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09 Aprile 2022 – Redazione

La Lega del Lazio fa i conti con la diaspora verso Fratelli d’Italia. L’ultimo addio è pesante: Laura Corrotti, consigliere regionale con un buon numero di amministratori nei Comuni della provincia che l’hanno già seguita abbandonando il Carroccio o che lo faranno nei prossimi giorni. A Montecompatri, ad esempio, la Lega non esiste praticamente più: con l’ex sindaco Fabio D’Acuti hanno lasciato anche Agnese Mastrofrancesco, Adriano Di Franco e Dario Mazzarini. «Montecompatri Caput Mundi», ironizza nella chat Segreteria Lega Lazio l’eurodeputato Antonio Maria Rinaldi. In chat tiene banco l’addio della Corrotti, tra goliardia e grandeur leghista.

Il segretario regionale Claudio Durigonostenta cavalleria (con refuso): «In bocca alla Corrotti per la sua libera scelta», scrive l’ex sottosegretario prima di rimuoverla dalla chat. A farsi interprete dell’orgoglio leghista ci pensa Simonetta Matone, capogruppo in Assemblea Capitolina malamente sconfitta alle suppletive nel collegio Roma I e in predicato di ricandidarsi alla Camera alle prossime Politiche. «Meno siamo e meglio stiamo», sentenzia. Una linea politica che non convince la deputata Barbara Saltamartini, da giorni molti critica sulla gestione del partito a Roma e nel Lazio. «Mi sembra un po’ riduttiva come analisi politica», scrive. E prima che il clima si surriscaldi troppo interviene ancora Durigon a zittire tutti annunciando una riunione del direttivo per oggi.

Ma, dopo gli addii di Roberto Santorocandidato presidente in IV Municipio e Fabrizio Bevilacqua consigliere ed esponente di lungo corso del centrodestra in III Municipio che hanno fatto da apripista all’adesione della Corrotti in FdI, i malumori dei leghisti de’ noantri aumentano di giorno in giorno, insoddisfatti dal calo dei consensi, dall’incertezza sul futuro (pochi verranno rieletti in Parlamento o in Regione) e dalla gestione del partito a livello locale. «Ma secondo te a Roma stiamo ancora al 5%? E nel Lazio ci arriviamo all’8%? Io non sono sicuro… se poi ci gestiscono questi…», si sfoga un leghista. È quello che pensava Laura Corrotti ed è quello che in tanti pensano e non dicono.

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21 Febbraio 2022 – Redazione

Come sul Dl MIlleproroghe la maggioranza si spacca nuovamente in Parlamento, questa volta sul DL Green Pass.

In Commissione affari sociali alla Camera, dove è in corso l’esame del DL 1/2022 contenente misure urgenti per fronteggiare l’emergenza COVID-19, in particolare nei luoghi di lavoro, nelle scuole e negli istituti della formazione superiore (in sintesi, il decreto che ha introdotto l’obbligo di green pass rafforzato per gli over 50) la Lega tenta il blitz e la maggioranza si spacca. Lo rende noto Affari Italiani.

In particolare, i deputati del Carroccio hanno votato un emendamento relativo alla quarantena per i bambini assieme ad Alternativa e Fratelli d’Italia, sul quale il governo aveva espresso parere contrario: l’emendamento è stato respinto in commissione.

Non solo: la Lega ha anche chiesto di mettere in votazione un proprio emendamento (anche questo con parere contrario dell’esecutivo) che prevede di eliminare il green pass dopo il 31 marzo, data prevista per la fine dello stato di emergenza. Uno stato di vero caos, che ha costretto la maggioranza a chiedere una sospensione della seduta della commissione, i cui lavori sono ripresi ne tardo pomeriggio.

Intanto, su Facebook, il presidente della Camera Roberto Fico scrive, in merito proprio al decreto che riguarda le misure per fronteggiare l’emergenza Covid, all’esame dell’aula di Montecitorio subito dopo il Milleproroghe: «Credo che un progressivo superamento delle restrizioni sia di buon senso e in questo solco si stanno già muovendo governo e Parlamento», sottolinea Affari Italiani.

16 Febbraio 2022 – Redazione

“Tutti i partiti si stanno impegnandosi a far saltare il governo”. Il retroscena di Dagospia, velenoso, forse non va lontano dalla realtà. Il Consiglio dei ministri dà il via libera alla ricezione della Direttiva Bolkenstein sulle concessioni balneari, aprendo il settore alle gare pubbliche. Federbalneari ha già chiesto un tavolo per aprire una trattativa, Assobalneari parla già di valanga di ricorsi e unaclass action.
La Lega, da sempre contraria alla Bolkenstein, per bocca del sottosegretario al Turismo Gian Marco Centinaio precisa: “Il testo approvato dal Cdm è migliorato rispetto alla proposta iniziale, grazie all’accoglimento di alcune nostre proposte. Ora siamo già al lavoro, anche con le associazioni del settore, per cambiare e migliorare il testo in Parlamento. L’auspicio è farlo insieme al resto del centrodestra: è prioritario tutelare lavoro, investimenti e sacrifici di imprenditori e lavoratori Balneari”. Parole che fanno infuriare il Pd: “Assistiamo ancora una volta a un’inammissibile doppiezza e inaffidabilità della Lega: prima i ministri leghisti approvano il testo in cdm e cinque minuti dopo Matteo Salvini lo rimette in discussione preannunciando presunte migliorie parlamentari”, attacca Antonio Misiani, responsabile Economia del Nazareno.

COS’È LA DIRETTIVA BOLKESTEIN

Approvata nel 2006 e recepita nel 2010, la direttiva Bolkestein, non smette di far discutere da molti anni. Tra i punti più contestati c’è l’obbligo di rimessa al bando per alcune concessioni pubbliche.

Detta anche ‘direttiva servizi’ ha l’obiettivo di eliminare gli ostacoli alla libertà di stabilimento dei prestatori negli Stati e alla libera circolazione dei servizi tra Stati nonché garantire ai destinatari e ai prestatori la certezza giuridica necessaria all’effettivo esercizio di queste due libertà.

 La direttiva Bolkestein è un atto approvato dalla Commissione europea nel 2006 e recepito nell’ordinamento italiano dal governo Berlusconi, nel 2010. Prende il nome da Frits Bolkestein, allora commissario per la concorrenza e il mercato interno. L’obiettivo è favorire la libera circolazione dei servizi e l’abbattimento delle barriere tra i vari Paesi. Frits ha voluto che qualsiasi cittadino appartenente all’Ue possa proporre all’interno dell’Unione Europea la propria attività. La direttiva Bolkestein promuove infine la tutela dei consumatori, l’assicurazione professionale, la risoluzione delle controversie, la collaborazione tra autorità nazionali e la creazione di codici di condotta.

Il decreto Rilancio – governo Conte – ha prorogato le concessioni in scadenza al 2032. La scadenza del posteggio per gli ambulanti era stata quindi rinviata di 12 anni (da fine 2020 a fine 2032), con le procedure in deroga per la concessione di un posto al mercato per coloro i quali sono rimasti esclusi dalla procedura di assegnazione, nei comuni in cui era stata data attuazione alla direttiva Bolkestein.

 Con il dlgs 59/2010 di recepimento della direttiva servizi, cosiddetta ‘Bolkestein‘, era stato previsto il divieto della proroga per le concessioni all’utilizzo, a fini economici, delle aree demaniali. Problema che aveva coinvolto anche le concessioni per gli stabilimenti balneari. La Conferenza unificata, Stato, regioni e comuni, aveva individuato già nel 2012 i parametri che avrebbero dovuto essere impiegati nei bandi per l’assegnazione dei posteggi, con una durata della concessione tuttavia limitata nel tempo, al fine di rispettare le direttive della UE. Direttiva che non è mai stata accettata di buon grado dagli operatori del comparto, dal momento che la normativa di settore che vigeva prima consentiva il rinnovo automatico della concessione.

Ma per l’Agcm va applicata la direttiva Bolkestein e – ha ribadito a febbraio scorso – le norme in contrasto vanno disapplicate. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato si è espressa dopo una richiesta di parere presentata dal sindaco di Roma Virginia Raggi, riguardo alla rilevazione del contrasto di alcune norme con il principio di tutela della concorrenzialità e della libera impresa. La direttiva Bolkestein, ricorda il Comune, impone la messa a bando per tutte le licenze degli ambulanti: una norma sinora derogata in Italia a causa di alcune leggi, che di fatto hanno consentito il rinnovo automatico delle licenze degli ambulanti fino al 2032.

Continua la battaglia di alcuni partiti contro il green pass, che da ieri 1 settembre, è obbligatorio anche per treni aerei e navi oltre che per mangiare al chiuso in bar e ristoranti.

La commissione Affari sociali della Camera ha bocciato tutti gli emendamenti che chiedevano di eliminare l’articolo 3 del decreto legge in discussione che introduce l’obbligo della certificazione verde.

Tra i partiti che avevano depositato le norme anche la Lega, alcuni ex appartenenti del Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia. A confermare la posizione del Carroccio è stato Claudio Borghi, presente ai lavori della commissione in sostituzione di un membro leghista assente: “Votazione in commissione sanità sulla soppressione green pass in toto. Ho ricordato le risoluzioni di Consiglio d’Europa e Commissione UE. Niente. Votato a favore della eliminazione del green pass Lega, FdI e ex M5S. Contrari tutti gli altri”. Poi, sempre su Twitter, il deputato leghista ha rincarato la dose: “Mi spiace ma la maggioranza così ha deciso. Non abbiamo ritirato emendamenti e ho provato ad argomentare in tutti i modi ma larga maggioranza trasversale a favore. Notare, non c’entra niente il Governo con conseguenti appelli dentro o fuori, qui ha deciso il Parlamento”.

Enrico Letta

Ed è caos in maggioranza. A valanga il leader del Pd, Enrico Letta: «Io trovo che sia un fatto gravissimo in sé e che sia avvenuto proprio oggi quando le forze dell’ordine hanno presidiato il Paese per evitare che le manifestazioni contro il vaccino e il green pass mettessero il Paese nelle condizioni di non funzionare». «Una forza politica che sta al governo, in Parlamento mette in discussione tutto questo.
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CARO LETTA…FATTENE UNA RAGIONE! IN EUROPA, SOLO ITALIA E FRANCIA HANNO IL GREEN PASS E IL CONSIGLIO D’EUROPA HA SEMPRE DETTO NO ALLE DISCRIMINAZIONI! Se si risvegliassero i Padri Costituenti, farebbero a brandelli te e i tuoi compagnucci da quattro soldi! A proposito…..ma il PENNUTO MILITARE DOVE LO AVERE NASCOSTO? Non aggiungo altro…il resto lo sublimino per chi sa capire!

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Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

https://cataniacreattiva.it/la-commissione-affari-sociali-della-camera-vota-contro-il-green-pass-lira-di-letta-pd-contro-la-lega/

Fonte: Huffpost

Introdotto il green pass parte la corsa a smontarlo. Una strana coalizione formata da sindacati, Lega e parte del Movimento 5 stelle annuncia battaglia. Il mirino è fissato su settembre, quando il decreto arriverà in Parlamento per essere convertito in legge, e le pressioni per modificarlo già si affastellano sulla scrivania di Palazzo Chigi. È partito Maurizio Landini: “Non è accettabile introdurre una logica punitiva e sanzionatoria nei confronti di chi lavora”, tuona il segretario generale della Cgil, che oggi insieme alle altre parti sociali ha incontrato il ministro del Lavoro Andrea Orlando. L’obiettivo immediato sono le sanzioni per chi accede alle mense aziendali – equiparate agli altri punti di somministrazione di cibo – senza il certificato verde, il pensiero sul medio periodo è al pacchetto lavoro che il governo vuole varare scavallato il Ferragosto. 

Parlamento italiano

Il lavoro dell’esecutivo ha subito un rallentamento, complici le ferie estive, ma si ragiona sull’opportunità di fissare dei paletti anche per le aziende, soprattutto quelle che impiegano centinaia o migliaia di lavoratori, e per chi è costretto a stare a stretto contatto con il pubblico. Il quadro non è ancora chiaro, e una fonte del governo spiega che “se la campagna vaccinale mantiene il suo ritmo di marcia e sarà ragionevole prevedere entro fine settembre l’80% della popolazione vaccinata potrebbero non essere necessari interventi”. La materia è delicata e complessa, ma Landini mette le mani avanti: “Sia chiaro, il sindacato sta invitando tutti i lavoratori a vaccinarsi e non abbiamo nulla di principio contro il green pass, ma se il governo pensa che il vaccino debba essere obbligatorio, lo dica e approvi una legge. Abbiano il coraggio di farlo! Non si può pensare di raggiungere il medesimo obiettivo in maniera surrettizia, a danno di chi lavora”.

Deputati in seduta parlamentare

Schermaglie di una battaglia che vede Confindustria schierarsi sul fronte opposto, favorevole a un’applicazione estensiva del lasciapassare. Orlando ha incontrato venerdì scorso il collega Roberto Speranza, con il quale hanno iniziato a fare il punto della situazione in vista di settembre. Da Palazzo Chigi si monitora con attenzione la situazione, e raccontano che Draghi si stia muovendo con i piedi di piombo: il premier non vuole procedere attraverso forzature, vuole far maturare un punto di caduta affinché la soluzione che si troverà non risulti un’imposizione.

Ma il capo del Governo deve guardarsi anche sul fronte scuola. Lega e Movimento 5 stelle annunciano un fuoco di sbarramento soprattutto sulle sanzioni al momento previste per docenti e personale che rifiuteranno l’utilizzo del green pass, fissate nel decreto in sospensione dallo stipendio dopo cinque giorni di assenza. 

A muoversi tra le fila dei vecchi alleati non carneadi, ma i sottosegretari mandati a marcare Patrizio Bianchi. Apre le danze Rossano Sasso, esponente del Carroccio: “Occorre una riflessione politica sul carattere impositivo della norma. Siamo sicuri che sospendere i docenti sprovvisti di green pass e lasciarli senza stipendio sia la mossa giusta? Siamo proprio certi che i dirigenti scolastici abbiano mezzi e uomini per trasformarsi anche in vigilanti, pena essere sanzionati anche loro?”. Il sottosegretario spiega che la Lega è “al lavoro per migliorare il testo”, un modo educato per dire che via Bellerio pretende di cambiarlo. E dopotutto dalle camicie verdi arrivano anche segnali di vicinanza alla battaglia di Landini sulle mense aziendali, segno che il percorso parlamentare del testo sarà tutt’altro che tranquillo.

Tanto più che a queste posizioni si saldano quelle di una robusta parte del Movimento 5 stelle: “Ritengo che le sanzioni pecuniarie contro i dirigenti scolastici e il personale scolastico siano un accanimento”, rilancia la sottosegretaria a viale Trastevere Barbara Floridia. Che aggiunge: “Sono favorevole al green pass e anche al fatto che si debbano prendere provvedimenti per omesso controllo o per assenza del green pass. Ma non con le sanzioni amministrative. Ci sono tanti metodi. È davvero troppo sospendere i docenti e il personale Ata e togliere lo stipendio a chi dopo cinque giorni”. Floridia propone un semplice cambio di mansione, che Sacco però non condivide. Entrambi tuttavia puntano a ridimensionare la portata del provvedimento varato appena la settimana scorsa. A settembre sarà battaglia.

[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, fra cui anche Marzia Chiocchi di Mercurius5, e Monica Tomasello di Catania CreAttiva, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

https://cataniacreattiva.it/depotenziare-il-green-pass-a-settembre-scontro-tra-le-forze-politiche/