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08 Giugno 2023 – Redazione

Sono circa 300 le richieste presentate dalle società energetiche a ministero e Regione per la realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Lo ha detto l’assessore all’Ambiente, Marco Porcu che, con la collega all’Industria, Anita Pili, ha partecipato alla seduta della commissione “Attività produttive” convocata per discutere delle problematiche legate ai progetti per nuovi parchi eolici in zone di particolare pregio ambientale e in siti di rilevanza culturale. “Ne arrivano circa 30/40 a settimana – ha proseguito Porcu -, su questi progetti la Regione può esprimere solo un parere non vincolante. Questo prevede il Decreto Draghi. La Giunta vuole evitare che questi impianti arrechino danni all’ambiente. Serve fare chiarezza coinvolgendo i comuni nei cui territori ricadono gli interventi. Ora c’è molta confusione, occorrerebbe capire, prima di tutto, qual è il fabbisogno assegnato alla Sardegna per la produzione di energia e in base a quello pensare a una pianificazione con l’individuazione delle aree idonee”.

Anche l’assessora Pili ha sottolineato la necessità di correggere le procedure autorizzative per la realizzazione di parchi eolici e fotovoltaici: “Diciamo no a una procedura calata dall’alto – ha detto -, siamo pronti a dare il nostro contributo per la transizione energetica ma questo non può essere fatto senza tener conto della realtà locali. “Ora, finalmente, abbiamo notizia di una bozza che a metà giugno sarà consegnata dal ministero alla Conferenza Stato Regioni. In base a quel documento si potrà fare un ragionamento compiuto”. Critiche all’operato dalla Giunta sono arrivate dai consiglieri di opposizione: “In materia di energia niente è stato fatto da questa maggioranza – ha detto la consigliera di Alleanza Europa Verde-Sinistra Possibile-Art1, Maria Laura Orrù -. Manca una visione di insieme, la Sardegna si è fatta trovare impreparata”. Per Gianfranco Satta (Progressisti) “non è vero che non si può fare niente per bloccare l’assalto dell’eolico in Sardegna. La Regione è pienamente legittimata a dire dove devono essere realizzati gli impianti come fece Soru nel 2004 bloccando alcuni interventi già in fase avanzata. La realtà è che non volete esercitare questi poteri”.

MA IL POPOLO È GIÀ SUL PIEDE DI GUERRA, COSÌ COME I COMUNI CHE DI CONO BASTA A CHI VUOLE SFRUTTARE L’ISOLA PER CONVENIENZA!

FONTE: SardiniaPost

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10 Aprile 2023 – Redazione

 

Ovidio Marras celebrato su Facebook. In questi giorni che si festeggia il suo 92° compleanno, hanno ripreso a circolare post che ricordano la storia di questo pastore più forte della speculazione edilizia.

Con una grande determinazione nel voler salvaguardare la sua terra. Ovidio Marras non si è fatto intimorire da chi voleva costruire sulla sua terra.

E LA BATTAGLIA L’HA VINTA LUI!

Bisogna tornare indietro sino agli anni Duemila per ricordare la storia. Ovidio, come ogni giorno, porta il suo gregge al pascolo a Capo Malfatano, costa sud-ovest della Sardegna. I terreni sono della famiglia Marras. A un certo punto il pastore si accorge che in quell’area c’è un giro di tecnici che va prendere le misure. Poco tempo dopo viene sistemata una recinzione. Marras sporge denuncia. È solo contro tutti. Nemmeno l’allora sindaco di Teulada, Comune in cui ricade Capo Malfatano, lo appoggia. C’è un business pronto. Una mega colata di cemento da 150mila metri cubi. Con albergo, ville e casette. La società che aveva presentato il progetto era la Sitas, Società iniziative agricole sarde. Un nome che evoca appartenenze isolane.

In realtà dietro c’erano solo l’imprenditoria nazionale, come le famiglie Benetton e Caltagirone e Marcegaglia.

Parte il primo ricorso al Tar. Ci sono voluti sedici anni perché la vicenda giudiziaria si concludesse in Cassazione con la vittoria di questo pastore che ha evitato il mostro edilizio in riva al mare, non distante nemmeno dalla spiaggia di Tuerredda, una delle perle della costa.

Il Resort di lusso doveva sorgere a pochi chilometri a ovest di Capo Spartivento, nel sud della Sardegna. Tre gradi di giudizio prima di arrivare alla Cassazione e vincere definitivamente, lasciando gli avvocati assunti dai vari colossi edilizi con un pugno di mosche in mano.

Come riportato dalla testata Solovela, soddisfatto dell’esito di una battaglia legale che non lasciava presagire nulla di buono, Marras ha dichiarato: “Volevano circondarmi di case, volevano intrappolarmi nel cemento, forse speravano che me ne andassi. Adesso però saranno costretti a buttar giù tutto. Non era accettabile che noi dovessimo andar via da qui, da casa nostra, per far posto ai ricchi. Questo posto è di tutti e io lo dovevo difendere.”

Non solo la spiaggia di Tuerredda è rimasta inviolata, ma anche quello che era stato costruito in precedenza e in prossimità della spiaggia, è stato abbattuto per diretta disposizione della Cassazione.

Ovidio Marras ha salvato Capo Malfatano con la sua determinazione, motivato dall’amore e dall’attaccamento alla sua terra di origine. Ci vorrebbero molti uomini come lui per fermare la costruzione indiscriminata di edifici e strutture in grado solo di alterare gli equilibri del paesaggio e degli ecosistemi naturali.

 

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28 Marzo 2023 – Redazione

 

Le birre artigianali sono sempre più apprezzate dai consumatori e, in Sardegna, si contano già 44 birrifici artigianali (oltre 1000 nello Stivale). Manca solo una filiera che rafforzi il prodotto e lo valorizzi, anche perché non mancano le eccellenze. È questa la proposta di Coldiretti Sardegna, avanzata durante il convegno tenutosi a Nuoro sabato 25 marzo proprio su questo settore in ascesa.

All’incontro era presente anche Teo Musso, presidente del Consorzio birra italiano e titolare del birrificio Baladin, la realtà più famosa nel panorama italiano e che produce il 98 per cento delle materie prime della sua birra nella propria azienda agricola. “In 25 anni i birrifici artigianali hanno determinato una rivoluzione culturale nel mondo brassicolo italiano – ha dichiarato Musso -. Il lavoro che stiamo portando avanti dal 1996 ha cambiato la percezione della birra che non è più un mono-prodotto ma ha tante sfumature aromatiche legate al territorio italiano grazie agli oltre mille birrifici artigianali e alle oltre 15mila etichette”.

Coldiretti Sardegna crede nel settore e stiamo lavorando con il Consorzio per unire i birrifici artigianali che sposano la filiera agricola e ascoltare le loro esigenze – ha evidenziato il direttore di Coldiretti Sardegna, Luca Saba -. Stiamo costruendo un percorso di filiera sarda facendo incontrare tutti i protagonisti, da chi coltiva a chi trasforma, e lavoreremo per allargare la produzione di orzo sardo con contratti di filiera. Allo stesso tempo stiamo creando momenti pubblici di festa in cui si faccia squadra tra imprese e si valorizzi la birra artigianale in Sardegna e non solo”.

Le grandi opportunità che offre il Consorzio della birra sono emerse anche a Nuoro come una piattaforma di distribuzione, che si sta già costituendo, che garantirebbe ai birrifici artigianali di tagliare i costi nell’acquisto delle materie prime, oltre a garantire il valore aggiunto di una birra 100 per cento italiana e magari anche sarda come testimonia l’esempio di Marduk, birrificio agricolo di Irgoli che produce oltre il 90 per cento delle materie prime nella propria azienda agricola.

“Adesso si parla di filiera, di un prodotto legato alla terra che stiamo rafforzando e valorizzando con il Consorzio della birra italiana nato nel 2019 grazie alla Coldiretti – ha detto il direttore del Consorzio, Carlo Schizzerotto – che intende divenire il punto di riferimento per il settore riunendo tutti i birrifici che sposano la filiera italiana. Abbiamo la capacità di fare sistema oltre che formazione e offrire nuove opportunità”.

Al convegno è intervenuto anche Luca Pretti, ricercatore di Porto Conte ricerche, il più grande esperto di birre artigianali in Sardegna, e non solo, che sta contribuendo concretamente a far crescere il settore nel territorio regionale.

“È un settore giovane con protagonisti i giovani che stanno dimostrando grande passione – ha detto Battista Cualbu, presidente Coldiretti Sardegna -. Un settore in ascesa con il quale cercheremo insieme di fare un ulteriore percorso di crescita. Dalla discussione sono emerse diverse opportunità che lavoreremo per mettere in atto coinvolgendo tutti gli stakeholder”.


OPPORTUNITÀ’, CHE DOVREBBERO COGLIERE AL VOLO TUTTE QUELLE REGIONI ITALIANE CHE POSSONO SVILUPPARE QUESTA SPECIFICA VOCAZIONE ARTIGIANALE. ANCHE ALLA LUCE DELL’ACQUISIZIONE DEL COLOSSO INDUSTRIALE DELLA BIRRA (HEINEKEN) DA PARTE DI BILL GATES. MULTINAZIONALE CHE INGLOBA PRODOTTI ITALIANI, TRA CUI ICHNUSA E MORETTI.

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25 Marzo 2023 – Redazione

 

La Sardegna è nota per la sua ricchissima macchia mediterranea che presenta numerose piante aromatiche e piante officinali. Molto prospera è l’area della Gallura nella quale è possibile praticare un vero e proprio esercizio dei sensi: provate a chiudere gli occhi e a percepire tutte le essenze olfattive in una vegetazione boschiva a ridosso del mare; o meglio ancora, fatevi condurre da una guida esperta la quale vi sottoporrà bendati una serie di essenze che dovrete riconoscere, e che di conseguenza apprenderete. Profumi inconfondibili e colori che variano a seconda della stagione, vediamo quali sono le più famose erbe aromatiche e piante officinali della Gallura. Intanto specifichiamo che le erbe officinali sono un insieme di piante differenti trasformate dall’uomo tramite lavorazioni con lo scopo di poterne godere delle singole proprietà benefiche. Ogni pianta officinale ha quindi le proprie caratteristiche, nasce e cresce in un determinato habitat, ha i suoi tempi di raccolta ed appunto anche i suoi utilizzi. La Sardegna, e quindi anche la Gallura, è popolata dalla macchia mediterranea, ovvero quell’ecosistema tipico del bacino del Mar Mediterraneo, vegetazione influenzata dal mare e dal clima con estati secche e torride ed inverni miti. Si stima che le specie vegetali autoctone siano circa 2700 posizionando la Sardegna al secondo posto in questa speciale classifica tra le regioni italiane. Alcuni tra questi endemismi, fenomeno per cui alcune specie vegetali sono esclusive di un determinato territorio, sono condivisi ad altre isole del Mediterraneo come la Corsica, la Sicilia e le Baleari.

L’utilità della macchia mediterranea è quella di svolgere una difesa dall’erosione del suolo contribuendo a preservare gli ambienti costieri e quindi il paesaggio.

Fatta questa doverosa premessa, andiamo a vedere assieme le più famose erbe e piante officinali della Gallura.

Piante Officinali in Gallura: le Eccellenze

Se venite in Gallura vi imbattete subito nei forti e caratteristici aromi della macchia mediterranea: è comune infatti sentirsi dire che la Gallura abbia dei profumi inconfondibili e riconoscibili, che si individuano sia come si apre il portellone dell’aereo in Olbia, sia con l’approccio via nave dentro il Golfo di Olbia. E queste bellissime sensazioni diventano più forti con l’inoltrarsi nel paesaggio gallurese, magari della Costa Smeralda, con le spiagge precedute da stupende distese di vegetazione che si avvicinano alla sabbia degli arenili. Arrivare al mare è un preludio meraviglioso grazie alla presenza di ginepri, lavande, lentischi e ginestre ed in primavera ed inizio estate prevale il colore giallo ed il verde intenso, che va a schiarire con l’arrivo dei mesi più caldi. Ma abbiamo anche il bianco e il rosa dei cisti e delle eriche, il rosso dell’euforbia e l’azzurro del rosmarino. Ma le piante ed erbe officinali in Gallura, oltre ad avere la loro utilità all’interno della macchia mediterranea preservandone le coste ed i paesaggi, ed oltre ad essere una parte integrante nella bellezza dell’ecosistema, svolgono anche un ruolo di protagonista nella cultura popolare e sono utilizzate per scopi curativi e anche per realizzare manufatti. Le piante officinali che troviamo in Gallura sono in ordine alfabetico: alloro, cappero, caprifoglio mediterraneo, cisto, erica, euforbia, ginepro, ginestra, lentisco, mirto, oleandro, olivastro, rosmarino, palma nana e pungitopo. Mentre l’erboristeria officinale più famosa in Sardegna si trova proprio in Gallura, precisamente a Luogosanto, nella Strada Provinciale 14 Arzachena Luogosanto Balaiana, e si chiama Erboristeria Officinale Sub Moloc Sardegna: lo slogan dell’erboristeria è “l’erboristeria come atto agricolo, coltiviamo, raccogliamo, traformiamo piante officinali dal 1980”. E dopo questa panoramica, siamo pronti ad addentrarci nel conoscere le erbe officinali più famose della Gallura.

Elicriso

Caratteristico della macchia mediterranea, è abbondante nelle zone aride in prossimità del mare, e nei luoghi rocciosi e pietrosi. In Gallura fiorisce in aprile-maggio e si presenta con base lignificata e di altezza intorno ai 30-50 cm con fiori profumati di colore giallo oro molto aromatici. Già apprezzata in epoca romanica e nel Medioevo in quanto pianta aromatica, i diversi preparati di elicriso possono trovare impiego nelle malattie respiratorie, reumatiche e per curare le ustioni. Le foglie in cucina si utilizzano per aromatizzare i cibi e a scopo ornamentale.

Finocchietto selvatico

Il finocchietto selvatico è un arbusto erbaceo spontaneo della macchia mediterranea, appartenente alla famiglia delle ombrellifere, è rinomato per le sue proprietà aromatiche e per questo molto utilizzato in cucina. La pianta si compone di un fusto ramificato che può arrivare anche a 2 metri, foglie filiformi verdi e fiori gialli disposti a ombrello. Si adatta a terreni aridi esposti al sole e riparati dal vento, mentre non sopravvive in caso di gelate. Si utilizza in cucina per aromatizzare ragù e formaggi e dalle foglie macerate nell’alcool puro si può ricavare un buonissimo liquore. Le proprietà fitoterapiche del finocchietto sono digestive, antisettiche e antispasmodiche.

Mirto

Il mirto è probabilmente la pianta più famosa simbolo della Sardegna per via del rinomato liquore che si ricava. Ed il mirto cresce in grande abbondanza in tutta la Sardegna ed in tutta la Gallura. I cespugli di mirto hanno foglie profumatissime e bacche violacee o nero-bluastre ed il suo arbusto può raggiungere anche 3-5 metri di altezza. Durante il periodo estivo la pianta produce fiori bianchi con 5 petali dai quali si produce anche un miele che ha proprietà antibatteriche. Sin dal Medioevo il mirto è stato usato per scopi ornamentali, culinari e terapeutici; il suo olio essenziale ha proprietà antisettiche e balsamiche, infatti in fitoterapia la pianta è usata come sedativo in caso di bronchite. Grazie alla sua azione tonica è utilizzato anche come ingrediente di creme cosmetiche.

Timo

Il timo è una pianta mediterranea che nasce spontaneamente con fusto legnoso di 10-30 cm di altezza e ramificazioni con foglie verde-grigio e che fiorisce nei mesi primaverili e in prima estate. I fiori e le foglie del timo contengono un principio attivo con proprietà digestive, lassative, antisettiche e antinfiammatorie. In cucina accompagna minestre, carni, sughi e salse, e specialmente con le patate al forno. All’olio essenziale del timo vengono attribuite proprietà antibatteriche che sono un perfetto alleato per dermatiti e disinfettare punture di insetto. In Gallura si trova principalmente nel monte Limbara.

Alloro

L’alloro è una pianta spontanea che si trova nelle campagne galluresi e sarde, ed è un albero sempreverde con foglie ovali e lucide. Le sue bacche e le sue foglie in particolare si possono raccogliere tutto l’anno ma risultano ricche di proprietà benefiche in particolare se raccolte in inverno ed all’inizio della primavera. L’alloro viene utilizzato prevalentemente in cucina, è ricco di proprietà antisettiche, antiossidanti, antidigestive e antitumorali; le sue foglie sono anche fonte di vitamina C, quindi è un efficace antiossidante che contrasta l’azione dei radicali liberi. Utilizzate fresche, le foglie di alloro hanno un elevato contenuto di acido folico, fondamentale nel periodo di gravidanza, e sono una fonte anche di vitamina A, indispensabile per la salute della vista e della pelle. L’alloro può essere utilizzato come infuso di foglie, per contrastare bronchiti e influenze, infuso di bacche, per disturbi circolatori, decotto di bacche, per contrastare i sudori estivi, ed in cucina accompagna piatti a base di carne.

Corbezzolo

Il corbezzolo dona un tocco di colore riconoscibile nella macchia mediterranea grazie alle piccole bacche di colorazione gialla o rossa nel periodo autunnale a seconda del grado di maturazione. Ma il corbezzolo non ha solo frutti rossi o gialli, ma ha anche foglie verdi e fiori bianchi; l’arbusto è sempreverde e fiori e frutti possono essere contemporanei. I frutti del corbezzolo sono utilizzati nella cucina gallurese e sarda per la produzione di mieli, confetture e dolci, oltre che per la produzione di grappe, liquori e vini. Al corbezzolo sono riconosciute proprietà emollienti utili per regolarizzare le funzioni intestinali ed hanno azione antiossidante e antinfiammatoria. Le foglie e le radici del corbezzolo possono essere utilizzate nella preparazione di tisane e decotti.

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18 Marzo 2023 – Redazione – Fonte: botteega.it

 

In passato in Sardegna si produceva un particolare olio da una pianta della macchia mediterranea, il lentisco (o lentischio). L’olio di lentisco si usava come sostituto di quello d’oliva, ma anche come unguento dalle proprietà medicamentose.

Una tradizione che si è persa nel corso del ventesimo secolo, con l’aumento della disponibilità economica e la possibilità di acquistare l’olio d’oliva, e quindi di averlo anche se non lo si produce.

Come è facile immaginare, un tempo questo prodotto abbondava solo sulle tavole dei ricchi, anche perché non erano rare le annate cattive, con raccolti scarsi. I poveri spesso si arrangiavano con strutto e olio di olivastro.

Il nome sardo oll’e stincu sembrerebbe essere nato da un errore. Ollestincu (con le sue varianti ollistincu, stincu,  listincu) sarebbe il nome della bacca e non dell’olio o della pianta, che viene invece chiamata, a seconda della zona, chessa, modditzi o modditha.

Caratteristiche del lentisco

È una pianta tipica della macchia mediterranea, molto simile al mirto. È un arbusto sempreverde con una chioma molto fitta, che può arrivare fino a 3-4 metri d’altezza. In Sardegna, sotto i 400 metri s.l.m., lo si trova quasi in qualunque terreno non coltivato e lo si riconosce facilmente dalle bacche, rosse e tonde, che maturano d’inverno ma son ben visibili anche in estate e autunno.

In primavera, invece, lo troverete coperto di fiori.

Proprietà e usi

L’olio di lentisco ha interessanti proprietà nutrizionali e curative. Ha una resa piuttosto bassa (8-13%), ma la distribuzione di acidi grassi (acido oleico 50-60%, acido palmitico 20-30%, acido linoleico 10-25%) è simile a quella di piante oleaginose con resa molto più alta. In passato si usava per cucinare e alimentare le lanterne, ma anche per le sue proprietà medicinali. Era un unguento per lenire i dolori reumatici e per velocizzare la guarigione delle ferite.

Oggi quest’olio non viene quasi più consumato come alimento, ma ha trovato altre applicazioni, in particolare in campo dermatologico. Ha ottime proprietà lenitive, efficaci nella cura di irritazioni, bruciature, dermatiti e anche psoriasi. In generale ha un effetto benefico sulla pelle: combatte l’invecchiamento e stimola la rigenerazione cellulare, tonifica e idrata.

Grazie alla presenza di diverse sostanze benefiche, tra cui acidi grassi monoinsaturi, steroli e tocoferoli, aiuta a guarire da problemi respiratori come bronchiti e tracheiti.

Gli sono state inoltre riconosciute importanti proprietà antitumorali, essendo un valido aiuto nella regolarizzazione del colesterolo e dei trigliceridi nel sangue.

All’olio di lentisco vengono attribuite tante proprietà per la nostra salute. Vediamo quali sono i suoi benefici:

  • favorisce la regolarità intestinale
  • cura alcune patologie gastriche
  • aiuta a curare la gastrite perchè depotenzia il battere l’Helicobacter pylori, batterio che ne è la causa, grazie alle sue qualità antisettiche e antibatteriche
  • regolarizza il colesterolo e agisce positivamente sui trigliceridi
  • allevia i disturbi da reflusso gastrico e da ernia iatale
  • aiuta a sedare le infiammazioni delle vie aeree, sedare la tosse
  • previene la formazione di placca in caso di gengiviti e afte, e combatte l’alitosi. Si usa facendo risciacqui e gargarismi
  • ha un’azione antitumorale: sembra che l’olio di lentisco abbia una efficacia antitumorale nel combattere le cellule di alcuni tumori
  • è indicato nel trattamento di affezioni a livello uro-genitale quali cistiti, uretriti, ureteriti, leucorrea e prostatiti: si usa per lavaggi.

Tradizionalmente l’olio accompagna i rituali delle berbadoras, ovvero quelle figure femminili che, ancora oggi, curano certi malanni con riti di magia bianca, figli di un paganesimo ancestrale mischiato a cattolicesimo (is berbos/brebus).

Anticamente anche il resto della pianta di lentischio si usava in vari modi. Con le frasche si costruivano le scovittas (scopette) per pulire il forno a legna. Il mastice (resina) e le foglie servivano anche da dentifricio: spesso i pastori e i contadini le masticavano per gli effetti positivi su denti e gengive.

Dal tronco si ricava una resina usata sia per il trattamento delle gengiviti e infezioni del cavo orale, che per combattere i sintomi del reflusso gastroesofageo, grazie alle proprietà lenitive dell’olio essenziale che contiene. Viene chiamata Mastice di Chios, dal nome dell’isola greca dove è principalmente prodotta.

Come si fa l’olio di lentisco?

Per ottenere l’olio di lentisco vengono utilizzati 2 diversi metodi: spremitura a caldo e spremitura a freddo. Entrambi i metodi sono piuttosto lunghi e laboriosi, bisogna armarsi di tempo e pazienza.

Spremitura a caldo

In passato l’olio si ricavava dalla spremitura a caldo delle bacche. Il risultato era un prodotto dal sapore forte e acre, che doveva essere trattato prima dell’uso. Per addolcirlo, lo si scaldava in una padella con del pane, oppure ci si mettevano dei fichi a macerare. La lavorazione avveniva all’interno di contenitori di rame, chiamati caddargios. Oggi vengono utilizzati contenitori in acciaio inox. Inizialmente si faceva bollire l’acqua e venivano immerse le bacche per circa 15-20 minuti. In seguito veniva travasato il tutto in una sacca. A questo punto si eseguiva la spremitura (carcadura), aggiungendo ogni tanto dell’acqua.

In passato per questa operazione venivano utilizzati i piedi o una macina. Per eliminare le impurità e per facilitare la separazione, l’estratto ottenuto dalla spremitura veniva bollito un’altra volta. Tramite un colino veniva levata la parte più densa. Dopo un po’ di attesa, l’olio sale in superficie: a questo punto viene estratto con cucchiai e mestoli e filtrato nuovamente con panni di lino.

Spremitura a freddo

Questo metodo è il più consigliato in quanto preserva le qualità nutrizionali e medicinali e ritarda l’irrancidimento, allungando la conservazione. La resa è minore, ma si ottiene un prodotto di maggior qualità. Le bacche, una volta raccolte, subiscono una prima pressatura, tramite un pestello. Vengono pestate e mescolate fino ad ottenere una sorta di pasta. A questo punto, tramite un torchio, viene effettuata una seconda pressatura. Inizialmente si ricava del succo accompagnato da un po’ d’olio. Questo dovrà essere messo da una parte. In seguito, uscirà soprattutto olio.

Ora avviene la fase della filtrazione, per eliminare la parte più densa. A questo punto avviene la separazione dell’olio dal liquido: basterà attendere e l’olio salirà in superficie. Ora, armati di pazienza, bisognerà raccogliere l’olio con un cucchiaino o un oggetto simile. Questa operazione bisognerà ripeterla più volte, per riuscire a ottenere un olio più puro possibile.

 

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12 marzo 2023 – Redazione

L’eccellenza italiana continua a far parlare di se’, anche se l’Europa, con le sue ridicole e ipocrite leggi e leggine, vorrebbe affossare il Made in Italy. In Sardegna è infatti nato un nuova qualità di riso nero. Si chiama “Riso Jolly nero” e da poco è nell’elenco del registro parietale dell’Ente nazionale risi.

Il produttore è Gianni Meli, uno dei più grossi risicoltori della provincia di Oristano con produzioni nelle campagne di Cabras, Oristano, Silì, Zeddiani e Baratili San Pietro. Figlio d’arte: il papà era Tatano Meli, uno dei maggiori imprenditori risicoli italiani, per anni presidente dell’Unione provinciale agricoltori di Oristano e dirigente nazionale della Confagricoltura. A Cabras, paese d’origine di Gianni Meli, all’interno della nuova cantina Contini si è svolta la presentazione del nuovo prodotto, su progetto iniziato nove anni fa, e che ha raccolto, nel tempo, ricerche e sperimentazioni sulle sementi. Come ha spiegato il Consiglio per la ricerca in agricoltura, l’azienda ha scelto di fare l’iscrizione con la protezione della varietà.

“Questo significa che chiunque potrà migliorare la qualità del riso ma dovrà per forza coltivarlo nei terreni di proprietà dell’azienda che lo ha creato. All’azienda, quindi, si dovrà sempre riconoscere la paternità”

Gianni Meli racconta come è nato questo progetto: «Innanzitutto dalla voglia di crescere – ha commentato – La passione per il riso all’interno della mia famiglia c’è semp

A Cabras, paese d’origine di Gianni Meli, all’interno della nuova cantina Contini c’è stata la presentazione al pubblico del nuovo prodotto. Si tratta di un progetto iniziato nove anni fa, e che ha raccolto nel tempo ricerche e sperimentazioni sulle sementa. Come ha spiegato il Consiglio per la ricerca in agricoltura, l’azienda ha scelto di fare l’iscrizione con la protezione della varietà. Questo significa che chiunque potrà migliorare la qualità del riso ma dovrà per forza coltivarlo nei terreni di proprietà dell’azienda che lo ha creato. All’azienda, quindi, si dovrà sempre riconoscere la paternità.

Gianni Meli racconta come è nato questo progetto: «Innanzitutto dalla voglia di crescere – commenta – La passione per il riso, all’interno della mia famiglia, c’è sempre stato. Ecco perché ho voluto creare qualcosa di nuovo, di diverso. Prima di commercializzare il riso confezionato ci sono voluti tantissimi anni, sia  per la ricerca della spiga giusta, per gli esiti delle commissioni varie e infine per i controlli da parte del Crea, il Consiglio superiore per la ricerca in agricoltura». Per l’azienda Meli, questa nuova varietà è un sogno che si realizza. Per ora sono stati prodotti 600 quintali di riso nero. Circa centocinquanta sono già negli scaffali dei supermercati di Cabras e di Oristano.

Il nuovo prodotto è stato apprezzato anche dagli chef invitati alla presentazione del nuovo prodotto isolano.

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03 Marzo 2023 – Redazione

L’importante premio che viene consegnato ogni anno nella famosa città termale di Berkeley Springs, nel West Virginia, ha assegnato anche quest’anno la medaglia d’oro all’acqua Smeraldina, di Tempio Pausania (Sardegna), eleggendola ancora una volta miglior acqua minerale naturale al mondo, CHE SI TROVA SOLO IN SARDEGNA PERCHÉ, PER SCELTA, NON COMMERCIALIZZATA A PIÙ AMPIO SPETTRO. 

La competizione – considerata la più grande e importante degustazione e competizione d’acqua a livello mondiale – esamina centinaia di acque provenienti dagli Stati Uniti e da tutto il mondo.

“Questa seconda medaglia d’oro” – hanno  commentato i titolari della prestigiosa azienda sarda – “ha decretato nel modo più autorevole l’eccellenza della nostra acqua e del territorio incontaminato nel quale nasce”.              Smeraldina è da anni stabilmente sul podio delle migliori acque minerali del mondo, essendo stata premiata in precedenza anche con medaglie di bronzo e argento. Le giurie di anno in anno sempre diverse, avvalorano le scelte e dimostrano il calibro straordinariamente alto delle acque premiate”.

I fratelli Solinas, che gestiscono l’azienda, hanno dedicato il premio ai loro genitori, fondatori dell’azienda stessa, che hanno costantemente guidato il lavoro di chi partecipa alla realizzazione di questo grande sogno chiamato Smeraldina, la migliore acqua minerale del mondo. Il premio rappresenta quindi un tributo alla passione e all’impegno che hanno permesso all’azienda di diventare una delle eccellenze italiane del settore.

CONOSCIAMO L’ACQUA SMERALDINA

L’ acqua oligominerale naturale Smeraldina nasce in Sardegna, un’isola nota nel mondo per le sue bellezze naturali, per le sue antiche tradizioni e per l’alto numero di ultracentenari. La sorgente si trova a Tempio Pausania, in Gallura, lontano da grandi città, da industrie e altre fonti di inquinamento, dove l’aria è resa tersa e fresca da venti costanti, così forti da piegare le querce e modellare le rocce. Smeraldina sgorga qui, a trecento metri di profondità, nel cuore incontaminato di una montagna che era considerata sacra dagli antichi: il Monti di Deu, la Montagna di Dio. Il granito più puro e compatto del pianeta la filtra e la arricchisce con un lunghissimo processo naturale, conferendole proprietà eccezionali.

I BENEFICI

  • È batteriologicamente pura, garantita da 100 controlli giornalieri
  • Contiene calcio, che aiuta a rafforzare la struttura ossea
  • Ha un equilibrato contenuto di ferro per la vitalità e la crescita armoniosa dell‘intero organismo
  • Remineralizzante favorisce la rigenerazione dei tessuti
  • Ha un equilibrato contenuto di sali minerali che ricarica l’organismo di energia
  • Contiene potassio che stimola il benessere dei muscoli
  • Contiene iodio che aiuta a regolare il consumo di ossigeno e il metabolismo energetico
  • È idratante e rinfrescante e favorisce l‘eliminazione delle tossine
  • È fonte di magnesio che favorisce il benessere di mente e corpo
  • Contiene zinco che potenzia la risposta immunitaria
  • È depurativa facilitando la diuresi
  • Contiene fosforo che migliora la memoria e favorisce una vita più serena

LE CARATTERISTICHE 

Smeraldina è incredibilmente pura, fresca, ottima al gusto. Il perfetto equilibrio di sodio, di cloruri, di bicarbonati, di calcio e di magnesio, e l’ideale percentuale di potassio, la rendono benefica per l’organismo, a qualunque età.

Non a caso è stata eletta miglior acqua minerale del mondo al Berkeley Springs International Water Tasting Competition, la più importante e autorevole competizione per acque minerali a livello mondiale, aggiudicandosi la medaglia d’argento e la medaglia d’oro assolute, per due anni consecutivi.
Inoltre, la prestigiosa rivista americana Gayot, che da cinquant’anni è un punto di riferimento autorevole e indiscusso per tutti gli amanti del buon vivere, ha inserito Smeraldina nella classifica delle migliori dieci acque minerali del mondo.

Analisi chimica e chimico-fisica

Residuo Fisso a 180° mg/l 157
Temperatura alla sorgente °C 19,2
Acidità pH 6,5
Conducibilità elettrica µS/cm 20°C 287
Anidride carbonica libera mg/l 54,8
Bicarbonati mg/l 72,6
Solfati mg/l 8,8
Sodio mg/l 29,0
Potassio mg/l 1,4
Calcio mg/l 14,3
Magnesio mg/l 8,0
Fluoruri mg/l 0,2
Silice mg/l 17,3

 

 

 

 

 

La guerra in Ucraina e l’aumento dei costi di energia e materie prime stanno mettendo in crisi l’economia, ma dal Medio Campidano arriva la proposta per un rilancio che parta dalle terre dell’Isola. “Abbiamo sempre investito nel grano duro in Sardegna, ora ci sono settemila ettari coltivati e l’obiettivo è arrivare nel 2030 a 25/30mila ettari”, annuncia l’imprenditore di Sanluri Alberto Cellino, titolare del pastificio di famiglia. Il progetto è ambizioso ma quella è la strada presa da anni e, considerati gli scenari internazionali, adesso acquista nuovi significati. “Abbiamo sempre investito nel grano duro in Sardegna, già dal 1960 con mio padre Ercole e poi dagli anni Novanta a oggi da quando ci sono io – ricorda l’ex vicepresidente del Cagliari calcio, ai tempi del fratello Massimo -. Da 5/6 anni abbiamo costituito la filiera ‘Ercole punto zero‘ che ci ha portato ad avere contratto con 540 produttori di grano regionale, ma vogliamo crescere”.

Alberto Cellino  Alberto Cellino

L’obiettivo è quello di estendere questo sistema che ha permesso di creare una rete locale e copre tutti i passaggi della produzione che parte dalla terra e arriva alla tavola. “Speriamo che gli agricoltori aumentino le semine perché noi selezioniamo i semi, abbiamo il sementificio e controlliamo tutta la filiera del grano duro in Sardegna – spiega Alberto Cellino -. Seguiamo tutti i passaggi, a partire dalla selezione genetica del grano prodotto dagli agricoltori, la trasformazione avviene nel nostro mulino che produce semola e farina che vengono poi trasformate nel pastificio, nel biscottificio e nel panificio”. I prodotti della ‘Fratelli Cellino’ raggiungono poi gli scaffali della grande distribuzione in tutta l’Isola. Ora si tratta di guardare al futuro e incrementare la produzione locale in modo da ridurre al massimo la dipendenza dall’estero. “Importiamo grano duro da tutto il mondo – rivela Cellino -, principalmente dal Canada ma anche da Francia, Spagna, Grecia, Kazakistane Russia. Non dall’Ucraina, però, che produce solo grano tenero, mais e orzo”. Sul fronte interno ci sono ampi margini di crescita, con la possibilità di estendere in modo sensibile le coltivazioni in Sardegna. “Abbiamo 540 agricoltori che seminano per noi e coprono una superficie di circa settemila ettari e producono circa 300mila quintali di grano – spiega l’imprenditore di Sanluri -, il nostro fabbisogno è di un milione e 800mila quintali. Per questo la nostra speranza è di arrivare al 2030 a produrre nell’Isola tra 800mila e un milione di quintali, che vuol dire arrivare a 25/30mila ettari di coltivazioni”.

Per raggiungere questi risultati è necessario estendere la coltivazione di grano in Sardegna e coinvolgere nel progetto centinaia di altri agricoltori. “Per chi ha piacere di venire, le porte sono aperte e abbiamo diversi agricoltori che si stanno aggiungendo alla nostra organizzazione – chiarisce – ma tutti dovranno attenersi alle rigide regole del nostro capitolato di qualità che deve essere rispettato dai semi al protocollo di coltivazione: il grano deve essere sempre uguale e costante per dodici mesi all’anno”. Le coltivazioni sono legate alle evoluzioni del meteo e ci possono essere periodi di siccità seguiti da altri troppo piovosi. “La Sardegna è una terra con climi particolari e stiamo studiando tecniche per l’irrigazione a basso consumo – conclude Alberto Cellino -impianti a goccia di tipo israeliano, che ci permetteranno di abbattere del 70% gli sprechi legati all’irrigazione a pioggia”. Gli agricoltori che aderiscono al progetto sono distribuiti lungo il Campidano, dalla zona di Cabras a quella di Sestu, ma nelle pianure dell’Isola ci sono tantissime aree incolte che potrebbero essere sfruttate per da dare nuova vita al grano sardo e minore dipendenza dalle questioni internazionali.

 

17 Febbraio 2022 – Redazione

Dopo il voto favorevole del Senato di sei giorni fa, arriva così la definitiva conversione in legge con l’attesa approvazione della Camera. In quedto contesto hanno protestat dei deputati di “Alternativa C’è”, ex grillini, che hanno esposto dei cartelli con la scritta “Draghi contro lavoro e salute”.

Nel testo sono presenti tutte le regole già in vigore, a cui si aggiungono solamente due modifiche arrivate al Senato, nonostante il parere contrario del governo. La prima è la cancellazione dell’obbligo di Green pass rafforzato (che si ottiene con la vaccinazione o la guarigione) per i trasferimenti da e per le isole. Per accedere ai mezzi di collegamento per Sicilia, Sardegna ed isole minori, quindi, basta il Green pass base (che si ottiene anche con un tampone negativo).
La seconda è l’ok allo svolgimento, in zona bianca, delle feste popolari e delle manifestazioni culturali all’aperto (anche in modalità itinerante e in forma dinamica).

Semaforo verde, anche per l’ordine del giorno di Manfredi Potenti, deputato della Lega. L’odg impegna il governo a valutare lo stato della curva pandemica per eliminare l’obbligo di Green pass rafforzato per gli studenti over 12 che utilizzano i mezzi pubblici. «Ci sono le condizioni sanitarie – spiega Potenti- per dare una risposta immediata alle esigenze dei nostri ragazzi che sono in possesso di Green pass base. Attualmente il quadro complessivo della situazione epidemiologica è infatti in miglioramento in tutto il Paese, non è accettabile mantenere provvedimenti limitanti che vanno a svantaggio al diritto allo studio».

Insieme a questo è stato approvato, inoltre, l’ordine del giorno della deputata di Coraggio Italia Manuela Gagliardi, che impegna l’esecutivo a valutare modifiche alle restrizioni in ingresso in Italia ai turisti provenienti dall’Unione Europea.

Fonti: ⤵️

https://www.sardiniapost.it/cronaca/green-pass-per-viaggiare-dallisola-bastera-il-solo-tampone-negativo/

https://www.fanpage.it/politica/dl-green-pass-via-libera-definitivo-della-camera-331-voti-a-favore-e-45-contrari/amp/?usqp=mq331AQKKAFQArABIIACAw%3D%3D&amp_js_v=0.1

11 gennaio 2022 – di Redazione Co.Te.L.I. – (a cura di Monica Tomasello)

Nell’ambito della mobilitazione nazionale delle isole contro il super green pass richiesto per salire su traghetti e aliscafi, diverse sono state le manifestazioni che si stanno avendo in questi giorni. Oltre alla Sicilia, anche la Sardegna ed Ischia protestano contro il confinamento.

Questa la protesta di due giorni fa tenutasi in Sardegna:⤵️

https://youtu.be/IPZlMTQx-Rk

Di seguito l’intervento di Pino Cabras, presidente del Movimento “Alternativa”, che così ha parlato davanti al Consiglio Regionale della Sardegna: CLICCA PER VEDERE IL VIDEO ⤵️

https://www.facebook.com/PinoCabrasAlternativa/videos/662306805117314/

Proteste anche ad Ischia

Anche ad Ischia si è tenuto ieri un sit-in di protesta agli imbarchi: «Isolani ma non isolati» hanno scritto su striscioni e cartelli i manifestanti.

Nel link a seguire il video del Corriere.it:⤵️

https://video.corriere.it/cronaca/ischia-protesta-isolani-contro-super-green-pass-non-isolateci/2829057c-7227-11ec-b185-e6e7d7d180a3/amp

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

Puoi leggere anche su 👇

https://cataniacreattiva.it/no-green-pass-cagliari-anche-la-sardegna-denuncia-il-blocco-delle-isole-manifestazioni-anche-ad-ischia/