COVID, VON DER LEYEN: “ENTRO IL 2027 50 MILIARDI PER PREPARARCI ALLE FUTURE CRISI. LA VACCINAZIONE GLOBALE LA NOSTRA PRIORITÀ GEOPOLITICA” 

(RIPORTIAMO FEDELMENTE CIÒ CHE LA ADEPTA MASSONICA HA DETTO)

50 miliardi di euro entro il 2027 per assicurarsi che nessun virus trasformi mai più un’epidemia locale in una pandemia globale. Nel suo secondo Discorso sullo Stato dell’Unione pronunciato oggi (15 settembre) di fronte all’Aula di Strasburgo, Ursula von der Leyen annuncia una nuova missione di preparazione sanitaria e resilienza per l’intera Unione europea, da sostenere finanziariamente attraverso Team Europe. Un modo per dire che la pandemia non solo non è alle spalle del Continente, ma che la Commissione deve imparare la lezione e prepararsi alle crisi sanitarie che verranno. Perché se ancora non si sa quando o come, è certo che ci saranno e l’UE deve ripensare la sua carenza di competenze in materia sanitaria.

Nelle prossime ore la Commissione presenterà la nuova HERA, l’autorità sanitaria paneuropea proposta dall’UE per rafforzare la risposta alle future crisi sanitarie. Già annunciata a febbraio, HERA è nei piani di Bruxelles un attore chiave nel rafforzamento della capacità dell’Europa di prevenire, rilevare e rispondere rapidamente alle emergenze sanitarie. E von der Leyen ne anticipa il disegno di fronte all’Aula di Strasburgo. “Sarà un enorme vantaggio per affrontare in anticipo e meglio le future minacce per la salute. Abbiamo l’innovazione e la capacità scientifica, la conoscenza del settore privato e ora dobbiamo riunire tutto questo, compresi ingenti finanziamenti”, ha spiegato la presidente. Per questo propone una nuova missione di preparazione sanitaria e resilienza per l’UE che sarà finanziata con 50 miliardi di euro nei prossimi sette anni.

Progressi sì, ma realismo quando ci si trova di fronte a tassi di vaccinazione molto diversi tra Stati membri che continuano a preoccupare. “Facciamo il possibile perché non si trasformi in una pandemia di non vaccinati”, sottolinea von der Leyen. Bruxelles ha a disposizione 1,8 miliardi di dosi aggiuntive assicurate per il 2022-2023 per eventuali richiami o terze dosi di vaccino. Senza grande sorpresa, però, von der Leyen non si è pronunciata sul richiamo del vaccino, in attesa di un via libera più autorevole da parte dell’Agenzia europea dei medicinali (EMA).

Uno sguardo al passato e uno al futuro. Se un anno fa la sfida era trovare un vaccino, oggi l’UE si carica il peso di far progredire nella vaccinazione globale. Un moto d’orgoglio muove la voce della presidente perché l’UE è l’unica regione al mondo ad aver dato un peso all’esportazione delle dosi anche nei Paesi fuori dai confini europei, consegnando circa la metà delle dosi prodotte in Europa al resto del mondo in più di 130 paesi. Non basta. Anche oggi – rimarca von der Leyen – la necessità più urgente è quella di accelerare la vaccinazione globale, dove solo meno dell’un per cento delle dosi globali è stata consegnata nei Paesi  a basso reddito. (Fonte: Eunews)

Tutto chiaro? Avete letto bene, soprattutto le parti in grassetto? Se la risposta è sì, allora capite anche perché hanno interesse a raggiungere in tutti i modi almeno l’80-90% della popolazione vaccinabile. Possiamo assicurarvi che dietro ci sono investimenti più grandi di diverse magnitudo rispetto a quelli annunciati ufficialmente dalla von der Leyen nel suo discorso. I vaccini a mRNA promettono molto di più che la semplice risposta al Covid-19. Saranno la nuova frontiera degli investitori, le prospettive di profitto per il prossimo decennio sono stellari. In un contesto del genere, capite bene che il dissenso non è più ammesso. Tutti devono salire a bordo, indistintamente, senza eccezioni, a cominciare dagli stati nazionali. I vari esecutori (premier, ministri, politici, tecnici) ricevono target e scadenze entro cui realizzare i progetti e devono portarli a termine a ogni costo. Vi passeranno sopra con il trattore, se necessario.