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15 Gennaio 2022 -Fonte Tgcom24

Il Tar accoglie il ricorso del Comitato cura domiciliare Covid-19 e sospende la circolare del ministero della Salute con cui si prevedeva “vigilante attesa” e somministrazione di fans e paracetamolodurante i primi giorni della malattia per i pazienti a casa. Per il giudice il contenuto della nota ministeriale “si pone in contrasto con l’attività professionale così come demandata al medico nei termini indicatidalla scienza e dalla deontologia“.

Il ricorso

Il ricorso è firmato dal presidente e avvocato Erich Grimaldi e dall’avvocato Valentina Piraino. Si annulla quindi la circolare del ministero della Salute aggiornata al 26 aprile 2021, nella parte in cui, oltre a prevedere la “vigilante attesa” nei primi giorni d’insorgenza della malattia, pone anche indicazioni di non utilizzo di tutti i farmaci generalmente utilizzati dai medici di medicina generale per i pazienti affetti da Covid.

Disposizione dell’Aifa e del ministero impediscono il lavoro del medico e l’utilizzo di terapie alternative

Per il Tar, “in disparte la validità giuridica di tali prescrizioni, è onere imprescindibile di ogni sanitario di agire secondo scienza e coscienza, assumendosi la responsabilità circa l’esito della terapia prescritta quale conseguenza della professionalità e del titolo specialistico acquisito. La prescrizione dell’Aifa, come mutuata dal ministero della Salute, contrasta, pertanto, con la richiesta professionalità del medico e con la sua deontologia professionale, imponendo, anzi impedendo l’utilizzo di terapie da questi ultimi eventualmente ritenute idonee ed efficaci al contrasto con la malattia Covid-19 come avviene per ogni attività terapeutica”.

Circolare in netto contrasto con l’attività di medico

La conclusione è che “il contenuto della nota ministeriale, imponendo ai medici puntuali e vincolanti scelte terapeutiche, si pone in contrasto con l’attività professionale così come demandata al medico dalla scienza e deontologia professionale”.

L’avvocato Grimaldi: “E’ la fine della vigile attesa, ora i medici responsabili”

“Finalmente un punto fermo a una battaglia che portiamo avanti da due anni, è la fine della vigile attesa – ha commentato l’avvocato Grimaldi – per dimostrare che le linee guida ministeriali fossero di fatto uno strumento per vincolare i medici di medicina generale alle eventuali responsabilità che derivano dalla scelta terapeutica. Il governo, andando a vincolare i medici, ha di fatto privato i cittadini delle cure domiciliari precoci, paralizzando la sanità territoriale, e portato al collasso il sistema ospedaliero, con le drammatiche conseguenze che migliaia di famiglie conoscono purtroppo molto bene”.

Il Comitato: “Chi ha curato a casa è stato ingiustamente bistrattato”“Le scelte terapeutiche sono da sempre un dovere e un diritto dei medici, eppure chi ha curato a casa è stato ingiustamente bistrattato e accusato più volte di agire in malafede – ha aggiunto la portavoce di CDC-19, Valentina Rigano – invece di ascoltare e recepire le costanti richieste di collaborazione che abbiamo più volte proposto al ministero, per trovare una soluzione comune all’emergenza, chi ha preso decisioni ha ignorato le capacita’ e l’esperienza di migliaia di medici. Questa decisione cristallizza una volta per tutte quale sia il ruolo del medico di medicina generale, ovvero agire e non lasciare i malati Covid ad attendere l’evolversi della malattia”.

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

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29 Dicembre 2021 – Redazione Co.Te.Li – Fonte: GospaNews – foto: Augusta Turiaco, Piero Taurino, Camilla Canepa

I casi del carabiniere Piero Taurino a Mantova e dell’insegnante Augusta Turiaco a Messina sono i primi balzati all’attenzione della cronaca per il riferimento allo scudo penale adottato dal governo per proteggere i medici dalle purtroppo numerosissime reazioni avverse al siero sperimentale

https://www.gospanews.net/2021/12/17/ue-oltre-3milioni-di-reazioni-avverse-da-vaccini-covid-32mila-morti-in-aumento-i-giovani-danneggiati/

Piero Taurino, scomparso a 50 anni, e Augusta Turiaco a 55 hanno infatti in comune, non soltanto il decesso avvenuto in correlazione alla somministrazione del vaccino AstraZeneca (individuato come responsabile anche della morte di Camilla Canepa), ma la richiesta di archiviazione da parte della magistratura, per l’applicazione della legge che garantisce ai sanitari l’impunità. Tutto ciò, nonostante i ripetuti allarmi sui vaccini emersi fin dai trials clinici, e confermati dai molteplici decessi nelle prime settimane di somministrazione. A tal proposito è emerso anche da un dossier riservato Pfizer, su 1223 morti occultate.

https://www.gospanews.net/2021/10/21/omicidio-di-stato-camilla-uccisa-a-18-anni-dal-vaccino-la-perizia-giudiziaria-conferma-gli-atroci-sospetti/

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https://www.gospanews.net/2021/12/13/covid-1-223-morti-celate-da-pfizer-nei-primi-3-mesi-di-vaccini-dossier-esplosivo-ottenuto-da-medici-e-giornalisti-americani-dalla-fda/

IL DDL 44/2021Misure urgenti per il contenimento dell’epidemia da COVID-19, in materia di vaccinazioni anti SARS-CoV-2, di giustizia e di concorsi pubblici”, è entrato in vigore lo scorso 1 aprile 2021. Dopo il passaggio alle Camere, il documento ha subito alcune modifiche ed è stato convertito nella L 76/2021, in vigore dal 1 giugno scorso. Cerchiamo di approfondire il Capo I della legge. Questo contiene due importanti misure connesse al contenimento dell’epidemia: l’obbligo vaccinale per il personale sanitario e il cosiddetto scudo penale per medici e professionisti sanitari, durante l’emergenza Covid (Artt.3-3bis)

In forza di questa disposizione di legge due differenti procure della Repubblica hanno chiesto l’archiviazione nonostante l’accertato nesso di causalità tra l’inoculazione del vaccino e la morte.

IL CASO DEL CARABINIERE MANTOVANO

«Sarebbe stata la somministrazione del vaccino Astrazeneca a causare la morte lo scorso marzo del maresciallo maggiore cinquantenne dei carabinieri di Mantova Pietro Taurino. A sostenerlo nella loro lunga relazione sono i consulenti nominati dalla Procura di Mantova, che hanno dichiarato come vi sia stata una correlazione tra la formazione dei trombi a livello cerebrale e l’assunzione del vaccino».
I magistrati titolari dell’inchiesta, condotta dal procuratore capo Manuela Fasolato e dal sostituto Giulio Tamburini, avevano affidato un incarico peritale a tre esperti specializzati proprio nel campo delle trombosi cerebrali, oltre che in ambito medico legale. Insieme ai risultati dell’autopsia, che avevano evidenziato come il carabiniere fosse deceduto per trombosi venosa cerebrale, molto importanti, ai fini dell’inchiesta, sono stati i prelievi ematici che la Procura ha fatto eseguire prima e dopo la morte del sottoufficiale. Questi avrebbero evidenziato la presenza di “porpora trombocitopenica”, praticamente la formazione di piccolissimi coaguli di sangue che bloccherebbero l’apporto stesso di sangue agli organi vitali come cervello, cuore e reni

https://www.gospanews.net/2021/11/25/incubi-da-vaccini-covid-aumentano-rischi-di-tumori-sindromi-coronariche-trombi-venosi-cerebrali-e-disturbi-alla-tiroide-4-studi-shock/

La procura ha escluso la responsabilità del produttore del vaccino ritenendo che “il vaccino è stato somministrato a seguito delle autorizzazioni delle competenti autorità (EMA e AIFA).

Agli atti – prosegue la nota del legale Agnello – non sussistono accertamenti che sostengono le motivazioni degli organi inquirenti. I trials sulla sperimentazione sono stati condotti in maniera corretta? Come mai non hanno tenuto conto di pubblicazione studi scientifici del 2007 che mettevano in risalto che i vaccini a vettore adenovirale potevano dare problemi di trombocitopenia? Perché le comunicazioni e le informazioni sugli effetti collaterali del vaccino AstraZeneca sono state divulgate solo il 24 marzo laddove vi era già conoscenza di eventi avversi? Perché in Inghilterra nel mese di marzo avevano già i protocolli clinici di cura delle trombosi provocate dal vaccino? E ancora, perché la modifica del consenso informato e del foglietto illustrativo e la pubblicazione della nuova scheda da parte di Ema, le contraddizioni, la sospensione e in ultimo il ritiro del vaccino così come i tanti, e tanti altri interrogativi sono rimasti senza inchiesta e senza risposta?”.

https://www.gospanews.net/2021/03/30/vaccino-sospeso-anche-in-canada-astrazeneca-ammette-le-trombosi-letali-ma-cambia-nome/

La famiglia non si ferma e si rivolgerà al Giudice delle indagini preliminari per avere chiarezza e verità, risposte e chiarimenti, su un vaccino che ha determinato la morte dell’ insegnante.

Riteniamo – continuano i parenti e il legale – che sia stata violato anche il diritto a un’adeguata e corretta informazione del paziente che si sottopone al trattamento di vaccinazione”. L’esposto ha sempre costituito non un attacco alla campagna vaccinale, ma un segnale di allarme, una richiesta di indagini, di chiarimenti e di approfondimenti e di verità nel rispetto del diritto alla salute quale bene inviolabile della collettività. Allo stato attuale, permangono le diverse ombre e gli inquietanti dubbi nell’autorizzazione e nella somministrazione collettiva del vaccino AstraZeneca e, la Famiglia Turiaco, proseguirà la sua ricerca di chiarezza in nome di Augusta e delle tante vittime del vaccino Astrazeneca.

https://www.messinatoday.it/cronaca/vaccino-astrazeneca-morte-professoressa-turiaco-perizia-consulenti-procura-indagine.html

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

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04/09/2021 (di Redazione)

Il presidente del Consiglio Draghi prospetta di introdurre un obbligo vaccinale indiscriminato.

Questa volta, secondo l’avv. Mauro Sandri, per scongiurare il peggio, bisogna agire in via preventiva immediata, per far emergere la verità medico scientifica prima che la menzogna diventi legge.

E’ assolutamente indispensabile bloccare la possibilità di ritenere scientificamente fondata la premessa posta a base del paventato obbligo vaccinale indiscriminato.

Si tratta della menzogna che è posta a fondamento della vaccinazione di massa che, in corso lo smantellamento in sede europea, deve essere fatto dichiarare giudizialmente espressamente anche in sede interna. 

Questa l’iniziativa legale proposta dall’avv. Mauro Sandri👇👇👇👇👇

https://youtu.be/SocNY1nEP-0

Chiunque abbia già aderito alla causa sul green pass e vaccini italiano ed europeo (https://www.santalex.eu/causa-dl-green-pass) partecipa gratuitamente a questa iniziativa.
Chi non ha aderito a tali inziative può partecipare secondo le seguenti modalità:
i costi di adesione ammontano a 100,00 euro a persona. Gli importi indicati coprono i costi di causa fino al 1° grado ed includono una quota di accantonamento, destinata a coprire gli eventuali costi di causa, anche in caso di soccombenza. L’adesione per un eventuale futuro 2° grado di giudizio sarà su base volontaria.

COME ADERIRE:

Per aderire, è necessario inviare una e-mail cliccando qui (popolo.obbligo@gmail.com) in cui indicare:

– Nome

– Cognome

– Data e Luogo di nascita

– Residenza

– Codice Fiscale

– Numero di telefono

– E-mail

 Alla stessa e-mail, bisogna allegare:

– Documento di identità (fronte e retro): 

Carta identità, carta identità elettronica, patente di guida o passaporto

– Codice fiscale/ tessera sanitaria (fronte e retro)

– il mandato, compilato e firmato – scarica qui:

Clicca qui per scaricare

Mandatoobbligovaccinale.docx

– Informativa privacy, compilata e firmata – scarica qui: Clicca qui per scaricare

– Ricevuta di pagamento

Importante: i documenti devono essere allegati ed inviati attraverso un’unica e-mail. 

Dati per il pagamento:

Bonifico SEPA (Europa senza commissioni)

Intestato a: Mauro Sandri
IBAN: IT31P0200834830000102038717
BIC/SWIFT: TRWIBEB1XXX
Nome banca: Unicredit
Causale: “(Inserire il proprio Cognome e Nome)  – Ricorso obbligo vaccinale”

ADESIONI QUI👇👇👇👇👇https://www.santalex.eu/obbligo-vaccinale

Per ulteriori chiarimenti, è importante prendere visione degli aggiornamenti dell’avv. Sandri sul canale Telegram: avv. Mauro Sandri

https://t.me/Avv_Mauro_Sandri_MODULI

Diversi video sono presenti anche su FB e Youtube.

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[Questo iniziativa è appoggiata e condivisa dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

Secondo il Tar del Lazio le misure urgenti del Governo Draghi “per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell’epidemia da COVID-19” non comportano un pregiudizio irreparabile per i cittadini

Il ricorso non evidenzia circostanze che consentano di stabilire se e quale pregiudizio irreparabile potrebbe subire parte ricorrente dal provvedimento impugnato”. Con questa motivazione la prima sezione del Tar del Lazio ha respinto la domanda cautelare per l’annullamento del decreto green pass varato dal Governo Draghi presentata dagli avvocati cagliaritani Francesco Scifo e Linda Corrias, insieme ai colleghi Laura Mana, Francesco Cinquemani, Roberto Zappia ed Eleonora Leoncini

Nei giorni scorsi i due legali avevano sollevato una questione di legittimità costituzionale per una presunta violazione degli articoli 2, 3 e 13 della Carta Costituzionale, ritenendo  “discriminatoria e contraria alla dignità umana” la normativa varata dal Governo “per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell’epidemia da COVID-19”.

I giudici amministrativi non sono stati evidentemente di quell’avviso e questa mattina hanno bocciato l’istanza, ritenendo che, almeno allo stato, non sussistano i requisiti per la concessione della tutela cautelare.

Nel procedimento avviato dagli avvocati si erano costituiti la Presidenza del Consiglio dei Ministri e i Ministeri della Salute, dell’Interno e dell’Economia e Finanze. A sostegno dei ricorrenti erano intervenuti anche il Codacons, l’Associazione Italiana per i Diritti del Malato e del Cittadino e numerosi cittadini.

Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, fra cui anche Marzia Chiocchi di Mercurius5, e Monica Tomasello di Catania CreAttiva, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

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https://cataniacreattiva.it/respinto-il-ricorso-al-tar-per-abolire-il-green-pass-ma-non-finisce-qua/