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23 Aprile 2022 – Redazione

CI DISPIACE PER CHI NON È D’ACCORDO, MA NOI SIAMO PER L’INFORMAZIONE REALE, OLTRE AL FATTO CHE CONOSCIAMO LA STORIA, NON SIAMO PECORE E NON BELIAMO! NOI RAGIONIAMO! 

CI DISPIACE ANCHE PER GOOGLE CHE INVIA NUMEROSI E CONTINUI RICHIAMI AFFINCHÉ L’ INFORMAZIONE SIA UNIVOCA E SOLO PRO UCRAINA! COL CAVOLO! NOI SIAM LIBERI E INDIPENDENTI, NON SIAMO FINANZIATI DA SOLDI PUBBLICI E NON DIPENDIAMO DA NESSUNO, E VIVIAMO GRAZIE A CHI, CREDENDO IN NOI E NEL NOSTRO OPERATO, CI AIUTA! QUNIDI, GOOGLE, PUÒ ANDARSELA A PRENDERE, ELEGANTEMENTE, DOVE NON BATTE IL SOLE!

PER TUTTE QUESTE RAGIONI PUBBLICHIAMO, A SEGUIRE, QUANTO RIPORTATO DALL’AMBASCIATA RUSSA, E NON DA QUEL PAGLIACCIO TELEVISIVO, COMICO MEZZA CALZETTA DI ZELENSKY!


MARZIA MC CHIOCCHI

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Per incolpare la Federazione Russa gli Stati Uniti prevedono di utilizzare tre scenari.

– Il primo e  il più probabile è un «incidente inscenato sotto falsa bandiera».

– Si potrebbe parlare del reale utilizzo di armi chimiche e biologiche con vittime tra la popolazione, o della messa in scena di «sabotaggi» da parte della Russia presso le strutture appartenenti all’Ucraina che sono state coinvolte nello sviluppo di componenti di armi di distruzione di massa.

– È prevista l’attuazione di tale scenario presso impianti chimici e biologici a Kharkov e Kiev.

– Non è da escludere una provocazione negli impianti nucleari, in primis presso la centrale nucleare di Zaporizhzhia, controllata dalla Federazione Russa.

Così, il 21 aprile u.s. al posto di blocco delle truppe della Guardia Nazionale è stato fermato e fatto rientrare nella città di Zaporizhzhia un convoglio di 10 veicoli con carichi pericolosi, diretto verso la centrale nucleare.

– Inoltre, i dirigenti ucraini stanno valutando seriamente la possibilità di colpire un impianto di stoccaggio di rifiuti radioattivi presso l’ex azienda «Impianto chimico Pridneprovskiy» nel villaggio di Kamenskoye, nella regione di Dnipropetrovsk.

–  Il Ministero della Difesa dispone di documenti che confermano lo stato critico dei depositi e l’uso improprio dei fondi stanziati dall’Unione Europea per la manutenzione dell’impianto.

–  Il secondo è  «uso nel massimo segreto di armi di distruzione di massa in piccoli volumi» per sopprimere la volontà e la capacità di resistere nell’ambito della risoluzione di un compito operativo concreto.

– Tale scenario è stato considerato presso l’acciaieria «Azovstal». Ma l’ordine del Supremo comandante in capo che ha annullato l’assalto all’acciaieria ha frustrato i piani del Pentagono per la sua attuazione.

– Il terzo è lo scenario meno probabile,  «uso palese di armi di distruzione di massa sul campo di battaglia» nel caso in cui le armi convenzionali non abbiano successo, molto probabilmente in una zona di combattimento.

– Uno scenario del genere è considerato per Slavyansk e Kramatorsk, trasformate in città fortezza.

– L’elevata probabilità di messa in scena dell’uso di armi chimiche è confermata dai fatti della fornitura di antidoti contro i veleni all’Ucraina. Solo nel 2022, su richiesta del Ministero della Salute ucraino, dagli Stati Uniti sono state consegnate oltre 220.000 fiale di atropina. Questo fatto testimonia la preparazione mirata di provocazioni con sostanze tossiche proprio di azione neuroparalitica.

– Testo integrale del briefing sulla preparazione di USA e NATO a una provocazione che accusa la Federazione Russa di utilizzare armi nucleari, chimiche o biologiche (in lingua inglese).

Il testo in lingua italiana sarà pubblicato a breve anche su Mercurius5

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23 Aprile 2022 – Redazione

I NOSTRI NOTIZIARI SONO INVASI DA UN’INFORMAZIONE SEMPRE PIÙ UNILATERALE, PILOTATA E BUGIARDA. PER CUI, I RUSSI SONO CATTIVI E GLI UCRAINI I BUONI! MA CHI VE LE RACCONTA QUESTE FAVOLE! COME AVETE FATTO A CHIUDERE IL VOSTRO CERVELLO, SEMPRE CHE NE ABBIATE ANCORA UNO, IN UN BARATTOLO PIENO DI FORMALINA, CHE CONTINUA A BRUCIARE NEURONI, FINO A CHE OGNI VOSTRO GESTO E PENSIERO, SARÀ SOLO E SOLTANTO QUELLO DI UN’AUTOMA!
CARI LAUREATI E PROFESSORI SBANDIERANTI NOZIONI STORICHE, ZUPPE DEL VELENO REVISIONISTICO DEI COMUNISTI PIÙ NAZISTI DELLA STORIA, SIETE CONSAPEVOLI CHE SCHIERARVI DALLA PARTE SBAGLIATA DELLA STORIA, SOLO PER CONVENIENZA MOMENTANEA, NON HA MAI PORTATO BENEFICIO ALCUNO?

VOI, CHE LA STORIA LA DOVRESTE INSEGNARE CON OBIETTIVITÀ, NON RICORDATE CHE FINE HANNO FATTO I SEGUACI E PROMOTORI DI REGIME? LA STESSA DEI CARNEFICI!
E IL VICO AVEVA CAPITO, SECOLI FA, CHE LA STORIA HA I SUOI CORSI E RICORSI, PER COLPA DELLA SUPPONENZA E DELLA PRESUNZIONE DI UOMINI CHE, CREDENDO DI ESSERE PIÙ FIGHI DI CHI LI HA PRECEDUTI, FINISCONO PER COMPIERE GLI STESSI ERRORI!

L’USO DELLE ARMI NON AIUTA LA PACE, COME NON TUTTO IL POPOLO ITALIANO LA PENSA COME I CRIMINALI CHE STANNO AL POTERE, E, CONOSCENDO COME STANNO VERAMENTE LE COSE, APPOGGIA LA RUSSIA, ESPRIMENDO IN TUTTI I MODI LA PROPRIA SOLIDARIETÀ.

ANCHE CHI NON LO HA ANCORA FATTO, PUÒ SCRIVERE DUE RIGHE  ALL’AMBASCIATA RUSSA A QUESTO INDIRIZZO MAIL: ⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️

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LA NOTIZIA

Con le armi italiane verranno uccisi civili e militari russi e questo non gioverà alle nostre relazioni»

«Devo dire con rammarico che lo stato dei rapporti bilaterali è in forte degrado e non dipende da noi. Ci dispiace l’espulsione di 30 nostri diplomatici e a breve ci sarà una risposta adeguata, come prevede la prassi diplomatica». Lo ha detto l’ambasciatore russo in Italia, Serghei Razov, a Stasera Italia su Rete 4. «Per me – ha aggiunto – è una logica strana che per arrivare alla pace devi mandare armi pesanti. Posso solo dire alle autorità italiane che con queste armi verranno uccisi civili e militari russi e questo non gioverà alle nostre relazioni».

«Russia resterà in piedi nonostante le sanzioni» 
Razov è intervenuto anche sull’effetto delle sanzioni. «Ovviamente ci sono state difficoltà per l’economia del nostro Paese, come per i Paesi che le hanno prodotte. Abbiamo detto che sono un’arma a doppio taglio. Ma sono sicuro che noi resteremo in piedi». Poi ha aggiunto che «l’operazione militare speciale in Ucraina, come ha detto più volte il presidente Putin, sta andando secondo i nostri piani».

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22 Aprile 2022 – Redazione – di Giorgio Bianchi – Photojournalist

Myrotvorets è una lista di proscrizione ufficiale del governo ucraino, nella quale vengono resi pubblici i nomi, i cognomi, gli indirizzi, i numeri telefonici, dei giornalisti sgraditi al governo di Kiev. Costoro vengono definiti, tra le altre cose, «criminali».
Andrea Rocchelli, il reporter assassinato nel 2014 durante un bombardamento, è bollato nella lista come «liquidato».

Ovviamente istituzioni e media occidentali, non hanno nulla da eccepire rispetto a questa barbarie. Anzi. Provate per un attimo ad immaginare cosa si sarebbe detto, se fosse esistito qualcosa di simile, stilato però da Mosca.

Con i media russi silenziati, con i pochissimi giornalisti controcorrente schedati e intimiditi, quando non addirittura torturati e sottoposti a processi farsa come Assange, con un’opinione pubblica che accetta in silenzio compiacente tutto questo, c’è ancora qualcuno che ha il coraggio di dire che siamo in democrazia.

CLICCATE SUL VIDEO PER GUARDARE ⤵️
https://youtu.be/5HgdlGkOEIk

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20 Aprile 2022 – Redazione

«Una delle cose speranzose che ho scoperto è che quasi tutte le guerre iniziate dagli anni ’50, sono state il risultato delle bugie dei media.» Lo dichiarava Julian Assange già nel 2011. «I media avrebbe potuto fermarle. Se cercassero abbastanza in profondità, se non avessero ristampato la propaganda del governo, avrebbero potuto fermarle. Cosa significa? Beh, fondamentalmente che alle popolazioni non piacciono le guerre e le popolazioni devono essere ingannate per le guerre, e con gli occhi aperti vanno in guerra. Quindi se avessimo una buona situazione dei media, allora avremmo anche un ambiente tranquillo. Il nostro nemico numero uno è l’ignoranza, credo che sia il nemico numero uno, nessuno capisce cosa sta realmente succedendo nel mondo, è solo quando inizi a capire che puoi prendere decisioni efficaci e fare piani efficaci. Ora la domanda è: chi promuove l’ignoranza? Bene, quelle organizzazioni che cercano di mantenere le cose segrete e quelle organizzazioni distorcono le informazioni vere per renderle false o travisate, in quest’ultima categoria si tratta di media cattivi. È davvero mia opinione che i media in generale siano così cattivi. Dobbiamo chiederci se il mondo non sarebbe migliore senza di loro, ci sono dei giornalisti molto, molto bravi e lavoriamo con molti di loro e alcune belle organizzazioni di media, ma la stragrande maggioranza è orribile, è così distorta su come sia effettivamente il mondo. Il risultato è che vediamo continuare guerre e governi corrotti».

La Westminster Magistrates’ Court di Londra ha emesso l’ordine formale di estradizione negli Usa per Julian Assange. Salvo un ricorso dell’ultimo minuto presso l’Alta Corte, spetta ora alla ministra degli Interni, Priti Patel, dare il suo via libera finale (ritenuto scontato) al trasferimento dell’attivista australiano negli Stati Uniti, scrive Repubblica.

Negli Usa il cofondatore del sito WikiLeaks rischia una pesantissima condanna per aver contribuito a diffondere documenti riservati su crimini di guerra commessi dalla forze americane in Iraq e Afghanistan. Il placet della ministra è previsto entro un termine massimo di 28 giorni.

L’ordine di estradizione nei confronti del fondatore di Wikileaks è stato emesso durante una breve udienza, durata solo sette minuti, dal giudice Paul Goldspring. «In parole povere, ho il dovere di inviare il caso al ministro per una decisione», ha affermato il magistrato.

ASCOLTATE LE PAROLE DI ASSANGE ⤵️

https://twitter.com/RafRafse/status/1516657822448209923?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1516657822448209923%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_c10&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.lapekoranera.it%2F2022%2F04%2F21%2Fjulian-assange-nessuno-capisce-cosa-sta-realmente-succedendo-nel-mondo-per-le-bugie-dei-media%2F

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21 Aprile 2022 – Redazione

Diversi leader del G20 si sono alzati e hanno lasciato l’incontro del G20 a Washington quando il ministro delle finanze russo Anton Siluanov ha iniziato a parlare. Tra coloro che hanno abbandonato la segretaria al Tesoro degli Stati Uniti. Lo riferisce il Washington Post, secondo cui ha lasciato la riunione anche la delegazione ucraina tra le altre.

Il premier e il ministro delle Finanze di Kiev – presenti all’incontro sotto presidenza indonesiana – avevano parlato prima della Russia. Già ieri era emerso che la Yellen avrebbe boicottato alcuni degli incontri del G20, ma non era chiaro quando lo avrebbe fatto o se le avrebbe fatto durante gli interventi della delegazione russa.

 

 

Paolo Gentiloni si alza e se ne va

Anche Il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, durante la sessione del G20 a Washington dedicata ai ministri delle Finanze e ai banchieri centrali, ha lasciato la sala quando si è collegato Siluanov, a quanto si apprende a Bruxelles. Durante l’incontro Gentiloni si è felicitato per la partecipazione del ministro delle Finanze ucraino, Serhy Marchenko. Il commissario ha anche sottolineato che l’Ue “condanna fortemente l’aggressione militare non provocata ed ingiustificata contro l’Ucraina, che viola il diritto internazionale e la Carta delle Nazioni Unite, minando la sicurezza e la stabilità internazionale”.

Il ministro dell’Economia Daniele Franco, secondo quanto si apprende, è invece rimasto. Anche i ministri della Germania e della Spagna sono rimasti come è rimasto nella sala anche il rappresentante della Francia. L’Italia, come membro della Troika che è composta dal Paese che detiene la Presidenza, il suo predecessore ed il suo successore, ha anche una responsabilità istituzionale che la vincola.

L’Italia, inoltre, è stato uno dei paesi che ha chiesto la presenza del ministro ucraino delle Finanze, Serhiy Marchenko ai lavori del G20, trovando all’inizio qualche resistenza.

No alla politicizzazione del G20. Lo ha chiesto il ministro delle Finanze russo Anton Siluanov, nel suo intervento da remoto alla riunione di Washington. “Il G20 è sempre stato e resta anzitutto un formato economico”, ha sottolineato Siluanov, che poi ha osservato come l’aumento dei prezzi dell’energia e dei prodotti agricoli, conseguenza della guerra, colpirà in particolare i paesi in via di sviluppo e a basso reddito. “Contro ogni previsione, non abbiamo mai rifiutato di onorare i nostri obblighi – ha rivendicato il ministro – e di rispettare tutti i contratti. E’ ovvio che la fornitura di questi beni ai mercati internazionali è limitata artificialmente, provocando squilibri e un drammatico aumento dei prezzi”.

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20 Aprile 2022 – Redazione – Fonte: Today.it

Da anni i russi trascorrono le loro estati sulle spiagge della nostra Penisola, nelle città d’arte o nelle capitali europee, ma quest’anno non sarà così perché con la guerra in Ucraina e le sanzioni Ue è diventato tutto più difficile e costoso. Fioccano le disdette, causando un enorme danno per il turismo italiano, mentre i tour operator russi sono alla disperata ricerca di mete alternative all’Europa per le vacanze estive 2022. Hanno deciso di puntare su rotte interne al Paese, posti meno “cool” della Sardegna e del Salento ma tutti a scoprire. Dove passeranno l’estate 2022? Quanto peserà l’assenza dei russi dal territorio italiano?

Le sanzioni Ue alla Russia colpiscono il turismo italiano
In risposta all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, l’Unione europea ha deciso di imporre una serie di sanzioni a Mosca per indebolire la capacità del Cremlino di finanziare la guerra e per imporre chiari costi economici e politici nei confronti dell’élite politica russa responsabile dell’invasione. Tra queste figura il congelamento dei beni e le restrizioni di viaggio per 1091 persone e 80 entità, “in quanto le loro azioni hanno compromesso l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina”. La lista stilata dal Consiglio Ue comprende Vladimir Putin, Sergey Lavrov, membri della Duma di Stato russa, membri del Consiglio di sicurezza nazionale, alti funzionari, imprenditori e oligarchi. Il vero colpo mortale al turismo italiano, però, arriva dallo stop ai trasporti imposto dall’Ue alla Russia, ossia il divieto per le compagnie aeree russe di volare verso l’Europa. Questo vuol dire niente più voli diretti Russia-Europa o voli charter. I russi non soggetti a sanzioni Ue, pur volendo venire in vacanza in Europa si troveranno a dover affrontare un viaggio molto più lungo ed economicamente più costoso. Per arrivare in Europa, infatti, i russi dovranno necessariamente fare scalo in una nazione extra-Ue per poi prendere un volo diretto in Ue. Facendo una simulazione per un volo a fine aprile di sola andata Mosca Šeremet’evo – Roma Fiumicino scopriamo che ci vorranno dalle15 alle 21 ore di viaggio (3 ore e mezza con un volo diretto prima delle sanzioni). Il prezzo del biglietto oscilla tra i 1.100 e 1.500 euro (100 euro sui voli low cost prima delle sanzioni). Per le partenze di maggio il prezzo si dimezza, ma con due scali e più di 24 ore di viaggio. Questo divieto di fatto azzererà il turismo russo verso l’Europa, mandando a monte le vacanze di molti russi in Italia. Quanto peserà l’assenza dei russi dal territorio italiano?

Addio a 5,8 milioni di russi e a 984 milioni di euro
Quanto vale il turismo russo in Italia? Prima di rispondere a questa domanda vale la pena sottolineare che i russi non sono turisti qualunque, sono vacanzieri ‘high budget’ o ‘big spender’, turisti a cinque stelle, abituati a spendere cifre importanti per una vacanza di lusso, all’insegna del divertimento, del buon cibo e del relax. Frequentano ristoranti di lusso e bevono vini costosi, amano fare shopping, la moda e l’arte. Il turista russo, non solo l’oligarca o il magnate, arrivava a sborsare fino a 145 euro al giorno durante un soggiorno in Italia (dati 2018), cifra molto più alta rispetto alla media degli altri turisti stranieri. I russi si piazzano al quarto posto per spesa pro-capite giornaliera dopo giapponesi, cinesi e canadesi. Quest’anno la loro assenza si farà sentire, basti sapere che nel 2019 il turismo russo in Italia generava 5,8 milioni di presenze, con una spesa stimabile sui 984 milioni di euro. Secondo le prime stime 100 milioni andranno in fumo solo in Sardegna e 150 milioni a Roma. Molte ville affittate in Sardegna eVersilia a 30mila ma anche 100mila euro a settimana, resteranno vuote. Assoturismo stima che per il solo mese di aprile 2022 dovremo rinunciare a 175mila pernottamenti di turisti russi per un fatturato di quasi 20 milioni di euro. Da considerare però che la stagione era già in parte compromessa, visto il mancato riconoscimento del vaccino Sputnik da parte dell’Ema. A causa delle sanzioni e dei problemi con il vaccino, dunque, i russi saranno costretti a passare l’estate 2022 fuori dall’Europa, dove?

Le nuove mete dei russi per l’estate 2022
Altro che Versilia, Riviera romagnola, Argentario, Costa Smeralda, Venezia e Salento, quest’anno i russi passeranno le vacanze estive in Kamchatka, nel Caucaso o in Carelia. A dichiararlo il capo dell’Agenzia federale per il turismo, Zarina Doguzova, citando altri luoghi a molti sconosciuti come il Tatarstan, la città della Russia siberiana occidentale Tyumen, il Territorio dell’Altaj e l’isola di Sakhalin. I tour operator della Federazione Russa hanno deciso di puntare sul turismo interno, lanciando per il periodo primavera-estate nuovi charter turistici diretti ad esempio verso il Kamchatka, nel Caucaso settentrionale. Un paradiso terrestre stando alle descrizioni: “Sorgenti termali, dozzine di vulcani attivi e dormienti, surf su spiagge vulcaniche, orsi bruni, foche e orche assassine, oltre a enormi granchi e delizioso caviale rosso: tutto questo ti aspetta durante il tuo viaggio in Kamchatka”, recita il messaggio promozionale descrivendo un vero paradiso terrestre. Inoltre, grazie al sovvenzionamento della metà del costo del trasporto aereo, i russi potranno acquistare pacchetti turistici a prezzi davvero vantaggiosi. La politica autarchica di Putin per il turismo appare chiara: dirottare i turisti russi verso mete nazionali. Chissà se i russi, abituati alla mondanità e al lusso occidentale, apprezzeranno queste nuove mete naturalistiche o se rimpiangeranno le nostre bellissime città d’arte.

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19 Aprile 2022 – Redazione di Debora Billi

Zelensky, sulla questione armi, sembra davvero insaziabile: “Ogni ritardo sulle armi è un permesso alla Russia di ucciderci”, “Servono armi, la Russia vuole distruggere il Donbass”, “Più armi arriveranno, prima finirà la guerra”, questi i suoi appelli nelle sole ultime 48 ore. E le sta chiedendo a tutti, persino alla Corea del Sud (che ha risposto picche).

Ma l’aria per lui sta cambiando, ed essenzialmente per due motivi: il primo è che molti Paesi hanno fornito all’Ucraina una sostanziosa parte dei propri armamenti e temono di restare sguarniti; il secondo, è che il consumo di armi che fa l’Ucraina ha raggiunto livelli del tutto implausibili. E più di uno si sta chiedendo che fine facciano davvero tutti gli armamenti che piovono copiosi laggiù da due mesi.

La Grecia lo ha appena detto: “Basta mandare armi all’Ucraina”, si stanno indebolendo le capacità di difesa del Paese, “non possiamo mandarne di più”. Anche la Corea si è rifiutata a causa della “situazione di sicurezza”sudcoreana e “il potenziale impatto sulla prontezza militare” del Paese. Ma persino negli Stati Uniti si comincia a mostrare insofferenza verso l’invio di armi, come spiega un articolo su Bloomberg. L’Ucraina sta infatti consumando le armi troppo velocemente, addirittura la fornitura di munizioni sufficiente per una settimana di combattimenti viene esaurita in un giorno appena. “I Paesi occidentali devono affrontare un’ardua scelta: aumentare le forniture militari all’Ucraina o conservare le loro già limitate possibilità di difesa”.

Lo stesso Edward Luttwak, considerato universalmente un guerrafondaio, ha qualche giorno fa invitato l’Ucraina ad accettare un cessate il fuoco, un referendum in Donbass e i dialoghi di pace, sostenendo che “nessun Paese che dipende da armi regalate può considerarsi indipendente”.

Per tacere del fatto che i social e i canali Telegram sono inondati da video e foto dell’esercito russo che, dopo la resa di interi battaglioni ucraini, mette le mani su preziosissimi lanciamissili da milioni di dollari e tonnellate di altre armi occidentali ancora imballate. Alla Nato non deve piacere star regalando armi non solo a Zelensky, ma anche a Putin.

Gli unici che continuano a coprire di armamenti Zelensky come se non ci fosse un domani sono gli inglesi, che probabilmente puntano a far entrare l’Ucraina in Europa solo per darci il colpo di grazia. Intanto in parecchi si chiedono dove finiscano davvero, oltre che in mano ai contentissimi ceceni, tutti gli armamenti che spariscono nel buco nero ucraino: non sarà che c’è in atto un florido traffico sul mercato nero, verso altri Paesi? Lo scopriremo con il tempo, probabilmente, quando quelle armi salteranno fuori a chissà quali latitudini e in chissà quale altra guerra.

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18 Aprile 2022 – Redazione

ARTICOLO DEL 2010, RECUPERATO DA UNA RIVISTA STATUNITENSE, RACCONTA CONE OBAMA, DA SENATORE, AGEVOLO’ LA COSTRUZIONE DI UN BIOLAB DI LIVELLO 3 A ODESSA.

Un articolo cancellato dal web e successivamente recuperato da The National Pulse rivela che l’ex presidente Barack Obama ha guidato un accordo che ha portato alla costruzione di biolaboratori che gestiscono “agenti patogeni particolarmente pericolosi” in Ucraina.

La notizia arriva lo stesso giorno in cui Victoria Nuland, punta di diamante del regime di Biden, ha dichiarato pubblicamente al Senato che il governo degli Stati Uniti teme che le strutture di ricerca biologica possano cadere nelle mani dei russi a causa del conflitto in corso nell’Europa orientale.

Pubblicato originariamente il 18 giugno 2010, l’articolo “un Biolab apre in Ucraina” spiega come Obama, mentre era senatore dell’Illinois, ha aiutato a mediare un accordo per costruire un laboratorio di livello di biosicurezza 3 nella città ucraina di Odessa.

L’articolo, che mette in evidenza anche il coinvolgimento dell’ex senatore Dick Lugar, è stato incluso persino nel numero 818 del Counterproliferation Center dell’Aeronautica degli Stati Uniti (USAF) Outreach Journal.

Il signor Lugar ha detto che il progetto è iniziato  nel 2005 quando lui e l’allora senatore Barack Obama hanno stretto una partnership con alcuni funzionari ucraini. Lugar e Obama hanno anche aiutato a coordinare i lavori tra i ricercatori americani e ucraini quell’anno per studiare e prevenire l’influenza aviaria“, afferma l’autrice Tina Redlup.

Un rapporto del 2011 del National Academy of Sciences Committee chiamato Anticipating Biosafety Challenges related to the Global Expansion of High-Containment Biological Laboratories (“Anticipare le sfide di bio sicurezza legate alla diffusione globale dei biolaboratori ad alto contenimento”) spiega come il laboratorio con sede a Odessa  “è responsabile dell’identificazione di agenti patogeni biologici particolarmente pericolosi.”

Questo laboratorio è stato ricostruito e tecnicamente aggiornato al livello BSL-3 attraverso un accordo di cooperazione tra il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e il Ministero della Salute dell’Ucraina a partire dal 2005. Questa collaborazione mira a prevenire la diffusione di tecnologie, agenti patogeni e conoscenze che potrebbero essere utilizzati per lo sviluppo di armi biologiche”, continua il rapporto.

Il laboratorio aggiornato al nuovo livello di bio sicurezza  funge da laboratorio di riferimento centrale provvisto di deposito di agenti patogeni. In conformità con le normative ucraine, è infatti consentito lavorare con batteri e virus del primo e del secondo gruppo“, spiega il rapporto.

Un documento separato pertinente al progetto di prevenzione delle armi biologiche, che descrive in dettaglio la rete di biolab ucraini, spiega ulteriormente la portata dei patogeni che la struttura ha studiato.

Tra i virus studiati dal laboratorio vi sono Ebola e “virus di patogenicità del gruppo II con metodi virologici, molecolari, sierologici ed espressivi”.

Inoltre, il laboratorio ha fornito “una formazione speciale per specialisti in materia di biosicurezza  generale e biosicurezza relativa alla manipolazione di agenti biologici patogeni pericolosi“.

La scoperta di questo biolab avviene in seguito alla rischiosa decisione del governo degli Stati Uniti di finanziare quella procedura nota come “guadagno di funzione” a Wuhan in un laboratorio gestito dal Partito Comunista Cinese a sua volta legato con l’apparato militare.

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

 

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11 aprile 2022 – di Giacomo Bertoni

giacomobertoni.substack.com

«Siamo contrari alla vaccinazione obbligatoria per buoni e ben documentati motivi e vogliamo sostenere tutti coloro che, in questo contesto, si trovano in un conflitto di coscienza o in altre forme di disagio». Così scrivono oltre 120 sacerdoti e diaconi austriaci in un documento pubblicato il 25 marzo 2022, documento col quale invitano la Chiesa a prendere posizione pubblicamente in favore della libertà di coscienza. «Siamo pastori di tutto il gregge – scrivono i firmatari –, la Chiesa cattolica ha il compito fondamentale non solo di rispettare la libertà di coscienza dell’individuo, ma di difenderla, perché “la coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli si trova solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità propria” (Gaudium et spes 16)».

In Austria l’obbligo vaccinale, che prevede limitazioni alla vita sociale, multe e addirittura il carcere, è stato sospeso, ma secondo i firmatari rimane come una minaccia costante ai danni degli oltre due milioni di austriaci che hanno detto “no” alla campagna vaccinale di massa. E, potenzialmente, come minaccia per tutti coloro i quali non vorranno effettuare le nuove dosi che in futuro potrebbero essere imposte. Il documento affronta con rigore gli aspetti pastorali, etici, morali, medici e legali della campagna vaccinale di massa, mettendo nero su bianco le preoccupazioni di parte del clero austriaco.

Si legge nel documento: «In brevissimo tempo si è sviluppato un clima di sospetto e denuncia in cui ogni ben ponderata opposizione alla vaccinazione obbligatoria, ogni ragione, viene equiparata a una mancanza di solidarietà. È spaventoso vedere che questo tipo di marchio è applicato anche dalla Chiesa». Si fa riferimento a famiglie spezzate, ad amicizie interrotte, a un crescente conflitto orizzontale nel quale il prossimo è automaticamente un nemico: un untore, un egoista, un disertore. Ma il documento va oltre, e a fronte della promozione dei vaccini da parte di tanti sacerdoti e vescovi arriva a chiedersi: «La Chiesa si ritiene responsabile anche per il numero spaventoso di casi di danni e decessi da vaccino?».

Le restrizioni hanno inoltre provocato gravi danni economici e sociali, con aumento di disordini mentali e suicidi. Con grande crescita della solitudine, in modo particolare per gli anziani e per i soggetti più fragili. I firmatari affrontano poi la questione dell’utilizzo di linee cellulari da feti abortiti per sperimentazione e produzione dei vaccini anti covid attualmente in commercio. Se è vero che la Nota 21 dicembre 2020 della Congregazione per la dottrina della fede ammette l’eccezione in via emergenziale giudicandola “cooperazione remota al male”, i 120 sacerdoti austriaci scrivono: «Il Movimento per la Vita austriaco, in linea con l’insegnamento di San Giovanni Paolo II, ha ricordato che “chiunque usi questi vaccini trae beneficio da una struttura malvagia e, almeno implicitamente, la sostiene. Il continuo sviluppo di linee cellulari da feti abortiti e tutti gli altri usi, sempre più comuni, dei tessuti fetali ne sono palese conferma”».

L’utilizzo di linee cellulari da feti abortiti dunque è il primo allarme per la coscienza, ma i firmatari del documento aggiungono: «Anche se i vaccini utilizzati fossero eticamente accettabili, la libertà di coscienza dell’individuo dovrebbe essere sempre rispettata e mai scavalcata. La libertà di coscienza è uno dei valori non negoziabili».

Alle motivazioni etiche si aggiungono quelle mediche – il documento affronta la natura di questi vaccini (terapia genica) e gli effetti avversi censurati – e quelle legali: i firmatari mettono l’accento sull’incostituzionalità di leggi che violino i diritti fondamentali dei cittadini. Si legge ancora: «La crisi del Covid ha evidenziato, ancora una volta, come il linguaggio sia costantemente utilizzato come mezzo di manipolazione. Siamo stati in silenzio per troppo tempo, chiediamo perdono».

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11 Aprile 2022 – Redazione

Sarà ballottaggio tra Emmanuel Macron e la leader del Rassemblement National, Marine Le Pen. Sono loro i vincitori del primo turno delle presidenziali francesi. Macron incassa il 27.6% dei consensi, la Le Pen il 23.4%, un risultato storico per la destra della Le Pen che mai era arrivata così in alto alle elezioni, scrive LaPressa. Dietro di loro il leader della sinistra radicale Melenchon col 21.9% e Zemmour della estrema destra col 7%.
Il tasso di affluenza ieri è stato del 65%. Nel 2017 il dato si è attestato al 78,69 per cento, mentre nel 2012 era al 79,48 per cento.
Subito dopo il voto il presidente francese Emmanuel Macron lancia un appello per creare un «grande movimento politico di unità e di azione» in vista del secondo turno delle presidenziali previsto per il 24 aprile.

Intervenendo dopo i primi exit poll, il capo dello Stato ha detto di voler «tendere la mano a tutti coloro che voglio lavorare per la Francia». Sono pronto ad «inventare qualcosa di nuovo per riunire le sensibilità diverse», ha detto il presidente.

Dal canto suo Le Pen lancia un appello a tutti coloro che non hanno votato per il presidente Emmanuel Macron ad unirsi a lei al ballottaggio del 24 aprile. «Dal vostro voto dipende il posto che si vuole dare ai soldi nella nostra società o alla possibilità di accedere alla pensione in buona salute», ha detto Le Pen. La candidata ha espresso la sua soddisfazione per essere passata al secondo turno. «Metterò in ordine la Francia tra 5 anni», ha promesso Le Pen.

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