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4 Dicembre 2031 – di Antonio Ferrero – Il Sole24Ore

Piccole e medie imprese in grande difficoltà. La testimonianza di due imprenditori di una azienda nell’hinterland torinese

Due amministratori hanno voluto rilasciare un’intervista al Responsabile de “La Pekora Nera” Antonio Ferrero

Parlando con gli imprenditori viene subito a galla il problema della gestione green mo pass per i dipendenti.

Per coordinare l’accesso in azienda tra chi ha il pass e chi non intende sottoporsi alla sperimentazione del farmaco genico anti Covid-19, i due amministratori mettono a disposizione, a spese proprie, un’infermiera per il test con i tamponi, in modo da non far gravare la scelta del governo Draghi sul salario dei lavoratori.

Giornali e tv dicono che ci sia una netta ripresa dell’economia, a voi risulta?

La situazione per noi, per i nostri fornitori e clienti, è drammatica. Già da metà ottobre è diventato un vero problema il reperimento di componenti elettronici, a tal punto che le case automobilistiche hanno fermato la produzione.

Si è fermata la produzione delle case automobilistiche?

Sì, basta che manchi un micro chip per il completamento di un mezzo per fermare la catena produttiva. E così tutte le aziende che fabbricano componenti per auto non acquistano più. Pertanto, i nostri clienti che riforniscono le case automobilistiche, hanno sospeso gli ordini. Di conseguenza la nostra produzione è bloccata e non abbiamo una previsione concreta per il medio e lungo termine. Intanto abbiamo avuto un secco 50% di fatturato in meno, e per un’azienda come la nostra è tantissimo. Tenendo conto che la materia prima che noi utilizziamo per la produzione è aumentata di un 30% in più in un mese.

Secondo voi a cosa è dovuta la mancanza dei micro chip?

Allora, in Cina ci sono tre stabilimenti e pare siano gli unici nel mondo in grado di trasformare il silicio. Quindi, tutto il silicio della terra viene inviato a questi stabilimenti cinesi, paragonabili a delle vere e proprie città per le loro dimensioni. La causa del blocco pare sia dovuta alla pandemia che ha costretto la chiusura di queste fabbriche per svariati mesi. E questo blocco non coinvolge soltanto l’automotive ma ogni settore in cui c’è bisogno della tecnologia, ad esempio anche per la produzione di macchine per il caffè o altri elettrodomestici. I bene informati ci hanno detto che fino a maggio o giugno è difficile che la situazione si possa sbloccare.

La carenza d’approvvigionamento riguarda solo la produzione tecnologica?

No, non si riescono trovare nemmeno i pallets. A settembre li compravamo, rigenerati per non spendere troppo, intorno ai 6 euro, oggi li paghiamo minimo 8 euro. C’è perfino difficoltà nel reperire del cartone per l’imballaggio.

Come si spiega?

C’è qualcuno che ci sta guadagnando e se ne approfitta. Sta andando tutto fuori quadro… Senza parlare del problema energia.

Il caro bollette?

La bolletta della luce ricevuta ad ottobre ammontava a circa 13.000 euro, quella di novembre, per la stessa lavorazione, è di 18.000 euro, ed abbiamo anche un impianto fotovoltaico. Quella del gas da 900 euro a 2.400 euro.

Non per nulla stanno arrivano i listini dei nostri fornitori con aumenti che vanno dal 12% al 20%. La catena degli aumenti colpirà chiunque, ovviamente anche il cliente finale.

Questo aumento del gas del 50% colpisce in modo sostanziale chi utilizza i forni per la lavorazione: i costi di produzione sono balzati alle stelle. Un fornitore ci ha detto: «prima producevo 24 ore al giorno, adesso produco soltanto di notte quando il costo del gas è inferiore, altrimenti ci rimetto» questo è un altro motivo per il quale mancano le materie prime. E, per una legge di mercato, l’aumento della richiesta fa aumentare i prezzi.

Un altro esempio: uno stabilimento importante che ha sede in Sardegna ha ridotto drasticamente la sua lavorazione –  legge un articolo de Il Sole24Ore: «Un rallentamento che determinerà un calo nella produzione per lo stabilimento che ogni anno produce 150 mila tonnellate l’anno di zinco, 65 mila tonnellate di piombo, 200 mila di acido solforico, 3 mila di rame, duecento d’argento e una d’oro e ha un fatturato che viaggia intorno ai 500 milioni di euro» -.

La domanda da porsi è la seguente: ok per la mancanza di silicio e zinco, abbiamo capito il perché, ma la mancanza di cartone? La penuria dei pallets? Mancano perfino i tappi di sughero ed i colori per le stampe (ovviamente stiamo parlando di grandi quantitativi)…

Basti pensare che a gennaio, per la riparazione dello schermo di un nostro macchinario, abbiamo speso 2.800 euro. Oggi, per lo stesso lavoro si spende 4.800 euro. E c’è da sperare che vengano ad effettuare la riparazione, altrimenti si può stare fermi anche 150 giorni in attesa dell’arrivo del componente da sostituire.

Quindi ci sarà un aumento notevole del costo della vita?

Per forza, l’aumento si ripercuoterà sul prodotto finito. La signora «Maria» se oggi con 100 euro riempie due borse della spesa tra qualche tempo con la stessa cifra ne riempirà una borsa sola, si spera almeno abbondante. Questa è la verità.
Forse uno dei motivi per il quale si parla soltanto di Covid-19 è per occultare il grande problema economico e sociale che colpirà a breve in nostro Paese. Perché aumenterà tutto, tranne le pensioni e gli stipendi dei lavoratori.
Ma i sindacati attualmente si preoccupano dei green pass e l’obbligo vaccinale, poi, come sempre, ribalteranno i problemi sugli imprenditori anziché sui provvedimenti governativi.

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

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di Marzia MC Chiocchi

Chi ha avuto il buon senso di leggere ciò che il Nuovo Ordine Mondiale ha scritto sulla ben nota Agenda 30 per divulgare i suoi progetti criminali contro l’umanità, sa che, archiviato il pandelirio, passerà al tema “emergenza climatica e fame nel mondo”, di cui i Tg hanno cominciato a parlare da 10 giorni a questa parte. Tutto e’ iniziato con la rediviva Greta e il suo fan club di ragazzi in preda ad ipnosi da Green Deal che, con slogan malamente urlati come tanti tarantolati, hanno sfilato per due o tre giorni fino a sparire nuovamente. Dopo aver svolto il loro compitino, le marionette da carillon, sono infatti rientrate nella loro scatola magica, pronte ad essere caricate per recitare, ancora una volta a soggetto, quando i Potenti lo riterranno opportuno. E così tra vuoti bla, bla, bla di una bimbetta manovrata dai poteri forti, e i mantra degli invertebrati politici, ecco il tentativo di generare il secondo pandemonio…QUELLO DEL CLIMA CHE, CON I SUOI CAMBIAMENTI…UDITE UDITE…SAREBBE LA SOLA CAUSA DI CARESTIE, FAME NEL MONDO, ALTA PERCENTUALE DI MORTALITÀ INFANTILE E POVERTA’

MA CREDETE VERAMENTE CHE QUESTA SIA LA VERA E UNICA CAUSA?

Vorrei soffermarmi su alcune considerazioni, sulle quali mi piacerebbe che si aprisse un dibattito, per far capire a chi non ricorda, che PARTE DEI POPOLI CHE VIVONO AI MARGINI DELLA SOCIETÀ MONDIALE, SONO SOGGIOGATI E IMPOVERITI DALLE MULTINAZIONALI, CHE HANNO FATTO ACCORDI CON I LORO POLITICI E DITTATORI, IN CAMBIO DI MANODOPERA A BASSO COSTO E SFRUTTAMENTO DI RISORSE E MATERIE PRIME DEL TERRITORIO. Da due giorni TV e giornali stanno trattando la nuova emergenza con estrema ipocrisia, facendo leva su quelle persone che non rifletteranno con la loro testa e crederanno a tutto quello che sarà detto dai media assoldati, perché venga trasmessa e fatta permeare, un’unica e sola versione dei fatti. La preghiera e’ di non incorrere nello stesso errore della narrazione da COVID, che ha reso poltiglia la materia grigia di molte…anzi…troppe persone!!!

Che l’Occidente basi la sua economia sul consumismo e’ un dato di fatto, che là dove c’e’ abbondanza ci sia spreco e’ un altro dato di fatto, e infine, che l’obesità sia una malattia dei paesi ricchi e’ un’altra certezza, ma che vogliano farci credere che la povertà del Terzo Mondo, sia colpa e danno determinato SOLO dai nostri comportamenti alimentari scellerati e dallo spreco senza giudizio, SIAMO IN MOLTI AD ESSERE IN PERFETTO DISACCORDO!

FACCIAMO QUALCHE ESEMPIO?

L’AFRICA perde ogni anno quasi 90 miliardi di dollari (75,8 miliardi di euro): soldi che, invece di essere spesi per l’istruzione, i servizi sanitari o l’economia in generale, finiscono per ingrossare i profitti delle multinazionali o conti correnti nei paradisi fiscali. Un’emorragia di capitali che, secondo la denuncia contenuta in un rapporto della Conferenza delle Nazioni Unite sull’economia e lo sviluppo (Unctad), è pari alla somma degli investimenti diretti esteri e degli aiuti allo sviluppo che ogni anno arrivano nel continente.

Flussi finanziari delle multinazionali in Africa

La cifra comprende flussi finanziari di diversa provenienza.
Si va dalle fatture falsate, all’evasione ed elusione fiscale, fino alla corruzione e ai proventi dei traffici illeciti dalla droga agli esseri umani, dalle materie prime alle specie protette».
A riassumere così la situazione per OSSERVATORIO DIRITTI è Rahul Mehrotra, ricercatore al Graduate Institute di Ginevra, parte di un consorzio di università impegnate nel progetto “Ridurre i flussi finanziari illeciti dai paesi ricchi di risorse”, finanziato dalla Cooperazione Svizzera e dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica.

Esempi tipici di questo fenomeno sono la dichiarazione di un valore più basso delle merci per pagare meno imposte sull’esportazione, ma anche il trasfer pricing, la pratica attraverso le quali le multinazionali con sede in stati dalla fiscalità “benevola” concedono prestiti o vendono beni e servizi alle proprie filiali che operano negli altri paesi. Saldare quel debito o pagare quei beni e servizi significa assottigliare i profitti e quindi l’imponibile per le tasse richieste dai governi locali.

Sfuttamento risorse minerarie in Africa sotto accusa

Nel suo rapporto, l’Unctad evidenzia come 40 miliardi di dollari (33,6 miliardi di euro), circa il 45% del totale dei flussi finanziari illeciti dall’Africa, siano riconducibili al commercio di materie prime, soprattutto di oro. I canali seguiti per defraudare gli stati produttori delle entrate legate al metallo prezioso sono sostanzialmente due: la sottofatturazione delle quantità esportate e il contrabbando.

Uno studio condotto nell’ambito del progetto Curbing IFFS ha rivelato che tra il 2012 e il 2017 il valore dell’oro importato in Svizzera da Sudafrica, Mongolia e Burkina Faso è stato sottovalutato di almeno 21,7 miliardi di franchi svizzeri (circa 20 miliardi di euro). Una cifra che potrebbe celare un trasferimento illecito di fondi, anche se, sottolinea Mehrotra, «la mancanza di statistiche affidabili sulle transazioni rende difficile determinare se le discrepanze celino davvero un illecito e quale sia la sua entità».

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E’ l’Africa ad attrarre da sempre la maggior parte degli investimenti, occupando quasi 30 milioni di ettari, di cui ben il 64% per colture non alimentari. Anche l’Italia con alcune grandi imprese agroindustriali ed energetiche ha investito su un milione e 100 mila ettari con 30 contratti in 13 paesi. La maggior parte si trovano in Romania e Africa (Gabon, Liberia, Etiopia, Senegal). Buona parte degli investimenti italiani riguardano la produzione di legname e fibre (circa 65%) e di biocarburanti Esiste una fascia di Paesi che il rapporto definisce ‘grigi’, contemporaneamente investitori e target. Come la Cina, che ha investito con 137 contratti per una superficie di 2 milioni e 900 mila ettari in oltre 30 paesi nel mondo, mentre è oggetto di 16 contratti di acquisizione e affitto per oltre 400 mila ettari. O l’India, oggetto di acquisizioni di terre con 13 contratti per 54 mila ettari ma, contemporaneamente, le sue imprese stanno investendo con 56 contratti per oltre 2 milioni di ettari in oltre 20 Stati.
Tutto cio’ che ho cercato di riassumere in questo articolo e’ convalidato dalla mia lunga esperienza in alcuni paesi africani, e non certo per villeggiatura e ne’al seguito di ONG, spesso realtà di apparato mangiasoldi. Ho conosciuto, invece associazioni libere da legami politici e partitici, capaci di realizzare per i popoli bisognosi progetti meravigliosi e concreti, senza necessità di mantenere strutture gerarchiche, che assorbono gran parte dei contributi, per mantenere dirigenti e lusso all’interno delle sedi centrali operative. Provate ad entrare nella sede della FAO a Roma e poi ditemi se tutto ciò che alberga all’interno, non trasudi ostentazione di un benessere che nulla ha a che fare con i poveri di cui si occupano!

Alla luce dei fatti, a noi popolo che lavora, vive e lotta, non sia fatta della morale spicciola! Cari PRIVILEGIATI ONOREVOLI, SENATORI E PORTABORSE DA 4 SOLDI DEI GRANDI UOMINI DELLA COSIDETTA “FRATELLANZA” (DEI MIEI STIVALI) MASSONICA, prendetevi le vostre enormi e stratosferiche responsabilità’, attori di malefatte coscienti e volute affinché le vostre tasche siano sempre ricolme di danaro. Comodo dare la colpa a noi gente del popolo! Che l’Africa e altri luoghi di estrema indigenza vivano nell’eterna urgenza di aiuto, vi fa comodo! Siete voi corrotti e farabutti mercanti di morte e dolore, ad aver voluto tutto questo! Per fortuna siamo in molti a sapere e comprendere, e faremo di tutto perché l’eco della Verità vinca sulla sporca menzogna, con cui amate fare proseliti tra gli inetti e i babbei che ancora vi credono! E la Chiesa di oggi, e specifico di oggi, nella quale molti non si riconoscono più’ dovrebbe denunciare i crimini massonici, anziché’ andarci a braccetto! Viva gli uomini di Dio che si occupano di ossigenare le anime degli afflitti, e condanna per coloro che, nella scala gerarchica ecclesiastica, sanno parlare solo di politica e economia!
VERGOGNATEVI! Alla prossima puntata!

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

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