Posts Tagged
‘Ema’

Home / Ema

07 Aprile 2022 – Redazione – Fonte: Eventi Avversi

I vaccini geneticamente modificati adottati in Europa hanno un’incidenza senza precedenti di gravi effetti collaterali e decessi. Ciò è dimostrato dai dati delle banche dati ufficiali delle due organizzazioni dell’UE EMA e ECDC.

Vediamo che tutti i preparati hanno tassi molto alti di effetti collaterali. A 3 dosi, le probabilità di problemi cardiaci sono in:

  • Pfizer: 1 su 4747
  • Moderna: 1 su 4555
  • Novavax: 1 su 1684
  • Janssen: 1 su 3333

A 3 dosi, le probabilità di disturbi del sistema nervoso sono in:

  • Pfizer: 1 su 863
  • Moderna: 1 su 711
  • Novavax: 1 su 546
  • Janssen: 1 su 303

Tuttavia, va tenuto presente che vi è una notevole sotto-segnalazione. Non solo perché i medici evitano lo sforzo non retribuito, ma anche perché le segnalazioni di effetti collaterali sono attivamente soppresse. Il numero di casi non segnalati è almeno compreso tra 10 e 20 volte gli effetti collaterali segnalati.

Un’imposizione equivale alla licenza di infliggere deliberatamente e consapevolmente gravi lesioni alle persone o addirittura di causare morti con una probabilità non così bassa. In uno Stato di diritto, questo non può che essere impensabile e impossibile.

 

 

1 Aprile 2022 – Redazione – FONTE: Radio Radio

Sembrerebbe esserci più disunità che unità nazionale in un Governo che in queste ore ha rischiato la pelle sulla questione bellica e che non accenna a smettere di battibeccare sugli effetti avversi dei vaccini anti-Covid, quando l’era della quarta dose si fa sempre più alle porte.
Gli eventi collaterali sono stati praticamente un tabù in questi due anni in cui chi si è fidato della narrazione mediatica senza fronzoli né indicazioni chiare riguardo i rischi, a volte ha pagato cara questa iniezione di fiducia. E tanto.
Persone totalmente abbandonate dalle istituzioni cercano tutt’oggi giustizia nel silenzio più totale di chi non può assolversi con la verità con tanto ritardo. Anche per questo il Senatore Alberto Bagnai ha interrogato il Ministro della Salute Roberto Speranza nel corso dello svolgimento odierno di interrogazioni a risposta immediata al Senato.
ECCO IL BOTTA E RISPOSTA. CLICCA SUL LINK PER VEDERE E ASCOLTARE ⤵️

https://youtu.be/FH8BkH-afPk

Bagnai: “Pessima idea negare gli effetti avversi”

“Signor Presidente, signor Ministro, il legislatore europeo stabilisce un principio di buon senso: quanto meno se ne sa di un farmaco, quante minori sono le evidenze cliniche disponibili, tanto maggiore deve essere la cura nel monitorare le eventuali reazioni avverse. Si chiama monitoraggio addizionale, è stato introdotto nella legislazione europea nel 2010 ed è stato disciplinato in Italia a partire dal 2015.

Il monitoraggio addizionale richiede due cose abbastanza ovvie: in primo luogo si raccomanda agli operatori sanitari di segnalare qualsiasi sospetta reazione avversa; in secondo luogo, le case farmaceutiche devono descrivere in modo chiaro nei foglietti illustrativi le modalità con cui operatori sanitari e pazienti possono segnalare gli effetti collaterali.

È un vero peccato non cogliere le occasioni in cui il legislatore europeo si regola secondo buon senso; abbiamo perso questa occasione del caso del regolamento europeo n. 953 del 2021, che nell’introdurre il lasciapassare verde insiste sulla necessità di non farne un uso discriminatorio (indicazione platealmente disattenta nel nostro paese). Purtroppo anche le norme sul monitoraggio addizionale risultano sostanzialmente disapplicate durante la pandemia, in particolare dal sito dell’EMA risulta che sono soggetti a questo monitoraggio tutti i vaccini Covid-19 attualmente impiegati in Italia, per il semplice motivo che la loro autorizzazione all’immissione in commercio è condizionata, ai sensi del regolamento europeo n. 507 del 2006. Si tratta, infatti, di farmaci che rispondevano a esigenze mediche insoddisfatte e quindi andavano introdotti in commercio, ma per i quali non si disponeva ancora di dati completi su sicurezza ed efficacia e quindi andavano monitorati con più attenzione.

Tuttavia i foglietti illustrativi dei vaccini Covid-19 in Italia contravvengono le espresse disposizioni della European medicines agency (EMA), non riportando chiaramente le modalità di segnalazione degli effetti avversi. Inoltre non si conoscono iniziative dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) volte a sensibilizzare il personale sanitario rispetto ai suoi obblighi nel quadro del monitoraggio addizionale, né, più in generale, se e in che modo si sia provveduto da parte dell’AIFA all’obbligo di avviare programmi di monitoraggio addizionale.

L’inerzia dell’AIFA nel sensibilizzare i cittadini è notevole. Le faccio un esempio; l’ultimo tweet in cui l’Agenzia cita il portale di farmacovigilanza www.vigifarmaco.it risale al 23 novembre 2018. Per tutta la pandemia l’AIFA ha sostanzialmente taciuto come se le segnalazioni fossero un fastidio da disincentivare e non un elemento prezioso e imprescindibile per assicurare il progresso della scienza. Immagino che il negazionismo degli effetti collaterali sia sembrato a qualcuno una buona idea. Invece è una pessima idea e un grave errore di comunicazione perché suscita e legittima le paure più irrazionali.

Per questo, signor Ministro, ci interessano i suoi chiarimenti sul monitoraggio addizionale”.

La replica di Speranza

“Signor Presidente, come ho già detto, i vaccini sono stati davvero uno strumento essenziale per aprire una fase nuova nel nostro Paese, in Europa, ma anche a livello planetario. Credo davvero che i numeri siano molto chiari e molto netti a livello mondiale. Abbiamo superato 11 miliardi di dosi somministrate a livello planetario; stiamo parlando di un numero davvero impressionante. In Italia arriveremo nelle prossime ore a superare 136 milioni di dosi somministrate.

Da ogni angolo del mondo tutti gli studi che arrivano testimoniano come si tratti di un vaccino efficace e sicuro che sta davvero contribuendo ad aprire una fase diversa.

L’EMA, in collaborazione con le autorità competenti degli Stati membri, stila e aggiorna periodicamente la lista dei farmaci che devono essere sottoposti a monitoraggio addizionale che, come noto, rappresenta un sistema dedicato volto a migliorare la segnalazione delle reazioni avverse.

Rammento che tutti gli operatori sanitari attivi nell’ambito della campagna di vaccinazione contro il Covid-19 presso i nostri centri di vaccinazione, studi medici di medicina generale o anche farmacie, sono stati adeguatamente formati sia per la somministrazione che per il monitoraggio di eventuali reazioni.

Le segnalazioni per eventi avversi sono dunque gestite direttamente dagli operatori sanitari che ben conoscono le procedure in caso di eventi avversi e le modalità di invio delle relative segnalazioni. AIFA ha contribuito con l’Istituto superiore di sanità alla realizzazione di percorsi di formazione che hanno trattato specificamente il modulo per la segnalazione delle sospette reazioni avverse. Ricordo che le attività di vaccino vigilanza si basano su un sistema concorrente di farmacovigilanza passiva ed attiva; la prima incentrata sulla sorveglianza delle segnalazioni spontanee di sospetti; la seconda sulla raccolta di informazioni attraverso opportuni studi indipendenti.

Le segnalazioni spontanee provengono sia da figure professionali del settore sanitario che da cittadini e sono inserite nella rete nazionale di farmacovigilanza dai responsabili locali di farmacovigilanza che contribuiscono, insieme ai centri regionali e ad AIFA, al corretto funzionamento del Sistema nazionale di farmacovigilanza. Tale attività rappresenta un obbligo disciplinato dal decreto del 30 aprile 2015 ed ha l’obiettivo di evidenziare in tempi rapidi potenziali nuove informazioni di sicurezza che meritano di essere ulteriormente approfondite e studiate.

Confermo che il monitoraggio addizionale dei vaccini anti Covid è allo stato operante e, come riportato sul sito istituzionale di AIFA, comprende tra l’altro le seguenti azioni: il monitoraggio quotidiano delle segnalazioni di sospetto evento avverso dopo vaccinazione per Covid-19 da parte di un team dedicato di dirigenti sanitari operanti nell’area di vigilanza AIFA, caratterizzato dall’interazione continua tra i vari attori coinvolti nella loro raccolta e gestione e i segnalatori, al fine di incrementare la quantità delle informazioni secondo criteri standardizzati e comunemente accettati a livello globale; l’invito alla segnalazione nell’ambito della pagina dedicata ai vaccini anti Covid presente sul portale; le attività di approfondimento di specifiche tematiche di sicurezza, in collaborazione con i centri regionali di farmacovigilanza e i dipartimenti regionali di prevenzione oggetto di specifiche pubblicazioni dei rapporti della sorveglianza dei vaccini Covid-19; la promozione e lo studio di uno sviluppo di farmaco epidemiologia in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità in tema di sicurezza dei vaccini anti Covid-19.

Se in questi giorni ci stiamo riappropriando progressivamente a livello europeo dei nostri spazi di vita e di libertà, è sicuramente merito di vaccini che sono efficaci e sono sicuri”.

Bagnai: “Non ha superato le perplessità”

“Signor Presidente, signor Ministro, detto con un sorriso invisibile causa mascherina, la sua risposta non supera tutte le mie perplessità, onestamente, però questo non è un problema. Credo che siano un pochino più problematici i crescenti segnali di insoddisfazione che provengono dalle aule di giustizia. Le faccio un esempio: il consiglio di giustizia amministrativa della Regione Sicilia, nella sua ordinanza n. 351 del 2022, cita espressamente «la inadeguatezza della farmacovigilanza attiva e passiva» fra i motivi di non manifesta infondatezza della questione di legittimità costituzionale dell’articolo 4 del decreto-legge n. 44 del 2021, nella parte in cui questo prevede l’obbligo vaccinale per il personale sanitario. Questo perché, secondo la Corte costituzionale, l’obbligatorietà di un vaccino è legittima solo se, tra l’altro, si prevede che esso non incida negativamente sullo stato di salute del paziente, fatte salve le conseguenze che appaiano normali e, pertanto, tollerabili. Ma in assenza di una farmacovigilanza adeguata, questa valutazione è in re ipsa preclusa.

Le risparmio l’elenco dei provvedimenti giurisdizionali che stanno censurando l’attuale impianto di lotta alla pandemia. In particolare, il tema del bilanciamento tra il diritto alla salute e quello al lavoro è oggetto di un numero crescente di ordinanze dei TAR, che deprecano la logica ricattatoria sottostante al decreto-legge n. 44 del 2021 – la stessa logica rivendicata ieri con forza e con la consueta freschezza dal ministro D’Incà – schierandosi, i tribunali, a difesa dell’articolo 1 della Costituzione.

Vede, signor Ministro, l’esigenza di dibattere su questioni controverse è l’essenza incomprimibile della politica. Soffocando il dibattito nelle Aule parlamentari siete riusciti solo a spostarlo in quelle dei tribunali, dove il Governo è sempre più spesso soccombente perché lì purtroppo, signor Ministro, non è possibile tirare dritto ponendo la questione di fiducia.

Le faccio pertanto i miei migliori auguri per il suo impegno, ringraziandola per esso e per la sua disponibilità”.

SEGUICI ANCHE SU TELEGRAM ⤵️
https://t.me/mercurius5giornale

03 Febbraio 2022 – Redazione Co.Te.Li

L’Agenzia del farmaco non pubblica bollettini sui danni da vaccino da quattro mesi. Ma abbiamo scoperto che i dati nascosti ai connazionali vengono forniti all’Ema: quasi 18.000 segnalazioni in questo periodo. E una su sei risulta «grave»: miocarditi, pericarditi, embolie polmonari, trombosi. Giallo sul numero dei morti. A rendere noti i dati è La Verità in un articolo di Antonio Grizzuti.

Che fine ha fatto il report dell’Agenzia italiana del farmaco sulle reazioni avverse ai vaccini contro il Covid? Risale ormai a quasi quattro mesi fa, infatti, la diffusione dell’ultimo documento sugli effetti collaterali provocati dal siero. Era il lontano 12 ottobre 2021 quando gli uffici di via del Tritone sfornavano il nono – e finora ultimo – «Rapporto sulla sorveglianza dei vaccini Covid-19». Fino a quella data la pubblicazione aveva cadenza mensile, una frequenza dettata – a detta della stessa Agenzia – per assicurare «sufficienti dati per garantire la robustezza delle analisi, della ocomparazione e delle valutazioni». Come spiegato alcuni giorni fa su queste pagine, – si legge su La Verità – a ottobre il voltafaccia: «Considerata la stabilità dell’andamento delle segnalazioni per i diversi vaccini, il Rapporto di sorveglianza sarà pubblicato con cadenza trimestrale». Una scelta discutibile, ma tant’è. L’uscita del nuovo report era prevista dunque intorno al 12 gennaio, cioè tre settimane fa. E invece nulla. Negli ultimi giorni abbiamo provato a più riprese a metterci in contatto con gli uffici dell’ente per ottenere informazioni sulla data di pubblicazione del prossimo aggiornamento. Risultato? Non c’è stata anima viva che si sia degnata di risponderci. E qui non si tratta di essere «no vax», tutt’altro. Perché, come spiega la stessa Agenzia nell’incipit del rapporto, «nessun prodotto medicinale può essere mai considerato esente da rischi», e «verificare che i benefici di un vaccino siano superiori ai rischi e ridurre questi al minimo è responsabilità delle autorità sanitarie che regolano l’immissione in commercio dei prodotti medicinali».

Chi fa da sé fa per tre, dice il proverbio. E così, ispirati dal vecchio adagio, ci siamo mossi per colmare le lacune dell’Aifa. Prima di tutto, – riporta La Verità – confrontando i numeri del rapporto pubblicato lo scorso ottobre con quelli presenti su Eudravigilance, la banca dati continentale dell’Ema per la gestione e l’analisi delle segnalazioni. L’Aifa spiega infatti sul proprio sito che «tutte le segnalazioni di sospette reazioni avverse raccolte nella Rete nazionale di farmacovigilanza sono regolarmente inviate a Eudravigilance», le quali a loro volta vengono poi trasmesse al database Vigibase dell’Organizzazione mondiale della sanità. Obiettivo della nostra ricerca era, in altre parole, comprendere se a essere bloccata fosse solo la pubblicazione del Rapporto mensile oppure l’intero flusso di dati. Con un certo stupore abbiamo appurato che, in effetti, il numero delle segnalazioni presenti sulla banca dati europea risultava più alto rispetto alle cifre rilasciate da Aifa lo scorso autunno. Rilevando un incremento di segnalazioni per tutti i vaccini somministrati in Italia, nell’ordine: Pfizer (+11.262 segnalazioni), Moderna/Spikevax (+6.128), Janssen (+236) e Vaxevria/Astrazeneca (+138). Variazioni che sembrano dimostrare come, in questi ultimi mesi, l’Aifa abbia effettivamente trasmesso i dati alla controparte europea, senza però al tempo stesso rendere conto ai cittadini.

Non paghi del risultato – evidenzia La Verità– abbiamo scavato più a fondo. Nella pagina dedicata alla farmacovigilanza, l’Aifa spiega che i «dati delle segnalazioni di sospette reazioni avverse a vaccini Covid-19 inserite in Rete nazionale di farmacovigilanza sono accessibili dal sistema Ram», consultabili sia per organo o apparato interessato, che per singola reazione avversa. Non senza fatica siamo riusciti ad accedere alla piattaforma: occorre infatti essere titolari di un’utenza Spid, oppure in possesso di una carta d’identità elettronica o tessera sanitaria o carta nazionale dei servizi abilitate. Ma questo è il minimo. Una volta entrati ci siamo imbattuti in una pagina in inglese senza alcun riferimento alla farmacovigilanza dei vaccini Covid. Occorrono diversi ulteriori passaggi, attraverso menù e sottomenù rigorosamente in lingua inglese, per arrivare a destinazione. Finalmente ripagati delle fatiche, davanti ai nostri occhi vediamo materializzarsi i dati delle reazioni avverse aggiornati al 26 gennaio 2022, relativi dunque anche ai periodi successivi al 26 settembre scorso, data di ultimo aggiornamento del report. Le segnalazioni sono divise per singolo vaccino, mese di rilevazione, gravità della reazione, sesso, fascia d’età, descrizione dell’apparato interessato, e per singola reazione avversa.

Scopriamo così che, alla data del 26 gennaio, all’Aifa sono giunte 24.077 segnalazioni in più rispetto all’ultimo rapporto, il 64% delle quali per il Comirnaty (Pfizer/Biontech) e il 30% relativamente allo Spikevax (Moderna). Negli ultimi due mesi le segnalazioni relative allo Spikevax risultano in forte crescita, arrivando a dicembre quasi a «raggiungere» il Comirnaty (2.775 del primo contro 3.132 del secondo). Un altro dettaglio interessante, e per certi versi preoccupante, riguarda la gravità, in costante crescita dalla pubblicazione del primo rapporto. Secondo i dati presenti sul sistema Ram, quasi una reazione su sei (16,7%) viene classificata come «grave». Nella prima edizione del report erano appena una su 14 (7,3%). Colpiscono, scorrendo il dettaglio le segnalazioni di miocardite (412 casi), pericardite (629), embolia polmonare (557), e ancora trombosi (349), trombocitopenia (407) e paralisi di Bell (239). Rimane da chiarire il dato relativo alle segnalazioni con esito fatale. Nell’elenco risultano, infatti, 100 casi di «morte improvvisa» e 44 casi di «morte», cifre che cozzano con i 608 casi di decesso post vaccino citati nel report di ottobre 2020 (16 dei quali giudicati correlabili al vaccino).

Rimane un mistero la ragione per la quale l’Aifa si ostini a non pubblicare il rapporto. Per quale motivo tiene per sé informazioni delle quali in realtà dispone? O meglio, le lascia a disposizione dei cittadini ma al contempo accuratamente «nascoste», senza un’adeguata spiegazione a corredo, favorendo così il rischio di interpretazioni scorrette? Negli ultimi tempi l’Agenzia si è limitata semplicemente ad aggiornare i grafici della pagina dedicata alla farmacovigilanza, i quali però forniscono una visione assai parziale e peraltro priva di alcuna analisi. Diversamente dall’estero, dove il regolatore provvede ad aggiornare costantemente i dati sulle reazioni avverse, accompagnandoli di volta in volta con la giusta chiave interpretativa. Tanto per fare alcuni esempi, nel Regno Unito il report sugli effetti avversi è stato aggiornato appena pochi giorni fa, il 27 gennaio, in Spagna il 26 gennaio, nei Paesi Bassi il 23 gennaio, in Francia 21 gennaio, e in Svizzera il 12 gennaio. Più che a farmacovigilanza, a conti fatti, quella dell’Aifa somiglia a farmacosonnolenza, conclude Antonio Grizzuti su La Verità.

_______________________

[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

Puoi leggere anche su 👇

https://cataniacreattiva.it/vaccini-laifa-rivela-soltanto-alleuropa-gli-effetti-avversi-sugli-italiani-1-su-6-sono-gravi/

17 Gennaio 2022 – Redazione

Il professor Guido Rasi, ex Ema e oggi consigliere del commissario Figliuolo, dice in un’intervista a Repubblica che la quarta dose di vaccino contro il Coronavirus potrebbe non servire. Ed è scettico anche sulla possibilità di un richiamo permanente dei vaccini: «Non ha senso mantenere il sistema immunitario continuamente attivato. Abbiamo una memoria che ci aiuta anche quando gli anticorpi calano. Forse non sarà in grado di evitare l’infezione, ma la malattia grave sì. E per il futuro sarebbe meglio elaborare una nuova risposta, più strutturata, piuttosto che continuare a organizzare vaccinazioni di massa in regime di emergenza».

Per Rasi la quarta dose, attualmente, «ci pone più domande che risposte. Al momento la consiglierei alle persone immunocompromesse, ai pazienti oncologici, a chi ha una riduzione rapida degli anticorpi perché è in dialisi». Mentre non conosciamo la durata della protezione della terza dose: «Ma ora ci sta chiaramente proteggendo dai sintomi gravi. E non torniamo mai al punto di partenza. Gli anticorpi calano come è naturale che sia. Ma la memoria immunitaria, la risposta cellulare, restano attive ancora oggi. È per questo che ci possiamo contagiare, ma ci ammaliamo meno». Anche se la quarta dose sarà sicura, per Rasi «non è scontato che una stimolazione continua e ripetuta dopo un po’ non crei problemi al sistema immunitario. In ogni caso non possiamo andare avanti con campagne vaccinali di massa ogni pochi mesi. Non è sostenibile. Bisognerebbe pensare a una risposta più strutturata».

______________________
Puoi leggere anche su 👇

https://cataniacreattiva.it/rasi-ex-direttore-ema-no-alla-quarta-dose-a-rischio-il-sistema-immunitario/

12 gennaio 2022 – di Redazione Co.Te.L.I.

L’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) ammette che le VACCINAZIONI e i BOOSTERS causano problemi con la risposta immunitaria e affaticano il sistema immunitario della popolazione che le riceve.
Guarda il VIDEO: ⤵️

https://www.ilmattino.it/video/ema_non_possiamo_continuare_con_booster_ogni_3_4_mesi-6434660.html

E adesso? Cosa farà l’Italia? Continuerà imperterrita in questa sua “follia”? Attendiamo speranzosi nuovi “sviluppi”…

________________________

[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

Puoi leggere anche su 👇

https://cataniacreattiva.it/ema-video-vaccinazioni-e-boosters-causano-problemi-al-sistema-immunitario-e-adesso/

18 Dicembre 2021 – Redazione Co.Te.Li

Proprio nei giorni in cui è stato annunciato l’imminente arrivo delle cosiddette “pillole anti-Covid” prodotte da Pfizer, il colosso del settore farmaceutico, che più di tutti si è arricchito con l’esplosione dell’emergenza Covid, ecco scoppiare l’ennesimo scandalo che vede coinvolta proprio l’azienda americana, accusata ancora una volta di poca trasparenza nel rendere noti al mondo i dati relativi alle sperimentazioni effettuate.

Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell’Agenzia europea del Farmaco (Ema) e consulente del commissario all’emergenza Francesco Paolo Figliuolo, ha annunciato ai microfoni di Sky Tg24:

Probabilmente le pillole per curare il Covid saranno disponibili in Italia da gennaio. L’Ema ha dato il via libera, il farmaco della Pfizer sembra molto utile rispetto al molnupiravir. Arriverà a giorni il via libera e la disponibilità ai primi di gennaio, probabilmente”.
Tutto pronto, quindi, per un nuovo e sostanzioso business. Nel quale si è prontamente tuffata una multinazionale che, però, in questi giorni è finita nuovamente nel mirino.

A chiamare in causa Pfizer è Trial Site News digital media che si occupa al 100% della trasparenza dei trial clinici e della ricerca clinica in tutto il mondo, che ha pubblicato un’inchiesta firmata da Sonia Elijah che svela l’esistenza di “documenti Pfizer altamente riservati, sinonimo dell’estrema mancanza di trasparenza avallata dal comportamento delle agenzie governative negli ultimi 20 mesi”. Dossier sui quali il mondo della scienza si interroga da tempo, relativi alle sperimentazioni dei vaccini dell’azienda americana e per i quali, a fine agosto, è stata presentata una richiesta di accesso ufficiale.

Oltre 30 scienziati e accademici hanno, infatti, intoltrato all’FDA (l’agenzia del farmaco americana) una domanda per visionare i documenti che hanno portato al via libera per il vaccino Pfizer, finito poi sui mercati di tutto il mondo con lautissimi guadagni per l’azienda che lo produce. Con fatica, il gruppo di esperti, sta riuscendo a rendere note le pagine ufficiali di quei dossier, per quanto vengano rese note con estrema lentezza, per poi renderle pubbliche. A far discutere è soprattutto il report di 38 pagine intitolato “Analisi cumulativa dei rapporti di eventi avversi post-autorizzazione di PF-07302048 (BNT162B2) ricevuti fino al 28 febbraio 2021”, basato su dati provenienti da vari Paesi del mondo (Italia compresa).

Tra i dati emersi, dopo aver esaminato i documenti, secondo Trial Site News, a preoccupare sarebbero le informazioni parziali fornite al mondo e 1.228 decessi registrati entro tre mesi dall’assunzione del vaccino, mai resi noti. Il tutto a conferma della poca trasparenza, durante un trial in cui non è nemmeno stato comunicato il genere dei partecipanti.

Per tutte le tipologie di eventi avversi riscontrati, inoltre, sarebbe emerso come le donne siano mediamente 3 volte più colpite rispetto agli uomini, in particolare per quanto riguarda le reazioni allergiche. 

Allo stesso modo, Trial Site News evidenzia come dall’analisi originale presentata alla FDA per ottenere il via libera sarebbero stati esclusi i dati sui rischi durante la gravidanza e allattamento. Numeri, che “sottolineano 413 casi avversi di cui 84 classificati come gravi” e che sembrano in nettro contrasto con l’analisi ottimista di Pfizer, che aveva affermato di non aver riscontrato pericoli per neo-mamme e future mamme.

FONTI: ➡️➡️➡️https://www.transparimed.org/amp/pfizergate

➡️https://bit.ly/33zvszz

________________________

[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

Puoi leggere anche su 👇

FONTE: Andrea Zambrano (La Nuova Bussola Quotidiana)

Li hanno presi per nevrotici imbottendoli di ansiolitici, ma il loro dolore è vero. Nell’aggiornamento sulla farmacoviglanza del Comirnaty, l’EMA per la prima volta inserisce quasi 22mila casi di parestesie come possibile correlazione post vaccino. Sono i “misteriosi” bruciori riferiti da moltissimi – soprattutto donne – che in questi mesi hanno avuto la vita sconvolta e sono stati ignorati senza una diagnosi. Il patologo Bellavite alla Bussola: «Riconoscimento importante per accertare l’evento avverso, ora bisogna cercare le cause di questi sintomi per capire se sono di natura vascolare o neurologica». 
– DECESSI E RICOVERI: I NUMERI NON TORNANO di Nando Sanvito

Nell’ultimo aggiornamento sulla sicurezza vaccinale del 6 ottobre scorso, l’EMA ha riferito tra le reazioni avverse per il vaccino Comirnaty di Pfizer anche i casi di parestesie. In particolare, come scritto nella scheda redatta dal Comitato di valutazione rischi per la farmacovigilanza(PRAC) sono stati segnalati quasi 22mila casi di parestesie e ipoestesie su circa 1 miliardo e 220mila dosi somministrate nel mondo del vaccino Pfizer. La scheda riferisce che si tratta di casi segnalati spontaneamente che riguardano sospetti effetti correlati anche se «non necessariamente relativi o causati dal vaccino».

Il 75% di queste segnalazioni, però, riferiscono di una comparsa dei sintomi il giorno dopo la vaccinazione. In ragione di questo, il PRAC ha detto che le parestesie «dovrebbero essere aggiunte alle informazioni sul prodotto come effetti collaterali di Comirnaty».

Si tratta di un’informazione che apre uno squarcio importante sulla condizione di tante persone che da mesi lamentano reazioni avverse e dolorose al vaccino e non diagnosticate: bruciori, sensibilità alterata dei nervi, degli arti, dolori diffusi. In questi mesi la Bussola ha raccontato le storie delle tante – soprattutto donne – le quali, dopo aver fatto il vaccino, si sono ritrovate la vita sconvolta da questo tipo di sintomi invalidanti, col timore che siano permanenti.

Oggi le loro storie sono diventate il Comitato Ascoltami (QUI la pagina Facebook), che chiede di essere preso sul serio dai medici ai fini anzitutto di ottenere una diagnosi sul loro disturbo. Per la verità, un grosso ascolto non l’hanno ancora ottenuto, salvo alcuni servizi televisivi di Marianna Canè della trasmissione Fuori dal Coro condotta da Mario Giordano, che ha dato loro voce cercando di rompere quel muro di omertà che impedisce a questi malati speciali di essere considerati tali, diagnosticati e curati.

Fino a ieri l’assenza di un qualunque riferimento negli atti degli enti regolatori, Aifa e Ema in primis, ha sempre inibito, infatti, qualunque iniziativa medica per arrivare a una diagnosi vaccino-correlata. Come a dire: questi sintomi non sono riportati in letteratura, dunque scordatevi qualunque tipo di riferimento al vaccino. Il refrain che molte si sono sentite ripetere è stato «esclusa correlazione» o al massimo, «non posso escluderla, ma non mi azzardo a dirlo». 

Ebbene: pur trattandosi di “appena” 22mila pazienti nel mondo su più di un miliardo, e per giunta su segnalazioni spontanee quindi sottostimate, questi casi oggi esistono, sono segnalati e sono riferiti. È un segnale inequivocabile che ogni medico che visita questi pazienti, ora può basarsi su una “pezza d’appoggio” per poter ricondurre una diagnosi al vaccino.

In questo modo potrebbe cominciare il secondo step, quello dell’indagine sulle cause di queste parestesie, che sono disturbi della sensibilità o sofferenze di tipo irritativo delle fibre nervose sensitive, quasi sempre di tipo infiammatorio. La letteratura medica associa le parestesie – ad esempio formicolio, punture di spilli, bruciore, scossa elettrica, parte addormentata – a numerose malattie. Si tratta di un elenco sterminato per gravità e portata che, viene circoscritto prevalentemente a due macroaree: quella neurologica e quella vascolare.

Prof. Paolo Bellavite

«La parestesia è sicuramente un sintomo da non sottovalutare – spiega alla Bussola il professor Paolo Bellavite (in foto) – soprattutto se intensa e dura nel tempo. In generale, può dipendere da varie alterazioni dei tessuti, come ad esempio da problemi vascolari (di minore circolazione) o neurologici. Queste patologie si curano tanto meglio quanto prima sono riconosciute».

Secondo Bellavite, l’inserimento di queste parestesie tra le reazioni avverse nel vaccino è importante – al pari delle miocarditi e delle trombocitopenie già riportate – per andare a completare il quadro degli elementi che servono per arrivare a una correlazione da vaccino.

«Nell’algoritmo OMS che valuta le reazioni avverse ci sono tre passaggi: la ricerca di altre cause per la malattia (QUIBellavite aveva contestato proprio questo aspetto troppo limitante ndr), il secondo step è legato a una plausibilità biologica che spieghi il meccanismo per cui il vaccino possa aver sviluppato questi sintomi: un’infiammazione di un nervo è un plausibilità».

Ma perché si possa concludere il quadro degli elementi a disposizione, oltre alla coincidenza temporale con la somministrazione del vaccino, serve un riferimento alla letteratura scientifica. Ed è questo il terzo passaggio indispensabile per poter elaborare una vaccino-correlazione: «L’OMS impone la ricerca in letteratura di casi segnalati di quella specifica malattia. Se fossimo di fronte al primo caso al mondo, sarebbe difficile sostenere che potrebbe essere stato il vaccino.

Ebbene: il fatto EMA abbia incluso e riconosciuto le parestesie come sospetto evento avverso, è indice che questo terzo passaggio non può più essere invocato come una stranezza o una semplice coincidenza. È un riferimento utile a livello clinico per arrivare a una diagnosi perché le schede EMA fanno letteratura».

Dunque, è il caso di dire che le tante persone che vagavano nel buio, tra visite specialistiche e esami spesso negativi, possono finalmente chiedere di ricevere un trattamento più approfondito di quello che spesso molte di loro hanno ricevuto, a base di tranquillanti e ansiolitici. 

«Ci prendono per pazze», era il loro grido di allarme. Adesso ascoltarle è un imperativo, campagna vaccinale permettendo perchè il riconoscere questi disturbi che possono essere anche invalidanti, soprattutto se non curati subito, può mandare in crisi la narrazione sbilanciata del rapporto rischi/benefici che ha spinto indiscriminatamente alla vaccinazione di massa.

_______________________
[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

Puoi leggere anche du👇

https://cataniacreattiva.it/parestesie-ema-riconosce-i-bruciori-da-vaccino-infranto-un-tabu-un-altro-passetto-in-avanti-nel-riconoscimento-degli-eventi-avversi/