“NEMICI” DA COMBATTERE:IERI “IL NO VAX”, OGGI PUTIN, DOMANI CHISSA’……

2 marzo 2022 – Redazione

L’operazione militare sul territorio ucraino ordinata da Vladimir Putin ha offerto all’opinione pubblica un nuovo nemico da sconfiggere e discriminare: il russo. Un fenomeno che si inizia a manifestare in modo significativo negli Stati storici del Vecchio Continente, ma che si osserva anche nei “nuovi arrivati”.

La Repubblica Ceca minaccia fino a 3 anni di carcere per pensieri filo-russi

Il procuratore Supremo della Repubblica CecaIgor Stríž ha avvisato, infatti, i suoi cittadini che, in caso di approvazione pubblica dell’intervento militare della Russia, si rischia il carcere fino a 3 anni.

“L’ufficio del procuratore Supremo considera necessario informare i cittadini che l’attuale situazione collegata all’attacco della Russia in Ucraina potrebbe avere implicazioni sulla loro libertà d’espressione”si legge in un comunicato stampa datato 26 febbraio 2022. “Se qualcuno approva pubblicamente, accetta o supporta gli attacchi russi in Ucraina – prosegue il comunicato – incluse manifestazioni, Internet o social network, potrebbe incorrere a imputazioni criminali sotto certe condizioni”. Le leggi che vengono menzionate nella dichiarazione includono il divieto di “approvare crimini” e “negare, mettere in dubbio, approvare e giustificare il genocidio”. La Repubblica Ceca è membro sia dell’Unione europea che della NATO.

Controllo delle comunicazioni online

Il controllo del pensiero verrà esercitato direttamente dalle forze dell’ordine ceche, impegnate a spulciare commenti ed espressioni ideologiche che non dovessero rappresentare gli interessi decisi dall’alto, e che rappresenterebbero quindi un crimine. Secondo quanto riportato da Radio Prague International, la polizia ha già iniziato a controllare le comunicazioni online in cerca di pensieri “sbagliati”. “La legge ceca punisce con fino a tre anni di carcere chi supporta crimini contro l’umanità e genocidi”, ha affermato il portavoce del presidio di polizia della Repubblica Ceca, Ondrej Moravcík. L’ambasciata ucraina in Repubblica Ceca ha comunicato in un tweet che sono stati eseguiti già due arresti sulla base dell’infrazione del Codice penale.

Provvedimenti simili in Slovacchia e Lettonia

E alla Repubblica Ceca si aggiungono anche Slovacchia e Lettonia. L’emittente televisiva slovacca RTV-Spravy riportache “chiunque in una situazione di crisi cerchi di ostacolare la pace in alcun modo, promuove la guerra, oppure supporta la propaganda bellica, verrà punito con una pena detentiva dai 10 ai 25 anni, oppure l’ergastolo”. La polizia ha fatto riferimento all’articolo 417 del Codice penale. Storia analoga in Lettonia, dove viene chiesto l’aiuto dei cittadini, segnalando alle autorità commenti e pensieri atti a giustificare l’intervento militare della federazione russa.

Anche la UE censura le notizie filo-russe


La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha promesso di “vietare nell’UE i media del Cremlino” nel mezzo dell’operazione speciale russa, in corso per smilitarizzare e denazificare l’Ucraina. “Russia Today e Sputnik, di proprietà statale, così come le loro sussidiarie, non saranno più in grado di diffondere le loro bugie per giustificare la guerra di Putin e per seminare divisione nella nostra unione”, ha affermato.Per approfondimenti puoi leggere QUI.

L’eredità dell’emergenza sanitaria?

Durante l’emergenza sanitaria, gli Stati occidentali hanno avuto modo di sperimentare le reazioni dei cittadini quando messi di fronte ad una limitazione della libertà di espressione. E quanto appreso nel corso degli ultimi due anni, può essere ora applicato senza alcuna opposizione, anzi con l’appoggio della maggioranza tirannica, costruita ad hoc dall’Agenda setting dei mass-media. Non solo la Thought Police (Polizia del Pensiero) punisce severamente pensieri controcorrente, ma addirittura richiede l’adesione religiosa al pensiero unico.

All’Occidente serve un nemico?

E così il direttore d’orchestra russo Valery Gergiev non potrà più dirigere nei Paesi occidentali, visto che “non ha preso le distanze da Putin”. Mentre nelle università italiane si vuole impedire lo studio di un autore con pochi eguali come Fëdor Michajlovič Dostoevskij. “Lo scopo è quello di evitare ogni forma di polemica, soprattutto interna in questo momento di forte tensione”, ha scritto il rettorato dell’Università Bicocca al professor Paolo Nori comunicando la sospensione del corso, ritrattando poi quanto deciso in seguito alle forti critiche ricevute.

Atleti russi di ogni sport vengono esclusi dalle più importanti competizioni internazionali, come se la decisione di invadere il territorio ucraino fosse anche loro responsabilità. Mentre la Bologna Children’s Book Fair 2022 sospende ogni collaborazione con editori russi, che non potranno partecipare alla prossima Fiera.

Le democrazie occidentali hanno forgiato un nuovo tipo di società, nella quale bisogna odiare per sopravvivere. Ieri il “no vax”, oggi il russo, domani chissà…


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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

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