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‘SCUOLA’ Category

05 Marzo 2022 – Redazione – Fonte: Il Tirreno

Pur col Green pass da guarigione era stata messa in biblioteca: il giudice del lavoro la rimette in classe.

GROSSETO. Dal Tribunale di Grosseto arriva un provvedimento apripista sul fronte dell’obbligo vaccinale contro il Covid-19 per gli insegnanti. In particolare per coloro che, non vaccinati ma comunque guariti dal Covid e dunque con Green pass rafforzato, si sono ritrovati in un limbo legislativo perché ritenuti inadempienti all’obbligo, e sono stati costretti a lasciare aule e alunni per altre mansioni.

Tutto è nato dal caso di un’insegnante di sostegno di una scuola elementare di Grosseto. A metà dicembre in Italia è stato introdotto l’obbligo per gli insegnanti di essere vaccinati. Di aver cioè completato il ciclo con il richiamo (decreto legge 44 del 2021). Proprio in quei giorni, però, l’insegnante si è ammalata di Covid e dunque non ha fatto in tempo a vaccinarsi. Una volta guarita, ha avuto il Green pass rafforzato, valido – perché derivato dalla guarigione – per sei mesi. E con quello avrebbe potuto continuare a lavorare fino a giugno 2022, quando sarebbero scaduti i sei mesi. A confortarla, a gennaio una Faq del ministero della Salute ribadiva che l’obbligo vaccinale scattava a sei mesi dalla guarigione.

Sennonché a marzo la scuola ha cominciato a chiederle i documenti di avvenuta vaccinazione. Documenti che lei non aveva necessità di avere, dato che l’immunizzazione derivata dalla guarigione le garantiva la copertura. La scuola però non ha sentito ragioni e l’11 aprile l’ha sospesa dall’attività di insegnamento e l’ha messa a lavorare in biblioteca e in amministrazione.

L’insegnante si è dunque rivolta all’avvocata Lavinia Mensi. «L’amministrazione scolastica – spiega Mensi – ha agito sulla base di una circolare del ministero dell’Istruzione che discrimina l’adempimento dell’obbligo vaccinale a prescindere dalla validità del Green pass, facendolo scattare a 90 giorni dalla guarigione oppure a 120 giorni dalla somministrazione del vaccino».

Come non di rado succede, insomma, un pasticcio di norme contraddittorie: se guarisci dal Covid, hai il Green pass rafforzato per 180 giorni; se però lavori nella scuola, guarisci e non hai il vaccino, lo devi fare entro 90 giorni dalla guarigione. E come l’insegnante grossetana non si contano i casi analoghi in tutto il Paese.

«Scaduti questi intervalli – prosegue Mensi – nonostante il possesso della certificazione verde, questi docenti, anche se non sospesi, sono stati distolti dall’insegnamento». Niente aula, insomma, ma biblioteca o ufficio. Con un effetto collaterale: nel caso della maestra l’orario è di 24 ore settimanali ma, svolgendo attività di natura burocratica e amministrativa, è salito a 36 ore.

Per non parlare dei risvolti umani. La maestra fa sostegno a un bambino. E, quando ne è stata allontanata, il piccolo ne ha risentito. «A causa dell’assenza della sua maestra di riferimento – spiega Mensi – ha subito un trauma e per questo la madre è intervenuta in giudizio per rafforzare le ragioni della docente e insistere per il suo immediato reintegro».

L’avvocata Mensi ha presentato martedì un ricorso urgente al giudice del lavoro di Grosseto, Giuseppe Grosso. Grosso ha accolto le motivazioni dell’insegnante e ha emesso un decreto – senza interpellare l’altra parte, in attesa dell’udienza che ci sarà a fine maggio – ordinando di reintegrare immediatamente la maestra.

Il giudice ha evidenziato l’illegittimità dell’orientamento della circolare ministeriale perché, dice, la norma a cui fare riferimento è solo il decreto legge 52 del 22 aprile 2021 che stabilisce che i guariti si devono vaccinare sei mesi dopo la guarigione. Decreto, poi convertito in legge, in vigore fino al 15 giugno. L’insegnante, insomma, sarebbe ancora in regola. «Questo provvedimento – dice Mensi – è un primo importantissimo precedente in tutto il territorio italiano per tutti i dipendenti della scuola che in questi giorni stanno ricevendo le comunicazioni dai dirigenti per essere adibiti ad altre mansioni». La stessa Mensi sta seguendo altri insegnanti nella stessa situazione. «A questo punto – conclude – si auspica che l’amministrazione scolastica riveda tutte le decisioni nei confronti dei docenti in possesso di certificazione verde rafforzata, anche considerato il profilo erariale, dal momento che questi docenti vengono sostituiti con supplenti, duplicando la retribuzione per un unico posto di lavoro».

 

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1 Maggio 2022 – Redazione – AffariItsliani

Non si placa la bufera social, e non solo, su Alessandro Orsini, il docente universitario della Luiss criticato per le sue analisi in tv sulla guerra in Ucraina. Nella sua ultima partecipazione ad Accordi & Disaccordi, venerdì sera sul Nove, per spiegare perché l’ingresso di nuovi Paesi nella Nato rappresenterebbe a suo avviso un pericolo, il professore ha usato un paragone con la seconda guerra mondiale, affermando che Hitler non voleva certo scatenarla, ma che fu colpa degli accordi tipo “articolo 5” del patto della Nato. L’accordo di collaborazione con Eni per la realizzazione dell’Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale, affidato «dalla Luiss  al Professor Alessandro Orsini, è giunto a scadenza da circa due mesi e non sarà rinnovato. Per questa ragione, i canali di comunicazione dell’Osservatorio, incluso il sito internet ‘sicurezza internazionale’, da oggi non sono più attivi» ha comunicato l’ateneo in una nota.

In tv Orsini ha detto che «il primo settembre del ’39 la Germania invase la Polonia e poiché Inghilterra e Francia si erano alleate con la Polonia si creò un effetto domino, a cui Hitler non aveva interesse…». Come scrive il Corriere della Sera si tratta di «parole che, al di là delle smentite, devono aver costituito la goccia finale che ha fatto traboccare il vaso della pazienza del prestigioso ateneo intitolato a Guido Carli. Già il 4 marzo scorso, infatti, all’alba della guerra e del “fenomeno Orsini”, la Luiss aveva preso posizione, esprimendo «piena solidarietà al popolo ucraino» e invitando «chi ha responsabilità di centri di eccellenza come l’Osservatorio sulla Sicurezza internazionale», cioè proprio Orsini, ad «attenersi al rigore scientifico dei fatti, senza lasciar spazio a pareri di carattere personale che possano inficiare la reputazione dell’ateneo».

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12 Aprile 2022 – Redazione – di Susanna Bellino

Vorrei con questo scritto risvegliare la consapevolezza dei genitori e degli operatori del mondo della scuola, insegnanti, e dirigenti. Comincio con la citazione di alcune norme del nuovo decreto del 24 marzo, che nonostante la cessazione il 31 marzo dello stato di emergenza, già prorogato oltre i limiti consentiti dalla costituzione, continua a imporre restrizioni.
In particolare i nostri figli continuano a subire la tortura della mascherina a scuola, anche al banco, nonostante i banchi siano distanziati e le finestre sempre aperte.
CI STIAMO PURTROPPO ABITUANDO AD ACCETTARE CHE QUESTA SIA LA NORMALITÀ, SENZA PENSARE AL DANNO PER LA SALUTE FISICA E MENTALE DEI NOSTRI BAMBINI E RAGAZZI, OBBLIGATI DA DUE ANNI PER MOLTE ORE AL GIORNO A QUESTO SUPPLIZIO.
Noi adulti quante volte ci abbassiamo la mascherina? Quante volte la togliamo per avere un po’ di sollievo?
Il ministro dell’ istruzione il 18 marzo in un’intervista a radio 1 – ha affermato che da maggio si potrà tornare a scuola senza mascherina, mentre pochi giorni dopo, il 24 marzo, l’articolo 9 dell’ennesimo decreto dice espressamente che la mascherina sarà obbligatoria fino alla fine dell’anno scolastico
POSSIAMO ACCETTARE SENZA BATTERE CIGLIO CHE I NOSTRI FIGLI SIANO OBBLIGATI A
COME
RESPIRARE CON AFFANNO PER TANTE ORE AL GIORNO? SIAMO DAVVERO CONSAPEVOLI DEGLI
EFFETTI NEGATIVI CHE LA MASCHERINA PROVOCA ALLA SALUTE DEI NOSTRI FIGLI O – COME
STRUZZI – NON VOGLIAMO PRENDERNE COSCIENZA, PERCHÉ COSÌ È PIÙ FACILE PER NOI,
“IGNARI”, MANDARLI A SCUOLA IN QUESTE CONDIZIONI?
Fino alla conclusione dell’anno scolastico 2021-2022, nelle
istituzioni e nelle scuole di cui al presente articolo nonche’ negli
istituti tecnici superiori continuano ad applicarsi le seguenti
misure di sicurezza:
a) e’ fatto obbligo di utilizzo dei dispositivi di protezione
delle vie respiratorie di tipo chirurgico, o di maggiore efficacia
protettiva, fatta eccezione per i bambini sino a sei anni di eta’,
per i soggetti con patologie o disabilita’ incompatibili con l’uso
dei predetti dispositivi e per lo svolgimento delle attivita’
sportive;
Al contrario l’articolo 5 stabilisce l’obbligo di utilizzare la mascherina in tutti i luoghi al chiuso solo fino al 30 aprile:
fino al 30 aprile 2022 e’ fatto
obbligo di indossare i dispositivi di protezione delle vie
respiratorie di tipo FFP2 nei seguenti casi:
a) per l’accesso ai seguenti mezzi di traporto e per il loro
utilizzo:
1) aeromobili adibiti a servizi commerciali di trasporto di
persone;
2) navi e traghetti adibiti a servizi di trasporto
interregionale;
3) treni impiegati nei servizi di trasporto ferroviario

passeggeri di tipo interregionale, Intercity, Intercity Notte e Alta
Velocita’;
4) autobus adibiti a servizi di trasporto di persone, ad
offerta indifferenziata, effettuati su strada in modo continuativo o
periodico su un percorso che collega piu’ di due regioni ed aventi
itinerari, orari, frequenze e prezzi prestabiliti;
5) autobus adibiti a servizi di noleggio con conducente;
6) mezzi impiegati nei servizi di trasporto pubblico locale o
regionale;
7) mezzi di trasporto scolastico dedicato agli studenti di
scuola primaria, secondaria di primo grado e di secondo grado;
b) per l’accesso a funivie, cabinovie e seggiovie, qualora
utilizzate con la chiusura delle cupole paravento, con finalita’
turistico-commerciale e anche ove ubicate in comprensori sciistici;
c) per gli spettacoli aperti al pubblico che si svolgono al
chiuso o all’aperto in sale teatrali, sale da concerto, sale
cinematografiche, locali di intrattenimento e musica dal vivo e in
altri locali assimilati, nonche’ per gli eventi e le competizioni
sportivi.
2. Fino al 30 aprile 2022 in tutti i luoghi al chiuso diversi da
quelli di cui al comma 1 e con esclusione delle abitazioni private,
e’ fatto obbligo, sull’intero territorio nazionale, di indossare
dispositivi di protezione delle vie respiratorie.
3. Fino al 30 aprile 2022, in sale da ballo, discoteche e locali
assimilati, al chiuso, e’ fatto obbligo di indossare i dispositivi di
protezione delle vie respiratorie, ad eccezione del momento del
ballo.

Noi accettiamo quindi che si possa già ora ballare senza mascherina (giustamente), ma non muoviamo un dito perché i nostri figli a scuola ne vengano liberati?
Nell’intervista sopra citata, Bianchi afferma che la sua priorità fin dall’inizio è stata favorire la scuola in presenza, e che ha messo in atto tutte le risorse a quel fine. Ma NOI GENITORI NON DOBBIAMO DIMENTICARE che appena il governo si è insediato, Bianchi ha chiuso senza preavviso tutte le scuole di ogni ordine e grado per più di un mese, e NON POSSIAMO CHIUDERE GLI OCCHI di fronte al fatto che non è stata attuata nessuna di quelle misure davvero necessarie per rendere la scuola un luogo sicuro: nessun impianto di aereazione, nessun aumento del numero delle classi per evitare le famigerate classi pollaio, nessun incremento dei trasporti pubblici. Invece da due anni i nostri ragazzi sono obbligati a salire su mezzi di trasporto sovraffollati e a stare in classe con le finestre aperte e con la mascherina, magari però su un bel banco a rotelle…
Ormai il virus – che nel 2020 ci ha terrorizzati – si è indebolito, e le nuove varianti causano anche per gli adulti sintomi lievi, assimilabili a quelli influenzali, tant’è vero che in diversi stati europei è ormai stato classificato come influenza. Esistono le cure. Eppure ciò nonostante e di fronte alla fine ufficiale dello stato di emergenza, la scuola resta un luogo letteralmente “SOFFOCANTE”. Noi genitori dovremmo essere i primi a chiedere, anzi a PRETENDERE che i nostri ragazzi, da

sempre appena sfiorati dalle complicanze della malattia ma i primi a farne le spese, possano tornare liberi di respirare.

Ci sono numerosi studi che sottolineano quanto la mascherina possa nuocere al nostro organismo, ne cito uno su tutti, che risale a un anno fa e che secondo me ben riassume tutti i problemi che possono derivare da un uso prolungato della stessa:
https://www.mdpi.com/1660-4601/18/8/4344
✔️aumento volume dello spazio morto respiratorio (lo spazio morto fisiologico, cioè il volume di aria che non prende parte allo scambio ossigeno/anidride carbonica perchè resta nelle vie respiratorie, aumenta dell’80%)
✔️aumento della resistenza respiratoria ( Lo sforzo dell’apparato respiratorio aumenta del 128%!) ✔️aumento dell’anidride carbonica nel sangue
“Questo virus non uccide più come prima e certe misure che sono state imposte per la salute pubblica
non ci devono più essere
. La mascherina va declinata alle esigenze del singolo e non imposta con
l’obbligo
, l’anziano o la persone fragile la usano? Benissimo ma non deve essere obbligata. Siamo il
paese più conservatore sull’uso delle mascherine. E poi da medico sono stufo,
queste sono misure che noi
non abbiamo preso ma sono state pensate e decise da burocrati
Come si può rimanere indifferenti di fronte agli effetti che i nostri figli subiscono
giorno dopo giorno, indossando le mascherine?

✔️diminuzione della saturazione di ossigeno nel sangue ✔️aumento della frequenza cardiaca
✔️aumento della pressione sanguigna
✔️diminuzione della capacità cardiopolmonare ✔️aumento della frequenza respiratoria
✔️mancanza di respiro e difficoltà respiratorie ✔️cefalea
✔️vertigini […]
✔️ridotta concentrazione
✔️ridotta capacità di pensare ✔️acne, lesioni e irritazioni cutanee”
Oppure provate a leggere ciò che scrivono i dentisti a proposito delle complicanze che insorgono già a livello della bocca.

MASCHERINE A SCUOLA. ANCORA?
È uscito un nuovo enorme studio: 599,314 bambini tra i 3 e gli 11 anni, che studia in particolare l’uso della mascherina a scuola e ha un disegno sperimentale innovativo.
Non è uno studio randomizzato ma hanno utilizzato un disegno quasi sperimentale confrontando i risultati tra bambini con obbligo di mascherine e bambini senza tenendo conto dell’età.
Conferma quindi lo studio randomizzato danese.
Le differenze in termini di incidenza e trasmissione tra i bambini dell’ultimo anno di scuola materna e i bambini del 1° anno di istruzione primaria non sono stati trovati statisticamente significativi. (…)
Ma detto tutto ciò, potrete ancora mandare a scuola i vostri figli con la coscienza a posto perché
siete convinti che la mascherina sia un “sacrificio necessario” per proteggere la salute della
vostra famiglia e della comunità. E invece molti studi hanno dimostrato che l’uso della
mascherina a scuola non ha portato a nessun beneficio da questo punto di vista.
L’obbligo dell’uso della mascherina a scuola non è stato associato a una minore incidenza di
SARS-CoV-2 o di trasmissione del contagio.

Le evidenze a favore dell’uso delle mascherine nelle scuole per ridurre la diffusione del Covid non sono “conclusive”. Un importante studio inglese non ha fornito evidenze chiare di un impatto statisticamente significativo. Lo studio includeva i risultati di 123 scuole in Inghilterra che hanno usato mascherine e confrontati con altri che non l’hanno fatto durante l’onda Delta di Covid. (…)
.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34419199/ https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=4046809 https://twitter.com/VPrasadMDMPH/status/1502456414299570179?t=Qlcgpxwu5iQFEba5AxyhOg&s=19 https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(22)00462-7/
Allego anche estratti da un interessante articolo apparso sul fatto quotidiano, scritto da un pediatra e da una epidemiologa
https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/01/17/uso-nelle-mascherine-nelle-scuole-alcuni-studi-ne-hanno- messo-in-dubbio-lefficacia/6454616/
Soprattutto ora che viene confermato che omicron comporta un rischio significativamente
ridotto di malattia grave e siamo tra i paesi con più elevata vaccinazione, dovremmo pensare
alla difficoltà di tenere bambini e ragazzi tante ore fermi al banco con la mascherina. A due
anni dall’inizio della pandemia
Uso nelle mascherine nelle scuole, alcuni studi ne hanno messo in
dubbio l’efficacia
Maurizio Matteoli, pediatra clinico, Sara Gandini, epidemiologa/biostatistica
Ci sono sempre state perplessità sulla necessità dell’uso delle mascherine
se non in contesti specifici, perplessità che, all’inizio della pandemia,
erano condivise da una parte della comunità scientifica.
Ricordiamo che sono stati pubblicati due studi clinici randomizzati sulle
Risultato: nessuna differenza statisticamente significativa
Perplessità ancora maggiori ci sono sull’obbligo
imposto ai bambini durante l’attività scolastica
mascherine. Danmask (pubblicato su archives internal medicine, rivista molto prestigiosa) era stato disegnato per scoprire se c’era una riduzione 50% della positività tra portatori mascherina e non portatori in Danimarca.
. (…)
I forti dubbi riguardano la loro efficacia soprattutto per l’utilizzo
all’aperto, ma non solo.
età compresa tra i 6 e i 10 anni (…)
, specialmente a quelli di
Recentemente il governo inglese ha ammesso che le evidenze a favore dell’uso
delle mascherine nelle scuole per ridurre la diffusione del Covid non
sono “conclusive”
. Uno studio del governo in autunno non ha fornito evidenze
di un impatto statisticamente significativo e altri studi hanno
fornito risultati inconsistenti
(vedi
risultati di 123 scuole in Inghilterra che hanno usato mascherine e
qui, qui
). Lo studio includeva i
confrontati con altri che non l’hanno fatto durante l’onda Delta di Covid.
Le scuole in cui le maschere sono state utilizzate nell’ottobre 2021 hanno
visto una riduzione due o tre settimane dopo delle assenze per Covid
dal

5,3% al 3% – un calo di 2,3 punti percentuali. Nelle scuole che non hanno
usato coperture per il viso le assenze sono scese dal 5,3% al 3,6%
– un calo
di 1,7 punti percentuali. La differenza non era statisticamente
significativa. La pubblicazione riconosce anche che l’uso di mascherine
potrebbe danneggiare l’apprendimento. Anche il 94% dei dirigenti scolastici
e degli insegnanti abbia detto che ha reso più difficile la comunicazione
tra insegnanti e studenti.
(…)
Come indica l’Istituto Superiore di Sanità nella guida che ha pubblicato, le precauzioni da prendere nell’uso delle mascherine sono molte e tra esse: indossare la mascherina toccando solo gli elastici o i legacci e avendo cura di non toccare la parte interna; posizionare correttamente la mascherina facendo aderire il ferretto superiore al naso e portandola sotto il mento; se si deve spostare la mascherina manipolarla sempre utilizzando gli elastici o i legacci; se durante l’uso si tocca la mascherina, si deve ripetere l’igiene delle mani; dopo avere maneggiato una mascherina usata, effettuare il lavaggio o l’igiene delle mani ecc.
In secondo luogo, per adempiere al loro compito, le mascherine devono essere
utilizzate correttamente.
Studi anche recentissimi
(come questo del governo inglese) non
Siamo sicuri che la decisione di “sterilizzare” la loro vita, perché le mascherine fungono da barriera (se utili in tal senso) non solo il coronavirus, ma anche tutti gli altri virus, batteri e miceti con i quali noi tutti veniamo quotidianamente a contatto,
mostrano risultati favorevoli riguardo la riduzione del contagio
con l’uso delle mascherine nelle scuole
evitassero realmente il contatto con il virus, sorge un’altra
perplessità: il sistema immunitario dei bambini di questa età è
in formazione e ha bisogno di essere “allenato”
diventare adulti più sani e meno suscettibili alle infezioni.
sia una buona idea?
, ma qualora le mascherine
Non è che così facendo si corre il
per poterli fare
rischio di rendere più “debole” il loro sistema immunitario che
avrebbe bisogno di essere tenuto in costante esercizio
Ecco quest’ultimo paragrafo mi ha colpita particolarmente. Vorrei che tutti riflettessimo su
queste considerazioni e che facessimo il possibile per risparmiare ai nostri figli questo supplizio
così come
teniamo in esercizio il loro fisico facendo praticare loro uno
sport?
Come potete agire?
Firmare ed inoltrare a amici: iniziativa Liberi Di Respirare, Liberi Di Sorridere: Basta Mascherine A Scuola:

https://www.openpetition.eu/it/petition/online/liberi-di-respirare-liberi-di-sorridere-basta-mascherine-a-scuola

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Ecco cosa cambia in merito all’utilizzo del Green Pass da venerdì 1 aprile 2022, le nuove regole per negozi, lavoro e trasporti. Il Governo  sembra aver capito che l’epidemia è ormai diventata endemica, quindi qualcosa con cui dovremmo convivere (senza continuare a esasperare i cittadini).

Dal 1 aprile, per prima cosa, decade l’obbligo del green pass rafforzato per accedere ai luoghi di lavoro. Questo obbligo resta però in vigore per il personale sanitario. Medici e infermieri non vaccinati rischiano dunque ancora la sospensione senza stipendio. Capitolo scuola. Per docenti e insegnanti l’obbligo vaccinale resta però fino al 15 giugno. Però, dal primo aprile potranno, almeno recarsi al lavoro, anche se saranno destinati ad incarichi non a contatto con gli studenti.

Inoltre, con l’inizio del nuovo mese, per entrare nei ristoranti, anche al chiuso, servirà solo il green pass base. Questo, lo ricordiamo, è ottenibile anche tramite tampone (rapido o molecolare) negativo. In un primo momento, nella bozza del decreto, era stata prevista questa possibilità solo per i ristoranti all’aperto. Ma alla fine il Governo è tornato sui propri passi, cambiando idea. Il comma 2 dell’articolo 6 del Dl, prevede infatti che l’accesso con il green pass base sia concesso ai “servizi di ristorazione svolti al banco o al tavolo, al chiuso, da qualsiasi esercizio, ad eccezione dei servizi di ristorazione all’interno di alberghi e di altre strutture ricettive riservati esclusivamente ai clienti ivi alloggiati”.

Vediamo ora in dettaglio tutte le nuove regole in vigore da venerdì 1 aprile 2022, quando, finalmente (è il caso di dirlo) andranno al macero molte di quelle regole, alcune complicate, altre assurde, che ci hanno accompagnato in questi mesi.

Green pass 1 aprile: scuola
Iniziamo dal capitolo più importante, quello della Scuola. Sì, perché in questi mesi l’Istruzione non è mai stata un diritto, al contrario della Salute (che invece si è innalzato a Diritto Principe dopo anni di tagli). Con l’inizio del nuovo mese, restano le mascherine ma basta la chirurgica. Non si renderà più necessaria la quarantena per gli alunni asintomatici e tornano le gite. La dad rimarrà solo per gli studenti positivi. Nelle Università è necessario il green pass base almeno per tutto aprile.

Green pass 1 aprile: trasporti
Dal 1 aprile si potranno usare i trasporti pubblici (autobus, metropolitano, aerei e treni) con il Green pass base. Tuttavia rimane necessario ancora per tutto il mese indossare la mascherina Ffp2.

Green pass 1 aprile: negozi e centri estetici
Il Green pass non verrà più richiesto per accedere a negozi e servizi alla persone, come per esempio estetisti e parrucchieri. Anche qui però resterà l’obbligo di indossare una mascherina.

Quarantena dal primo aprile
Cambia anche la Quarantena, che ci saluta quasi del tutto. Chi ha avuto un contatto con un positivo, infatti, non sarà più costretto a restare chiuso in casa. Avrà solo l’indicazione di tenere una mascherina Ffp2 indossata per 10 giorni.

Il Giornale d’Italia

27 febbraio 2022 – Redazione Co.Te.L.I.

Analfabetismo  funzionale è forse l’emergenza più grande in Italia e dalla quale dipendono a cascata tutte le altre emergenze…

In Italia, infatti, secondo una indagine di Piaac-Ocse condotta nel 2019e riportata da Truenumbers, circa il 28% della popolazione tra i 16 e i 65 anni è analfabeta funzionale. Significa che non sa né leggere né scrivere? No. Vuol dire invece che alcune persone non sono in possesso delle abilità necessarie a comprendere a pieno e usare le informazioni quotidiane, che abbiamo costantemente attorno.

Nel dettaglio, secondo i dati dell’indagine vi è un 5,5% che comprende solo informazioni elementari, contenute all’interno di testi molto brevi, caratterizzati da un vocabolario base. Un altro 22,2%, invece, si limita alla comprensione di testi misti (sia cartacei che digitali) purché siano corti abbastanza.

È uno dei dati peggiori in Europa, che oltre a danneggiare la persona stessa, influisce sul progresso tecnologico.

Le vicissitudini attuali (ad es. pandemia Covid, Green Pass, ecc.) stanno evidenziando quotidianamente alla luce del sole, la problematica sociale sommersa, ignorata e accantonata dell’analfabetismo funzionale che funziona solo a vantaggio dei mass-media e classe politica.

Il problema è dannatamente serio, attuale e drammaticamente esteso come un tumore e pertanto sono necessarie urgenti contromisure. Per affrontare con successo il fenomeno dell’analfabetismo funzionale occorre, in primis, restituire il giusto valore a due elementi fondamentali: la famiglia e la scuola.

Proteggendo i valori intrinseci della famiglia e restituendo la dignità al corpo scolastico: bidelli, insegnanti, studenti tutti tesi a convergere le forze per indirizzare la Scuola al piacere di imparare facendo domande, stimolando la curiosità e conseguentemente il pensiero critico.

Lo strumento più valido è senza dubbio la lettura che stimola il cervello ai quei processi necessari per sviluppare comprensione, riflessione e sintesi, tutti fattori necessari per stimolare e sviluppare, giorno dopo giorno, la capacità cerebrale umana più potente e pertanto temuta anche dal World Economci Forum: il PENSIERO CRITICO!

Confermate? 

Fonte 

Vedi anche: L’ANALFABETISMO FUNZIONALE É LA CAUSA DEL COVID-19 E GREEN PASS!

_______________________
[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

Puoi leggere anche su👇👇👇👇👇

https://cataniacreattiva.it/analfabetismo-funzionale-in-italia-e-emergenza/

18 Febbraio 2022 – Redazione

OGGI GLI STUDENTI SI SONO FATTI SENTIRE PER DIFENDERE IL LORO DIRITTO ALLA SICUREZZA. IN QUESTO ULTIMO ANNO, INFATTI, NON LI AVEVAMO ANCORA VISTI IN PIAZZA, NONOSTANTE IL GOVERNO ABBIA TOLTO LORO DEI DIRITTI FONDAMENTALI, QUALI QUELLO AL DIRITTO ALLO STUDIO, ALLA LIBERTA’ E ALLA TUTELA DELLA PROPRIA SALUTE.

MA RIMANENDO SULL’ARGOMENTO PROTESTE, SONO STATE 40 LE CITTA’ COINVOLTE. A NAPOLI HANNO MANIFESTATO DAVANTI ALLA SEDE DEL PD AL GRIDO DI: ”LE VOSTRE MANI SONO SPORCHE DI SANGUE”. IL VIDEO ⤵️

https://youtu.be/cvpz3-WeS-4

A MILANO gli studenti hanno lanciato vernice contro gli uffici JP Morgan, Unicredit e Zara. IL VIDEO ⤵️

https://youtu.be/ZIiA8jWlpfs

Non si puo’ morire di scuola” diceva uno degli striscioni posti in apertura del corteo, in ricordo di Giuseppe e Lorenzo, morti durante l’alternanza scuola-lavoro. I liceali milanesi si sono dati appuntamento in piazza Cairoli per poi partire in corteo “contro questo modello di scuola ” come si leggeva su un altro striscione.

Il corteo è passato per il centro di Milano per chiudersi in piazza Fontana. Prima di partire i ragazzi hanno srotolato uno striscione sulla statua al centro della piazza chiedendo di abolire l’alternanza scuola-lavoro e spiegando che “l’alternanza e’ solo sfruttamento”.

A ROMA GLI STUDENTIhanno gridato slogan come “Pagherete tutto”. IL VIDEO ⤵️

https://youtu.be/7YG6v8U2d6k

A Bologna sono stati oltre 200 gli studenti che hanno partecipato alla manifestazione. Si sono riuniti, intorno alle 9 del mattino, in piazza Puntoni per poi proseguire in corteo verso il centro. Ci sono stati momenti di tensione, dovuti a qualche spintone tra agenti e manifestanti nei pressi dell’Ufficio Scolastico. La situazione è però subito rientrata e i partecipanti si sono diretti in piazza Verdi per concludere la manifestazione.

Tra i promotori della giornata di protesta, il Fronte della Gioventù Comunista e l’Unione degli Studenti, oltre a vari comitati e collettivi locali, come La Lupa e Opposizione studentesca alternativa a Roma, il Kollettivo Studenti Autorganizzati a Torino e il Coordinamento dei Collettivi Studenteschi a Milano. Oggi, nella Capitale sono partiti gli Stati generali della Scuola pubblica: una tre giorni organizzata dall’UdS “con il fine di scrivere una riforma della scuola pubblica a partire da chi la vive tutti i giorni” mentre lunedì prossimo gli studenti e le studentesse saranno in audizione in Commissione Cultura alla Camera.

14 Febbraio 2022 – Redazione

“Fermiamo questa follia”

Sono molto arrabbiata, stanca e sconcertata.

Sentimenti, questi, che quotidianamente ormai viviamo da un paio di anni e che sembrano essere condivisi da quasi tutti.

Voglio raccontare due delle tante situazioni che viviamo nel quotidiano e con una strana rassegnazione ne stiamo accettando il “modus operandi”.

Nel primo caso mi è capitato di prenotare una visita specialistica privata presso un centro medico.

Due giorni prima dell’appuntamento fissato, mi viene comunicato che l’appuntamento deve necessariamente essere rinviato, a causa di un focolaio covid venutosi a creare presso la loro struttura.

La domanda è: se presso queste strutture si entra con green pass per i tri-vaccinati e con tampone negativo per i non vaccinati, come è possibile una simile situazione?

Nel secondo caso mi trovo di fronte ad una situazione particolarmente difficile da comprendere.

Nelle nostre scuole (medie e superiori), nel caso di due o più positivi presenti contemporaneamente nella stessa classe, i ragazzi vaccinati possono continuare a frequentare le lezioni in presenza in auto-sorveglianza indossando obbligatoriamente la mascherina ffp2, mentre i ragazzi non vaccinati o che non hanno completato il ciclo devono seguire le lezioni in DAD per cinque giorni. Niente da eccepire se non fosse per il fatto che il rientro dei ragazzi in DAD è vincolato all’esito negativo di un tampone.

La domanda è: se ormai è risaputo che i vaccinati possono contagiarsi e contagiare tanto quanto i non vaccinati perché permettere una simile discriminazione nelle scuole che potrebbe vedere ragazzi sani contagiati da chi, solo perché possiede il green pass, non ne verifica lo stato di negatività?  

Sulla base di quali dati scientifici si può concepire una simile distinzione tra chi può e chi non può.

Sulla base di quali verità provate ci stanno togliendo la libertà di vivere, la dignità, la serenità. 

Sulla base di quale “scienza” qualcuno ha deciso che il green pass ci può dare la libertà, quando questa libertà tanto paventata è sempre stata nostra e nessuno avrebbe mai dovuto togliercela?

Tiziana Molinaro ( una mamma)

09 Febbraio 2022 – Redazione

KLAUS SCHWAB E’ IL FONDATORE E PRESIDENTE ESECUTIVO DEL WORLD ECONOMIC FORUM, ORGANIZZAZIONE CON SEDE A GINEVRA, PROTAGONISTA E FAUTORE ABERRANTE DEL PIU’ GRANDE PROGETTO DI OPPRESSIONE POLITICA E FINANZIARIA, A SCAPITO DEI POPOLI ED IN PARTICOLARE DELLE CLASSI MEDIE. SCHWAB E’ L’UOMO PIU’ RIPROREVOLE E SCHIFOSO A CUI LA STORIA ABBIA DATO I NATALI, DOPO I RESPONSABILI DEGLI ECCIDI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE, E I IL SUO SCOPO, E’ SEMPRE STATO QUELLO DI DOMINARE IL MONDO, ANCHE SE, NONOSTANTE L’ANIMA VENDUTA A CHI FA LE PENTOLE MA NON I COPERCHI, NON CI STIA RIUSCENDO. E’ UN ESSERE VOMITEVOLE PER CORRUZIONE E PERVERSIONE.

VI PREGO DI VEDERE LA SUA FACCIA SUINA MENTRE, QUALCHE TEMPO, FA SI VANTAVA DI AVERE SOTTO SCACCO E BEN ASSOLDATI ECONOMISTI, MEDICI E GIORNALISTI! BABBEO DI UN PERVERTITO! ADESSO AVRAI A CHE FARE COL PADRETERNO, LA STORIA E IL TUO KARMA, EVIDENZE BEN PEGGIORI DEI TUOI AMICI MASSONI! E NON SO SE LO SAI…..MA DIO NON PAGA IL SABATO!

FAREVI AIUTARE NELLA TRADUZIONE DALL’INGLESE! NE VALE LA PENA!

Marzia MC Chiocchi

09 Febbraio 2022 – Redazione

Hanno preso carta e penna, o meglio computer e tastiera, per scrivere una lettera aperta al Governo e alla Regione Veneto per protestare contro una parte delle nuove regole per l’attività scolastica in tempo di Covid, in particolare dove si distinguono gli alunni vaccinati da quelli non vaccinati.

Sono già più di 150, ma le adesioni stanno crescendo anche in queste ore, le firme di insegnanti e dirigenti scolastici sotto la lettera aperta indirizzata al presidente del Consiglio Mario Draghi, al ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi, al presidente della Regione Veneto Luca Zaia, all’assessore all’Istruzione Elena Donazzan e al direttore generale dell’USR Veneto Carmela Palumbo.

“Siamo un gruppo di insegnanti e dirigenti della provincia di Treviso, accomunati dalla professione, non da specifiche appartenenze politiche, né da etichette di altro tipo”, esordiscono nel testo riferendosi al decreto legge entrato in vigore venerdì 4 febbraio e relativo alle “Misure urgenti in materia di certificazioni verdi Covid-19 e per lo svolgimento delle attività nell’ambito del sistema educativo, scolastico e formativo”.

I firmatari scrivono di aver apprezzato l’intenzione del Governo di ridurre il più possibile la didattica a distanza e ancor di più l’innalzamento del numero di positivi per classe prima di far scattare le misure di sospensione delle lezioni, così come la riduzione della quarantena da dieci a cinque giorni.

“Ahinoi questo vale solo per la scuola primaria e per l’infanzia. Questo nostro sollievo deriva sia dalla comprensione del fatto che il quadro sta evolvendo in modo finalmente positivo, per tutta la popolazione, sia dal fatto che, a scuola, si cercherà di ridurre l’impatto della Didattica a Distanza, che è stata un utile palliativo alla non frequenza scolastica. Da insegnanti e genitori siamo, però, consapevoli che esse non potranno mai porsi come un’alternativa davvero valida alla didattica in presenza”.

I toni della missiva cambiano quando si tocca l’argomento successivo: “Abbiamo appreso con indignazione la notizia che il nuovo decreto prevede la distinzione di trattamento scolastico tra alunni vaccinati/guariti e alunni non vaccinati. Questa norma ci sembrava già iniqua quando proposta ed attuata nella scuola secondaria; ci risulta ancora più inaccettabile se applicata alla scuola primaria”.

Citando l’articolo 3 della Costituzione, che afferma il principio che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge e impone alla Repubblica di rimuovere “gli ostacoli che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”, i firmatari sottolineano l’esistenza di una discriminazione in base alle condizioni di salute e le scelte sanitarie.

“Trovarsi nella situazione di dover controllare il Green pass per poter accogliere o meno nella scuola dell’obbligo un alunno per noi è inaccettabile. Non ce la sentiamo di guardare negli occhi i nostri alunni e dire loro ‘Tu puoi stare a scuola perché hai un lasciapassare’ sapendo di contraddire quanto insegnato con tanta passione e con tanta convinzione”.

Riferendosi ancora alla Costituzione, articolo 34 sulla scuola aperta a tutti, obbligatoria e gratuita, gli insegnanti ribadiscono di non volere “che i nostri bambini siano distinti tra vaccinati e non vaccinati, non vogliamo che essi stessi si riconoscano tra loro per una etichetta. Questa norma, oltretutto, carica anche gli alunni non vaccinati della scuola primaria di un peso che non è una loro responsabilità, ma una scelta (lecita peraltro) delle loro famiglie”.

Chiudendo la loro lettera, i firmatari sottolineano che l’opportunità di ricevere la migliore istruzione possibile, quella in presenza, non può essere un riconoscimento dato solo alle famiglie che hanno effettuato la scelta vaccinale per i loro figli. “Per noi insegnanti, il diritto all’istruzione ha il volto di Marco, di Hajar, di Marina, di Andi, di Giacomo… ha il volto di ciascuno dei nostri alunni e delle nostre alunne. Non vogliamo sapere se sono vaccinati contro il Covid o se non lo sono, se hanno già contratto il virus nell’ultimo periodo. A nessun bambino è mai stato chiesto di frequentare la scuola a distanza perché non vaccinato contro epatite B, pneumococco, morbillo…o una delle dieci vaccinazioni già riconosciute dallo Stato come obbligatorie. La scuola è un bene e un diritto per tutti i bambini”.

Le firme provengono in gran parte dal trevigiano, ma anche da altre province venete. Ci sono insegnanti di Istituti Comprensivi di Altivole, Asolo, Breganze, Caerano di San Marco, Cappella Maggiore, Carbonera, Cologna Veneta, Conegliano, Cornuda, Follina e Tarzo, Giavera del Montello, Mira, Montebelluna, Paese, Pederobba, Pieve del Grappa, Preganziol, Quero Vas, Resana, San Martino di Lupari, San Zenone degli Ezzelini, Sandrigo, Sernaglia della Battaglia, Spresiano, Tezze sul Brenta, Trevignano, Treviso, Valdobbiadene, Vedelago, Villa Estense, Volpago del Montello. La firma l’hanno messa anche insegnanti di alcune scuole per l’infanzia e istituti superiori.

Fonte: Qdpnews.it

28 gennaio 2022 – di Monica Tomasello

Ieri mattina, una studentessa di soli 12 anni, ha accusato un arresto cardiacomentre si trovava a scuola, la media “Cavour” di Catania.

Là ragazzina è stata tempestivamente raggiunta e soccorsa dai sanitari del 118, giunti sul posto con un’ambulanza provvista di medico a bordo.

Per raggiungere più velocemente il presidio ospedaliero, l‘ambulanza è stata scortata anche dalla polizia: le volanti sono riuscite a far defluire il traffico nella zona di largo dei Vespri e a creare una corsia preferenziale per il mezzo.

Una volta raggiunto l’ospedale Garibaldi di Nesima, la giovanissima è stata ricoverata d’urgenza ed ha ricevuto ulteriori cure. Secondo le ultime indiscrezioni, si troverebbe in Rianimazione. La prognosi resta riservata.

Sembra anche che 10 giorni fa avesse ricevuto la seconda dose di vaccino anti Covid…, ma sicuramente non c’è alcuna correlazione… D’altronde non è certamente cosa insolita veder cadere bambini in terra colpiti da malori improvvisi… Giusto? 
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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

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