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4 Maggio 2022 – Redazione – di Marcello Pamio

Il patron di Tesla Motors, Elon Musk sta lavorando a uno smartphone futuristico. Ovviamente i piani di produzione e di sviluppo del prodotto sono top secret e non trapela nulla.

Molto probabilmente si chiamerà Model Pi e sarà lanciato alla fine del prossimo anno o all’inizio del 2024. Lo smartphone avrà una funzionalità integrata per ottenere l’accesso a Starlink (la serie di satelliti in orbita bassa lanciati di Musk) che consentirà agli utenti di navigare senza le reti di telecomunicazioni terrestri. Sarà anche integrato con le auto Tesla, ma la chicca finale è che supporterà sicuramente Neuralink (la società che lavora ai chip impiantabili nel cervello umano), la tecnologia che permetterà agli utenti di controllare i dispositivi con i propri pensieri. O viceversa! 

Quindi il cellulare di Mask, da usare con i satelliti di Musk, per le auto di Musk, e che interagirà con il cervello di Musk. Il miliardario transumanista così facendo gestirà tutte le informazioni e i dati che viaggiano nell’etere, ma anche i cervelli dei propri clienti…

 

Fonte: ⤵️

https://www.thenationalnews.com/business/technology/2022/03/17/what-we-know-so-far-about-teslas-rumoured-model-pi-smartphone/

 

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04 Maggio 2022 – Redazione

Per le sale non si tratta di un invito alla disobbedienza, ma di un modo per “smascherare attraverso un atto simbolico la contradditorietà e inefficacia di una norma”.

Singolare e provocatoria protesta di un gruppo di sale cinematografiche contro l’obbligo di indossare le mascherine Ffp2 al cinema: dal primo maggio in regalo un lecca-lecca a chi compra un biglietto.

“Dal momento che in molti luoghi più a rischio l’obbligo della Ffp2 è stato tolto – spiegano in un comunicato -, in alcuni casi già da tempo (e in alcuni casi non vi è più nemmeno obbligo, in nessun momento, di alcun dispositivo di protezione, come in ristoranti, bar e discoteche), molti esercenti hanno deciso di unirsi in un’azione di protesta pacifica, una dolce provocazione che di fatto, consentirà a chi vorrà di continuare a indossare la Ffp2 e a chi non vorrà di abbassarla, almeno per un po’, nel pieno rispetto della legalità. Già da qualche tempo è infatti consentito abbassare la mascherina in sala quando si consumano cibi o bevande”.

Non si tratta di un invito alla disobbedienza, ma di un modo per “smascherare attraverso un atto simbolico la contradditorietà e inefficacia di una norma”. L’augurio è che “l’iniziativa possa allargarsi nei prossimi giorni a sempre più sale” spiegano in un comunicato i 19 cinema che hanno già aderito dal Cinema Italia di Belluno, al Beltrade e Wanted Cinema di Milano, dal cinema Nuovo di La Spezia al multisala Iris di Messina.

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04 Maggio 2022 – Redazione – Fonte: EventiAvversi

Una nuova serie di documenti Pfizer citati in giudizio sul vaccino mRNA “Comirnaty” è stato rilasciato.

L’FDA inizialmente aveva chiesto di rilasciarli nel 2076.

Successivamente e grazie alle azioni legali intraprese contro l’agenzia, un giudice federale ha respinto sonoramente l’assurda richiesta e ha ordinato alla FDA di produrre tutti i dati in lotti di 55.000 pagine al mese.

Il primo lotto di documenti prodotti nel novembre 2021, che ammontava a sole 500 pagine, ha rivelato che ci sono stati più di 1.200 decessi correlati al vaccino nei primi 90 giorni successivi al rilascio del vaccino COVID Pfizer-BioNTech.

Il 1° marzo l’FDA ha rilasciato la prima tranche di  10.000 pagine di documentazione Pfizer.

La successiva tranche di quei documenti Pfizer è stata rilasciata il 1 ° aprile. Ci sono altre 11.043 pagine che erano state citate in giudizio dalla FDA degli Stati Uniti. Il nuovo lotto di documenti include anche una versione non redatta di un rapporto post-commercializzazione.

Ora un altro lotto di documenti sui vaccini Pfizer della FDA è stato prodotto (90.702 pagine), disponibile presso Public Health and Medical Professionals for Transparency. La versione di questo mese include 80.000 pagine…

 

CLICCA SUL LINK PER CONSULTARE I NUOVI DOCUMENTI (pagine 7 e 8 ) SU:⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️

https://phmpt.org/pfizers-documents/

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

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https://cataniacreattiva.it/rilasciati-i-nuovi-documenti-pfizer-tutti-i-file-da-scaricare/

 

04 Maggio 2022 – Redazione

Al teatro Ghione di Roma in «Pace proibita», Moni Ovadia, artista, scrittore e intellettuale ebreo, parla del Battaglione Azov, dei neonazisti in Ucraina e dell’indifferenza dell’occidente di fronte a questo pericolo internazionale.

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04 Maggio 2022 – Redazione

Profughi ucraini lavorano negli hotel , dopo l’accoglienza è arrivato anche il lavoro. Sono circa 300 i profughi accolti in queste settimane a Rimini che hanno trovato lavoro negli hotel della zona. Alcuni di questi hanno già iniziato a lavorare – raccontano gli albergatori dell’associazione Riviera Sicura che li ospitano – altri sono in attesa che la struttura alla quale sono stati assegnati apra per la stagione estiva.

Poche ore dopo l’inizio della guerra, molti ucraini hanno raggiunto la Romagna, in particolare Rimini dove, prima che esplodesse il conflitto, si trovava una delle comunità ucraine più grandi d’Italia che contava già 5.000 persone. Negli ultimi due mesi sono stati 4.800 i profughi registrati nella provincia romagnola.

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04 Maggio 2022 – Redazione – Fonte: Today.it

Ci siamo. Poste Italiane, come previsto, procederà con l’estinzione di molti libretti postali entro il 21 giugno 2022. Alcuni correntisti infatti hanno dimenticato in qualche cassetto un libretto di risparmio con cifre importanti, qualcuno addirittura mezzo milione di euro. Numeri alla mano, sono decine di migliaia i risparmiatori che hanno un libretto postale ma lo hanno smarrito chissà dove, oppure ci sono eredi che neppure sanno di esserlo. E poi ci sono tutti i libretti gettati per errore. Solo negli ultimi anni infatti è stato possibile aprire un libretto dematerializzato, cioè utilizzabile anche senza mostrarlo ogni volta. Una norma voluta dall’allora ministro Giulio Tremonti nel 2005 stabilì di estinguere tutti i conti in cui non era stato regsitrato alcun movimento in 10 anni.

Il prossimo 21 giugno tocca alle Poste, e sarà la volta di migliaia di libretti risparmio. La notizia riguarda tante persone. Il classico libretto postale infatti è uno degli strumenti di risparmio tradizionalmente più diffusi perché garantiti dallo Stato: sono considerati una sorta di salvadanaio. Grazie alla possibilità di versare e prelevare denaro senza costi, vengono usati da moltissimi italiani.

Libretti postali e conti ‘dormienti’ Che fare?

La misura agisce sui depositi che presentano somme pari o superiori a 100 euro, ma che non sono stati più incrementanti o utilizzati da 10 anni. L’unico modo per evitare la chiusura è rispondere alla comunicazione di Poste entro 180 giorni oppure effettuare un’operazione. Altrimenti verrà estinto. Basta effettuare un’operazione per scongiurare il rischio, ma realisticamente chi non fa operazioni sui libretti da 10 anni a questa parte, non ne farà nemmeno entro il primo giorno della prossima estate. Ma la comunicazione non arriverà certo a tutti. Infatti la maggior parte dei rapporti sono intitolati a persone decedute, o a persone che neppure sanno di averli. Poste Italiane non ha mai comunicato quanti siano esattamente i libretti dormienti, ma secondo le stime più credibili sarebbero decine di migliaia.

Va ricordato che Poste non è tenuta, non è obbligata da alcuna legge a cercare i clienti o gli eredi per avvertirli che esistono delle somme a loro intestate o alle quali hanno diritto che stanno per essere congelate. C’è una sorta di salvacondotto: chi si accorgesse che i propri soldi sono “spariti” ha ancora 10 anni di tempo per recuperarli: tra il 2010 e il 2016, sono state finalizzate in questo senso poco meno di 40 mila istanze per quasi 220 milioni di euro. D’altra parte nel calderone “rientrano non solo depositi di denaro, libretti di risparmio (bancari e postali), conti correnti bancari e postali, ma anche azioni, obbligazioni, certificati di deposito e fondi d’investimento nonché assegni circolari non riscossi entro il termine di prescrizione”. Le somme finiscono al Fondo speciale per il rimborso dei risparmiatori vittime di frodi finanziarie.

Poste Italiane ha intenzione di diramare nelle prossime settimane un avviso pubblico, che verrà diffuso attraverso i quotidiani. “È opportuno che i cittadini verifichino i propri documenti e quelli dei parenti anziani, per evitare di perdere gli importi dovuti. Tale circostanza è valida anche per gli eredi che vogliano verificare l’esistenza di libretti “dormienti” intestati al parente deceduto” dicono da Federconsumatori. Se si conosce il numero identificativo del libretto è semplice verificare se si tratta di uno dormiente: sul sito di Poste Italiane c’è l’elenco completo.

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04 Maggio 2022 – Redazione

Il pontefice ha affermato di aver chiesto un incontro con Putin per discutere del conflitto ucraino ma non ha ricevuto risposta.

Papa Francesco ha affermato che l’espansione verso est della NATO potrebbe aver indotto il presidente russo Vladimir Putin a lanciare un attacco contro l’Ucraina.

In una lunga intervista pubblicata questa mattina, martedì 3 maggio, dal quotidiano italiano Il Corriere della Sera, il Pontefice ha ipotizzato che “l’abbaiare della Nato alla porta della Russia” avrebbe spinto Putin a lanciare la campagna militare il 24 febbraio.

Bergoglio ha anche detto di aver chiesto un incontro con Putin durante le prime settimane del conflitto, ma non ha ancora ricevuto risposta. Ha detto di aver chiesto all’alto diplomatico vaticano di contattare il presidente russo per organizzare una visita a circa tre settimane dall’inizio delle ostilità.

Il pontefice ha anche detto di aver parlato con il capo della Chiesa ortodossa russa, il Patriarca di Mosca Kirill, per 40 minuti tramite Zoom.

Fonte: Massimo A. Cascone

https://www.corriere.it/cronache/22_maggio_03/intervista-papa-francesco-putin-694c35f0-ca57-11ec-829f-386f144a5eff.shtml

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04 Maggio 2022 – Redazione – di Giuseppe Liturri ( La Verità)

Il governo si fa restituirei i soldi dati per la pandemia. Scatta la tagliola del tetto per gli aiuti, denunciata a suo tempo dalla «Verità» e negata dal ministro: molte aziende devono ridare parte del poco ricevuto. Questo mentre i costi di produzione sono saliti quasi del 40%.

È passata esattamente una settimana da quando per gli imprenditori si è materializzato fin nei minimi dettagli l’incubo della restituzione degli aiuti ricevuti a partire da maggio 2020, per mitigare l’impatto della crisi economica che ha portato il Pil al più grave calo del dopoguerra. Il provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate del 27 aprile non lascia spazio a dubbi. L’hanno chiamata «restituzione volontaria», solo per indorare la pillola. Si è così rivelata mal riposta la fiducia nelle parole pronunciate il 19 novembre 2020 in audizione parlamentare dal ministro dell’Economia dell’epoca, Roberto Gualtieri, che, affermò perentoriamente: «Tale pericolo non sussiste». Fu la sbrigativa risposta alla domanda del senatore Alberto Bagnai che paventava il rischio di restituzione di aiuti eccedenti la soglia (allora pari a 800.000 euro) fissata dalla Commissione per gestire in un quadro unitario (ma temporaneo) tutte le varie misure di aiuto (contributo a fondo perduto, crediti di imposta, eccetera…) progressivamente varate dagli Stati membri, superando il divieto di aiuti di Stato, lesivi del mercato unico e della concorrenza.

Proprio su queste colonne [La Verità, ndr] avevamo manifestato la preoccupazione per l’insufficienza di quella soglia, di fronte ai danni enormi subiti dalle numerose attività chiuse d’imperio o i cui clienti erano rinchiusi in casa.

Successivamente, la Commissione ha emendato quel quadro per ben sei volte (da ultimo il 18 novembre 2021), portando quelle soglie a 2,3 milioni e 12 milioni (solo per le imprese con calo del fatturato superiore al 30% e fino a copertura del 70% o 90% dei costi fissi).

Quegli aiuti furono erogati, a partire dal decreto Rilancio, frazionati in una miriade di interventi settoriali e certamente non brillarono per tempestività e facilità di accesso. Prova ne è che il deficit/Pil consuntivo del 2020 si chiuse al 9,6%, contro il 10,8% programmatico, proprio a causa della scarsa attrattività di alcune misure. Lo stesso dicasi per il 2021, chiuso al 7,2%, contro il 9,4% programmatico, in questo caso anche grazie ad una maggiore crescita del Pil.

Ora il contribuente sopravvissuto al rischio di portare i libri in tribunale è chiamato a una prova che rischia di portarlo davvero davanti al magistrato, questa volta quello penale.

Dovrà infatti rendere una autodichiarazione entro il 30 giugno – nella forma di dichiarazione sostitutiva di atto notorio, con relative sanzioni penali in caso di errori o omissioni – con riferimento a ben 29 (ventinove!) diverse misure agevolative a partire da marzo 2020. Per ciascuna di esse, dovrà indicare se l’aiuto ricevuto beneficia del plafond da 1,8 o 10 milioni e rilevare l’eventuale eccedenza da restituire entro la data di presentazione della prossima dichiarazione dei redditi. Ma non basta. Poiché il 28 gennaio 2021 quelle soglie furono aumentate, dovrà differenziare gli aiuti ricevuti prima o dopo quella data, con possibilità di riportare in avanti l’eccedenza ante 28 gennaio per beneficiare della soglia più alta. Per infierire su chi si fosse già perso in questo ginepraio, aggiungiamo che quelle soglie sono state aumentate il 18 novembre scorso a 2,3 e 12 milioni, ma il modello messo a punto dal direttore dell’Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, non ne tiene affatto conto, perché tale modello si attiene a quanto disposto dal decreto del ministro Daniele Franco. Tale ultimo decreto, firmato a inizio dicembre 2021, ci ha messo un mese per finire in Gazzetta Ufficiale il 20 gennaio 2022 e, da allora, i tecnici dell’Agenzia hanno avuto bisogno di tre mesi per venire a capo di un vero e proprio labirinto e consegnare così al malcapitato contribuente il rebus da risolvere. A quest’ultimo saranno però concessi solo circa 60 giorni. Poiché i guai non vengono mai da soli, il rispetto delle soglie deve essere verificato a livello di «impresa unica» e non di soggetto giuridico beneficiario. Coinvolgere più società significa aumentare le probabilità di superare le soglie e c’è pure il rischio che qualcuno confonda il concetto di impresa unica con quello di gruppo societario. Infatti l’impresa unica comprende legami funzionali e operativi che allargano il perimetro del gruppo definito dal Codice civile ed è una definizione nata con riferimento agli aiuti de minimis che oggi viene utilizzata – per via interpretativa – anche per questi aiuti. Gli avvocati possono già affilare le armi.

Non è dato sapere quale sarà l’ammontare degli aiuti effettivamente restituiti. Quest’ultimo aspetto è solo conseguenziale rispetto alla beffa che dovrà subire chi ha rischiato di chiudere la propria azienda, e sarà costretto a passare ore e ore con il proprio commercialista in un percorso a ostacoli per fornire dati in gran parte in possesso del Fisco che però ora lascia al contribuente l’onere dei calcoli, della relativa responsabilità e della restituzione.

Il tutto mentre siamo alle prese con consumi schiacciati da un’inflazione intorno al 7% che non vedevamo da 30 anni e quasi certamente a cavallo di due trimestri in recessione.

Gli imprenditori italiani hanno una buona occasione per respingere tutto al mittente e affidarsi a bravi avvocati, perché questa richiesta della Ue, per procura del ministro Franco, non ha fondamento economico né giuridico.

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03 Maggio 2022 – Redazione

La Corte suprema intende votare per annullare la legge del 1973 che garantisce il diritto all’aborto negli Stati Uniti. Lo rivela Politico, che ha ottenuto in esclusiva una bozza scritta dal giudice Samuel Alito sul parere della maggioranza dei saggi. Il documento è un ripudio “totale e fermo” della storica sentenza Roe vs Wade.

“Riteniamo che ‘Roe e Casey’ debba essere annullata”, si legge nella bozza intitolata ‘Parere della Corte’. “È tempo di dare ascolto alla Costituzione e restituire la questione dell’aborto ai rappresentanti eletti del popolo”, si legge ancora nel documento. La bozza è stata redatta a febbraio, riferiscono fonti informate a Politico. I quattro giudici nominati dai repubblicani – Clarence Thomas, Neil Gorsuch, Brett Kavanaugh e Amy Coney Barrett – hanno votato con Alito, anche lui nominato da un presidente del Gran Old Party, George W. Bush, nel 2005, per abolire il diritto all’aborto.

I tre giudici democratici Stephen Breyer, Sonia Sotomayor e Elena Kagan stanno lavorando aduna contro-bozza, riferiscono le fonti. Non è chiaro come si schiererà il presidente della Corte suprema John Roberts, nominato sempre da Bush nel 2006 e che è considerato un moderato. (ANSA).

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03 Maggio 2022 – Redazione

Non sono le parole di un feroce antisemita. A pronunciarle è stato il premier israeliano Benjamin Netanyahu al convegno internazionale sionista. Frasi che hanno scatenato ferocissime reazioni fuori e dentro il Paese visto che l’eliminazione degli ebrei era stata teorizzata nel “Mein Kampf” dello stesso Hitler. La tristemente nota “soluzione finale”.

“Gli attacchi contro gli ebrei nel 1920, 1921 e 1929 sono stati suggeriti dal mufti di Gerusalemme dell’epoca. Personaggio poi accusato al processo di Noriberga. Hitler all’inizio non voleva sterminare gli ebrei, ma solo espellerli. Fu il mufti al-Husseini a suggerire lo sterminio a Hitler dicendo se li espelli verranno tutti qui in Palestina. Bruciali tutti”.

Ma le cose non stanno proprio così secondo molti storici dell’olocausto. Al Husseini era un razzista e antisemita panarabo che collaborò con i nazisti in più occasioni e venne accusato di crimini di guerra, ma l’idea dello sterminio di massa degli ebrei era già stata pianificata da Hitler anni prima.

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