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‘MARZO 2022’ Category

21 Marzo 2022 – Redazione

Neppure il macello progressivo, neppure la strage di giornalisti frenano l’entusiasmo delle groupie di Putin. Poi dicono il pensiero unico. Ma qui, più che di pensiero si tratta di rimozione, supportata da falsi storici e autentiche menzogne: si rimarca, con dovizia di circostanze, l’espansionismo della Nato, che però sulla tragedia dell’Ucraina non muove un destino, ma l’espansionismo russo, che data da Pietro il Grande e arriva sino a Putin, quello non disturba, basta contrabbandarlo per legittima difesa, per liberazione di Paesi che nella Nato si sono infilati sì, ma per libera scelta.

Si confonde anche, ad arte, il concetto etico di democrazia con quello tecnico: sul fatto che la democrazia liberale non sia il paradiso in terra siamo tutti d’accordo, il potere tende per sua natura ad alimentarsi e lo fa nel modo più spregiudicato; ma pareggiare la “falsa democrazia americana” con le democrazie progressive russa o cinese, considerare le bombe su Kiev irrilevanti rispetto all’obbligo del pur odioso Green Pass, è qualcosa che non si può sentire: negli Stati Uniti, come in Europa, ci sono elezioni sicuramente manipolate ma essenzialmente libere, c’è una alternanza di presidenti, non un autocrate a vita; sopravvive un dialogo, un diritto di critica, i giornalisti non vengono fatti sparire e trattati col polonio, chi pronuncia la parola “guerra” ancora non è cancellato, abusi ed errori vengono rilevati e fatti pesare; si mantiene una divisione dei poteri almeno formale e non la concentrazione in un Politburo o un Comitato che risponde e a cui risponde una cricca di mafiosi. C’è il Deep State? Certo, dappertutto, il potere profondo è quello che determina le scelte, ma nell’infame Occidente il cigno nero è sempre possibile, la variabile impazzita che manda all’aria la presunta onnipotenza del Grande Reset prima o dopo arriva. Oggi il Grande Reset va di moda chiamarlo Nato, per dire una entità che tutto determina, tutto inquina e contro la quale tutto è lecito. In soccorso velato dei Putin, degli Xi accorrono avventurieri in fama di reporter indipendenti, siccome i giornalisti accreditati, che Grillo chiama “giornalai”, sono costituzionalmente vigliacchi e meritano di essere fatti fuori.

Ma restiamo al punto: c’è o non c’è una invasione di uno stato sovrano, operata da un dittatore dietro impulso di un dittatore ancora più grande? C’è e allora non resta, come dice Daniele Capezzone, fare una scelta di campo: o con la libertà o con l’invasore. Tutto il resto è speculazione, è “né-né” ipocrita, come un tempo si diceva né con lo stato né con le BR, ma un po’ più con queste ultime. I putiniani “in soccorso della libertà” non si accorgono di ripetere pedissequamente le ragioni della propaganda cinese e se se ne accorgono gli sta bene così. Ma la propaganda cinese è immensa, da quando la Cina è entrata nel WTO, avviata a diventare la prima potenza commerciale al mondo, sono stati impiegati miliardi e miliardi per orientare l’informazione occidentale, istruendola, pagandola. È un segreto di Pulcinella che coinvolge intellettuali, media, partiti. Il risultato è il gioco peloso del risalire su per li rami della storia, ai patti violati, all’imperialismo americano (aspramente contestato già negli anni ’60 dall’America e dall’Occidente al completo), ai missili di Cuba, al Vietnam e alla Corea, a Hiroshima, al generale Custer. D’accordo: e allora? Per dire che in questo gioco si può infilare tutto, fino a Ciro il Grande, e allora onestà impone di ricordare anche i “tradimenti” di Putin, l’espansionismo in Crimea e Cecenia, la brutalità interventista in Siria, la Grande Madre Russia da ricostituire a qualsiasi prezzo. Senza contare che l’America è criminale quando esporta democrazia, e ci può stare, ma anche quando, con Trump, annuncia passi indietro nell’influenza militare, abbandonando popoli derelitti al loro destino. Un’altra apertura di credito alla follia dello zar.

I veterostalinisti come Canfora, i veteronostalgici come Cardini, le filosofe dell’ovvio come questa De Cesare omettono i problemi reali, per loro l’islam teocratico degli ayatollah o dei tiranni alla Saddam è meglio delle dittature occidentali e il vezzo masochistico dell’autodafè completa il quadro. Quando Biden, timidamente, solleva la questione dei diritti umani in Cina, la Cina risponde: pensate a voi, che fate strage di afroamericani e avete il Black Lives Matter a testimoniarlo. Una malafede palese, insostenibile, ma incoraggiata da un Occidente fanatico nel vergognarsi di sé. Tendenza suicida in cui ormai cade anche la destra. Più i regimi islamisti, cinese, post sovietico infieriscono sull’Occidente corrotto, effeminato, molle, fascista e più l’Occidente dà loro ragione, fornisce pezze d’appoggio al limite del demenziale. La conseguenza è che non si era mai vista una indifferenza, perfino un cinismo così sconcertante per la sorte di milioni di persone massacrate.

Nulla sfugge più al ribrezzo di sé, tutto è da abbattere, da sbianchettare, dal linguaggio alla cultura, dalle cattedrali all’istruzione, dalla tradizione filosofica che ha portato al lungo cammino verso i diritti civili, la laicità, la tutela delle minoranze, fino al lascito religioso che con la filosofia si confronta; per non parlare della musica, delle arti, della letteratura: non si salvano più neppure Dumbo e Braccio di Ferro. Con argomentazioni peggio che idiote, ma è quanto Cina e Russia vogliono sentire. Ogni volta che una radiosa testa di cemento pone riserve, rivaluta “le ragioni di Putin”, mette una zeppa, una crepa nello spirito italiano, europeo, occidentale che è già sfibrato. Come mai Putin, che l’Ucraina la punta da 25 anni, si è mosso proprio adesso? Ma lo dicono, non lo nascondono: lo Zar e lo Xi vedono, sanno che l’America ha un presidente irrilevante, che l’Unione europea è una astrazione che fa il loro gioco, mentre lui invadeva il Paese Bruxelles stava in “settimana verde” dopo estenuanti lavori parlamentari sui paguri e gli smalti per gli infanti.

Dicono che l’Armata Rossa sia in difficoltà, ma Putin avanza e le sanzioni non sembrano frenarlo, le sanzioni distruggono solo i poveri cristi cui la propaganda dei giornali occidentali, ispirati da Pechino, risponde: se l’Europa ha fatto scelte suicide, affidandole a una testimonial petulante, se ci ritroviamo dipendenti come tossici dal gas russo, se non abbiamo più i soldi per comprarlo, se a cascata viene a mancare tutto, la soluzione non è tentare una indipendenza energetica ma tornare al Medioevo delle carestie, lavarsi poco e con acqua ghiaccia. Come dice Milena Gabanelli. È su questa resa che crescono le smanie imperialistiche sino-russe e ha ragione Federico Rampini quando spiega che l’Ucraina è un test, serve a saggiare il livello di porosità dell’Occidente in funzione di altre invasioni. Taiwan tornerà cinese, dice Xi, a qualsiasi costo e a Taiwan si fanno i semiconduttori, i microchip che alimentano la totalità del parco tecnologico mondiale. Un ricatto perfino peggiore di quello energetico e che comunque a questo si salda.

Negli ultimi due anni l’Occidente “imperialista e fascista”, in esso precipuamente il nostro Paese, ha subito una mole impressionante di attacchi concentrici: finanziario, commerciale, economico (l’Italia è di fatto svenduta), umano con la tratta dei migranti, culturale, mediatico, energetico, virale, farmaceutico, col tripudio della psicosi delle mascherine e dei vaccini, dei lockdown e dei lasciapassare che replicano perfettamente l’andazzo cinese. Una post democrazia repressiva e premiale che non si ha nessuna voglia di superare, nella complicità pressoché di tutte le forze politiche, del Colle, del governo. Siamo rimasti l’unico Paese che si comporta come a inizio pandemia mentre la pandemia non c’è più, ma l’oscuro ministro Speranza riesce a spuntare la perennità del Green Pass e il suo consigliere Ricciardi soffia sul fuoco delle immunizzazioni a vita. Adesso hanno bruciato D’Alema, dopo l’ultima storia tra la Colombia e la Puglia. E l’hanno bruciato in concomitanza con l’invasione russa. È una vendetta del Politburo piddino, preoccupato dal suo ritorno alla casa madre? E forse a Draghi non dispiace: tolto di mezzo D’Alema, intermediario di Pechino e grande protettore di Speranza, l’inamovibilità di quest’ultimo cade. Spezza l’anello forte e quelli deboli cederanno da soli.

Era ora, ma adesso vedremo se questo Paese, dipendente in tutto da tutti, riuscirà ad affrancarsi almeno dalla vergogna di essere rimasto l’unico stato concentrazionario col pretesto di una sicurezza sanitaria rivelatasi più letale del virus. Tanto più che ormai i cittadini non ne possono più di sentirsi chiamare ogni due mesi a farsi bucare una spalla, hanno altro e di più urgente da pensare, come riempire il serbatorio, come riempire il carrello, sapendo che non ci riusciranno.

19 Marzo 2022 – Redazione

L’attacco contro la struttura avrebbe provocato solo un ferito. La “sperata” strage dei media italiani, non c’è stata

L’attacco compiuto dalla Russia contro il teatro rifugio di Mariupol ha prodotto un solo ferito grave e nessun morto. Lo hanno riferito le autorità locali. In precedenza era stato comunicato che 130 persone erano uscite vive dalla struttura, bombardata da Mosca nonostante dall’alto fosse ben visibile la scritta «deti» («bambini»). Lo scrive Tgcom24.

Gli attacchi stanno diventando dei simboli della propaganda, che in questa guerra viene utilizzata  per far pressione sull’opinione pubblica internazionale. Subito dopo il bombardamento, infatti, l’Ucraina ha immediatamente denunciato un massacro di civili senza precedenti. Ma la Russia ha immediatamente replicato negando le accuse di aver colpito il teatro, e accusando a sua volta i soldati del battaglione Azov, gli ultranazionalisti ucraini, di essere gli autori della strage, compiuta per poi poter accusare Mosca in quella che è stata definita una «nuova sanguinosa provocazione, facendo saltare in aria l’edificio del teatro minato da loro». E la stessa Human Rights Watch ha chiarito di non poter escludere che nel teatro, o nelle vicinanze, ci fosse un obiettivo militare.

UDITE UDITE……HA CONFERMATO CHE SI TRATTA DI UNA COLOSSALE BUGIA, ANCHE LUCA TELESE, UNO DEI BALUARDI DEL MAINSTREAM! LEGGETE IL SUO POST ⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️

19 Marzo 2022 – Redazione

Il 13 marzo Ornella Mariani Forni ha diffuso un suo video in cui fa appello al presidente russo Vladimir Putin a che, nell’attuare le sue sanzioni, faccia l’opportuno distinguo fra il popolo italiano, manipolato ed ignaro, ed il suo attuale governo ‘abusivo’ rappresentato da Draghi & company… Contestualmente invoca l’aiuto del premier russo nella ‘liquidazione’ di tale governo e nell’uscita da una Unione Europea ‘corrotta e nazista’.

https://youtu.be/bu0JGSn5fJg

La condotta del governo italiano, non è l’ostilità del popolo italiano. Questi atteggiamenti sono di un gruppo di abusivi, che non si identificano con la volontà popolare. La Costituzione è archiviata e noi siamo costretti a rappresentarci in proprio. I suoi nemici, non sono il popolo italiano, ma Draghi, i mazzattari di regime che assecondano il suo delirio e il Quirinale, che non ha fatto nulla nella rimessa in atto dell’art 11 della Costituzione.

Gli italiani vogliono vedere liquidato questo parlamento e Draghi ed uscire dall’edificio corrotto e nazista che si chiama Unione Europea, lei può aiutarci.

Nelle risoluzioni che attuerà, la preghiamo di fare un distinguo, le applichi nei confronti di Draghi e dei suoi soci e non nei confronti di un popolo inerme e indifeso, che grazie al servilismo dei mass media, disinformato. Lei è l’ultima possibile difesa dei valori dell’occidente, dell’etica e dalla cultura del mio paese. Grazie Putin.”

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

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https://cataniacreattiva.it/lappello-di-ornella-mariani-forni-a-putin-video-la-condotta-del-governo-italiano-non-e-lostilita-del-popolo-italiano/

19 Marzo 2022 – Redazione

Dopo la vergognosa figura de La Stampa, che nella giornata del 17 marzo ha pubblicato in prima pagina una foto della strage di Donetsk (da parte ucraina su quella popolazione), accompagnata da articoli sull’assedio di Kiev, e che ha fatto il giro del mondo facendo pubblicamente indignare anche il Cremlino, il prof. D’Orsi, giornalista, storico e docente universitario, ha pubblicato il suo addio al giornale di cui è stato collaboratore da molti anni.

Scrive il prof. indirizzando la lettera a Massimo Giannini: «Gentile Direttore, ho collaborato alla Stampa per decenni, e sono stato allontanato, senza una parola, naturalmente, con l’arrivo di Molinari, giunto al giornale a portarvi il suo carico di sionismo e iperatlantismo (e già allora di russofobia)».

Continua D’Orsi: «Avevo sperato che un giornalista proveniente da “la Repubblica” come Lei, avrebbe compiuto uno sforzo di riequlibrare l’orientamento di questa testata a cui sono rimasto legato. Invece no. E i vostri servizi, se così vogliamo chiamarli, sulla guerra in Ucraina, lo dimostrano, in modo avvilente. Ma con la prima pagina di oggi il giornale da Lei diretto ha toccato il fondo della disonestà giornalistica: una immagine relativa alla strage compiuta due giorni fa dalle truppe governative di Kiev ai danni dei civili di Donetsk (14 morti), viene presentata in modo che il pubblico pensi che siano stati i russi cattivi. Siamo oltre ogni artefizio giornalistico, lo lasci dire a uno che è iscritto all’Ordine dal 1971, e che ha avuto nel 2021 la targa d’argento come veterano del giornalismo piemontese. Uno che è stato allievo di Norberto Bobbio, e oltre ad aver insegnato per più di 40 anni all’Università, ha lavorato per le maggiori testate italiane, e anche qualche testata straniera, pubblicando molte centinaia di articoli».

Scrive D’Orsi: «Mi aspetto che il giornale domani, con lo stesso rilievo faccia una formale autocritica e spieghi, come e quando e da chi ha ricevuto la foto, chi ne sia l’autore, come la foto è giunta a voi (e se avete i diritti di utilizzo), e in quale situazione è stata scattata. Aggiungo che tutta l’impaginazione, dai titoli dei commenti tutti a senso unico, fino al pezzo che vorrebbe essere sarcastico su Luciano Canfora, e che fa ridere solo chi l’ha scritto, è a di poco inquietante».

Conclude la lettera: «State spingendoci verso la terza guerra mondiale, consapevolmente o meno. La storia non vi ha proprio insegnato nulla. Che pena. Segnalerò comunque l’episodio all’Ordine. E smetterò di comprare, ovviamente, il Suo giornale. Prof. Angelo D’Orsi, Università di Torino».

CHI E’ IL PROF. ANGELO D’ORSI

Angelo d’Orsi è uno storicogiornalista e accademicoitaliano. Fa parte di diversi comitati scientifici di riviste e ha fondato alcune collane editoriali e alcune riviste: Nuova Sinistra. Appunti torinesi (1971-1974), Nuvole (1991, da cui poi si è allontanato), Quaderni di Storia dell’Università di Torino (1996-2001), Historia Magistra. Rivista di storia critica(2009 – in corso), Gramsciana. Rivista internazionale di studi su Antonio Gramsci (2015-in corso). Ha inoltre fondato FestivalStoria (2003, 1ª edizione 2005). Ha collaborato con diverse testate giornalistiche (Il Sole 24 ORECorriere della SeraLa StampaQuotidiano dei lavoratoriil Fatto Quotidiano). In vista delle elezioni comunali di Torino del 2021è stato il Candidato Sindaco.

18 Marzo 2022 – Redazione

ORMAI TUTTO E TUTTI SONO CONTRO PUTIN. C’È CHI LO CHIAMA CRIMINALE, ANIMALE SCHIFOSO, E CHI PIU’ NE PENSA, PIU’NE DICE E SCRIVE!
E I POLITICI STATUNITENSI, SECONDO VOI, SONO SEMPRE STATI BUONI, BRAVI E VIRTUOSI? ASSOLUTAMENTE NO. GIUDICI DEL MONDO INTERO E MOLTO PREPOTENTI, NON POSSONO TRASCORRE TROPPO TEMPO IN UN CLIMA DI PACE, E DEVONO SEMPRE ATTACCARE QUALCHE POPOLO PER UNA RAGIONE O PER UN’ALTRA!

GUARDATEVI QUESTO DOCUMENTARIO SULL’ORRORE ALLE ISOLE MARSHALL, ED IN PARTICOLARI SUGLI EFFETTI ATOMICI NELL’ATOLLO DI BIKINI. MA LA LISTA DELLE NEFANDEZZE COMPIUTE DAGLI AMERICANI E’ DECISAMENTE LUNGHISSIMA! AVREMO MODO DI SCRIVERNE!

Nel 1946 gli americani scelsero come poligono di prova per i test atomici un atollo delle Isole Marshall, l’atollo di Bikini. Gli abitanti (meno di 200) furono allontanati su di un altro atollo dietro misero compenso e false promesse, ma subirono ugualmente le pesantissime conseguenze. I bombardamenti continuarono fino al 1958, quando fecero esplodere la 67esima bomba dall’inizio dei lanci: la bomba all’idrogeno.

Sugli animali, sia terrestri che acquatici, gli effetti furono disastrosi e una prova è data dalle immagini nei video seguenti di Jeppson Giano

https://youtu.be/aWOONz0g5F0

https://youtu.be/uGdJBnlB758

https://youtu.be/VdNTsve7Zb8

18 Marzo 2022 – Redazione

Se Zelensky diventa un ostacolo alla pace, per me deve essere abbandonato. Noi siamo come Putin, se Putin è un mostro lo siamo anche noi». Sono alcuni passaggi degli interventi del professor Alessandro Orsini a Piazzapulita riportati daAdnKronos. «Avevo un’ammirazione sconfinata per Zelensky, era una sorta di supereroe per me», dice riferendosi al presidente ucraino. «Ma la mia percezione adesso sta cambiando. Se Zelensky diventa un ostacolo alla pace, per me deve essere abbandonato. Zelensky preferisce la terza guerra mondiale pur di non rimanere solo contro la Russia. Sta assumendo una postura che non mi piace, lo vedo come un pericolo per la pace», dice il professore di sociologia del terrorismo internazionale. «Zelensky va isolato, come Boris Johnson: il premier britannico è il più guerrafondaio dei leader europeisti, l’Unione Europea si sta facendo guidare da Johnson, che è stato messo lì per fare la Brexit», dice.

«La mia preoccupazione è l’Europa, perché non sa fare la guerra e non sa fare nemmeno la pace, afferma il professor Alessandro Orsini. E questo consegna l’Ucraina alla tragedia. Per fare la pace in primis bisogna smettere di demonizzare l’avversario politico, cioè di rappresentarlo come un animale come ha fatto Di Maio; la seconda cosa è normalizzarlo e l’ultima mossa è umanizzarlo del nemico: non è un porco, ma un essere umano come noi. Queste sono le precondizioni per sedersi al tavolo della pace. Se Putin è un mostro, sicuramente lo siamo anche noi. E posso fornire prove documentate: Bush scavalcò l’Onu e fece una guerra illegale in Iraq; sempre in Iraq, un gruppo di marines americani ha massacrato 24 civili a sangue freddo, sparando in faccia ad un bambino. Se Putin è un cane schifoso, tra schifosi possiamo intenderci e fare la pace».

SEGUITE IL PROF. ORSINI IN QUESTO VIDEO/AUDIO

https://www.la7.it/piazzapulita/video/il-prof-orsini-se-poniamo-putin-in-una-condizione-disperata-sventrera-lucraina-17-03-2022-429459

17 Marzo 2022 – Redazione

Enrico Ruggeri ha presentato il suo nuovo album “Rivoluzione” in uscita il 18 marzo e si è tolto parecchi sassolini dalla scarpa durante le intervista su quasi tutti i quotidiani: «Se non avessi preso certe posizioni avrei un’altra situazione economica. Ho un record di messaggi privati di colleghi che mi danno ragione, ma nessuno lo ha fatto in pubblico. Oggi se hai un’idea te la fanno pagare cara. Nel 2019-20 ho fatto sette serate su Rai1 con una produzione che costava meno di tante altre che hanno avuto ascolti più bassi. Mi aspettavo di essere richiamato». Invece. “Dopo le mie frasi sulla pandemia la Rai non mi ha più voluto“.

Enrico Ruggeri: “Perché la Rai non mi ha più voluto”

Sempre fuori dal coro, Enrico Ruggeri qualche tempo fa è stato bombardato dai social per aver definito «schiavitù mentale» la scelta di chi ancora usa la mascherina all’aperto. Lui stesso tempera quelle parole ma precisa: «Ho usato parole eccessive. Ma trovo pericoloso abituarsi alle restrizioni. Ci si abitua a tutto, è vero. Con il rischio, però, di atrofizzarsi. Se non avessi usato la parola “schiavitù” sarebbe stato meglio». Nell’agosto scorso fece una battagia per far accedere al suo concerto denza green pass. Propose di fare tamponi ai possesori dei biglietti, cosa che ottenne. Con il nuovo album di cui è già uscito il brano Rivoluzione (anticipato sul Secolo d’Italia) tornerà in concerto da aprile con “La rivoluzione – il tour”. Queste le prime date: 2 aprile al Teatro San Domenico di Crema; 9 aprile al Teatro Nazionale di Milano; 21 aprile al Teatro Ambasciatori di Catania; 26 aprile al Teatro Olimpico di Roma; 30 aprile al Teatro Cavallino Bianco di Galatina (Lecce).

16 Marzo 2022 – Redazione

Guerra Russia Ucraina, 27 euro al giorno alle coop per ogni rifugiato – La guerra in Ucraina sta costringendo migliaia di persone a varcare il confine e mettersi a riparo dalle bombe. Un esodo di massa che ad oggi è quantificato in circa 3 mln di profughi provenienti da Kiev e dalle altre città ormai in macerie. Molte di queste persone sono in arrivo o sono già giunte anche in Italia. Come ogni guerra – si legge sulla Verità – c’è chi ci perde e chi ci guadagna. Da una parte chi vede distruggersi la propria vita e dall’altra chi fa affari, come chi produce armi. Più se ne utilizzano e distruggono e più ne servono di nuove. Ma c’è anche chi ne trae beneficio dall’indotto. Come ad esempio il sistema dell’accoglienza.

Profughi nelle mani delle coop

Oltre alle brave e oneste persone – prosegue la Verità – che accolgono chi fugge dalla guerra, aprendo le proprie porte a chi ha perso tutto, c’è anche chi si arricchisce in queste situazioni. Il caso più emblematico è quello relativo a Salvatore Buzzi e all’inchiesta diventata nota come Mafia capitale, da cui emerse un quadro ben chiaro, il business dell’accoglienza degli immigrati era più redditizio di quello della droga.

Ora si rischia lo stesso con i profughi ucraini, se la guerra dovesse continuare, molte di queste persone arriveranno in Italia e la maggior parte di questi finirà in centri gestiti dalle cooperative. Non ci sono bandi ad hoc e nessuna selezione preventiva degli enti: per far fronte all’emergenza profughi si procede come sempre, garantendo 27 euro al giorno a ospite. Il rischio di truffe e speculazioni è molto elevato, come hanno certificato varie inchieste del recente passato. (affaritaliani.it)

16 Marzo 2022 – Redazione – di Massimo Balsamo 

Centinaia di migliaia di profughi in fuga dall’Ucraina per salvarsi dalle bombe russe, l’Italia avrà un ruolo di primo piano nell’accoglienza. Dopo la Polonia, il nostro Paese è il primo in Europa per presenza di cittadini ucraini: secondo i dati Eurostat, dei circa 800mila residenti nell’Unione europea, 230mila si trovano in Italia. Il fenomeno è destinato a crescere esponenzialmente nel corso dei prossimi giorni – si stimano oltre 700 mila profughi solo in Italia – il governo è al lavoro su più fronti.

Come riporta Il Sole 24 Ore, l’Italia si sta preparando ad affrontare l’emergenza con una strategia dai due filoni: l’accoglienza e l’assistenza sanitaria. Per la prima volta in assoluto, al via l’attivazione del meccanismo previsto dalla direttiva 2001/55/Ce, che consente, in caso di massiccio afflusso di sfollati nei Paesi dell’Unione europea, di riconoscere in loro favore la protezione temporanea. Su questo punto, nei prossimi giorni arriverà un decreto.

Profughi ucraini, stanziati oltre 181 milioni di euro

L’esecutivo consentirà ai profughi ucraini di soggiornare in Italia, di lavorare, di accedere a scuola e servizi sanitari, oltre ovviamente a ricongiungersi ai familiari già presenti sul territorio. Come evidenziato da Stefania Congia (Dg Immigrazione del ministero del Lavoro), per l’occupazione è stato messo a punto un processo semplificato in coordinamento con il Viminale. Sbloccate, inoltre, importanti risorse per ampliare i posti disponibili nei centri di accoglienza straordinaria e comunali: stanziati oltre 181 milioni di euro dal 2022 al 2024.

E INTANTO…..

POVERTÀ’: BOOM DEI FURTI DI CIBO NEI SUPERMERCATI

A spingere i furti di cibo nei supermercati è il caro prezzi con l’inflazione che colpisce il carrello della spesa e mette a rischio alimentare ben 5,6 milioni di italiani che si trovano in una condizione di povertà assoluta. E’ quanto afferma la Coldiretti, nel commentare lo studio dell’Università Cattolica sui furti fra gli scaffali. Per effetto dei rincari, secondo la Coldiretti è destinato ad aumentare il numero di quanti non riescono più a garantirsi un pasto adeguato, ma anche di quanti sono tentati dalla ricerca di soluzioni illegali.

Si tratta della punta dell’iceberg della situazione di crisi in cui si trova un numero crescente di persone, molte delle quali sono costrette a far ricorso alle mense dei poveri e molto più frequentemente ai pacchi alimentari, anche per la crisi generata dalla pandemia. Persone e famiglie che mai prima d’ora avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche.

“E’ necessario sbloccare al più presto i 200 milioni di euro dei fondi del Ministero delle Politiche Agricole per acquistare alimenti di base di qualità Made in Italy da consegnare agli indigenti”. chiede il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “occorre accelerare la presentazione dei bandi per gli aiuti agli indigenti con le risorse stanziate per acquistare cibi e bevande di qualità da distribuire ai nuovi poveri”.

Il settore alimentare, è stata la categoria maggiormente interessata, con un valore superiore alla media (1,89% del fatturato). Il fenomeno complessivo però non riguarda soltanto i furti, ma comprende anche tutto ciò che non fa fatturato la merce scaduta e avariata anche a causa di interruzioni della catena del freddo. Il tipico esempio può essere anche il prodotto da frigo che viene abbandonato sugli scaffali o in prossimità delle casse dal cliente che cambia idea dopo averlo messo nel carrello. ansa

14 Marzo 2022 – Redazione – Avv. Mauro Sandri

Tutti coloro che si battono in sede giudiziaria otterranno il risarcimento dei danni patiti. Lo ribadisco con forza perchè è un obiettivo che ogni giorno diventa più possibile da raggiungere e più vicino.

In sede di opposizione al Regolamento 953/2021 avanti al Tribunale  dell’ Unione Europea ho introdotto, per la prima volta, i grafici che attestano l’aumento enorme della mortalità avvenuto nel 2021 rispetto al 2020 e documentato che abbia interessato le  fasce di età mai colpite dalla covid 19. Ho dedotto che tale aumento di mortalità debba ascriversi, in diretto ed esclusivo nesso causale, alla vaccinazione non sussistendo alcuna diversa possibile ragione giustificativa stante anche il venir meno del gradiente di intensità dell’asserito virus SARS-CoV-2. Il tribunale dell’unione europea, non è un qualsiasi tribunale interno.

Quest’ultimo dispiega la sua giurisdizione in un territorio limitato e solo per un ristretto numero di persone. Le cause pendenti davanti alla giurisdizione europea sono attenzionate dalle case farmaceutiche in maniera diretta e serrata. Proprio a seguito della memoria scritta nella quale ho sollevato la problematica dell’ evidenza della falsità  dei dati dell’effettiva mortalità attribuibili ai vaccini, è intervenuto in questi giorni il capolavoro assoluto manipolatorio di contrasto. La fondazione Melinda Gates ha appaltato e  fatto eseguire da un ricercatore di origine cinese uno studio finalizzato esclusivamente a contrastare l’atto giudiziario depositato al tribunale dell’unione. L’ elaborato pagato dai coniugi Gates,separati forse affettivamente, ma ben uniti nel business senza scrupoli, è stato pubblicato dalla rivista The Lancet e vorrebbe provare, udite udite, che la mortalità in eccesso del 2021, ma anche quella del 2022, rispetto al 2020, si deve attribuire al covid e non alla vaccinazione. Un’operazione da ricchi disperati, ma pur sempre fondamentalmente disperati.

La coperta è troppo corta:o i morti in eccesso del 2021-2022 sono effettivamente per COVID ed allora i vaccini non sono serviti a nulla, o sono morti per i vaccini ed allora vi è stata una strage di massa. Delle due l’una.Li stiamo andando a prendere.