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‘SOCIETÀ’ Category

19 Giugno 2023 – Redazione

Nacque a Benevento, ma ben presto fu “adottato” dalla città di Napoli. Non smise di prestare la sua instancabile opera a servizio degli infermi, senza mai chiedere la parcella ai poveri. E mentre sanava i corpi, allo stesso tempo curava amorevolmente le anime.

Prima di iniziare l’autopsia, si fa il segno della Croce da­vanti al cadavere che gli hanno portato. Poi dovrà ta­gliare, aprire, esaminare, nell’interesse della scienza. Ma innanzitutto rende onore a quel corpo che Dio ha ama­to e fatto vivere. Un gesto consueto per Giuseppe Moscati, il medico italiano nostro contemporaneo, il laico proclama­to santo da Giovanni Paolo II il 25 ottobre 1987.

Nato nel 1880, settimo dei nove figli di un magistrato, Giuseppe segue i trasferimenti del padre da Benevento ad Ancona e poi a Napoli, dove nel 1903 consegue la laurea a pieni voti in medicina. Lavora dapprima agli Ospedali Riuniti, poi a quello di Santa Maria del Popolo, detto degli “Incurabili”, nel quale diventerà primario per esami nel 1911. Vive tra scienziati illustri, maestri di medicina quasi tutti positivisti e materialisti; rigidamente avversi alle cose di fede, questi luminari riconoscono però in Moscati l’uo­mo votato alla scienza.

Si succedono per lui gli incarichi di responsabilità: cura degli infermi, direzione della ricerca, insegnamento. Un ricco curriculum medico, accanto al quale non ce n’è un al­tro speciale e distinto: un curriculum da santo. Lui è medi­co e santo insieme, ogni giorno. Per lui vivere è lavorare, è pregare, è studiare. A un giovane medico scrive: «Non la­scerete di coltivare e rivedere ogni giorno le vostre cono­scenze. Il progresso sta in una continua critica di quanto apprendiamo». E lui non “lascia di coltivare” anche la pro­pria formazione culturale cristiana, di pari passo con quel­la scientifica.

Ricerca quotidiana e comunione quotidiana per lui so­no due momenti dello stesso impegno. Per deriderne la fe­de, qualcuno lo attira in un equivoco tranello, e lui si “ven­dica” entrando a pregare in una chiesa, per tornare poi tranquillo al microscopio, alla corsia, agli studenti. Sarà considerato un precursore della moderna biochimica. E in­tanto, già sui trent’anni, le sue diagnosi fulminee ed esatte lo rendono famosissimo, molto stimato anche dal sommo clinico Antonio Cardarelli. Insomma, ha tutto per diventa­re uno dei massimi “baroni”.

Ma Giuseppe si sente soltanto veicolo di conoscenze pro­venienti da Dio e destinate a chi soffre. Per le visite in casa, l’onorario è regolato da un cestino con una scritta: Chi può metta qualcosa, chi ha bisogno prenda. Quando il malato è lontano e povero, è lui stesso che gli porta anche denaro. Come porta l’aiuto spirituale durante le cure e do­po, come si preoccupa di raddrizzare esistenze, di orienta­re i confusi. Sempre medico e sempre apostolo, a ritmo intensissimo. Un’esistenza consumata presto, a soli 47 anni. Il 12 aprile 1927, giorno della sua morte, è stato ancora giorno di visita. Tre anni dopo, le sue spoglie sono state tu­mulate nella chiesa del Gesù Nuovo in Napoli.

FONTE: Famiglia Cristiana

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30 Maggio 2023 – Redazione

Virus, Vaccino, Veleno, Violenza, Vergogna, Viltà, Violazione, Vituperio, Vessazione, Vanità, Viscidume, Vuoto, Volgarità, Vanvera, Veto, Virtualità, Videodipendenza, Voltagabbana, Voltastomaco… Ecco le 19 V che bene descrivono ciò che la storia un giorno racconterà di questi anni. Le 19 V che Massimo Citro Della Riva usa per la copertina del suo nuovo, esplosivo, definitivo libro dove, a due anni dall’inizio dell’epoca più vergognosa della storia dell’umanità, ricostruisce e formalizza tutte le accuse agli architetti di quello che non esita a definire un crimine contro l’umanità, attuato mediante stragi, omicidi, lesioni personali, omissioni di soccorso, epidemie dolose, truffa e violenze private.

Sei milioni di morti e centinaia di milioni di danneggiati da un virus diffuso volontariamente, ai quali si aggiungono le vittime di una tossina spacciata per vaccino: questi sono i dati che Massimo Citro Della Riva, in V-19 e in questa intervista, mostra per giustificare l’istituzione, l’11 marzo (la data della “dichiarazione della pandemia”), di un Giorno della Memoria del Secondo Olocausto.

Quella di oggi non è scienza: è marketing! Si fanno tutti forti degli studi scientifici, ma gli studi scientifici falsi possono arrivare anche al 50%. Lo dice Richard Norton, direttore di Lancet e John Joannidis, professore di medicina alla Stanford University considerato il re dei virologi. Gli studi che hanno affossato l’utilizzo dell’Idrossiclorochina per la cura del Covid erano falsi! Gli altri sono tutti sponsorizzati dalle fondazioni del signor Gates, dalle Università che finanzia e dalle istituzioni americane. Gli altri, quelli veri, sono quelli che i virologi da salotto chiamano spazzatura.

Un’intervista di un’ora, condotta da Virginia Camerieri su Byoblu, in cui ogni ambito dell’establishment moderno viene distrutto a colpi di dati e ovvietà, che forse non faranno resuscitare i morti, ma che di certo faranno gridare vendetta ai sopravvissuti. Guardate l’intervista su Byoblu.

FONTE: Byoblu

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20 Maggio 2022 – Redazione

TESTO ANSA DI PARTE, CHE FOCALIZZA L’INCAPACITÀ COGNITIVA DI UN PAESE SOLO SULLE CLASSI PIÙ POVERE.
PER QUANTO INSEGNA LA MIA ESPERIENZA, QUESTA LACUNA RIGUARDA IN MANIERA TRASVERSALE TUTTE LE CLASSI SOCIALI. E DA GIORNALISTA CHE VA DI PENNA DA 28 ANNI, DANDO VITA UN ANNO FA A MERCURIUS 5, POSSO DIRE CHE I LETTORI SI DIVIDONO TRA, CHI SI FERMA AL TITOLO, CHI SCORRE LE PAROLE DI SFUGGITA SENZA COGLIERE, PERCHÉ LEGGERE E PENSARE FA FATICA E, ANCOR PEGGIO, CHI CLICCA SULLA FOTO CON UN INSIGNIFICANTE “MI PIACE”, VANIFICANDO OGNI TUA FATICA! 
MI FERMO QUI! TORNEREMO SULL’ARGOMENTO QUANDO MERCURIUS 5 CAMBIERÀ VESTE!

GRAZIE

MARZIA MC CHIOCCHI

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«La dispersione scolastica implicita, cioè l’incapacità di un ragazzo/a di 15 anni di comprendere il significato di un testo scritto, è al 51%. Un dramma, non solo per il sistema di istruzione e per lo sviluppo economico, ma per la tenuta democraticadi un paese. I più colpiti sono gli studenti delle famiglie più povere, quelle che vivono al sud e quelle con background migratorio». Lo ha detto Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children Italiaaprendo i lavori di «Impossibile» la quattro giorni di riflessioni e proposte sull’ Infanzia e l’Adolescenza.

Per Tesauro in Italia esiste «una crudele ‘ingiustizia generazionale’ perché la crisi ha colpito proprio i bambini. Non solo 1,384mila bambini in povertà assoluta (il dato più alto degli ultimi 15 anni) ma un bambino in Italia oggi ha il doppio delle probabilità di vivere in povertà assoluta rispetto ad un adulto, il triplo delle probabilità rispetto a chi ha più di 65 anni».

Il presidente di Save The Children ha ricordato inoltre, che «più di due milioni di giovani, ovvero 1 giovane su cinque fra i 15 e i 29 anni, è fuori da ogni percorso di scuola, formazione e lavoro. In sei regioni, il numero dei ragazzi e delle ragazze Neet ha già superato il numero dei ragazzi, della stessa fascia di età, inseriti nel mondo del lavoro. In Sicilia, Campania, Calabria per 2 giovani occupati ce ne sono altri 3 che sono fuori dal lavoro, dalla formazione e dallo studio. Dati che – ha sottolineato – fanno a pugni con la richiesta del mondo produttivo».

«Nel nostro Paese, in 6 regioni, i neet, giovani senza formazione e impiego, hanno superato i coetanei con un lavoro, sono 2 milioni in totale in Italia». Lo ha detto Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children Italia durante «Impossibile 2022». «Gli investimenti sull’infanzia – ha aggiunto Fatarella – vanno blindati. Per sviluppare strategie efficaci serve conoscere i dati e costruire indicatori per misurare l’impatto. Territori e innovazione sociale siano al centro delle governance».

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17 Maggio 2022 – Redazione – di Andrea Sartori

Sono passate appena quattro settimane dal gigantesco crollo di Netflix in Borsa che la casa delle serie televisive, regina della pandemia e arcinemica della cara, vecchia sala cinematografica ha forse individuato il colpevole: i woke.

Certo, molti hanno cercato altre cause per i 200mila abbonati in meno: la perdita degli abbonati russi, la fine della pandemia… ma non cerchiamo di raccontarci troppe favole: ha pesato moltissimo anche l’ossessiva dittatura woke che non può non rendere ridicole determinate scelte, come il famigerato “blackwashing” , ovvero la scelta di attori di colore per interpretare personaggi storici europei. Una scelta ideologica che non paga.

E dato che stringi stringi il denaro è più forte dell’ideologia ecco che Netflix riprende i suoi dipendenti woke e dice loro chiaramente di trovarsi un altro lavoro se si sentono offesi.

Apparentemente tutto partirebbe dalla trasmissione, da parte di Netflix, dello show del controverso comico (di colore) Dave Chappelle, noto per le sue battute che hanno indispettito la comunità transgender, e per le quali è stato anche aggredito.

Alcuni impiegati di Netflix hanno protestato dicendo che alcuni show presentano contenuti che vanno “contro i nostri valori”.

La risposta di Netflix non si è fatta attendere: “Secondo il tuo ruolo, potresti lavorare con dei contenuti che potresti percepire come offensivi. Se non riesci a tollerarlo Netflix potrebbe non essere il miglior posto per te“.

Si bada al sodo, e forse è un primo segnale che l’ideologia deve cedere il passo. Un crollo simile ha investito anche la Disney. La Casa del Topo che aveva appena annunciato che avrebbe introdotto personaggi LGTB nei suoi prodotti si può immaginare con quanta gioia dei genitori.

Il politicamente corretto non paga. Forse qualcuno sta cominciando a capirlo.

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4 Maggio 2022 – Redazione – di Marcello Pamio

Il patron di Tesla Motors, Elon Musk sta lavorando a uno smartphone futuristico. Ovviamente i piani di produzione e di sviluppo del prodotto sono top secret e non trapela nulla.

Molto probabilmente si chiamerà Model Pi e sarà lanciato alla fine del prossimo anno o all’inizio del 2024. Lo smartphone avrà una funzionalità integrata per ottenere l’accesso a Starlink (la serie di satelliti in orbita bassa lanciati di Musk) che consentirà agli utenti di navigare senza le reti di telecomunicazioni terrestri. Sarà anche integrato con le auto Tesla, ma la chicca finale è che supporterà sicuramente Neuralink (la società che lavora ai chip impiantabili nel cervello umano), la tecnologia che permetterà agli utenti di controllare i dispositivi con i propri pensieri. O viceversa! 

Quindi il cellulare di Mask, da usare con i satelliti di Musk, per le auto di Musk, e che interagirà con il cervello di Musk. Il miliardario transumanista così facendo gestirà tutte le informazioni e i dati che viaggiano nell’etere, ma anche i cervelli dei propri clienti…

 

Fonte: ⤵️

https://www.thenationalnews.com/business/technology/2022/03/17/what-we-know-so-far-about-teslas-rumoured-model-pi-smartphone/

 

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04 Maggio 2022 – Redazione

Per le sale non si tratta di un invito alla disobbedienza, ma di un modo per “smascherare attraverso un atto simbolico la contradditorietà e inefficacia di una norma”.

Singolare e provocatoria protesta di un gruppo di sale cinematografiche contro l’obbligo di indossare le mascherine Ffp2 al cinema: dal primo maggio in regalo un lecca-lecca a chi compra un biglietto.

“Dal momento che in molti luoghi più a rischio l’obbligo della Ffp2 è stato tolto – spiegano in un comunicato -, in alcuni casi già da tempo (e in alcuni casi non vi è più nemmeno obbligo, in nessun momento, di alcun dispositivo di protezione, come in ristoranti, bar e discoteche), molti esercenti hanno deciso di unirsi in un’azione di protesta pacifica, una dolce provocazione che di fatto, consentirà a chi vorrà di continuare a indossare la Ffp2 e a chi non vorrà di abbassarla, almeno per un po’, nel pieno rispetto della legalità. Già da qualche tempo è infatti consentito abbassare la mascherina in sala quando si consumano cibi o bevande”.

Non si tratta di un invito alla disobbedienza, ma di un modo per “smascherare attraverso un atto simbolico la contradditorietà e inefficacia di una norma”. L’augurio è che “l’iniziativa possa allargarsi nei prossimi giorni a sempre più sale” spiegano in un comunicato i 19 cinema che hanno già aderito dal Cinema Italia di Belluno, al Beltrade e Wanted Cinema di Milano, dal cinema Nuovo di La Spezia al multisala Iris di Messina.

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04 Maggio 2022 – Redazione

Profughi ucraini lavorano negli hotel , dopo l’accoglienza è arrivato anche il lavoro. Sono circa 300 i profughi accolti in queste settimane a Rimini che hanno trovato lavoro negli hotel della zona. Alcuni di questi hanno già iniziato a lavorare – raccontano gli albergatori dell’associazione Riviera Sicura che li ospitano – altri sono in attesa che la struttura alla quale sono stati assegnati apra per la stagione estiva.

Poche ore dopo l’inizio della guerra, molti ucraini hanno raggiunto la Romagna, in particolare Rimini dove, prima che esplodesse il conflitto, si trovava una delle comunità ucraine più grandi d’Italia che contava già 5.000 persone. Negli ultimi due mesi sono stati 4.800 i profughi registrati nella provincia romagnola.

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02 Maggio 2022 – Redazione – di Andrea Barsanti ( RomaToday)

Altri due episodi venerdì pomeriggio e nella notte tra sabato e domenica, gli interventi sono ormai su base quotidiana.

Continuano le incursioni dei turisti nelle fontane romane, patrimonio storico e culturale della città. L’ultimo episodio sanzionato è avvenuto venerdì pomeriggio, quando un turista straniero si è gettato nella fontana di piazza Navona.

Il tuffo è stato interrotto dagli agenti della polizia locale del gruppo Trevi, che sono immediatamente intervenuti e lo hanno fatto uscire dalla fontana, staccando una multa e – come previsto dalla legge – il daspo urbano.

Il regolamento di polizia urbana prevede infatti per chi si bagna nelle fontane storiche una multa dai 160 ai 450 euro (se pagata subito) a seconda della gravità della violazione. Il daspo urbano, entrato in vigore dal febbraio del 2017, consente invece ai sindaci, in collaborazione con il prefetto, di vietare alla persona sanzionata l’accesso per 48 ore in determinate aree della città.

Sempre in piazza Navona è stato immortalato un altro “tuffatore” che nella notte tra sabato e domenica è rimasto in mutande e, ripreso dagli amici, ha sguazzato nella fontana del Nettuno: in questo caso la bravata non ha prodotto conseguenze, ma il video, finito anche sulla pagina Instagram Welcome to Favelas, ha scatenato una pioggia di commenti.

Fontane storiche come vasche da bagno: i precedenti

Nel I Municipio è una misura che viene adottata praticamente su base quotidiana, soprattutto nelle ultime settimane: complice l’aumento delle temperature e il ritorno dei turisti, molte fontane sono state trasformate in “vasche” in cui immergere i piedi o calarsi interamente.

Qualche esempio: lo scorso 24 aprile un uomo di è liberato della maglietta e a torso nudo si è immerso nella fontana del Tritone del Bernini, in piazza Barberini; il giorno prima un senzatetto aveva immerso invece i piedi nella fontana di piazza Navona. Il giorno prima ancora è stato il turno di due turisti olandesi che sono entrati nella Fontana di Trevi cercando di confodersi con la calca di turisti del pomeriggio.

Ancora, il 16 aprile una giovane turista è stata immortalata mentre, completamente nuda, dopo avere sfilato in piazza Testaccio si è diretta verso la fontana delle Anfore e si è immersa.

Andando ancora indietro nel tempo gli episodi abbondano: lo scorso 16 di ottobre un uomo si era gettato nella Fontana di Trevi – una delle preferite per i”tuffi proibiti” – due giorni dopo due gruppi di giovani turisti si erano immersi nella Fontana dei Quattro Fiumi, sempre a piazza Navona, per bagnarsi i piedi e per scattarsi selfie.
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25 Aprile 2022 – Redazione – di Virginia Biondi – 7 colli.it

La giornalista del Corriere della Sera Monica Ricci Sargentini è stata sospesa per tre giorni – lavoro e stipendio – dalla direzione e dall’azienda per avere approvato un’iniziativa di protesta contro il giornale, in difesa della legge Merlin che regola la prostituzione: nel dettaglio per aver contestato un articolo di Roberto Saviano, da qualche anno collaboratore di punta del quotidiano. Ne dà notizia Dagospia.

Monica Ricci Sargentini giornalista del Corriere della Sera, femminista radicale e donna di sinistra, ha posizioni non ortodosse: ad esempio è contro il ddl Zan, osa criticare il guru anti-mafia, osa contestare la pratica dell’utero in affitto. Critica persino certe derive Lgbtq.

«Ma la verità è che alla base di tutto questo c’è il “No” di noi femministe radicali al sex work, come chiamano la prostituzione. E all’utero in affitto, perché questi sono i due grandi temi che hanno diviso le lesbiche dai gay in Italia, ma anche in altre parti del mondo».

Comunque la si pensi, la giornalista romana è una mente libera, che ha scelto di sottrarsi ai ragionamenti preconfezionati, alle fazioni già decise a tavolino e agli schieramenti. Tuttavia, la goccia che ha fatto traboccare il vaso, è stata la presa di posizione contro l’articolo di Roberto Saviano. L’autore di Gomorra è diventato la firma di punta del quotidiano diretto da Luciano Fontana: su di lui l’investimento è stato molto importante e si parla di un contratto con cifre da capogiro. Ecco perché nessuno deve osare criticare. Men che meno un giornalista dello stesso quotidiano.

Monica Ricci Sargentini contesta Saviano: punita dal Corriere

Ma che cosa ha condiviso Monica Ricci Sargentini di tanto grave? Ecco il testo della mail che ha sottoscritto. Firma che le è costata la sospensione dal Corriere.

Nella mail si legge, tra l’altro: «Mi chiedo come un giornale di tale diffusione e importanza in Italia possa difendere un’informazione tanto parziale, superficiale e dannosa. Da dove arriva tanta misoginia al Corriere della Sera e a chi lo dirige?».

E ancora. «L’articolo di Saviano che avete ospitato nelle vostre pagine è scandaloso per contenuto e per superficialità e ritengo la testata responsabile di diffondere cultura da carta straccia, solo per conformismo ammantato di radicalità rivoluzionaria. Come si può paragonare la legalizzazione della marijuana alla legalizzazione della prostituzione. Ma si, certo, siamo carta igienica noi donne in fondo».

Contestazioni che a via Solferino non hanno digerito: ecco dunque la punizione per la dissidente. Così funziona l’informazione in Italia.

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