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di Marzia MC Chiocchi

Ieri sera appresa la notizia della morte del dott. Giuseppe De Donno, sono rimasta profondamente sconcertata da come stesse veicolando il messaggio sulle cause del suo decesso “…il medico si sarebbe impiccato”. Con il passare delle ore la vicenda ha assunto contorni più chiari per coloro che, ragionando, avevano capito chi era De Donno. L’uomo, di grande fede religiosa, come avrebbe potuto togliersi la vita cedendo in questo modo al mal di vivere? Ma indipendentemente da tutte le analisi tecniche e d’indagine sui cui stanno discutendo persone comuni, giornalisti della Controinformazione, opinionisti, e spero pure gli inquirenti, vorrei porre l’attenzione su altre problematiche, persistenti e determinanti in casi come questo: la mancanza di solidarietà, la scarsa compartecipazione alle difficoltà della Persona, l’individualismo. Sono ben cosciente che, con le mie parole, potrò creare quella che, erroneamente e con sempre più frequenza, viene chiamata polemica, che io definirei, piuttosto, dibattito. Dalle prime ore della mattina ho letto con attenzione il susseguirsi di commenti, ipotesi e quant’altro, anche di colleghi medici di De Donno che, esaltandone l’uomo e il professionista, lo hanno ricordato con affetto senza averlo mai incontrato. I social sono stati meravigliosamente travolti da pensieri di gente comune e di medici, e a metà pomeriggio, quando il flusso mediatico si e’ placato ho deciso di scrivere la mia riflessione che, a seguire, espongo.

Quanti e quali medici che stanno combattendo contro le coercizioni governative, sono stati vicini anche fisicamente a De Donno? Che cosa hanno fatto per sostenerlo apertamente, quando la nomenclatura politica lo stava ferocemente attaccando per aver salvato la vita a molte persone con il plasma iperimmune? Sul momento le parole solidali di qualcuno ci sono anche state, ma dopo? E nei mesi a seguire fino ad oggi?

De Donno e’ morto solo, con il dramma di una famiglia, la Sua, che ha cercato di sostenerlo al massimo delle proprie forze, ma senza l’aiuto pratico di quei colleghi medici , che avrebbe sicuramente voluto vedere schierati al suo fianco (e parlo di quelli che vanno in piazza a parlare alle masse, che fanno parte di chat importanti, dove fino ad oggi si e’ discusso tanto procedendo con troppa lentezza verso azioni concrete.) Quanti di questi medici hanno scelto di creare un percorso unico di lotta insieme agli avvocati, contro le multinazionali del farmaco? Adesso esce ed uscirà’ tutto il materiale riguardante le minacce che De Donno aveva subito, come sempre a buoi scappati! Ma non possiamo, una volta nella nostra vita, essere uomini e donne intellettualmente onesti? Solo parole prima e dopo ogni evento drammatico, catastrofico! Il coraggio, nella vita pratica, e’ sempre stato prerogativa degli eroi, mentre, se capissimo che l’ Unione fa veramente la Forza, non staremmo a piangere i nostri martiri, troppo spesso dimenticati, se non per un premio a loro intitolato o per una ricorrenza , dove il pianto e’ paragonabile a quello di un coccodrillo.

Adesso che siamo in prossimità di una preoccupante dittatura, riusciremo a comportarci come Persone e non come banderuole?

Per ricordare un pensiero di Bertolt Brecht “Sventurata quella terra che ha bisogno di eroi

Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione(Co.Te.L.In.), di cui fa parte anche Catania CreAttiva, e che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, fra cui Mercurius5, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale

Le sue ultime parole…

“Io mi sono esposto molto in prima persona, ovviamente rinunciando tantissimo ai miei affetti e rinunciando tantissimo alla mia vita privata e ho ricevuto tantissime critiche, tantissimi attacchi e capisco anche che, quando uno si espone così in modo violento mediaticamente, può starci che venga poi attaccato a sua volta. Però quello che a me interessava era cercare di salvare più vite possibile…” (Giuseppe De Donno in una sua ultima intervista)

Potete ascoltare queste sue ultime parole, più una breve riflessione di Andrea Giuffrida, di Catania CreAttiva Web Radio Podcast, sulla sua figura ispiratrice di eroe della storia umana, in questo episodio fuori programma del podcast Teukos trasmesso proprio oggi su Spreaker: “

https://www.spreaker.com/episode/45871348

di Marzia MC Chiocchi

Nel video a seguire, un invito educato ma incisivo di Ornella Mariani Forni al Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, a ritrovare “ quel valore di democrazia di cui le sfugge il senso”. Nostro malgrado, ancora nella rosa dei piccoli dittatori di governo, uomini e donne di livello discutibile, la Lamorgese è espressione e modello di anticostituzionalita’, come i suoi “esimi “ colleghi parlamentari pentastellati e non solo, delatrice della fiducia di quella parte di italiani che alle urne, tre anni fa, credettero ancora una volta, alle parole di un comico ( Beppe Grillo ), che lancio’ nel panorama politico rappresentanti del popolo, scelti con voto espresso via Internet, attraverso una piattaforma, ignobilmente denominata Rousseau, dal fondatore Casaleggio. Cara Lamorgese, torni nei ranghi di una vita normale e tranquilla, anziché assecondare i voleri di un apparato che di democratico non ha più alcunché, e cerchi di recuperare una coscienza, probabilmente assopita o perduta. La sua Anima ne trarrebbe maggior beneficio.

Ornella Mariani Forni

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https://cataniacreattiva.it/cara-lamorgese-ti-dico/

Fonte: Riccardo Paccosi.

Questa testimonianza, di cui esiste un video su you tube, la dedichiamo, innanzitutto agli ipocriti che, dopo aver per 15 mesi dato del negazionista – e quindi del nazista – a chiunque esprimesse un dissenso sulla gestione della pandemia, adesso si mettono a starnazzare come oche perché qualcuno fa notare l’analogia giuridica tra Green Pass e leggi razziali.
Vera Shavad, ebrea e attivista politica contro gli abusi in ambito medico-sanitario, è sopravvissuta da bambina a un campo di concentramento nazista: ebbene, non soltanto dice che la situazione attuale presenta enormi similarità con allora ma afferma anche che il nuovo totalitarismo biosecuritario è, in prospettiva, ancora più pericoloso del nazismo tedesco.
Inoltre, l’anziana attivista dice cose molto interessanti su Klaus Schwab.

“Le leggi di esclusione impedivano alla famiglia di partecipare alle attività normali. I nostri beni sono stati confiscati, ci è stato proibito di partecipare a tutti gli eventi scolastici, religiosi e culturali. I viaggi erano vietati agli ebrei.” (ricorda qualcosa?)

“Ciò che distingue l’Olocausto da tutti gli altri genocidi di massa è il ruolo centrale che ha avuto l’establishment medico, l’intero establishment medico. Ogni passo del processo omicida è stato approvato dall’establishment medico accademico e professionale. I professionisti della medicina e le rispettabili società e istituzioni mediche danno un’apparenza di legittimità all’assassinio di massa dei civili.”

“Le aziende che hanno tratto profitto dall’Olocausto includono Standard Oil e Chase Manhattan, entrambe di proprietà dei Rockefeller, IBM, Kodak, Ford, Coca-Cola, Nestle, BMW e naturalmente IG Farben e Bayer.”

“Oggi, si tratta di andare oltre Hitler.
Hitler guardava solo all’Europa e alla conquista della Russia, ma non pensava in modo globale. Questo è globale.”

“Il problema non è il virus, il problema è l’eugenetica. Non è mai scomparsa, e questa classe, le élite, credono davvero di essere superuomini e che noi siamo tutti subumani. Ci sono persone che sono assolutamente malvagie. Non riconoscono la specie umana come tale. Una volta avviato questo sistema a due livelli, non sarete in grado di impedire un olocausto globale.”

Vedete e ascoltate il video su YouTube: Le radici del male ( in conversazione con Vera Shavaz)

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https://cataniacreattiva.it/la-sopravvissuta-ebrea-ai-campi-di-concentramento-dice-la-sua-su-quello-che-sta-accadendo/

Siamo un gruppo di cittadini, con diverse professionalità ed esperienze, che già da diversi mesi studia insieme possibili soluzioni alle problematiche di questo periodo emergenziale.

Questo comitato si è creato spontaneamente dal desiderio di aiutare noi stessi e gli altri cittadini a orientarsi nella attuale giungla giuridica e sociale. Il nostro scopo è puramente informativo e propositivo, nell’ottica di una sempre maggiore consapevolezza e partecipazione responsabile di tutti i cittadini alla gestione dello Stato.

Abbiamo scelto la forma del comitato spontaneo per tanti motivi: può essere costituito senza carte ufficiali, ognuno può entrare e uscire in qualunque momento, non ha personalità giuridica e quindi non gestisce denaro, neanche donazioni.

In questa veste, possiamo fornire informazioni preziose e strumenti di difesa cittadina senza che vi siano malintesi sui nostri scopi.

Per nostra fortuna, ad aiutarci in questo cammino abbiamo un padre spirituale di grande fede e larghe vedute, in grado di accogliere chiunque, e di qualunque credo, sia alla ricerca della verità.

Ci tengo che sappiate chi siamo…

Angelo Ferrante, carabiniere in pensione, Viterbo

– Bruno Poponi: MC, specialista in igiene, MMG in pensione, Viterbo

– Carla De Cesare: avv. cassazionista, civilista e amministrativista, Avezzano

Claudio Fabbri: avv. civilista, agrario, Ravenna

Cetty Di Bella: avv. civilista, Messina

Emanuele Bressan: laureato in Scienze Politiche

Laura Carosi: traduttrice DE, EN, ES, FR > IT, Palombara Sabina (Roma)

– Luca Papacchini: agente di commercio, Valentano (Viterbo)

Maria Luisa Biolcati Rinaldi: consulente comunicazione e Digital Project Manager, Ravenna

– Michele Pappalardo: avv. penalista, cassazionista, Catania

Riccardo Luzi: avv. cassazionista, Cesena

Teresa Rosano: avv. civilista, Lecco

Tina Stella: avv. civilista, Paola (CS) e Cosenza

Serafino Tabanelli: avv. civilista, e penalista, Lugo (Ravenna)

e che possiate fruire del nostro primo comunicato, relativo al DL 105/2021 in materia di certificazioni verdi:

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di Tiziana de Felice ( medico-anestesista)

È vero che l’UE sta vagliando 5 terapie entro ottobre, MA NON SONO QUELLE DI CUI CONOSCIAMO IL BENEFICIO (idrossiclorochina, cortisone, eparina, ivermectina, fans ) usate per le terapie domiciliari dal gruppo omonimo, e da tanti altri (tipo me) che hanno dato risultati verificati nella clinica, direttamente nella prima fase critica dell’epidemia.
Al contrario abbiamo un immuno soppressore e 4 anticorpi monoclonali.

Dove sta l’inghippo?

Vi ricordate nelle prime fasi dell’emergenza quando demonizzavano la terapia del plasma? Nelle prime fasi di un’epidemia è un arma vincente in quanto il plasma di pazienti guariti contiene gli anticorpi neutralizzanti per un virus che non ha ancora avuto il tempo di trasformarsi in ceppi troppo diversi e quindi poco affini agli anticorpi dei donatori. È proprio una terapia di emergenza che va usata nell’immediatezza dello scoppio dell’epidemia. Finita l’emergenza hanno cominciato, già lo scorso anno, a proporre gli anticorpi monoclonali contro Sars-CoV-2 come efficaci, e le aziende hanno cominciato a produrli su grande scala. Quegli anticorpi che ci propongono non sono niente di più che anticorpi prodotti da linfociti selezionati per produrre anticorpi specifici contro la spike di Wuhan 1. Anche perché hanno cominciato la produzione più di un anno fa e allo stato attuale il virus è mutato da allora in più di un milione di varianti. Questi linfociti vengono fatti proliferare in vitro per clonazione della cellula selezionata, da qui il nome monoclonali.
Ma quegli anticorpi sono del tutto simili agli anticorpi prodotti tramite vaccino che esprime l’antigene ( spike ) del ceppo originale che ad oggi non esiste più.
Quindi, il problema del potenziamento di malattia dipendente da anticorpi non neutralizzanti per le varianti attualmente circolanti vale sia per il vaccino sia per gli anticorpi monoclonali.
Non solo sono costosi ma sono pericolosi tanto quanto i vaccini.
Se un soggetto viene ospedalizzato, risulta positivo e non ha ricevuto il vaccino, dal momento in cui venisse trattato con quegli anticorpi, che per la variante con cui si è infettato non sono neutralizzanti perché specifici per il ceppo originale, andrebbe incontro ad ADE ( intensificazione dell’infezione anticorpo-mediata) andando incontro a guai molto seri.

Purtoppo ad oggi nessuno sta parlando del fatto che ADE possa essere innescata anche attraverso gli anticorpi monoclonali. Infatti risultano del tutto affini a quelli prodotti dalle cellule che hanno ricevuto il siero genico.
Quindi occhio ai facili entusiasmi.
Ribadisco il concetto già altre volte espresso.
La patologia da Covid 19 è sovrapponibile a quella di qualunque altra influenza del passato (anche con stigma pandemici).
VA SOLO CURATA, CURATA BENE, CURATA PRECOCEMENTE E CON 5 FARMACI A COSTO MINIMO E CON MINIMI E BEN GESTIBILI EFFETTI COLLATERALI.

TUTTO IL RESTO È….GIOIA.

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https://cataniacreattiva.it/la-verita-sulle-5-terapie-anti-covid-in-arrivo-ad-ottobre-attenzione-al-tranello/

Il Codacons, pienamente favorevole ai vaccini anti-Covid e alla campagna di vaccinazione avviata in Italia, non può accettare che un medico, onnipresente sui mass media e sui canali televisivi privati e pubblici, possa lasciarsi andare ad affermazioni disgustose e insulti raccapriccianti nei confronti dei cittadini che, per i più disparati motivi, non possono o non vogliono vaccinarsi”. Lo fa sapere l’associazione che comunica che “per tale motivo chiede oggi ufficialmente la radiazione dall’albo per Roberto Burioni, che in un post ha definito ‘sorci’ coloro che non si sottopongono al vaccino augurando agli stessi gli ‘arresti domiciliari’” si legge su Adnkronos.

“Stiamo preparando un esposto urgente all’Ordine dei Medici chiedendo di procedere alla radiazione immediata dall’albo nei confronti di Roberto Burioni – spiega il Codacons – E’ certamente giusto spingere i cittadini a vaccinarsi per far contribuire tutti alla lotta al covid ed evitare un nuovo lockdown, ma quanto scritto dal virologo è oggettivamente disgustoso, poiché un medico e un divulgatore scientifico non può definire ratti i cittadini che non si vaccinano, né augurare loro mali come gli arresti domiciliari, anche in considerazione del fatto che esistono categorie di utenti che, pur volendo, non possono sottoporsi al vaccino anti-Covid”.

“Le gravissime affermazioni di Burioni vanno a contrastare proprio l’opera del Governo per convincere gli indecisi a vaccinarsi -prosegue il Codacons- e fanno un danno enorme alla battaglia contro il covid, poiché gli insulti del medico spingono una consistente fetta di dubbiosi a non vaccinarsi, sentendosi immotivatamente insultati e aggrediti”. Per tali motivi il Codacons presenterà lunedì un esposto all’Ordine dei Medici chiedendo la radiazione immediata di Roberto Burioni

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https://cataniacreattiva.it/il-codacons-denuncia-burioni-e-chiede-allordine-dei-medici-limmediata-radiazione-dallalbo/

Sono le infezioni da Sars-Cov-2 che si verificano dopo aver completato il ciclo vaccinale.

Uno studio a riguardo ha riscontrato che gli ammalati (24 tra militari e sanitari su 1547 soggetti osservati) avevano elevati livelli di anticorpi nel sangue, quindi secondo la narrativa corrente erano da considerarsi “immuni”. La notizia sconvolgente è che c’era zero protezione nei confronti del ceppo originale del virus, oltre che verso le varianti.

Sembrano poche 24 persone su 1547, si tratta dell’1,5% dei soggetti monitorati, ma bisogna considerare che l’età media era di 38 anni e sono militari e sanitari sani e robusti. Se lo studio fosse stato fatto tra anziani e portatori di patologie croniche la percentuale sarebbe stata molto più alta.

Sia i sintomatici che gli asintomatici avevano una gran quantità di virus nell’orofaringe. I sintomi presentati sono stati da lievi a gravi (senza ospedalizzazioni) e in media per 6 giorni.

Il dato interessante che emerge da questo studio è che un minimo dell’1,5% delle infezioni si verifica nei vaccinati (con dimostrata ed elevata produzione di anticorpi), i quali possono infettarsi con tutte le tipologie di virus, compreso quello contro cui sono vaccinati, e presentano una carica virale elevata, che quindi potrebbero continuare a diffondere.

Perché non si parla mai delle infezioni che colpiscono i vaccinati?

Sarebbe importante farlo prima di pensare a rendere il Green Pass obbligatorio…

La novità sta nel fatto che fino ad oggi pensavamo che quella percentuale di persone vaccinate si sarebbe potuta infettare per due possibili motivi, o perché non produceva quantità adeguate di anticorpi nonostante la vaccinazione, oppure perché era entrata in contatto con una variante non coperta dal vaccino, ma lo studio ha dimostrato che ci si può infettare sia avendo prodotto gli anticorpi in gran quantità, sia nei confronti del virus contro il quale è stato prodotto il vaccino.

Se questo vaccino protegge solo dai sintomi gravi della malattia e non dall’infezione, come si potrà mai arrivare alla tanto bramata immunità di gregge?

L’immunità di gregge è semplicemente impossibile perché questo virus muta in continuazione e le varianti aumentano tanto più vacciniamo. Chi si vaccina rischia meno di ammalarsi in modo grave, ma non può proteggere gli altri. Riprendendo le parole di Nicky Phllips da un suo articolo pubblicato su Nature nel febbraio scorso: “l’eliminazione totale del virus dalla faccia della Terra è solo un sogno meraviglioso”. Già all’epoca l’89% degli scienziati riteneva improbabile che ciò si verificasse. Secondo il 71% la causa della mancata immunità di gregge non sarebbe potuta essere il rifiuto della vaccinazione ma, appunto, l’impossibilità a immunizzarsi.

Divulgatelo e fatelo girare ovunque.

Io lo invio anche a tutti i consiglieri regionali.

Ferdinando Donolato

Ulteriori studi:

-Due studi americani che confermano come i vaccinati si infettino sia con il virus originario sia con che con le varianti,

Dati dalle riviste scientifiche che dimostrano le VBI oltre che negli USA, anche in Canada, Gran Bretagna e Israele (Nature),

Questo lavoro dimostra come in una RSA canadese i vaccinati infettati sono stati di più dei non vaccinati.

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https://cataniacreattiva.it/sempre-piu-infezioni-da-covid-causate-dal-vaccino/

di Luca Scavone

L’uomo è fatto per il trascendente. E lo spiego di seguito.
Trascendersi, o aspirare al Trascendente, fa parte di quel fascino per il Numinoso, di cui dissertava Rudolph Otto ne ‘Il Sacro’.
Non voglio entrare nel senso tipicamente proprio dell’esperienza religiosa del mio dire: sarebbe fuori luogo in un articolo simil-politico come il presente.
Nondimeno, chiudo questo lungo incipit teologico con una massima alto-medievale: homo naturaliter religiosus.
Spiego in parole semplici e ‘potabili’ tutto il mio tecnico inizio: avete visto quanta foga per una squadra amata?
Eccovi la risposta: l’uomo cerca sempre qualcosa in cui credere.
Tolto questo quid, resta la paura e il niente.
Resta la vita biologica, la vita come mero organismo, la vita meccanica, la vita come mera urgenza sanitaria.
Da qui le fazioni: un altro quid religioso.
Ecco il rimpiazzo. Ecco la soluzione alla paura di fronte al nulla: il credere alle faziosità da profilassi.
La domanda resta tale: come siamo pervenuti a questo nichilismo, che ci ha condotto ad una sopravvivenza solo biologica e mai aperta al trascendente?
Pian piano in questi anni ci hanno tolto il cielo, facendoci credere di essere onnipotenti. Renato Zero docet (abbinate a ‘Il cielo’ anche ‘Nei giardini che nessuno sa’…). Oggi vorrebbero farci essere piccoli onnipotenti totalmente sanificati. Onnipotenti-pedine al servizio di una onnipotenza scientista neo-comtiana.
Queste considerazioni sorgono da molta ruminazione a seguire di ultimi risvolti politico-sociali e dalla lettura di un post facebook di mons. Giovanni D’Ercole, il quale richiama un discorso di Benedetto XVI ai sacerdoti del 2011. Di seguito il link: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=367450224769606&id=100045138932162
La vita biologica è importantissima: più importante il Senso della vita stessa.
Per me sottoscritto questo è rinvenibile nella fede cristiana. Per altri il trascendente, qualsivoglia sia, anche paradossalmente materiale, non è eluso e non si può esaurire in obblighi e fazioni.
Luca

FONTE: Il Corriere del Veneto – 23 Luglio 2021

C’è il 32,5% di non vaccinati , una delle percentuali più alte in Veneto: Il sindaco: «Non è il paese che conosco». Il medico di base: «Dei miei colleghi si sono rifiutati di vaccinare».
Nausea da Covid. Assuefazione da cure con qualche episodio di rigetto. E qui poi, nel paese che più ha patito, quello che per primo ha avuto l’infezione e che per primo ne è uscito (per ora, passibili di rientro lo siamo tutti). Qui il sindaco Giuliano Martini, farmacista, non ci si raccapezza proprio: «Non è il paese che conosco, non quello del senso civico che so». Sessantadue persone su cento, una percentuale di vaccinati tra le è più basse in Veneto che mette il paese dei colli Euganei in cima alla classifica dei renitenti alla dose, gli altri viaggiano tra il 70 e il 75%. Per l’esattezza 32,5% di non vaccinati (968 persone) su un totale di 2.975 abitanti compresi i neonati e gli imberbi, solo per questo le cifre del sindaco sono leggermente migliori. Una situazione opposta rispetto ad esempio a Medicina (Bologna), tra i paesi più colpiti e a lungo zona rossa, dove i cittadini hanno risposto in massa alla campagna vaccinale.

Il sindaco farmacista: «Non è il paese che conosco»

Ogni settimana, nella sua farmacia, il primo cittadino tampona una cinquantina di persone, una decina le immunizza. È uno che, insomma, conosce i suoi «polli». Eppure stenta a crederci. Vo’, paese monosillabico, avaro di parole fin dal nome, in questo caso ellittico ed allusivo anche nelle vaccinazioni. Quindi inquietante. Giri per la piazza e hanno tutti con la mascherina, di Crisanti parlano come un amico di famiglia, qui il presidente della Repubblica se lo ricordano come il papà che l’anno scorso è venuto a inaugurare l’anno scolastico. Telecamere, primi piani tivù, il primo morto, le attenzioni di un esercito di infettivologi, biologi, statistici, e psicologi anche a studiare i possibili effetti di un isolamento sociale militarizzato. Sotto i fari della ribalta un anno intero, sotto quello del microscopio ancora adesso.

L’edicolante: «I numeri non tornano»

Il giornalaio, uomo avezzo alle notizie, legge e tira su il naso. Lui, ai tempi della blindatura, era quello andava a prendere i quotidiani sul confine, al posto di blocco dei carabinieri, lì trovava i volontari che glieli dava gratis. «Sfido che andavano via tutti. Le notizie si vendono, specie quando non costano niente, ma questa che noi siamo i somari del Covid mi pare esagerata. C’è qualcosa che non va in questi numeri». Cosa e dove non dice, ma il modo in cui lo tace parla da solo: è come se dopo 18 mesi in cui ha visto non solo i fatti ma anche la loro costruzione, le troupe televisive in azione, le dirette e gli inviati lavorare, avesse fatto uno stage completo sull’industria dell’informazione. Insomma ragiona come uno che è stato nel retrobottega di un ristorante cinese e ha dei dubbi.

Tra scetticismo e realtà

Al bar – quello in piazza che tenne aperto in violazione delle prime chiusure, quello del primo morto, Adriano Trevisan, che ci giocava a carte – un avventore di mezza età si presenta: «Sono uno degli 88 asintomatici. Ai tempi del coprifuoco giravo e per quanto girassi e conducessi una vita normale, mia suocera di 80 anni col tumore non l’ho infettata, né ho infettato mia figlia, né nessun altro». Chiude il giornale e cala l’asso: «Lo sa che qui, nel 2019, abbiamo avuto più morti che nel 2020 in pieno Covid? E allora, cosa dobbiamo pensare? Questa dei contagi non la accetto. Ho un ristorante io, che faccio? Prima del menù chiedo ai clienti di mostrarmi il telefonino con il green pass? Ho anche parenti in Brasile, li ho sentiti ieri, non è l’inferno che raccontano qui, là il Covid è una malattia come un’altra che fa il suo corso».

Il medico di base: «Un mio collega non li ha voluti fare»

Scettico, un po’ Bolsonaro, ma due dosi se le è fatte anche lui. Non è un renitente, è solo uno stufo. Tra l’altro uno che deve essere andato a farsele dal dottor Carlo Peruzzi, medico di base da qualche giorno che si gode la meritata pensione, e anche uno dei tre in esercizio a Vo’ fino a ieri. «Ne ho fatte di iniezioni. C’erano quelli che le volevano e quelli che no, come c’erano medici che le facevano e medici che non le volevano fare. Un mio collega si è rifiutato di farle. È una libera scelta. Ha abbattuto lui il tasso di vaccinati qui a Vo’? Non credo: i vaccini non sono stati fatti anche altrove, a Baone, a Lozzo. Ora sembra che Vo’ sia l’unica che deve vergognarsi, ma non è così. Forse si è stufata un pochino, forse si sono dimenticati troppo presto delle conseguenze».

«Non è un paese di antivaccinisti»

Dimenticanza, rimozione, stanchezza, la Usl di competenza ha promesso un’indagine approfondita e c’è da giurare che qualche spiegazione dovrà darla anche il medico no vax che tuttora esercita a Vo’ e non risulta abbia cambiato idea. «Questo non è un paese di pazzerelli – garantisce il sindaco – qui non mi risultano terrapiattisti o gente che crede nelle strisce chimiche, sebbene qualcuno che mi ha accusato di essere un agente segreto delle big-pharma ci sia. Io ci ho fatto una risata. Lei non ha idea della fatica che si fa a convincere la gente a vaccinarsi, bisogna conquistarsi la fiducia, entrare in confidenza, mostrare che tu te lo sei fatto. Poi ci sono i no no no con cui non puoi ragionare, quelli che ti dicono no io non sono una cavia, quelli che temono per le future generazioni».

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Il buio che ha pervaso il cervello di molti italiani, incapaci di far funzionare quella “strana” materia grigia che Madre Natura ci ha donato al momento della nostra nascita, non permette di capire che, il SIERO GENICO, e’ una pozione di sostanze sconosciute e pericolose, sperimentate sull’uomo senza deontologia. La stessa AIFA (agenzia italiana del farmaco) lo scrive sul suo sito ma, gli italici soldatini, nonostante i vari livelli di istruzione con relativi titoli sventolati al vento, NON LEGGONO, NON SI INFORMANO e si comportano come tanti YESMAN, inebetiti e rincretiniti da uno Stato ormai ridotto a “Repubblica delle Banane”.

L’AIFA, infatti, comunica gli aggiornamenti su alcuni punti emersi dalla valutazione del rischio di insorgenza di miocardite e pericardite dopo vaccinazione con vaccini a mRNA anti-COVID-19 Comirnaty e Spikevax.

ECCO COSA SCRIVE:

  • Dopo la vaccinazione con i Vaccini mRNA anti COVID-19 Comirnaty e Spikevax sono stati osservati casi molto rari di miocardite e pericardite
  • I casi si sono verificati principalmente nei 14 giorni successivi alla vaccinazionepiù spesso dopo la seconda dose e nei giovani di sesso maschile.
  • I dati a disposizione suggeriscono che il decorso della miocardite e pericardite dopo la vaccinazione non è diverso da quello della miocardite o della pericardite in generale.
  • Gli operatori sanitari devono prestare attenzione ai segni e ai sintomi di miocardite e pericardite.
  • Gli operatori sanitari devono istruire i soggetti vaccinati a  rivolgersi immediatamente al medico qualora dopo la vaccinazione sviluppino sintomi indicativi di miocardite o pericardite, quali dolore toracico, respiro affannoso o palpitazioni.

A seguito di quanto letto, riteniamo utile far notare l’importanza, per se stessi e per gli altri, e dunque il “dovere morale”, di segnalare, da parte dei vaccinati, eventuali reazioni avverse.

Per info ➡️ Come segnalare una sospetta reazione avversa

APRITE LA MENTE!

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