Il dramma di Valentina: “Ho lottato tra la vita e la morte dopo il vaccino AstraZeneca”

FONTE: StopCensura

Valentina Maccotta non doveva vaccinarsi per gli stessi vaccinatori che l’hanno esentata dalla II dose. Eppure, nonostante alcuni problemi di salute dichiarati, la commissione aveva dato il via libera alla prima dose perché «non sono note controindicazioni». E’ stata tra la vita e la morte per un trombo e oggi rischia l’infertilità. «Ho denunciato Astrazeneca. I medici? Hanno lo scudo penale», dice lei alla Bussola. Intanto il legale non trova consulenti di parte: «Ne ho contattati venti: hanno paura dell’Ordine». Procura di Roma al lavoro: «Se si riconoscesse la responsabilità dell’Asl 2 di Roma, si aprirebbe il vaso di pandora delle anamnesi mancate e la vaccinazione di massa andrebbe in crisi». Lo riporta La NuovaBQ.

Lo sfogo della 35enne: ”Mi sono comportata da cittadina modello, mi sono vaccinata, mi sono fidata e affidata, ho perso un ovaio, una tuba, litri di sangue e probabilmente anche la possibilità di avere figli, devo perdere anche il lavoro? Ha un senso logico tutto ciò?”.


ECCO LE DICHIARAZIONI DI VALENTINA MACCOTTA.

Bene, è giunto il momento di parlare, non posso più aspettare fiduciosa che la giustizia faccia il suo corso da sola perchè a quanto pare non è la stagione giusta. 
Non ho la pretesa, al contrario della maggior parte delle persone che ascolto esprimersi sul tema, di sapere dove sia la verità, non mi piacciono le etichette, so di non sapere ma so cosa mi è successo in prima persona e voglio raccontarlo, perchè spero che porti a uno spunto di riflessione talmente alto da non poter essere incasellato in una fazione di bianchi o neri, guelfi e ghibellini, giusti e sbagliati. 
Perdonatemi se non saprò essere concisa e preferisco essere puntuale, ma più di tutto (e chi mi conosce lo sa) giuro che sarò sincera. 
Il 9 marzo 2021, essendo supplente di scuola dell’infanzia, sono letteralmente corsa a vaccinarmi presso il Centro La Nuvola della ASL Roma 2. Avevo molte perplessità sul tipo di vaccino, avendo all’attivo una storia gravidica difficile (sei aborti di cui una extrauterina) e varie patologie autoimmuni anche di tipo coagulatorio, malgrado ciò mi viene somministrato Astrazeneca perchè all’epoca “non abbiamo elementi che ce lo controindicano nel suo caso”. L’11 aprile un semplice corpo luteo emorragico diventa in due ore una tragedia, letteralmente il mio ovaio destro esplode con annessa la tuba, perdo moltissimo sangue, mi salvano perchè evidentemente non avevo ancora finito di rompere le scatole al prossimo in questa Vita, sono infertile in modo permanente (se non addirittura sterile, l’ovulazione dal 9 marzo non c’è più stata) ma porto a casa la pelle.  
Il 26 maggio mi reco nuovamente alla Nuvola per l’ipotetica seconda dose, racconto ciò che mi è accaduto, ricevo tante scuse e manifestazioni di vicinanza, vengo catalogata come “NON VACCINABILE PER REAZIONE AVVERSA GRAVE AL VACCINO” e tanti saluti. Mi recherò ancora presso la Nuvola nelle settimane successive per ottenere la mia documentazione, manderò email su email, telefonerò anche ai giardinieri in forza alla ASL Roma 2, vedrò letteralmente responsabili scrivere indirizzi email e sparire alla mia vista rifiutandosi di ricevermi e ne entrerò in possesso solo dopo una denuncia e il sequesto richiesto dai Carabinieri (e ovviamente dopo lo scadere dei termini di 90 giorni previsti dall’evento avverso per denunciare, ma ovviamente non c’è malafede). 
Non finisce qui. 
In questo periodo si è fatta evidente la necessità per la sottoscritta di un green pass o di qualsiasi altro colore lo Stato Italiano, il Generale Figliuolo, il Ministero della Salute e tutto il cucuzzaro ritengano io possa rientrare al fine di lavorare, prendere i mezzi pubblici, provvedere a mio figlio e, più semplicemente, campare. 
Ebbene, avendo notato che dall’aggiornamento della chiusura del ciclo vaccinale del 26 maggio non mi era pervenuta nessun tipo di certificazione, il 19 agosto ritorno presso la Nuvola, anche perchè ormai me ce so’ affezionata, parlo con il Responsabile Medico del Centro Vaccinale che mi conferma, soprattutto dopo l’anamnesi della poliabortività, l’infelice scelta dell’Astrazeneca (che fino a giugno era consigliata in open day agli under 50 e che poi è stata sostituita con Pfizer o Moderna anche come seconda dose nonchè praticamente ritirata o comunque proposta solo a over 60 ma non si trova un documento ufficiale che sia uno che spieghi IL MOTIVO), lo stesso insieme al responsabile della cooperativa che gestisce la parte amministrativa del Centro Vaccinale affermano che deve esserci stato un disguido amministrativo e che no, tranquilla, stavolta il ciclo vaccinale è chiuso, tra due o tre giorni avrà il green pass o l’esenzione o quello che è. 
Okay. 
Oggi, 30 agosto, per tutte le necessità di cui sopra, mi reco presso il Centro Vaccinale di Anzio e con sommo gaudio scopro di essere stata vittima di un altro sfortunato disservizio e che sapete cosa risulta sul portale a mio nome? NIENTE. Solo la fortunatissima vaccinazione del 9 marzo. Vengo praticamente mandata via asserendo che non ci si può fare nulla, che dovrò ritornare alla Nuvola. Di nuovo. 
Chiedo a voi, che tutto sapete: con che animo dovrei andarci? Cosa dovrei dire? Come mi dovrei sentire? 
Dovrei sentirmi tutelata? Posso permettermi di pensare che se uno Stato OBBLIGA di fatto i suoi cittadini per motivi di forza maggiore a fare qualcosa, allora lo stesso Stato dovrebbe essere OBBLIGATO ad agire secondo principi di TUTELA, TRASPARENZA E RISPETTO nei confronti dei propri cittadini? 
Posso sentirmi scoraggiata e frustrata dal fatto che non si trovi uno straccio di documento ufficiale in riferimento a tutta questa storia e che probabilmente non verrò risarcita neanche di un centesimo, posso essere disgustata da questo modus operandi omertoso e scaricabarile e che non possa di fatto appellarmi a nessuna forza dell’ordine per ciò che mi sta succedendo perchè NON ESSENDOCI LEGGI NON CI SONO RESPONSABILI? 
Mi sono comportata da cittadina modello, mi sono vaccinata, mi sono fidata e affidata, ho perso un ovaio, una tuba, litri di sangue e probabilmente anche la possibilità di avere figli, devo perdere anche il lavoro? Ha un senso logico tutto ciò?
Ho promesso a me stessa di non emettere giudizi, e non lo farò. 
Anzi, parafrasando l’illuminante Gialal al-Din Rumi, dirò che “ben oltre le idee di pro e no vax c’è un campo, aspetterò la giustizia laggiù”.
A chiunque voglia leggere, condividere (secondo l’assurdo meccanismo social, più persone raggiungo e più possibilità ho di arrivare a quella giusta), consigliare, aiutare, rispondere, va il mio più sincero ringraziamento. Per chiunque voglia confrontarsi su questo tema, sono a disposizione.