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Ecco cosa cambia in merito all’utilizzo del Green Pass da venerdì 1 aprile 2022, le nuove regole per negozi, lavoro e trasporti. Il Governo  sembra aver capito che l’epidemia è ormai diventata endemica, quindi qualcosa con cui dovremmo convivere (senza continuare a esasperare i cittadini).

Dal 1 aprile, per prima cosa, decade l’obbligo del green pass rafforzato per accedere ai luoghi di lavoro. Questo obbligo resta però in vigore per il personale sanitario. Medici e infermieri non vaccinati rischiano dunque ancora la sospensione senza stipendio. Capitolo scuola. Per docenti e insegnanti l’obbligo vaccinale resta però fino al 15 giugno. Però, dal primo aprile potranno, almeno recarsi al lavoro, anche se saranno destinati ad incarichi non a contatto con gli studenti.

Inoltre, con l’inizio del nuovo mese, per entrare nei ristoranti, anche al chiuso, servirà solo il green pass base. Questo, lo ricordiamo, è ottenibile anche tramite tampone (rapido o molecolare) negativo. In un primo momento, nella bozza del decreto, era stata prevista questa possibilità solo per i ristoranti all’aperto. Ma alla fine il Governo è tornato sui propri passi, cambiando idea. Il comma 2 dell’articolo 6 del Dl, prevede infatti che l’accesso con il green pass base sia concesso ai “servizi di ristorazione svolti al banco o al tavolo, al chiuso, da qualsiasi esercizio, ad eccezione dei servizi di ristorazione all’interno di alberghi e di altre strutture ricettive riservati esclusivamente ai clienti ivi alloggiati”.

Vediamo ora in dettaglio tutte le nuove regole in vigore da venerdì 1 aprile 2022, quando, finalmente (è il caso di dirlo) andranno al macero molte di quelle regole, alcune complicate, altre assurde, che ci hanno accompagnato in questi mesi.

Green pass 1 aprile: scuola
Iniziamo dal capitolo più importante, quello della Scuola. Sì, perché in questi mesi l’Istruzione non è mai stata un diritto, al contrario della Salute (che invece si è innalzato a Diritto Principe dopo anni di tagli). Con l’inizio del nuovo mese, restano le mascherine ma basta la chirurgica. Non si renderà più necessaria la quarantena per gli alunni asintomatici e tornano le gite. La dad rimarrà solo per gli studenti positivi. Nelle Università è necessario il green pass base almeno per tutto aprile.

Green pass 1 aprile: trasporti
Dal 1 aprile si potranno usare i trasporti pubblici (autobus, metropolitano, aerei e treni) con il Green pass base. Tuttavia rimane necessario ancora per tutto il mese indossare la mascherina Ffp2.

Green pass 1 aprile: negozi e centri estetici
Il Green pass non verrà più richiesto per accedere a negozi e servizi alla persone, come per esempio estetisti e parrucchieri. Anche qui però resterà l’obbligo di indossare una mascherina.

Quarantena dal primo aprile
Cambia anche la Quarantena, che ci saluta quasi del tutto. Chi ha avuto un contatto con un positivo, infatti, non sarà più costretto a restare chiuso in casa. Avrà solo l’indicazione di tenere una mascherina Ffp2 indossata per 10 giorni.

Il Giornale d’Italia

La guerra in Ucraina e l’aumento dei costi di energia e materie prime stanno mettendo in crisi l’economia, ma dal Medio Campidano arriva la proposta per un rilancio che parta dalle terre dell’Isola. “Abbiamo sempre investito nel grano duro in Sardegna, ora ci sono settemila ettari coltivati e l’obiettivo è arrivare nel 2030 a 25/30mila ettari”, annuncia l’imprenditore di Sanluri Alberto Cellino, titolare del pastificio di famiglia. Il progetto è ambizioso ma quella è la strada presa da anni e, considerati gli scenari internazionali, adesso acquista nuovi significati. “Abbiamo sempre investito nel grano duro in Sardegna, già dal 1960 con mio padre Ercole e poi dagli anni Novanta a oggi da quando ci sono io – ricorda l’ex vicepresidente del Cagliari calcio, ai tempi del fratello Massimo -. Da 5/6 anni abbiamo costituito la filiera ‘Ercole punto zero‘ che ci ha portato ad avere contratto con 540 produttori di grano regionale, ma vogliamo crescere”.

Alberto Cellino  Alberto Cellino

L’obiettivo è quello di estendere questo sistema che ha permesso di creare una rete locale e copre tutti i passaggi della produzione che parte dalla terra e arriva alla tavola. “Speriamo che gli agricoltori aumentino le semine perché noi selezioniamo i semi, abbiamo il sementificio e controlliamo tutta la filiera del grano duro in Sardegna – spiega Alberto Cellino -. Seguiamo tutti i passaggi, a partire dalla selezione genetica del grano prodotto dagli agricoltori, la trasformazione avviene nel nostro mulino che produce semola e farina che vengono poi trasformate nel pastificio, nel biscottificio e nel panificio”. I prodotti della ‘Fratelli Cellino’ raggiungono poi gli scaffali della grande distribuzione in tutta l’Isola. Ora si tratta di guardare al futuro e incrementare la produzione locale in modo da ridurre al massimo la dipendenza dall’estero. “Importiamo grano duro da tutto il mondo – rivela Cellino -, principalmente dal Canada ma anche da Francia, Spagna, Grecia, Kazakistane Russia. Non dall’Ucraina, però, che produce solo grano tenero, mais e orzo”. Sul fronte interno ci sono ampi margini di crescita, con la possibilità di estendere in modo sensibile le coltivazioni in Sardegna. “Abbiamo 540 agricoltori che seminano per noi e coprono una superficie di circa settemila ettari e producono circa 300mila quintali di grano – spiega l’imprenditore di Sanluri -, il nostro fabbisogno è di un milione e 800mila quintali. Per questo la nostra speranza è di arrivare al 2030 a produrre nell’Isola tra 800mila e un milione di quintali, che vuol dire arrivare a 25/30mila ettari di coltivazioni”.

Per raggiungere questi risultati è necessario estendere la coltivazione di grano in Sardegna e coinvolgere nel progetto centinaia di altri agricoltori. “Per chi ha piacere di venire, le porte sono aperte e abbiamo diversi agricoltori che si stanno aggiungendo alla nostra organizzazione – chiarisce – ma tutti dovranno attenersi alle rigide regole del nostro capitolato di qualità che deve essere rispettato dai semi al protocollo di coltivazione: il grano deve essere sempre uguale e costante per dodici mesi all’anno”. Le coltivazioni sono legate alle evoluzioni del meteo e ci possono essere periodi di siccità seguiti da altri troppo piovosi. “La Sardegna è una terra con climi particolari e stiamo studiando tecniche per l’irrigazione a basso consumo – conclude Alberto Cellino -impianti a goccia di tipo israeliano, che ci permetteranno di abbattere del 70% gli sprechi legati all’irrigazione a pioggia”. Gli agricoltori che aderiscono al progetto sono distribuiti lungo il Campidano, dalla zona di Cabras a quella di Sestu, ma nelle pianure dell’Isola ci sono tantissime aree incolte che potrebbero essere sfruttate per da dare nuova vita al grano sardo e minore dipendenza dalle questioni internazionali.