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11 Febbraio 2022 – Redazione

L’Europa si mette alle spalle l’emergenza Covid. Almeno nelle nazioni più a Nord, quelle che per prime sono state colpite dalla quarta ondata del virus. Solo una settimana fa erano state Norvegia e Danimarca ad abolire obbligo di mascherine e di distanziamento sociale sostenendo come il Covid non fosse più «una malattia da allarme sociale». E cioè che il sistema sanitario non fosse più a rischio. Ora a seguirne l’esempio sono anche Gran Bretagna e Svezia. Mentre la Francia si appresta a rinunciare al Green pass nelle prossime settimane. Il premier britannico, Boris Johnson, parlando al Parlamento, ha annunciato che le leggi che in Inghilterra richiedono alle persone con Covid-19 di auto-isolarsi verranno revocate nell’arco di alcune settimane, ponendo fine a tutte le restrizioni legate alla pandemia. Johnson ha detto che se gli attuali trend incoraggianti continueranno gli obblighi di isolamento previsti per i positivi al Covid-19 potranno terminare un intero mese prima del previsto. Le regolamentazioni attualmente in vigore dovrebbero scadere il 24 marzo; secondo il nuovo obiettivo di Johnson potrebbero decadere il 21 febbraio.

Proprio quel giorno il primo ministro britannico presenterà il suo piano per convivere con il virus. Il mese scorso il governo conservatore britannico ha revocato la maggior parte delle restrizioni ancora in vigore per il coronavirus. In Inghilterra le mascherine non sono più obbligatorie ovunque, tranne che sulla rete di trasporti pubblici. Inoltre è stata annullata la necessità dei Green pass per entrare nei locali e accedere a eventi di grandi dimensioni. Anche la Svezia di fatto dichiara finita la pandemia con la decisione di non sottoporre più a tampone anche per persone che dovessero avere sintomi assimilabili a quelli del Covid. L’obbligo di test resta solo in caso di pazienti fragili con elevato rischio di peggioramento. La mossa, al via ieri, pone il Paese scandinavo in disaccordo rispetto al resto d’Europa, ma alcuni esperti ritengono che potrebbe diventare la norma visto che i costi per effettuare i test non superano i benefici dal momento che la variante Omicron sembra provocare effetti meno gravi e i governi iniziano a valutare di considerare il coronavirus al pari di malattie endemiche. A partire da ieri, quindi, solo gli operatori sanitari, gli anziani e i più vulnerabili avranno diritto al test molecolare gratuito se sono sintomatici, mentre al resto della popolazione verrà semplicemente chiesto di rimanere a casa se mostrano sintomi che potrebbero essere causati dal Covid-19. I test rapidi antigenici sono già disponibili per l’acquisto nei supermercati e nelle farmacie, ma i loro risultati non vengono segnalati alle autorità sanitarie. «Abbiamo raggiunto un punto in cui il costo dei test non è più giustificabile», aveva dichiarato questa settimana la capa dell’Agenzia svedese per la sanità pubblica, Karin Tegmark Wisell, all’emittente nazionale SVT. Sempre ieri la Svezia ha abbandonato i limiti sul numero di persone che possono raccogliersi agli eventi o nei ristoranti, i certificati di vaccinazione non possono più essere richiesti e gli orari di apertura ridotti di bar e ristoranti sono stati cancellati.

Una strada che presto potrebbe seguire anche la Francia. Tra la fine di marzo e l’inizio di aprile, infatti, potrebbe essere revocato il pass vaccinale. Lo ha sottolineato il portavoce del governo francese, Gabriel Attal. «C’è un inizio di miglioramento negli ospedali e ci sono proiezioni che possono farci sperare che entro la fine di marzo o l’inizio di aprile la situazione negli ospedali sarà sufficientemente tranquilla da permetterci di revocare il pass vaccinale», ha detto Attal, aggiungendo che «abbiamo sempre detto che queste misure saranno revocate non appena la situazione sanitaria lo consentirà».

di Tommaso Carta – Il Tempo

11 Febbraio 2022 – Redazione

Dopo la dose booster di vaccino anti Covid ci sarà una quarta dose? “Non sarà una quarta dose, ma un richiamo che auspichiamo annuale” e “dovremo forse fraternizzare anche con quello”. Lo ha detto il direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Nicola Magrini, ospite di ‘Elisir’ su Rai Tre, rispondendo a una domanda sulla durata dell’immunità dei vaccini, sulla quale “il dato è molto a favore, confortante”, ha aggiunto.

UN UOMO DALLA VERA FACCIA TOSTA, PRIVO DI SCRUPOLI E BUGIARDO, CONSIDERANDO I VERI DATI MAI UFFICIALMENTE DIVULGATI DA AIFA SULLE REAZIONI AVVERSE, SEMPRE PIU’ NUMEROSE. DATI CHE, PER FORTUNA, CI SONO PERVENUTI ATTRAVERSO ALTRI CANALI!

Nei giorni scorsi il capo della strategia vaccinale dell’EmaMarco Cavaleri, avrva chiarito che “ci sono prove insufficienti da parte dei trial clinici o dal mondo reale a supporto di una raccomandazione sulla popolazione generale” di un “secondo booster”.

Magrini ha anche annunciato che il vaccino anti-Covid dell’americana Novavax “è in arrivo, dovrebbe arrivare il 24 di questo mese e cominciare ad essere disponibile. E’ un vaccino proteico, come quelli antinfluenzali. Sarà una piccola integrazione. 

10 Febbraio 2022 – Redazione

Da un lato l’Italia, un Paese dove governato da politici che continuano ad attribuirsi il soprannome “i migliori” e dove è proibito parlare degli effetti avversi dei vaccini, pena il vedersi appicicata l’etichetta di pericolosi “no vax”. Dall’altro l’Europa, formata da tanti Stati che invece certe domande se le fanno eccome, circa la sicurezza dei farmaci anti-Covid. Con dati che confluiscono in un particolare database, suddivisi per tipologia di vaccino e tipo di patologia provocata dopo l’inoculazione. A guardare bene i numeri forniti da EudraVigilance, qualche preoccupazione sorge spontanea.

Il database è operativo da dicembre 2001 e raccoglie segnalazioni di sospette reazioni indesiderate ai farmaci fornite direttamente dai singoli cittadini. Numeri che quindi vanno sì presi con le molle, ma contribuiscono a fornire un quadro non proprio rassicurante. All’interno del portale, le reazioni avverse vengono classificate come “gravi” se corrispondono “a un evento medico che provoca la morte, è pericoloso per la vita, richiede il ricovero ospedaliero, provoca un’altra condizione importante dal punto di vista medico o il prolungamento del ricovero esistente, provoca disabilità o incapacità persistenti o significative o è un’anomalia congenita / difetto alla nascita”.

Stando ai dati riepilogativi aggioranti al 29 gennaio 2022, EudraVigilance riporta 38.983 segnalazioni di decessi e 3.530.362 di effetti collaterali a seguito di somministrazioni dei quattro vaccini COVID-19 (Moderna, Pfizer-BionTech, AstraZeneca e Janssen). La metà delle reazioni avverse segnalate ((1.672.872) sarebbe “grave”. Scorrendo i dati, spiccano per esempio 48.240 casi denunciati dai pazienti di disturbi del sangue e del sistema linfatico a seguito dell’inoculazione di Pfizer, farmaco indicato come probabile responsabile anche di 57.541 disturbi cardiaci e 133.365 problemi gastrointestinali.

Il vaccino Moderna è stato invece associato a 18.287 casi di disturbi cardiaci, 6.310 episodi di danni all’orecchio e al labirinto, 12.365 problemi del sangue e del sistema linfatico, 66.358 disturbi muscoloscheletrici e del tessuto connettivo. Segnalazioni che spaventano (le complicazioni cardiache associate dai pazienti ad AstraZeneca sono per esempio oltre 20 mila) e che contribuiscono ad accendere il dibattito sull’opportunitò della somministrazione dei farmaci anti-Covid soprattutto nelle fasce più giovani della popolazione. Un dibattito che, in Italia, è stato invece stroncato sul nascere.

FONTE: ⤵️ http://eudragmdp.ema.europa.eu/inspections/displayWelcome.do;jsessionid=8KnbP_cgueBexOFO306ZRAPU8xmLKu67qE6q2m0R1qxOdooGxKbU!364027966

09 Febbraio 2022 -Redazione

Il deputato Colletti ha presentato la denuncia al tribunale di Roma. “Cosa sarebbe successo se avesse detto le stesse parole a un esponente di entia rom?”

La pandemia finisce a carte bollate. Con tanto di querela per il reato di minaccia. Il motivo? Pierpaolo Sileri avrebbe proprio minacciato i novax, incitando all’odio. È questa la tesi che ha spinto Andrea Colletti, deputato dell’Alternativa (fondata da vari fuoriusciti dal Movimento 5 Stelle), a presentare una denuncia al sottosegretario alla Salute. Una presa di posizione forte da parte del parlamentare no-pass. “Immaginiamo cosa sarebbe successo se un sottosegretario dell’Interno in tv avesse usato certe espressioni di fronte a un esponente di etnia rom”, dice Colletti a Il Giornale. “Avremmo avuto intellettuali e fior di giornalisti indignati, che avrebbero chiesto la testa del rappresentante del governo. Perché in questo caso dovrebbe essere diverso?”, aggiunge.

Le parole di Sileri sotto accusa

L’atto è stato depositato al Tribunale di Roma nelle ultime ore e Il Giornale ha potuto visionarlo. Sotto accusa sono le frasi pronunciate da Sileri, durante la trasmissione di Martedì. Nella puntata dello scorso 25 gennaio, il numero due di Roberto Speranza e ormai volto mediatico del governo in materia di Covid-19, si è espresso con durezza nei confronti dei non vaccinati. Non è stata la prima volta. Ma nello studio di Giovanni Floris, in quell’occasione, è andato giù duro per polemizzare con chi rifiuta l’idea di fare il vaccino. “Noi per tutelare gli italiani, vi renderemo la vita difficile, come stiamo facendo. Perché il non vaccinato e chi non rispetta le regole è pericoloso”.

Parole che provocarono già una reazione sui social da parte dei novax. Ed era del resto prevedibile. Meno immaginabile che la questione avesse uno strascico in Tribunale. Certo, toccherà al pm decidere se procedere o meno con le indagini e l’eventuale inizio del processo. Ma l’atto di sicuro c’è. “L’intento di tale affermazione, riferita da un esponente del governo, in considerazione delle concrete circostanze di tempo e di luogo, era chiaramente volto ad ingenerare timore in chi risulti esserne il destinatario”, si legge nella querela. E ancora: “I soggetti destinatari, con la frase pronunciata dal Dott. Sileri, hanno subìto un effetto intimidatorio volto a coartare la loro libertà morale e psichica di scelta”.

L’ipotesi di istigazione all’odio

Infine, il dito viene puntato contro la possibilità di scelta dei cittadini. “L’affermazione, riferita con la coscienza e la volontà di minacciare un danno ingiusto, paventa ai soggetti non vaccinati un pericolo oggettivamente contra ius, al fine di coartare la libera scelta di sottoporsi all’inoculazione del vaccino Covid19 nonché compromettendo la capacità di autodeterminarsi”. Un’azione che non vuole essere simbolica. Anzi. “È un atto politico”, rivendica Colletti. “Raramente un esponente del governo – insiste il deputato – minaccia una classe, in questo caso da intendere come classe sanitaria, di cittadini di non farli più vivere serenamente. La querela dimostra che c’è qualcuno che si oppone. Bisogna evidenza che in questo caso può configurarsi anche incitazione all’odio nei confronti dei no vax. È questo che accade quando qualcuno viene considerato un pericolo pubblico, odio sanitario”. Così, conclude il parlamentare di Alternativa, “visto che il Parlamento non conta più nulla, si tenta la strada giudiziaria”.

Fonte: IlGiornale.it

08 Fenbraio 2022 – Redazione

«Non vaccino mia figlia, perché il vaccino non è una religione, ma una medicina», così ha dichiarato Giorgia Meloni in un’intervista rilasciata a Massimo Giannini per La Stampa. Dichiarazioni che non sorprendono quelle della leader di Fratelli d’Italia, già nota per il suo scetticismo sulla campagna vaccinale del governo Draghi. Secondo Meloni infatti: «Le possibilità che un ragazzo muoia di Covid sono le stesse che uno muoia colpito da un fulmine», aggiungendo inoltre che questo «è un vaccino in sperimentazione, che finisce nel 2023», scrive Il Giornale d’Italia.

LA VIDEO INTERVISTA A GIORGIA MELONI A “NON E’ l’ARENA”.CLICCA QUI ⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️

https://www.la7.it/nonelarena/video/giorgia-meloni-non-vaccinero-mia-figlia-mi-preoccupa-come-viene-trattato-il-tema-e-chi-ha-dubbi-e-06-02-2022-421839

Valuto “il rapporto rischi-beneficio”

«Non vaccinerò mia figlia Ginevra, lo rivendico. Spaventa molto come affrontiamo questo dibattito sui vaccini in Italia. […] Mi preoccupa che chiunque abbia dei dubbi venga trattato come se fosse un criminale o un terrorista», aveva in precedenza affermato la politica intervenendo a Non è l’arena. Sulla vaccinazione, specie quella dei minori, Meloni afferma di valutare “il rapporto rischi-beneficio” piuttosto che affidarsi ciecamente alle dichiarazioni dell’esecutivo, il quale secondo l’ex ministra non starebbe ottenendo “dei grandissimi risultati” con la sua azione di contrasto alla pandemia.

«Tutto il mondo – afferma Meloni – sta uscendo dalla pandemia. L’Italia ò il Paese con i provvedimenti più aggressivi e, al contempo, è tra le nazioni con il più alto tasso di contagio e con la maggiore letalità».

In risposta alle dichiarazioni di Meloni sui vaccini non ci ha messo molto ad arrivare la replica di Pierpaolo Sileri, da sempre favorevole alla vaccinazione in età infantile. Ospite della trasmissione L’Aria che tira, il sottosegretario ha così commentato le parole della politica: «Non c’è l’obbligo vaccinale per quella fascia d’età quindi c’è libertà di scelta, però l’evidenza scientifica è tanta. Vi è una bontà innegabile nei vaccini in età pediatrica» scrive Il Giornale d’Italia.

08 Febbraio 2022 – Redazione

ContiamoCi! GSO (Gruppo Scientifico Operativo)

Se proprio vi piacciono le sigle anglofone, chiamateli “non-vax”. Sono i non-vaccinati con i vaccini a trasferimento genico per la COVID-19; nulla a che vedere con quelli che per motivi personali (e non discutibili) sono contro ogni vaccino a priori. I non-vax sono persone informate e ben consapevoli dei rischi cui vanno incontro in caso di infezione, ed anche in caso di vaccinazione con gli attuali vaccini a mRNA e a DNA. Hanno fatto un bilancio rischio-beneficio, e hanno optato per la non vaccinazione. I motivi possono essere tanti e diversi: una patologia che potrebbe aggravarsi con il vaccino, l’essere già immuni per aver contratto e superato la malattia, l’avere paura di effetti avversi immediati o futuri. E sappiamo che non ci sono solo quelli fatali più o meno immediati, ci sono molti altri effetti avversi permanenti (documentati da pubblicazioni scientifiche).  

Vessare queste persone, impedendo loro di vivere il quotidiano, escluderle dalla società, e finanche augurare loro la morte (in forme più o meno raccapriccianti), dovrebbe bastare a soddisfare le voglie di sopraffazione e di vendetta (di cosa, poi?) dei politici, dei virostar, dei tanti giornalisti allineati alle politiche governative, e anche di quella fetta di popolazione che è stata trascinata più o meno convintamente in questa caccia all’untore. E del resto, è ormai dimostrato dalla letteratura scientifica e dai dati epidemiologici che il vax e il non-vax possono parimenti contrarre e diffondere il virus. 

E allora perché insistere nel voler vaccinare tutti, ma proprio tutti, dagli 0 anni (vedi proposta di Locatelli) e fino all’ultimo sul letto di morte? Si dirà, perché lo stato è buono e vuole proteggere tutti dal virus. Ma i non-vaccinati sono tali perché non possono o non c’è razionale scientifico (perché già immuni, ad esempio) per essere obbligati a vaccinarsi. E poiché non sono loro a diffondere le varianti pericolose, contrariamente a quanto a-scientificamente fu detto dalle virostar e dai politici, perché non ce li teniamo? In fondo, rischiano sulla propria pelle. Ma in cambio sono utilissimi alla Scienza. Perché questi non-vax sono il “braccio di controllo” che in qualsiasi sperimentazione scientifica degna di questo nome deve esserci come gruppo di confronto per poter determinare in modo inequivocabile l’efficacia, l’efficienza e, soprattutto, la sicurezza di un nuovo trattamento medico.

Infatti, per valutare il rapporto beneficio/rischio nel breve, medio e lungo periodo di questi “vaccini” di nuova generazione, sarebbe indispensabile fare il confronto tra il gruppo sottoposto a vaccinazione e un gruppo di controllo (non inoculato con il vaccino sperimentale, bensì con un ‘placebo’ o molecola inerte) per tutto il periodo della fase sperimentale. Ma le cose non sono andate come previsto dai protocolli di studio. Nel caso specifico del vaccino a mRNA Comirnaty di Pfeizer/Biontech, sin dal 23 dicembre 2020 il protocollo di studio veniva modificato con il beneplacito di FDA e “ai partecipanti maggiori di 16 anni che originariamente hanno ricevuto il placebo, veniva offerta l’opportunità di ricevere BNT162b2 (ndr Comirnaty) a punti definiti come parte dello studio”. Di fatto, lo studio di fase 3 di Pfizer/Biontech (ma vale anche per quello di Moderna) è ormai completamente invalidato ed ha perso qualsivoglia elemento di “scientificità” in quanto non vengono più seguiti in parallelo, come si sarebbe dovuto fare, due coorti di pazienti l’uno vaccinato e l’altro no. In altre parole, l’attuale somministrazione sperimentale dei vaccini è falsata per il fatto che il “braccio di controllo”, ovvero la parte della popolazione destinata a non ricevere il vaccino (gruppo placebo) è stata (volutamente) perduta già dopo pochi mesi dall’inizio della sperimentazione, in quanto è stato loro offerto di vaccinarsi, ufficialmente per motivi etici. 

Come detto sopra, la presenza del gruppo di controllo è parte essenziale negli studi per dimostrare l’efficacia e la sicurezza di un nuovo farmaco, e ciò vale a maggior ragione per vaccini a trasferimento genico sui quali non abbiamo sufficiente esperienza. La forzatura alla vaccinazione di massa con questi vaccini ancora sperimentali tenderà alla soppressione del gruppo di controllo, e ciò non consentirà di poter poi fare valutazioni scientificamente accurate sulla reale efficacia, efficienza e, soprattutto, sulla sicurezza di questi vaccini. E allora, per il bene della Scienza e soprattutto per il bene delle persone e dar loro la possibilità di scegliere a ragion veduta, teniamoci cari questi non-vax: sono il gruppo di controllo che ci permetterà di fare le valutazioni scientifiche controllate del rapporto beneficio/rischio della vaccinazione. 

08 Febbraio 2022 – Redazione

Nuova sentenza del Il Tar del Lazio. questa volta ha accolto il ricorso presentato da un dipendente pubblico sospeso dal lavoro e dallo stipendio per non essersi vaccinato. Il tribunale ha motivato così la sentenza: “La privazione della retribuzione provoca danni gravi e irreparabili”.

Il dipendente no vax sospeso dal lavoro e dalla retribuzione dovrà essere retribuito. Il ricorso che aveva presentato per chiedere l’annullamento del provvedimento notificato lo scorso 4 gennaio e che lo sospendeva dal servizio e dalla retribuzione fino a che non avesse completato il ciclo vaccinale è stato accolto dal tribunale amministrativo.

Tar: “Sospendere la retribuzione comporta un danno grave e irreparabile”

Nell’accogliere l’istanza cautelare il Tar ha motivato: “Sospendere la retribuzione, unica forma di sostentamento di vita, presenta infatti profili di dannosità grave e irreparabile“.

L’uomo aveva anche chiesto l’annullamento dell’obbligo di certificazione verde per una determinata categoria di lavoratori. In merito alle questioni di legittimità costituzionale sollevate, è stata fissata l’udienza per la trattazione collegiale il prossimo 25 febbraio.

07 Febbraio 2022 – Redazione – Fonte:(Silvana De Mari)

Nasce un nuovo soggetto, Il dottor Luca Speciani è uno dei fondatori sella SIM. Gli ho chiesto di rispondere a qualche domanda

Perché avete fondato questa associazione?

Non passa giorno, ormai, senza che questo governo, o il suo ministero della salute, non inventino qualche nuova restrizione ai nostri diritti costituzionali e alla nostra libertà di espressione, di lavoro, di socialità. Nei confronti di noi medici e sanitari, in particolare, il governo (attraverso la complicità dei suoi “bracci armati” del CTS, del ministero, dell’ordine e delle ASL) ha usato mano particolarmente dura. È stato infatti fissato l’obbligo vaccinale per tutti i sanitari, prima che per chiunque altro, ignorando bellamente il diritto-dovere del medico di valutare per ogni trattamento sanitario il rapporto rischi-benefici, e il diritto del cittadino (sancito dalla Convenzione di Oviedo e dal pronunciamento 953/21 dell’Unione europea) di scegliere liberamente a quali trattamenti sottoporsi, senza per questo poter essere in alcun modo discriminato.

Incuranti degli appelli provenienti da più fonti (ultima Amnesty International) e da eserciti di legali che denunciano la totale incostituzionalità del provvedimento, tutti questi organi – come macchine schiacciasassi ubbidienti ad un solo comandante – hanno portato avanti con ottusa determinazione l’obbligatorietà legale della vaccinazione, imponendo sanzioni gravissime verso tutti i medici che, anche con valide motivazioni (come ad esempio il fatto di essere guariti e di disporre di alto titolo anticorpale) ritenevano di non doversi sottoporre ad un trattamento che in quelle condizioni poteva essere non solo inutile ma anche dannoso. Chi non ha rispettato le dure intimazioni degli ordini o delle ASL si è visto tempestivamente sospendere (o radiare nei casi più gravi), nonostante a più riprese sia stato dimostrato che la vaccinazione, anche con tripla dose, non impediva in alcun modo il contagio e la trasmissione della malattia.

Lei che parte ha?

Fin dal 2011 sono presidente di Ampas, l’associazione dei medici di segnale, che conta ad oggi più di 1200 medici iscritti che non concordano con la narrazione pandemica in corso e ritengono che il medico non debba essere schiavo di conflitti di interesse o al servizio retribuito dell’industria del farmaco. La situazione però è a tal punto degenerata (impedendo di fatto a medici e sanitari di esercitare in Scienza e coscienza la loro nobile professione, se non in accordo con i desideri dei produttori) da richiedere un passo di coraggio in più. È così che alla fine dello scorso anno un gruppo di medici e di sanitari delusi dalle istituzioni e impossibilitati a svolgere il proprio lavoro in libertà e autonomia hanno deciso, spinti anche dalla pressante richiesta di molti pazienti, di costituire una rete di associazioni sanitarie che avesse come obiettivo la liberazione degli operatori dal giogo del conflitto di interesse, e consentisse loro – come da giuramento di Ippocrate – una piena libertà di scelta terapeutica, nel rispetto di una altrettanto piena libertà di scelta di cura da parte del paziente.

Il 21/1/22 finalmente, dopo lungo e travagliato parto, ben dieci associazioni sanitarie (comprendenti medici e odontoiatri, psicologi, farmacisti, biologi, infermieri, fisioterapisti, veterinari ecc.) e un sindacato hanno costituito la SIM, Società Italiana di Medicina, Unione di associazioni sanitarie, i cui aderenti, il cui manifesto e la cui mission sono visibili sul sito www.societaitalianamedicina.it dal quale è già oggi possibile a qualunque associazione sanitaria regolarmente costituita (o che abbia una sezione sanitaria) richiedere direttamente l’iscrizione, in attesa dell’approvazione del consiglio direttivo.

Già all’atto della costituzione la rete SIM conta qualcosa come 3000 medici e altrettante figure sanitarie a vario titolo. Ma l’obiettivo nel giro di poche settimane è quello di raggiungere i 10.000 medici iscritti e possibilmente altrettante figure esercenti le altre professioni sanitarie. Ricordando che 10.000 medici significa suppergiù dieci milioni di pazienti, in grado di far sentire con forza la propria voce.

Quali vantaggi ha un medico che si iscriva?

Uno degli scopi più importanti della SIM è quello di consentire ad ogni operatore – sia esso sospeso o radiato per motivi d’opinione (una vergogna che contraddice l’essenza stessa dell’essere medico) – di riprendere a lavorare senza dover sottostare a obblighi di obbedienza a regole fissate dalla politica o peggio ancora da interessi commerciali. Ogni medico deve garantire al proprio paziente la migliore cura possibile su basi scientifiche, certo, ma anche sulla base della specifica situazione individuale del singolo e del rapporto rischi-benefici nella sua particolare situazione. Come può un medico oggi essere costretto a suggerire la vaccinazione a un bimbo di 6 anni, quando metà dei paesi europei la sta vietando e quando tutti i dati epidemiologici indurrebbero alla prudenza? E come si può non esentare pazienti dal vaccino (se non per gravi reazioni pregresse o allergie documentate a componenti del vaccino stesso) quando vediamo ogni giorno situazioni cardiovascolari o oncologiche gravi che richiederebbero grande cautela? Oggi un medico o un sanitario che esprima dei più che leciti dubbi sulla disinvolta gestione della campagna vaccinale o sull’efficacia di qualche assurdo provvedimento legislativo viene immediatamente sospeso o radiato, con il risultato (forse cercato da qualcuno) di creare una casta di medici e sanitari proni ai desideri del potere politico, e in un certo senso acritici esecutori dello stesso.

Vi definiscono no vax?

A noi che abbiamo creato SIM questa etichetta non andava più bene, con i nostri pazienti che ci chiedevano, da sospesi “Ma dottore… adesso che vi hanno sospesi, dove lo troviamo un medico che ci possa assistere in Scienza e coscienza, invece che secondo i comandi delle aziende farmaceutiche?”. Forse l’ordine non si rende conto del danno di immagine che ha creato con il suo comportamento ricattatorio e sanzionatorio verso medici che hanno solo cercato di difendere e tutelare i diritti dei propri pazienti. Che erano disperatamente alla ricerca di un medico che non si limitasse ad applicare il protocollo criminale della “Tachipirina e vigile attesa” che tanto ha contribuito al dramma pandemico e all’incremento dei decessi.

Chi aderisce alla SIM ha smesso da tempo di riconoscersi in questi comportamenti e ha cercato da tempo una via “interna” per emendarsi dalle nefaste ingerenze di big pharma nell’attività del medico.

Speriamo che una nuova rete associativa, divisa in gruppo legale, gruppo scientifico, e gruppo comunicazione, possa rappresentare un buon punto di partenza per far riflettere le istituzioni sul tipo di medicina che vogliamo offrire a questo paese. Una medicina gestita da medici liberi e indipendenti, che lavorano – anche sbagliando – in scienza e coscienza, oppure una medicina asservita a interessi commerciali, che per definizione non può essere né libera né corretta.

Proviamo a fare sì che SIM sia un primo importante passo in questa direzione, per il bene di tutti.

07 Febbraio 2022 – Redazione

È ormai in quasi ogni tweet la «Dichiarazione pubblica d’interessi di Franco Locatelli»,  coordinatore del Cts e presidente del Consiglio superiore di sanità.

Dal documento di evince che nel 2020 avrebbe effettuato consulenze per l’azienda Pfizer.


DA SOTTOLINEARE QUANTO QUESTO PARASSITA SIA COLLUSO E ANCORA CAPACE DI PROMUOVERE LA CAUSA DEI VACCINI, PER I BAMBINI DA ZERO A 5 ANNI. A SEGUIRE LE SUE SCHIFOSISSIME DICHIARAZIONI ⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️

“Direi che potrebbe essere ragionevole  ipotizzare l’orizzonte dell’inizio della primavera per avere questi vaccini a disposizione, dopo che le agenzie regolatorie avranno dato il via libera. Ovviamente le agenzie regolatorie sono chiamate a formulare il loro parere autorizzativo in funzione dei dati che verranno a cumularsi rispetto al profilo della sicurezza, ma qui personalmente non ho la minima perplessità”, ha detto Locatelli.

RAZZA DI INVERTEBRATO, E DOVE SAREBBERO I DATI SULLA SICUREZZA DEL SIERO MAGICO? DIREI CHE SAREBBE RAGIONEVOLE CHE SI ABBATTESSE, DOVE SAPPIAMO IN MOLTI, UN LIBERATORIO METEORITE!

GENITORI, NON CADETE IN TRAPPOLA!

07 Febbraio 2022 – di Irene Giurovich – Il Giornale di Udine

Sta male dopo la terza dose. Nessuno però la degna di una visita. Telefonate e telefonate alla guardia medica di Udine, senza risposta. Dal Pronto soccorso dell’ospedale di Udine la rimandano alla guardia medica perché  – stando alla testimonianza della trentenne udinese – il pronto soccorso non tratta queste situazioni.

Protagonista della disavventura è una dipendente statale che, come categoria obbligata al siero (è collaboratrice scolastica), ha dovuto presentarsi la mattina del 4 febbraio, alle 10, al centro vaccinale a Martignacco. Nel pomeriggio compaiono alcuni fastidi. Il peggio arriva la mattina seguente: stordimentivertiginidisequilibrioforte malesserefebbre. Sabato 5 febbraio è un giorno lavorativo per S. (tuteliamo la privacy come ci è stato chiesto dalla interessata, ndr), quindi iniziano i numerosi tentativi per contattare la Guardia medica dopo che il suo medico di base le aveva consigliato di farsi visitare, poiché si trattava di effetti collaterali del siero. «Non potevo di certo predisporre un certificato di malattia: avrei commesso un falso in atto pubblico, dal momento che la mia assistita non ha una malattia, bensì presenta gli effetti avversi causati dal booster. In questi casi è fondamentale che ci sia una certificazione precisa e collegata ai sintomi post-vaccinali».

Nessuno si fa carico del suo malessere

La giovane decide allora di chiamare l’ospedale di Udine: l’operatore del centralino le dice che non vengono trattati questi casi; poi, dopo essersi messa in contatto con il Pronto soccorso del nosocomio cittadino, si sente rispondere che non si occupano di questi casi e che ci si deve rivolgere alla guardia medica. «Sono stata inutilmente rimbalzata da una parte all’altra: certo è che se dici di star male perché il giorno prima hai fatto il vaccino, tutti mettono le mani avanti come per paura, alla fine ti senti da solo e abbandonato. Nessuno si fa carico di questi problemi».

Decide allora di andare di persona dalla guardia medica: suona più volte, nessuna risposta. Nel corridoio, che si vede dall’esterno, non ci sono pazienti. Finalmente risponde un medico al citofono. «Gli spiego che sto male – il giorno precedente mi ero dovuta sottoporre al terzo richiamo – e non sono in grado di recarmi al lavoro». Sperava in una visita, almeno. Invece «mi viene dato un certificato su cui è barrata la casella di ‘visita’, sebbene io non sia stato affatto visitata dal medico!         Inoltre, la diagnosi riportata è influenza, quando in realtà io non ho l’influenza!».

Le autorità latitano

A questo punto le autorità,  tutte dedite a controllare i lasciapassare e i farmacisti impegnati nel servizio tamponi, dovrebbero piuttosto indagare su altri fronti: persone che stanno male dopo i sieri e non sono ritenute degne di una visita; pronto soccorso che non le riceve, guardia medica che non le visita e rilascia certificati di una visita non effettuata e con una diagnosi falsata.

Il medico di base della malcapitata chiede che si faccia chiarezza anche perché i responsabili potrebbero rischiare la formulazione dell’ipotesi di reato di falso in atto pubblico e omissione di soccorso. In cauda venenum: si censurano i medici che curano i propri pazienti affetti da covid con terapie efficaci, certamente non Tachipirina e vigile attesa, mentre chi si macchia di questi comportamenti viene lasciato agire impunemente!