CARI RISTORATORI, BARISTI E IMPRESE. FATEVI UN ESAME DI COSCIENZA. LA COLPA È SOLO E SOLTANTO VOSTRA PER CONTINUARE AD ACCETTARE COERCIZIONI INACCETTABILI

22 Gennaio 2022 – Redazione Co.Te.Li

Pubblichiamo il commento di Marcello Pamio, sintetico, sincero e diretto

Emergenza, clientela in calo, perdita di posti di lavoro, siete allo stremo?  Era tutto ampiamente previsto per cui non date ora la colpa al Covid! Se di colpe dobbiamo parlare allora mettetevi il cilicio sulla coscia e battetevi il petto ripetendo a voce alta con me: MEA CULPA, MEA GRANDISSIMA CULPA! Siete voi che avete accettato e appoggiato le normative (politiche e non sanitarie) dello stato totalitario. Siete voi che rifiutate chi non ha il marchio nazista. Per questo collaborazionismo volevate non pagare pegno? Mettetevi il cuore in pace perché il conto arriva per tutti e il vostro sarà molto salato.

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LA NOTIZIA

Ristoranti, bar e imprese food&wine (ancora) in allarme. La quarta ondata della pandemia con l’assedio della variante Omicron e tutti le sue  conseguenze sta dando l’ennesimo colpo a un settore che stava tentando di recuperare e che confidava di farlo ancor di più nelle feste di Natale. Così non è stato. I contagi hanno ripreso ad aumentare e, anche se con il vaccino il quadro non è di certo lo stesso dello scorso anno, la preoccupazione continua ad esserci fra i tavoli e i banconi dei locali di tutta Italia. Dalle colazioni ai pranzi, dalle trattorie agli stellati tutti lanciano il loro Sos rilanciato qualche giorno fa in piazza a Roma. E ribadito dalla Fipe-Confcommercio che va dritta al punto: “Se il governo non prorogherà la cassa Covid (scaduta lo scorso 31 dicembre, ndr) saranno a rischio altri 50 mila posti di lavoro per ristoranti e bar”. La richiesta della Federazione pubblici esercizi è quella di allungare il provvedimento di altre 13 settimane almeno “soprattutto per quelle attività che continuano a subire le conseguenze delle restrizioni e dell’incertezza della curva dei contagi”. I dati indicati a supporto di questa richiesta sono definiti “impietosi”: “Nel 2020 i consumi nella ristorazione sono calati del 37,4%, pari a 32 miliardi di euro rispetto al 20219. A questi si aggiunge il 28% dei consumi perduti nel 2021 rispetto all’anno pre pandemia: altri 24 miliardi, per un totale di 56 miliardi di euro in meno spesi da famiglie e turisti, italiani e stranieri, all’interno dei pubblici esercizi. Il risultato è che 45mila imprese sono scomparse in meno di due anni, 300mila lavoratori hanno perduto il proprio impiego, determinando una perdita di competenze essenziali e professionali difficilmente recuperabile, e altre centinaia di migliaia di realtà oberate dai debiti per far fronte alla crisi”. “Tutto  questo – puntualizza Roberto Calugi, direttore generale di Fipe – impone di considerare la ristorazione e i pubblici esercizi alla stregua di altri settori dell’offerta turistica italiana. Discoteche, locali presenti in particolare nei centri storici delle città d’arte, aziende di catering e banqueting, mense, ristorazione commerciale negli aeroporti e negli snodi turistici e centri deputati al gioco sono in profondo rosso.  Il mese di dicembre ha vanificato gli sforzi e l’ottimismo dell’estate e ci ritroviamo immersi in un’emergenza senza fine. Nessuno chiede aiuti a pioggia: se il problema sono le risorse si selezioni  l’accesso alla Cassa Integrazione, alle moratorie e agli altri incentivi sulla base della reale perdita di fatturato”.

CARI RISTORATORI, VOI E IL VOSTRO CARROZZONE AVETE POTENTEMENTE ROTTO! SAPETE COSA DOVRESTE FARE PER FAR TERMINARE TUTTO IN 48? DIRE NO, DISOBBEDIRE E MANDARE A QUEL PAESE IL MANIPOLO DI BASTARDI CRIMINALI CHE GOVERNANO……ANCHE SE, BIG BEN, STA PER DIRE STOP!

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

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