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13 Aprile 2022 – Redazione – di Saverio Mauro Tassi
QUELLO CHE PUBBLICHIAMO A SEGUIRE Γ CIΓ CHE TUTTI NOI Β AVREMMO DOVUTO SOTTOSCRIVERE SIN DALLβINIZIO DI QUESTO DELIRIO ETICO E BUROCRATICO. MA COME SI DICE IN QUESTI CASIβ¦β¦MEGLIO TARDI CHE MAI!
Noi sottoscritti, docenti vaccinati provvisti di green pass rafforzato, esprimiamo la nostra solidarietΓ ai colleghi che hanno fatto, in scienza e coscienza, la scelta di non vaccinarsi e che, dopo essere stati sospesi tre mesi senza stipendio, e senza neanche lβassegno di sopravvivenza, sono stati riammessi a scuola con corresponsione dello stipendio, ma senza poter insegnare, e relegati in spazi isolati a svolgere attivitΓ non previste dal nostro contratto di lavoro.
Noi crediamo che il DL 24 che ha imposto questo trattamento punisca e umili ingiustificatamente i nostri colleghi non vaccinati, per i seguenti motivi:
1) essi sono riammessi a scuola solo se si sottopongono a un tampone ogni 48 ore, e pertanto, in base alle piΓΉ recenti acquisizioni mediche, hanno meno probabilitΓ di essere causa di contagio di noi colleghi vaccinati che non facciamo i tamponi.
2) Essi, a meno che non siano ultracinquantenni, non hanno trasgredito alcuna legge, in quanto non sussisteva un obbligo legale per i docenti di vaccinarsi: la norma prevedeva solo che, nel caso non si fossero vaccinati, temporaneamente sarebbero stati sospesi dallβinsegnamento e dallo stipendio, ovvero offriva la possibilitΓ di una duplice scelta, limitandosi a penalizzarne fortemente una al fine di incentivare la scelta dellβaltra. Dal momento che, in uno Stato di diritto ovvero costituzionale, nessun comportamento che non violi una legge puΓ² essere considerato negativo, i docenti che non si sono vaccinati non possono aver dato alcun cattivo esempio nΓ© possono aver violato alcun patto sociale e civile o assunto comportamenti diseducativi e pertanto in nessun modo si giustificano provvedimenti punitivi, quali il demansionamento e il confinamento.
3) Vale appena la pena notare che, per incentivare la scelta a favore della vaccinazione, i colleghi che hanno fatto una scelta diversa sono stati trattati peggio di quelli che sono sospesi dallβinsegnamento per grave violazione disciplinare, oppure perchΓ© sottoposti a procedimento giudiziario, i quali non ricevono lo stipendio, ma almeno un assegno di mantenimento.
4) Solo i docenti ultracinquantenni hanno violato un obbligo di vaccinazione, ma anche tale violazione Γ¨ punita a termini di legge con unβammenda pecuniaria il cui versamento cancella la violazione, cosΓ¬ come il pagamento di una multa per unβinfrazione del codice della strada. Nemmeno i docenti ultracinquantenni, dunque, possono essere giudicati negativamente e sottoposti per questo a provvedimenti punitivi, se non da un punto di vista esclusivamente morale, che come tale Γ¨ opinabile e in alcun modo puΓ² essere fondamento di una norma di legge, altrimenti non saremmo in uno Stato di diritto, ma in uno Stato etico.
Pertanto, non sussistono nΓ© motivazioni sanitarie nΓ© motivazioni civili ed educative che possano legittimare il demansionamento e il confinamento dei docenti non vaccinati.
Per quanto sopra riteniamo che il trattamento riservato ai docenti non vaccinati riammessi a scuola si configuri come una discriminazione, lesiva del diritto costituzionale allβuguaglianza, e al contempo come unβinfrazione del contratto nazionale degli insegnanti, nonchΓ© come una umiliazione della dignitΓ professionale e della stessa persona umana dei nostri colleghi.Β
Crediamo che tutto questo sia incompatibile con la nostra Costituzione e pertanto chiediamo al governo di ritirare tali provvedimenti.
Invitiamo, infine, tutti i docenti, di ogni ordine e grado, a sottoscrivere questa lettera di solidarietΓ con i nostri colleghi sospesi e ora riammessi, ricordando che, se si accettano oggi per altri dei provvedimenti ingiustificati, umilianti e lesivi della dignitΓ professionale e personale, corriamo lβenorme rischio che altri provvedimenti di questo genere possano essere presi in futuro per altri motivi e colpire anche noi stessi.
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