Author Archive

Home / Author's Article(s) / giornalemercurius

02 Agosto 2023 – Redazione

Da circa tre anni il Comitato Nazionale Familiari Vittime chiede che la verità di quanto accaduto negli ospedali venga fuori, che ai nostri cari morti durante la pandemia, per malassistenza, malasanità e malaumanità venga restituita almeno la dignità della giustizia per una morte dovuta a protocolli sbagliati, a terapie omesse, a incuria e lassismo diffuso.

Finalmente, lo scorso 6 luglio c’è stato il via libera dell’Aula della Camera alla proposta di legge che punta alla istituzione di una commissione di inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid in Italia.
Il testo, approvato a Montecitorio, passa quindi all’esame del Senato.

Invece… Ora invece assistiamo alla incomprensibile e ingombrante ingerenza delle dichiarazioni del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ai parlamentari e al Governo!! Dichiarazioni che richiamano a non dare seguito a «iniziative di inchieste con cui si intende sovrapporre attività del Parlamento ai giudizi della Magistratura si collocano al di fuori del recinto della Costituzione e non possono essere praticate».

Al Presidente #Mattarella e al #Governo ma anche alla opposizione #PD #M5S che fa dell’ostruzionismo alla Commissione di inchiesta covid, RICORDIAMO ( è notizia di questi giorni) che è proprio sulla base della Costituzione italiana- che non ci pare essere stata calpestata dal testo approvato alla Camera- che si è potuto istituire la COMMISSIONE DI INCHIESTA PARLAMENTARE SUL CASO DEL GIOVANE PARÀ #EMANUELE #SCIERI che ha poi indagato sulla sua morte liquidata/archiviata da subito come suicidio mentre nella realtà dei fatti si è trattato di un orribile omicidio avvenuto nella caserma Gamerra di Pisa.

Grazie all’amore della famiglia di Emanuele Scieri e dei suoi amici, grazie al Comitato VERITA’ E GIUSTIZIA PER LELE SCIERI , fu istituita una Commissione di inchiesta presieduta dall’avvocato, ex deputato Pd, Sofia Amoddio , che “ha ascoltato 76 testimoni e analizzato decine di imponenti faldoni giudiziari. Alla fine, l’archivio della Commissione mette insieme 5.932 pagine di cui 312 pubbliche e 5620 riservate. Proprio le pagine secretate costituiranno una specie di dossier inviato alla Procura di Pisa che riapre le indagini”. Dopo 24 anni la svolta clamorosa con delle condanne.

https://www.oggi.it/attualita/notizie/2023/07/14/il-caso-del-para-emanuele-sceri-dopo-23-anni-e-11-mesi-la-clamorosa-svolta-fu-omicidio/

Nel nostro caso, invece, dopo le dichiarazioni del Presidente della Repubblica alla tradizonale cerimonia di consegna del “Ventaglio”, il vice ministro Galeazzo Bignami
ha così dichiarato : Riteniamo giusto procedere a precisare il punto al Senato e licenziare così il testo per un limitato riesame della Camera”

Non vogliamo intenderlo come dietrofront o come un “indagheremo ma non troppo” anche se ci aspettavamo una risposta più decisa che rinviava le dichiarazioni al mittente.
Tuttavia, con la presente a sottolineare che a noi parenti delle vittime covid interessa e auspichiamo il coraggio, la caparbietà dimostrata dalla Commissione di inchiesta sul caso Emanuele Scieri che ha mostrato al Paese intero che le precedenti archiviazioni, quelle che molti di noi familiari delle vittime covid stanno sperimentando, erano ingiuste.

Noi Comitato Nazionale Familiari Vittime Covid vogliamo che il Governo #Meloni resti fedele ai proclami fatti in campagna elettorale e che non indietreggi o si intiepidisca dinanzi alla “bacchettata” del Presidente della Repubblica ma, tramite una coraggiosa Commissione di inchiesta, indaghi sull’alta mortalità covid avvenuta negli ospedali italiani. Indaghi su quelli che in diversi casi sono stati a tutti gli effetti dei rapimenti di persona e maltrattamenti anche psicologici fino alla somministrazione di anestesizzanti col solo scopo di tenere i pazienti a letto che invece tentavano di scappare da certi reparti bunker da cui gli era impedito perfino di comunicare coi familiari.

I nostri cari meritano giustizia e noi parenti la verità. È ciò che ci rimane non avendo più gli affetti che le inopinate scelte di alcuni ci hanno tolto.

Il Presidente Mattarella avrebbe dovuto chiedere la verità per tutti gli italiani che hanno pagato un prezzo altissimo, invece chiede che la Commissione sia sminuita nelle sue funzioni o, chissà, che addirittura non ci sia.
Cui prodest?
Non certo a coloro che non ci sono più! Non certo a chi ha perso la vita nell’indifferenza totale! Non certo a noi famigliari che lottiamo con il dolore della mancanza e dell’ingiustizia.
Il Presidente Mattarella si dovrebbe indignare con noi e per noi! Dovrebbe chiedere la verità e quindi giustizia.

La Commissione di inchiesta covid è un dovere civile che tramite le indagini consegnerà il materiale alla Magistratura, nessuna sovrapposizione, ognuno nel suo alveo a fare il suo dovere per appurare la verità che noi Comitato nazionale familiari vittime covid gridiamo e vogliamo presto, scandaloso infatti che si debbano attendere 24 anni per appurare una verità fattuale che seguirà poi l’iter giudiziario nei tribunali.

Noi non molliamo, e anche se NON condividiamo l’effetto sortito dalle dichiarazioni del presidente Mattarella, attendiamo comunque di leggere il testo rivisitato della istituenda Commissione di inchiesta e vogliamo sperare che non offenda la memoria di chi può difendersi solo tramite noi parenti. E LI DIFENDEREMO !

Comitato Nazionale Familiari Vittime Covid

UNISCITI A MERCURIUS5 SU TELEGRAM⤵️

https://t.me/mercurius5giornale

 

09 Luglio 2023 – Redaziove

Da secoli, le donne sono solite preparare la crema viso al miele fatta in casa seguendo antiche ricette, create dalle nostre antenate per migliorare l’aspetto della pelle e a curare tanti piccoli inestetismi (come rughe, macchie, brufoli e punti neri). Queste maschere fai da tehanno proprietà emollienti, nutrienti e anti-età che le rendono formidabili alleate di bellezza.

La pelle secca e disidratata trarrà grande giovamento dal potere idratante del miele, che può essere applicato da solo o con l’aggiunta di altri ingredienti casalinghi, come le uova, il limone o l’olio di oliva. Ma il miele è anche un ottimo seboregolatore, ideale per purificare le pelli grasse. Vediamo insieme come preparare delle ottime creme al miele fatte in casa.

Proprietà del miele per la pelle del viso

Il miele viene prodotto dalle api, che operano una trasformazione biochimica del nettare che raccolgono, arricchendolo con le loro secrezioni ghiandolari ed eliminando la componente acquosa.

Ricco di polifenoli, il miele svolge un’azione antiossidante sull’epidermide, rendendola più elastica e luminosa. Ha anche proprietà antibatteriche e purificanti. I suoi enzimi agiscono come un delicato esfoliante, eliminando le cellule morte e donando alla pelle un aspetto fresco e luminoso.

Grazie all’utilizzo costante del miele sulla pelle, potrai ottenere tantissimi benefici.

  • Pelle più luminosa
  • Effetto anti-age
  • Viso idratato h24
  • Riduzione dei brufoli e dei punti neri
  • Pelle liscia, morbida ed elastica

Crema viso fatta in casa al miele

Per preparare un’ottima crema viso al miele fatta in casa è consigliabile usare miele puro. Il composto avrà tutta l’efficacia di una crema antirughe, e, aggiungendo un olio vegetale, come l’olio di mandorle, sarà perfetto per lenire la pelle secca di viso e corpo.

Prima di applicare le maschere fai da te al miele è consigliabile legare i capelli, preferibilmente tirandoli all’indietro e coprendo l’attaccatura con una fascia. Il miele, infatti, è un prodotto molto appiccicoso che rischierebbe di sporcare la chioma.

Ingredienti

  • miele, 1 cucchiaio
  • uovo, 1 intero
  • olio di mandorle dolci, 1 cucchiaino

Preparazione

  1. Sbatti l’uovo insieme all’olio di mandorle, fino ad ottenere un composto omogeneo
  2. Aggiungi il miele e amalgama bene il composto
  3. Applica la crema su tutto il viso
  4. Lascia agire per 20 minuti
  5. Risciacqua con acqua tiepida

La maschera al miele fai da te può essere conservata in frigorifero per 3-4 giorni.

Maschera al miele fatta in casa effetto scrub

Per purificare la pelle, riducendo punti neri e acne, è buona norma applicare una volta alla settimana uno scrub al miele fai da te. Per realizzarlo ti basterà unire in una ciotola 1 cucchiaio di miele e 1 cucchiaio di bicarbonato, mescolare bene e applicare sul viso.

I movimenti delle mani sul viso devono essere delicati, per non rischiare di graffiare o danneggiare la pelle. Compi un lieve massaggio circolare, in modo da rimuovere le cellule morte e le impurità presenti sulla cute. Se la tua pelle è molto sensibile puoi utilizzare solo il miele.

Idrata la pelle con miele e limone

Con il miele puoi preparare un’ottima crema idratante fai da te. Il miele, infatti, ha il potere di trattenere l’acqua, mantenendo il volto idratato per tutto il girono. Inoltre, le vitamine e i minerali contenuti in esso hanno forti proprietà antiossidanti, utili a contrastare i segni dell’invecchiamento come le rughe e le macchie.

Ingredienti

  • Succo di limone, 1 cucchiaio
  • Miele, 1 cucchiaio
  • Olio di oliva, 1 cucchiaio
  • Yogurt, 1 vasetto

Preparazione

  1. Mescola all’interno di una ciotola il succo di limone, l’olio di oliva e il miele
  2. Aggiungi lo yogurt
  3. Stendi la maschera fai da te al miele sul viso e lascia in posa 10 minuti
  4. Risciacqua il viso con acqua tiepida per eliminare ogni residuo

Il composto può essere conservato in frigo per 3 giorni

Crema illuminante fai da te miele e avena

Basta applicare miele puro su tutto il viso per ottenere un effetto luminoso naturale difficile da ottenere con le creme in commercio. Per potenziare l’effetto illuminante, ti basterà aggiungere un po’ di avena e di yogurt bianco magro.

Ingredienti

  • 1 cucchiaio di miele
  • 1 cucchiaio di avena
  • 1 vasetto di yogurt

Preparazione

  1. Versa l’avena e il miele all’interno di un recipiente e mescola bene
  2. Aggiungi lo yogurt e continua a mescolare fino a raggiungere una consistenza omogenea e leggermente granulosa
  3. Applica il viso con un leggero massaggio e lascia agire 10 minuti
  4. Risciacqua bene

Anche questa crema viso al miele fatta in casa può essere conservata in frigorifero per non più di 3 giorni.

 

FONTE: cremeperilviso

 

UNISCITI A MERCURIUS5 SU TELEGRAM⤵️

https://t.me/mercurius5giornale

22 Giugno 2023 – Redazione

La manzoniana psicosi da bacilli, insieme all’illusorio potere conferito a normali cittadini, ha portato a stravolgere il concetto di privacy con il diffondersi di azioni volte a discriminare e violare i nostri dati sanitari e quelli dei nostri figli. A fronte delle vostre richieste di aiuto, abbiamo cercato di riassumere il complesso quadro giuridico e di fornire alcuni strumenti di tutela, volti a contenere e contrastare eventuali abusi, soprattutto con richieste riguardo lo stato vaccinale vostro o dei vostri figli e per farlo, dobbiamo innanzitutto delineare i confini normativi per identificare in autonomia quando una richiesta è da considerarsi lecita o quando è illecita.

Partiamo dalla definizione di dati relativi alla salute comunemente valida in tutto il territorio Europeo e normata dal GDPR – Regolamento generale sulla protezione dei dati (UE/2016/679): “i dati personali attinenti alla salute fisica o mentale di una persona fisica, compresa la prestazione di servizi di assistenza sanitaria, che rivelano informazioni relative al suo stato di salute” (GDPR Art. 4, part. 15) e sono ricompresi nella più vasta categoria dei dati soggetti a trattamento speciale (GDPR Art. 9), in quanto in grado di rivelare dettagli molto intimi della persona, e per questo vi è una tutela rafforzata che pone il divieto di “trattare dati personali che rivelino… dati relativi alla salute” (art. 9 GDPR)

Come abbiamo visto, ii dati inerenti la salute godono di misure di garanzia che garantiscono l’interessato sulla figura di chi può trattarli, nei rari casi in cui è possibile farlo. Questo punto è importante ed è la seconda cosa che dovrete comprendere a pieno: i dati relativi alla salute possono essere “trattati da o sotto la responsabilità di un professionista soggetto al segreto professionale conformemente al diritto dell’Unione o degli Stati membri o alle norme stabilite dagli organismi nazionali competenti o da altra persona anch’essa soggetta all’obbligo di segretezza conformemente al diritto dell’Unione o degli Stati membri o alle norme stabilite dagli organismi nazionali competenti”. (GDPR Art. 9, part. 3)

Ricapitolando: la normativa europea sancisce che i dati relativi alla salute, compreso ovviamente lo stato vaccinale, sono un diritto fondamentale di ogni cittadino e godono di garanzie particolari che permettono la loro gestione solo in limitatissimi casi e sotto la responsabilità di un professionista sanitario sottoposto a segreto professionale. In linea generale, ogni richiesta riguardante l’accesso a informazioni sullo stato di salute vostro e dei vostri figli che arriva da soggetti che non sono un professionista sanitario è da ritenersi illecita… le cose però non sempre sono così lineari.

Ora veniamo all’oggi e ai vari motivi per cui abbiamo deciso di fornirvi questo tipo di documentazione e, come detto sopra, vi elencheremo una serie di situazioni che ci avete segnalato, in cui la richiesta dello stato vaccinale è stata oggetto di situazioni disdicevoli. Vi mettiamo a disposizione, accanto alle tipologie di situazione, anche la lettera o modulo corrispondente, in modo che possiate facilmente reperire quello più adatto alla singola situazione che si divide in bambino o adulto e al grado di contromisure da adottare, perché lo sappiamo bene, anche se vorremmo che tutti agissero con il massimo vigore contro ogni illecita richiesta di dati, purtroppo, a volte si deve mediare.

P.S. Per ogni situazione abbiamo creato due o quattro moduli diversi. La prima divisione è tra minori e adulti e la seconda divisione è tra diffida e diffida con contestuale segnalazione al Garante della Privacy. Nel secondo caso, oltre che inviare una diffida rifiutandosi di fornire i dati inerenti alla salute, si fa contestuale segnalazione al Garante Privacy chiedendo alla struttura che ha richiesto i dati, di fornirvi anche tutte le specifiche di legge riguardo alla gestione di quei dati, come le finalità. A voi la scelta di quale documento utilizzare.

1. Il grest, scout, campus estivi mi chiede libretto vaccinale.

Questo caso è uno dei più vili, spesso accompagnato da pretese che sfociano in dinieghi di iscrizione oppure adducendo fantomatici obblighi di legge ma la questione è chiarissima a livello normativo: non è possibile in nessun caso richiedere dati relativi allo stato vaccinale di nessun partecipante, né ospiti, né personale assunto e né volontari e ogni richiesta in tal senso deve ritenersi illecita. Non ci sono deroghe, non esiste normativa a supporto di tale richiesta, semplicemente non possono gestire, archiviare, trattare ancor meno divulgare questi dati, fine. Così semplice? Magari…

Come vi abbiamo detto ad inizio articolo, la psicosi da bacilli e l’aver dato finto potere a normali cittadini, ha creato una serie di situazioni per cui a volte il soggetto che illecitamente richiede tale documentazione, è visceralmente convinto di alcuni postulati, in realtà falsi, ma che non c’entrano nulla con la questione del trattamento dati relativi alla salute. A volte viene detto ai genitori che essendoci un obbligo vaccinale che interessa la fascia di età dei partecipanti, allora è estendibile l’obbligo anche a strutture extrascolastiche: non è assolutamente così! Anche perché nemmeno le scuole sono autorizzate ad acquisire e gestire il dato, lo fa la Asl e solo in determinate condizioni, comunicando esclusivamente l’eventuale irregolarità e mai il dato vaccinale completo (es. manca 1 dose o l’intero ciclo? Per quali malattie è vaccinato il bambino? La scuola non deve saperlo).

Di fronte all’assurda richiesta di fornire lo stato vaccinale di minori in ambito extrascolastico, pertanto fuori da ogni fattispecie normativa, il primo consiglio che ci verrebbe da darvi è quello di segnalare al Garante della Privacy l’accaduto e di spendere i vostri soldi altrove, evitando quella struttura. Ovviamente sta a voi la scelta, potete decidere se utilizzare il documento per la diffida o quella con annessa segnalazione al Garante della Privacy.

2. La palestra, il corso di calcio, tennis, equitazione o qualsiasi altro sport mi chiede libretto vaccinale

Questo caso è molto spinoso e necessita di una premessa: la legge 5 marzo 1963, n. 292, prevede l’obbligo vaccinale per la sola antitetanica per tutti gli sportivi agonistici CONI e per comprendere se la richiesta è ”lecita” o “illecita” si deve verificare se l’attività sportiva è agonistica o non agonistica e e se l’attività sportiva agonistica è o non è affiliata CONI. Vi lasciamo ad un nostro articolo esaustivo sul punto che potete consultare qui ma in linea di massima valgono gli stessi principi, ovvero che anche in presenza di una disposizione di legge, i dati relativi alla salute sono trattati solo da un “professionista soggetto al segreto professionale conformemente al diritto dell’Unione o degli Stati membri” e, pertanto, solo al momento della visita di idoneità sportiva di una società sportiva federata CONI, viene richiesto di esibire il documento sanitario comprovante l’avvenuta effettuazione della vaccinazione antitetanica obbligatoria per legge per consentire la prescritta verifica e eventuale annotazione.

Appurato se la richiesta è illecita o no, potete utilizzare il Documento modificabile per diffida o quello con contestuale segnalazione al Garante della Privacy. Noi tendiamo ad essere abbastanza fermi sul punto: la struttura ha raccolto dati sanitari di minori o adulti? Va segnalato al Garante oltre che inviare la diffida. A voi la scelta.

3. Il datore di lavoro mi chiede il libretto vaccinale

Come spesso capita in Italia, quando si scende nel dettaglio le questioni divengono più complesse. In linea generale il datore di lavoro non può venire mai a conoscenza dello stato vaccinale dei dipendenti. Esiste l’obbligo di vaccino antitetanico, che prevede la non idoneità lavorativa solo per alcune professioni ed è normato dalla medesima legge 5 marzo 1963, n. 292, e successive modifiche. Se la vostra professione rientra in quelle normate dalla legge vi invitiamo a leggere un nostro articolo esaustivo sul punto, lo trovate qui.

Esiste anche l’obbligo di vaccino anti-epatite B per le professioni sanitarie, ma in linea di massima valgono gli stessi principi, ovvero che anche in presenza di una disposizione di legge, i dati relativi alla salute siano trattati solo da un “professionista soggetto al segreto professionale conformemente al diritto dell’Unione o degli Stati membri” pertanto al momento della visita di idoneità lavorativa potrà essere richiesto di comprovare l’avvenuta effettuazione della vaccinazione obbligatoria per legge, ma solo dal medico competente che non potrà divulgare al datore di lavoro il vostro stato vaccinale ma solo l’idoneità o meno a svolgere la mansione.

Di fronte ad una richiesta diretta da parte del datore di lavoro o altro personale di presentare documenti sanitari, potrete utilizzare il Documento modificabile per diffida e nei casi più estremi, valutando la situazione lavorativa, avete a disposizione anche quello con contestuale segnalazione al Garante della Privacy. Rispetto alle precedenti situazioni qua siete in ambito lavorativo e capiamo benissimo che il tema è ben più spinoso. Una volta capita la norma, potrete anche spiegare a voce la situazione della richiesta illecita, senza neppure ricorrere ai nostri documenti e se mai utilizzarli in fasi successive qualora la situazioni non si sistemi da sola.

FONTE: Associazione Corvelva

 

UNISCITI A MERCURIUS5 SU TELEGRAM⤵️

https://t.me/mercurius5giornale

 

19 Giugno 2023 – Redazione

Nacque a Benevento, ma ben presto fu “adottato” dalla città di Napoli. Non smise di prestare la sua instancabile opera a servizio degli infermi, senza mai chiedere la parcella ai poveri. E mentre sanava i corpi, allo stesso tempo curava amorevolmente le anime.

Prima di iniziare l’autopsia, si fa il segno della Croce da­vanti al cadavere che gli hanno portato. Poi dovrà ta­gliare, aprire, esaminare, nell’interesse della scienza. Ma innanzitutto rende onore a quel corpo che Dio ha ama­to e fatto vivere. Un gesto consueto per Giuseppe Moscati, il medico italiano nostro contemporaneo, il laico proclama­to santo da Giovanni Paolo II il 25 ottobre 1987.

Nato nel 1880, settimo dei nove figli di un magistrato, Giuseppe segue i trasferimenti del padre da Benevento ad Ancona e poi a Napoli, dove nel 1903 consegue la laurea a pieni voti in medicina. Lavora dapprima agli Ospedali Riuniti, poi a quello di Santa Maria del Popolo, detto degli “Incurabili”, nel quale diventerà primario per esami nel 1911. Vive tra scienziati illustri, maestri di medicina quasi tutti positivisti e materialisti; rigidamente avversi alle cose di fede, questi luminari riconoscono però in Moscati l’uo­mo votato alla scienza.

Si succedono per lui gli incarichi di responsabilità: cura degli infermi, direzione della ricerca, insegnamento. Un ricco curriculum medico, accanto al quale non ce n’è un al­tro speciale e distinto: un curriculum da santo. Lui è medi­co e santo insieme, ogni giorno. Per lui vivere è lavorare, è pregare, è studiare. A un giovane medico scrive: «Non la­scerete di coltivare e rivedere ogni giorno le vostre cono­scenze. Il progresso sta in una continua critica di quanto apprendiamo». E lui non “lascia di coltivare” anche la pro­pria formazione culturale cristiana, di pari passo con quel­la scientifica.

Ricerca quotidiana e comunione quotidiana per lui so­no due momenti dello stesso impegno. Per deriderne la fe­de, qualcuno lo attira in un equivoco tranello, e lui si “ven­dica” entrando a pregare in una chiesa, per tornare poi tranquillo al microscopio, alla corsia, agli studenti. Sarà considerato un precursore della moderna biochimica. E in­tanto, già sui trent’anni, le sue diagnosi fulminee ed esatte lo rendono famosissimo, molto stimato anche dal sommo clinico Antonio Cardarelli. Insomma, ha tutto per diventa­re uno dei massimi “baroni”.

Ma Giuseppe si sente soltanto veicolo di conoscenze pro­venienti da Dio e destinate a chi soffre. Per le visite in casa, l’onorario è regolato da un cestino con una scritta: Chi può metta qualcosa, chi ha bisogno prenda. Quando il malato è lontano e povero, è lui stesso che gli porta anche denaro. Come porta l’aiuto spirituale durante le cure e do­po, come si preoccupa di raddrizzare esistenze, di orienta­re i confusi. Sempre medico e sempre apostolo, a ritmo intensissimo. Un’esistenza consumata presto, a soli 47 anni. Il 12 aprile 1927, giorno della sua morte, è stato ancora giorno di visita. Tre anni dopo, le sue spoglie sono state tu­mulate nella chiesa del Gesù Nuovo in Napoli.

FONTE: Famiglia Cristiana

UNISCITI A MERCURIUS5 SU TELEGRAM⤵️

https://t.me/mercurius5giornale

08 Giugno 2023 – Redazione

Sono circa 300 le richieste presentate dalle società energetiche a ministero e Regione per la realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Lo ha detto l’assessore all’Ambiente, Marco Porcu che, con la collega all’Industria, Anita Pili, ha partecipato alla seduta della commissione “Attività produttive” convocata per discutere delle problematiche legate ai progetti per nuovi parchi eolici in zone di particolare pregio ambientale e in siti di rilevanza culturale. “Ne arrivano circa 30/40 a settimana – ha proseguito Porcu -, su questi progetti la Regione può esprimere solo un parere non vincolante. Questo prevede il Decreto Draghi. La Giunta vuole evitare che questi impianti arrechino danni all’ambiente. Serve fare chiarezza coinvolgendo i comuni nei cui territori ricadono gli interventi. Ora c’è molta confusione, occorrerebbe capire, prima di tutto, qual è il fabbisogno assegnato alla Sardegna per la produzione di energia e in base a quello pensare a una pianificazione con l’individuazione delle aree idonee”.

Anche l’assessora Pili ha sottolineato la necessità di correggere le procedure autorizzative per la realizzazione di parchi eolici e fotovoltaici: “Diciamo no a una procedura calata dall’alto – ha detto -, siamo pronti a dare il nostro contributo per la transizione energetica ma questo non può essere fatto senza tener conto della realtà locali. “Ora, finalmente, abbiamo notizia di una bozza che a metà giugno sarà consegnata dal ministero alla Conferenza Stato Regioni. In base a quel documento si potrà fare un ragionamento compiuto”. Critiche all’operato dalla Giunta sono arrivate dai consiglieri di opposizione: “In materia di energia niente è stato fatto da questa maggioranza – ha detto la consigliera di Alleanza Europa Verde-Sinistra Possibile-Art1, Maria Laura Orrù -. Manca una visione di insieme, la Sardegna si è fatta trovare impreparata”. Per Gianfranco Satta (Progressisti) “non è vero che non si può fare niente per bloccare l’assalto dell’eolico in Sardegna. La Regione è pienamente legittimata a dire dove devono essere realizzati gli impianti come fece Soru nel 2004 bloccando alcuni interventi già in fase avanzata. La realtà è che non volete esercitare questi poteri”.

MA IL POPOLO È GIÀ SUL PIEDE DI GUERRA, COSÌ COME I COMUNI CHE DI CONO BASTA A CHI VUOLE SFRUTTARE L’ISOLA PER CONVENIENZA!

FONTE: SardiniaPost

UNISCITI A MERCURIUS5 SU TELEGRAM⤵️

https://t.me/mercurius5giornale

07 Giugno 2023 – Redazione

La Commissione europea ha seguito gli Stati Uniti nell’approvare il primo vaccno al mondo per il virus respiratorio sinciziale, che deve essere utilizzato da adulti di età pari o superiore a 60 anni, ha affermato mercoledì il suo produttore GlaxoSmithKline.

Gli Stati Uniti hanno approvato il farmaco, chiamato Arexvy, il mese scorso, mentre il vaccno è il culmine di una caccia decennale per proteggere le persone vulnerabili dalla malattia comune.

Gli analisti prevedono che il mercato potrebbe valere più di 10 miliardi di dollari nel prossimo decennio, con prodotti simili di altri produttori tra cui Pfzer e Moderna che dovrebbero seguire presto.

Questa autorizzazione per Arexvy significa che gli adulti idonei, possono essere vaccnati contro la malattia da RSV per la prima volta”, ha dichiarato Tony Wood, direttore scientifico di GSK, in una nota.

Le azioni della società sono state scambiate invariate nelle prime operazioni londinesi dopo l’atteso annuncio di approvazione. In aprile, l’organo di controllo dei farmaci dell’Unione Europea ha raccomandato l’approvazione di Arexvy a seguito di una sperimentazione su 25.000 partecipanti in 17 Paesi.

Secondo l’Agenzia europea per i medicinali, i risultati hanno dimostrato che il vaccno è efficace all’83% nel proteggere dalle malattie legate all’RSV nelle persone di età pari o superiore a 60 anni, con effetti collaterali generalmente lievi(…).

Il vaccino utilizza una proteina ingegnerizzata e una sostanza adiuvante per promuovere anticorpi e cellule T che aiutano a combattere l’infezione da RSV.

Moderna spera che il suo vaccno contro l’RSV venga approvato e reso disponibile entro la fine dell’anno.

Nel 2022 l’UE ha approvato un trattamento preventivo contro l’RSV, sviluppato dall’azienda farmaceutica britannica AstraZeneca e dalla francese Sanofi, che funziona in modo simile al vaccino.

FONTE: Eventi Avversi

UNISCITI A MERCURIUS5 SU TELEGRAM⤵️

https://t.me/mercurius5giornale

1 Giugno 2023 – Marzia MC Chiocchi

SI SALVI CHI PUÒ DALLA FOLLIA GREEN! POCO FA NE ABBIAMO SCOPERTA UN’ALTRA! SONO GIÀ STATE COMMERCIALIZZATE, DA ALCUNE AZIENDE EUROPEE, BOTTIGLIE DI PLASTICA CON TAPPI ATTACCATI PERCHE’ NON SI DISPERANO NELL’AMBIENTE!

No, non è un problema di chiusura difettosa, ma semplicemente l’avvio di un processo che entro luglio 2024 diventerà la normalità. ALMENO COSÌ DICONO!

Gli ambientalisti più integralisti, invece di sostenere battaglie più interessanti, che potrebbero portare alla sostituzione del materiale plastico con il vetro, complicano la vita anche agli imprenditori del settore, con idee che non porteranno affatto miglioramenti ecologici! Chi vuole buttare la plastica nelle aree verdi, infatti, lo fara’ col tappo annesso, senza porsi alcun problema. Ma dal momento che la raccolta del vetro, con un eventuale sistema “redivivo” del vuoto a perdere (come accadeva fino alla fine degli anni 80), non porterebbe guadagni alle multinazionali, ecco uscire l’ennesima buffonata!

Come sempre il punto di partenza è l’ennesima direttiva europea risalente al 2019, che impone la riduzione dell’incidenza della plastica nell’ambiente entro il 2024. Tutte le bottiglie, per poter essere commercializzate, dovranno essere fornite di tappo inseparabile. Il loro nome sarà TETHERED CUP e sono state pensate per agevolarne il riciclo. DICONO SEMPRE LORO!

In Italia, i tappi attaccati al collo della bottiglia sono già stati introdotti da alcuni brand mentre altri sono in fase di sperimentazione. Stesso discorso vale per le confezioni di bevande in cartone poli accoppiato che dovranno parimenti adeguarsi.

Domanda: tutto questo circo basterà a preservare il nostro pianeta? Preferiamo astenerci da qualsiasi inutile commento! QUELLO CHE DOVREBBE ESSERE INCENTIVATO È UN PROGRAMMA DI EDUCAZIONE CIVICA AD AMPIO SPETTRO, CHE SICCOME NON PORTEREBBE INTROITI NELLE TASCHE DELL’ELITE, NON VERRÀ AL MOMENTO CONTEMPLATO!

 

FONTE: Gelsiambiente

UNISCITI A MERCURIUS5 SU TELEGRAM⤵️
https://t.me/mercurius5giornale

30 Maggio 2023 – Redazione

Virus, Vaccino, Veleno, Violenza, Vergogna, Viltà, Violazione, Vituperio, Vessazione, Vanità, Viscidume, Vuoto, Volgarità, Vanvera, Veto, Virtualità, Videodipendenza, Voltagabbana, Voltastomaco… Ecco le 19 V che bene descrivono ciò che la storia un giorno racconterà di questi anni. Le 19 V che Massimo Citro Della Riva usa per la copertina del suo nuovo, esplosivo, definitivo libro dove, a due anni dall’inizio dell’epoca più vergognosa della storia dell’umanità, ricostruisce e formalizza tutte le accuse agli architetti di quello che non esita a definire un crimine contro l’umanità, attuato mediante stragi, omicidi, lesioni personali, omissioni di soccorso, epidemie dolose, truffa e violenze private.

Sei milioni di morti e centinaia di milioni di danneggiati da un virus diffuso volontariamente, ai quali si aggiungono le vittime di una tossina spacciata per vaccino: questi sono i dati che Massimo Citro Della Riva, in V-19 e in questa intervista, mostra per giustificare l’istituzione, l’11 marzo (la data della “dichiarazione della pandemia”), di un Giorno della Memoria del Secondo Olocausto.

Quella di oggi non è scienza: è marketing! Si fanno tutti forti degli studi scientifici, ma gli studi scientifici falsi possono arrivare anche al 50%. Lo dice Richard Norton, direttore di Lancet e John Joannidis, professore di medicina alla Stanford University considerato il re dei virologi. Gli studi che hanno affossato l’utilizzo dell’Idrossiclorochina per la cura del Covid erano falsi! Gli altri sono tutti sponsorizzati dalle fondazioni del signor Gates, dalle Università che finanzia e dalle istituzioni americane. Gli altri, quelli veri, sono quelli che i virologi da salotto chiamano spazzatura.

Un’intervista di un’ora, condotta da Virginia Camerieri su Byoblu, in cui ogni ambito dell’establishment moderno viene distrutto a colpi di dati e ovvietà, che forse non faranno resuscitare i morti, ma che di certo faranno gridare vendetta ai sopravvissuti. Guardate l’intervista su Byoblu.

FONTE: Byoblu

UNISCITI A MERCURIUS5 SU TELEGRAM⤵️
https://t.me/mercurius5giornale

 

 

 

 

27 Maggio 2023 – Redazione

 

Fallisce dopo 102 anni la storica azienda dolciaria Paluani. Di proprietà della famiglia Campedelli era famosa per la produzione di pandori, panettoni e colombe pasquali.

La storica azienda dolciaria veronese Paluani fallisce. Fondata nel 1921, la società la cui sede storica è a Dossobuono, ha dichiarato fallimento. Così, dopo la squadra di calcio del Chievo, la famiglia Campedelli si ritrova a dichiarare a dire addio un altro pezzo della propria storia imprenditoriale.

Il tribunale di Verona ha dichiarato il fallimento della Paluani Spa, la storica azienda dolciaria di Dossobuono di proprietà della famiglia Campedelli. Fondata nel 1921, per 100 anni ha prodotto pandori, panettoni e colombe ed è stata anche sponsor del Chievo Verona, società calcistica anch’essa fallita, sempre di proprietà della famiglia CampedelliPaluani aveva un debito che si aggirava intorno agli 82 milioni di euro.

Attività produttive cedute alla Sperlari  Come riportato da l’Arena, il fallimento della Paluani arriva dopo che il grosso delle attività produttive – marchio e stabilimento – era stato ceduto un anno fa alla Sperlari, che fa capo al gruppo dolciario tedesco Katjes International. Quest’ultimo aveva partecipato a un’asta della sezione fallimentare e nel luglio 2022 era riuscito a entrare in possesso delle attività produttive in cambio di un assegno da 7,6 milioni di euro, giusto in tempo per organizzare la produzione in vista della campagna natalizia.

La dichiarazione di fallimento  L’azienda dolciaria a quel punto ha preso due strade: da una parte la Paluani 1921 acquisita da Sperlari è andata avanti a produrre, mentre la Paluani Spa, detentrice degli immobili (in parte venduti), ha imboccato la via della procedura di concordato. Opzione che però non ha funzionato: la sentenza di fallimento con revoca della procedura di concordato è stata motivata contestando all’azienda una serie di criticità fra le quali le scarse possibilità di riuscire a soddisfare i creditori. A fronte di un ammontare complessivo di quasi 82 milioni di euro richiesti, la somma che la Spa rendeva disponibile era inferiore a un milione. Con la dichiarazione di fallimento decisa dal tribunale sono stati nominati nuovi curatori per gestire la situazione dell’azienda.

FONTE: TGCOM 24

UNISCITI A MERCURIUS5 SU TELEGRAM⤵️

https://t.me/mercurius5giornale

26 Maggio 2023 – Redazione

 

Nella notte tra il 26 e il 27 maggio 1993 un furgone Fiat Fiorino imbottito di 277 chili di tritolo esplose in via dei Georgofili, a Firenze, accanto alla Galleria degli Uffizi. La strage, compiuta da Cosa Nostra, uccise 5 persone (e ne ferì 48): i coniugi Fabrizio Nencioni (39 anni) e Angela Fiume (31 anni), le loro figlie Nadia (9 anni) e Caterina (appena 50 giorni di vita) e lo studente Dario Capolicchio (22 anni). L’attentato fa parte della scia delle altre stragi del 1992-1993 che provocarono la morte di 21 persone (tra cui i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino) e gravi danni al patrimonio artistico. Nel 2002 la Cassazione ha confermato 15 ergastoli per la strage: tra i condannati Bernardo Provenzano e Matteo Messina Denaro.

In occasione dei 30 anni da quel terribile attentato, il «Corriere» ha incontrato a Firenze Luigi Dainelli, parente della famiglia Nencioni e presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili; il direttore degli Uffizi Eike Schmidt e Anna Maria Petrioli Tofani, all’epoca dei fatti direttrice degli Uffizi.

Luigi Dainelli, lo zio delle piccole Nadia e Caterina

Incontriamo Luigi Dainelli a La Romola, frazione di San Casciano val di Pesa (Firenze) dove si trova il parco dedicato a Nadia e Caterina Nencioni, le bambine vittime della strage insieme ai loro genitori e allo studente Capolicchio. In questa frazione nacque Fabrizio Nencioni, che poi si trasferì a Firenze con la moglie e la famiglia, quando alla moglie offrirono un posto come custode dell’Accademia dei Georgofili. «Il 23 maggio avevano battezzato Caterina e si fece la festa qui — ricorda Nencioni — nella solita chiesa a Firenze, il sabato dopo, ci furono i funerali: si passò da una grande gioia a loun dolore immenso». Nel video, Dainelli ripercorre quella notte e poi racconta: «Si capì quasi subito che non si trattò di una fuga di gas, c’era odore di polvere da sparo e il Fiorino era disintegrato, addirittura una parte del motore finì dall’altra parte del fiume Arno. Poi il giorno dopo trovarono il cratere dov’era stata parcheggiata l’autobomba». L’uomo poi ci racconta anche la nascita della poesia «Il tramonto», scritta da Nadia pochi giorni prima di morire. E che, lo scorso 16 gennaio, è tornata a essere ricordata dai media per l’arresto di Matteo Messina Denaro, intitolato proprio «Operazione Tramonto», in ricordo della piccola vittima di 9 anni, su volontà del colonnello Lucio Arcidiacono, che ha guidato la squadra di «cattura» del boss. Dice Dainelli: «In via dei Georgofili i tramonti non si vedono, quindi quando Nadia veniva a La Romola forse ne era rimasta affascinata: così ha scritto questa poesia. È rimasta conservata in un quaderno a scuola e la maestra ce l’ha restituita. Oggi io la porto nelle scuole per raccontare». La poesia porta la data del 24 maggio, 3 giorni prima dell’attentato: «Il pomeriggio/ se ne va./ Il tramonto si avvicina,/ un momento stupendo,/ il sole sta andando via (a letto)/ è già tutto finito».

Eike Schmidt: «Un restauro di valore estetico, ma anche morale»

Il direttore della Galleria degli Uffizi ci accoglie nei Depositi del museo dove sono conservate le due opere di Bartolomeo Manfredi (1582-1622; il suo «Giocatori di carte» è stato restaurato 25 anni dopo la strage) e di Gherardo delle Notti(1592-1656) che sono state quasi distrutte dall’attentato, poi recuperate dopo un restauro importante durato anni, e che ora sono esposte permanentemente per commemorare i 30 anni dall’attentato. «Immediatamente dopo l’attacco si è costituita l’Associazione Amici degli Uffizi che hanno organizzato una raccolta fondi per poter restaurare le opere. All’epoca più di 500 opere rimasero ferite dalla forza dell’esplosione — racconta il direttore —. Le due opere restaurate presentavano dei frammenti neri che sembravano cenere, e che in realtà erano parti bruciate della tela; poi un computer li ha rimessi insieme. Questi quadri hanno molte lacune oggi, parti che non esistono più e che sono andate bruciate per sempre. Restano piccoli frammenti che sono stati messi insieme. Il processo della ricostruzione materiale di quello che è rimasto rappresenta un forte segno contro la distruzione e la criminalità organizzata. Questo è un lavoro non solo di natura storica ed estetica, ma anche morale.»

Anna Maria Petrioli Tofani, l’ex direttrice che riaprì gli Uffizi in soli 20 giorni

«Quella notte fui svegliata da una telefonata angosciata dai custodi della Galleria che mi dissero che era avvenuto un episodio di cui non si capiva l’origine». A raccontare le prime impressioni di quella notte è Anna Maria Petrioli Tofani, direttrice degli Uffizi dal 1987 al 2005: «Tremai all’idea di entrare al museo quando mi resi conto della devastazione. I danni maggiori erano all’altezza dell’accesso al Corridoio vasariano, dove erano esposti i dipinti della corrente caravaggesca, e dove c si trovavano i tre dipinti che andarono distrutti in maniera irreparabile». Nonostante i gravi danni, tutto il personale lavorò giorno e notte e riuscì a recuperare in soli 20 giorni, racconta ancora l’ex direttrice, il 60% del museo: «Venti giorni dopo il presidente del Senato Giovanni Spadolini presenziò all’apertura. Poi per arrivare alla riapertura totale occorsero ancora un paio d’anni», ricorda. E infine: «Perché colpire proprio gli Uffizi? Si cercò di creare sconforto nella popolazione, di provocare un senso di pericolo e di impotenza , che forse avrebbe facilitato certe operazioni di natura politica. Gli Uffizi, poi, erano un nome noto in tutto il mondo e li hanno scelti per la loro visibilità. Quell’attentato scavalcò anche un fosso: fino a quel momento le opere d’arte erano considerate sacre, la testimonianza di una civiltà, le storiche e psicologiche di una popolazione».

 

FONTE: Corriere della Sera

UNISCITI A MERCURIUS5 ⤵️

https://t.me/mercurius5giornale