Bomba sul ministro Dario Franceschini: la direzione di un corso da da 23 milioni di euro alla moglie di David Sassoli, presidente del parlamento europeo.

Nel mirino delle inchieste finisce anche Dario Franceschini. Dopo quella relativa alla Fondazione Scuola Beni e Attività Culturali, l’onorevole Daniele Belotti – componente della Commissione Cultura, scienza e istruzione della Camera dei deputati – ha presentato un’interrogazione per far luce sull’istituto privato a partecipazione pubblica fortemente voluto dal ministro della Cultura Dario Franceschini.

“Abbiamo presentato un’interrogazione al ministro Franceschini perché 23 milioni di euro non sono pochi, soprattutto se rapportati all’attività e alla produttività della scuola: un corso in 5 anni con 17 specializzati formati. Neanche un super master ad Harvard o a Cambridge ha costi così elevati”, ha spiegato Belotti.

Dario Franceschini-Alessandra Vittorini-David Sassoli

Il deputato avanza anche delle perplessità sull’incarico da direttrice ricoperto da Alessandra Vittorini (la cui retribuzione dichiarata sul sito sarebbe di 150mila euro l’anno). “Con tutti gli esperti che ci sono in circolazione, il ministro Franceschini doveva proprio scegliere la sua amica, nonché moglie del suo compagno di partito David Sassoli?

I dipendenti della scuola nell’ultimo anno sono stati 19 e sono costati 1,7 milioni di euro. Non si esclude la possibilità che questi il prossimo anno diventino 30. Spese altissime nonostante la pandemia abbia reso impossibile recarsi in presenza e di conseguenza ridotto nettamente le attività disponibili.

Non si può dimenticare, inoltre, che i gettoni di presenza per i membri del Consiglio di gestione, come riporta sempre Libero, sono passati da 6 mila euro, nel 2019, a 50 mila quest’anno. Gli obiettivi che si pone questa scuola è creare una Fondazione apposita che dia vita a una International School of Cultural Heritage annuale che ancora non ha una sede precisa e non si capisce il valore del titolo accademico che questa eroga. Stando a un decreto emanato ad agosto, inaugurerà un “corso-concorso” per formare “la dirigenza tecnica del MiBact”

Corso-concorso che non ha una sede e non si sa dove dovrebbe essere svolto. La Fondazione, qualche tempo fa, ha spiegato che la prossima collocazione potrebbe essere Palazzo Rivaldi, a due passi dal Colosseo. I costi di restauro di questo però si aggirano sui 35 milioni di euro. In molti si domandano se sia giusto investire 3,5 milioni di euro all’anno in un corso post-post laurea riconosciuto solo in Italia. Tra questi il sindacato Confsal-Unsa, la federazione del pubblico impiego che lunedì 20 settembre annuncerà la presentazione dell’esposto alla Corte dei conti. “È il solito caso di carrozzone con sperpero di denaro pubblico che favorisce i soliti noti”, dichiara Giuseppe Urbino, presidente Unsa.

Diverse le domande a cui ancora non si riesce a dare una risposta, in particolare ci si chiede quale sia il ruolo dello Stato in tutto questo e perché si permette ancora la creazione di master privi di autorevolezza. Inoltre, Franceschini non è nuovo a questo tipo di esperienza. Già nel 2012 con la Scuola di Turismo di Francesca Palumbo, istituita sotto la prima gestione ministeriale di Franceschini grazie a una norma inserita nelle “misure urgenti per la crescita del Paese”, firmato da Mario Monti, si era alzato più di qualche polverone. Tra le varie, si ricorda un atto ispettivo recapitato a Palumbo il quale avrebbe firmato “al buio” atti di finanziamento pari a 7 milioni di euro. E la Sbac sembra esserne la copia.

LA DIFESA DI FRANCESCHINI

Franceschini, nonostante le accuse, continua a difendere a spada tratta la sua creazione spiegando: “C’è una nuova governance, fa formazione internazionale e sta crescendo la parte di formazione che fa per il personale. È stata introdotta una norma nuova che finalmente consentirà di fare formazione finalizzata alle assunzioni, formando sovrintendenti, direttori dei musei. Bisogna che la scuola cresca perché non ci si può occupare solo dei dirigenti o dei sovrintendenti ma anche di personale non dirigenziale”.

Fonte:Libero quotidiano/Il Giornale