immunità naturale, peraltro maturata in rapporto al ceppo virale prevalente. E, a ipotetica parità di stile di vita – i limiti imposti dal green pass sono decaduti e nessuno è in lockdown volontario per paura d’infettarsi – resistono meglio agli attacchi del Sars-Cov-2.

Un discorso analogo – ed è un aspetto impressionante – vale per i conteggi dei ricoveri in area non critica. In questo caso, i non vaccinati si dimostrano senza dubbio più vulnerabili dei vaccinati a vario titolo. Tuttavia, gli under 60 che si sono lasciati inoculare oltre 120 giorni fa risultano meno a rischio sia dei vaccinati recenti, sia di quelli con il booster. Tra 12 e 39 anni, l’incidenza delle ospedalizzazioni, nei vaccinati meno recenti, è di 6,2 ogni 100.000 persone; in quelli più «freschi» è di 16,3; in quelli «tridosati» è di 10,1. Nella fascia anagrafica 40-59 anni, l’incidenza varia dai 10,4 ricoveri tra i vaccinati da più di quattro mesi, ai 15,7 tra i vaccinati da meno di quattro mesi, agli 11,8 tra i vaccinati con booster. Ancora una volta, chi si è vaccinato da poco, nel contesto Omicron, ha le armi spuntate. Soprattutto, la terza puntura non aggiunge nulla alle due eseguite prima di gennaio. Anzi, ha un impatto negativo.

A dirla tutta, già a febbraio La Veritàsottolineava come, dai documenti dell’Iss, risultasse che gli under 40 con tre dosi pativano più ospedalizzazioni dei vaccinati con due shot. L’Iss aveva spiegato il paradosso ricordando che, in quella classe d’età, ad aver ricevuto il booster erano stati i fragili. «Con il tempo», prometteva l’ente, «le stime di efficacia riferite a questa popolazione risentiranno meno di questo fattore di confondimento». Ebbene: la terza iniezione l’ha avuta anche chi scoppia di salute. Ed è successo il contrario di quel che prevedeva l’Iss. Non solo il «fattore di confondimento» non è scomparso, ma l’anomalia si è estesa alla categoria anagrafica immediatamente successiva, quella dei cittadini con età compresa tra 40 e 59 anni.

Anche a voler ignorare la questione degli effetti collaterali e il giallo sull’eccesso di morti under 40, ce ne sarebbe abbastanza per ammettere che qualcosa non sta funzionando. Per smetterla di rincorrere i più giovani e sani con la siringa, concentrandosi sugli over 60 – sui quali il richiamo, invece, fa il suo dovere.

Tanto, le inoculazioni delle terze dosi sono già di per sé al palo: da inizio mese non sono mai arrivate a 11.000 al giorno; venerdì si sono fermate a poco più di 5.000. Evidentemente, nascondere la polvere sotto al tappeto non basta: gli italiani, l’antifona, l’hanno capita da soli.

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22 Maggio 2022 – Redazione

Matteo Salvini, leader della Lega, si trova a meraviglia nel governo Draghi, sia con gli ex compagni dell’ex governo giallo-verde sia con i piddini: gli avversari di sempre.
Tuttavia, a margine dell’assemblea regionale a Milano per Fontana presidente, non poteva  mancare la boutade del “capitano”, in modo da rendere vivo il teatrino della politica italiana: «Mi sembra che se c’è qualcuno che mette a rischio il buon lavoro della maggioranza del governo è il Pd con Zan e la legge elettorale e i Cinquestelle con i loro assurdi no ai termovalorizzatori».

«Sono preoccupato per due cose per la vita del Governo» ha spiegato Salvini: «Una è il no dei Cinquestelle ai termovalorizzatori a Roma come in Liguria. Pensare di mettere a rischio il governo e di farlo cadere lasciando la ‘monnezza’ per strada a Roma è qualcosa di assolutamente privo di senso. I rifiuti devono essere energia. Ci manca energia, trasformiamoli in energia, ricchezza e ambiente pulito e loro dicono no». Il secondo punto è il Pd che, «con l’ingorgo dei lavori parlamentari, insiste sul ddl Zan e sulla riforma della legge elettorale».

Poi un passaggio anche sulla guerra. «Se vogliamo portare intorno al tavolo Ucraina e Russia dobbiamo fare tutti gli sforzi possibili. Spero che nessuno pensi di mandare armi e contare i morti per altri mesi e di conseguenza chiudere le fabbriche italiane», ha fatto sapere colui che fa parte del governo che manda armi in Ucraina e al battaglione neonazista Azov.

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20 Maggio 2022 – Redazione

TESTO ANSA DI PARTE, CHE FOCALIZZA L’INCAPACITÀ COGNITIVA DI UN PAESE SOLO SULLE CLASSI PIÙ POVERE.
PER QUANTO INSEGNA LA MIA ESPERIENZA, QUESTA LACUNA RIGUARDA IN MANIERA TRASVERSALE TUTTE LE CLASSI SOCIALI. E DA GIORNALISTA CHE VA DI PENNA DA 28 ANNI, DANDO VITA UN ANNO FA A MERCURIUS 5, POSSO DIRE CHE I LETTORI SI DIVIDONO TRA, CHI SI FERMA AL TITOLO, CHI SCORRE LE PAROLE DI SFUGGITA SENZA COGLIERE, PERCHÉ LEGGERE E PENSARE FA FATICA E, ANCOR PEGGIO, CHI CLICCA SULLA FOTO CON UN INSIGNIFICANTE “MI PIACE”, VANIFICANDO OGNI TUA FATICA! 
MI FERMO QUI! TORNEREMO SULL’ARGOMENTO QUANDO MERCURIUS 5 CAMBIERÀ VESTE!

GRAZIE

MARZIA MC CHIOCCHI

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«La dispersione scolastica implicita, cioè l’incapacità di un ragazzo/a di 15 anni di comprendere il significato di un testo scritto, è al 51%. Un dramma, non solo per il sistema di istruzione e per lo sviluppo economico, ma per la tenuta democraticadi un paese. I più colpiti sono gli studenti delle famiglie più povere, quelle che vivono al sud e quelle con background migratorio». Lo ha detto Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children Italiaaprendo i lavori di «Impossibile» la quattro giorni di riflessioni e proposte sull’ Infanzia e l’Adolescenza.

Per Tesauro in Italia esiste «una crudele ‘ingiustizia generazionale’ perché la crisi ha colpito proprio i bambini. Non solo 1,384mila bambini in povertà assoluta (il dato più alto degli ultimi 15 anni) ma un bambino in Italia oggi ha il doppio delle probabilità di vivere in povertà assoluta rispetto ad un adulto, il triplo delle probabilità rispetto a chi ha più di 65 anni».

Il presidente di Save The Children ha ricordato inoltre, che «più di due milioni di giovani, ovvero 1 giovane su cinque fra i 15 e i 29 anni, è fuori da ogni percorso di scuola, formazione e lavoro. In sei regioni, il numero dei ragazzi e delle ragazze Neet ha già superato il numero dei ragazzi, della stessa fascia di età, inseriti nel mondo del lavoro. In Sicilia, Campania, Calabria per 2 giovani occupati ce ne sono altri 3 che sono fuori dal lavoro, dalla formazione e dallo studio. Dati che – ha sottolineato – fanno a pugni con la richiesta del mondo produttivo».

«Nel nostro Paese, in 6 regioni, i neet, giovani senza formazione e impiego, hanno superato i coetanei con un lavoro, sono 2 milioni in totale in Italia». Lo ha detto Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children Italia durante «Impossibile 2022». «Gli investimenti sull’infanzia – ha aggiunto Fatarella – vanno blindati. Per sviluppare strategie efficaci serve conoscere i dati e costruire indicatori per misurare l’impatto. Territori e innovazione sociale siano al centro delle governance».

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20 Maggio 2022 – Redazione

PRO MEMORIA PER LE MENTI LABILI

Scrive la Dott.ssa Patrizia Montenegro PHD in Neurochirurgia presso la John Hopinks University:

<<Tra tutti i vaccini che ho visto in vita mia (difterite, tetano, pertosse, morbillo, rosolia, parotite, varicella, epatite, meningite e tubercolosi), non ho mai visto un vaccino che mi costringa a indossare una mascherina e mantenere la distanza sociale, anche quando sei completamente vaccinato…
Non avevo mai sentito parlare di un vaccino che diffonda il virus anche dopo la vaccinazione.
Non avevo mai sentito parlare di ricompense, sconti, incentivi per vaccinarsi.
Non ho mai visto discriminazioni per coloro che non l’hanno fatto. Se non sei stato vaccinato, nessuno ha cercato di farti sentire una persona cattiva.
Non ho mai visto un vaccino che minacci le relazioni tra familiari, colleghi e amici.
Non ho mai visto un vaccino usato per minacciare i mezzi di sussistenza, il lavoro o la scuola.
Non ho mai visto un vaccino che permettesse a un dodicenne di ignorare il consenso dei genitori.
Dopo tutti i vaccini che ho elencato sopra, non ho mai visto un vaccino come questo, che discrimina, divide e giudica la società così com’è. E mentre il tessuto sociale si stringe…
È un vaccino potente! Fa tutte queste cose tranne l’IMMUNIZZAZIONE.
Se abbiamo ancora bisogno di un’iniezione di richiamo dopo essere stati completamente vaccinati e dobbiamo ancora ottenere un test negativo dopo essere stati completamente vaccinati, e dobbiamo ancora indossare una maschera dopo essere stati completamente vaccinati e dobbiamo ancora essere ricoverati in ospedale dopo essere stati completamente vaccinati , probabilmente arriverà il momento di ammettere che siamo stati completamente ingannati>>.

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19 Maggio 2022 – Redazione – di Patrizia Floder Reitter – La Verità 

I dottori che hanno salvato migliaia di pazienti Covid affrontano le commissioni disciplinari. Quelli condannati per omicidio o corruzione risultano ancora iscritti all’albo. E se non sono in carcere, continuano a esercitare.

Ci sono medici che rischiano di essere sospesi solo perché hanno curato a domicilio pazienti Covid. Potrà accadere ad Andrea Stramezzi, che ne ha salvati 6.000 ma forse sarà radiato dalla Commissione disciplinare dell’Ordine dei medici di Milano, doveva capitare a Gerardo Torre, per averne curato 3.000 con farmaci da prontuario ma ignorati dal protocollo ministeriale, se la pressione mediatica non avesse influito sulla decisione finale dell’Ordine di Salerno.

Gli esempi non mancano, è forte quanto inspiegabile l’accanimento nei confronti di dottori che si sono rimboccati le maniche, non confidando solo su vaccino, paracetamolo e vigile attesa. E ci sono altri medici che rimangono iscritti, malgrado ne abbiamo combinate tante da far rivoltare nella tomba Ippocrate, sul cui giuramento promettono di impostare eticamente la loro professione.

Partiamo dal caso più emblematico. Pier Paolo Brega Massone, l’ex primario di chirurgia toracica della clinica Santa Rita di Milano arrestato nel 2008 e condannato all’ergastolo in primo grado per omicidio volontario. Provocò la morte di quattro pazienti anziani, pena riformulata nel 2018 nel processo d’appello bis e ridotta a 15 anni di reclusione. Il chirurgo aveva preso anche 15 anni e mezzo, diventati definitivi, per 55 casi di lesioni e truffe al Servizio sanitario nazionale.

Nel settembre scorso, la Corte d’assise d’appello aveva innalzato la pena a 21 anni e 4 mesi contestando, accanto all’omicidio preterintenzionale, l’aggravante dello scopo di lucro. Secondo l’accusa, nella «clinica degli orrori», come fu soprannominata, il medico pavese portò «sul tavolo operatorio» quattro anziani per interventi «inutili», effettuati al solo fine di «monetizzare» i rimborsi del sistema sanitario nazionale per la clinica convenzionata.

Ebbene, farete fatica a crederci ma Brega Massone, oggi cinquantottenne, risulta sempre iscritto all’albo dei medici di Pavia, con il numero 0000005986, come appare sul portale della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri. È il sito ufficiale al quale possono rivolgersi i cittadini che vogliono verificare l’iscrizione di un professionista, per questo Fnomceo sottolinea che gli Ordini «sono tenuti al loro aggiornamento dei dati».

Dimenticanza dell’albo di Pavia, che dal 2014 (quando Brega Massone fu condannato all’ergastolo) non ha aggiornato la posizione del suo iscritto, la qual cosa sarebbe comunque gravissima, o il chirurgo, il primo condannato in Italia per aver ucciso non per errore, è sempre un medico per il suo albo professionale?

Non è l’unico caso. Il 21 dicembre scorso, la Corte d’appello del tribunale di Milano ha condannato a sei anni di reclusione Domenico Spellecchia, ex primario di ginecologia dell’ospedale di Chiavenna, in Valtellina, che nel giugno 2018 era stato assolto dall’accusa di violenza sessuale nei confronti di 18 pazienti. Originario di Scampitella, provincia di Avellino, 62 anni tra poche settimane, dopo l’assoluzione era tornato a esercitare all’ospedale Moriggia Pelascini di Gravedona, nel Comasco.

Spellecchia, ritenuto colpevole di molteplici abusi per effetto della sentenza di primo grado ribaltata, a distanza di cinque mesi dalla pronuncia dei giudici d’appello risulta sempre iscritto all’Ordine professionale di Milano con numero 0000026668. Eppure accanto al nome di Barbara Balanzoni, medico anestesista laureata anche in legge, compare in tutta evidenza la scritta rossa «sospesa», dal 18 gennaio. Non per aver procurato danni a qualche suo assistito, o per aver intascato soldi sulla pelle di malati, semplicemente in quanto non vaccinata.

E che dire dei sei anni e sei mesi per corruzione inflitti nel gennaio 2021 a Norberto Confalonieri, ex responsabile di ortopedia e traumatologia all’ospedale Gaetano Pini di Milano? I giudici avevano accolto la tesi dei pm, secondo i quali il professionista «al centro di una ramificata e consolidata rete di relazioni corruttive», aveva stretto accordi con multinazionali per impiantare le loro protesi, in cambio di soldi, regali, ritorno di immagine.

Confalonieri fu invece prosciolto dall’accusa di presunte lesioni ai danni di pazienti, alla casa di cura San Camillo di Milano, dove il medico faceva interventi in regime privato e poi operandoli in regime di mutua. Di fatto, Confalonieri, classe 1952, condannato perché giudicato corrotto, lavora tra Milano, Seregno, Cantù, Lodi, Lecco e, come informa sul suo sito, oltre a effettuare interventi in cliniche private di Milano e Roma, li esegue anche in regime convenzionato. Infatti, è sempre iscritto all’albo dei medici di Monza con il numero 0000000717.

L’ortopedia del Pini deve essere una specialità che attira contenziosi, perché l’ex direttore dell’unità correttiva, Carmine Cucciniello, accusato nel 2018 di corruzione, patteggiò due anni con rito abbreviato, il primario Giorgio Maria Caloridue anni e dieci mesi. Il professor Calori, oggi direttore dell’unità funzionale di ortopedia e traumatologia della clinica San Gaudenzio di Novara, versò 300.000 euro al Pini per accedere al patteggiamento. Secondo l’accusa, avrebbe fatto acquistare kit operatori a un prezzo dieci volte superiore al reale. Sia Cucciniello, sia Calori sono regolarmente iscritti all’Ordine dei medici di Milano. «La commissione disciplinare segue il codice deontologico, ma dopo il rinvio a giudizio di un iscritto è obbligata ad aprire un procedimento, che può concludersi con tempi e pronunce differenti da quelli del giudice penale, tranne che nel caso di un’assoluzione», osserva Sandro Sanvenero, presidente dell’Ordine degli odontoiatri di La Spezia. «Di certo, deve garantire autonomia e indipendenza del medico e non può condannarlo perché ha agito secondo giudizio clinico, nel trattare pazienti», quindi anche affetti da Covid. «Lo stesso Consiglio di Stato ha sentenziato che i protocolli ministeriali sono delle mere indicazioni, il medico non è obbligato a seguirle».

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