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22 Febbraio 2022 -Redazione

Nel 2021 la Gran Bretagna ha registrato una crescita economica superiore a quella di tutti gli altri Paesi del G7. Il prodotto interno lordo (PIL) britannico registra una crescita record, pari al 6,5% nel 2021, a fronte dell’iniziale stima del 4,0%. Ma da cosa è dipeso questo boom?

Il boom britannico

Non solo sviluppo economico, l’isola britannica, infatti, può sorridere anche guardando ai dati sulla disoccupazione: la cancelleria dello Scacchiere presenta una riduzione secca delle previsioni sulla disoccupazione, che scende al 4,1% contro il 12% temuto durante la fase dei lockdown; scendono i disoccupati richiedenti un sussidio (claimant count), che a gennaio sono risultati in diminuzione di 31.900 unità, dopo aver riportato un calo di 51.600 unità a dicembre. Il dato è pubblicato dall’Office for National Statistics.

Addirittura si impenna anche il tasso di crescita dei salari medi.

Effetto Brexit

Un simile sviluppo non si vedeva dal dopoguerra. Già nel maggio scorso infatti, come ci racconta la BBC, le previsioni della Banca d’Inghilterra definivano un quadro ben preciso: l’economia del Regno Unito godrà della sua crescita più rapida in oltre 70 anni nel 2021 con l’abolizione delle restrizioni Covid-19. I dati odierni consolidano quello che può essere definito un vero e proprio successo da parte della politica d’oltremanica, figlio delle strategie di riapertura precoce durante la gestione pandemica, dell’assenza di misure altamente dannose come il Green Pass e, soprattutto, della dissociazione dalla gabbia europea sancita tramite la Brexit.

Alla luce di questi dati appare solare come una ragionata gestione politica di un Paese faccia tutta la differenza di questo mondo sulla salute del Paese stesso. In Gran Bretagna, infatti, spesso è stata seguita la “linea morbida” sulle restrizioni, limitando il meno possibile i diritti fondamentali dei cittadini, non creando mai discriminazioni di alcun genere tra vaccinati e non vaccinati e, soprattutto, non introducendo mai misure limitative sulla possibilità di esercitare il proprio mestiere. Tutto questo, unitamente al non essere sottoposti ai dettami di una Unione Europea che fino a oggi si è dimostrata tutt’altro che trasparente sulle scelte sanitarie ed economiche, ha fatto sì che il popolo britannico tornasse alla tanto agognata normalità ben prima degli omologhi europei, provocando quell’effetto elastico sull’economia che oggi siamo qui ad esporvi.

Fonte: IlParagone

21 Febbraio 2022 – Redazione

Come sul Dl MIlleproroghe la maggioranza si spacca nuovamente in Parlamento, questa volta sul DL Green Pass.

In Commissione affari sociali alla Camera, dove è in corso l’esame del DL 1/2022 contenente misure urgenti per fronteggiare l’emergenza COVID-19, in particolare nei luoghi di lavoro, nelle scuole e negli istituti della formazione superiore (in sintesi, il decreto che ha introdotto l’obbligo di green pass rafforzato per gli over 50) la Lega tenta il blitz e la maggioranza si spacca. Lo rende noto Affari Italiani.

In particolare, i deputati del Carroccio hanno votato un emendamento relativo alla quarantena per i bambini assieme ad Alternativa e Fratelli d’Italia, sul quale il governo aveva espresso parere contrario: l’emendamento è stato respinto in commissione.

Non solo: la Lega ha anche chiesto di mettere in votazione un proprio emendamento (anche questo con parere contrario dell’esecutivo) che prevede di eliminare il green pass dopo il 31 marzo, data prevista per la fine dello stato di emergenza. Uno stato di vero caos, che ha costretto la maggioranza a chiedere una sospensione della seduta della commissione, i cui lavori sono ripresi ne tardo pomeriggio.

Intanto, su Facebook, il presidente della Camera Roberto Fico scrive, in merito proprio al decreto che riguarda le misure per fronteggiare l’emergenza Covid, all’esame dell’aula di Montecitorio subito dopo il Milleproroghe: «Credo che un progressivo superamento delle restrizioni sia di buon senso e in questo solco si stanno già muovendo governo e Parlamento», sottolinea Affari Italiani.

Brutto episodio nelle scorse ore ai danni dell’infettivologo Matteo Bassetti nel pieno centro di Genova. Il direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova è stato aggredito verbalmente da alcuni ragazzi mentre si trovava in un locale del capoluogo ligure con la moglie. L’episodio si è consumato nel corso del fine settimana, mentre Bassetti prendeva un aperitivo con la consorte, seduto ad un tavolino di un locale in via XX Settembre, la principale via di Genova. Un gruppo di persone, pare per lo più giovani, lo avrebbe riconosciuto e avvicinato iniziando a inveire contro di lui al grido di “Bassetti vattene da Genova” e insistendo per diversi minuti, a cui ha fatto seguito l’ intervento della polizia.

In tutto 15 o 20 persone, che lo hanno insultato con cori da stadio. poi lo sfogo di Bassetti sui social “Nemmeno un aperitivo in santa pace! Ho subito l’ennesima violenta aggressione verbale da parte di un manipolo di no vax, no green pass, o quello che erano, mentre ero seduto ad un tavolino per un aperitivo con mia moglie. Un attacco vile, gratuito, in un contesto della mia vita privata in cui, l’unica mia colpa, era quella di godermi il venerdì sera nel centro cittadino” ha aggiunto il medico.

Il fatto a una settimana di distanza da un’altra intimidazione, quando decine di telefonate anonime e altrettanti messaggi. Bassetti dal suo canto ha ribadito però di non sentirsi affatto intimidito.

Bassetti però, non ha risparmiato una frecciatina alla politica locale, colpevole a suo dire di non averlo difeso. “Ciò che mi rammarica di più è che, nel corso di questi due anni in cui vengo spesso brutalmente attaccato con ogni tipo di insulto, una parte anche della politica cittadina genovese non abbia mai speso una parola di solidarietà. Meditiamo” ha dichiarato. Parole probabilmente non rivolte al governatore della Liguria Giovanni Toti, che invece, ha subito espresso la sua solidarietà, condannando quanto accaduto: “Solidarietà al professor Matteo Bassetti insultato mentre era in centro città in un momento privato con la sua famiglia. Intimidazioni inaccettabili sempre e ancora di più se rivolte a chi da due anni lavora in prima linea per far vincere la scienza contro il virus”.

21 Febbraio 2022 – Redazione

AVEVA RAGIONE LUC MONTAGNIER?! CREDIAMO PROPRIO DI SI!

La narrativa sulla Covid-19 si è rotta, la battaglia è finita. Ci sono ancora sacche di resistenza simbolica, piccole roccaforti sotto assedio che non sono ancora pronte a morire, ma, per la maggior parte, l’establishment sta lasciando perdere.

Sempre più Paesi stanno “allentando” le restrizioni Covid, abbandonano i progetti di passaporto vaccinale e tentano di “tornare alla normalità.”

Ogni settimana qualche nuovo “esperto”, che aveva passato gli ultimi due anni a prevedere che saremmo tutti morti, si presenta al telegiornale sostenendo che dovremmo “trattare la Covid come l’influenza.”

Ma solo perché ci stanno dando un po’ di tregua sulla Covid non significa che i massoni vogliano darci tregua. Loro, le carte, le tenteranno tutte! Poveracci!

Infatti, superata questa pandemia, starebbero già preparando la gente ad un prossimo allarme sanitario – l’AIDS.

A dicembre Joe Biden aveva affermato che l’obiettivo della sua amministrazione era quello di ”porre fine all’epidemia HIV/AIDS entro il 2030. Una campagna simile, lanciata nel Regno Unito nello stesso periodo, aveva usato la stessa identica frase, parola per parola.

Cosi, proprio la settimana scorsa, è stata improvvisamente diffusa la notizia che, in Europa, stesse circolando una nuova variante dell’HIV, un nuovo ceppo presumibilmente “più virulento,” “più trasmissibile” e che “sviluppa molto più velocemente l’AIDS.”

Allo stesso tempo, i giornali scritto che, per la prima volta da anni, gli eterosessuali avrebbero piu’ probabilita’ di contrarre l’HIV rispetto agli omosessuali, e che sarebbero “più a rischio di AIDS” perché verrebbero “diagnosticati in ritardo.”

Sulla scia di questa “notizia,” un articolo del “Guardian” sostiene che abbiamo bisogno di una nuova strategia per affrontare l’AIDS. Dietro questa nuova ondata di paura ci sarebbe l’invito a fare il test dell’AIDS il più presto possibile.

Hanno davvero incominciato a spingere sull’acceleratore. Anche se il problema e la risposta sono ancora appena fuori dalla fase di ricerca e sviluppo, i mondialisti della ricerca starebbero già parlando della soluzione. Indovinate qual è? Un altro vaccino mRNA!

Pare che Moderna abbia imparato così bene dal suo affrettato vaccino Covid che non funziona che stanno già producendo un vaccino HIV che sperano sia altrettanto “sicuro ed efficace.”

In una coincidenza davvero sorprendente, il vaccino HIV di Moderna ha iniziato i test clinici esattamente lo stesso giorno in cui è apparsa sui media la notizia della “nuova variante” dell’HIV e nella stessa settimana dell’annuale “Settimana del test HIV” del NHS.

Ma che strano!

Fonte: ComeDonChisciotte

20 Febbraio 2020 – Redazione

I rincari dei costi dell’energia sono un vero e proprio incubo per gli italiani. Molti cittadini sono costretti a risparmiare su luce e gas per via degli aumenti in bolletta, veri e propri salassi che possono sfiorare +131% per la luce e 94% per il gas. Ma quali sono le ricadute di questa crisi energetica sul tessuto imprenditoriale? La risposta arriva dal distretto emiliano.

“Costretti a investire fuori dall’Italia”Queste le parole di Giorgio Romani, presidente del Gruppo Romani, 420 dipendenti. <<Ormai la prima cosa che faccio in ufficio non è aprire il portafoglio ordini ma guardare come sta andando il gas>> chiosa l’imprenditore. La sua azienda è una delle circa cento produttrici di piastrelle nel distretto emiliano, uno tra i poli più attivi del Paese. Nell’area fra Reggio Emilia e Modena si possono toccare con mano tutte le falle del sistema industriale italiano, un accumulo gigantesco di errori politici e gestionali. “Sembrava un sogno, sta diventando un incubo”esclama Romani. Le aziende sono passate direttamente dall’aumento produttivo registrato in seguito ai bonus edilizi al lavorare in perdita a causa dell’aumento dei costi.

Quello della ceramica è uno dei settori in cui il consumo d’energia è alla base del processo produttivo e, di conseguenza, uno dei più colpiti insieme ad acciaierie, fabbriche di lavorazione del vetro. Queste aziende rischiano un vero e proprio “lockdown produttivo”, causando danni incalcolabili per l’economia locale e nazionale. Il settore della ceramica per piastrelle, per fare un esempio, ha sperimentato nel 2021 una bolletta del gas metano che era di circa 250 milioni, per quest’anno invece prevede un aumento del 500% della spesa e costi di oltre 1,2 miliardi, pari a un quinto del suo fatturato totale per la sola fornitura di base.

Il 59% delle risorse stanziate col famigerato PNRR sono dedicate alla transizione ecologica ma, a questo punto, sorge spontaneo chiedersi come si possa anche solo immaginare una transizione energetica capace di creare sviluppo in un contesto emergenziale come quello attuale. Come si può parlare di sostenibilità e sviluppo, puntando sull’elettrico, se l’energia diventa un bene di lusso? Probabilmente c’è ancora molto da rivedere nei piani dell’Europa.

20 Febbraio 2020 – Redazione

LEGGETE COSA HA MESSO NERO SU BIANCO IL SENATO ITALIANO SU QUESTI PSEUDO VACCINI. 

E’ IL DOCUMENTO PIU’ IMPORTANTE CHE CONFERMA LE DICHIARAZIONI DI MOLTI ESPERTI RICERCATORI, BIOLOGI, VIROLOGI, IMMUNOLOGI, PATOLOGI E MEDICI SPECIALISTI IN GENERALE.

TUTTI I VACCINATI CHE DA ALLORA SI SENTONO STANCHI  E HANNO QUALCHE GENERE DI PROBLEMA PIÙ SERIO, COSI’ COME I PARENTI DELLE PERSONE MORTE DOPO LA  VACCINAZIONE,

udite udite! ….

POTRANNO RICHIEDERE RISARCIMENTI DANNI A CHI GLI HA INOCULATO IL VACCINO SENZA UNA REALE CONSAPEVOLEZZA.

ANCHE I MEDIA E I GIORNALISTI SONO COINVOLTI NELLO SCEMPIO. 

Sappiate che il governo 

con l’atto di sindacato ispettivo n 1-00388 della legislatura 18, afferma che i “vaccini Anticovid” che sono stati messi in commercio sono  SPERIMENTALI, con dati molto limitati sulla sicurezza a breve termine o non disponibili (…). 

La tecnologia del vaccino mRNA non è mai stata approvata per l’uso sull’uomo(..). 

I potenziali effetti a insorgenza tardiva possono richiedere mesi o anni per manifestarsi.

Non lo dice qualcuno in chat ma chi governa. 

Nel frattempo le cure domiciliari efficaci esistevano giá da tempo ma le hanno impedite per giustificare l’uso del mRNA.

Chi ha firmato il consenso informato per l’inoculazione non si rendeva conto di ciò che faceva. Proprio perché convinto bonariamanete dal proprio medico o dal medico degli Hub di vaccinazione. 

Fonte: Senato della Repubblica ⤵️

http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=18&id=1299973

19 Febbraio 2022 – di Tiziana de Felice (Medico -Anestesista)

E’ questa la diagnosi “standard” che ormai sembra diventata un mantra nella caratterizzazione della patologia da SARSCov2 e quindi relativa Covid19.

Chiunque sia afferito, sua sponte o su indicazione, agli ospedali durante questi due anni con sintomi più o meno importanti (dalla semplice febbre ad una patologia respiratoria più impegnativa- sorvolando sul perché sia avvenuto ciò) si è sentito/a diagnosticare la ormai tristemente famosa Polmonite Interstiziale Bilaterale. 

E’ d’obbligo a questo punto fare alcune precisazioni:

la polmonite molto raramente si presenta in forma bilaterale e così simmetrica (se batterica in genere è lobare, se è virale come in questo caso è disseminata ma quasi mai -così equamente distribuita e basale)

le interstiziopatie (se si esclude l’acuzie edematosa iniziale di una forma infiammatoria e qui poi torneremo) generalmente sono dovute alle conseguenze e alla fibrosi del collagene che si forma fra gli alveoli, con carattere quindi di cronicità.

Questo piccolo prologo (doviziosamente spiegato sulla Bibbia degli internisti- l’Harrison testo di Clinica Medica) serve per cercare di districarsi in una narrazione che assume talvolta contorni oscuri e spiegare qualche meccanismo di fisiopatologia ai non addetti.

Già dopo le prime autopsie “concesse” o “azzardate” da alcuni colleghi coraggiosi si potè evidenziare con chiarezza che, alla base della valanga sintomatologica legata all’infezione ci fosse la famosa CASCATA CITOCHINICA, cioè, tutto quel corteo di eventi in cui i mediatori dell’infiammazione giocavano un ruolo fondamentale. A seguire di questa constatazione la conferma che la patologia “reale” non fosse la classica Polmonite bensì, nella maggior parte dei casi, una massiva Microembolia polmonare scatenata dal danno endoteliale iniziale, il passo fu breve.

Ad avvalorare tale sospetto diagnostico il riscontro – quando eseguito – di un valore elevato o elevatissimo di D-Dimero e di Fibrinogeno (marcatori di un consumo abnorme dovuto a fenomeni tromboembolici) oltre al classico aumento di PCR (che pur essendo un marker aspecifico di infiammazione, può essere riscontrato anche in una normale polmonite).

In principio fu il prof. Spagnolo, eccellenza della cardiochirurgia nostrana e internazionale, nonché illustre esperto di Embolia polmonare, ad avere questa intuizione che poi si rivelò esatta e avrebbe in tal modo giustificato la bilateralità simmetrica dell’opacamento radiologico, essendo i vasi  e tutto l’albero circolatorio polmonare simmetrico e appunto bilaterale.

La diagnosi esatta però non si può fare con una normale TC polmonare, bensì con ANGIOTC che riesce a vedere il letto vascolare altrimenti silente.

A logica conseguenza si cominciò- laddove illuminati dalla luce della evidenza medica- a curare nelle prime battute dell’infezione, con antiinfiammatori ed antiaggreganti, nonché, quando il caso lo richiedesse, con anticoagulanti eparinici.

Un’altra logica conseguenza sarebbe stata quella di non dover necessariamente trattare i pazienti con la onnipresente INTUBAZIONE ORO TRACHEALE perché, sia le polmoniti che le stesse embolie polmonari raramente abbisognano di tale procedura.

un polmone embolizzato non permette scambi alveolocapillare e quindi è assolutamente inutile inondarlo di ossigeno che oltre ad essere tossico ad alti volumi e per tempi prolungati, non può essere utilizzato.

un polmone infarcito di microtrombi diventa un polmone di consistenza più fragile e quindi l’O2 a pressioni importanti può provocarne lacerazioni a tutto detrimento della capacità ventilatoria e quindi della saturazione.

Le considerazioni su esposte darebbero conto dei tanti, troppi eventi avversi verificatisi dopo questa manovra che, ancorchè salvavita in mille situazioni (e noi anestesisti-rianimatori ben lo sappiamo) si è rivelata invece, spesso fatale.

19 Febbraio 2022 – Redazione Co.Te.Li- Fonte: CORCOM

Fra i firmatari nomi noti nel settore della data protection e grandi studi legali. “Saltate tutte le regole, collasso strutturale: intollerabile che un trattamento di dati personali sia spinto fino a questo punto”

Il Green Pass viola il Gdpr e scardina qualsiasi regola a livello nazionale e internazionale configurando una situazione al limite del collasso strutturale: questa, in sintesi, la posizione messa nero su bianco da un pool di 25 avvocati in un esposto presentato al Garante Privacy inviato il 14 febbraio.

SCARICA QUI IL DOCUMENTO ⤵️
https://d110erj175o600.cloudfront.net/wp-content/uploads/2022/02/18121156/ESPOSTO.pdf

firmare la segnalazione anche giuristi noti nel campo della data protection, operativi in grand studi legali, nonché docenti ed esperti della materia. Ed è già partita una sorta di “call-to-action” sui social in cui si invitano altri colleghi ad aderire all’iniziativa. “Non crediamo possa essere tollerato oltre dal sistema giuridico – senza cioè un collasso strutturale – che un trattamento di dati personali sia spinto fino a questo punto di violazione normativa e di lucido perseguimento di obiettivi di castigo, oppressione economica e mentale, umiliazione”,scrive in un post su Linkedin l’avvocato Enrico Pelino, fra i firmatari dell’esposto.

E sempre su Linkedin l’avvocato Andrea Lisi, altro firmatario dell’esposto, evidenzia che “il Green Pass dovrebbe essere uno strumento (europeo) utilizzabile per favorire la libera circolazione negli e tra gli Stati membri, ma viene imposto nel nostro Paese come una presunta misura di garanzia che si baserebbe nei suoi presupposti sulla difesa della salute pubblica, ma così come è strutturato finisce per violare palesemente l’art. 32 della Costituzione (oltre che i principi basilari del Gdpr), operando peraltro goffamente un bilanciamento tra diritti fondamentali previsti dalla Costituzione (e la limitazione di un diritto fondamentale quale il diritto al lavoro è incredibile per uno Stato come il nostro fondato su di esso)”.

Durissima la posizione espressa nel documento: “Abbiamo cioè la percezione che si stia agendo in completa illegalità”, si legge. Ed è lunga la lista delle contestazioni: “L’art. 35 del Gdpr impone che la Dpia sia effettuata “prima di procedere al trattamento”, che abbia requisiti netti, pesati fino alla frazione di grammo, che approdi, com’è ovvio nella situazione attuale, alla consultazione preventiva (art. 36 Gdpr), che sia ripetuta o aggiornata a ogni cambiamento, specie se più afflittivo. Siamo in attesa di esaminare la Dpia che avrebbe dovuto essere alla base, per esempio, del DL 172/2021 o del DL 229/2021 o del DL 1/2022 o del DL 5/2022. La verità è che sono saltate tutte le regole. Quelle degli artt. 5, 6, 9, 25, 35, 36 GDPR, degli artt. 8 e 52 Cdfue, del divieto di discriminazione contenuto al cons. 36 Reg. (Ue) 2021/953 e ribadito più volte nel parere congiunto Edps-Gepd n. 4/2021. Basterebbe la contrarietà con una sola di queste norme a dichiarare immediatamente illecito il trattamento”.

I 25 giuristi si appellano al Garante Privacyaffinché “ripristini lo stato di legalità conformemente al proprio mandato istituzionale, dichiarando illecito, nella sua declinazione italiana, il trattamento di dati personali “certificazione verde” introdotto con DL 52/2021 e successivi atti normativi, e per l’effetto ne disponga la limitazione definitiva e il divieto in applicazione dell’art. 58, par. 2, lett. f) Gdpr, ponendo in tal modo fine al più vessatorio, distopico e distorsivo esperimento sui dati personali finora attuato dall’istituzione della Repubblica”.

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Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (redefefefefer ed€5 tt t t art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

Puoi leggere anche su👇

https://cataniacreattiva.it/green-pass-esposto-di-25-giuristi-al-garante-privacy-siamo-agli-antipodi-del-gdpr/

19 Febbraio – Redazione Co.Te.Li

INTRODUZIONE

Dall’inizio della pandemia, il nuovo coronavirus (severe acute respiratory syndrome coronavirus 2, SARS-CoV-2) ha causato a livello globale più di 240 milioni di infezioni (confermate da test di laboratorio) e quasi 5 milioni di morti (https://covid19.who.int/). 

Sebbene siano stati testati diversi approcci terapeutici per contrastare la diffusione e la letalità di questa infezione, solamente la vaccinazione, unitamente al distanziamento sociale ed all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, ha dimostrato di essere l’arma più efficace per bloccare la transizione dall’infezione allo sviluppo delle forme severe di malattia (coronavirus disease 2019, COVID-19)1. Ad oggi sono stati prodotti (o sono in fase di studio) diverse tipologie di vaccini che sfruttano piattaforme specifiche (vaccini ad RNA messaggero [mRNA], a DNA con vettori virali non replicanti, o a base proteica)1-7e a livello mondiale sono state somministrate quasi 7 miliardi di dosi (https://covid19.who.int/).

In Europa è stato approvato l’utilizzo di 4 vaccini (Comirnaty, Spikevax [ex Moderna], Vaxzevria [ex AstraZeneca] e Janssen) che sfruttano due diverse piattaforme (mRNA e DNA con vettore virale non replicante)1. Questi vaccini, la cui efficacia e sicurezza sono state testate da trial clinici appositamente disegnati, contengono istruzioni (pilotate da mRNA o DNA) per la produzione della proteina Spike del SARS-CoV-2. 

Nonostante i risultati positivi dei trial in termini di efficacia e sicurezza2,3,5-8, lo sviluppo di complicanze gravi come le mio(peri)carditi9-11 e serie (soprattutto tromboemboliche)12-15 registrate dopo la somministrazione dei vaccini, ha imposto una stretta monitorizzazione di eventuali effetti collaterali ed eventi avversi. Da quanto viene riportato nell’ultimo rapporto sulla sorveglianza dei vaccini COVID-19 dell’Agenzia Italiana del Farmaco, sono state finora registrate 120 segnalazioni ogni 100 000 dosi somministrate, indipendentemente dal vaccino16

Le segnalazioni riguardano soprattutto Comirnaty, che è stato il più utilizzato, e solo in minor misura Vaxzevria e Spikevax. La maggior parte degli eventi avversi segnalati sono classificati come non gravi (85.4% circa) e solo in minor misura come gravi (14.4%), con esito in risoluzione completa o miglioramento nella maggior parte dei casi16.

Per tutti i vaccini, gli eventi avversi più segnalati sono febbre, stanchezza, cefalea, dolori muscolari/articolari, reazione locale o dolore in sede di iniezione, brividi e nausea. Nelle ultime settimane sono comparse in letteratura anche segnalazioni sulla comparsa di inappropriati incrementi dei valori di pressione arteriosa dopo vaccinazione. Tali segnalazioni rivestono particolare interesse soprattutto alla luce delle recenti evidenze fisiopatologiche inerenti le verosimili interazioni tra vaccini e sistema renina-angiotensina-aldosterone.

VACCINI APPROVATI IN EUROPA

Le caratteristiche principali dei vaccini approvati per l’utilizzo in Europa sono riportate nella Tabella 1. 

Le piattaforme utilizzate sono di nuova generazione (mai utilizzate finora nell’uomo) ed includono l’utilizzo di mRNA con sistemi di rilascio composti da nanoparticelle lipidiche e plasmidi di DNA con vettori di adenovirus non replicanti6,17-19. Il principale target antigenico di questi vaccini è la proteina Spike di superficie del SARS-CoV-2. Questa proteina viene utilizzata dal virus per legarsi ai recettori per l’enzima 2 che converte l’angiotensina II (ACE2) presenti sulla superficie cellulare dell’ospite (pressocché ubiquitari nell’uomo) e per indurre la fusione di membrana tra virus e le cellule umane con conseguente avvio della replica virale20-22

Per i vaccini a DNA, il vettore virale trasporta un gene codificante la proteina virale Spike. Una volta che il materiale genetico ha raggiunto la cellula “infettata”, il plasmide di DNA raggiunge il nucleo (ancora non è stata esclusa una potenziale integrazione col genoma umano19) per poi essere trascritto in multiple copie di mRNA; l’mRNA migra dal nucleo al citoplasma dove attiva la produzione di proteine Spike che raggiungono (unitamente ai frammenti di proteine degradate nel citoplasma), poi, la superficie cellulare13,14. Le proteine (ed i loro frammenti) sono riconosciute dal sistema immunitario dell’ospite con conseguente specifica risposta immunitaria23,24.

I vaccini ad RNA, invece, non raggiungono il nucleo della cellula ospite e l’mRNA veicolato viene utilizzato direttamente nel citoplasma plasmatico per l’espressione di proteine Spike13,14. Numerose copie di proteina Spike vengono generate da ogni template di mRNA veicolato17,18. Come per i vaccini a DNA, le proteine Spike ed i loro frammenti raggiungono la superficie cellulare e sono rapidamente riconosciute dal sistema immunitario con conseguente produzione di anticorpi25-28.

VACCINI E SISTEMA RENINA-ANGIOTENSINA-ALDOSTERONE

La vigorosa risposta immunitaria sollecitata dalla vaccinazione produce l’attivazione delle cellule killer del nostro organismo. Questo provocherà la distruzione della cellula target ed il rilascio di proteine Spike (e dei loro frammenti) accumulate nel citoplasma (“free-floating”).

Poiché le proteine Spike prodotte dal vaccino sembrano essere identiche a quelle del SARS-CoV-2 sia in termini morfologici che funzionali29, è plausibile che esse possano interagire con i recettori ACE2 utilizzati dal virus per invadere le cellule umane29.

L’interazione tra le proteine Spike “free-floating” ed i recettori ACE2 può quindi innescare il meccanismo di “down-regulation” e la paralisi delle funzioni catalitiche dei recettori stessi, tra cui la degradazione dell’angiotensina II in angiotensina1,730-32

Questo fenomeno è stato ben dimostrato in modelli sperimentali a livello delle piastrine, dove il SARS-CoV-2 induce una riduzione significativa dei recettori ACE2, con conseguente rilascio di ATP ed incremento dell’aggregazione (responsabile degli eventi tromboembolici comunemente descritti nel COVID-19)33-37.

La perdita delle attività catalitiche dei recettori ACE2 a livello della membrana cellulare, mediata dall’interazione tra proteine Spike e recettori, produrrà un incremento dei valori di angiotensina II25,26 a causa della ridotta trasformazione in angiotensina1,7 ed una disregolazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone. Inoltre, lo sbilanciamento provocato da un’iperattività dell’angiotensina II e dalla riduzione dei livelli di angiotensina1,7 può favorire fenomeni caratterizzati da un’iperattivazione della cascata coagulativa, dell’infiammazione ed altre reazioni avverse tra cui aumento del volume circolante e vasocostrizione con incremento dei valori di pressione arteriosa20-22,38-40 (Figura 1). 

EVIDENZE CLINICHE

Il primo report che ha evidenziato un nesso (almeno temporale) tra vaccinazione ed incremento dei valori di pressione arteriosa è quello di Meylan et al.41. Questi autori hanno descritto una serie di 9 pazienti (di cui 7 donne e di cui 8 con storia di ipertensione ben controllata dalla terapia in atto) con comparsa di elevati valori pressori (compatibili con stadio III; pressione arteriosa sistolica da 168 a 220 mmHg, pressione arteriosa diastolica da 88 a 115 mmHg) dopo vaccinazione con Comirnaty (n=8) e Spikevax (n=1)41.

Una survey condotta su 287 soggetti sottoposti a vaccinazione anti-COVID-19 ha, successivamente, valutato le modificazioni nei livelli di pressione arteriosa sistolica, diastolica, media e differenziale in un intervallo compreso tra 15 min prima e 15 min dopo la somministrazione del vaccino42. Dopo la prima dose, 82 soggetti (28.6%) hanno sperimentato un incremento della pressione differenziale superiore a 40 mmHg e nel 5.2% della coorte si è registrato un incremento dei valori pressori sistolici di almeno 20 mmHg42

Purtroppo, il disegno di entrambi questi studi42 (breve latenza tra vaccinazione e rilevazione della pressione arteriosa) non aveva la possibilità di escludere l’effetto di fattori emotivi sul rialzo acuto dei livelli pressori. Una survey di operatori sanitari sottoposti a vaccinazione con Comirnaty ha invece e successivamente esteso i dati su tale fenomeno analizzando le variazioni della pressione arteriosa automisurata a domicilio (eseguita secondo le attuali linee guida43) prima e dopo vaccinazione44. Nello specifico, un incremento significativo dei valori di pressione arteriosa è stato definito da un aumento medio di almeno 10 mmHg tra i 5 giorni prima della vaccinazione ed i 5 giorni seguenti la prima somministrazione del vaccino44.

Complessivamente sono stati analizzati 113 soggetti (73% donne, età media 43 ± 11 anni) con una prevalenza di storia di ipertensione arteriosa pari al 18%44. Un incremento dei valori pressori è stato osservato in 6 soggetti (5.3%); in 4 casi è stato anche necessario modificare la terapia antipertensiva in atto e 2 hanno sperimentato un incremento analogo dei valori di pressione arteriosa anche dopo la seconda dose di vaccino44.

Da sottolineare che i soggetti con pregressa esposizione al SARS-CoV-2 hanno sperimentato una più alta incidenza di elevati valori pressori (23% vs 3%, p=0.002)44.

Anche l’analisi degli eventi avversi registrati e resi disponibili dall’EudraVigilance della European Medicines Agency ha evidenziato che nello spettro delle sospette reazioni avverse al vaccino, l’incremento acuto dei valori pressori è uno dei fenomeni dominanti (in totale 6130 segnalazioni ossia il 2.9% di tutti i casi segnalati), incluse “crisi ipertensive” seguite da tachicardia (n = 5788 con 0.7% di eventi fatali) e aritmie (n = 1809 con il 4.1% di eventi fatali)45

CONCLUSIONI E PROSPETTIVE FUTURE

I vaccini anti-COVID-19 hanno chiaramente dimostrato di essere la strategia migliore per arginare la pandemia e ridurre il rischio di eventi fatali del COVID-1946. Seppur le piattaforme utilizzate per questi vaccini sono nuove e mai sperimentate nell’uomo prima d’ora, i risultati dei trial clinici hanno evidenziato un ottimo profilo di efficacia e sicurezza3,5-7.

Nonostante questo, le segnalazioni di effetti collaterali ed eventi avversi seri non sufficientemente caratterizzati nei trial di efficacia hanno generato nella letteratura scientifica qualche dubbio sulla sicurezza dei vaccini anti-COVID-19 e richiesto un’attenta monitorizzazione di questi eventi47. Tali preoccupazioni sono state anche generate dai dati inerenti un’abnorme carica infiammatoria registrata a livello di fegato e polmoni legata all’utilizzo di precedenti vaccini (sempre basati su proteine Spike virali) contro MERS e SARS-CoV-148-51.

Tra le varie segnalazioni di eventi avversi, il verosimile effetto della vaccinazione sui livelli di pressione arteriosa è stato descritto da alcuni report e survey. Ad oggi, un incremento acuto dei valori di pressione arteriosa è stato dimostrato sia con misurazione clinica che con automisurazione domiciliare (è ancora in fase di reclutamento uno studio che utilizza il monitoraggio ambulatoriale della pressione arteriosa nelle 24 h; ClinicalTrials.gov NCT05013931). 

L’effetto dei vaccini sui livelli di pressione arteriosa si fonda su meccanismi fisiopatologici caratterizzati dall’interazione tra le proteine Spike prodotte dai vaccini (che una volta in circolo vengono definite “free-floating”) ed i recettori ACE2. Questa interazione, infatti, favorirebbe la “down-regulation” di tali recettori ed una sorta di paralisi funzionale degli stessi con conseguente accumulo di angiotensina II (e quindi incremento dei valori pressori) e ridotta formazione di angiotensina1,752 (Figura 1). 

I dati riportati in letteratura che collegano vaccinazione ed eventi avversi (incluso il rialzo acuto della pressione arteriosa), oltre a stimolare lo studio dei meccanismi fisiopatologici sottesi, hanno anche generato una linea di ricerca sugli effetti dei vaccini nei pazienti precedentemente esposti al SARS-CoV-2. L’ipotesi, infatti, è che la vaccinazione di soggetti precedentemente esposti al SARS-CoV-2 possa produrre una intensa, seppur rara, risposta infiammatoria e trombotica.

Ad esempio, uno studio clinico condotto su 67 soggetti sieronegativi e 43 soggetti sieropositivi (e quindi esposti in precedenza al SARS-CoV-2) ha evidenziato che dopo la prima dose di vaccino ad mRNA il titolo anticorpale era fino a 45 volte superiore nei soggetti sieropositivi rispetto ai sieronegativi53. Oltre a questo dato, gli stessi autori hanno registrato un tasso di reazioni avverse di tipo sistemico più alto tra i sieropositivi53. Risultati non dissimili in termini quantitativi si sono documentati anche per il rialzo acuto dei valori pressori registrati nella survey di operatori sanitari dopo vaccinazione con Comirnaty44

La sfida della ricerca sul COVID-19 è quella di caratterizzare al meglio i meccanismi alla base delle complicanze dell’infezione e soprattutto dei fenomeni responsabili dell’ingresso del virus nelle cellule umane. Una maggiore conoscenza di questi meccanismi avrebbe anche ripercussioni formidabili sulla produzione di nuovi vaccini che, magari, possano far codificare proteine Spike mutate con specifici cambiamenti conformazionali tali da permettere sempre un’adeguata risposta immunitaria ma un minor legame con i recettori ACE221,22,54,55.

RIASSUNTO

Il nuovo coronavirus (severe acute respiratory syndrome coronavirus 2, SARS-CoV-2) si è rapidamente diffuso a livello globale, causando la morte di oltre 4 milioni di individui e 240 milioni di nuove infezioni confermate da test di laboratorio. Tra tutte le diverse strategie terapeutiche mirate a contrastare l’infezione, i vaccini anti-SARS-CoV-2 sono ad oggi l’approccio più promettente per rallentare la pandemia. I vaccini finora approvati per l’utilizzo nell’uomo hanno dimostrato di produrre una risposta immunitaria adeguata ed offrono una consistente protezione contro le forme severe della malattia. Nonostante queste evidenze, alcuni dubbi sono stati sollevati riguardo la sicurezza dei vaccini e basati sulla documentazione di rari ma gravi eventi sistemici insorti dopo la vaccinazione. Tra le reazioni avverse, alcune evidenze si sono accumulate sul potenziale effetto della vaccinazione sui valori di pressione arteriosa (rialzo acuto e significativo). I vaccini approvati in Europa producono la sintesi endogena della proteina Spike del SARS-CoV-2. Una volta sintetizzate dalle cellule vaccinate, le proteine Spike migrano sulla superficie cellulare da dove protrudono con una conformazione identica a quella delle proteine Spike del virus e generano una risposta anticorpale da parte del sistema immunitario. Quando le cellule target del vaccino muoiono o vengono distrutte dalla risposta immunitaria, le proteine Spike prodotte circolano sotto forma di proteine “free-floating”. Queste proteine Spike “free-floating” possono, quindi, legarsi ai recettori ACE2 (angiotensin-converting enzyme 2) provocando l’internalizzazione, degradazione e perdita delle attività catalitiche dei recettori stessi. Questo fenomeno provoca una rapida riduzione di angiotensina1,7 per la ridotta inattivazione dell’angiotensina II da parte dei recettori ACE2. Lo sbilanciamento tra angiotensina II (iperattivazione) e angiotensina1,7 (riduzione) può giocare un ruolo diretto nella genesi dell’acuto rialzo dei valori di pressione arteriosa sistemica. 

Parole chiave. ACE2; COVID-19; Eventi avversi; Malattia cronica; SARS-CoV-2, Sistema renina-angiotensina-aldosterone; Vaccinazione.

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FONTE: ⤵️
https://www.giornaledicardiologia.it/archivio/3715/articoli/37055/

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19 Febbraio 2022 – Redazione

L’esenzione per la vaccinazione COVID 19, per chi l’ha ottenuta, è costata fatica. Una delle fatiche di Ercole.  C’è chi per ottenerla si è presentato all’hub davanti ai medici vaccinatori che però, non conoscendo l’anamnesi completa del paziente, hanno opposto per lo meno iniziale resistenza.  Quelli che hanno preferito non esporsi in sede vaccinale,  hanno infatti rimandato al mittente le richieste, interpellando direttamente i medici di base. Questi, invece,  hanno dichiaratamente preferito non esporsi nemmeno in studio per star lontani da grane e “scomode inquisizioni” previste dal ministero.

Esistono pochi “fortunati” che sono riusciti nell’impresa, ma anche per loro tra poco potrebbe esserci un amaro risveglio. Le esenzioni, che dovrebbero in teoria essere permanenti, visto che attestano condizioni di salute che per lo più rimangono immutate nel tempo, per il nostro Ministero della Salute invece arrivano sempre a scadenza. E rinnovarle con queste premesse sembra più difficile.

Con uno snervante continuo tira e molla che aveva segnato, inizialmente il 30 settembre 2021, come data di scadenza, per poi arrivare ad una proroga su base mensile. Ora il governo ha stabilito in via ufficiale che il 28 febbraio sarà la data in cui  l’attestazione di esenzione non sarà più valida e dovrà essere necessariamente rinnovata.

E come? Altra complicazione e non di poco conto.

Per alcuni, si dovranno andare a ripescare i medici vaccinatori che hanno concesso il pezzo di carta all’hub, per altri ci si dovrà recare dal medico di famiglia. Mentre per la prima categoria ci potrebbe essere una effettiva difficoltà logistica, nella seconda sono gli stessi medici ad opporre perplessità e anzi, si dichiarano persino infastiditi dalle richieste. Indipendentemente da ogni possibile polemica, è innegabile che non c’e’alcuno meglio di loro, che conosca la storia personale del paziente e comprenda se e quanto sia rischiosa la somministrazione di un farmaco in una specifica anamnesi clinica. Eppure, c’è chi dubita che il rinnovo sia una passeggiata, e che sia stato reso tale proprio per disincentivare le domande e scoraggiarne definitivamente la richiesta.

Quindi, se già prima, rilascio dell’esenzione era un’impresa titanica, adesso, siamo sicuri che esista ancora qualcuno che vorrà opporsi al sistema e agire in scienza e coscienza, rinnovando i documenti scaduti?

Il 1 Marzo lo sapremo