Padre e figlia ricoverati nonostante due dosi di Pfizer

FONTE: il Giornale d’ Italia

A Viareggio un uomo di 76 anni insieme alla figlia, 31 anni, è finito in ospedale dopo aver contratto il Covid-19 nonostante avessero entrambi già completato il loro ciclo vaccinale con le due dosi di Pzifer. I due, dopo essere risultati positivi al Coronavirus, credevano che con il vaccino non avrebbero avuto sintomi gravi eppure non è stato così.

A raccontare la vicenda sua e di suo padre è Aurora Cavo, avvocato con un noto studio legale a Lido di Camaiore, in provincia di Lucca. “Sono stata vaccinata con Pfizer, ultima dose 12 luglio, e ho 31 anni. Mio padre Vittorio, 76 anni, ha ricevuto Astrazeneca, ultima dose a giugno. Martedì 10 agosto ho iniziato ad avere una forte tosse”, racconta la donna. “Il medico di famiglia – continua – mi ha prescritto un antibiotico adducendo che fosse una ‘frescata da aria condizionata’ ma la notte stessa ho accusato febbre alta. Il giorno successivo ho chiamato la dottoressa suggerendole che forse era il caso che mi prescrivesse un tampone, e lei mi ha risposto ‘va bene per scrupolo, ma non so quando riuscirai a prenotarlo perché in questi giorni non c’è personale’. Ho prenotato per il 13 agosto il tampone in laboratorio privato: il risultato era positivo. Ho avuto febbre alta, difficoltà respiratorie, perdita di gusto e olfatto, dolori articolari fino alla settimana successiva quando mercoledì 18 agosto, gli operatori sanitari mi hanno trasportato all’ospedale Versilia”, continua.

Poi “sono stata dimessa la notte stessa, con situazione respiratoria aggravata dalla mia asma”, prosegue Aurora Cavo. É andata peggio però a suo padre. “Dopo che è stato scoperto anche lui positivo – spiega la 31enne – ha iniziato ad avere episodi di vomito e diarrea per 4 giorni. Quando ho riferito al medico di famiglia, dicendole che mio padre continuava ad avere febbre alta, lei gli ha semplicemente prescritto delle vitamine. La notte stessa, mio padre è stato ricoverato al reparto Covid di Massa, dove si trova ad oggi, con maschera di ossigeno al 50%. Gli unici contatti miei che sono risultati positivi al Covid sono stati mio padre e il mio fidanzato (anche lui, con doppia dose di Pfizer quindi “immunizzato”), che ha superato la malattia a domicilio”, continua l’avvocato. Ma non è finita qui.

La donna, ora visibilmente preoccupata per le condizioni del padre 76enne, racconta la sua “disavventura” anche con la certificazione digitale verde. L’avvocato Cavo spiega di aver chiamato il centralino 1500 del Ministero “per chiedere delucidazioni in ordine al nostro Green Pass“. E poi: “Mi è stato detto – continua – che il nostro caso è eccezionale e, in conclusione, non hanno saputo dirmi che fine farà”. Insomma, oltre il danno, la beffa. 
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Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale

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