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di Lucia Giuliano

In questo bailamme neo culturale e scientista, forse è meglio recuperare alcuni fondamentali concetti dell’immunologia, che sono rimasti sempre uguali nonostante le mode e le nuove tendenze. Si, perché il nostro bravissimo sistema immunocompetente continua a lavorare sempre alla stessa maniera, in barba a chi si è inventato una nuova scienza, fantasiosa e  forse pure avveniristica.

Cominciamo a discutere sul fatto che mamma natura ci ha donato alcuni efficaci sistemi di barriera, che farebbero impallidire le odiose transenne davanti alla bocca, messe lì solo a confinare i “ rivoluzionari disobbedienti” delle improbabili regole attuali.

La pelle: con il suo corredo di peli, film lipidico e batteri, costituisce da sempre il primo efficacissimo rimedio contro eventuali “ malintenzionati patogeni” che impunemente volessero venire a contatto con il nostro organismo.

I detergenti e i disinfettanti utilizzati a “fermare” il virus del covidelirio, risultano essere come un missile sparato su una comunità di indigeni nella foresta, per uccidere un leone. Il leone scappa, gli abitanti muoiono e della comunità non resta altro che un cumulo di macerie. Mai tanta stupida presunzione ha potuto determinare tanti inutili danni.

Ma andiamo avanti…forse qualcuno dimentica pure, come il naso distanziato opportunamente dal viso (e non  solo per mera estetica), è dotato di rudimentali ma efficacissimi mezzi di blocco: tra queste, le vibrisse e le secrezioni ricche in IgA secretorie (la famosa vernice delle mucose, cit. di reminescenze universitarie) prodotte dall’intestino, che va approviggionando pure mucose bronchiali, congiuntivali ecc. Le mucose con le loro secrezioni, imbrigliano moltissime particelle sospese nell’aria, che vengono  poi allontanate alla velocità di 15/16 Km orari da un “ vento endogeno“, attivato da un riflesso nervoso che è lo starnuto, seguito ovviamente da una buona e salutare “ soffiata di naso” dentro il kleenex. Simile meccanismo hanno la bocca e le cavità annesse con le loro secrezioni, ed i riflessi scatenanti come i colpi di tosse.

Oggi, purtoppo, questi rudimentali meccanismi che hanno servito efficacemente i loro proprietari, sono stati rottamati da un surrogato inutile e nocivo qual è il pezzo di carta o di stoffa stampigliato sul muso a mò di bavaglio, ed e’ curioso quanto divertente, vedere a passeggio persone imbavagliate che portano a spasso i loro cani senza museruola, mentre lo starnutire o il tossire in pubblico, può far rischiare da una semplice occhiataccia della ligia  signora di turno (talvolta anche armata di bastone), agli  arresti per procurata epidemia o attentato alla salute pubblica. Forse, le nuove proposte di legge in merito, dovrebbero proporre la stesura di un nuovo “Galateo in epoca Covid “ fino all’ estensione nel codice penale di crimini contro l’umanità.

La regolazione della temperatura, il cui innalzamento, è uno dei metodi più efficaci per “estinguere nel fuoco dell’inferno” la maggior parte dei microrganismi, è stata messa alle porte dalla tachipirina, perché per qualcuno è certamente meglio nascondere un sintomo senza controllare la malattia, e sperare senza agire. Ai miei tempi, quelli della vera medicina, si lasciava il paziente a febbricitare al fine di studiare la famosa “curva termica” caratteristica insieme ad altri sintomi e segni del corpo, per fare la diagnosi al paziente durante la prima visita, direttamente a letto. La manifestazione di un miglioramento della stessa era l’indice del buon funzionamento terapeutico. Oggi quello che noto in tante persone, è che la febbre fa più paura che essere rinchiusi nella gabbia del leone (cit. quello scappato prima), per non parlare poi del controllo di altri efficacissimi strumenti di difesa (di tortura per qualcuno) quali l’acidità gastrica (spesso disturbata dagli antiacidi), la quale dissolverebbe la maggior parte degli organismi ingeriti, oltre a garantire ovviamente le corrette funzioni digestive.

Ma quando finalmente il mostro ha eluso con effetto al cloroformio tutte le prime sorveglianze, al di là delle barricate si appalesano in seconda linea i primi servizi speciali di pattugliamento:

I macrofagi fanno parte dell’immunità cellulare aspecifica, e poiché il loro motto è “da qui non passa lo straniero” se si lasciassero semplicemente in pace a fagocitare i nostri piccoli nemici ce la potremmo cavare un po’ meglio e senza troppe “discussioni”..

Stessa cosa vale per le cellule “Natural Killer” (linfociti NK) , per i mastociti, i basofili, gli eosinofili,  le cellule dendritiche e i neutrofili.. che con meccanismi differenziati assolvono a questo ingrato compito miliardi di volte nel corso della nostra vita mentre oggi sonnecchiano immobili e distratti nelle loro garitte in compagnia dei buoni ed efficientissimi  fattori bioumorali quali interferone, lisozima e complemento.

Ma una volta superata la prima e la seconda linea, esisterebbero ancora due classi particolari di linfociti atti a riconoscere e neutralizzare una presenza nemica e cioè i linfociti B (produttori di anticorpi) ed i Linfociti T in qualità di regolatori e controllori del sistema immunitario.

E’ noto come la vaccinazione  abbia determinato un implemento della durata e della qualità della vita nell’uomo  e nelle altre specie animali, ma forse non tutti fanno caso al fatto che, tale metodica, è stata inflazionata negli anni, ed abusata per ingrossare i portafogli dei produttori di farmaco che hanno mille interessi, fuorchè la salute di noi tutti. Anzi, deve essere reso noto come numerose patologie siano state create “ad hoc” , al fine di determinare la necessità del farmaco. E non parlo solo di malattie virali, ma pure metaboliche, psichiatriche ecc..

Non essendo questa la sede di tale discussione, per la quale mi riservo l’eventuale stesura di un articolo mirato, lascerei  qui solo un input per una breve ed  autonoma  riflessione sulla precocità di inizio delle vaccinazioni (a soli due mesi di vita) e l’abnorme quantità di vaccini inoculati in un’unica dose di esavalente… (un minuto di silenzio).

Ricordo, inoltre, come non sia stato mai possibile creare un vaccino su virus ad RNA (infatti nulla è stato prodotto ad esempio per i noti HCV ed HIV). Tale difficoltà è dovuta sostanzialmente alla particolare mutagenicità di tali virus e per tali intendo i virus ad RNA  come nel caso del SARS-COV-2.

Ogni immissione di nuovo farmaco sul mercato, deve seguire mirabolanti peripezie di lunghi controlli per testarne l’efficacia e la tollerabilità, oltre che l’autorizzazione di un preposto comitato etico. Per un vaccino le cose si complicano ulteriomente.

Le fasi di studio sono così sostanzialmente suddivise:

Studi di Fase I: ove partecipano alcune decine  di volontari e che hanno lo scopo di confermare nell’uomo la sicurezza del preparato già  dimostrata nelle fasi preliminari della ricerca di base, nonché valutarne la tollerabilità ovvero misurarne la  frequenza e gravità degli effetti collaterali.

Studi di Fase II: partecipano centinaia di volontari, e lo  scopo è  di confermarne ulteriormente il profilo di sicurezza e tollerabilità del vaccino, oltre a dimostrarne l’immunogenicità, ossia  la sua capacità di indurre una valida risposta immunitaria.

Studi di Fase III: qui vi  partecipano migliaia di volontari. Quasi sempre questi studi  sono condotti in numerosi centri di ricerca (multicentrici) ed ancora una volta  hanno l’obiettivo di confermare definitivamente la sicurezza, la tollerabilità e l’immunogenicità del vaccino su una popolazione molto ampia di soggetti.

Le risposte degli studi di fase, una volta conclusi in maniera positiva, vanno ulteriormente acquisite e valutate da agenzie regolatorie preposte a livello nazionale (AIFA) ed internazionale ( es FDA)  affinchè il vaccino possa ottenere l’autorizzazione al suo utilizzo. Ma anche dopo la sua autorizzazione all’utilizzo, il nuovo vaccino, così come tutti i nuovi farmaci, viene tenuto sotto controllo per rilevare effetti collaterali e/o problemi eventualmente sfuggiti agli studi clinici precedenti, perché questi si possono manifestare molto raramente o anche nel lungo/lunghissimo termine, o solo in condizioni particolari. Dopo la commercializzazione del vaccino, è possibile valutare la sua efficacia sul campo (effectiveness) intesa come la capacità non solo di stimolare una buona risposta del nostro sistema immunitario ma di prevenire le malattie causate dal microrganismo contro il quale il vaccino induce la risposta.

Balza immediatamente agli occhi come, ogni fase a partire dalla seconda e le precedenti alla prima,  siano state acrobaticamente “saltate”  e come oggi ci troviamo, in nome di un volere opportunista,  all’interno di un preoccupante fenomeno sociale gestito da una politica perversa e in malafede, inducendo letteralmente una distorsione della realtà attraverso quella della governance operativa, dove le cure veramente efficaci, semplici,  innocue ed economiche, sono state bandite! Dove muore ogni contraddittorio con la scienza più sana ed i professionisti più competenti, a favore di una narrazione univoca premeditata ed attuata da menti diabolicamente geniali.

di Carlo Makhloufi Donelli

Capitolo 1
Come invecchiamo

Abbiamo scoperto che man mano che invecchiamo diminuisce la presenza di bicarbonati nel nostro sangue. I bicarbonati sono sostanze tampone che il nostro corpo utilizza per cercare di mantenere il sangue ad un pH lievemente alcalino (7,365) neutralizzando le sostanze acide presenti nel corpo.
 
Gli effetti di questa diminuzione si osservano generalmente a partire dai 45 anni di età, con la comparsa dei primi sintomi di dolori, diabete, artrite, ipertensione, osteoporosi od altre patologie ancor più gravi come il cancro, e da quel momento proseguono diventando sempre più evidenti, poiché le nostre cellule producono continuamente residui acidi in forma liquida e gassosa e la minore disponibilità di bicarbonati  ne impedisce la completa neutralizzazione; a tal punto l’organismo deve difendersi convertendo tali residui in acidi solidi, ovvero colesterolo, acido urico, acidi grassi, fosfati, solfati, urati ecc. ed è facile comprendere che ciò favorisce la comparsa di calcoli, artrite, artrosi e tante altre patologie importanti che tendiamo a legare all’incedere dell’età ma che dovremmo invece legare all’aumento della acidificazione dell’organismo.
 
Dicevamo che il corpo cerca di mantenere lievemente alcalino il pH del sangue, e per far ciò l’organismo usa il calcio, prelevandolo dall’interno delle arterie, dai denti e dalle ossa. Facendo questo produce dei danni che associamo all’aumentare dell’età ma ci permette di sopravvivere. É interessante notare che le cellule sane sono normalmente neutre o leggermente alcaline mentre le cellule cancerose sono normalmente acide. Il cancro in effetti non può svilupparsi in un ambiente alcalino, e la minore disponibilità di bicarbonati che possano neutralizzare la acidificazione organica è una delle cause della formazione di processi cancerosi. Con questo non intendiamo dire che una alimentazione di tipo alcalino potrebbe curare il cancro od altre patologie derivanti dal processo di acidificazione  ma certamente potrebbe aiutare a prevenirle.
 
Se comprendiamo questo passaggio è inevitabile domandarsi “come posso realizzare una corretta prevenzione aiutando il mio corpo nella sua battaglia contro l’acidificazione?” e le prime risposte saranno quelle che quasi tutti conoscono: “ponendo attenzione alla dieta e facendo esercizio fisico”. Ma è sufficiente?
 
Capitolo 2
I CIBI
 
Alcuni di noi prestano molta attenzione alla propria dieta ma sono certo che se ponessi loro la domanda “cosa c’è negli alimenti” mi guarderebbero in modo strano e non avrei risposta.
 
Il nostro cibo è composto quasi interamente (98%) di carbonio, idrogeno, azoto e ossigeno. Questi elementi sono quelli che, bruciando grazie alla presenza di ossigeno, possono produrre l’energia che ci permette la vita. Purtroppo tale combustione metabolica produce residui acidi quali l’acido lattico, il colesterolo, gli acidi grassi, l’acido carbonico, gli acidi urici, nitrossidi, ammoniaca ed altri. Il restante 2% di componenti del cibo è fatto di minerali alcalini e minerali acidi quali il sodio, il calcio, il potassio, il magnesio, il ferro, lo zolfo, il cloro, lo iodio tanti altri; quindi tendiamo a definire un determinato alimento alcalino o acido in base alla sua composizione minerale predominante, non considerando che il 98% dei suoi componenti nel nostro organismo produrrà inevitabilmente residui acidi.
 
Ignorare questo fatto può indurci a scegliere di instaurare una dieta “alcalina”, ed a questo punto è facile comprendere che non ci darà alcun vantaggio e cji produrrà, per contro, degli squilibri nutrizionali, poiché il nostro corpo può, ed anzi deve, mangiare tutto ciò che la natura ci mette a disposizione, anche se con la necessaria moderazione.
 
La scienza dietetica è tremendamente complessa, tal ché è difficile trovare due dietologi assolutamente d’accordo tra loro e ciò a causa di alcuni presupposti non completamente corretti od universali, ma soprattutto a causa del fatto che nessuna dieta aggiunge bicarbonati al sangue, e neppure se ingerissimo direttamente bicarbonato di sodio riusciremmo a raggiungere tale obiettivo, dato che l’acido cloridrico contenuto nello stomaco lo scinderebbe in acqua, sale e biossido di carbonio, e l’effetto sarebbe identico a quello prodotto dall’assunzione di acido carbonico e sale.
 
Capitolo 3
L’ESERCIZIO FISICO
 
Chi pone attenzione alla propria alimentazione spesso la associa ad una adeguata attività fisica, che certamente ci aiuta a bruciare calorie ed eliminare tossicità, permettendoci inoltre di ottenere un corpo armonioso e forte. Ma, come per il cibo, anche l’attività fisica va affrontata con la giusta moderazione. Le credenze di coloro i quali si spingono ai propri limiti o ritengono che se non si prova dolore l’esercizio non serve a niente sono errate e dannose.
 
Un eccesso di attività fisica in realtà si traduce in un eccesso di produzione di acido lattico,  che è responsabile della sensazione di stanchezza ed esaurimento muscolare nonché di dolori ed in alcuni individui anche di attacchi d’asma.
 
Quando sottoponiamo la muscolatura ad un superlavoro bruciamo le nostre riserve di energia e produciamo rifiuti acidi così velocemente  che il sangue non riesce ad eliminarli del tutto, e questo favorisce il prodursi di accumuli di materiale acido che inizialmente vanno ad ostruire i vasi più piccoli, i capillari, contribuendo a rendere meno efficiente la capacità di smaltimento di tali scorie che si accumulano contaminando l’organismo. I muscoli si riscaldano mentre la circolazione periferica rallenta, quindi si raffreddano e percepiamo dolore.
 
È scientificamente provato che gli atleti che utilizzano l’acqua ionizzata alcalina difficilmente soffrono di crampi e sviluppano una maggiore resistenza.
 
Inoltre dobbiamo tenere presente che durante l’attività fisica, soprattutto se intensa, la pressione sanguigna può alzarsi. Se nell’organismo vi sono depositi di materiale acido questi possono essere messi in circolazione diffondendo in tutto il corpo il loro pH acido o addirittura ostruendo dei vasi sanguigni con le ben note conseguenze. Un pH dei liquidi organici maggiormente alcalino aiuta a prevenire che ciò accada.
 
È interessante notare che nessun esercizio fisico aggiunge bicarbonati al flusso sanguigno.
 
Capitolo 4
MA PERCHÉ PERDIAMO BICARBONATI?
 
Abbiamo appena visto ciò che accade durante l’attività fisica, e se ci rendiamo conto che questo fenomeno si verifica ogni giorno per tutta la vita sappiamo già la risposta. Ma vediamo cosa accade da un punto di vista più scientifico.
 
Il nostro corpo utilizza i c.d. tamponi alcalini ed i tamponi acidi per mantenere un pH adeguato. Il bicarbonato (HCO3-), solitamente unito ai minerali alcalini (KHCO3, NaHCO3, Ca (HCO3) o Mg (HCO3)2,  è un tampone alcalino mentre l’acido carbonico (H2CO3), che è una combinazione di acqua (H2O) e biossido di carbonio (CO2), è un tampone acido.
 
Il sangue abbiamo detto che deve mantenere un pH rigorosamente neutro (7,365 ottimale).
 
Quando l’idrossido di sodio (NaOH), che è alcalino, entra nel sangue si attiva il tampone acido per abbassare il pH troppo elevato:
 
NaOH + H2CO3 = NAHCO3 + H2O
ovvero bicarbonato di sodio e acqua
 
Viceversa, quando l’acido cloridrico (HCl), che è acido, entra nel flusso sanguigno, si attiva il tampone alcalino per alzarne il pH:
 
HCl + NaHCO3 =  NaCl + H2CO3
ovvero cloruro di sodio e acido carbonico
 
I tamponi acidi producono una reazione alcalina e quelli alcalini una reazione acida. La loro reazione dipende dagli elementi acidi o alcalini che entrano nel sangue.
 
Nel tempo gli elementi acidi si accumulano all’interno del flusso sanguigno. Il sangue cercherà di eliminarli completamente espellendo la CO2 proveniente da H2CO3 ed utilizzando i reni. Ma ce la farà senza che gli diamo un aiuto?
 
Il nostro attuale stile di vita, fatto di diete inadeguate, di un ambiente inquinato, di attività stressanti perché svolte in una società sempre più competitiva è in grado di creare grandi quantità di sostanze acide che ci inquinano pesantemente. Basti pensare al devastante consumo di bibite carbonate, acqua compresa, e tale consumo è in costante aumento. Il nostro corpo fa sempre più fatica ad eliminare l’anidride carbonica e noi ce la reimmettiamo bevendola. È un comportamento tipicamente umano, e se così non fosse nessuno fumerebbe.
 
Buona parte del nostro processo di invecchiamento, o perlomeno della sua qualità, è determinato dalla presenza, o mancanza, di sostanze alcaline nel nostro organismo, e le diete e l’attività fisica non bastano a mantenerle.
 
Capitolo 5
COSA FARE?
 
La soluzione è semplice come bere un bicchier d’acqua. Anzi, è proprio bere un bicchiere d’acqua! Ma non un’acqua qualsiasi, bensì un’acqua con precise caratteristiche ed un adeguato pH alcalino.
 
Gli ionizzatori d’acqua vengono prodotti in Giappone e Corea del Sud da più di mezzo secolo ed è da più di mezzo secolo che giapponesi e coreani bevono acqua alcalina ionizzata. Nonostante gli innumerevoli studi scientifici realizzati in quei Paesi su questo tipo di acqua il mondo occidentale continua ad ignorarne i benefici.
 
Ovviamente le industrie farmaceutiche non vedono di buon occhio la possibilità di prevenire alcune patologie attraverso l’acqua, dato che questo non fa loro guadagnare denaro.
 
Fortunatamente alcuni terapeuti, in particolar modo quelli olistici quali naturopati e omeopati per esempio, ma anche alcuni medici generici cominciano ad apprezzare e riconoscere le qualità di quest’acqua speciale. Tuttavia costoro hanno una straordinaria preparazione medica ma che non gli consente di comprendere le funzioni chimiche delle sostanze alcaline all’interno del nostro organismo, e credono addirittura che gli acidi contenuti nello stomaco possono distruggere l’alcalinità.
 
Bevendo acqua alcalina con un elevato pH, all’interno dello stomaco il pH si alza in misura tale da indurre lo stomaco a introdursi acido cloridrico.
 
Il processo chimico grazie al quale si ottiene l’acido cloridrico è:
 
H2O + CO2 + NaCl = HCl + NaHCO3
ovvero acido cloridrico più bicarbonato di sodio
 
L’acido cloridrico va nello stomaco e il bicarbonato dove va? Nel sangue!
 
La prima legge della termodinamica afferma che nulla si crea nulla si distrugge ma tutto si trasforma. Quindi lo stomaco nel momento in cui produce sostanze acide contemporaneamente produce anche sostanze alcaline.
 
Se beviamo tanta acqua alcalina produciamo tanto acido cloridrico quindi avremo tanti bicarbonati nel sangue; più è alto il pH dell’acqua più acido cloridrico e bicarbonati verranno prodotti.
 
Nel mondo esistono numerosi produttori di ionizzatori di acqua alcalina, che ovviamente dichiarano che le loro macchine sono le migliori perché raggiungono un ORP più elevato (potenziale di ossidoriduzione) oppure perché realizzano strutture molecolari di minore dimensione oppure perché dispongono di elettrodi con un maggior numero di piastre,  ma in realtà la caratteristica fondamentale è quella di essere in grado di raggiungere un pH molto elevato.
 
Molti sintomi rappresentano malattie che il mondo medico non è ancora riuscito a comprendere da dove arrivino. Sono pressoché certo che la acidificazione dell’organismo sia la principale causa di tali patologie. Ciò nonostante, non mi ritengo autorizzato a consigliare l’uso dell’acqua alcalina ionizzata in forza di ricerca scientifica comprovante, e non sono ancora riuscito a convincere nessun medico e nessuna università a compiere tale ricerca. Dispongo soltanto di alcuni risultati ottenuti dai ricercatori giapponesi coreani e russi non che della mia personale e diretta esperienza.
 
Mi rendo anche conto che alcune persone,  che hanno mente aperta e positiva e buon senso, stanno avvalendosi di queste indicazioni mentre altre stanno sprecando la loro vita e la loro salute aspettando i risultati dei test clinici e questo mi dispiace.
 
Capitolo 6
ALTRE INFORMAZIONI CORRELATE
 
6.1 INQUINAMENTO
 
Il nostro organismo è composto da circa 67 trilioni di cellule che mediamente vivono per circa 3 settimane,  dopodiché il codice genetico in esse contenuto (DNA) si divide in due metà, ognuna delle quali va la ricerca di proteine ed enzimi per duplicarsi ed in tal modo una cellula si suddivide in altre due cellule identiche.
 
Dato che praticamente pressoché tutte le cellule si duplicano noi dovremmo aumentare la nostra massa di 67 trilioni di cellule ogni 3 settimane. Ma siccome noi continuiamo ad avere 67 trilioni di cellule evidentemente la metà delle nuove nate viene eliminata mentre l’altra rimane e prende il loro posto.
 
Quali rimangono e quali vengono eliminate? Secondo la prima elementare legge di natura sopravvive il più forte, quindi saranno quelle più forti e sane che rimangono mentre le cellule deboli, malate, inquinate, infette o morte verranno eliminate. Questo è il modo che la natura ha escogitato in milioni di anni per difenderci dalle aggressioni di un mondo sempre più contaminante.
 
Poiché metà dei 67 trilioni di cellule che compongono il nostro organismo vengono eliminate ogni 3 settimane, possiamo agevolmente calcolare che ogni secondo perdiamo quasi 40 milioni di cellule senza nemmeno accorgercene. Ognuna di queste cellule, che pesa circa un miliardesimo di grammo, si trasforma in un rifiuto acido dello stesso peso che deve essere neutralizzato immediatamente. Per fare ciò è necessario disporre di un adeguato tampone alcalino e se ne disporremo in misura sufficiente manterremo una condizione di buona salute, in caso contrario con il tempo ci ammaleremo.
 
6.2 IL SISTEMA IMMUNITARIO
 
Ovviamente le malattie infettive non sono causate dall’ambiente acido, ma è Sl’ambiente acido che ne favorisce l’attecchimento.
 
Quando agenti estranei invadono il nostro organismo inizia una vera e propria battaglia, poiché quest’ultimo utilizza i globuli bianchi per combattere gli intrusi ed eliminarli. Per fare ciò i globuli bianchi eliminano le cellule contaminate ed infette che si trasformano in residui acidi. E siamo daccapo.
 
6.3 IL CICLO DELLA VITA: LA GRAVIDANZA
 
Quando una donna rimane incinta perde una quantità infinita di minerali alcalini cedendoli al feto. Il feto rimane nella placenta per nove mesi e durante questo periodo riceve i nutrienti attraverso il cordone ombelicale.
 
Il feto metabolizza tali nutrienti per crescere e sviluppare la propria struttura, e facendo questo produce rifiuti acidi. Ma i vasi sanguigni del feto non sono collegati a quelli della madre, quindi il feto non può espellere i rifiuti acidi attraverso le urine materne. Deve eliminarli riversandoli nella placenta dove rimarranno fino alla rottura delle acque. Per evitare che il feto debba viver9e in un ambiente tremendamente inquinato da sé stesso la madre, nella prima parte della gravidanza, riversa nella placenta una grande quantità di materiale alcalino rendendo se stessa acida. La scienza medica giapponese ritiene che questa sia la causa delle nausee mattutine.
 
Quindi la gravidanza potrebbe essere la principale causa della successiva osteoporosi, patologia tipicamente femminile. Probabilmente donne che disponessero di un adeguato quantitativo di materiale alcalino non proverebbero nausee mattutine e non predisporrebbero il proprio organismo a soffrire di osteoporosi.
 
Capitolo 7
CONCLUSIONI
 
Appena cominciamo a perdere bicarbonati nel sangue, cioè verso i 45 anni, cominciamo fisiologicamente ad invecchiare.
 
Considerato il diretto rapporto di causa ed effetto mi sento sufficientemente convinto del fatto che per rallentare il processo di invecchiamento e migliorarne la qualità potrebbe essere utile integrare con sostanze alcaline nel corso dell’intera vita.
 
Purtroppo la nostra salute e qualità di vita è influenzata non solo dall’ambiente che ci circonda ma anche da pesantissimi interessi economici.
 
Talune industrie che producono molto denaro e dovrebbero occuparsi del nostro benessere in realtà non hanno interesse a mantenerci in buona salute perché se stiamo bene noi stanno male loro.
 
La diffusione della conoscenza, anche grazie ad internet, ci presenta quotidianamente ogni tipo di informazioni, alcune corrette, altre completamente sbagliate.
 
Per comprendere cosa possa essere corretto ed avere un senso e cosa invece no, è necessario disporre di saggezza e la saggezza è una qualità che attribuiamo a Dio.
 
Possa Dio illuminarvi e darvi la saggezza necessaria a comprendere ed usare le informazioni che ho umilmente esposto a vostro beneficio.