«Morti quasi 500 giovani in più del ‘normale’». Ecco i trucchi per non far emergere i decessi degli under 40

13 Maggio 2022 – Redazione – di Alessandro Rico ( La Verità)

Confondono la media con la tendenza oppure mescolano le fasce d’età. Ma il caso dei 480 decessi in più di giovani (in maggioranza maschi) esiste. Effetto del vaccino? Non si può affermare. Ma neppure escludere.

Nel 2021 sono morti quasi 500 giovani in più del «normale». Come mai solo l’Oms se n’è resa conto? Sì, le notizie sui malori e sulle morti improvvise dei ragazzini, in Italia, si moltiplicavano. Ma magari è solo perché, per i siti Internet, erano «clic» facili. Magari, il fenomeno è sempre esistito e nessuno gli dava peso. Rilevare, a livello statistico, l’extra mortalità nella fascia d’età 0-39 anni, è un lavoro decisamente più complicato che scartabellare le cronache sui giornali. E osservando i dati si può essere tratti in inganno – o, viceversa, i dati possono essere presentati in modo da ingannare chi li guarda.

Prima ricapitoliamo i fatti. Tra maggio e novembre dello scorso anno, in Italia, sono morti 480 under 40 di troppo, rispetto a quelli che sarebbe stato ragionevole aspettarsi, in base alle tendenze dei dieci anni precedenti. Si tratta di un aumento di circa il 7%. Da dove lo si evince? Da una tabella dell’Oms, che registra la differenza tra le vittime attese nel periodo della pandemia e quelle che sono state effettivamente registrate. In totale, 894 ragazzi e ragazze, cui bisogna sottrarre quelli certamente morti per (o con) il Covid e quelli stroncati dall’incremento degli incidenti stradali, seguito al lockdown. Alla fine, viene fuori che, di 480 di loro, s’ignora il motivo del decesso. Sappiamo che ci sono più morti di quelli che avremmo dovuto contare, ma non sappiamo perché. Qui entriamo, pertanto, nel campo delle ipotesi.

Il deputato leghista, Claudio Borghi, sospetta che un ruolo l’abbia avuto la campagna vaccinale. L’anomalia, in effetti, inizia in concomitanza con l’allargamento alla platea dei più giovani delle iniezioni e riguarda segnatamente i maschi, più esposti agli effetti collaterali cardiaci dei farmaci a mRna. È il motivo per il quale parliamo di morti «dopo» il vaccino e non «a causa» del vaccino: la coincidenza cronologica è assodata; il rapporto di causalità va verificato. Tant’è che il professor Antonello Maruotti, ordinario di statistica all’Università Lumsa di Roma, rimane più prudente: «Non conosciamo la causa della morte di quelle persone: le rilevazioni Istat si fermano a giugno 2020. Tuttavia, essendosi invertita la tendenza alla diminuzione dei decessi in quella fascia d’età, che era rimasta costante dal 2011 in poi, è lecito interrogarsi, finché le cause non saranno rese note». E noi ci siamo interrogati. Anzi, abbiamo interrogato il professor Alessandro Capucci, cardiologo dell’Università Politecnica delle Marche. È possibile, abbiamo chiesto, che una miocardite da vaccino, asintomatica, uccida all’improvviso un paziente apparentemente sano? «È possibile. Alcune miocarditi provocano aritmie ventricolari, che possono sfociare in fibrillazioni e poi arresti cardiaci». E l’esito infausto si verifica per forza a ridosso dell’inoculazione? «No: nelle miocarditi, parte delle cellule muscolari viene sostituita da tessuto fibrotico. Questo processo può innescare aritmie mortali a distanza di mesi, financo di anni. Perciò, chi sostiene che le miocarditi da vaccino sono benigne, dice qualcosa che attualmente è inverificabile». Insomma, non abbiamo prove, ma qualche indizio sì: un cuore potrebbe collassare a distanza di settimane dalla puntura a mRna. E noi saremmo indotti a credere che tra i due accadimenti non ci sia «nessuna correlazione».

Veniamo quindi al primo, meno raffinato «trucco», con il quale i numeri sull’extra mortalità, altrimenti inquietanti, vengono mascherati. Per i confronti, ad esempio, si potrebbe utilizzare la media dei decessi negli anni precedenti. Ma a noi non interessa sapere quanti under 40 sono morti in media dal 2011 in poi. Il punto è che, fino al 2020 compreso, in quella classe d’età, i decessi erano in regolare calo. Nel 2021, al contrario, sono tornati ad aumentare. Perché? È questo il mistero sul quale va fatta luce.

Il secondo elemento di confusione è più raffinato. Se si osservano i dati aggregati, si scopre che, nel 2021, rispetto all’anno precedente, i morti in Italia sono diminuiti: da 664.623 a 638.513. Grazie ai vaccini, dedurrà qualcuno. Può darsi. I picchi pandemici continuavano a susseguirsi e il vaccino avrà protetto i soggetti più a rischio. Falso allarme, quindi? Neanche per sogno.

Di nuovo: non ci interessa sapere quanti italiani in totale abbiano perso la vita tra maggio e novembre 2021, bensì quanti siano i dipartiti under 40. Il dato complessivo nasconde l’eccesso di mortalità nei più giovani, forse anche per via del cosiddetto effetto harvesting(letteralmente, «mietitura») sugli anziani. Proviamo a semplificare. Mettiamo che, se la natura avesse fatto il suo corso, sarebbero morti 100 ultraottantenni nel biennio 2020-2021: 50 nel primo e 50 nel secondo anno. A marzo 2020, però, è arrivato il Covid e si è portato via subito tutti e 100 i nonnini. L’anno seguente, non registreremo più 50 deceduti tra gli over 80. Così, se anziché nessun quarantenne, ne morissero altrettanti, conteremmo lo stesso i 50 morti totali che ci aspettavamo. E l’eccesso di mortalità tra i più giovani verrebbe compensato dal calo di mortalità tra gli anziani.

Ribadiamo: non si sa se il vaccino c’entri qualcosa. Quei 480 under 40 saranno morti in fabbrica, o colpiti da fulmini, o annegati. Frattanto, non sarebbe male se chi di dovere indagasse. Borghi riferisce alla Verità di aver spedito delle Pec all’Iss come deputato della Repubblica e di aver tentato un accesso agli atti. Buchi nell’acqua. «L’unico modo per andare a prendersi i documenti con le cattive, sarebbe istituire una commissione parlamentare d’inchiesta. Ma la legislatura è in scadenza: per adesso è impensabile». E i magistrati? Sono troppo impegnati ad aprire fascicoli sui crimini di guerra dei russi in Ucraina?

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