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26 Dicembre 2021 – Dott.ssa Tiziana De Felice – Redazione Co.Te.Li

IL BUON JOVANOTTINO HA PERSO UN’ULTERIORE OCCASIONE PER TACERE! AL DI LÀ DEL FATTO CHE DELLA SUA INFLUENZA NON CE NE PUÒ IMPORTARE DE MENO…E PER TIPOLOGIA E PER ENTITÀ DELL’EVENTO ( FEBBRE A 38, MAL DI GOLA, MIALGIE..LA STUPIDITÀ IMPLICITA IN QUESTO ANNUNCIO URBI ET ORBI STA IN 4 SEMPLICI CONSIDERAZIONI:

SE VACCINATO QUINDI… NON FUNZIONA?

HAI FATTO IL PLACEBO? QUINDI…CE LO COMUNICHI INDIRETTAMENTE?

NON VAI IN OSPEDALE…NON PERCHÉ NON SEI PROTETTO DA VACCINATO, MA PERCHÉ A TE NON DANNI LA TACHIPIRINA…QUINDI…TU VALI?

NON FINIRAI IN TERAPIA INTENSIVA PERCHÉ SEGUITO A DOMICILIO. QUINDI?…GLI ALTRI SONO FIGLI DI UN DIO MINORE?

CURATI, BUFFONE! E ABBI IL PUDORE DI STARE ZITTO!

L’annuncio su TikTok: “Buongiorno da me e dal mio virus che circola. Natale è passato e passerà anche il virus, dai. È un’influenza di quelle toste”. RICORDIAMO CHE JOVANOTTI HA ERA PURE VACCINATO…

HA POI CONCLUSO “NON È CHE QUESTI TAMPONI RAPIDI SIANO COSÌ EFFICACI, NONOSTANTE LE PRECAUZIONI?
DUBBIO…PER ENUNCIARE QUESTA ULTIMA MASSIMA, SEI STATO CALDEGGIATO…!!! ALL’APPELLO MANCAVI SOLO TU!

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

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https://cataniacreattiva.it/jovanotti-vaccinato-ha-il-covid-quando-si-perde-unoccasione-per-tacere/

26 Dicembre 2021 – Redazione Co.Te.Li

QUANDO TIRI TROPPO LA CORDA, POI FINISCI PER ROMPERLA. ABBIAMO SEMPRE SPERATO, E VOGLIAMO ESSERE FIDUCIOSI, IN UN PROGRESSIVO RISVEGLIO ANCHE DI CHI, RAPPRESENTATE DEL MONDO GIURIDICO E DI CATEGORIA, FINO AD OGGI HA MANTENUTO UNA POSIZIONE ONDIVAGA E POCO DEFINITA SULLA QUESTIONE COVID.
ECCO LA NOTIZIA ⤵️

Grave errore sul numero di decessi da Covid da parte del Premier Mario Draghi, che è stato invitato dal Codacons a rettificare le affermazioni rese in occasione della conferenza stampa del 22 dicembre scorso. Nel corso del suo intervento il Presidente del Consiglio ha affermato che “dei decessi, tre quarti non sono vaccinati”.

Numeri tuttavia smentiti dagli ultimi dati disponibili pubblicati dall’Istituto superiore di sanità (ISS), secondo cui dal 22 ottobre al 21 novembre i morti per COVID-19 in Italia sono stati 1.755: tra loro 722 non erano vaccinati, mentre 1.033 avevano ricevuto almeno la prima dose del vaccino. Il 58,9% dei morti, quindi, aveva ricevuto almeno una dose e il 41,1% non era vaccinato. Esattamente l’opposto di quanto affermato da Draghi.

Possiamo capire che un Premier possa esagerare nelle sue dichiarazioni – fa sapere il Codacons – ma sui dati, specie se così delicati perché relativi ad una emergenza sanitaria in atto, deve sempre mantenere una serietà assoluta, per evitare di provocare paure e sofferenze inutili specie durante le festività.

PER TALE MOTIVO IL CODACONS HA INVITATO IL PREMIER DRAGHI A RETTIFICARE LE ERRATE INFORMAZIONI FORNITE AI CITTADINI, ALTRIMENTI SARÀ INEVITABILE UNA DENUNCIA PER PROCURATO ALLARME.

Fonte:⤵️

https://codacons.it/covid-codacons-invita-il-premier-draghi-a-rettificare-le-sue-affermazioni-su-decessi-da-covid-dati-smentiti-da-iss/

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26 Dicembre 2021 -Redazione Co.Te.Li

LA FINE? È QUELLO CHE I NOSTRI POLITICANTI VOGLIONO. È CIÒ PER CUI SONO STATI PREPARATI PER ANNI DAI CAPI DEL POTERE GLOBALISTA, AFFINCHÉ!, OGGI, FOSSERO FACILMENTE MANOVRABILI PER GESTIRE TUTTO LO SCHIFO CHE IL PAESE STA VIVENDO!
È ARRIVATO IL MOMENTO DELLE SCELTE!IL TEMPO È SCADUTO! DOBBIAMO AGIRE!

Fiepet-Confesercenti fa sapere che “Per il mancato Capodanno, contiamo perdite di circa 22 milioni di euro per Roma e Lazio, solo per il 31 dicembre“. Inoltre, da quando è scoppiata la pandemia da Covid-19, siamo stati sempre collaborativi e propositivi con i governi che si sono succeduti, così come con le istituzioni locali. Siamo però preoccupati dalle ultime disposizioni, in particolare sull’utilizzo del ‘super green pass’, che prevede la consumazione al bar – anche se per un caffè o un cornetto al banco – esclusivamente per coloro che sono in possesso del super certificato. Il divieto si aggiunge a quello di festeggiare la fine dell’anno nei locali”

A rilevarlo è Claudio Pica presidente della Fiepet-Confesercenti di Roma e Lazio. Pica osserva che si tratta di “un combinato disposto che avrà effetti negativi su tutta la filiera. Per le 8mila caffetterie della Capitale si prevedono perdite per almeno 3,5 milioni di euro –

“Per il mancato Capodanno, sempre per Roma e Lazio, il mancato incasso ammonterà a circa 22 milioni di euro per Roma e Lazio. Per questo ho richiesto una giunta di presidenza nazionale della Fiepet per trovare proposte e soluzioni da portare al Governo al fine di evitare altri possibili nuovi lockdown che ad oggi rappresenterebbero una brusca frenata alla ripartenza del nostro settore della somministrazione”.

PICA E COMPANY CONTINUATE A CHIACCHIERARE E A VOLER PARLARE CON IL GOVERNO! MA SIETE COSÌ DURI DI TESTA PER NON CAPIRE ANCORA DOVE VOGLIONO ARRIVARE E COME DOVRESTE FARE?! POVERO CERVELLO RIDOTTO AD UN AMMASSO DI POLTIGLIA.

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26 Dicembre 2021 – di Chiara Compagnucci (Business Online) – Redazione Co.Te.Li

In arrivo un doloroso taglio delle pensioni fino al 3%, risultato del crollo del Prodotto interno lordo. Ecco costa sta succedendo.

La crisi economica subita nelle scorse settimane e quella stimata per i prossimi mesi, saranno solo un assaggio delle conseguenze del coronavirus in Italia.

L’impatto del virus sarà più devastante di quel che potrebbe adesso sembrare e finirà per coinvolgere addirittura le pensioni.

In poche parole gli assegni previdenziali saranno più bassi, e non ci riferiamo a quelli che saranno erogati tra 10 o 20 anni perché, già nel 2022, il Covid-19 presenterà il suo conto.

Associato al nuovo sistema di calcolo delle pensioni, adesso basato esclusivamente sui contributi effettivamente versati (il cosiddetto metodo contributivo) e non più tenendo conto della media dell’importo degli stipendi negli ultimi anni (metodo retributivo), la riduzione del Pil ha effetti devastanti sulla rivalutazione del montante contributivo.

Per intenderci, si tratta di quella componente che incide nella determinazione della cifra finale dell’assegno previdenziale. Vediamo cosa sta succedendo.

Pensioni più basse del 3% per il covid

Per quale motivo l’importo delle pensioni è così strettamente legato all’andamento del Pil in Italia? Le ragioni sono particolarmente complesse e vanno ricondotte al metodi di calcolo degli assegni e all’introduzione del montante contributivo.

In sintesi, dal 1996 si applica il sistema di calcolo contributivo e non più il vantaggioso retributivo che porta con sé la rivalutazione del montante versato sulla base di un coefficiente calcolato ogni anno dall’Inps sull’andamento del Prodotto interno lordo nei 5 anni precedenti.

Se il Pil aumenta, cresce il montante accumulato, ma se cala ne risente in negativo e di conseguenza l’importo dell’assegno previdenziale diventa più basso. La novità è appunto il calo del coefficiente perché è appena la seconda volta dal 1996 che si verifica questa congiuntura.

Fino a questo momento è stato sempre positivo tranne una sola volta in cui però il governo dell’epoca era intervenuto per congelare l’applicazione della variazione e dunque la riduzione del montante.

Chi e quando subirà taglio dell’assegno

A subire le conseguenze della riduzione del Pil in questo periodo di coronavirus saranno coloro che andranno in pensione tra il 2022 e il 2023. La riduzione dell’importo potrebbe arrivare fino al 3% rispetto a quanto avrebbero percepito senza coronavirus.

Per capire quanto cambierà nella pratica l’assegno di pensione facciamo riferimento all’esempio proposto dal quotidiano il Messaggero.

Una persona nata nel 1956 che ha cominciato a lavorare nel 1980 e va in pensione nel 2023 a 67 anni, perde il 2,7% sulla parte contributiva della pensione e l’1,7% dell’importo complessivo della pensione lorda, calcolata con il sistema misto ovvero con il retributivo fino al 1996 e con il contributivo da quel momento in poi.

QUESTO È QUANTO ACCADRÀ SE NON COMINCEREMO A DIRE QUALCHE SANO E DECISO NO!!! E QUESTA SAREBBE UN’ECONOMIA IN SALUTE? CHISSÀ QUANDO CERTE TESTOLINE (ZUCCHE VUOTE) COMINCERANNO A RIFLETTERE! GESÙ BAMBINO AIUTACI TU!!!

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24 Dicembre 2021 – Redazione Co.Te.Li

Nel Consiglio dei Ministri di ieri 23 dicembre, la questione spinosa sull’estensione dell’obbligo vaccinale ha portato ad una lite tra i componenti del Governo.

Come riferiscono “Il Giornale” e “La Verità”, in Consiglio non è passata la proposta del Ministro della Salute Speranza, sostenuta da Brunetta e Franceschini. Giorgetti (Lega) e Patuanelli (M5S) non sono stati d’accordo.

In particolare, il leghista Giancarlo Giorgetti, Ministro dello Sviluppo Economico, ha fatto presente il grave e concreto rischio di una valanga richieste di indennizzo per danni da vaccino con l’obbligo vaccinale, in considerazione delle tante segnalazioni di reazioni avverse con danni anche permanenti.

in Italia, infatti, l’ordinamento, con la legge n.210 del 1992, copre formalmente solo i danni da vaccinazioni obbligatorie e, in caso di obbligo, l’Avvocatura dello Stato non potrebbe sollevare l’eccezione dell’adesione volontaria alla vaccinazione, come ha già fatto numerose volte in passato, ad esempio nel caso del piccolo Andrea, danneggiato da vaccinazione non obbligatoria anti meningococco B. Il padre di Andrea, Alberto, denunciò nel 2017 alla trasmissione “La Gabbia” (La7), condotta da Gianluigi Paragone, che, nonostante certificati specialistici relativi alla correlazione tra vaccino e patologia, l’Avvocatura dello Stato eccepiva sistematicamente la non copertura della tutela indennitaria a causa della volontarietà nell’adesione vaccinale espressa con la sottoscrizione del modulo di consenso informato.

Ancora oggi, l’Avvocatura dello Stato continua sulla stessa linea e, complici le lungaggini burocratiche degli iter amministrativi e la nota durata dei processi, solo dopo venti anni di cause giudiziarie è possibile ottenere un’estensione della tutela indennitaria con una pronuncia della Corte Costituzionale, come dimostra il recente caso di una trentunenne pugliese.

La giovane, colpita da una grave malattia immunitaria (lupus eritematoso sistematico) a causa di due dosi del vaccino non obbligatorio anti epatite A ricevute il 13 giugno 2003 e l’8 gennaio 2004, è riuscita, malgrado le solite eccezioni sollevate dal Ministero, ad ottenere prima la sentenza n.118 del 26 maggio 2020 della Corte Costituzionale, che ha riconosciuto in via estensiva anche al suo caso la copertura della legge n.210, e poi la pronuncia definiva della Corte di Cassazione n.7354 pubblicata lo scorso 16 marzo.

LASSÙ QUALCUNO CI AMA💫

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23 Dicembre 2021 – Redazione Co.Te.Li – Fonte: Il Giorno

Su Omicron è necessario recuperare «una discussione seria, pacata, pragmatica e basata sui fatti». E’ l’invito che il virologo italiano Guido Silvestri, docente negli Usa alla Emory University di Atlanta, rivolge sulla base degli ultimi dati emersi sulla nuova variante di Sars-CoV-2.

Risultati che lo scienziato riassume in un post su Facebook, «nella speranza di poter dare un contributo, magari anche molto modesto – scrive – perché il mio Paese lontano, esca da questa ondata di isteria collettiva che sembra averlo preso in queste ultime settimane».

Ci sono tre fatti importanti che stanno emergendo sulla nuova variante Omicron che meriterebbero una seria discussione».

Primo fatto: «La letalità calcolata di Covid-Omicron (in gergo tecnico: Infection Fatality Rate, cioè il rapporto tra numero dei decessi e numero dei casi osservati) sembra molto più bassa di quella delle varianti precedenti. Il dato dal Sudafrica su quasi 400mila casi parla di 0,26% di letalità, paragonata al 2,5-4% delle ondate precedenti. Questo nonostante la popolazione sia pienamente vaccinata solo al 26,3% (42% degli adulti). In accordo con questa osservazione, la pressione sulle terapie intensive del Sudafrica, un Paese da 60 milioni di abitanti, rimane bassa, con un totale di 546 letti occupati (molto meno che in Italia)».

Secondo fatto evidenziato dal virologo Silvestri: «È di oggi la notizia dello studio del National Institute for Communicable Diseases del governo sudafricano diretto da Nicole Walter e Cheryl Cohen, secondo cui il rischio di ospedalizzazione nei pazienti che hanno contratto Omicron è il 20% di quello osservato nei pazienti che avevano contratto Delta (per essere chiari, se il rischio di finire in ospedale per Delta fosse stato del 5%, per Omicron sarebbe dell’1%). Nonostante lo studio utilizzi controlli storici (Delta è sparita dal Sudafrica adesso), l’analisi è stata fatta dopo aver corretto per età, sesso ed anamnesi positiva per aver contratto l’infezione in precedenza».

Terzo fatto ricordato dal virologo: «È dei giorni scorsi lo studio molto interessante della LKS Faculty of Medicine alla Università di Hong Kong, diretto da Michael Chan Chi-wai e John Nicholls, secondo cui la variante Omicron è più efficace nell’infettare le cellule delle alte vie respiratorie e dei bronchi, ma meno efficiente nell’infettare quelle del tessuto polmonare profondo. Questo studio potrebbe rappresentare la base meccanistica della minore severità clinica osservata in Sudafrica, in quanto la polmonite interstiziale con danno alveolare diffuso e conseguenti complicanze sistemiche è l’elemento centrale nella patogenesi del Covid severo».

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23 Dicembre 2021 – Redazione Co.Te.Li – Fonte: Libero

LA DOMANDA CHE MOLTI MEDICI COSCIENZIOSI SI STANNO PONENDO È QUESTA…MA COME FA UN ORGANISMO, PUR SANO CHE SIA…A SOPPORTARE TRE VACCINAZIONI L’ANNO DI QUESTA PORTATA? ORMAI NEGARE L’EVIDENZA È DIVENTATO LO SPORT NAZIONALE! E COSI, IL PROF. ARNALDO CARUSO, HA LANCIATO UN NUOVO ALLARME SULLA CAMPAGNA DI VACCINAZIONE!

Solitamente le vaccinazioni lasciano una memoria immunitaria lunga, ma con un virus così mutato l’antidoto perde efficacia in fretta: è necessario sequenziare i patogeni in modo massiccio per aggiornare le fiale prima che le nuove varianti siano incontrollabili. Fare tre vaccinazioni all’anno non è sostenibile. I dati clinici dicono che l’efficacia c’è, molto sui giovani, meno su fragili e anziani. Ma tutto dipende dall’intensità della risposta immunitaria personale. La terza dose comincia a perdere forza entro 4-6 mesi”.

Una quarta dose dello stesso vaccino, con Omicron molto mutata e che può mutare ancora, non è auspicabile. Serve, per il nuovo richiamo, tra 4-6 mesi un antidoto che sia confezionato anche sulla proteina variante di Omicron. Abbiamo un prodotto formulato su una sola proteina Spike della vecchia variante, mentre il virus è molto mutato. Gli anticorpi per contattare tutte le mutazioni devono essere tanti e molto attivi, ed ecco che parliamo della quarta dose. Senza un vaccino calibrato su tutte le varianti, siamo costretti a tante iniezioni. Ma ciò non può andare avanti all’infinito”.

PAUCA VERBA SAPIENTI (a buon intenditor poche parole)

CHI È IL PROF. ARNALDO CARUSO (Curriculum vitae) ⤵️⤵️⤵️

https://www.unibs.it/sites/default/files/ugov_cvfiles/cv/ugov_cvpersona_it_000001427.pdf

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23 Dicembre 2021 – Redazione Co.Te.Li

Oggi ci ha lasciato Carlo Fraioli, una persona perbene, un lavoratore, un militante della Cisl ed un Militante di Italia Viva del nono Municipio. Carlo ha partecipato da subito, con tutto il suo impegno, allo sviluppo di Italia Viva nel nostro territorio. Si è reso disponibile in tutta la campagna elettorale di questi ultimi mesi, con volantinaggi, partecipazione alle riunioni e alle iniziative pubbliche a sostegno della Lista Civica.

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I suoi messaggi sui social: “Sapere che i no vax ricoverati negli ospedali ci stanno costando milioni di euro ogni giorno non vi fa arrabbiare?”. “Io seguo solo la parola della comunità scientifica”. “Somministrate più di 8 miliardi di dosi. E i no vax continuano a definirlo sperimentale. Cambiate disco per favore“. Lo ha riportato oggi Green Pass News.

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22 Dicembre 2021 – Redazione Co.Te.Li

A poche ore dal video in cui, durante la trasmissione Rai Un giorno da pecora, un trio composto da i tre virologi più noti d’Italia, il professore ordinario di microbiologia dell’Università di Padova Andrea Crisanti, il direttore del Policlinico San Martino di Genova Matteo Bassetti e il direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi di Milano Fabrizio Pregliasco, si è esibito in una versione di Jingle Bells dedicata al vaccinarsi, mettendo in scena uno dei momenti più assurdi di tutta la pandemia in Italia, arrivano le prime reazioni. Lo ha riportato il sito Rolling Stone.

Il cantautore Ultimo, nelle stories di Instagram, ha attaccato i tre, scrivendo: «Lasciate che a cantare e a tornare sul palco siano i cantanti e tutti quelli che lavorano con noi. Sono 2 anni che molti di noi non possono fare il proprio mestiere. Tornate negli ospedali a fare il vostro lavoro. Smettetela di andare in tv a fare i pagliacci e le star». Una reazione che ha trovato consenso sui social, dove sono molte le critiche rivolti ai tre: Crisanti, Pregliasco e Bassetti.

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Adriano Celentano attacca Enrico Mentana sulla questione dei No Vax. Il direttore del Tg La7 nei giorni scorsi aveva dichiarato: “Noi abbiamo dei doveri. Se c’è uno che dice che due più due non fa quattro ma cinque, e noi sappiamo che non è vero, quella persona non la dobbiamo invitare più. È semplice. Ma il cantante ha deciso di dire la sua sull’argomento e il suo parere è l’opposto rispetto a quello di Mentana. “No, Enrico, le cose sono cambiate. Oggi due più due può fare cinque e anche sei. Bisogna essere amici con quelli che hanno paura. Non puoi lasciarli fuori dalla porta. Anche tu hai paura, altrimenti non ti saresti vaccinato“.

È assurdo instaurare una guerra tra paurosi, ognuno deve comprendere l’altro. E l’altro sono io, tuo fratello”. Il cantante poi rilancia qualche spezzone di aspra lite televisiva. Licia Ronzulli contro Enrico Montesano. Andrea Scanzi contro Alberto Contri. Per concludere: “Forse è questo il giornalismo che vi piace, quello con le voci che si sovrappongono in modo che la gente a casa non capisca”. Lo ha riportato oggi affaritaliani.it.

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