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‘TURISMO’ Category

02 Maggio 2022 – Redazione – di Andrea Barsanti ( RomaToday)

Altri due episodi venerdì pomeriggio e nella notte tra sabato e domenica, gli interventi sono ormai su base quotidiana.

Continuano le incursioni dei turisti nelle fontane romane, patrimonio storico e culturale della città. L’ultimo episodio sanzionato è avvenuto venerdì pomeriggio, quando un turista straniero si è gettato nella fontana di piazza Navona.

Il tuffo è stato interrotto dagli agenti della polizia locale del gruppo Trevi, che sono immediatamente intervenuti e lo hanno fatto uscire dalla fontana, staccando una multa e – come previsto dalla legge – il daspo urbano.

Il regolamento di polizia urbana prevede infatti per chi si bagna nelle fontane storiche una multa dai 160 ai 450 euro (se pagata subito) a seconda della gravità della violazione. Il daspo urbano, entrato in vigore dal febbraio del 2017, consente invece ai sindaci, in collaborazione con il prefetto, di vietare alla persona sanzionata l’accesso per 48 ore in determinate aree della città.

Sempre in piazza Navona è stato immortalato un altro “tuffatore” che nella notte tra sabato e domenica è rimasto in mutande e, ripreso dagli amici, ha sguazzato nella fontana del Nettuno: in questo caso la bravata non ha prodotto conseguenze, ma il video, finito anche sulla pagina Instagram Welcome to Favelas, ha scatenato una pioggia di commenti.

Fontane storiche come vasche da bagno: i precedenti

Nel I Municipio è una misura che viene adottata praticamente su base quotidiana, soprattutto nelle ultime settimane: complice l’aumento delle temperature e il ritorno dei turisti, molte fontane sono state trasformate in “vasche” in cui immergere i piedi o calarsi interamente.

Qualche esempio: lo scorso 24 aprile un uomo di è liberato della maglietta e a torso nudo si è immerso nella fontana del Tritone del Bernini, in piazza Barberini; il giorno prima un senzatetto aveva immerso invece i piedi nella fontana di piazza Navona. Il giorno prima ancora è stato il turno di due turisti olandesi che sono entrati nella Fontana di Trevi cercando di confodersi con la calca di turisti del pomeriggio.

Ancora, il 16 aprile una giovane turista è stata immortalata mentre, completamente nuda, dopo avere sfilato in piazza Testaccio si è diretta verso la fontana delle Anfore e si è immersa.

Andando ancora indietro nel tempo gli episodi abbondano: lo scorso 16 di ottobre un uomo si era gettato nella Fontana di Trevi – una delle preferite per i”tuffi proibiti” – due giorni dopo due gruppi di giovani turisti si erano immersi nella Fontana dei Quattro Fiumi, sempre a piazza Navona, per bagnarsi i piedi e per scattarsi selfie.
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20 Aprile 2022 – Redazione – Fonte: Today.it

Da anni i russi trascorrono le loro estati sulle spiagge della nostra Penisola, nelle città d’arte o nelle capitali europee, ma quest’anno non sarà così perché con la guerra in Ucraina e le sanzioni Ue è diventato tutto più difficile e costoso. Fioccano le disdette, causando un enorme danno per il turismo italiano, mentre i tour operator russi sono alla disperata ricerca di mete alternative all’Europa per le vacanze estive 2022. Hanno deciso di puntare su rotte interne al Paese, posti meno “cool” della Sardegna e del Salento ma tutti a scoprire. Dove passeranno l’estate 2022? Quanto peserà l’assenza dei russi dal territorio italiano?

Le sanzioni Ue alla Russia colpiscono il turismo italiano
In risposta all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, l’Unione europea ha deciso di imporre una serie di sanzioni a Mosca per indebolire la capacità del Cremlino di finanziare la guerra e per imporre chiari costi economici e politici nei confronti dell’élite politica russa responsabile dell’invasione. Tra queste figura il congelamento dei beni e le restrizioni di viaggio per 1091 persone e 80 entità, “in quanto le loro azioni hanno compromesso l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina”. La lista stilata dal Consiglio Ue comprende Vladimir Putin, Sergey Lavrov, membri della Duma di Stato russa, membri del Consiglio di sicurezza nazionale, alti funzionari, imprenditori e oligarchi. Il vero colpo mortale al turismo italiano, però, arriva dallo stop ai trasporti imposto dall’Ue alla Russia, ossia il divieto per le compagnie aeree russe di volare verso l’Europa. Questo vuol dire niente più voli diretti Russia-Europa o voli charter. I russi non soggetti a sanzioni Ue, pur volendo venire in vacanza in Europa si troveranno a dover affrontare un viaggio molto più lungo ed economicamente più costoso. Per arrivare in Europa, infatti, i russi dovranno necessariamente fare scalo in una nazione extra-Ue per poi prendere un volo diretto in Ue. Facendo una simulazione per un volo a fine aprile di sola andata Mosca Šeremet’evo – Roma Fiumicino scopriamo che ci vorranno dalle15 alle 21 ore di viaggio (3 ore e mezza con un volo diretto prima delle sanzioni). Il prezzo del biglietto oscilla tra i 1.100 e 1.500 euro (100 euro sui voli low cost prima delle sanzioni). Per le partenze di maggio il prezzo si dimezza, ma con due scali e più di 24 ore di viaggio. Questo divieto di fatto azzererà il turismo russo verso l’Europa, mandando a monte le vacanze di molti russi in Italia. Quanto peserà l’assenza dei russi dal territorio italiano?

Addio a 5,8 milioni di russi e a 984 milioni di euro
Quanto vale il turismo russo in Italia? Prima di rispondere a questa domanda vale la pena sottolineare che i russi non sono turisti qualunque, sono vacanzieri ‘high budget’ o ‘big spender’, turisti a cinque stelle, abituati a spendere cifre importanti per una vacanza di lusso, all’insegna del divertimento, del buon cibo e del relax. Frequentano ristoranti di lusso e bevono vini costosi, amano fare shopping, la moda e l’arte. Il turista russo, non solo l’oligarca o il magnate, arrivava a sborsare fino a 145 euro al giorno durante un soggiorno in Italia (dati 2018), cifra molto più alta rispetto alla media degli altri turisti stranieri. I russi si piazzano al quarto posto per spesa pro-capite giornaliera dopo giapponesi, cinesi e canadesi. Quest’anno la loro assenza si farà sentire, basti sapere che nel 2019 il turismo russo in Italia generava 5,8 milioni di presenze, con una spesa stimabile sui 984 milioni di euro. Secondo le prime stime 100 milioni andranno in fumo solo in Sardegna e 150 milioni a Roma. Molte ville affittate in Sardegna eVersilia a 30mila ma anche 100mila euro a settimana, resteranno vuote. Assoturismo stima che per il solo mese di aprile 2022 dovremo rinunciare a 175mila pernottamenti di turisti russi per un fatturato di quasi 20 milioni di euro. Da considerare però che la stagione era già in parte compromessa, visto il mancato riconoscimento del vaccino Sputnik da parte dell’Ema. A causa delle sanzioni e dei problemi con il vaccino, dunque, i russi saranno costretti a passare l’estate 2022 fuori dall’Europa, dove?

Le nuove mete dei russi per l’estate 2022
Altro che Versilia, Riviera romagnola, Argentario, Costa Smeralda, Venezia e Salento, quest’anno i russi passeranno le vacanze estive in Kamchatka, nel Caucaso o in Carelia. A dichiararlo il capo dell’Agenzia federale per il turismo, Zarina Doguzova, citando altri luoghi a molti sconosciuti come il Tatarstan, la città della Russia siberiana occidentale Tyumen, il Territorio dell’Altaj e l’isola di Sakhalin. I tour operator della Federazione Russa hanno deciso di puntare sul turismo interno, lanciando per il periodo primavera-estate nuovi charter turistici diretti ad esempio verso il Kamchatka, nel Caucaso settentrionale. Un paradiso terrestre stando alle descrizioni: “Sorgenti termali, dozzine di vulcani attivi e dormienti, surf su spiagge vulcaniche, orsi bruni, foche e orche assassine, oltre a enormi granchi e delizioso caviale rosso: tutto questo ti aspetta durante il tuo viaggio in Kamchatka”, recita il messaggio promozionale descrivendo un vero paradiso terrestre. Inoltre, grazie al sovvenzionamento della metà del costo del trasporto aereo, i russi potranno acquistare pacchetti turistici a prezzi davvero vantaggiosi. La politica autarchica di Putin per il turismo appare chiara: dirottare i turisti russi verso mete nazionali. Chissà se i russi, abituati alla mondanità e al lusso occidentale, apprezzeranno queste nuove mete naturalistiche o se rimpiangeranno le nostre bellissime città d’arte.

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08 Marzo 2022 – Redazione

NELLA MIA INTRODUZIONE VOGLIO RIMARCARE, ANCORA UNA VOLTA, IL VALORE DI CERTE DECISIONI A DISCAPITO DI NOI, POPOLO ITALIANO, CHE IL GOVERNO STA PRENDENDO CONTRO LA SUA GENTE, LA SUA ECONOMIA E IL SUO PATRIMONIO UMANO, CON L’AGGRAVANTE DELLA COMPLICITÀ DI CATEGORIE LAVORATIVE E IMPRENDITORIALI, CHE NE AVALLANO LE STORTURE. SENZA SOTTOVALUTARE LA CARITA’ PELOSA, INTRISA DI BORGHESE E FALSA UMANITÀ NEI CONFRONTI DI POPOLI STRANIERI (IN QUESTO CASO L’UCRAINA), QUANDO GLI STESSI ITALIANI VANNO UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI.

DOPO AVER MASSACRATO I VOSTRI DIPENDENTI NON VACCINATI, SOSPENDENDOLI DALLE LORO MANSIONI, COME GESTIRETE GLI UCRAINI CHE HANNO RIFIUTATO IL SIERO? CARI ITALIANI,ANCESTRALMENTE IPOCRITI, IGNORANTI DISCENDENTI DELLA GENIA DI CAINO, STATE COMBATTENDO LA VOSTRA GUERRA PERSONALE PRESTANDO IL FIANCO AI MASSONI GLOBALISTI CHE, DA DUE ANNI, STANNO FACENDO DI TUTTO PER METTERCI UNO CONTRO L’ALTRO. VORRÒ VEDERE LE VOSTRE FACCE DI FRONTE ALLA BRUCIANTE DELUSIONE CHE PROVERETE, QUANDO SCOPRIRETE IL TRADIMENTO DI CHI VI HA FATTO CREDERE AD UN SACCO DI BUGIE.

Marzia Mc Chiocchi

LA NOTIZIA ⤵️

Nel giorno della festa della donna gli albergatori romagnoli riuniti nella rete Riviera Sicura annunciano che assumeranno a breve 300 donne scappate dalla guerra in ucraina in diversi hotel della riviera con un contratto di lavoro a tempo determinato. Le profughe potranno essere occupate, per un periodo variabile da 3 a 6 mesi, negli alberghi di Rimini e dintorni come cameriere ai piani, aiuto cucina e altre mansioni. Tutti i contratti – spiegano dall’associazione – “prevedono vitto e alloggio e questo consentirà un fortissimo risparmio di risorse economiche da parte dello Stato, riducendo, di fatto, il numero di alloggi da impiegare per l’accoglienza dei rifugiati”.

La prossima settimana Riviera Sicura terrà un incontro con le associazioni delle altre categorie legate al turismo stagionale (ristoranti, stabilimenti balneari, etc.) per ampliare il numero delle assunzioni. “L’economia del nostro territorio – spiega il presidente dell’associazione Giosuè Salomone – necessita di manodopera straordinaria ogni stagione estiva. Avevamo già previsto di ricorrere al decreto Flussi per sopperire alla mancanza di personale, poiché il mercato del lavoro italiano non riesce mai a soddisfare la nostra richiesta in estate”.

Formazione delle profughe ucraine

Nel frattempo comincia la formazione delle profughe. “Già lunedì – continua Salomone – inizieremo un corso base di italiano, cui seguiranno corsi di housekeeping, haccp e sicurezza sul lavoro per essere pronti con le assunzioni già a Pasqua. Abbiamo calcolato di potere erogare stipendi per oltre due milioni di euro entro settembre”. L’associazione intende chiedere al governo sgravi contributivi per l’assunzione dei profughi. Attualmente l’accoglienza gratuita è per gli albergatori “raramente al di sotto dei 3.000 euro al giorno”, spiegano. (ANSA).

02 Febbraio 2022 – Redazione

Gli effetti collaterali della guerra in Ucraina si fanno sentire nella dorata Costa Smeralda. Dopo l’embargo Ue agli oligarchi russi che rientrano nella sfera d’influenze di Putin, i miliardari che hanno visto congelati i loro affari oltre cortina, iniziano a licenziare i lavoratori delle proprietà di lusso nel paradiso vip della Sardegna.

«Stamattina ho ricevuto decine di segnalazioni da lavoratori ai quali è stato comunicato che da lunedì non dovranno più recarsi al lavoro» racconta Mirko Idili, segretario territoriale della Cisl Gallura.
A ricevere il benservito dai finanzieri e industriali che sono proprietari di decine di ville e immobili della Costa Smeralda e di questo angolo di Sardegna, sono manutentori, giardinieri, addetti alla sicurezza, amministratori. E con i loro licenziamenti stanno arrivando anche disdette su disdette a numerose imprese edili locali impegnati in lavori di riqualificazione e manutenzione delle splendenti proprietà immobiliari dei magnati russi.

Un disastro per il turismo sardo

«La nostra è una realtà nella quale vi è una ingente presenza di capitali ed investimenti, sotto forma di sontuose ville e mega yacht che fanno capo a tante società riconducibili ad oligarchi, finanzieri e milionari russi», continua Idili. In Gallura, secondo l’Osservatorio Sardegna turismo, trascorrono le vacanze oltre 40 mila russi, per un totale di 220 mila presenze.

E IL CRETINO DEL MINISTRO DI MAIO CHE TRA L’ALTRO, E’ FIDANZATO CON UNA RAGAZZA SARDA, IERI E’ STATO CAPACE DI DIRE ⤵️

https://www.lapekoranera.it/2022/03/02/di-maio-con-le-sanzioni-stiamo-facendo-collassare-leconomia-russa/

A NOI SEMBRA CHE STIA ANDANDO SEMPRE PIU’ NEL BARATRO QUELLA ITALIANA

24 Febbraio 2022 – Redazione

Grottesca decisione del ministro della Salute: da marzo gli stranieri extra Ue potranno arrivare e muoversi con il tampone. A noi invece è richiesto il lasciapassare rafforzato, cioè l’obbligo vaccinale mascherato. Come se il virus avesse il passaporto. Mario Draghi sconfessa Roberto Speranza: ad aprile stop emergenza. Allora cancelli divieti e green pass.

Se c’era un modo per dimostrare che il green pass non ha alcuna validità scientifica, ma al contrario ha una ragione esclusivamente politica, quel noto scienziato che risponde al nome di Roberto Speranza lo ha trovato. Pressato dalle riaperture decise da tutti i Paesi del mondo, e soprattutto dalla necessità di consentire l’arrivo dei turisti stranieri in vista della primavera e dell’estate, il ministro della Salute ha firmato una circolare che permette l’accesso in Italia anche a chi ha un green pass che da noi è considerato scaduto: basta che si faccia il tampone. Sì, si può non essere immunizzati come da regola ma varcare il confine dopo essersi sottoposti a un semplice test rapido che certifichi la negatività al Covid.

In pratica, dal primo di marzo ai turisti sarà consentito ciò che agli italiani è negato. Già, perché se il provvedimento di Speranza abilita la libera circolazione di uno straniero con il green pass base, quello che si ottiene a seguito della vaccinazione, della guarigione oppure con un antigenico, non si capisce perché a un cittadino del nostro Paese sia impedito di prendere un mezzo pubblico o di entrare in alberghi e ristoranti senza esibire il certificato vaccinale. Ancor più incomprensibile diventa l’obbligo del green pass rafforzato nelle tante circostanze in cui è richiesto. Ma se a un turista è concesso di andare a spasso per la Penisola, prendere il treno o il traghetto, mangiare al ristorante o fare colazione al bar con un semplice tampone, perché un povero cristo di operaio over 50 deve essere sospeso dal lavoro e di conseguenza dallo stipendio se non si è vaccinato?

La domanda è legittima e anche un bambino capisce che non si tratta di difendere la salute delle persone, di evitare la circolazione del virus, l’aumento dei contagi e tutto ciò che ci è stato raccontato finora. Il green pass, così come è stato congegnato dai burocrati del ministero di cui si è circondato Speranza, risponde solo a un’esigenza: costringere gli italiani a vaccinarsi a qualsiasi costo, anche a quello di privare dei cittadini di alcuni diritti fondamentali, come il lavoro (sul quale, sia detto per inciso, è fondata la Repubblica) e la libertà di circolazione. Sì, il passaporto verde non è quella «garanzia di non contagiarsi e non contagiare» che era stata promessa dal presidente del Consiglio e da ministri e sottosegretari. Semplicemente, è uno strumento per rendere complicata la vita delle persone e in tal modo indurle a offrire il braccio alla patria. Il lasciapassare da esibire per accedere ai mezzi pubblici e al chiuso era ed è un modo per aggirare l’obbligo vaccinale e dunque esentare lo Stato da qualsiasi responsabilità in caso di effetti collaterali dovuti alla vaccinazione. Fino al 15 febbraio non esisteva una disposizione che costringesse gli italiani a vaccinarsi e solo una settimana fa è scattata la disposizione che introduce la regola del siero per gli ultracinquantenni. Tutti, prima di ricevere l’iniezione anti Covid, sono costretti a firmare un consenso informato che di fatto sgrava da ogni responsabilità il vaccinatore, e di conseguenza la struttura che esegue, per conto dello Stato, la puntura. Ma per evitare che gli italiani rifiutino di sottoporsi al trattamento si è inventato il green pass, ossia un sistema per convincere anche i più recalcitranti a vaccinarsi. Naturalmente si può essere d’accordo o meno su questo modo di procedere e noi, come abbiamo spiegato più volte, non lo siamo, perché riteniamo che in altri Paesi, vedi la Gran Bretagna, si siano raggiunti risultati di contenimento del virus migliori dei nostri senza ricorrere a questi metodi e senza calpestare i diritti costituzionali. Tuttavia, se si è imboccata questa strada, a nostro parere illegittima, diventa incomprensibile il via libera per i turisti. A contagiare e contagiarsi sono forse solo gli italiani, mentre gli stranieri sono immuni per definizione? Come si può spiegare, e soprattutto accettare, che per chi visita il nostro Paese basti il tampone per accedere al ristorante e a un italiano sia richiesto il green pass e l’attestazione di essere vaccinato? Il virus forse distingue a seconda della nazionalità? Il turista non lo contagia mentre l’italiano sì? L’illogicità è evidente, ma soprattutto è lampante l’arbitrarietà dei criteri introdotti da Speranza. Del quale è sempre più ingiustificabile la presenza nell’attuale governo ed è manifesto il contrasto che lo contrappone al presidente del Consiglio. Mentre il ministro della Salute continua a predicare sciagure e a difendere misure che non hanno senso, Mario Draghi parla di fine dello stato d’emergenza entro il 31 marzo. Ma se il premier promette di rimuovere «le restrizioni residue alla vita dei cittadini e delle imprese», perché «la situazione epidemiologica è in forte miglioramento», che senso ha insistere con una misura come il green pass, che non solo non è uno strumento sanitario, ma ha validità solo per i cittadini italiani e non per chi arriva da fuori? Possibile che il cittadino di una Repubblica che si dice democratica abbia meno diritti di chi non lo è? Nel giornale di oggi, Federico Novella si occupa del nuovo presidente della Consulta, ossia di Giuliano Amato, il quale ha di recente parlato di molte cose, esprimendo la sua opinione su leggi e referendum. L’ex presidente del Consiglio ora a capo della Consulta, un tempo era noto con il soprannome di door Soile, ma qui non c’è nulla di soile, ma molto di grossolano. Anzi, di insopportabilmente rozzo.

17 Febbraio 2022 – Redazione

Dopo il voto favorevole del Senato di sei giorni fa, arriva così la definitiva conversione in legge con l’attesa approvazione della Camera. In quedto contesto hanno protestat dei deputati di “Alternativa C’è”, ex grillini, che hanno esposto dei cartelli con la scritta “Draghi contro lavoro e salute”.

Nel testo sono presenti tutte le regole già in vigore, a cui si aggiungono solamente due modifiche arrivate al Senato, nonostante il parere contrario del governo. La prima è la cancellazione dell’obbligo di Green pass rafforzato (che si ottiene con la vaccinazione o la guarigione) per i trasferimenti da e per le isole. Per accedere ai mezzi di collegamento per Sicilia, Sardegna ed isole minori, quindi, basta il Green pass base (che si ottiene anche con un tampone negativo).
La seconda è l’ok allo svolgimento, in zona bianca, delle feste popolari e delle manifestazioni culturali all’aperto (anche in modalità itinerante e in forma dinamica).

Semaforo verde, anche per l’ordine del giorno di Manfredi Potenti, deputato della Lega. L’odg impegna il governo a valutare lo stato della curva pandemica per eliminare l’obbligo di Green pass rafforzato per gli studenti over 12 che utilizzano i mezzi pubblici. «Ci sono le condizioni sanitarie – spiega Potenti- per dare una risposta immediata alle esigenze dei nostri ragazzi che sono in possesso di Green pass base. Attualmente il quadro complessivo della situazione epidemiologica è infatti in miglioramento in tutto il Paese, non è accettabile mantenere provvedimenti limitanti che vanno a svantaggio al diritto allo studio».

Insieme a questo è stato approvato, inoltre, l’ordine del giorno della deputata di Coraggio Italia Manuela Gagliardi, che impegna l’esecutivo a valutare modifiche alle restrizioni in ingresso in Italia ai turisti provenienti dall’Unione Europea.

Fonti: ⤵️

https://www.sardiniapost.it/cronaca/green-pass-per-viaggiare-dallisola-bastera-il-solo-tampone-negativo/

https://www.fanpage.it/politica/dl-green-pass-via-libera-definitivo-della-camera-331-voti-a-favore-e-45-contrari/amp/?usqp=mq331AQKKAFQArABIIACAw%3D%3D&amp_js_v=0.1

16 Febbraio 2022 – Redazione

“Tutti i partiti si stanno impegnandosi a far saltare il governo”. Il retroscena di Dagospia, velenoso, forse non va lontano dalla realtà. Il Consiglio dei ministri dà il via libera alla ricezione della Direttiva Bolkenstein sulle concessioni balneari, aprendo il settore alle gare pubbliche. Federbalneari ha già chiesto un tavolo per aprire una trattativa, Assobalneari parla già di valanga di ricorsi e unaclass action.
La Lega, da sempre contraria alla Bolkenstein, per bocca del sottosegretario al Turismo Gian Marco Centinaio precisa: “Il testo approvato dal Cdm è migliorato rispetto alla proposta iniziale, grazie all’accoglimento di alcune nostre proposte. Ora siamo già al lavoro, anche con le associazioni del settore, per cambiare e migliorare il testo in Parlamento. L’auspicio è farlo insieme al resto del centrodestra: è prioritario tutelare lavoro, investimenti e sacrifici di imprenditori e lavoratori Balneari”. Parole che fanno infuriare il Pd: “Assistiamo ancora una volta a un’inammissibile doppiezza e inaffidabilità della Lega: prima i ministri leghisti approvano il testo in cdm e cinque minuti dopo Matteo Salvini lo rimette in discussione preannunciando presunte migliorie parlamentari”, attacca Antonio Misiani, responsabile Economia del Nazareno.

COS’È LA DIRETTIVA BOLKESTEIN

Approvata nel 2006 e recepita nel 2010, la direttiva Bolkestein, non smette di far discutere da molti anni. Tra i punti più contestati c’è l’obbligo di rimessa al bando per alcune concessioni pubbliche.

Detta anche ‘direttiva servizi’ ha l’obiettivo di eliminare gli ostacoli alla libertà di stabilimento dei prestatori negli Stati e alla libera circolazione dei servizi tra Stati nonché garantire ai destinatari e ai prestatori la certezza giuridica necessaria all’effettivo esercizio di queste due libertà.

 La direttiva Bolkestein è un atto approvato dalla Commissione europea nel 2006 e recepito nell’ordinamento italiano dal governo Berlusconi, nel 2010. Prende il nome da Frits Bolkestein, allora commissario per la concorrenza e il mercato interno. L’obiettivo è favorire la libera circolazione dei servizi e l’abbattimento delle barriere tra i vari Paesi. Frits ha voluto che qualsiasi cittadino appartenente all’Ue possa proporre all’interno dell’Unione Europea la propria attività. La direttiva Bolkestein promuove infine la tutela dei consumatori, l’assicurazione professionale, la risoluzione delle controversie, la collaborazione tra autorità nazionali e la creazione di codici di condotta.

Il decreto Rilancio – governo Conte – ha prorogato le concessioni in scadenza al 2032. La scadenza del posteggio per gli ambulanti era stata quindi rinviata di 12 anni (da fine 2020 a fine 2032), con le procedure in deroga per la concessione di un posto al mercato per coloro i quali sono rimasti esclusi dalla procedura di assegnazione, nei comuni in cui era stata data attuazione alla direttiva Bolkestein.

 Con il dlgs 59/2010 di recepimento della direttiva servizi, cosiddetta ‘Bolkestein‘, era stato previsto il divieto della proroga per le concessioni all’utilizzo, a fini economici, delle aree demaniali. Problema che aveva coinvolto anche le concessioni per gli stabilimenti balneari. La Conferenza unificata, Stato, regioni e comuni, aveva individuato già nel 2012 i parametri che avrebbero dovuto essere impiegati nei bandi per l’assegnazione dei posteggi, con una durata della concessione tuttavia limitata nel tempo, al fine di rispettare le direttive della UE. Direttiva che non è mai stata accettata di buon grado dagli operatori del comparto, dal momento che la normativa di settore che vigeva prima consentiva il rinnovo automatico della concessione.

Ma per l’Agcm va applicata la direttiva Bolkestein e – ha ribadito a febbraio scorso – le norme in contrasto vanno disapplicate. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato si è espressa dopo una richiesta di parere presentata dal sindaco di Roma Virginia Raggi, riguardo alla rilevazione del contrasto di alcune norme con il principio di tutela della concorrenzialità e della libera impresa. La direttiva Bolkestein, ricorda il Comune, impone la messa a bando per tutte le licenze degli ambulanti: una norma sinora derogata in Italia a causa di alcune leggi, che di fatto hanno consentito il rinnovo automatico delle licenze degli ambulanti fino al 2032.

07 Febbraio 2022 – Redazione Co.Te.Li

Si dice sempre che una delle più grandi risorse del nostro Paese sia il turismo. Peccato che per colpa di una gestione sempre più folle di questo governo, ormai nei giornali internazionali fra le mete consigliate per andare in vacanza l’Italia non appare più. Persino i tag usati dai siti Internet non comprendono mai l’Italia tra le mete da raggiungere. E anche questo, nell’epoca della rete, è un dettaglio assai significativo. Per renderci meglio conto della situazione, è interessante riprendere un articolo pubblicato dal prestigioso Guardian, che racconta questo: “I viaggiatori sono stati avvertiti di controllare i loro piani di vacanza a metà termine per assicurarsi che soddisfino le regole di vaccinazione Covid quando viaggiano verso le destinazioni dell’UE poiché un numero crescente di paesi impone nuove restrizioni”. L’Italia è tra questi, e viene sconsigliata proprio per la troppa burocrazia e le troppe regole. 

“Le persone che viaggiano in Italia potrebbero trovare più difficile recarsi in ristoranti, musei e altri luoghi al chiuso se non sono stati potenziati. I leader del turismo hanno esortato i ministri a negoziare con i paesi europei per prevenire scene caotiche negli aeroporti mentre l’industria dei viaggi inizia a riprendersi”. Chris Rowles, presidente di Aito, che rappresenta le compagnie di viaggio specializzate spiega al Guardian: “Ormai è troppo tardi perché i regolamenti cambino. I viaggiatori, in particolare con i minori di 18 anni, dovranno essere attenti e ben consapevoli delle normative dei singoli paesi per garantire che possano viaggiare senza problemi”.

Craig Burton, amministratore delegato di Ski Solutions, ha affermato: “Le regole all’interno dei paesi suonano spaventose, ma è gestibile. Sono stato in Italia la scorsa settimana. Hanno il Super Green pass verde. Scarichi il codice QR dalla tua app del SSN, lo salvi come screensaver, lo mostri agli impianti di risalita e poi vai”. Paul Charles, amministratore delegato della società di consulenza di viaggio PC Agency, ha dichiarato: “Nel complesso, è chiaro che siamo in una fase di terra di nessuno uscendo dalla pandemia. Sta causando molta confusione perché le persone devono fare calcoli su quando hanno avuto il vaccino e, se hanno figli, se hanno avuto abbastanza vaccini. 

“Stiamo vedendo emergere un puzzle di restrizioni e i clienti sceglieranno un posto più facile da raggiungere”, afferma Tom Jenkins, amministratore delegato di ETOA, l’associazione di categoria dei tour operator nelle destinazioni europee. “Questo è stato un fenomeno ai margini della consapevolezza della maggior parte dei viaggiatori. Ora si ritroveranno in mezzo a tutto questo. Siamo abituati a vedere viaggiatori extracomunitari in coda per entrare a Parigi o in Italia. Ora i cittadini britannici faranno parte di quella coda”.

Fonte: IlParagone

_________________________[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

04 Febbraio 2022 – Redazione Co.Te.Li

Capri di No al Green pass, e si aggiunge all’ormai felice lungo elenco di chi inizia a opporsi a questa assurdità. La politica va da una parte, la società dall’altra. Capri non ci sta all’obbligo del Green pass per accedere ai negozi. E così, su alcune vetrine, sono comparse locandine polemiche dal chiaro messaggio: “Discriminare è una vergogna”. Come riporta l’Ansa è successo, ad esempio, ad Anacapri dove alcuni esercenti hanno esposto un manifesto con un cuore rosso fiammante poggiato su due mani aperte con la scritta sovrastante “Love Pass, un mondo senza discriminazioni”.

In questi giorni, soprattutto, hanno voluto assicurare la loro presenza i proprietari dei tipici negozi di souvenir che d’estate vengono presi d’assalto dai turisti. Ma su tutti quello che ha fatto più discutere è stato il manifesto affisso da Capri Watch, nell’elegantissima strada delle griffe internazionali, su una delle vetrine del brand ormai conosciuto in tutto il mondo. Chiaro il messaggio: “Nel negozio come accade da ben 58 anni sono benvenuti tutti i clienti”. 

E ancora: “No al Green Pass, no alle discriminazioni, no alle leggi ‘raziali’. Discriminare chi entra in un negozio è una vergogna”. Un concetto che il patron di Capri Watch Silvio Staiano ha voluto rendere pubblico per dissociarsi da un’iniziativa che lui ritiene che non riguardi l’aspetto sanitario, ma che viola i diritti di libertà delle persone e che non riduce i contagi, anzi ha ribadito Staiano, “molti, forti di questo lascia passare, hanno abbandonato i dispositivi e le altre misure di prevenzione”.

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

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https://cataniacreattiva.it/capri-si-ribella-e-dice-no-al-green-pass-ecco-i-cartelli-apparsi-sullisola/

21 Novembre 2021 – Redazione Co.Te.Li –

IL DISEGNO MASSONICO DI IMPOVERIRE IL PAESE ITALIA SI STA CONCRETIZZANDO OGNI GIORNO DI PIÙ’ ANCHE SE, COME SEMPRE, IL MAINSTREAM CE LA METTERÀ TUTTA PER DIRE CHE LE LUCCIOLE SON DIVENTATE LANTERNE! E COSÌ, DA QUI IN AVANTI, COME HA ANCHE SOTTOLINEATO IL PRESIDENTE MATTARELLA, SARÀ’ DIVULGATA SENZA FRENO, LA FALSA NOTIZIA CHE L’ECONOMIA È IN NETTO MIGLIORAMENTO E CHE LA CRISI È ALLE NOSTRE SPALLE! PAZZO O PIUTTOSTO IPNOTIZZATO A CHI CREDE A TUTTO CIÒ! LEGGERE LA NOTIZIA CHE SEGUIRÀ NON SARA, INFATTI, PER NIENTE CONFORTANTE…

Confturismo-Confcommercio-Swg parla chiaro e lancia già un allarme: se un mese fa 35 milioni di italiani erano pronti a partire per le vacanze tra il ponte dell’Immacolata, Natale e Capodanno, adesso le disdette arrivano a due milioni e mezzo, con undici milioni di italiani che erano pronti a prenotare.

Ciò che sta prevalendo è l’incertezza e non la pauraha dichiarato il presidente di Confturismo-Confcommercio Luca Patané, alle agenzie di stampa – “e per questo, servono indicazioni chiare e immediate delle autorità competenti sulle eventuali regole da adottare per affrontare in sicurezza le prossime festività”. Anche Assoutenti ipotizza un impatto fortissimo delle restrizioni per il Covid sul turismo natalizio. Le perdite per l’economia italiana potrebbero arrivare a 10 miliardi. Un ulteriore drastica frenata per un settore che nel 2020 ha già perso oltre 100 miliardi, un quarto della caduta del Pil. La stagione invernale, come sappiamo, è un dei momenti cruciali dell’anno per gli operatori del turismo italiani. La presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli, ricorda che “hanno lavorato davvero solo per 70 giorni, per cui adesso «i protocolli devono essere ragionevoli, il tema delle capienze e dei controlli non è banale». Dal settore si chiede, inoltre, che alle città d’arte vadano garantiti gli arrivi degli stranieri, anche andando oltre i “corridoi” stabiliti con alcuni Paesi.

Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, c’è comunque un 35,5% di italiani, più di 12 milioni, che partiranno comunque e ai quali le stringenti maglie del green pass non fanno paura. Bisogna però annotare che, nella metà dei casi, si parla di individui che trascorreranno le vacanze presso familiari o amici. Ciò significa che all’indotto del turismo arriverà ben poco, poiché non usufruiranno di di servizi turistici veri e propri. Chi resiste, dunque, è chi non sarà costretto a confrontarsi col complesso meccanismo di “selezione” messo in campo dal green pass e chi non si dovrà preoccupare di nuove, allarmanti, decisioni che potrebbero giungere dal governo dopo la cabina di regia prevista per martedì.

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

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