Avv. Fusillo: «Questo è il momento di resistere in massa. È il momento di una ribellione corale degli italiani»

13 Gennaio 2022 – Redazione

Nel video realizzato dall’avvocato Alessandro Fusillo [il link in fondo all’articolo] dove vi è una prima parte dell’analisi del nuovo DL 1 che la cabina di regime ha varato il giorno della Befana, c’è una dichiarazione importante che condividiamo.

«C’è una gradualità del male, una gradualità della malvagità di persone che vogliono rovinare la vita a un numero sempre crescente di cittadini. – afferma Fusillo – L’avevamo detto fin dal principio, purtroppo i fatti ci stanno dando ragione. Questo è il momento di resistere è il momento di resistere in massa».

«Il mio appello a tutti i cittadini ultracinquantenni, che non siano convinti per ragioni loro di farsi il trattamento magico, è quello di rifiutarsi, di ribellarsi, di accettare anche le conseguenze negative che ci saranno per tutti, perché è importante dire di ‘no’».

«Noi l’abbiamo sottolineato tantissime volte: questo è il momento di una ribellione corale degli italiani – afferma con fermezza l’avvocato –  Non solo: io esorterei anche quelli che hanno voluto fare la puntura di allearsi con i loro concittadini che stanno combattendo per la libertà. Perché qui non è il tema puntura non puntura, quello è un tema del tutto secondario rispetto a ciò che sta succedendo».

«Qui è in atto un attacco alla libertà di tuttie non ci si può trincerare dietro al fatto ‘ma vabbè io ho fatto la puntura quindi sono a posto‘. A parte che, come si è visto, l’aver fatto la puntura non significa assolutamente niente, perché l’intenzione qui è di punturarvi ogni 3-4 mesi, perché ci sono i padroni delle case farmaceutiche che devono fare fatturato».

«Ma anche se uno fosse convinto di fare la puntura ogni tre mesi non è questo il tema. Non può essere un buon motivo per opprimere tutti gli altri, per opprimere quelli che invece non la vogliono fare».

«Anche in Germania, negli anni ’30, chi era ariano poteva dire ‘vabbè ma io sono ariano, tutto sommato che cosa me ne importa‘. No, perché abbiamo tutti il dovere di combattere, per la libertà di tutti quanti  e il fatto di trovarci per ragioni casuali in una situazione favorevole al diktat della dittatura non significa che questo ci salvi in futuro, e non significa che non ci sia un dovere di solidarietà con tutte le altre persone, perché ne va della nostra libertà».

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