Archive for the
‘Scienza’ Category

22 Maggio 2022 – Redazione – di Alessandro Rico ( La Verità)

Contagi, ospedalizzazioni e intensive sono più probabili tra chi ha tre dosi rispetto a chi ha completato il ciclo primario. I vantaggi della «terza dose» soltanto per gli over 60: eppure Roberto Speranza & C. insistono sulle iniezioni.

Ormai è un’evidenza granitica: sotto i 60 anni, chi ha la terza dose se la passa peggio di chi non ce l’ha. Lo dicono i numeri trasmessi dall’Istituto superiore di sanità: nel regno di Omicron, il bazooka del booster sta rapidamente perdendo la sua potenza di fuoco. Tutto ciò dovrebbe indurre esperti e ministero a ricalcolare il rapporto rischi/benefici dell’iniezione, soprattutto in vista dell’ulteriore campagna autunnale di richiami. E invece, al momento, il mantra delle punture a cadenza quadrimestrale, ringalluzzito dalla promessa di farmaci aggiornati, resta il pilastro della strategia italiana. Alla faccia delle decisioni scientifiche, basate sui dati, che invoca ogni volta Roberto Speranza.

Veniamo alle ultime, clamorose rilevazioni, che riguardano gli under 60. Dal report dell’Iss, aggiornato al 18 maggio, vanno tratte tre conclusioni che dovrebbero far drizzare le antenne a chiunque fosse davvero interessato a calibrare le politiche in base agli scenari.

1 Chi ha ricevuto la terza dose si infetta molto di più di chi si è vaccinato solo con due dosi da oltre quattro mesi. Tra 40 e 59 anni, addirittura, gli italiani con il booster si contagiano di più anche dei non vaccinati.

2 Chi ha ricevuto la terza dose finisce in ospedale di più di chi si è vaccinato con due dosi da meno di quattro mesi – e questo vale sia tra 12 e 39 anni, sia tra 40 e 59.

3 Chi ha ricevuto la terza dose finisce in terapia intensiva di più di chi si è vaccinato con due dosi, indipendentemente dal fatto che esse siano state somministrate da oltre o da meno di 120 giorni.

Sorvoliamo sul terzo punto: per fortuna, gli ingressi in rianimazione, tra il primo aprile e il primo maggio, sono stati talmente pochi che sarebbe inutile costruirci sopra una tendenza statistica. Concentriamoci, semmai, sui primi due elementi di riflessione.

Da 12 a 39 anni, l’incidenza dei casi di Covid, dal 15 aprile al 15 maggio, è stata di 2.912 infezioni ogni 100.000 persone tra i non vaccinati, 1.218 tra i vaccinati da oltre quattro mesi, 3.054,4 tra i vaccinati più recenti e 2.892,1 tra i vaccinati con la terza dose. Da 40 a 59 anni, l’incidenza è stata di 2.429,4 casi tra i non vaccinati, 1.493 tra i vaccinati da oltre 120 giorni, 2.712,9 tra i vaccinati da meno di 120 giorni e 2.683,6 tra chi si è sottoposto al richiamo. È un chiaro segnale che lo schermo offerto dal medicinale tarato sul virus di Wuhan, in presenza di Omicron e delle sue sottovarianti, si è enormemente indebolito. E che nemmeno la spintarella del terzo shot lo consolida in modo decisivo. I più attenti, allora, domanderanno: come mai, se lo scudo vaccinale è diventato una groviera, gli inoculati con due dosi da più tempo sembrano essere quelli più al sicuro? La protezione, a questo punto, non dovrebbe essere evaporata?

Una possibile interpretazione è che quanti, tra gli under 60, pur avendo porto il braccio da oltre 120 giorni, non sono ancora corsi all’hub per il richiamo, siano per la maggior parte individui che si sono infettati con Omicron dopo la doppia puntura. Costoro, dunque, beneficiano oggi dell’immunità naturale, peraltro maturata in rapporto al ceppo virale prevalente. E, a ipotetica parità di stile di vita – i limiti imposti dal green pass sono decaduti e nessuno è in lockdown volontario per paura d’infettarsi – resistono meglio agli attacchi del Sars-Cov-2.

Un discorso analogo – ed è un aspetto impressionante – vale per i conteggi dei ricoveri in area non critica. In questo caso, i non vaccinati si dimostrano senza dubbio più vulnerabili dei vaccinati a vario titolo. Tuttavia, gli under 60 che si sono lasciati inoculare oltre 120 giorni fa risultano meno a rischio sia dei vaccinati recenti, sia di quelli con il booster. Tra 12 e 39 anni, l’incidenza delle ospedalizzazioni, nei vaccinati meno recenti, è di 6,2 ogni 100.000 persone; in quelli più «freschi» è di 16,3; in quelli «tridosati» è di 10,1. Nella fascia anagrafica 40-59 anni, l’incidenza varia dai 10,4 ricoveri tra i vaccinati da più di quattro mesi, ai 15,7 tra i vaccinati da meno di quattro mesi, agli 11,8 tra i vaccinati con booster. Ancora una volta, chi si è vaccinato da poco, nel contesto Omicron, ha le armi spuntate. Soprattutto, la terza puntura non aggiunge nulla alle due eseguite prima di gennaio. Anzi, ha un impatto negativo.

A dirla tutta, già a febbraio La Veritàsottolineava come, dai documenti dell’Iss, risultasse che gli under 40 con tre dosi pativano più ospedalizzazioni dei vaccinati con due shot. L’Iss aveva spiegato il paradosso ricordando che, in quella classe d’età, ad aver ricevuto il booster erano stati i fragili. «Con il tempo», prometteva l’ente, «le stime di efficacia riferite a questa popolazione risentiranno meno di questo fattore di confondimento». Ebbene: la terza iniezione l’ha avuta anche chi scoppia di salute. Ed è successo il contrario di quel che prevedeva l’Iss. Non solo il «fattore di confondimento» non è scomparso, ma l’anomalia si è estesa alla categoria anagrafica immediatamente successiva, quella dei cittadini con età compresa tra 40 e 59 anni.

Anche a voler ignorare la questione degli effetti collaterali e il giallo sull’eccesso di morti under 40, ce ne sarebbe abbastanza per ammettere che qualcosa non sta funzionando. Per smetterla di rincorrere i più giovani e sani con la siringa, concentrandosi sugli over 60 – sui quali il richiamo, invece, fa il suo dovere.

Tanto, le inoculazioni delle terze dosi sono già di per sé al palo: da inizio mese non sono mai arrivate a 11.000 al giorno; venerdì si sono fermate a poco più di 5.000. Evidentemente, nascondere la polvere sotto al tappeto non basta: gli italiani, l’antifona, l’hanno capita da soli.

POTETE SEGUIRCI ANCHE SU TELEGRAM ⤵️
https://t.me/mercurius5giornale

 

 

 

08 Maggio 2022 – Redazione

FRA I GIOVANI VACCINATI AUMENTO DEL 25% DI MORTI IMPROVVISE E MIOCARDITI, PUBBLICATO SU NATURE !

💥 LA PFIZER DICHIARA CHE NON RIUSCIRÀ AD OTTENERE L’APPROVAZIONE DEFINITIVA DEL VACCINO A CAUSA DELLE REAZIONI AVVERSE

🏴‍☠️ SI CONFERMA QUEL CHE LUC MONTAGNIER HA SEMPRE SOSTENUTO. NEL CORONAVIRUS È INSERITA UNA SEQUENZA GENICA DELL’HIV PER RENDERLO AGGRESSIVO.

CLICCATE SUI LINK PER VEDERE E ASCOLTARE LA RELAZIONE DEL PROF. BIZZARRI  ⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️

IMG_6967

E DEL PROF. BARBARO ⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️

https://www.facebook.com/marialaura.gazzanimarinelli/videos/1597780673956220/

Prof. Barbaro, effetti a medio-lungo termine: malattie neurodegenerative, demielinizzanti, epatopatie, tumori (aumento casi e accelerazione crescita tumori preesistenti), ridotta risposta e maggiore vulnerabilità a infezioni virali, immunodeficienza indotta da vaccino (VAIDS).


POTETE SEGUIRCI ANCHE SU TELEGRAM
⤵️

https://t.me/mercurius5giornale

05 Maggio 2022 – Redazione – di Chiara Madaro- Fonte: European Consumers

Il 21 marzo 2022 a Berlino ha avuto luogo una audizione pubblica di esperti in tema di ‘vaccinazione obbligatoria’.

La notizia è stata divulgata in Italia dagli Avv. Mauro Sandri e Giulio Marini durante una diretta del 14 aprile 2022.

L’iniziativa è stata voluta da KRiStA, una rete di giudici e pubblici ministeri critici rispetto alla deriva antidemocratica cui assistiamo dall’avvento della malattia da Covid19[1].

I giuristi tedeschi rilevano in un documento una sostanziale incompatibilità tra la Legge, i fondamenti vincolanti del diritto internazionale e l’ipotesi di rendere obbligatoria la ‘vaccinazione’ contro il Covid19.

In particolare il documento focalizza fin dal principio un tema che per KRiStA non è stato sufficientemente approfondito ossia “(…)il fatto che lo Stato uccida deliberatamente le persone attraverso la vaccinazione obbligatoria – anche se in numero esiguo rispetto al totale delle persone vaccinate”. Un fatto incompatibile con la dignità umana e la Legge fondamentale.

Si ravvede in particolare la violazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e del Patto internazionale sui diritti civili e politici.

I giuristi entrano, quindi, nel merito delle violazioni, esaminano il tema della violazione del diritto alla vita e affermano: “La vaccinazione causa inevitabilmente anche la morte umana come effetto collaterale. I decessi ora sono stati registrati in gran numero. Il numero di ulteriori segnalazioni di sospette ricadute è allarmante. Nel suo rapporto del 27 febbraio 2022 (sicherheitsbericht-27-12-20-bis-31-12-21), dal 27.12.2020 al 31 dicembre 2021, il Paul-Ehrlich-Institut (PEI) ha registrato 2.255 casi sospetti di esito fatale della vaccinazione”.

Dunque i giuristi non usano mezzi termini e chiariscono: “Per dirla in poche parole da un punto di vista legale: ordinando la vaccinazione obbligatoria, lo Stato sta uccidendo intenzionalmente delle persone”.

Da un punto di vista giuridico per gli esperti tedeschi è irrilevante che al momento dell’ordinanza non sia ancora chiaro chi sarà interessato dagli eventi avversi: si tratta, comunque, di un tentativo di omicidio perché sussiste il ‘dolus eventuale’, il caso in cui chi agisce (il Governo o chi spinge all’obbligo) considera possibile – seppur remota e spiacevole – la morte di una persona ma accetta ugualmente l’eventualità per raggiungere un altro obiettivo. In questo caso, osservano i giuristi, le vittime non sono possibili ma certe.

Dunque queste considerazioni contrastano con l’escalation retorica nei confronti di chi non si è sottoposto al siero Covid  e con il tentativo di fare di queste persone un mero oggetto dell’azione statale reificandole e privandole dei loro diritti naturali, paragonandole ad un pericolo per altre persone, un pericolo da eliminare o ridurre, senza prendere in minima considerazione la quantità di persone che muoiono in conseguenza della vaccinazione. Nella loro logica stringente i giuristi affermano quindi che non è possibile sostenere “(..) che la vaccinazione serva anche a proteggere coloro che sono stati vaccinati. Inutile dire che la vaccinazione non serve ai titolari dei diritti fondamentali colpiti, perché le loro vite sono state tolte”.  D’altra parte – riconoscono – ad ognuno di noi è riconosciuto il diritto di mettere in pericolo la propria vita fino alla morte (ad esempio con la pratica di sport estremi o di stili di vita dannosi).

Le medesime considerazioni vanno applicate per le persone che hanno ‘solo’ subito danni alla salute o disabilità gravi permanenti (piuttosto che morte): anche a loro vengono inflitte gravi sofferenze in quanto oggetto dell’azione dello Stato.

Ulteriori diritti negati dall’obbligo vaccinale sono il diritto all’integrità fisica, alla libertà di credo e coscienza, all’educazione genitoriale dei figli, alla libertà di impiego, all’autodeterminazione informativa.

I giuristi tedeschi passano, quindi, ad esaminare la violazione di quanto stabilito dal Patto civile delle Nazioni Unite. In particolare l’obbligo vaccinale viola il divieto di forzare alla partecipazione ad esperimenti medici o scientifici, il diritto all’integrità fisica e mentale e il diritto alla vita.

L’art. 7 del Patto civile delle Nazioni Unite vieta la tortura o i trattamenti crudeli, disumani o degradanti e afferma: “ In particolare, nessuno può essere sottoposto a esperimenti medici o scientifici senza il suo consenso volontario”. La ratio del documento ONU è di tentare di evitare che si ripetano le atrocità commesse nei campi di concentramento durante la seconda guerra mondiale. Questi diritti non possono essere limitati in alcun caso: nemmeno durante uno stato di emergenza dichiarato o una guerra gli Stati possono venir meno o annullare i propri obblighi.

I giuristi ricordano, quindi, come la questione del divieto alla partecipazione obbligatoria ad una sperimentazione medica o scientifica sia talmente importante da emergere in vari documenti internazionali vincolanti. Ad esempio dalla Convenzione di Oviedo o Convenzione sui diritti dell’uomo e la biomedicina elaborata dal Consiglio d’Europa del 1997 e dal Protocollo addizionale sulla ricerca del 2005 ma anche dalla Dichiarazione sulla Bioetica e i Diritti Umani del 2005 ma anche dal Codice di Norimberga del 1947, così spesso evocato in questi anni, riconosciuto come diritto internazionale consuetudinario e vincolante anche presso i tribunali statunitensi.

Si rammenta la fondamentale importanza delconsenso volontario e informato nel momento in cui si decide di sottoporsi ad una sperimentazione. Chi avvia una sperimentazione dovrebbe, quindi, rendere noto scopo e natura dell’esperimento e non dovrebbe mettere in atto alcuna forma di coercizione, inganno o pressione. Le persone sperimentate dovrebbero, inoltre, essere informate sulla evoluzione della sperimentazione e su nuovi rischi riscontrati, sulle possibili incertezze e quindi in ogni momento è possibile sottrarsi alla sperimentazione.

I vaccini in uso in Germania – gli stessi inoculati in Italia – devono, per i giuristi tedeschi, definirsi sperimentali come d’altra parte conferma la stessa EMA Agenzia Europea del Farmaco, che ha approvato in via condizionata questi sieri. I titolari di licenza condizionata dovranno, a fine sperimentazione, presentare dati positivi in merito al rapporto rischi/benefici. Gli studi clinici verranno terminati solo tra il 2023 e il 2024 e questo conferisce indubbiamente carattere sperimentale ai sieri.

Ad oggi sicurezza ed efficacia dei sieri Covid non è ancora messa in chiaro e d’altra parte è condivisa la riflessione nel mondo scientifico secondo cui le nuove tecnologie basate sui geni sono state sviluppate alla ‘velocità della luce’ invece dei 10-15 anni altrimenti necessari.

KRiStA spiega, quindi, come i ‘vaccini’ in sperimentazione non siano vaccini classici maimmunoterapia basata sui geni. Attraverso queste terapie tutte le cellule del corpo vengono geneticamente modificate in modo da produrre automaticamente le proteine spike caratteristiche dell’involucro del virus SARS-CoV-2 e contro cui l’organismo umano dovrebbe generare anticorpi. Dunque lo scopo di questi sieri non è l’immunizzazione ma la prevenzione.

La stessa OMS si riferisce a questi sieri come‘vaccini investigativi’. Dunque qualsiasi forma di coercizione riguardo la sottomissione alla sperimentazione in atto viola le norme precedentemente elencate. Tra le forme di coercizione vi sono anche le forzature indirette come pressioni e incentivi a partecipare a iniziative scientifiche o mediche ed esperimenti, la minaccia della perdita del lavoro, l’esclusione dalla vita sociale e culturale, dalle istituzioni educative ecc. ma anche la corretta informazione sui trattamenti medici alternativi.

Questo tipo di iniziative secondo i giuristi minaccia anche il diritto all’integrità fisica e mentale delle persone, diritti assicurati dalla CEDU e dal Patto Civile delle Nazioni Unite, come anche il diritto alla vita privata, il divieto di tortura o trattamenti crudeli, disumani o degradanti, il diritto all’autodeterminazione. Eppure, notano i giuristi, i vaccini attualmente disponibili contro il COVID-19 non prevengono né l’infezione né il contagio, nel migliore dei casi proteggono contro un decorso grave per un certo periodo di tempo e non è chiaro come la vaccinazione obbligatoria contribuisca alla protezione della salute pubblica sia per il basso tasso di mortalità dovuto all’infezione da Covi19 che all’esistenza di trattamenti alternativi efficaci, sia perché i ‘vaccini’ in questione non possono essere definiti ‘sicuri’. Agli inizi di marzo 2022 – ricordano i giuristi – c’erano 25.158 decessi sospetti nel VAERS, il sistema di segnalazione di eventi avversi statunitense, e 23.078 in EudraVigilance, l’omologo europeo.

La vaccinazione viola, inoltre, il diritto alla vita sancito dalla CEDU e dal Patto civile delle Nazioni Unite che non ammettono ‘uccisioni di Stato’ se non nel corso di operazioni militari eccezionali.

Con questo documento vengono a cadere una volta per tutte le mendaci affermazioni che abbiamo visto ripetersi in Italia in questi mesi da funzionari governativi e sedicenti esperti: i sieri non sono sperimentali, non sono terapie geniche e non entrano nelle cellule. Affermazioni false e perseguibili penalmente in Germania come in ogni parte del mondo così come le abominevoli forme di coercizione dirette e indirette, le informazioni parziali e scorrette, la crudeltà inflitta da chi non poteva non sapere.

POTETE SEGUIRCI ANCHE SU TELEGRAM ⤵️
https://t.me/mercurius5giornale

 

04 Maggio 2022 – Redazione – Fonte: EventiAvversi

Una nuova serie di documenti Pfizer citati in giudizio sul vaccino mRNA “Comirnaty” è stato rilasciato.

L’FDA inizialmente aveva chiesto di rilasciarli nel 2076.

Successivamente e grazie alle azioni legali intraprese contro l’agenzia, un giudice federale ha respinto sonoramente l’assurda richiesta e ha ordinato alla FDA di produrre tutti i dati in lotti di 55.000 pagine al mese.

Il primo lotto di documenti prodotti nel novembre 2021, che ammontava a sole 500 pagine, ha rivelato che ci sono stati più di 1.200 decessi correlati al vaccino nei primi 90 giorni successivi al rilascio del vaccino COVID Pfizer-BioNTech.

Il 1° marzo l’FDA ha rilasciato la prima tranche di  10.000 pagine di documentazione Pfizer.

La successiva tranche di quei documenti Pfizer è stata rilasciata il 1 ° aprile. Ci sono altre 11.043 pagine che erano state citate in giudizio dalla FDA degli Stati Uniti. Il nuovo lotto di documenti include anche una versione non redatta di un rapporto post-commercializzazione.

Ora un altro lotto di documenti sui vaccini Pfizer della FDA è stato prodotto (90.702 pagine), disponibile presso Public Health and Medical Professionals for Transparency. La versione di questo mese include 80.000 pagine…

 

CLICCA SUL LINK PER CONSULTARE I NUOVI DOCUMENTI (pagine 7 e 8 ) SU:⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️

https://phmpt.org/pfizers-documents/

_______________________________
[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

PUOI LEGGERE ANCHE SU ⤵️
https://cataniacreattiva.it/rilasciati-i-nuovi-documenti-pfizer-tutti-i-file-da-scaricare/

 

30 Aprile 2022 – Redazione – Fonte: Grandeinganno

NEGLI ANNI ’60 FURONO VACCINATE 1 MILIONE DI PERSONE PER POI SCOPRIRE DI AVER CREATO UNA NUOVA MALATTIA QUELLA DEL “MORBILLO ATIPICO” CHE COLPISCE SOLO LE PERSONE VACCINATE.

Sindrome del morbillo atipico: si verifica solo in persone che hanno ricevuto vaccino inattivato (ucciso) dal morbillo (KMV), non più disponibili dal 1968, e sono successivamente esposti a virus del morbillo di tipo selvaggio. Circa 600 000 – 900 000 persone hanno ricevuto KMV negli Stati Uniti dal 1963 al 1967. KMV sensibilizza il destinatario agli antigeni del virus del morbillo senza fornire un’adeguata protezione. L’infezione successiva con il virus del morbillo porta a segni di poliserositismi di ipersensibilità. La malattia è caratterizzata da febbre, polmonite, effusioni pleuriche ed edema. L’eruzione è generalmente maculopapolare o petecchiale, ma può avere componenti orticariali, purpuri o vescicolari. L’eruzione partirebbe dai polsi o dalle caviglie.

Il vaccino contro il morbillo fu introdotto negli Stati Uniti nel 1963. Una prima inoculazione del VACCINO, chiamata KMV, introdusse un virus del morbillo inattivato morto nel corpo. Proprio come altri vaccini, è stato progettato per stimolare il sistema immunitario a produrre anticorpi contro il morbillo, proteggendoli in tal modo dalla malattia. Tuttavia, il vaccino contro il virus morto KMV si è rivelato inefficace in alcuni casi e potrebbe provocare morbillo atipico, una malattia caratterizzata da febbre, polmonite, gonfiore e “acqua sui polmoni”. Questo vaccino è stato sostituito nel 1968 con un’altra vaccinazione che ha introdotto il morbillo vivo nel corpo. Pertanto, i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) affermano che le persone che sono state vaccinate prima del 1968 con vaccino contro il morbillo inattivato (KMV) o vaccino contro il morbillo di tipo sconosciuto dovrebbero essere rivaccinate con almeno una dose di vaccino vivo contro il morbillo. Secondo il CDC “questa raccomandazione ha lo scopo di proteggere coloro che potrebbero aver ricevuto il vaccino contro il morbillo ucciso, che era disponibile nel 1963-1967 e non era efficace”.

Vale anche la pena ricordare che non è necessaria una vaccinazione se sei nato prima del 1957 poiché si presume che il tuo sistema immunitario sia entrato in contatto con il virus e tu abbia acquisito l’immunità. Come altro punto secondario, queste informazioni sono rilevanti solo per le persone negli Stati Uniti negli anni ’60. Diverse agenzie sanitarie in tutto il mondo hanno pratiche diverse, tuttavia, in generale, i vaccini contro il virus del morbillo inattivato e del KMV non sono stati ampiamente utilizzati in tutto il mondo.

______________________________

Manuale MSD
Versione per i professionisti

La fonte attendibile per eccellenza per le informazioni sanitarie

La sindrome del morbillo atipico è una complicanza che si è manifestata di solito in soggetti vaccinati con i vecchi vaccini a base di virus del morbillo ucciso, che non sono più utilizzati dal 1968. Questi vecchi vaccini hanno modificato l’espressione della malattia in alcuni pazienti non completamente protetti e successivamente infetti da morbillo wild type. Le manifestazioni del morbillo si sono sviluppate più rapidamente e il significativo coinvolgimento polmonare era più comune. Il morbillo atipico è importante soprattutto perché i pazienti (ora di 50 anni e più) nati mentre questo vaccino era in uso possono riportare una storia sia di vaccinazione che di morbillo.

POTETE SEGUIRCI ANCHE SU TELEGRAM ⤵️

https://t.me/mercurius5giornale

 

 

24 Aprile 2022 – Redazione – Fonte: EventiAvversi

Tutti gli articoli relativi alle recenti epidemie di epatite “anomala” nei bambini stanno cercando di escludere a priori la correlazione con la vaccinazione Covid. Gli esperti tradizionali continuano tutti ad affermare che i vaccini COVID siano sicuri ed efficaci. Quindi non è un’opzione che potrebbe essere considerata, anzi va scongiurata quanto più possibile in modo che il sospetto non si diffonda tra la popolazione.

Ma cosa dicono i dati VAERS?

Dicono che il numero medio di segnalazioni per l’epatite in un anno è di circa 8 casi.

Ripetiamo:

Il numero medio di segnalazioni per l’epatite in un anno è di circa 8 casi.

Nel 2021, solo per il vaccino COVID, sono stati 304.

La domanda ovvia è quindi : “perché ci sono stati 8 casi un anno prima dei vaccini COVID (per tutti i 70 vaccini combinati) e adesso 304 casi nel 2021 associati al vaccino COVID?”

Noi sappiamo che:

La proteina spike si concentra in milza, fegato, ghiandole surrenali e ovaie in alte concentrazioni e tutto ciò è ormai supportato da numerosi studi e evidenze scientifiche.

Uno studio dell’Agenzia di regolamentazione giapponese chiamato “The Bio-Distribution Study” ha dimostrato che i vaccini a RNA messaggero COVID-19 (mRNA) viaggiano nel corpo dopo essere stati iniettati. Lo studio confuta assolutamente la premessa che il vaccino COVID-19 rimanga nel muscolo della spalla:

“La risposta breve non lo è assolutamente. È molto sconcertante. La proteina spike entra nel sangue, circola attraverso il sangue negli individui per diversi giorni dopo la vaccinazione. Una volta che entra nel sangue, si accumula in un certo numero di tessuti come la milza, il midollo osseo, il FEGATO, le ghiandole surrenali”, commentò il Dr. Byram Bridle, esperto canadese di vaccini.

LEGGI LO STUDIO:  ⤵️

672212000_30300AMX00231_I100_1.pdf (pmda.go.jp)

C’è uno studio del  Journal of Autoimmunity sull’insorgenza dell’epatite autoimmune dopo il vaccino mRNA COVID-19

 […]”Sebbene il nostro paziente abbia ricevuto il vaccino ad mRNA Moderna, ci sono già altre segnalazioni di epatite autoimmune indotta dai vaccini Pfizer-BioNTech e Oxford-AstraZeneca, a sostegno dell’idea che il vaccino COVID-19 scateni fenomeni autoimmuni indipendentemente dal suo meccanismo d’azione.”[…]

LEGGI LO STUDIO: Autoimmune hepatitis after COVID-19 vaccine – more than a coincidence – ScienceDirect

Qui uno studio di Nature che prende in considerazione la biodistribuzone della proteina Spike(tossica) negli organi : […]”Nei vaccini, come i vaccini a mRNA, l’SP tradotto viene rilasciato in liquido interstiziale / sangue, distribuito a molti organi e innesca una risposta immunitaria. Pertanto, abbiamo studiato la biodistribuzione dell’SP iniettato per via endovenosa e testato l’effetto degli anticorpi anti-ACE2 e anti-SP sulla biodistribuzione regionale SP e sull’assorbimento degli organi utilizzando un sistema di imaging dinamico in vivo esterno e un’analisi tissutale ex in vivoQui, mostriamo che SP ha avuto una biodistribuzione a livello corporeo, una lenta eliminazione regionale, ad eccezione del fegato, che ha mostrato un accumulo, e un assorbimento differenziale degli organi.“[…]

LEGGI LO STUDIO: Spike protein multiorgan tropism suppressed by antibodies targeting SARS-CoV-2 | Communications Biology (nature.com)


Ci sono stati inoltre casi documenntati di Riattivazione del virus dell’epatite, meningite da virus Herpes Zoster e Vasculite cutanea dopo la vaccinazione COVID-19.


Sappiamo anche che di recente uno studio ha dimostrato che [Pfizer-BioNTech] può essere trascritto inversamente nel DNA nella linea cellulare del fegato Huh7, e questo può dare adito alla preoccupazione se il DNA derivato da [Pfizer] possa essere integrato nel genoma dell’ospite e influenzare l’integrità del DNA genomico, ciò può potenzialmente mediare la genotossicità degli effetti collaterali.

LEGGI LO STUDIO: https://doi.org/10.3390/cimb44030073


Ma naturalmente gli “esperti” dicono che non c’è nessuna correlazione, motivo per cui sono ignorati i dati appena esposti.

Quindi forse possono spiegare perché l’aumento avviene SOLO con i vaccini COVID ma non con altri vaccini nel 2021?

POTETE SEGUIRCI ANCHE SU TELEGRAM ⤵️
https://t.me/mercurius5giornale

 

22 Aprile 2022 – Redazione – di Paolo Gulisano – Lanuovabq.it

Uno degli aspetti più drammatici della pandemia, fin dagli inizi, è stato il fenomeno – apparentemente incredibile – dei No Drugs. Ovvero i negazionisti dell’utilità dei farmaci. Il mantra ripetuto per due anni da medici ed esponenti politici governativi è stato quello del “non c’è cura”.

L’unica molecola autorizzata nelle cure domiciliari è stato il Paracetamolo, un sintomatico che diminuisce temporaneamente la febbre ma non impedisce minimamente al Covid di fare danni all’organismo attraverso i meccanismi infiammatori. Quindi, anche senza citare tutta una serie di farmaci che hanno comunque dimostrato la propria utilità, dall’eparina al cortisone ad alcuni immunomodulatori ad antibiotici, per fermare il Covid evidentemente ci vogliono antiinfiammatori.

La scoperta dell’acqua calda fatta da Pregliasco con i suoi consigli a Draghi di utilizzare appunto questo tipo di farmaci era già nota da due anni ai medici che hanno curato sul campo con le cure domiciliari. Ma i No Drugs si sono sempre opposti a questa evidenza, e migliaia di medici di base hanno seguito diligentemente i protocolli e hanno continuato a dare ai pazienti di Covid come unica scelta terapeutica la Tachipirina.

Ora questo colossale errore, che passerà tristemente alla storia della Medicina, ha cominciato ad essere messo in luce in modo scientificamente inconfutabile da diversi studi. Uno di questi è una ricerca fatta da studiosi indiani che hanno proprio messo a confronto le capacità del Paracetamolo con quelle di un farmaco antinfiammatorio, l’indometacina. Un vecchio farmaco che è usato nelle terapie ad esempio dell’artrosi, e che costa poco più di 2 (due!) euro la scatola. L’indometacina, tra l’altro, fa parte anche della multiterapia messa a punto dal prof. Serafino Fazio, dal professor Bellavite con la collaborazione di altri medici. I ricercatori indiani hanno confrontato il paracetamolo con l’indometacina (a parità di altre cure standard aggiunte) in uno studio controllato e randomizzato. Chi ha ricevuto l’indometacina è guarito in tempi più brevi e non ha sviluppato desaturazione, che era il principale parametro di riferimento della ricerca. Ovvero non ha avuto polmonite e gravi sintomatologie respiratorie, mentre quasi il 20% di chi ha ricevuto il paracetamolo si è aggravato. Lo studio è pubblicato su una importante rivista.

L’indometacina, come detto un farmaco antinfiammatorio non steroideo (FANS), si è rivelato anche come un agente antivirale ad ampio spettro. Questo studio clinico randomizzato in ambiente ospedaliero ha valutato l’efficacia e la sicurezza di questo farmaco nei 210 pazienti inseriti nello studio, e confrontati con un campione analogo che riceveva paracetamolo. L’endpoint primario dello studio era verificare lo sviluppo di ipossia con desaturazione sotto il valore soglia di 93. Sono stati monitorati i profili dei pazienti insieme ai parametri clinici quotidiani. Inoltre è stata valutata la chimica del sangue al momento del ricovero e della dimissione.

Nel gruppo indometacina, nessuno dei pazienti ha sviluppato desaturazione. D’altra parte, nel braccio paracetamolo, circa il 20% dei malati hanno sviluppato desaturazione. I pazienti che hanno ricevuto indometacina hanno anche sperimentato un sollievo sintomatico più rapido rispetto a quelli nel braccio del paracetamolo, con la maggior parte dei sintomi che scomparivano nella metà del tempo. Inoltre, 56 su 107 nel braccio del paracetamolo avevano febbre al settimo giorno, mentre nessun paziente nel gruppo indometacina aveva la febbre. Il follow-up al quattordicesimo giorno ha rivelato che i pazienti del braccio del paracetamolo avevano affrontato diversi disagi; i pazienti del braccio di indometacina si lamentavano per lo più solo di stanchezza. Non sono stati registrati eventi avversi provocati dal farmaco.

L’indometacina dunque si è dimostrato un farmaco sicuro ed efficace per il trattamento di pazienti con Covid, e questo è un dato importantissimo, alla luce delle evidenze epidemiologiche della pandemia. Ormai infatti è chiaro che il vaccino, anche con tre dosi, non è in grado di interrompere la catena di trasmissione del virus. E’ chiaro che dovremo imparare a convivere con questo virus, in tutte le sue molteplici varianti, presenti e future, e che la soluzione al problema sta nelle cure.

No Drugs devono rassegnarsi: le cure ci sono già, da diverso tempo, e sono farmaci che hanno addirittura decenni di storia alle spalle, come appunto l’indometacina. Studi come questo lo dimostrano in modo chiaro e documentato. Il tempo della “Tachipirina e vigile attesa” è definitivamente terminato. Ora è tempo che si cambino finalmente le linnee guida, che potranno salvare la vita a tante persone.

POTETE SEGUIRCI ANCHE SU TELEGRAM ⤵️
https://t.me/mercurius5giornale

18 Aprile 2022 – Redazione

ARTICOLO DEL 2010, RECUPERATO DA UNA RIVISTA STATUNITENSE, RACCONTA CONE OBAMA, DA SENATORE, AGEVOLO’ LA COSTRUZIONE DI UN BIOLAB DI LIVELLO 3 A ODESSA.

Un articolo cancellato dal web e successivamente recuperato da The National Pulse rivela che l’ex presidente Barack Obama ha guidato un accordo che ha portato alla costruzione di biolaboratori che gestiscono “agenti patogeni particolarmente pericolosi” in Ucraina.

La notizia arriva lo stesso giorno in cui Victoria Nuland, punta di diamante del regime di Biden, ha dichiarato pubblicamente al Senato che il governo degli Stati Uniti teme che le strutture di ricerca biologica possano cadere nelle mani dei russi a causa del conflitto in corso nell’Europa orientale.

Pubblicato originariamente il 18 giugno 2010, l’articolo “un Biolab apre in Ucraina” spiega come Obama, mentre era senatore dell’Illinois, ha aiutato a mediare un accordo per costruire un laboratorio di livello di biosicurezza 3 nella città ucraina di Odessa.

L’articolo, che mette in evidenza anche il coinvolgimento dell’ex senatore Dick Lugar, è stato incluso persino nel numero 818 del Counterproliferation Center dell’Aeronautica degli Stati Uniti (USAF) Outreach Journal.

Il signor Lugar ha detto che il progetto è iniziato  nel 2005 quando lui e l’allora senatore Barack Obama hanno stretto una partnership con alcuni funzionari ucraini. Lugar e Obama hanno anche aiutato a coordinare i lavori tra i ricercatori americani e ucraini quell’anno per studiare e prevenire l’influenza aviaria“, afferma l’autrice Tina Redlup.

Un rapporto del 2011 del National Academy of Sciences Committee chiamato Anticipating Biosafety Challenges related to the Global Expansion of High-Containment Biological Laboratories (“Anticipare le sfide di bio sicurezza legate alla diffusione globale dei biolaboratori ad alto contenimento”) spiega come il laboratorio con sede a Odessa  “è responsabile dell’identificazione di agenti patogeni biologici particolarmente pericolosi.”

Questo laboratorio è stato ricostruito e tecnicamente aggiornato al livello BSL-3 attraverso un accordo di cooperazione tra il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e il Ministero della Salute dell’Ucraina a partire dal 2005. Questa collaborazione mira a prevenire la diffusione di tecnologie, agenti patogeni e conoscenze che potrebbero essere utilizzati per lo sviluppo di armi biologiche”, continua il rapporto.

Il laboratorio aggiornato al nuovo livello di bio sicurezza  funge da laboratorio di riferimento centrale provvisto di deposito di agenti patogeni. In conformità con le normative ucraine, è infatti consentito lavorare con batteri e virus del primo e del secondo gruppo“, spiega il rapporto.

Un documento separato pertinente al progetto di prevenzione delle armi biologiche, che descrive in dettaglio la rete di biolab ucraini, spiega ulteriormente la portata dei patogeni che la struttura ha studiato.

Tra i virus studiati dal laboratorio vi sono Ebola e “virus di patogenicità del gruppo II con metodi virologici, molecolari, sierologici ed espressivi”.

Inoltre, il laboratorio ha fornito “una formazione speciale per specialisti in materia di biosicurezza  generale e biosicurezza relativa alla manipolazione di agenti biologici patogeni pericolosi“.

La scoperta di questo biolab avviene in seguito alla rischiosa decisione del governo degli Stati Uniti di finanziare quella procedura nota come “guadagno di funzione” a Wuhan in un laboratorio gestito dal Partito Comunista Cinese a sua volta legato con l’apparato militare.

POTETE SEGUIRCI ANCHE SU TELEGRAM ⤵️
https://t.me/mercurius5giornale

_______________________________
[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

 

POTETE LEGGERE ANCHE SU ⤵️
https://cataniacreattiva.it/obama-ed-i-finanziamenti-ai-biolab-in-ucraina/

19 Aprile 2022 -Redazione – Fonte: Il Tempo.it

La notizia arriva dalla Svizzera dove la casa farmaceutica Pfizer ha ottenuto dall’ente regolatorio la proroga della scadenza del proprio vaccino a 12 mesi. Se non avesse ottenuto questa proroga molte fiale (circa 400mila) sarebbero state da buttare via questa primavera.

L’Istituto per gli agenti terapeutici Swissmedic ha spiegato che “l’estensione della durata di stabilità è valida da subito per tutti i lotti attualmente disponibili e per quelli futuri”. In pratica il prolungamento concesso è di tre mesi. Anche l’Italia a settembre scorso aveva stabilito una proroga simile, prolungando la validità da marzo a giugno 2022. Al momento non si sa se verrà concessa una ulteriore proroga. Sono circa 10 milioni le dose inutilizzate Pfizer nel nostro Paese. Molte di queste verranno donate ai paesi più poveri.   www.iltempo.it

POTETE SEGUIRCI ANCHE SU TELEGRAM ⤵️
https://t.me/mercurius5giornale

15 Aprile 2022 – Redazione

VEDETE E ASCOLTATE IL VIDEO (Video di Piacenza24) ⤵️

https://youtu.be/_bwz12y9od8

Miocarditi in aumento – Nel 2021 si è riscontrato un aumento dei casi di miocardite giovanile e negli atleti. Anche le morti improvvise tra i calciatori sono superiori alla media. Dagli studi emerge un legame significativo con i vaccini mRna, il Ministero non dovrebbe minimizzare. Il problema è più accentuato negli atleti maschi e giovani, specie a causa dei livelli di catecolamine”.

Lo scrive in un articolo il medico piacentino Alessandro Capucci, Ordinario di Malattie Cardiovascolari (già direttore della Clinica di Cardiologia, Università Politecnica delle Marche). “La cronaca ci mostra come molti atleti abbiano avuto problemi di miocardite, problemi che li hanno tenuti lontano dai terreni di gioco”.

 

La miocardite acuta può anche essere fatale, non parliamo di una percentuale alta: la miocardite da vaccino non pare essere fatale, però è difficile esprimersi in maniera precisa perché dipende anche dall’individuo e da quando si scopre di avere questo problema”.

“Recenti dati della UK Health Security Agency, relativi alla situazione nel Regno Unito, ci mostrano come sia i casi di malattia sia le ospedalizzazioni sia, infine, i decessi avvengano in prevalenza in persone vaccinate (72%, 74% e 82% rispettivamente) ponendo dei seri dubbi sulla decantata sicurezza ed efficacia degli attuali vaccini anti-Covid (JR Hope, The Desert Review, April 2022)”, scrive Capucci in un articolo.

Miocarditi in aumento tra giovani e atleti

Ma perché soprattutto i giovani e gli atleti? Capucci cita uno studio brasiliano, condotto da Flavio Cadegiani:

“Gli atleti, particolarmente di sesso maschile, hanno usualmente livelli elevati di catecolamine attive anche in condizioni di riposo, come si può osservare dall’analisi delle catecolamine urinarie notturne che risultano nettamente superiori negli atleti rispetto ai non atleti; tutto questo mentre la loro eliminazione rimane simile nei due gruppi. Inoltre i giovani ne presentano un livello più elevato rispetto agli atleti più anziani (> 40 anni) ed i maschi rispetto alle femmine”.

“Succede quindi che soprattutto gli atleti maschi, che sono già esposti ad elevati livelli di catecolamine, ne incrementano ancora il livello, a seguito dell’inoculazione di questi vaccini, con conseguente necrosi di parti del tessuto muscolare miocardico”.

POTETE SEGUIRCI ANCHE SU TELEGRAM ⤵️